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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/20/23 in tutte le aree
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Bel riconoscimento per il Gruppo Numismatico Quelli del Cordusio con l’articolo su Milano Numismatica, tra l’altro con una precisa e dettagliata relazione, da parte di Numispost, rivista numismatica di Zurigo,buona lettura ! https://drive.google.com/file/d/1oyz7kKI7AdFX6YQWI91fWKy2Ix4fLzc_/view?usp=drivesdk https://drive.google.com/file/d/1CiRsfuxt9MckPlJCz8n7z1e6SyXUVYlU/view?usp=drivesdk3 punti
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Buongiorno, posto un Grana 3 senza varianti, quindi modello base. La motivazione per l'acquisto è stata la buona conservazione generale e soprattutto il Ritratto del Re che mi sembra molto piacevole. A voi il giudizio e naturalmente una richiesta all'amico Cristiano @Asclepia per avere ulteriori ragguagli sulla moneta. Grazie, Saluti, Beppe3 punti
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"Alle fine lui tromba lei" <cit.>2 punti
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Ti calmerò. I carri armati russi non attaccheranno mai l’Italia. Nessuno attacca mai la cucina o l'esposizione dei vestiti. Siamo molto dipendenti dai marchi italiani. Delle tue fantasie sui prestiti. Siete in grado di rimborsare i prestiti? O speri in un fallimento generale?2 punti
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Solo 1000 euro? Ne ho vista una proposta a 14.000 e vogliono pure 10 euro di spedizione!2 punti
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Complimenti per il grande lavoro che fate per la diffusione degli studi numismatici. Fabio2 punti
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Je vous remercie tous pour vos informations et plaisanteries 😉 sur mon pseudo... Alors je vais peut-être décevoir les romantiques ou les chercheurs d'aventures... Je suis mariée et je suis une grand-mère de 3 petits enfants, je connais très bien la chanson "la luna". si j'écris en français c'est parce que c'est plus facile pour moi, mais je suis d'origine italienne. J'ai quitté l'Italie à l'âge de 6 ans. Je parle encore italien (avec quelques fautes) et je le comprends très bien. Je parle aussi espagnol et un peu anglais. Voilà pour les infos personnelles 😉 🙂 Je reviendrai vers vous lorsque j'aurai les informations que vous me demandez, à savoir le poids et la taille des pièces 🙂 Encore merci et en attendant, je vous souhaite "Joyeux Noël, Buon Natale, Feliz Navidad, Merry Christmas" à tous 🙂2 punti
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Tanto per avere una minima idea delle centinaia di foto contenute nel libro Ori dalla Romania......, su cosa contenga . Le foto non entrano tutte nella stessa pagina , seguono2 punti
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Caspita @piergi00, una collezione di monete satiriche ! Quante papali ? 😍 E' la prima che mi capiti di vedere per Gregorio XVI, mentre è abbastanza frequente trovarne di Pio IX, con il tema della pipa gettonatissimo. Quelle che ho visto erano ottenute sempre tramite incisioni a bulino per la "trasfigurazione" del papa (a volte in personaggi di fantasia, altre volte in personaggi storici suoi contemporanei, Bismarck, V.E.II...), spesso riempite con nero di china; mai visto prima un "traforo" simile, se non per monete poi montate a spilla, in questi casi non a tema satirico. A parte un 20 baiocchi 1865, ho visto sempre lire o soldi post-1866 "satirici", presumo per via del taglio conforme a quelli dell'Unione Monetaria Latina, che magari le faceva viaggiare anche fuori dai confini dello Stato Pontificio, dove la figura del papa godeva di minore devozione o "rispetto"... Carrellata delle mie satiriche di Pio IX: Ciao, RCAMIL.2 punti
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In effetti è per questo che esistono le biblioteche, società e imprese che producono informazione (case editrici che producono libri e case d'asta che producono cataloghi) giustamente devono vendere i loro prodotti e ricavarne un utile, d'altro canto le biblioteche pubbliche o finalizzate alla fruizione pubblica hanno il fine di mettere a disposizione gratuitamente i testi e le informazioni che in altre sedi devono essere pagati... Disgraziatamente l'uso diffuso di internet, comprensibile e utilissimo in molti casi, ha però tra gli effetti collaterali più sgradevoli quello di far dimenticare l'esistenza e l'utilità delle biblioteche, prima della diffusione di internet la ricerca storica si faceva nelle suddette istituzioni come negli archivi ed è sempre bene non perdere mai il "vizio" di frequentare sedi che sono state e continuano ad essere dei pilastri fondamentali della cultura e del vivere civile...2 punti
