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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/28/23 in tutte le aree
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Segnalo l'uscita del n. 400 di Panorama Numismatico. Come vi avevo preannunciato si tratta di un numero speciale per celebrare il n. 400 della rivista. Ecco l'indice: Editoriale, di Lorenzo Bellesia Renzo Bruni, Panorama Numismatico e la passione per la ricerca: una lunga storia p. 7 Giuseppe Carucci, Le geografie della numismatica p. 7 Mariella Cambi Mariani, Le votazioni nell’antica Roma p. 8 Alberto Castellotti, I Medici come conigli? p. 10 Alberto Castellotti, Sognando le gambe di Abdera p. 11 Paolo Pini, La rarità del presepio nei tipi monetali. Analisi critica p. 12 Francesco Ceccarelli, Introduzione alla medaglistica p. 13 Michele Chimienti, Io e Panorama p. 18 Roberto Diegi, La numismatica tra collezionismo e storia p. 20 A cura di Germano Fenti, Visita allo stabilimento della zecca italiana p. 21 Gianni Graziosi, La numismatica è un viaggio avventuroso p. 23 Speciale Veronafil, Dove comprare. Tutto il mondo della numismatica p. 27 Bernardino Mirra, Davvero un bel... Panorama p. 39 Mario Veronesi, Anche una piccola moneta è una miniera di conoscenze p. 41 Luigi Londei e Neri Scerni, Zecca e monete a Perugia in età Giacobina p. 43 Giovanni B. Vigna, Monetazione dell’Ottocento per Bologna: storia di un progetto e di una collaborazione p. 51 A cura di Germano Fenti, Le nuove monete di nichelio da due lire: specificazioni opportune sul fascio p. 53 Il Museo d’Arte della Medaglia e la sua storia p. 56 Mostre e convegni p. 60 Aste in agenda p. 61 Indice annata 2023 p. 625 punti
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Il problema dei furti nelle abitazioni non sono i ladri, il problema è che non li prendono e quando li acchiappano non gli fanno nulla. Strano paese questo, dove è tutto permesso....... Per quanto mi riguarda considero l' intromissione in casa (senza considerare i danni e gli spregi se non trovano nulla) una violenza personale paragonata allo stupro che andrebbe severamente punita (andrebbero messi in galera e buttate le chiavi in mare). Li conosco bene (i ladri) perchè vengono a farmi visita con una cadenza temporale straordinaria, si sono affezionati all' ambiente" (vivo nella campagna toscana) e vi assicuro che non servono a nulla i cancelli e le recinzioni, i cani, i portoncini e gli infissi blindati gli allarmi con decibel spaccatimpani. Se vogliono entrare (i professionisti) entrano. Ritornando alle mie esperienze, 40 anni fa chiamai i muratori per smurare la cassaforte che avevo in casa (dopo che al mio vicino gliela avevano tolta con il motopicco lesionando anche il muro maestro nel quale era inserita), 20 anni fa chiamai i carabinieri per consegnare il fucile da caccia perche' sapevo che se lo avessi tenuto (il fucile) e li trovavo in casa avrei sparato. L' unica, realistica soluzione é rappresentata dalle cassette di sicurezza, anche se ogni tanto si sente che "arrivano" anche nei caveu delle banche. Una ultima considerazione, ah che tristezza osservare (e gustare) le proprie monete in fotografia.,4 punti
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Ciao! Vero ... non è dimostrabile, soprattutto perché la Repubblica non ha mai codificato i suoi emblemi nazionali, tanto meno un inno nazionale (gli inni nazionali cominciarono ad essere codificati negli anni successivi alla caduta della Serenissima). Leone con il libro aperto o chiuso, con la spada o con lo stendardo, tutte iconografie usate e sulle quali si è speculato molto circa il loro significato. Gli unici emblemi codificati erano quelli che venivano portati in processione congiuntamente al Doge nelle sue "andate" (uscite da palazzo ducale per presenziare a talune manifestazioni) e cioè l'ombrello, la seggiola col cuscino, le trombe d'argento e le bandiere con colori differenti a seconda della situazione politica: pace, lega, guerra. saluti luciano3 punti
