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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/17/23 in tutte le aree

  1. Non so con precisione da quando, ma l'archivio di Sixbid è diventato a pagamento, così come altri in passato https://portal.sixbid.com/it/upgrade Con l'account free (BLUE) si possono consultare "gratis" i risultati degli ultimi 12 mesi con SILVER (66€ / anno) le aste dal 2000 con GOLD (666€ / anno) tutte le aste con GOLD+ (1111€ / anno) capisco che si può chiedere la scansione di cataloghi molto vecchi Il servizio è indubbiamente utile, chissà però se le case d'asta che forniscono le foto e i risultati a Sixbid ricevono una %
    3 punti
  2. L'ennesima sconfitta per il collezionista e soprattutto lo studioso di numismatica. Fabio
    3 punti
  3. Le due tavole-diploma del soldato pretoriano romano trovate in un campo. Mostra a Grosseto. Pensione, privilegi, moglie e figli Il diploma militare di Valerio Clemente si occupava anche, come avveniva per i militari in fase di congedo della futura vita familiare del soldato, consentendo il matrimonio in regime di monogamia e la cittadinanza ai figli avuti durante il servizio militare. Nell’immagine a destra vediamo un bellissimo medagliane del IV secolo, epoca nella quale visse il pretoriano, che rappresenta una donna e i suoi due figli. Il medaglione fa parte della Croce di desiderio, conservata nel Museo di Santa Giulia a Brescia Il Museo Archeologico e d’Arte della Maremma di Grosseto, in Toscana, aprirà le porte, dal 20 dicembre 2023, a una straordinaria mostra dedicata a un tesoro archeologico unico nel suo genere: un diploma militare romano appartenente a Valerio Clemente, membro della Guardia Pretoriana, risalente al IV secolo. Il diploma militare, inciso nel bronzo perenne, era non solo un attestato di congedo e di buona condotta – con la concessione di privilegi – ma una sorta di “infeudatura” degli ex militari romani, che venivano chiamati, pur in pensione, a tener sotto controllo i luoghi in cui si stabilivano. Il prezioso reperto relativo a Valerio Clemente fu scoperto nel 1958 nei dintorni del comune di Poggio Rotigli, alle porte di Grosseto, durante lavori di aratura. Nonostante l'”incontro” con macchinari pesanti, le due tavolette di bronzo furono recuperate in condizioni eccellenti, con tutti e quattro i lati completamente leggibili. Questo ritrovamento epigrafico è di particolare rilevanza poiché rappresenta l’unica testimonianza nota di un diploma militare romano del IV secolo. In foto: diploma militare di Valerius Clemens, foto di Paolo Nannini (OPAXIR). Il testo inizia così: “Il settimo giorno prima delle Idi di gennaio, durante il sesto consolato degli augusti Costanzo e Massimiano. La nona coorte pretoria degli Augusti e dei Cesari. Valerio Clemente, di nazionalità italica.” Il documento, appartenente a Valerio Clemente, cittadino italiano congedato dalla Nona Coorte Pretoriana il 7 gennaio 306 d.C., è il più recente diploma militare romano conosciuto, datato all’inizio del IV secolo. Al termine dei 25 anni di servizio, tali diplomi attestavano il congedo legale dai ranghi dell’esercito e garantivano una serie di diritti, tra cui la cittadinanza romana, il diritto al matrimonio, la legittimazione dei figli nati prima del matrimonio e la cittadinanza conferita anche a essi. In foto: diploma militare di Valerius Clemens, foto di Paolo Nannini (OPAXIR) Il testo, infatti, dopo le informazioni relative al servizio prosegue dicendo che a Valerio Clemente, dopo la sua militanza nella nona coorte pretoria, è concesso lo ius conubii, cioè il diritto di sposare una ed una sola donna (la prima), e la cittadinanza romana per i propri figli anche se nati da una consorte priva della cittadinanza romana stessa (peregrini iuris). La titolatura imperiale e le altre indicazioni cronologiche riportate consentono di datare il diploma al 7 gennaio 306 d.C.: si tratta, come dicevamo, del documento più recente del suo genere ad oggi conosciuto. Il diploma si compone di due tavolette rettangolari, una più grande e spessa dell’altra, unite da due fori centrali. Originariamente collegate da una corda attraverso i fori, erano sigillate con un materiale di piombo o stagno per garantire la privacy delle iscrizioni interne e prevenire frodi. La lunga iscrizione contiene i nomi e i titoli degli imperatori Flavio Valerio Costanzo (Costantio Cloro) e Galerio Valerio Massimiano (Galerio), insieme ai loro predecessori Diocleziano e Massimiano, nonché ai Cesari Flavio Severo e Massimino Daza. Questa ricca fonte di informazioni offre uno sguardo dettagliato sulla storia dell’epoca. La Guardia Pretoriana, nota anche come cohortes praetoriae, rappresentava un reparto militare dell’Impero romano, incaricato principalmente della sicurezza personale dell’imperatore. A differenza delle più generiche “coorti pretoriane,” che potevano riferirsi a piccole unità di scorta per