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Indagini geomagnetiche rivelano un edificio antichissimo nel sottosuolo di Gubbio. E’ collegato alle misteriose tavole eugubine? “Le recenti indagini geofisiche nell’antica Iguvium hanno rivelato un affascinante capitolo della storia della città romana – dice la Direzione regionale dei Musei dell’Umbria – Grazie alla magnetometria e al georadar nel sottosuolo sono emerse numerose strutture, prevalentemente di natura edilizia. Ma la vera sorpresa si trova dietro il Teatro romano: lì è stata individuata una struttura quadrangolare, interpretata come una piazza porticata con un tempio posizionato sul lato meridionale. Questa scoperta assume un ruolo cruciale in connessione alle misteriose Tavole rinvenute nel Quattrocento nei pressi del Teatro in ambienti sotterranei finora inesplorati. Le ricerche sono state condotte dall’archeologa Laura Cerri grazie ad un finanziamento richiesto dall’archeologa e direttrice del Teatro romano di Gubbio, Ilaria Venanzoni. Le immagini fotografiche sono di Claudio Ciabochi, l’elaborazione geofisica è di Laura Cerri”. Le Tavole Eugubine, noto anche come Tabulæ Iguvinæ, rappresentano uno dei tesori archeologici più significativi legati alla storia dell’antica città di Ikuvium, l’odierna Gubbio. Queste sette tavole bronzee, rinvenute nel XV secolo, sono un affascinante compendio di testi in lingua umbra, fornendo preziose informazioni sui complessi cerimoniali di lustrazione ed espiazione che coinvolgevano la città. Le tavole, oggi custodite nella cappella del Palazzo dei Consoli a Gubbio, furono acquisite dal comune nel 1456. Cinque delle sette tavole sono inscritte su entrambe le facce, mentre le restanti due, la terza e la quarta, presentano testi su un solo lato, portando il totale a dodici facce. Il testo è redatto in lingua umbra, utilizzando sia l’alfabeto latino che l’alfabeto umbro, quest’ultimo simile agli altri alfabeti italici. Le tavole contengono prescrizioni per il collegio sacerdotale dei Fratres Atiedii, un gruppo sacerdotale composto da 12 sacerdoti devoti al dio Ju-pater (lo Juppiter latino, ovvero Giove). Le prime quattro tavole, risalenti probabilmente al III o II secolo a.C., sono scritte in caratteri umbri e lingua umbra. Le tavole VI e VII, invece, utilizzano l’alfabeto latino e la lingua umbra, datandosi presumibilmente al I secolo a.C. La tavola V si distingue per essere scritta in caratteri etruschi nella faccia a e nelle prime sette righe della faccia b, mentre le righe successive adottano l’alfabeto latino. Le tavole scritte con alfabeto etrusco sono denominate “paleoumbre”, mentre quelle con alfabeto latino sono chiamate “neoumbre”. È plausibile che le tavole conservino testi monumentali di epoche ancora più remote, forse risalenti al I millennio a.C. Le differenze linguistiche riscontrate sono in gran parte attribuibili alle variazioni grafiche, considerando che l’alfabeto umbro mancava di segni per alcune consonanti e spesso utilizzava p al posto di b. Il paleoumbro ř, inoltre, è reso come rs nel neoumbro. Tutti i testi, comunque, sono redatti in lingua umbra. Le tavole costituiscono un’importante fonte per comprendere il popolo umbro, la sua lingua e le pratiche religiose. Esse contengono prescrizioni destinate al collegio sacerdotale dei Fratres Atiedii, composto da dodici sacerdoti devoti al dio Ju-pater, corrispondente al Giove latino. Giacomo Devoto, eminente linguista, ha affermato che le tavole eugubine rappresentano il “più importante testo rituale di tutta l’antichità classica”. La loro struttura metrica, simile al saturnio utilizzato nella prima poesia latina, aggiunge un ulteriore elemento di interesse. Il luogo preciso del ritrovamento delle tavole rimane sconosciuto, sebbene la maggior parte degli studiosi ipotizzi il teatro romano di Gubbio come possibile sede del rinvenimento. Nel 1580, Gabriele Gabrielli fu il primo a documentare le tavole, attribuendo il ritrovamento al 1444, sebbene le basi di questa data rimangano oscure. La vendita ufficiale al Comune di Gubbio avvenne nel 1456 da parte di “Paulus Greghorii de Siga habitator Eugubii”, noto anche come “de partibus Sclavoniae”. Un anonimo del XVII secolo sostiene invece che il ritrovamento si verificò nei pressi della chiesa di San Francesco a Gubbio. La teoria della provenienza dal teatro romano è stata avanzata da Antonio Concioli Sr nel 1678, mentre altri studiosi suggeriscono che le tavole potrebbero essere state scoperte vicino al tempio di Giove Appennino, tra Scheggia e Cantiano. https://stilearte.it/indagini-geomagnetiche-rivelano-un-edificio-antichissimo-nel-sottosuolo-di-gubbio-e-collegato-alle-misteriose-tavole-eugubine/1 punto