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Buongiorno intervengo nella discussione, presentando il "Decalogo del Collezionista" che raccoglie molti argomenti discussi :3 punti
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La cassetta, purtroppo, sembra l'unico rimedio per custodire in sicurezza le nostre collezioni. Però, il doversi recare in banca per potersi godere i tondelli nei sempre più ridotti orari di apertura , è una limitazione alquanto odiosa. Ringraziamo la nostra classe politica (di tutti i colori, senza distinzioni) per averci ridotto a vivere come prigionieri in casa nella paura di doversi vedere rapinati.3 punti
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Una bella rappresentazione del Leone!! VENEZIA. ALVISE IV MOCENIGO, 1763-1778., Osella in argento 1772 A. X. Leone in soldo, nimbato e con corno dogale, tiene libro. R/ ALOYSII MOCENICI PRINCIPIS MUNUS AN X 1772 M A T in sei righe entro corona di alloro. Paolucci 255. g. 9,82. Diam. mm. 33,87. Arg. SPL/FDC Ex Asta Mario Ratto, Milano 20-22/03/1952, lotto n. 940 (non illustrato).2 punti
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Si, Pompeo Magno. Al Rovescio (prua) c'e scritto (C)N. MA G - IMP La C si legge a malapena; MA sono in nesso. IMP è sotto la carena Colpito ed affondato https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-CP/5 https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/1/486 https://numismatics.org/crro/id/rrc-471.1?lang=it Bella moneta2 punti
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Ps.. prendetelo pure come suggerimento per un presente di Natale per me2 punti
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A questo punto a due giorni dall’inizio di Veronafil non posso che ricordare …. Sarò presente al Veronafil, Convegno di Verona, sabato 2 dicembre 2023 alle ore 11 allo stand Numismatica Grimoldi , Fila F Stand 267 Settore 4 Numismatica per dare agli autori e amici del Gruppo Numismatico Quelli del Cordusio, che non l’hanno ricevuto a Milano Numismatica, il pregiato numero 10 del Gazzettino di Quelli del Cordusio. Fino a esaurimento scorte che dopo Milano Numismatica sono poche …2 punti
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Ciao, dovrebbe essere la punta della parte bassa dello stemma del rovescio, è il risultato di una "collisione dei coni"...2 punti
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Egregio, forse ti riferisci a questa discussione che, però, è incentrata sulla pulizia del rame più che sulla spatinatura. Quest'ultima è un'operazione molto delicata perché molto dipende da cosa ha prodotto la patina. Forse, hai unito un'altra mia discussione (che adesso non trovo) che trattava della spatinatura dell'argento: In pratica, immergevo l'esemplare in un piccolo bicchiere di plastica foderato d'alluminio (quello che si usa in cucina) col lato opaco rivolto alla moneta e PERFETTAMENTE coperto dall'acqua cui aggiungevo un pizzico di sale ed un cucchiaino di bicarbonato di sodio. Infilavo il tutto nel microonde e in un minuto a 750 W scaldavo la soluzione (il calore accelera la reazione). La moneta, liberata dalla patina, senza azione meccanica, rimane libera di ripatinare all'aria. Qui sotto puoi vedere il risultato dell'operazione su un paio di esemplari che avevano una patina - per me - non gradevole: Purtroppo questo metodo vale solo per l'argento. Del resto, toccare la patina del rame è sempre controproducente con gli antiossidanti in commercio: rischi di trovarti un tondello d'un colore arancio acceso che difficilmente ripatinerà. Magari, prova prima con la pulitura da me indicata (anch'essa è priva di azione meccanica diretta)... Allego, per confronto, un esemplare in buona conservazione:2 punti
