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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/09/23 in tutte le aree

  1. Buonasera a tutti, desidero condividere con voi questo mio sesterzio di Faustina II con al rovescio la Laetitia. Rispetto al RIC 1654, al rovescio la Laetitia risulta girata in direzione contraria, ovvero verso destra e non verso sinistra. Pur essendo la moneta in condizioni certamente non perfette e spatinata, si tratta di una variante piuttosto rara, non catalogata né nel RIC né nella collezione del British Museum. Inserisco l'immagine scattata dal venditore che rende abbastanza bene l'aspetto reale di questo sesterzio.
    6 punti
  2. Dalla collezione Pezzini LUCCA REPUBBLICA (1369-1799) Scudo 1756 D/ Stemma coronato fra due pantere R/ San Martino a cavallo divide il suo mantello con il mendicante MIR 237/16 CNI 839/840 Bellesia 78b Pezzini 502 Ag g 26,17 mm 41 • Esemplare di eccezionale conservazione e bellezza grazie ad una patina di monetiere su fondi lucenti. Variante con il rovescio a caratteri più grandi q.FDC CNI 840
    4 punti
  3. Visto che vi piacciono vi mostro l'ultimissimo mio acquisto, talmente ultimo che ancora deve varcare i confini nazionali, inutile dire che prima di lei ho aggiunto in collezione almeno un'altra dozzina di esemplari... 😅 Peccato per la debolezza lungo il giro da ore 12 ad ore 6 del dritto e da ore 3 ad ore 7 del rovescio,ma nonostante ciò la reputo in bella conservazione e con un bel colore nocciola, inoltre presenta una piccolissima variante che verificherò appena avrò la moneta in mano...
    4 punti
  4. Buona Festa dell'Immacolata a tutti, nel giorno della Patrona del Regno delle due Sicilie Volevo condividere con voi il piacere di una vista tanto piacevole... I miei Tarì di Ferdinando II:
    4 punti
  5. Per non confondere i collezionisti di tale monetazione, meglio essere dettagliati e piú fedeli alla realtá delle vere raritá di alcuni millesimi, che non si vedono spesso anzi molto raramente su aste o in collezioni specie se in conservazione. Un saluto dal Mediceo che piú Mediceo non ce nè!😁
    2 punti
  6. Buonasera a tutti, ho recentemente aggiunto in Collezione Litra68 questa monetina per pochi spiccioli ma che mi soddisfa molto. Chiaramente come di consueto parto dalla moneta per un minimo di indagine storica che la contestualizza. Prima riporto la catalogazione della casa d'Aste. Aelia Flaccilla (Augusta, 379-386/8). Æ (22,3mm, 4g). Constantinople, AD 378-383. Diademed and draped bust r. R/ Victory seated r. on throne, inscribing shield set on column; CONE. RIC IX 55.5. E poi quanto preso da Wikipedia. Elia Flavia Flaccilla (o Flacilla, latino: Aelia Flavia Flaccilla; ... – Costantinopoli, 386) fu Augusta dell'Impero romano e prima moglie dell'imperatore Teodosio I. Ebbe due figli, gli imperatori Arcadio e Onorio, e una figlia, Pulcheria. È venerata come santa dalla Chiesa ortodossa, il 14 settembre; per i cattolici è venerabile. Flaccilla era molto probabilmente nativa della provincia romana dell'Hispania, come attestato dal poema Laus Serenae del poeta Claudio Claudiano. Sulla base d'un passaggio incerto di Temistio (orazione xvi, De Saturnino), il padre di Flaccilla potrebbe essere stato Claudio Antonio, prefetto del pretorio delle Gallie, che fu console nel 382, ma l'identificazione è dubbia; infatti, una seconda interpretazione vuole il passo in questione riferito a Flavio Afranio Siagrio, console assieme ad Antonio nel 382. L'unico parente identificato con certezza dalle fonti è il nipote Nebridio, figlio di una sorella dal nome sconosciuto, il quale sposò Salvina, figlia di Gildone, da cui ebbe due figli, un maschio e una femmina. Il suo matrimonio con Teodosio I, figlio del conte Teodosio ed anch'egli originario dell'Hispania, avvenne probabilmente nel 375/376, in quanto il figlio maggiore, Arcadio, nacque alla fine dell'anno successivo. All'epoca Teodosio era caduto in disgrazia presso l'imperatore Valentiniano I e si era ritirato a vita civile a Coca, in Galizia. Dopo Arcadio, nato dunque prima dell'elevazione al trono di Teodosio, nacquero altri due figli. La prima fu Pulcheria, nata anche lei prima dell'elevazione al trono di Teodosio, come attestato da un altro passaggio della Laus Serenae, e morta infante, come raccontato da Gregorio di Nissa. Il secondo maschio, Onorio, nacque il 9 settembre 384. Fervente cristiana, impedì a Teodosio di incontrare l'ariano Eunomio, e fu celebrata dal vescovo di Milano Ambrogio e da Gregorio di Nissa, il quale pronunciò la sua orazione funebre in occasione del suo seppellimento a Costantinopoli. Le fu dedicata una statua nel senato di Costantinopoli. Sono ben accetti vostri interventi e ulteriori notizie in merito alla figura della Augusta Aelia. Saluti Alberto
    2 punti
  7. Le necropoli vaticane Paolo Liverani, Giandomenico spinola LE NECROPOLI VATICANE La città dei morti di Roma. Con un contributo di Pietro Zander. JACA BOOK, Milano, 350pp., ILL. COL. 50,00 euro ISBN 978-88-16-60632-6 www.jacabook.it Recensione originariamente pubblicata su Archeo n. 435 – Maggio 2021 A poco piú di dieci anni dalla prima edizione, torna in libreria Le necropoli vaticane, opera, riccamente illustrata, che descrive un complesso archeologico di primaria importanza. Nel sottosuolo dell’odierna Città del Vaticano si conserva infatti un ricco corpus di monumenti funerari, che costituiscono documenti preziosi sia dal punto di vista storico-artistico, sia in quanto testimonianze della diffusione del cristianesimo. Nel volume vengono dunque passati in rassegna tutti i nuclei piú importanti, senza naturalmente tralasciare la tomba di Pietro e affiancando alle osservazioni di carattere archeologico e interpretativo anche notazioni sul restauro e la conservazione.