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Salve. Ho aperto questa discussione per riunire i vari tipi di gettoni deposito dispersi in varie discussioni sul forum e accoglierne altri. Un esempio di gettone deposito che dice praticamente tutto è questo del mercato della frutta di Torino postato da piergi. Chi aveva acquistato frutta e verdura al mercato e aveva bisogno di una cesta per portare a casa la spesa, poteva chiederla in prestito al venditore lasciando un deposito di 50 centesimi. Con la cesta riceveva anche il gettone che aveva la funzione di promemoria e di scontrino: consegnando la cesta vuota e il gettone, il cliente riprendeva quanto aveva lasciato in deposito. apollonia1 punto
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La prossima volta spero di rinascere sceicco Una tessera erotica in asta Lucernae DECIMOSEPTIMA XVII lot 868 base d'asta 2000 euro The Roman Empire - Erotic spintriae and tesserae, time of Tiberius. Spintria early first century BC, Æ (4.21 g, 21 mm). Erotic scene. III within barely visible wreath. Buttrey, NC 1973, scene 1/III. Simonetta-Riva scene 9A. Bateson H20. Good very fine condition. Original brown-red patina. Una bellissima tessera non erotica in asta Lucernae DECIMOSEPTIMA XVII lot 869 base d'asta 1200 euro Romen Empire - Posthumous Augustus Æ Tessera. Minted under Tiberius circa AD 22-37. Bare head of Tiberius (?) l., within wreath X within wreath. Buttrey, NC 1973, B7/X 4.29 g, 21 mm Good very fine condition. Original brown-red patina. https://www.biddr.com/auctions/lucernae/browse?a=4180&l=49405391 punto
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The most perfect money printing technology | The most perfect money printing technology | By Dawkins & Dawkins | Facebook Questo video entusiasmerà maggiormente i collezionisti di cartamoneta odjob1 punto
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Interessante l'ultima parte 3. Discussione 3.1. Significato delle tacche Sulla base delle nostre misurazioni (vedi Tabella 1), gli artefatti a forma di lente di Ialysos hanno ingrandimenti nominali che vanno da 8,3 a 13,2. Sebbene altamente lucidati, i cristalli di rocca oggetto dello studio presentano imperfezioni che creano distorsioni. Inoltre, le bande sono contrassegnate con tacche sulle maniglie, come mostrato in Fig. 8. Sulla base delle immagini mostrate in Fig. 1, siamo giunti alla conclusione che il diverso numero di tacche può essere correlato alla qualità e alla risoluzione dell'immagine. Nello specifico notiamo che i due migliori manufatti a forma di lente del gruppo (7399 e 7402) non presentano alcuna tacca sulle anse, mentre l'artefatto 7404, che presenta un evidente difetto o rottura all'interno del cristallo, è contrassegnato da sette tacche. Per gli altri artefatti a forma di lente, esiste una correlazione più debole tra il numero di tacche (meno tacche è migliore) e la qualità dell'immagine. 3.2. Spiegazioni alternative Dato il campo visivo ristretto e la ridotta qualità dell’immagine di alcuni degli artefatti a forma di lente mostrati in Fig. 8, esiste una spiegazione alternativa che sia coerente con tutte le nostre osservazioni? Questo è l'argomento di questa sezione. È stato osservato che molti dei manufatti a forma di lente recuperati archeologicamente a Creta, Cipro, Turchia, Tiro e Cartagine sono cristallo di rocca o sono realizzati con un altro materiale trasparente (vetro). Tuttavia, nessuno di questi artefatti a forma di lente è montato e nessuno degli artefatti a forma di lente sembra avere "capezzoli" come gli esemplari di Rodi. A questo punto, non siamo stati in grado di studiare gli altri manufatti a forma di lente attraverso l'autopsia e li abbiamo visti solo in immagini in articoli e pubblicazioni di scavo. Pertanto, ci asteniamo dal giudicare la loro composizione e i possibili usi. Una possibile spiegazione alternativa è il loro utilizzo come intarsi. Alcuni dei manufatti a forma di lente dell'età del bronzo provenienti da Creta hanno conservato il foglio di supporto originale e, quindi, siamo d'accordo con Plantzos (1997) sul fatto che dovevano essere usati come intarsi. Inoltre, uno degli oltre 40 manufatti a forma di lente trovati da Schliemann a Troia presenta una perforazione al centro del manufatto a forma di lente ed è stato suggerito che fosse attaccato a un oggetto fatto di materiali diversi mediante inchiodatura. Inoltre, è stato osservato che un secondo oggetto lenticolare dello stesso gruppo ha un supporto in bronzo che potrebbe essere stato utilizzato per fissare mediante saldatura il manufatto lenticolare ad un altro supporto (Plantzos, 1997). Inoltre, gli esemplari arcaici a forma di lente provenienti dall'Artemision di Efeso in Turchia, che sono stati identificati come