varie autorità, la Guardia Pretoriana svolgeva un ruolo cruciale nelle vicende imperiali, contribuendo spesso a determinarne le sorti. Operativa sin dai primi anni del principato di Augusto, la Guardia Pretoriana aveva una gamma di responsabilità estremamente ampia. Oltre alla sorveglianza dell’imperatore come guardia del corpo, il suo ruolo si estendeva ai servizi segreti, compiti amministrativi, attività di polizia e persino all’assistenza dei vigiles nella gestione degli incendi. Le coorti dei Pretoriani, numerate da I a IX e composte da 500 soldati ciascuna, erano sottoposte al comando del Prefetto del Pretorio, un membro del ceto equestre noto come Praefectus Praetorio, assistito dal Principe dei Castra, Pinceps Castrorum. Valerio Clemente faceva parte della Nona Coorte. L’imperatore Augusto stabilì una paga fissa per loro di 750 denari all’anno, con un premio di congedo di 5000 denari. È interessante notare che fino al periodo di Domiziano, la paga dei legionari si manteneva a 225 denari annui, un valore aumentato da Giulio Cesare, che aveva raddoppiato la loro retribuzione. Oltre allo stipendio, i Pretoriani ricevevano premi da vari imperatori nel I e nel II secolo, una pratica che si diffuse nel III secolo come forma di assicurazione della loro fedeltà. La carica diventò così, già durante l’età Giulio-Claudia, il culmine della carriera equestre, posta in stretto contatto con l’imperatore. Verso la fine del I secolo, grazie a Claudio e Domiziano, la paga raggiunse i 1000 denari, aumentando ulteriormente nel III secolo sotto Settimio Severo, che la portò a 1500 denari, e sotto Caracalla, che la innalzò a 2500 denari. Questo sviluppo salariale testimonia l’importanza e l’influenza crescenti della Guardia Pretoriana nel corso dei secoli. La mostra, che rimarrà aperta fino al 21 gennaio 2024, offre un’esperienza coinvolgente ai visitatori. Grazie alla tecnica del videomapping, i passaggi significativi del testo saranno proiettati sulle pareti della sala immersiva, accompagnati da un narratore che racconterà la storia e la vita del pretoriano Valerio Clemente. Nella sala multimediale, i visitatori avranno l’opportunità di ascoltare una videointervista con la testimonianza diretta di chi, nel lontano 1958, fece il ritrovamento di questo prezioso documento, rendendo così la mostra non solo un’occasione di studio e ammirazione, ma anche una testimonianza tangibile del connubio tra passato e presente. Alla chiusura dell’esposizione, il diploma entrerà stabilmente nella collezione del Museo Archeologico e d’Arte della Maremma, arricchendo il patrimonio storico-culturale della regione. https://stilearte.it/le-due-tavole-diploma-del-soldato-pretoriano-romano-trovate-in-un-campo-mostra-a-grosseto-gloria-pensione-privilegi-moglie-e-figli/
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  4. E questa può capirla solo chi è un assiduo frequentatore della discussione con le identificazioni!😄
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  5. Ciotola di monete spersa su di un banco pieno di minerali e pietre semipreziose al mercatino di Natale. Anche se non è proprio la mia monetazione, ho dovuto prenderla, adesso che so che la figura a DX non ha fatto gol! Njk
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  6. E' la legge di mercato, Signori! Tanta richiesta, porta a tanta speculazione; per fortuna parliamo di passioni, di beni voluttuari, non necessari alla sopravvivenza. Pensiamo invece allo spuntare come funghi di associazioni "no profit" a favore di cause umanitarie, che per la massima parte nascono con intenti speculativi, abusando della sensibilità altrui......... Almeno in campo numismatico vivono nella piena legalità, e non offendono nessuno.
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  7. Pietro Loredan (1567-1570) Ducato d'argento da 124 soldi D/ PETR LAVREDAN DVX S M VENETVS S. Marco nimbato, seduto in trono a s., porge il vessillo al doge genuflesso. R/ DVCATVS VENETVS Leone alato e nimbato gradiente, con la zampa anteriore d. appoggiata su libro aperto; all'esergo, 124. 27,05 gr. Tosato (ritariffato al peso del ducato con S. Giustina da 124 soldi).
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  8. Ciao, la rappresentazione del pavone mi sembra in linea con tanti altri esemplari della stessa tipologia 🙂 ANTONIO
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  9. Conservarle al contrario a mio avviso è un modo di coltivare la passione e ricordare chi ci ha preceduti. Io sono fiero dei miei nonni e dei miei genitori, e nel loro solco continuo la tradizione di famiglia, a mio modo, a mio gusto e mia passione. Poi non dimentico che per 20 anni è stata da me custodita senza coltivare minimamente nulla. Ho ripreso dopo con gli anni. Altri in famiglia hanno venduto quanto di duraturo han ricevuto per comprare tv, videocamere e impianti stereo.. per me un’aberrazione, ma rispetto anche loro..