    2 punti
  8. Ciao. Ecco i miei due denarii del limes con la dea Minerva... mm.17 gr 2,29 mm.17 gr 2,45 Minerva, in piedi verso sinistra, con in mano un fulmine e uno scettro; ai piedi, uno scudo.
    2 punti
  9. Bellissima anche questa sembra abbastanza spessa... Queste sono missioni doverose da fare, quasi meglio delle missioni umanitarie. Un saluto Raffaele.
    2 punti
  10. Buongiorno a tutti, per fortuna quando mi segnalasti una delle mie ICA (ora riposa nella collezione di un grande studioso ed Amante di questa tipologia ) le guardavi diversamente, direi che sarebbe meglio che continuassi in quella direzione 🤣. Credo anche @gennydbmoney sia d'accordo. Saluti Alberto
    2 punti
  11. Ciao a tutti, Anche io mi sono regalato questi libri per Natale 🌲 con sorpresa inaspettata... sul frontespizio di "the coinage of Kamarina" ho trovato la dedica che vedete in foto, che è stata decifrata grazie all'amico @dracma "Dear Sara Sorda, with best wishes from the authors".
    2 punti
  12. A mio avviso "Il filatelico" di Gregorio Sciltian rappresenta bene l'anima del collezionismo in generale.
    2 punti
  13. buon pomeriggio a tutti, è da un po che non compravo monete.. che ne dite di questa? fondi speculari su ambo i versi.. vi piace? da quando è arrivata sto ancora a guardarla🤣 purtroppo non è facile fotografarla perché è in slab
    1 punto
  14. Stavo leggendo questo articolo su un piacevole ritorno in patria di una statua cinquecentesca. https://www.vivienna.it/2023/11/11/madonna-del-soccorso-allasta-tornera-a-nicosia/?fbclid=IwAR0gFan6mgFqYuALiV_vtM5Ck8H4qUpa7LRLu4_Y7ME_np_GZmvuVqvA8t8 Mi ha colpito una frase: "è stato scongiurato il pericolo che l’opera (...) potesse finire nelle mani di qualche collezionista". Il collezionista, questa incredibile piaga del paese.
    1 punto
  15. L’omaggio di Maometto all’Immacolata Nella chiesa del santuario di Sant’Antonio a Split (Spalato), in Croazia, oltre a un grande trittico di alto valore artistico vi è un quadro che sorprende per vari aspetti. È l’opera del pittore barocco Miholvil Luposignoli, dell’inizio del 1700, certamente sotto la guida dei francescani che dal 1400 avevano assunto l’animazione di quel monastero, prima appartenente ai monaci benedettini. Il quadro Nella pittura si vede, in alto, Maria santissima, con le braccia incrociate, la luna sotto i piedi ed è circondata da 38 teologi, con cartigli di riconoscimento e, tra essi, appare – e qui è l’unicità di tale pittura – Maometto, il profeta dell’Islam. Va detto che, fin dai primi secoli, vi sono state due interpretazioni della dottrina religiosa da lui (Maometto) proclamata, giudicandola alcuni come una corrente fondamentalmente cristiana, pur con vari limiti (dati anche i molti riferimenti agli eventi biblici e a Gesù), altri invece la considerano una dottrina religiosa totalmente diversa. Questa differenza di giudizio riguardo all’Islam si ripresentò con i grandi “Ordini mendicanti” dei secoli XII e XIV ed è presente anche oggi nel dialogo interreligioso. Una testimonianza di attenzione rispettosa e di apprezzamento in un quadro di chiesa è tuttavia un fatto straordinario. Fu certamente commissionato dai frati Francescani che, assieme ad altri ordini religiosi, sostenevano l’Immacolata Concezione. La meraviglia nasce anche per il fatto che la prima riflessione moderna di un cristiano sul ruolo di Maria madre e vergine nel Corano risale al 1845 e fu elaborata da Antonio Rosmini, noto filosofo e teologo, ora beato. Ma quello studio rimase isolato e soltanto dalla metà del 1900 nel mondo cristiano si pose attenzione, con successive pubblicazioni, all’importanza che il Corano attribuisce a Maria, come ricorda lo stesso Concilio Vaticano II. Gli studiosi musulmani riconoscono in Maria diverse virtù come la castità, l’obbedienza, la veridicità, l’essere purificata da Dio, l’essere scelta da Dio tra tutte le donne, essere guidata dagli Angeli, ricevere cibo da Dio, portare il Messia, ma qui citerò solo i testi sull’esenzione da ogni forma di peccato, tralasciando quindi il molto spazio che è dato all’Annunciazione e al concepimento verginale di Gesù. Nel Corano non si parla della visita a Elisabetta, del Magnificat, della presentazione di Gesù al tempio, del suo intervento alle nozze di Cana, e quindi del messaggio sociale contenuto in tali eventi, così come non si parla di Maria nel Cenacolo o sul Calvario. Non per questo mancano solidi punti di contatto con la devozione mariana dei battezzati. Rosmini scriveva nel 1848: «Ciò non pregiudica al luminoso testimonio che [Maometto] a lei rende». Maria nel Corano Nel libro sacro dell’Islam Maryam è menzionata 34 volte; talora brevemente come madre di Gesù, ma anche tale riferimento è segno distintivo. Sappiamo che la cultura semitica attribuisce una grande importanza al padre di una persona e notiamo che ancora oggi [in arabo] il nome proprio appare con bin o con ibn, che significano «figlio», e quindi si riporta il nome del padre. Il Corano parla spesso di Gesù come «ibn Maryam », figlio di Maria [una donna!]: questo è un grande onore per lei! I testi più ampi su Maria sono nelle sure 3 e 19, attribuite entrambe a un’epoca pre-Egira e troviamo brevi frasi su Maria nelle sure 4, 5, 21, come anche nelle sure 23 e 66. Il Corano conferisce un onore speciale a