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Tirol Landesverteidigung 1915 Austria Ungheria / Distintivo per berretto della prima guerra mondiale / Difesa nazionale del Tirolo / 1915 Probabilmente lamiera di zinco (c'è anche una versione d'argento o argentata, se ho capito bene) https://rauch-auctions.bidinside.com/en/lot/23786/tirol-tirol-tirol-landesverteidigung-/ Servus, Njk altra ricerca: https://www.google.com/imgres?imgurl=https%3A%2F%2Fwww.suedsteiermarkversand.at%2Fimage%2Fcache%2Fcatalog%2FProdukte%2FKappenabzeichenPatriotika%2F100829-02-500x500.jpg&tbnid=r49-RjyRbJKAyM&vet=12ahUKEwjPtrnu0eaCAxUBRuUKHTHqACoQMygFegQIARBQ..i&imgrefurl=https%3A%2F%2Fwww.suedsteiermarkversand.at%2Findex.php%3Froute%3Dproduct%2Fproduct%26product_id%3D3718&docid=Ga2hjvAS0gebNM&w=500&h=500&q=tirol landesverteidigung 1915&ved=2ahUKEwjPtrnu0eaCAxUBRuUKHTHqACoQMygFegQIARBQ2 punti
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Ciao a tutti, volevo condividere una mia preoccupazione e conoscere le vostre esperienze. Ho sempre pensato che i ladri che entrano nelle case (non parliamo di colpi programmati e pensati per obiettivi particolari, visto che non sono ricco) cerchino soprattutto contanti, oro e quant’altro di facilmente rivendibile. Mi sono fatto questa opinione (magari sbagliata) basandomi su notizie di furti avvenuti nella mia zona, in casa di conoscenti/vicini. L’argento per esempio è di solito snobbato da questo tipo di ladri. Ma penso che, visto che qui i furti sono frequenti, prima o poi possano farmi visita (e ci rimarranno molto male! 🤑) La mia domanda è: La mia povera collezione numismatica (di classiche) composta essenzialmente da argenti e bronzi di modesto valore, può essere appetibile per eventuali ladri (che suppongo non sappiano quanto valgono, ma magari pensano tanto..)? Ripeto, niente monete di valore, tutte in conservazione “media”, molti denari, pochi stateri, qualche NGC, un po’ di bronzi di ogni tipo ma niente oro. Voi avete assicurato la vostra collezione? Se me la rubassero, un po’ mi girerebbero, non solo per la fatica fatta ma anche per il valore economico. ciao!1 punto
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Ciao potete aiutarmi? Pensavo Pompeo ma nn trovo riferimento Pesa 7gr. 30 mm Grazie a tutti RRC 471/1 giusto?1 punto
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DE GREGE EPICURI Concordo con @Mnelao: se misura 30 mm non può pesare 7 g; dovrebbe essere sottile come certi denari medievali, mentre si vede che il bordo è spesso. Bilancia guasta.1 punto
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Per favore... devo tentare di dormire stanotte.1 punto
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Le lire 5 del 1914 furono ( e sono tuttora) tesaurizzate. Come dissi tempo fa, nel corso di una perquisizione in una cassetta di sicurezza (anni 90 ma non chiedetemi di più) io stesso ebbe modo di vedere un paio di rotolini di queste monete e mi colpì che erano di colore nero (i rotolini). Quindi penso che molti facoltosi all'epoca acquistarono queste monete per tesaurizzarle ( e non solo italiani). Poi sarebbe scoppiata la Grande Guerra e l'argento sarebbe schizzato. Un buon investimento... Poi l'oblio ha gettato un velo su tutto ma chissà in quante banche (italiane ed estere) in cassette di sicurezza talvolta dimenticate dormono sonni tranquilli questi esemplari. Ma prima o poi verranno alla luce..così come le monete della nota 56..tutto viene a galla prima o poi...tipo l'oro rubato dai nazisti agli ebrei e custodito in banche svizzere, ricordate? Ma qui siamo di nuovo nella fantanumismatica... Un po come quando da una moneta emerge un imperatore romano sconosciuto..1 punto