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  10. Ciao ragazzacci 😁 da anni cercavo di sostituire la coppiola dei 5 lire di Umberto nelle due date di emissione, che erano in collezione in modesta conservazione, soprattutto il ‘78. E adesso in meno di 15 giorni per una concatenazione di eventi le ho beccate tutte e due. 😂. Quella che vi presento stasera è il millesimo comune, in una qualità che presenta rilievi intonsi e una ottima lucentezza di conio, priva però di particolare patinatura. La sorella più grande di un anno invece, quella veramente in FDC, quella rara, presenta una straordinaria, incredibile colorazione tenue con riflessi rosso azzurri. Ma questa ve la faccio vedere dopo Il ponte dell’Immacolata che per noi milanesi inizia giovedì con Sant’Ambrogio. Esistono obiettivamente esemplari migliori di questo ‘79, ma se vi dico a quanto sono riuscito a prenderla non ci credete 😳😉 Buona serata a tutti
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  11. Ciao a tutti, cosa ne pensate di questa moneta? Soggetto non molto comune. 14.3 gr.
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  12. La prossima volta spero di rinascere sceicco Una tessera erotica in asta Lucernae DECIMOSEPTIMA XVII lot 868 base d'asta 2000 euro The Roman Empire - Erotic spintriae and tesserae, time of Tiberius. Spintria early first century BC, Æ (4.21 g, 21 mm). Erotic scene. III within barely visible wreath. Buttrey, NC 1973, scene 1/III. Simonetta-Riva scene 9A. Bateson H20. Good very fine condition. Original brown-red patina. Una bellissima tessera non erotica in asta Lucernae DECIMOSEPTIMA XVII lot 869 base d'asta 1200 euro Romen Empire - Posthumous Augustus Æ Tessera. Minted under Tiberius circa AD 22-37. Bare head of Tiberius (?) l., within wreath X within wreath. Buttrey, NC 1973, B7/X 4.29 g, 21 mm Good very fine condition. Original brown-red patina. https://www.biddr.com/auctions/lucernae/browse?a=4180&l=4940539
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  13. Buonasera...condivido questa interessante medaglia, la comprai per lo stile rozzo e perché attirato dall'iconografia dell'aquila/fenice che spicca il volo. Nel cartellino poche informazioni e la dicitura, "mancante in tutte le raccolte note" e anche questo mi incuriosì. Facendo un pò di ricerche qualche informazione in più l'ho scovata. In entrambi i lati della medaglia, rispettivamente sotto l'appicagnolo e sotto l'aquila/fenice c'è la scritta ISIA. Isia in latino, in francese Èze, una località di mare nella costa azzurra, un comune di tremila anime, citta antica così descritta: Èze (Eza, in italiano: Esa, in occitano) è una città del dipartimento delle Alpi-Marittime (Alpes-Maritimes) della regione Provence-Alpes-Côte d’Azur. Attualmente si compone della città storica, sulla cima della collina, conosciuta come Èze-Village e la parte più moderna sorta nel novecento sulla costa, chiamata Èze-Bord-de-Mer. Secondo la tradizione sarebbe una fondazione fenicia, le sue origine sono comunque antiche, dato che le tracce di un insediamento risalgono al I secolo a.C., i romani la denominarono Avizio. Nel 1328 fu co-signoria del cavaliere nizzardo Bruno Richerii (Bruno Riquier), vicario di Hyères, e di altri, compresi alcuni membri della sua stessa famiglia. La signoria su Èze fu confermata da Roberto d’Angiò, re di Napoli e conte di Provenza, nel 1316 ma sempre condivisa con altri. Nel 1388 passa, con il territorio di Nizza a oriente del Var, sotto il dominio del conte di Savoia. Nel 1534 subisce l’attacco delle armate del sultano Solimano il Magnifico, alleato di Francesco I di Francia e durante i secoli XVII e SXVIII,fu occupato e devastato più volte dall’esercito francese in guerra coi Savoia. Fino al 1818 il territorio del comune di Eza comprendeva anche quello di Trinità (poi denominata Trinità-Vittorio e quindi La-Trinité). Nel 1861 la contea di Nizza venne ceduta alla Francia di Napoleone III. Lo stemma civico si blasona: « D’azur à l’os de jambe en pal sommé d’un phénix essorant et accosté de deux pampres fruités, chacun de deux pièces le tout d’argent ». (D’azzurro all’osso della gamba in palo, cimato da una fenice2 sorante e accostato da due pampini di vite fruttati, ciascuno di due pezzi, il tutto d’argento). Allo stemma è associato il motto latino ISIA MORIENDO RENASCOR (“[io] Esa, morendo rinasco”). Le armi erano, originariamente, quelle della famiglia Fighiera; Joseph de Fighiera fu notaio d’Èze nel XVII secolo. Allorché si trattò di scegliere le armi civiche per la città, Charles Alexandre Fighiera, conservatore del Musée Masséna di Nizza, propose di riprendere quelle del suo antenato. Infatti i pampini, in origine, erano due rami di fico, un riferimento alla leggenda secondo la quale i Mori tolsero l’assedio ad Èze perché bersagliati incessantemente dagli assediati che, in mancanza di meglio lanciarono loro anche i fichi e i datteri delle loro riserve, a dimostrazione del fatto che