due mogli di Muhammad e a Fatima, la sua amata figlia, ma Maria (Maryam) è l’unica donna menzionata per nome. La sura (capitolo) 19 porta il titolo di «Maryam» (anche se poi molti versetti non trattano di lei, ma di altri personaggi presenti nella Bibbia). Considerando i suoi privilegi, gli autori musulmani disputano se ella possieda le qualità di «profeta»: alcuni sono favorevoli, altri non giungono così lontano. La famiglia, la nascita, la presentazione al Tempio Consideriamo alcuni testi. Nella terza sura (che porta il titolo di “Al-Imrân”) si parla della sua nascita in una famiglia distinta: «In verità Dio ha eletto Adamo e Noè e la famiglia di Abramo e la famiglia di Imrân al di sopra degli altri uomini» (sura 3,33). Sua madre, sposata con ‘Imrân, sperava, nonostante l’età avanzata, di avere un figlio maschio. Era una famiglia eletta da Dio. Gli studiosi musulmani del periodo classico accettano unanimemente che Imrān appartenesse alla linea genealogica del re Davide; era sposato con Anna (il suo nome non è nel Corano, ma in hadith: Hannah). Dopo un’intensa preghiera, la coppia ricevette la gioia di una bambina, e Anna invocò Allāh affidandola a lui: «O Signore, ecco che ho partorito una femmina (Dio sapeva meglio di lei quello che aveva partorito). Il maschio non è come la femmina! L’ho chiamata Maria e pongo lei sotto la tua protezione, lei e la sua progenie, contro Satana il reietto!» (3,36). Per assicurarsi che ricevesse un’educazione appropriata, Maria venne affidata a Zaccaria (Corano 3,44), padre di Giovanni [il Battista], poiché Zaccaria era stato scelto, con un sorteggio tra numerosi contendenti, per questa missione nei confronti di Maria. Fu Zaccaria a portare Maryam nel santuario. Secondo la tradizione, già all’arrivo, accompagnata dai genitori, mostrò immediatamente le sue eccezionali qualità: mentre di solito le postulanti procedevano lentamente per tutti i (sette o più) gradini fino alla cima delle scale, Maria con un solo balzo raggiunse l’ultimo, dove il sommo sacerdote la aspettava. «E il Signore l’accolse di accoglienza bella e la fece germogliare del miglior germoglio» (3,37). Sorprendeva il fatto che ogni volta che Zaccaria andava a trovarla, poteva vedere che era ben fornita di cibo. Ovviamente questo veniva dal Cielo: «E ogni volta che Zaccaria entrava da lei nel santuario vi trovava del cibo e le diceva: “O Maria, donde ti viene questo?”. Ed essa rispondeva: “Mi viene da Dio, perché Dio dà della sua provvidenza a chi vuole, senza conto”» (3,37). La prima parte di questo versetto spesso è incisa con un’accurata calligrafia araba nella cornice del mirhab, la piccola nicchia posta all’interno di ogni moschea che indica la direzione della preghiera verso La Mecca. Ne consegue che tutti i musulmani che vanno in moschea vi possono trovare menzionata Maria, ovunque nel mondo, sia pure tramite il suo pronome. Santità unica di Maria, la purissima fra le donne Secondo il Corano (come per il Vangelo), Maria è sempre stata fedele alla parola ricevuta da Dio. La sua fede è confermata come modello per tutti i credenti e Maria è presentata come esemplare per tutte le donne nell’Islam. Dopo tutto, la parola Islam significa abbandono fiducioso (in Dio). Infatti, due versetti della terza sura riferiscono le parole dall’angelo al momento dell’Annunciazione: «In verità, o Maria, Dio ti ha purificata ed eletta fra tutte le donne del mondo. O Maria, sii devota al tuo Signore, prostrati e adora con chi adora!» (3,42-43). Nella sura 19, dove si riprende il racconto dell’Annunciazione, Maria stessa dichiara: «Non sono una donna cattiva», cioè di mal costume (v. 20). E nella sura 21 è scritto: «E rammenta ancora colei che custodì la sua verginità, sì che Noi alitammo in lei del Nostro Spirito e rendemmo lei e suo Figlio un Segno per le creature» (21,91). E nella sura 66 leggiamo: «Noi insufflammo in lei del Nostro Spirito, e credette alle parole del suo Signore e nei Suoi Libri, e fu una delle donne devote» (66,12). Il libro sacro dell’Islam dice che Dio stesso invitò Gesù a lodare sua madre. Nella quinta sura leggiamo: «E quando Iddio disse: «O Gesù, figlio di Maria, ricorda il mio favore verso di te e verso la madre tua» (5,110) o, secondo altra traduzione: «O Gesù, figlio di Maria, ricorda la mia grazia su di te e verso tua madre quando ti confermai con lo Spirito di Santità». In un altro versetto coranico si dichiara decisamente: «Sua madre [di Gesù] era una santa» (5,75). La tradizione afferma che non fu toccata da Satana, il quale da parte sua si rammaricava che vi fossero due persone a cui non aveva mai potuto avvicinarsi: Gesù e Maria (un riferimento a ciò appare nella sura 23,50), ma soprattutto si deduce dall’accostamento di alcuni testi coranici. La teologia islamica non conosce il concetto di «peccato originale» come eredità comune, tranne che da parte di qualche autore (gli esperti citano: Ibn Adhem, Bistami e al-Allaj); ma nei versetti 115-124 della sura quinta si mostra la disobbedienza di Adamo ed Eva (anche se il nome di Eva non appare) e nella sura 38, ai versetti 71-85 si parla della concessione di Dio a Iblis (shaitan = satana, demonio) di poter tentare fino al giorno della risurrezione della carne «tutti, salvo quelli che tra loro sono i tuoi servi puri». Lo stesso testo si trova nella sura 