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Mi sono permesso di ingrandire la zona della foto e direi che è un puntino. Posizione sicuramente insolita ( almeno io non ho mai visto monete con questa particolarità ), però troppo perfetto per essere un esubero di conio, quindi direi che a mio parere è un "segno".1 punto
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Ciao a tutti, nel caso qualcuno prendesse le presenze x il pranzo di sabato io ci sono.1 punto
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Genny, ti ringrazio per la risposta. In effetti, osservando solo delle foto, hai ragione. In questo caso, avendo la moneta fra le mani, sono certo della presenza del globetto. Ho provveduto a pulire la R di VTR con dell'acqua demineralizzata, in modo da eliminare gli eventuali residui ed ho, poi, di nuovo fotografato la moneta. Cosa difficile da farsi, in quanto non riesco a far risaltare ciò che io vedo con gli occhi. Il globetto, a passarci sopra delicatamente con uno stuzzicadenti, presenta sicuramente uno scalino. Un caro saluto E' quello che ho fatto proprio ora. Ciao e grazie.1 punto
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Ciao @Releo, interessante la tua 1834 con collisione dei conii. Per quanto riguarda il puntino, dalla foto concordo con @gennydbmoney anche perchè ti chiederei di postare il R/ frontalmente, forse sarebbe più facile dare un giudizio. Grazie Buona Serata, Beppe1 punto
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Lotto 16. LUCANIA - Metapontum - (IV Sec. a.C.) Statere D/ Testa di Demetra R/ Spiga di grano; sulla foglia due anfore SNG ANS 453 Ag g 7,89 mm 20 • Ex Crippa, asta Cronos 9, lotto 2 q.BB QUESTO LOTTO NON VIENE SPEDITO FUORI DALL'ITALIA - THIS LOT IS NOT SHIPPED OUTSIDE ITALY. apollonia1 punto
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Per quest'anno hai l'onere come giudice assoluto di scegliere e mettere sul podio tre orrori, in palio gif animate personalizzate Il primo posto avrà una gif più elaborata rispetto il secondo e terzo posto.1 punto
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Mercoledì 29 novembre la Latvijas Banka emetterà una moneta da collezione in argento dalla forma insolita "Ventaglio di raggi di luce" in occasione del 250° anniversario del Museo di Storia di Riga e della Navigazione.1 punto
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Studio nei siti antichi. I nostri gatti di casa e i gatti selvatici si disprezzarono per 2000 anni. Le prime coppie miste negli anni ’60. I gatti, compagni dell’uomo da millenni, hanno da sempre affascinato con il loro comportamento enigmatico. Nuove scoperte confluite in due seggi scientifici pubblicati in questi giorni su Current Biology svelano un intricato capitolo della storia felina, rivelando che i gatti domestici – introdotti dal Vicino Oriente – e quelli selvatici europei hanno mantenuto una notevole distanza genetica fino agli anni ’60, nonostante siano stati a stretto contatto per oltre 2.000 anni. Studiare cani e gatti non significa soltanto far luce scientifica in campo zoologico, ma comprendere – considerata la funzione di questi animali nella vita quotidiana, affettiva e religiosa degli uomini – anche alcuni particolari della nostra storia quotidiana e aver sostegno di informazioni persino in campo archeologico. Un team internazionale di ricercatori delle università di Monaco, Bristol, Oxford e la Royal Zoological Society of Scotland ha condotto uno studio senza precedenti. Gli studiosi hanno analizzato 48 gatti moderni e esaminato 258 campioni prelevati dai resti di gatti antichi provenienti da 85 siti archeologici, luoghi antropizzati che coprono un arco temporale complessivo di 8.500 anni. I risultati sconvolgono la nostra comprensione della storia felina in Europa. Fin dalla loro introduzione nel continente europeo, avvenuta oltre 2.000 anni fa, i gatti domestici furono acerrimi avversari dei gatti selvatici europei. Entrambi avvertivano una reciproca estraneità, al punto da evitare accoppiamenti