avrebbero potuto resistere ancora a lungo, contrariamente agli assedianti esausti. (1): questa la denominazione ufficiale, ma la segnaletica (e la denominazione della locale stazione ferroviaria SNCF) indica: Èze-sur-Mer. (2): è aperto il dibattito se la fenice debba essere rappresentata o meno con la sua immortalità (fiamme dalle quali rinasce), senza le quali potrebbe facilmente essere scambiata con un aquila o altro rapace. Sull’esemplare in uso da parte del Comune esse non sono presenti: noi ci siamo rifatti a quello. Leggendo è più chiaro ciò che troviamo rappresentato...un aquila/fenice ad ali spiegate che usa come trespolo un osso, credo un femore, affiancato da tralci di vite. Sull'altro lato i tre gigli usati spesso come simbolo del Legittimismo...infatti l'unica altra informazione da cartellino è che la medaglia risale al periodo della restaurazione borbonica 1814. Sempre se è corretta la datazione. Ancora...sempre online ho trovato questo riferito alla medesima medaglia: Méreau della città di Èze. nd A/ ISIA/ MORIENDO. RENASCOR. Stemmi reali posizionati uno e due. R/ IS – IA. Armi della città di Èze. Stagno. 18,29 g. 33,0 mm. 12:00 RRR. VF. Per la città di Èze (3.095 abitanti) il cui stemma porta l'azzurro con una gamba d'argento, in pallido, sorregge una fenice nascente, e accostato da due tralci di vite, tutti uguali. Le viti rappresentate erano originariamente rami di fico d'india che si riferivano alla leggenda secondo la quale Èze fu liberata dai Mori da assalitori muniti di rami di fico. Il motto della città è Moriendo renascor ovvero Morendo rinasco. Senza dubbio un martello del periodo reale, realizzato con angoli incisi localmente. Online si trovano molte riproduzioni di questa medaglia e anche questo mi fa intuire che è un oggetto interessante. Ponderali: 33 mm per 20 grammi circa, materiale stagno. Sarebbe bello datarla più puntualmente e capire con più precisione il perché sia stata creata. Ecco le foto. Graditi i commenti. Cristiano.
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  14. Ciao a tutti, Riprendo e modifico opportunamente questo post aperto inizialmente in piazzetta, perchè grazie a @legionario ed @Elleffe sono riuscito a trovare tantissime informazioni che ora vorrei ordinare. Gli esemplari della rarissima Rupia del '21, che nel corso degli anni si sono alternati sul mercato tra listini ed aste pubbliche sono tre. Sapevo di due esemplari al museo della zecca, ma @Elleffe (decisamente molto più preparato di me in materia) mi corregge con quattro pezzi. Mettendo quindi insieme tutti i dati che sono riuscito a reperire, inserisco qui di seguito foto e passaggi dei suddetti tre esemplari. Le foto appartengono alla casa d’asta evidenziata in grassetto - Collezione Nazzarri, Asta Santamaria (8-10 ottobre 1959), lotto 809 (BB/SPL); Base: 90.000£ Realizzo: 170.000£ - Collezione Curatolo, Asta Ratto 1971, lotto 769 (qSPL); Base: 1.800.000£ Realizzo: 2.100.000£ - Asta Nomisma 29, lotto 1912 (qFDC/FDC); Base: 80.000€ Realizzo: 92.000€ - Collezione Zante, Bollafi 334a (Maggio 2019), lotto 241 (MS63); Base: 20.000€ Realizzo: 85.000€ - Da Assab all'AFIS, Nomisma Aste Verona 4 (Novembre 2023), lotto 101 (MS63); Base: 80.000€ Realizzo: 91.000€ - Collezione ANPB, ex collezione ing. Gavazzi, NAC 129, lotto 381 (qFDC); Stima: 60.000€ realizzo: 48.000€. Successivamente slabbato MS65 NGC Ci sono altri due passaggi temporalmente precedenti a questi sopra citati, ma servirebbero le foto per capire a quale dei tre esemplari si riferiscono (probabilmente il primo si potrebbe escludere, essendo stato graduato originariamente in media conservazione): - Listino Spaziani Testa n. 3 (1933) lotto 610 (FDC); 300£ - Listino Rinaldi 1949 (collezione Govoni) lotto 579 (FDC); 25.000£ Pur non seguendo questo filone, devo ammettere che mi interessava riscostruire i passaggi sul mercato di questa rarissima moneta. Lascio aperto l'invito a chiunque possieda eventuali fotografie dei suddetti ultimi due listini, così da completare per bene l'attribuzione di tutti i passaggi d'asta delle tre monete. Spero di aver fatto cosa gradita a tutti gli appassionati "Somali" del Regno dItalia Un saluto, Fabrizio
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  15. Dovrebbe trattarsi di un AE3 della tipologia GLORIA ROMANORVM: Type 42 (tesorillo.com) Di più non riesco a distinguere. Ciao. Stilicho
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  16. direi che non è una dracma ma un bronzo di Arpi in Puglia come si evince dalla scritta APΠA in esergo. III sec. A. C. Manca il peso della tua moneta che dovrebbe essere circa 7,8-8,10 gr. Non si vede il fulmine dietro la nuca di Zeus sul diritto. BMC 5 | SNG.Cop.605 | SNG.ANS.639 | SNG.München 436 | SNG.Paris 1228 S Non sono un gran conoscitore di questa monetazione, giusto un'infarinatura scolastica, ma lo stile del diritto non mi piace molto e non mi convince il bordo. Ma potrebbe essere solo l'impressione dalla foto.