15,32-36, dove Dio tollera che il demonio tenti tutti «fino al giorno del giudizio, … eccetto i tuoi servi purificati». Il diavolo non può avvicinarsi Ora, ascoltando quanto il Corano dice circa Maria e suo Figlio, è chiaro che loro due eccellono tra i giusti e quindi il diavolo non può avvicinarsi a loro e provare a trarli in inganno. In alcune miniature di mano musulmana dedicate a Maria con il Bambino Gesù si vede appunto Iblis sullo sfondo dietro una montagnola, col volto corrucciato perché non può avvicinarsi. È un modo per esprimere che in quella madre e in quel pargolo non ci fosse ombra di male. In questo contesto, si comprende meglio il cartiglio che Maometto mostra nel quadro di Split: «Nulla est ex Adam quam non tenuerit Satan praeter Mariam et Filium eius» (non c’è discendenza di Adam che Satana non abbia raggiunto, tranne Maria e il Figlio suo). Nel cartiglio stesso poi si legge: «Mahometo, in libro V Corani». Come notavo, non è la traduzione di un versetto, ma il sunto di alcune sentenze che effettivamente appaiono nella quinta sura. (Qualcuno sospetta che circolasse una versione del Corano un po’ diversa dall’attuale, dato che si arrivò al 1900 per determinare il testo tipico). Rosmini commentava che, mentre nel secolo XI, si iniziò in Occidente a disputare sull’Immacolata concezione di Maria, gli arabi del settimo secolo la credevano senza contrasto e il loro profeta «la inseriva, come articolo della sua fede, nel Corano». Citava quindi alcuni autori che affermavano che il demonio mai poté raggiungere Maria e Gesù, ma senza riferirsi a un versetto coranico specifico (come fa invece in altri passi). Infatti, quel versetto non appare negli studi più recenti come proveniente dal libro sacro dei musulmani, ma è fermamente ritenuto come asserzione propria di Maometto. Nella 116ª sura si dice: «Allah ha proposto ai credenti l’esempio della moglie del Faraone… e di Maria figlia di Imran» (116, 11-12). La terza sura, sulla famiglia di Maria, afferma, come si notava sopra: «E quando gli angeli dissero a Maria: «O Maria! In verità Dio t’ha prescelta e t’ha purificata e t’ha eletta su tutte le donne del creato» (3,42). La purezza totale di Maria e la sua posizione unica tra le donne sono interpretate dagli studiosi come un’esenzione da ogni macchia di peccato, pur senza usare il termine «immacolata». I Francescani di Split hanno anticipato i tempi e offerto una testimonianza di dialogo, pur coscienti che non in tutto la figura di Maria del Corano corrisponde a quella del Vangelo. Addendum. Tra gli «immacolisti» del quadro di Split potrebbe esserci anche Martin Luther (forse il monaco in nero con cappuccio nell’angolo sinistro degli scanni?). In un sermone del 1522 (dunque anche dopo la rottura del 1517) egli asseriva che Maria «è piena di grazia e viene dichiarata senza peccato; è qualcosa di estremamente grande, poiché la grazia di Dio la riempie di ogni cosa buona e la rende priva di ogni male». In un altro discorso del 1527 era ancora più preciso dell’esprimere la sua fede nell’immacolata concezione, dichiarando che «l’infusione dell’anima di Maria fu effettuata senza peccato originale». Inoltre la madre lactans del quadro non sembra sia Maria, ma Anna, e il bimbo sarebbe Maria stessa (da notare i lunghi cappelli, e il ditino che mostra il cielo!), per dire che era santa fin dai primi istanti di vita e poi, glorificata, appare in alto nella stessa pittura. http://www.settimananews.it/religioni/omaggio-maometto-alla-immacolata/
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  16. ultima entry. Tallero per Pisa del 1606, anno abbastanza comune nel corpus dei talleri, ma in ottima conservazione. uno tra i migliori esemplari di questo millesimo
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  17. Questione ampiamente dibattuta a livello internazionale e MAI supportata da dati ufficiali seriamente e scientificamente vagliati. Sono 50 anni che questo fattoide (notizia priva di fondamento, ma diffusa e amplificata dai mezzi di comunicazione di massa al punto da essere percepita come vera) viene ripetuto senza mai essere stato verificato in maniera comprovabile. Potrebbe anche essere il terzo, ma non esistono prove in merito. Prima dovremmo leggere tutti i documenti sull’argomento, poi farci un’idea. Per quanto si parli di aria fritta, non essendo in definitiva disponibili dati certi e definitivi. Consiglio in merito la lettura dell’articolo pubblicato dall’università di Cambridge pochi mesi fa, a firma di due esperti di beni culturali e crimini ad essi collegati: https://www.cambridge.org/core/journals/antiquity/article/illicit-trade-in-antiquities-is-not-the-worlds-thirdlargest-illicit-trade-a-critical-evaluation-of-a-factoid/A46F60E9C347AF9DF1AB3B5F1FAA6676# Non sono un fan del liberalismo nel commercio dei beni culturali, anzi, ma il collezionismo se fondato su studio e ricerca condotti scientificamente é una sponda di cui le istituzioni preposte alla tutela non dovrebbero privarsi. Di cui la società civile non dovrebbe privarsi.
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  18. dio mi scampi e liberi da lucca, ma dé, moneta esagerata
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  19. Complimenti, uno degli scudi più belli in circolazione ,se non il migliore come conservazione....