ornamenti per le orecchie (borchie) piuttosto che come strumenti, hanno forma piano-concava (piuttosto che piano-convessa) e scanalature di cresta, (Brein, 1982 ). I nostri esemplari risalenti all'incirca allo stesso ampio periodo sono piano-convessi e non hanno solchi osservabili. Inoltre, i manufatti di Rodi non presentano alcuna perforazione o evidenza di pellicola di supporto o saldatura. Una seconda spiegazione alternativa per i manufatti a forma di lente provenienti da Ialysos è l'uso previsto come intarsi per gli occhi negli oggetti. Due degli oggetti del gruppo Ialysos (7404 e 7405) sembrano avere la forma di occhi. Uno di questi (7405) ha un evidente difetto all'interno del cristallo, del tipo che si genera quando un oggetto cade o subisce una forte pressione. Le note dello scavo della Missione Archeologica Italiana sono minime ed estremamente brevi; pertanto, è impossibile determinare l'esatto lasso di tempo durante il quale il difetto potrebbe essere stato causato. Nessuno dei manufatti a forma di occhio mostra alcuna indicazione (graffi, scanalature, saldature, ecc.) che indicassero che dovevano essere montati su altri oggetti per fungere da occhi. Inoltre, non siamo stati in grado di trovare alcun esempio di occhi usati nella scultura egiziana o greca che assomigli in qualche modo ai manufatti a forma di lente di Ialysos. L'occhio destro esistente del rhyton a testa di toro di Cnosso, ad esempio, mostrato in Fig. 9, era fatto di cristallo di rocca intarsiato, dipinto sul suo dorso piatto con un'iride nera e una pupilla rossa, circondata di bianco, mentre il bordo dell'occhio l'occhio era intarsiato di diaspro rosso, che è una forma microcristallina opaca di quarzo. I manufatti a forma di lente provenienti da Ialysos non presentano tracce di pittura o intarsi osservabili ad occhio nudo. In realtà, non ci sono indicazioni che qualcuno dei manufatti a forma di lente provenienti da Ialysos possa essere stato utilizzato in tale veste. Un’ultima spiegazione alternativa è il loro utilizzo come accendifuoco o “pietre ardenti” che concentrano i raggi del sole. Come notato da altri, tali manufatti tendono ad essere di qualità inferiore e più grandi rispetto ai manufatti di Ialysos (Sines e Sakellarakis, 1987, Plantzos, 1997). Inoltre, molti altri manufatti classificati come accendifuoco non sono montati ma hanno una perforazione che consente di far passare una corda o altro materiale attraverso di essi per facilitare il trasporto e la movimentazione. Come notato in precedenza, gli oggetti di Rodi non hanno perforazioni. Inoltre, dato il piccolo diametro (18–21,5 mm) degli artefatti di Ialysos rispetto all’artefatto di Nimrud/Layard (40 mm × 35 mm) (Plantzos, 1997), l’area circa 4 volte più piccola non sarebbe stata altrettanto efficace per la messa a fuoco i raggi del sole. Alla luce di queste prove, è ragionevole congetturare che l’uso primario delle lenti di Ialysos non fosse come “pietre ardenti”, sebbene potessero essere impiegate in questo modo come uso secondario. Nel I secolo d.C., Plinio il Vecchio, naturalista e filosofo romano, elogiò il cristallo di rocca come la pietra più costosa sulla terra (Nat. 37:28). Inoltre, a causa dello sforzo richiesto per macinare e fabbricare adeguatamente questi manufatti, è probabile che fossero molto apprezzati e fossero usati e conservati nelle loro montature originali per un lungo periodo prima di essere dati come dediche alla dea Atena. 4. Conclusione e lavoro futuro Affrontando la questione se questi artefatti fossero usati come lenti di ingrandimento, abbiamo dimostrato che i migliori artefatti possono risolvere caratteristiche che un occhio nudo nominale non può (cfr. Fig. 5). Date le spiegazioni alternative, sosteniamo che i manufatti a forma di lente provenienti dal tempio di Atena a Ialysos siano meglio descritti come lenti piano-convesse. Pertanto, concludiamo che queste lenti piano-convesse, che hanno una data di deposito tra il 750 e il 700 a.C., sono tra le prime lenti piano-convesse esistenti nell'antico mondo mediterraneo. La somma totale di queste osservazioni ci porta a concludere che, con ogni probabilità, i manufatti di Ialysos furono usati come strumenti ottici, con alcuni manufatti, come 7399 e 7402, aventi una risoluzione maggiore rispetto agli altri. Forse gli esemplari con una risoluzione inferiore sono stati utilizzati per lavori che non prevedevano dettagli precisi. Una congettura diversa è che gli artefatti di imaging migliori, che sono più circolari in sezione trasversale, siano stati realizzati dopo gli artefatti di forma ovale in un processo di tentativi ed errori. In alternativa, i manufatti di forma ovale potrebbero essere stati realizzati appositamente per compensare l'astigmatismo di