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  17. Direi che si tratta della metà di un bolognino romano ( del XIV sec. battuto probabilmente sotto Gregorio XI o Martino V . - Ciao Borgho
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  18. Ingegneria antica: scoperta la più importante via romana in Scozia A 2.000 anni dall'occupazione romana gli archeologi hanno scoperto una meraviglia dell'ingegneria antica: una via romana che attraversa la Scozia. Il Vallo di Adriano in Scozia: una testimonianza dell'abilità ingegneristica dell'Impero romano. Andrea Ors / Shutterstock Nel I secolo d.C., gli eserciti guidati dal generale romano Giulio Agricola penetravano in Caledonia annettendo all'Impero di Roma parte dell'attuale Scozia, all'epoca abitata dalle bellicose tribù dei Pitti. A duemila anni da quegli eventi, gli archeologi hanno riportato alla luce la strada costruita dai legionari, una via romana, considerata una delle più importanti vie di comunicazione della storia scozzese. Via strategica. Il ritrovamento è avvenuto nel corso di alcuni scavi nel giardino dell'Old Cottage Inn, un'abitazione di campagna del XVII secolo situata pochi km a ovest rispetto al centro dalla cittadina di Stirling, antica capitale della Scozia. Collocata in una zona di grande importanza strategica, in origine l'arteria si sarebbe dovuta collegare a un guado che attraversava il fiume Forth, agevolando così la marcia delle legioni in Caledonia. arteria scozzese. Proprio per la sua posizione, anche nei secoli successivi alle conquiste di Agricola questa via venne sfruttata nuovamente dagli imperatori Antonino Pio e Settimio Severo (II-III secolo d.C.) durante le loro campagne militari in terra scozzese. Nel commentare la scoperta, gli studiosi che hanno condotto i lavori per conto del distretto di Stirling sostengono che il ritrovamento ha una grande rilevanza nella comprensione dell'occupazione romana in Scozia. Fino a oggi, infatti, il percorso della strada non era confermato da evidenze archeologiche. Scoperta straordinaria. Stando ai ricercatori, il ruolo del crocevia in questione fu di fondamentale importanza nella storia scozzese. A sud, la strada si dirigeva verso la cittadina di Falkirk, situata a metà tra Edimburgo e Glasgow, per poi giungere in Inghilterra, mentre a nord si snodava attraverso l'impervio territorio montuoso delle Highlands arrivando a un guado sul fiume Tay, in quella che un tempo era la frontiera settentrionale dell'Impero di Roma. Gli scavi dell'antica della più strada romana scoperta in Scozia (I secolo). © Stirling Council Usata per secoli. Finita l'occupazione dell'Urbe, tra il II e il III secolo, la via di comunicazione ideata dai Romani non smise di essere utilizzata. Anzi, nel corso del Medioevo e del Rinascimento venne solcata da figure chiave della storia britannica: da Guglielmo il Conquistatore e MacBeth di Scozia (XI secolo) a Oliver Cromwell (XVII secolo) ed Enrico VIII (XVI secolo), passando per eroi come William Wallace e Robert The Bruce (XIII-XIV secolo), fu un percorso (quasi) obbligato per tutti i generali e sovrani che decisero di entrare nelle Highlands. All'avanguardia. La via costruita da Agricola nell'estremo nord dei domini imperiali era solo una delle innumerevoli strade create da Roma nell'antichità. L'impianto viario dell'Urbe era infatti simile a un fitto reticolo che percorreva i tre continenti in cui si estendeva la sua influenza politica e militare (Europa, Asia e Africa). Grandi opere. La progettazione di queste meraviglie dell'ingegneria antica era assegnata a specialisti che per delimitarle tracciavano due solchi ai lati, limando perfettamente il terreno e ponendovi poi diversi strati di materiali come argilla, sassi, calce, pietrisco e malta, ricoperti infine da lastroni di pietra levigati. I percorsi delle viae comprendevano ponti, gallerie, marciapiedi, canali di scolo e pietre miliari per determinare le distanze rispetto al punto di partenza e di arrivo. Il tutto, costruito con una perizia tale da farle resistere per molti secoli anche dopo la caduta dell'Impero.