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  20. Per coloro che fossero interessati all'argomento, segnalo un recente (2020) contributo sull'argomento: la tesi di dottorato di Claudio Sessa (Università di Genova) dal titolo Colonialismo monetario: l'esperienza italiana in Somalia e la difficile transizione (1905-1950), liberamente consultabile a questo link: https://iris.unige.it/handle/11567/1009579 Un particolare: a pag 167 si fa riferimento ad un contingente di monete coniate dalla Jonhson Matthey & Co. di Londra nel 1937 ed è riportato che "Il Ministero delle Finanze procedette ad un’analisi specifica delle monete in questione, delineando forma e peso ed evidenziando le principali caratteristiche che dimostravano l’irregolarità della coniazione" e viene specificato il documento dove vengono descritte queste differenze. Chissà se sono quelle ormai note o se ci sono altri particolari...
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  21. DE GREGE EPICURI Bellissima moneta, con un ritratto splendido. Sai che oggetto ha la Letizia nella mano sinistra?
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  22. Riporto tutto ad un singolo continente per evitare la anche perchè in questa discussione qualcuno che identifica la moneta/quiz proposta ci deve essere Vi assicuro che monete di una nazione non europea con su raffigurati nel tempo nonno, figlio e nipote sono già delle mosche bianche, figuriamoci se sono pure solo maschi e non rotonde.
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  23. @numa numa Il paragone era dello stesso tipo, ovvero una questione morale. E mi sembrava che @Vietmimin meritasse una risposta, visto che era già la seconda volta che faceva la sua domanda. Arka Diligite iustitiam
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  24. @Franchino.65: se ti interessano le monete antiche il mio consiglio spassionato è quello di non comprare "ad mentulam segugii" ma di acquistare cose di cui si sa abbastanza. Prima studiare, poi comprare. Poi, ovviamente, liberissimo di fare come ti pare, ne?
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  25. È una bella moneta che merita sicuramente di stare in collezione, anch'io non la sostituirei...
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  26. Ritratto eccellente ,dove si nota bene la morfologia del volto del Re, inoltre è ben impressa la barba,i baffi e i capelli, nonché gli elementi della corazza, anche al rovescio lo stemma è ben rappresentato... Infine dalle immagini sembra che la moneta non abbia subito pulizie considerando la patina non omogenea con chiazze giallognole e sedimenti in alcuni punti del giro... Inutile sottolineare che preferisco di gran lunga esemplari lasciati così al naturale anziché belli luccicanti... Complimenti per l'acquisizione...
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  27. Non sono così invasive...in giro c'è di peggio!
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  28. Buonasera a tutti, volevo chiedere un vostro parere su questa moneta bizantina in oro… il suo peso è 3,33 grammi. Ringrazio anticipatamente tutti coloro che interverranno.
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  29. Ciao a tutti, condivido con piacere il mio ultimo acquisto e il penultimo della dinastia Giulio-Claudia mancante all'appello, l'ultimo è Claudio, ci sto lavorando su 😃 Mi piacciono in modo particolare i primi 5 Imperatori di Roma e tutti i personaggi che gravitano loro attorno, grandi condottieri, politici, pazzi scatenati e fra loro alcune fra le prime grandi donne dell'Impero fra cui Livia Drusilla e Agrippina Minore. Tiberio in tutto questo non fa eccezione, valente generale, buon politico, la sua vita è costellata da successi ma spesso sembra quasi che tutto ciò lo faccia per senso del dovere più che perché lo vuole veramente, mi è sempre sembrato un "Imperatore per necessità" e alla fine effettivamente lo è diventato perché era rimasto solo lui, un po' come succederà a Claudio ma senza il siparietto "comico". Per tutta la vita ha avuto un rapporto di amore/odio verso la madre (che pare sia raffigurata sul rovescio della moneta oggetto di questo post), donna potente e autoritaria, quando divenne Imperatore inizialmente andavano d'accordo ma alla fine i rapporti si deteriorarono a tal punto che la "fuga" di Tiberio a Capri pare fosse proprio allo scopo di allontanarsi dall'influenza della madre. Non tornò neanche quando questa morì, lasciando il compito di fare l'elogio funebre ad un giovane Gaio Giulio Cesare Germanico, meglio conosciuto come Caligola, il futuro Imperatore. Veniamo quindi alla moneta, mi piace tantissimo in generale ma il ritratto mi fa impazzire letteralmente: Tiberio, Asse, Roma, 15-16 d.C., RIC 34 10,34g X 27mm, Bronzo D/ TI·CAESAR·DIVI·AVG·F·AVGVST·IMP·VII - Tiberio R/ PONTIF MAXIM TRIBVN POTEST XVII. S C - Figura femminile (Livia?) drappeggiata, seduta a destra, piedi su uno sgabello, sorregge con la mano destra una patera e con la sinistra un lungo scettro Spero che vi piaccia, mi auguro presto di presentarvi anche un bel Claudio 😃 Matteo
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  30. Confermo Manuele I e una doppia battitura al dritto. Il volto è quello di Cristo giovane, non usato in occidente, ma nella chiesa ortodossa sì. Arka Diligite iustitiam
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  31. Forse e dico forse ci sono @gennydbmoney, anche perché non noto altro di diverso, almeno al momento, ho confrontato il tuo esemplare con un altro e l unica differenza sta nel punto prima del nome del Re.
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  32. Aggiungereí che, dall' avvento di internet e le molte aste sono comparsi nuovi esemplari di questa data e forse la raritá piú precisa è R2.
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  33. Bravo Raff,ma non è quello che intendevo... Osservala attentamente, magari facendo un paragone con altri esemplari... Non è nulla di eclatante ma potrebbe essere un buon esercizio per affinare il colpo d'occhio...