diversi artigiani. Il montaggio della lente in fasce dotate di impugnatura sarebbe quindi cruciale per un allineamento angolare ripetibile per compensare la natura angolare dell'astigmatismo. In questo caso le tacche potrebbero potenzialmente indicare diverse potenze ottiche in diverse direzioni angolari. Data l’ampia gamma di possibilità, sono necessari ulteriori studi e ulteriori misurazioni sperimentali per accertare i potenziali usi dei manufatti di Rodi. Ad esempio, l'utilizzo di questi artefatti per immaginare oggetti del gruppo di sigilli denominato "gruppo dei suonatori di lira" (Rizzo, 2007) potrebbe rivelare caratteristiche incise su questi sigilli che sarebbero state difficili da creare ad occhio nudo, ma avrebbe potuto essere creato più facilmente utilizzando una lente d'ingrandimento appositamente realizzata. È anche possibile che strumenti ottici come quelli di Ialysos siano stati utilizzati anche prima. Questa determinazione non può essere presa senza indagare su altri esemplari di manufatti a forma di lente di cristallo di rocca. Non tutti i manufatti a forma di lente dell'età del bronzo o arcaici meritano di essere etichettati come "lenti" e, come notato in precedenza, ci sono prove convincenti dell'uso di manufatti a forma di lente come intarsi per sculture, gioielli o mobili, o forse come fuoco. antipasti. Tuttavia, riteniamo che un sottoinsieme appropriato di questi manufatti a forma di lente dovrebbe essere sottoposto a ulteriori indagini scientifiche e al confronto con quelli di Ialysos per determinarne gli usi. Ulteriori studi potrebbero far luce sulla possibilità che gli incisori e i tagliatori di sigilli potessero controllare il loro lavoro con i loro occhi miopi o con l'aiuto di lenti di ingrandimento. Queste lenti avrebbero consentito agli incisori esperti di prolungare i loro anni di lavoro attivo e di formare apprendisti meno esperti e più giovani. Pertanto, ulteriori studi possono fornirci maggiori informazioni sulla possibile creazione e utilizzo di lenti in periodi precedenti, nonché sui laboratori e sulla vita degli antichi artigiani e, per estensione, sulle reti commerciali e artigianali che dovevano essere in atto per la creazione e, possibile, diffusione di tali lenti piano-convesse nel Mediterraneo.1 punto
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Ode all'ArmaNonConvenzionale di Natale! ================================ Tra i tronchi e gli arbusti c'è una sfida, su coraggio! Tra i cespugli e i rovi c'è un indizio di mistero, dove i miseri dettagli celano i segreti. Tra le piante e i fusti c'è una soluzione: ma c'è troppa foresta! Non vedo gli alberi!1 punto
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che io le collezioni è un parolone. Ne ho qualcuna. In realtà le tesserae plumbee si possono trovare (almeno un tempo) a poche decine di euro. Ma c'è chi ne fa incetta1 punto
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Buonasera. Per quanto vale la mia opinione a fronte di quella di Alain @Poemenius farei notare che 1) servirebbe un'immagine a luce più radente per leggere meglio la monetina 2) elaborando banalmente la foto in Photoshop al D. non leggo FELIXR AVENNA bensì IVST (ore 7 - 11 ca) vedo capelli e non la corona turrita non vedo orecchino 3) al rovescio in effetti il monogramma è stretto ed "ammassato", sembra ci sia una C sotto ma mancherebbe la S per essere un certo atalarico1 punto
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Assolutamente vero tutto quello che dici. Nella zona limitrofa al teatro dove di scava si scava bene!1 punto
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Amico...non è per niente un 3 grana base...è il terzo 3 grana con stella e numeri arabi che vedo ed è il meglio conservato che conosco...quell'apostrofo lungo dopo GRAND \ ,di solito è più piccolo, e i caratteri della legenda al rovescio, dicono che quel simbolo è una stella rovesciata a 5 punte...ne abbiamo già scritto in discussione Il rovescio del mio per confronto Complimenti Beppe... An dimenticavo....ottimo il ritratto. Gran gran bella moneta!1 punto
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@Adelchi66credo che tu abbia visto di recente il sito... @crisgubbio.1981penso che noi invece lo conosciamo bene il sito. Comunque anche senza grandi strumentazioni si potevano vedere ad occhio nudo le strutture interrate perché : 1- le strutture fuoriescono leggermente dal terreno; 2- perché si vedono le differenze cromatiche dell'erba del prato (si vedono proprio le linee delle strutture).1 punto
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Nuovo esemplare per la mia collezione di monete satiriche : Gregorio XVI 20 Baiocchi 18341 punto