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  19. Mi unisco agli abbracci che qui sono stati già espressi. Il modo secondo me migliore di ricordare i nostri numi tutelari è quello di continuare a leggerli, quello di continuare a parlarne.
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  20. La mia è BB, al tempo la presi da Rollero e non ho mai aperto la bustina rivettata, sperando un giorno di migliorarla. Ma finora è stata impresa vana. Assente nella coll. Vitalini (dove la collezione delle decimali era pressoché completa, con esemplari veramente quasi unici), mentre quello nella De Micheli BB+ (che ha chiuso a 1250 + diritti) Anche il 1825 Genova SPL o superiore non ricordo di averlo mai visto
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  21. @Oppiano buongiorno! Esemplare interessante per la tosatura ad hoc, la tematica delle monete del XVI e XVII secolo ri-tariffate mi sta molto a cuore. Personalmente guarderei oltre all'area veneziana, per cercare di capire dove si volesse arrivare. O meglio, in che nominale si volesse tentare la conversione I grandi moduli argentei "di base" non erano poi così tanti... Buona ricerca! Antonio Rimoldi
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  22. Infatti @Vel Saties , di questo piccolo esemplare avevo notato la buona descrizione dell' elmo ma anche della corazza con spallacci, entrambe cornice ad un viso ben caratterizzato . Una buona giornata
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  23. Segno che vi è interesse per il settore, forse più dal punto di vista “commerciale”. Conseguenze inevitabili, direi! Magari il Forum potrebbe sottoscrivere l’abbonamento annuale e il costo suddividerlo tra coloro che volessero partecipare.
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  24. Bravo Fabio_bo Direi che è proprio questa: il rovescio è molto simile alla terza, la n. 1c, quindi non c'è bisogno che io posta altro a riguardo. Piuttosto vorrei aggiungere che in rete purtroppo , a creare ancora più confusione, si è aggregato a qualche casa d'aste che non controlla i conferimenti delle celtiche uno o più siti che espongono esemplari di dracme padane autentiche insieme a riproduzioni moderne. C'è un certo "archeologia Gallia cisalpina" che secondo me farebbe meglio a prestare attenzione a quello che posta, o almeno per stare sul sicuro a consultare il bollettino delle riproduzioni, che anche se necessita di un aggiornamento potrebbe comunque aiutare a scongiurare molti errori.
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  25. Dimmi quante ne vuoi che ti faccio un buon prezzo!!!😁 Tutte quelle registrabili (vergini?) che ho trovato hanno le viti, sono degli anni '80-'90 (quella in basso a DX dei Cure è mia), quelle invece preregistrate sembrano non averle, qui sotto anche in un'immagine dalla rete: Saranno pressofuse per ottimizzare i costi? Non mi sembra sia una coincidenza, anche da un ristretto numero di campioni. =========================== Poi spiegami perchè io la domenica mattina vado a cercare vecchie "cassette nei cassetti" e mi metto a catalogare le viti!
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  26. Esergo da foto non decifrabile , a me sembra di leggere una TA (Britannicus ?) unica certezza per tentare di classificarlo e' la testa di Adriano laureata anziche' nuda e la posizione del cavallo rispetto ai soldati , ben poco purtroppo . Comunque serie di emissioni degli eserciti provinciali , molto rara , va benissimo averne anche con conservazione bassa .
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  27. Bella anche se non in eccelse condizioni! Una moneta della Diva Mariniana che non si vede spesso. Tondello che non ha permesso la coniazione dell'intera legenda. Bello il pavone al R) Peso nella media
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  28. Bonjour Alain. Essendo un sesterzio il metallo è oricalco. In esergo: "SYRIACVS / S C" la parola "EXERCITVS" è in legenda da ore 9 a ore 12 ca. Intravedo una VS RIC III 1961-62
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  29. Ciao Genny, Questa vecchia discussione molto didattica (almeno per me) ha acceso la mia ricerca. Un saluto a tutti. Raffaele.
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  30. Intensa vena lirica d'E.Montale buona domenica
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  31. Hai tutte le mie felicitazioni!