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  34. Ciao Fra, è sempre insidioso cercare di interpretare un messaggio complesso partendo da una traduzione automatica. Bisognerebbe conoscere bene il portoghese e tradurre dal testo originale. In ogni caso ti do la mia interpretazione. Quelle "barrette" o "puntini" che vedi sul rovescio della moneta corrispondono alla "traduzione" in codice binario della domanda, probabilmente dalla lingua portoghese: «Che aspetto ha una moneta nel mondo digitale?». In buona sostanza è il modo in cui quella domanda deve essere "scritta" (codificata) affinché un qualsiasi computer possa interpretarla. Qualcuno probabilmente ricorderà le vecchie schede perforate o i biglietti dell'autostrada degli anni 70... 😁. Si tratta di qualcosa di simile. Avrebbero potuto scrivere semplicemente la frase in linguaggio naturale, ma avrebbe avuto meno carica simbolica. Al dritto invece abbiamo la risposta, probabilmente fornita dall'AI direttamente come disegno. Abbiamo quindi al rovescio una domanda posta da un umano ad un computer in un modo in cui il computer possa immediatamente interpretarla, mentre al dritto una risposta di un computer ad un umano in un modo direttamente interpretabile dall' umano. La tematica a mio avviso è piuttosto ben centrata su una questione attuale e alla fine per questo la moneta assume un significato numismatico e storico.
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  35. Noo, tranquillo, con un pò di pazienza ne troverai uno a prezzo abbordabile, con 150 euro lo porti a casa..
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  36. 4 soli e una sola Pezza della rosa in tutto 5 monete sole in argento per la monetazione di Livorno di Gian Gastone. Il 1606 rimane di Ferdinando II una data rara e non poco sennò l avevi giá trovato.. Un saluto
    1 punto
  37. Ciao @Ema78 Puoi comunque confrontarla con monete sul web. Anche se i sesterzi senza ritocchi diventano rari… Ecco due doppi sesterzi dagli stessi conii di dritto (e per la prima lo stesso conio di rovescio) Concordo con @gennydbmoney con il fatto che questa moneta sia autentica ma il meno che si possa dire è che è stata rilavorata. Decio ha perso nell’operazione almeno vent’anni e il ritratto senza concessioni ha perso in gran parte il suo fascino.
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  38. Impossibile.. nel caso l’intestatario della cassetta muore si va sempre in successione. Se il proprietario della collezione la ripone nella cassetta di quello che vuole sia il proprio erede, in caso di morte dell’erede potrebbe poi non riuscire più a rimettere mano sulla collezione o su parte di essa. Io andrei piano a mettere le mie monete legalmente in mano a un’altra persona. Ci possono essere casi particolari in cui poi la si perde. E questi casi potrebbero non essere così rari. Si potrebbe valutare un conferimento ad un trust, che apre una cassetta in banca. Ma sono tutti casi limite a mio avviso, solo per collezioni particolarmente pregiate.
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  39. Doblinger (sto facendo una ricerca a seguito di un recente acquisto): https://de.m.wikipedia.org/wiki/Max_Doblinger
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  40. Non è proprio modernissima come vogliono fare intendere.... Fantozzi aveva già dato il suo parere nel lontano 1976
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  41. Non deve diventare un qualcosa assimilabile ad un'attività commerciale. Fino a quando si parla di un po' di monete doppie vendute online di fatto non ci sono problemi. Poi appunto, bisognerebbe essere più specifici per capire bene la situazione
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  42. Gli “Speciali” di CN | La ZECCA e le monete di MASSA di Maremma https://www.cronacanumismatica.com/gli-speciali-di-cn-la-zecca-e-le-monete-di-massa-di-maremma/ di Massimo Sozzi | La recente giornata organizzata da chi scrive come socio dell’Accademia di studi numismatici (leggi qui l’articolo) ha riacceso i riflettori sulla peculiare esperienza di zecca della cittadina toscana di Massa di Maremma, oggi Massa Marittima, in provincia di Grosseto. Vale quindi la pena delineare, per tutti gli appassionati e i cultori di monetazione medievale italiana, cosa accadde poco più di sette secoli fa in questo piccolo ma importante borgo della Maremma. Undici aprile 1317: la firma del contratto di zecca L’11 aprile 1317 alcuni componenti della famiglia Benzi, mercanti dell’Arte della lana di Siena, guidati da Niccolino di Giacomino, firmarono un contratto con il Comune di Massa di Maremma, rappresentato dal sindaco Muccio del fu Buonaventura Scussetti, per aprire un’officina monetaria in città dal 1° maggio di quello stesso anno fino all’anno successivo. Le due parti contraenti stabilirono una serie di patti e condizioni. I Benzi, ad esempio, dovevano fornire la zecca, detta “bulgano”, di tutto il necessario, mentre il Comune di Massa si impegnava ad acquistare allo scopo un edificio e a garantire che nessun’altra persona battesse moneta nella città di Massa e nel suo territorio. A sinistra, parte superiore del contratto di istituzione della zecca massana (ASS, Riformagioni Massa, 1317 aprile 11); a destra, la palazzina della zecca come appare oggi Fu messo a disposizione dell’officina monetaria un palazzo di proprietà del Comune situato all’interno delle mura cittadine, in origine probabilmente appartenuto ai conti Alberti di Monterotondo Marittimo. Il palazzo della zecca si trova al numero civico 22 dell’attuale Via Norma Parenti a Massa Marittima. La zecca fu aperta per autorità del Comune con il proposito di coniare tre tipi di monete utilizzando l’argento e il rame locali: il grosso d’argento da 20 denari, il grossetto d’argento da 6 denari e il denaro piccolo in mistura. Dal contratto si evince che per i compensi relativi alla battitura, per le