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Ciao Come sai colleziono in particolare la monetazione Savoia , tuttavia qualche esemplare papale non manca . Ti allego alcuni esempai @rcamil Pio IX 2 Lire 1867 Pio IX 1 Lira 1866 10 Soldi 1869 Pio IX .1 punto
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Dovrebbe essere questo pfennig austriaco: 1 Pfennig - Ferdinand I (Klagenfurt) - Austrian Empire – Numista1 punto
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In italiano abbiamo due alfabeti, uno di ventun lettere e uno di ventisei. Quello di ventisei include anche le cosiddette lettere “straniere”, mentre l’alfabeto di ventun lettere, detto “scolastico”, aggiunge le cinque lettere straniere a parte. Le lettere straniere sono j, k, w, x, y, per quanto la j, la k e la x siano presenti in parole percepite come italianissime (junior, km, extra, ex, yogurt, watt, weekend ecc.). Altra domanda: Le lettere dell’alfabeto sono considerate di genere maschile o femminile? apollonia1 punto
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Da : I Daci . Electa. Palazzo Strozzi. Firenze. 1997. Ori antichi della Romania è un ottimo catalogo ,ce ne fossero.. Ma per quanto riguarda i Daci nello specifico,il testo di riferimento in Italia e il catalogo della mostra del '97.1 punto
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Questa invece viene da una collezione americana, è molto piccola... Diametro:27,35 millimetri... Peso:12,36 grammi... Ciò che mi ha indotto ad acquistarla è il busto vistosamente diverso da tutte le altre mie pubbliche... Credo si possa tranquillamente affermare che si tratti di un conio diverso... Basta osservare le proporzioni della spalla destra nei due esemplari...1 punto
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Finalmente ho ricevuto la pubblica che aspettavo dall'estero,a parte la debolezza sono soddisfatto dell'acquisto... Con mio piacere e stupore mi è giunta accompagnata dal cartellino descrittivo che la classifica con il Cayon -Castan,un testo della fine degli anni 70 quindi un cartellino vecchio di oltre 40 anni, considerando il testo spagnolo deduco provenga proprio da un collezionista spagnolo... Diametro:32,85 millimetri... Peso:13,80 grammi... Varianti: trascrizione del nome del Re in PHILIPP,e senza · (globetto) davanti al nome del Re...1 punto
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Nessuno darà mai garanzie su oggetti visti solo in foto. Ci sono cose che non possono essere semplicemente affidate alla rete; qui si può solo chiedere un parere (gratuito). Per le perizie occorre giustamente rivolgersi e pagare un professionista.1 punto
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Trovata in un campo una moneta di Natale del Medioevo. Veniva battuta appositamente e data ai poveri. Come funzionava Sorprendente scoperta nel Norfolk, nell’est dell’Inghilterra. In un campo agricolo è stato trovato un antico gettone natalizio risalente al periodo compreso tra il 1470 e il 1560. Questo particolare oggetto aveva la peculiare funzione di essere donato ai poveri per essere speso durante le celebrazioni natalizie. La moneta è stata casualmente individuata da un metal detector durante un’indagine archeologica nelle vicinanze della maestosa Oxburgh Hall, una residenza di campagna, circondata da un fossato, costruita nel 1482. La “moneta effimera” fu invece, probabilmente, battuta dall’Abbazia di Bury St Edmunds, situata a quasi 30 miglia di distanza, nel Suffolk. La teoria più accreditata riguarda la possibilità che il gettone fosse stato distribuito da un chierichetto che svolgeva il ruolo di “ragazzo vescovo” durante il periodo natalizio. In quei tempi, durante il Medioevo e la prima era Tudor, le cattedrali nominavano un chierichetto per rappresentare il vescovo il 6 dicembre, festa di San Nicola. Questi ragazzi vescovi dirigevano processioni, servizi religiosi e raccoglievano fondi per la chiesa, distribuendo buoni ai poveri spendibili tra il 6 dicembre e il 28 dicembre, giorno dei Santi Innocenti. Il gettone rinvenuto a Oxburgh, consegnato al National Trust, presenta un lato ben conservato con l’immagine di una lunga croce, simile alle monete dell’epoca. Tuttavia, il retro è notevolmente corroso, anche se presumibilmente avrebbe mostrato il volto di un vescovo. Questi gettoni, realizzati in piombo, erano privi di valore monetario reale, tranne quando venivano scambiati per cibo. Ma come “funzionava” il gettone? L’esempio più vicino a noi è quello dei ticket restaurant. Le parrocchie o le abbazie raccoglievano fondi per il Natale dei poveri. In base alla cifra raccolta emettevano un certo numero di gettoni, su materiali privi di valore. I gettoni natalizi venivano consegnati ai poveri che potevano utilizzarli presso “esercizi convenzionati”. I gestori, avvenuta