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  32. Lo stupore degli archeologi: dal fiume Tigri emerge una città misteriosa, risale a molti millenni fa Si pensa che l’antica città, caratterizzata da grandi edifici, potrebbe essere Zakhiku, importante centro dell'Impero dei Mittani. Molte le tavolette scritte che potrebbero fornire importanti informazioni su quell’impero poco conosciuto Antica città emerge dal fiume Tigri (Foto: Università di Tubinga) Lo stupore degli archeologi: dal fiume Tigri emerge una città misteriosa, è antica di molti millenni Le ricerche archeologiche regalano sempre nuove sorprese. A volte gli importanti ritrovamenti sono il coronamento di studi accurati e ricerche sul campo. Altre volte ci si mette di mezzo il caso. Com'è accaduto per la città antica di almeno 3.400 anni emersa qualche tempo fa dal fiume Tigri a causa di un forte periodo di siccità nella regione del Kurdistan, in Iraq. Essendosi notevolmente ridotto il livello dell’acqua nel bacino della diga di Mosul, le rovine sono ritornate al cospetto della luce del sole. Così archeologi provenienti dalla Germania si sono uniti a quelli del Kurdistan ed il team ha potuto constatare che si trattava probabilmente di un insediamento urbano risalente all’epoca dei Mittani. Si pensa che l’antica città, caratterizzata da palazzi e altri grandi edifici, potrebbe essere Zakhiku, importante centro dell'Impero di quel popolo, risalente a un periodo tra il 1550 e il 1350 aC circa. Emersi man mano che l'acqua scendeva Gli studiosi hanno confermato che i resti sono riemersi man mano che il livello dell’acqua diminuiva, lasciando ammirare un gran numero di resti di edifici e reperti. Sono state trovate, in particolare, anche 200 tavolette di argilla con scritte cuneiformi che sono ancora in fase di traduzione. Gli archeologi hanno dovuto fare in fretta i loro interventi perché non era possibile comprendere quando l’acqua del bacino sarebbe tornata a salire coprendo nuovamente tutto. E' stata quindi una lotta contro il tempo. Reperti ed enormi costruzioni Comunque i ricercatori sono riusciti a stilare la mappa della città. Nello specifico, oltre a un palazzo già censito nel 2018, è stata registrata una fortezza gigantesca con mura e torri, un enorme edificio-magazzino e un intero complesso industriale. Antica città emerge dal fiume Tigri (Foto: Università di Tubinga) Gli importanti reperti Tra i reperti recuperati, singolare interesse rivestono cinque vasi in ceramica che custodivano nella loro pancia oltre 200 tavolette con scritte in cuneiforme. Sembra risalgano al periodo assiro e alcune sono ancora nei contenitori di argilla. Con buona probabilità si tratta di lettere. Gli studiosi si augurano che contengano importanti informazioni sulla fine della città dei mitanni e sull’inizio della dominazione assira sulla regione. Il materiale è considerato veramente prezioso dal punto di vista storico. Anche perché non è facile trovarne in quello stato di conservazione dopo secoli passati in condizioni tanto particolari. Bisogna dire che "È quasi un miracolo che le tavolette cuneiformi fatte di argilla cruda siano sopravvissute così tanti decenni sott'acqua", ha dichiarato il dottor Peter Pfälzner dell'Università di Tubinga. Sono state scoperte anche delle pitture murali in vivaci tonalità come il rosso e il blu. Una scoperta importante La scoperta della città è considerata particolarmente importante perché l’impero dei mittani è tra quelli meno studiati del Vicino Oriente antico, tanto che non se ne conosce ancora nemmeno la capitale. Le informazioni ricavabili dalla città emersa dal Tigri potrebbero dunque fornire informazioni inedite veramente preziose. https://cultura.tiscali.it/news/articoli/citta-antica-tigri-citta-misteriosa/
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  33. La più difficile da trovare è senza dubbio 1 euro 2021 tiratura pari a 982.500 pezzi, le altre con un po di pazienza si trovano. Per mettere assieme le quattro monete da 1 euro con tiratura inferiore a un milione di pezzi 2018 - 2019 - 2020 - 2021 ho impiegato 6 anni, la pazienza ha vinto, paradossalmente continua a mancarmi il 50 Cent. 2017 che ha una tiratura di 2.976.000 pezzi.
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  34. #3 talmente immotivato. Il motivo è molto semplice; 50 anni fa il valore di una raccolta di monete era dato essenzialmente dalle rarità che conteneva, e quindi si poteva essere rigorosi nella conservazione, senza penalizzarla troppo. Oggi se possiedi monete che non sono almeno MS63, hai difficoltà a commercializzarle, o comunque vai incontro a paradossali penalità (almeno sulle monete moderne e contemporanee). E' una questione di moda, che prima o poi verrà superata.