caratteristiche ponderali e per il titolo delle monete si presero ad esempio quelli in vigore nella zecca senese. È dunque certo che anche per il valore nominale si faceva riferimento alle monete di Siena. Attualmente si conoscono due varianti del grosso, tre varianti del piccolo e nessun esemplare del grossetto, che risulta assente anche nella circolazione monetaria dell’epoca. L’officina monetaria massetana fu attiva in modo certo dal maggio 1317 fino al 1318 e le sue monete circolarono fino a tutto il 1319. Al momento non si conosce la data di chiusura della zecca ed è del tutto arbitraria l’affermazione fatta in passato da molti storici locali che la fanno coincidere con il 1335, ultimo anno di autonomia della Repubblica massetana, o “massana” come veniva frequentemente chiamata nel Medioevo. Il grosso da 20 denari di Massa di Maremma Il grosso massetano è del tipo agontano e reca su un lato una croce patente e sul lato opposto il santo protettore della città. Questa tipologia monetale fu proposta per la prima volta ad Ancona (da cui il nome agontano) nella seconda metà del XIII secolo ed ebbe molto successo, tanto da essere imitata da molte altre zecche VARIANTE A D/ + (spronella a 6 punte) DE • MASSA (spronella a 6 punte). Croce patente, accantonata nel 1° e 4° angolo da M gotiche in corona rigata. R/ + • S’ • CE RBON’. Il santo con nimbo lineare e con mitria, in piedi di fronte, benedice con la mano destra e tiene il pastorale con la mano sinistra; corona rigata interrotta in alto e in basso dalla figura. Ag, Ø circa mm 22, peso circa g 1,6. Esemplare qui rappresentato: ex Asta NAC Numismatica Ars Classica 68 del 4 dicembre 2012, lotto 46 (Ag, Ø mm ?, g 1,54). Variante rara (al momento R2). In araldica con il termine “spronella” o “rotella” viene indicata la stelletta dello sperone che ha sei punte ed è forata, lasciando intravedere il colore del campo. Ne esiste anche una versione a otto punte e più raramente a cinque. Simboleggia nobiltà e antica cavalleria. VARIANTE B D/ + DE • MASSA (spronella a 5 punte). Come sopra. R/ + • S • CE RBON’. Come sopra. Ag, Ø circa mm 20, peso circa g 1,5. Esemplare qui rappresentato: Ag, Ø mm 20, g 1,45; Museo Nazionale Romano, ex Collezione reale. Variante di grande rarità (al momento R4). Esemplare di grosso massetano (variante A) conservato nel Museo di San Pietro all’Orto a Massa Marittima (Ag, Ø medio mm 19, peso g 1,35). Il denaro piccolo di Massa di Maremma PRIMA VARIANTE D/ + (rosetta a 5 petali) DE • MASSA (rosetta a 5 petali). Grande M gotica; corona rigata. R/ + • S’ • CERBON’ •. Busto del santo nimbato e mitrato, di fronte, benedicente con la destra e con pastorale nella sinistra; corona rigata. Mi, Ø circa mm 15, peso circa g 0,6. Esemplare qui rappresentato: Mi, Ø mm 15, g 0,5; collezione privata. Seppure rara, è la variante più comune fra le tre conosciute (al momento R2). Costituisce il divisionale piccolo della variante A del grosso. SECONDA VARIANTE D/ + MASSANA • CIVITAS. Come sopra. R/ +(rosetta a 5 petali) SCS • CERBONIUS : (spronella a 5 punte) (rosetta a 5 petali). Come sopra. Mi, Ø circa mm 15 mm, peso circa g 0,6. Esemplare qui rappresentato: Mi, Ø medio mm 14,5, g 0,45; Museo di Sam Pietro all’Orto, Massa Marittima. Di questa variante piuttosto rara (al momento R3), finora non sono giunti sino a noi esemplari di grosso che possano esserle associati, pertanto si può ipotizzare che non ne siano mai stati coniati. Vista la presenza nella legenda del rovescio di due rosette a 5 petali e della spronella a 5 punte potrebbe trattarsi di un’ultima coniazione del picciolo nella quale vengono riassunte le armette degli zecchieri che compaiono nelle altre due varianti, che quindi sarebbero state coniate precedentemente a questa. TERZA VARIANTE D/ + DE • MASSA (spronella a 5 punte). Come sopra. R/ + • S • CERBON’ •. Come sopra. Mi, Ø circa mm 16, peso circa g 0,5. Esemplare qui rappresentato: Mi, Ø medio mm 16, g 0,45; collezione privata. Questa variante, di notevole rarità (al momento R4), è da considerarsi il divisionale della variante B del grosso da 20 denari, a motivo della presenza su entrambe le tipologie della spronella a 5 punte nella legenda del dritto. I CONI DELLA ZECCA DI MASSA DI MAREMMA Particolarità dell’officina monetaria medievale di Massa di Maremma è che, sebbene la sua attività non sia stata particolarmente lunga, sono noti diversi coni ad essa relativi e conservati presso le seguenti istituzioni museali: un conio di incudine, o pila, e uno di martello, o torsello, del grosso si trovano presso la Pinacoteca di Volterra, sei torselli del grosso presso il Museo Civico di Siena e un torsello del grosso e uno del denaro piccolo presso il Sistema Museale di Massa Marittima. Gli otto torselli per monete di Massa di Maremma fotografati nel giorno del loro rinvenimento a Siena, nei depositi del Museo Civico I sei coni che sono a Siena e i due che sono a Massa Marittima sono stati rinvenuti da chi scrive nei magazzini del Museo Civico di Siena. Vista la rarità delle monete massane giunte ai nostri giorni, Lucia Travaini suppone che siano state ritirate dalla circolazione in seguito alla chiusura della zecca, mentre per il discreto numero di coni attualmente conosciuti ipotizza che, cessata l’attività di coniazione, tutte le attrezzature siano state conservate come veri e propri documenti di un “archivio metallico”. A sinistra, i coni massani conservati presso la Pinacoteca di Volterra; a destra, torselli del grosso e del piccolo conservati al Museo di San Pietro all’Orto a Massa Marittima L’ACCADEMIA alla scoperta di MONETE E CONI a Massa Marittima https://www.cronacanumismatica.com/laccademia-alla-scoperta-di-monete-e-coni-a-massa-marittima/ a cura della redazione | Approfittando del nuovo allestimento, al Museo di San Pietro all’Orto di Massa Marittima (GR), delle monete e dei coni della locale zecca medievale, l’Accademia italiana di studi