la consumazione, raccoglievano i token e si recavano – entro una certa data, pena la decadenza del valore – alla parrocchia che li aveva emessi, ricevendo il cambio in moneta corrente. Probabilmente le istituzioni impedivano che i token fossero spesi per il vino. La convenzione con i venditori evidentemente conteneva le indicazioni di generi di prima necessità. Probabilmente la moneta di Natale non poteva essere utilizzata l’anno successivo e doveva essere spesa esclusivamente nel periodo natalizio dell’anno in cui era emessa. E ciò per evitare speculazioni. Angus Wainwright, un archeologo del National Trust, ha dichiarato che, sebbene il gettone non sia particolarmente attraente dal punto di vista estetico, possiede una storia affascinante. Il rinvenimento è avvenuto durante un’indagine sul campo di West Park a Oxburgh, nell’ambito del progetto di restauro del parco e della piantumazione di alberi. Ulteriori ricerche nella zona hanno portato alla scoperta di reperti straordinari, tra cui parti di un villaggio medievale con ferri di cavallo, chiodi e strumenti artigianali, nonché vestigia di un vicus, un villaggio romano. Il simbolo del “vescovo ragazzo” probabilmente proviene dall’Abbazia di Bury St Edmunds, una delle più grandi e ricche del paese durante quel periodo. Gli archeologi ritengono che un residente del villaggio di Oxborough abbia compiuto un lungo viaggio fino a Bury St Edmunds, distante circa 43 chilometri, per partecipare alle cerimonie festive nella maestosa chiesa dell’abbazia, dove potrebbe aver ottenuto il gettone. https://stilearte.it/trovata-in-un-campo-una-moneta-di-natale-del-medioevo-veniva-battuta-appositamente-e-data-ai-poveri-in-dicembre-come-funzionava/ Questa notizia non l'avevo mai sentita.... Però l'arco temporale 1470/1560 non è medievale, semmai rinascimentale... soliti errori... pazienza.1 punto
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L'avevo capito! mai svelerei una moneta/quiz! Le tre sorelle dominicane, attiviste del movimento '14 giugno' [nome in codice 'Mariposas' (farfalle)], erano impegnate a contrastare le atrocità del regime di Rafael Trujillo, furono uccise a bastonate il 25 novembre 1960 a causa della loro strenua dissidenza alla dittatura. Nel 1961 Trujillo su assassinato. Il 25 novembre scorso ci fu la 'Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne', questa data fu scelta nel 1999 con una risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite proprio in omaggio alle sorelle Mirabal. Il film del 2001 a loro dedicato tratto dal libro 'In the Time of the Butterflies'.1 punto
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Non ce n'è bisogno 😁 I profili delle sorelle Mirabal Patria, Minerva & Maria Teresa, https://en.numista.com/catalogue/pieces3455.html1 punto
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Credo infine di dover chiedere a me e a tutti voi: "perchè raccogliamo-collezioniamo monete e non solamente le immagini di queste? Non sono forse insiti nella "passione" di ciascuno anche aspetti materiali (di tangibilità), emotivi (di storia e percezione di un passato ancora presente), di orgoglio (per quanto raccolto), di apprezzamento estetico (una forma d'arte), ecc. ecc. che sicuramente riguardano i sentimenti di ciascuno e non solo la razionalità (studio, che è da quel sentire poi direzionato)?1 punto
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E ci siamo liberati di Capitan Harlock! Prima però vai a risolvere il quiz!1 punto
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Buono per un sacco vuoto del C.A.M. (Consorzio agrario milanese) (giancarlone). Uno prendeva a nolo un sacco per riporvi la merce pagandolo L. 5. Quando riportava il sacco in buono stato e lo consegnava con il gettone, riceveva 4,80 lire invece delle 5 versate lasciando 20 centesimi come pagamento del noleggio. apollonia1 punto
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Ciao a tutti, Riprendo e modifico opportunamente questo post aperto inizialmente in piazzetta, perchè grazie a @legionario ed @Elleffe sono riuscito a trovare tantissime informazioni che ora vorrei ordinare. Gli esemplari della rarissima Rupia del '21, che nel corso degli anni si sono alternati sul mercato tra listini ed aste pubbliche sono tre. Sapevo di due esemplari al museo della zecca, ma @Elleffe (decisamente molto più preparato di me in materia) mi corregge con quattro pezzi. Mettendo quindi insieme tutti i dati che sono riuscito a reperire, inserisco qui di seguito foto e passaggi dei suddetti tre esemplari. Le foto appartengono alla casa d’asta evidenziata in grassetto - Collezione Nazzarri, Asta Santamaria (8-10 ottobre 1959), lotto 809 (BB/SPL); Base: 90.000£ Realizzo: 170.000£ - Collezione Curatolo, Asta