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  35. Il Salotto del GAAm - "Non solo Celti. Gli antichi popoli dell’Italia settentrionale"
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  36. https://karlgoetz.com/ImageDetail.aspx?idImage=93 https://karlgoetz.com/ImageDetail.aspx?idImage=98&search=true
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  37. https://artsandculture.google.com/asset/the-baralong-incident-karl-goetz/hgG3AAHtGb50aA On August 19, 1915, the German submarine U-27 was in the process of capturing the Britishsteamer Nicosian when HMS Baralong, a Royal Navy Q-ship (a heavily armed decoy merchant ship) came upon the scene disguised as a neutral American freighter and, with the advantage of surprise, fired upon and sank the submarine. Twelve crew members survived, but were ordered shot by Baralong’s captain, Lt. Godfrey Herbert. Once news of the incident broke, the Germans demanded that Herbert and his crew be tried for murder. Hand holding a knife, sleeve displaying the British Union Jack; to left and right: 19. AUG 1915; laurel branch; around: BARALONG/ MOERDER (“Baralong murder”) Dettagli Titolo: The Baralong Incident Obverse Creatore: Karl Goetz Data di creazione: 1915 Sede: Munich, German Empire Dimensioni reali: 58 mm
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  38. Anche per me è un falso d'epoca in piombo-stagno: secondo il catalogo "I falsi d'epoca nella monetazione sabauda" di Biagio Ingrao (Ed. Associazione culturale Italia Numismatica - Nummus et Historia XIX, settembre 2010), però, il peso dovrebbe essere calante come si può vedere qui sotto:
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  39. L'ho scannerizzato in pdf CN 211 ottobre 2008 p. 28.pdf
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  40. A mio parere, sembra essere un falso d'epoca, visto il colore , i dettagli approssimativi della biga e delle lettere della leggenda.
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  41. Questa é del Catenacci, con lo "scalino" Quindi penso che nel fare i coni delle monete era "abituato" a fare sempre lo stesso disegno. Questa invece è chiaramente un altra mano.
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  42. Si, direi moneta di Graziano a nome di Valentiniano II tipo REPARATIO REIPVB (reparatio rei publicae), seconda officina zecca di Arelate Dritto: D N VALENTINIANVS IVN P F AVG: Busto di Valentiniano II, diademato di perle, drappeggiato e corazzato, a destra Rovescio: REPARATIO-REIPVB: Imperatore, testa a sinistra, in piedi di fronte, con la mano destra alzata una donna turrita inginocchiata e con in mano la Vittoria su un globo RIC IX Arelate 20C sottotipo 3 Penso non possa valere più di 10 euro: un esemplare della prima officina in condizioni migliori in asta Roma Numismatics Ltd > E-Sale 114 Auction date: 23 November 2023 Lot number: 1418 Ex Roma Numismatics Ltd., E-Sale 100, 28 July 2022, lot 1496; Purchased from Fritz Rudolf Künker GmbH & Co. KG, September 2009 veniva stimato 50 sterline.
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  43. Se per manuale intendi non un catalogo/repertorio ma uno studio che approfondisca storia, produzione e funzione della moneta nel periodo medievale e rinascimentale, allora lo studio migliore nel merito è: Lucia Travaini / Moneta e storia nell'Italia medievale Molto piacevoli per le splendide illustrazioni e per i testi che approfondiscono in particolare iconografia e stili artistici delle monete di quel periodo sono: Silvana Balbi de Caro / Monete e popoli in Italia nell'età di mezzo Silvana Balbi de Caro / Principi e monete nell'Italia moderna Utili possono essere anche: Aldo Cairola / Le antiche zecche d'Italia Aldo Cairola / Le monete del rinascimento Aldo Cairola / Le zecche degli stati italiani
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  44. No, Cesare ha ricordato il socio fondatore della Numismatica Picena e eccezionale numismatico Vittorio Kuckiewicz, venuto a mancare 10 giorni fa. Arka Diligite iustitiam
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  45. Condoglianze per il signor Crapanzano, metteva la passione prima degli affari e del marketing. Da esempio per tutta la numismatica. Un modo di fare numismatica oggi sempre più raro e lontano. Metteva passione in quello che faceva e lo trasmetteva agli altri. Ciao Guido! Grazie di tutto!
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  46. Prima pescata domenicale da ciotola , 10 centesimi di napoleone del 1808 e 1/2 franco svizzero d'argento 1920 . Totale 2€
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  47. Com'è stato ripetuto più e più volte (ma forse è meglio chiarirlo nuovamente), la chiusura di una discussione è di competenza del @CdC e rappresenta un'extrema ratio nel caso in cui, ad esempio, la discussione degeneri nei toni oppure ci siano violazioni del regolamento del forum. In questo caso, invece, si tratta di una normalissima discussione in cui l'argomento si è esaurito spontaneamente ma ciò non significa che si debba provvedere alla chiusura. Anche perché, se applicassimo lo stesso principio a tutte le discussioni presenti sul forum, non so quante ne rimarrebbero aperte...
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  48. Gli stessi documenti necessari per qualsiasi altro acquisto di monete rientranti nelle tutele statali, in quanto per le monete classiche non c’è un limite minimo di valore oltre il quale o sotto il quale la documentazione cambia. Vanno comprati solo se accompagnati da relativa fattura di vendita riportante i numeri di registrazione sui registri ex PS , se da commerciante , oppure , se da privato, da cessione di vendita riportante gli estremi identificativi degli attori e la autodichiarazione di lecito possesso da parte del cedente. Ad oggi null’altro , legalmente, è dovuto. Quanto al rivenderli all’estero, non dipende dal documento di acquisto ma solo dal giudizio del SUE , che, ad oggi, è imprevedibile come il futuro.
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