numismatici, sabato 14 ottobre, ha organizzato il quarto Incontro dell’Accademia presso la detta istituzione museale. L’iniziativa, promossa dell’accademico massetano Massimo Sozzi, è stata realizzata con la collaborazione dell’amministrazione comunale. Il programma dell’incontro massetano ha visto, alle ore 11, un primo appuntamento presso locale museo per i saluti dell’amministrazione comunale, rappresentata da Irene Marconi, assessore alla Cultura, di Roberta Pieraccioli, direttrice del Musei di Massa Marittima, e dell’accademico Massimo Sozzi che ha tenuto per i presenti, accademici e non, una lunga e interessante relazione sulla zecca medievale di Massa Marittima, le sue monete e i rapporti di questa con le altre zecche toscane. Sono seguite domande da parte dei presenti. Due piccoli tesori numismtici del medioevo e i loro materiali creatori: in essi è riassunta la storia della zecca medievale di Massa Marittima attiva per breve tempo nel XIV secolo La mattinata si è conclusa con la visita al nuovo allestimento del settore numismatico del museo dove sono esposti un esemplare di grosso e uno di denaro piccolo e due torselli dell’antica zecca massana. Dopo il buffet offerto dal Comune nel suggestivo chiostro di Sant’Agostino, la parte successiva della giornata è stata riservata ai soli accademici che sono stati accompagnati in visita al Museo di San Pietro all’Orto, dove sono esposte opere di Giovanni Pisano, Ambrogio Lorenzetti e altri artisti, al neonato Museo Subterraneo, che raccoglie testimonianze storiche delle miniere del territorio massetano che con la loro attività hanno dato per lungo tempo prosperità a Massa, e per finire alla Palazzina della Zecca. Massimo Sozzi è uno dei massimi esperti di monete massane e quindi l’incontro ha offerto interessanti spunti di riflessione. Il grosso e il piccolo esposti nel museo a Massa furono acquistati a metà anni ’90 con i contributi del Centro studi storici “Agapito Gabrielli”, del Comune e dei massetani, mentre i due coni delle monete provengono dal Museo civico di Siena, dove furono individuati in seguito alle ricerche di Sozzi, e sono arrivati a Massa grazie ad un accordo di deposito a lungo termine tra le due istituzioni museali. Alcuni dei presenti all’incontro dell’Accademia del 14 ottobre: al centro Massimo Sozzi, ideatore dell’iniziativa e “anima” della sezione numismatica del Museo di San Pietro all’Orto L’officina monetaria di Massa di Maremma aprì nel maggio del 1317 nell’odierna via Norma Parenti a poca distanza dal Palazzo del Podestà e da quello dei Priori. L’apertura avvenne in seguito alla firma di un contratto tra i componenti della famiglia Benzi, mercanti dell’Arte della lana di Siena, guidati da Niccolino di Giacomino e il Comune di Massa, rappresentato dal sindaco Muccio del fu Buonaventura Scussetti. La zecca fu aperta per autorità del Comune con il proposito di coniare tre tipi di monete, utilizzando l’argento e il rame locali: il grosso d’argento da 20 denari, il grossetto d’argento da 6 denari e il denaro piccolo in mistura. Le sue monete circolarono fino al 1319. Perla medievale della Toscana, Massa di Maremma ospita importanti monumenti e opere d’arte: a sinistra la cattedrale di San Cerbone, a destra i giardini restrostanti il museo Attualmente si conoscono due varianti del grosso, tre varianti del denaro piccolo e nessun grossetto, che risulta assente anche nella circolazione monetaria dell’epoca. Sono noti diversi coni della zecca massana conservati in varie istituzioni museali: un torsello del grosso e uno del denaro piccolo sono esposti nel Museo di San Pietro all’Orto. I presenti hanno trascorso una giornata in sintonia con quelli che sono gli scopi per i quali sono stati ideati gli incontri dall’Accademia italiana di studi numismatici: conoscersi, scambiare punti di vista, riflessioni e promuovere la conoscenza e lo studio della numismatica.
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  43. Libero mercato si, libero lamento no.......hahahahahahahahahahah! è una battuta, prima che fraintendiate, sdrammatizziamo. La polemica è il sale della vita,a volte, senza di essa non c'è crescita né confronto, si rimane piatti insomma, bene che qualcuno ne metta qualche pizzico in questo forum anche solo per discutere di una sua avvisaglia o sensazione, altrettanto bene che altri vogliano difendere il sistema in cui credono, siamo vivi ed ognuno con le sue convinzioni, a volte questo forum sembra una cattedrale dell'ortodossia, senza dare ragione a nessuno sia chiaro, trovo che sia una buona linfa se ogni tanto qualcuno dice una cosa contro corrente su cui discutere tra opposte fazioni, sempre nel rispetto e nell'educazione richiesti dal forum. Saluti.
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  44. Ammettiamo siano cari per le monetazioni di tuo interesse. Secondo te perché lo sono? Io vedo due possibilità: o fanno cartello oppure esistono fattori esterni che li spingono ad alzare i prezzi. Personalmente escluderei il cartello. Di venditori ce ne sono troppi e decisamente non c'è molta concordia. A questo punto ci sono evidentemente fattori esterni. Sicuramente gli aspetti fiscali non aiutano visto che in Italia il fisco è tendenzialmente esoso. Ma io punterei piú il dito sul fatto che non sono poi beni così liquidi. Il commerciante compra una moneta, dopo quanto tempo riuscirà mai a venderla che in Italia i collezionisti sono pochi e comprano ancor di meno? Sono tutti soldi immobilizzati (senza poi considerare il rischio furti o altro).
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  45. Non è del 1617, ma del 1747 più comune, questo esemplare recentemente entrato in collezione, e per il quale (credo) è sempre presente il fascino che trasmette,
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  46. Adoro queste immagini, deliziosa! Grazie infinite!
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