Ratto 1971, lotto 769 (qSPL); Base: 1.800.000£ Realizzo: 2.100.000£ - Asta Nomisma 29, lotto 1912 (qFDC/FDC); Base: 80.000€ Realizzo: 92.000€ - Collezione Zante, Bollafi 334a (Maggio 2019), lotto 241 (MS63); Base: 20.000€ Realizzo: 85.000€ - Da Assab all'AFIS, Nomisma Aste Verona 4 (Novembre 2023), lotto 101 (MS63); Base: 80.000€ Realizzo: 91.000€ - Collezione ANPB, ex collezione ing. Gavazzi, NAC 129, lotto 381 (qFDC); Stima: 60.000€ realizzo: 48.000€. Successivamente slabbato MS65 NGC Ci sono altri due passaggi temporalmente precedenti a questi sopra citati, ma servirebbero le foto per capire a quale dei tre esemplari si riferiscono (probabilmente il primo si potrebbe escludere, essendo stato graduato originariamente in media conservazione): - Listino Spaziani Testa n. 3 (1933) lotto 610 (FDC); 300£ - Listino Rinaldi 1949 (collezione Govoni) lotto 579 (FDC); 25.000£ Pur non seguendo questo filone, devo ammettere che mi interessava riscostruire i passaggi sul mercato di questa rarissima moneta. Lascio aperto l'invito a chiunque possieda eventuali fotografie dei suddetti ultimi due listini, così da completare per bene l'attribuzione di tutti i passaggi d'asta delle tre monete. Spero di aver fatto cosa gradita a tutti gli appassionati "Somali" del Regno dItalia Un saluto, Fabrizio1 punto
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Il primo di tre video curati da Andrea Cavicchi che ripercorrono una figura chiave nel passaggio di Roma dalla Repubblica all’Impero: Augusto narrato dalle sue coniazioni, autentici capolavori d’arte, comunicazione e propaganda Diamo a Cesare quel che è di Cesare: PRODUZIONE A CURA DI EUGUBIUM studio numismatico in esclusiva per Cronaca Numismatica https://www.cronacanumismatica.com/la-vita-e-la-figura-di-augusto-attraverso-le-monete-1a-parte/1 punto
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Ciao @Scudo1901, ecco il mio 5 franchi 1812 Torino di recente acquisizione.1 punto
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Buona sera a tutti. La moneta di cui di seguito posto la foto, e per la quale chiedo pareri sulla conservazione, è un mezzo tallero abbastanza raro, da me acquistato tempo fa, e con una storia ed una iconografia interessante (almeno per me). La moneta, infatti, celebra sia il 50° compleanno di Klemens August von Bayern (arcivescovo di Colonia e principe elettore di Sassonia ) sia la carestia di Franconia ; sul rovescio infatti è rappresentata Santa Caterina che dona del pane agli affamati per la suddetta carestia; monogramma sul dritto. Questo esemplare, in argento, misura 33 cm di diametro per un peso di gr. 14,46. E' catalogato dal Krause Km# 138 e Prokisch 235. Ringrazio anticipatamente per ogni parere. Renzo1 punto
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Clemente X (1670-1676), PIASTRA (Munt 20): al R/ il porto di Civitavecchia con l'arsenale in fondo a sinistra e la fortezza a destra; nel bacino un veliero e barchette. Il porto di Civitavecchia fu costruito per volere dell'imperatore Traiano intorno al 106 d.C.. Dopo la caduta dell'impero romano il porto di Civitavecchia assistette ad un susseguirsi di dominazioni e passaggi di mano, contesi tra il papato, varie potenze comunali e frequenti incursioni saracene. Nel XV secolo, dopo che la città fu rientrata definitivamente sotto il controllo papale, il porto di Civitavecchia riprese vigore e importanza. Fu dapprima costruita la Rocca, una fortificazione quadrangolare; poi nel 1508 Giulio II affidò al Bramante i lavori di costruzione del Forte Michelangelo, che sarebbe sorto su antiche rovine romane. Il forte venne completato nel 1537 grazie forse al contributo di Michelangelo. Nel 1608, sotto il papato di Paolo V, fu eretto un fanale (il Faro), sulla estremità meridionale dell'isola frangiflutti, alto ben 31 metri. Il 26 novembre del 1659 venne posta la prima pietra dell'arsenale disegnato dal Bernini, che per lungo tempo avrebbe coagulato buona parte dell'economia cittadina. Fu poi edificata la cinta muraria merlata opera di Pier Paolo Florian voluta da papa Urbano VIII nel 1630. Alcune di queste strutture sono andate distrutte a causa dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. In particolare nel 1943 furono distrutti il Faro, l'Arsenale, il Forte del Bramante e la Rocca vecchia. La legenda VT ABVNDETIS MAGIS (Perchè abbiate più abbondanza), si riferisce all'arrivo a Civitavecchia a forti quantità di grano. Ecco la piastra e a confronto nell'ordine un dipinto del XVIII secolo, una xilografia del 1860 e una del 1891.1 punto
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cominciamo così... DOC 1966 ercolani cocchi 1978 Hahn Metlich 2013 CALLEGHER 20131 punto
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