misti e ciò nonostante i gatti domestici passini anche lunghi periodi all’esterno, nelle loro lunghe esplorazioni. Questo atteggiamento apparentemente segregazionista ha resistito al passare dei secoli fino a circa 50 anni fa, quando, in modo sorprendente, tutto cambiò in Scozia. Ma le coppie miste non sarebbero nate se i selvatici europei non fossero stati biologicamente “disperati”, sull’orlo dell’estinzione. A quel punto dovettero predare sessualmente le femmine dei gatti mediorientali che popolano le nostre case. Il fenomeno riguarda anche i gatti domestici inselvatichiti, che non persero il contatto con le comunità di origine che vivevano presso i centri abitati. La mancanza di feeling tra i due gruppi potrebbe avere radici culturali. La stretta vicinanza all’uomo – e pertanto l’addomesticamento – comporta l’assunzione di un “linguaggio etologico” e comportamentale molto diverso rispetto a chi vive in comunità selvatiche. All’apartheid avrebbe potuto contribuire anche un processo selettivo collegato all’allevamento domestico che, inconsapevolmente, tese a privilegiare i gatti con maggiori possibilità di interazioni comunicative con gli umani. Jo Howard-McCombe dell’Università di Bristol e della Royal Zoological Society of Scotland commenta l’insolita svolta: “I gatti selvatici e i gatti domestici si sono ibridati solo di recente. È chiaro che l’ibridazione è il risultato di minacce moderne comuni a molte delle nostre specie autoctone. La perdita dell’habitat e la persecuzione hanno spinto i gatti selvatici sull’orlo dell’estinzione in Gran Bretagna.” Il professor Greger Larson dell’Università di Oxford aggiunge un ulteriore strato di complessità a questo affascinante mistero felino, affermando: “Tendiamo a pensare ai cani e ai gatti come molto diversi. I nostri dati suggeriscono che, almeno per quanto riguarda l’evitare l’incrocio con le loro controparti selvatiche, cani e gatti sono molto più simili tra loro che con tutti gli altri animali domestici.” I ricercatori sottolineano come il cambiamento nei tassi di incroci sia avvenuto probabilmente a causa della diminuzione delle popolazioni di gatti selvatici e della mancanza di opportunità di accoppiarsi tra conspecifici selvatici. Questo evento, avvenuto solo mezzo secolo fa, ha portato a un rapido aumento degli ibridi tra gatti domestici e selvatici. Il professor Mark Beaumont dell’Università di Bristol offre una prospettiva più ampia, affermando: “La natura del gatto selvatico scozzese e la sua relazione con i gatti domestici selvatici è stata a lungo un mistero. I moderni metodi molecolari e la modellazione matematica hanno contribuito a fornire una comprensione di ciò che è veramente il gatto selvatico scozzese e delle minacce che hanno portato al suo declino.” Un aspetto intrigante di questa ricerca è la comparazione con altri animali domestici. Gli studiosi notano che mentre cani, bovini, pecore, capre e maiali mostrano un pattern di incroci con le loro controparti selvatiche durante le migrazioni, i gatti sembrano essersi mantenuti riservati fino a tempi più recenti. I due studi, che combinano prove archeologiche e analisi genetiche, gettano nuova luce sulla storia felina europea, presentando interrogativi stimolanti per la comunità scientifica. Resta ora da esplorare il motivo di questa inusuale segregazione genetica, così come le implicazioni per la conservazione delle specie autoctone di gatti selvatici in Europa. Con i dati genetici a disposizione, il futuro potrebbe svelare ulteriori segreti degli affascinanti compagni felini dell’uomo. https://stilearte.it/studio-nei-siti-archeologi-i-nostri-gatti-domestici-e-i-gatti-selvatici-si-disprezzarono-per-2000-anni-le-prime-coppie-miste-negli-anni-sessanta-perche/1 punto
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Poi c’è chi crede alla transustanziazione durante l’eucaristia, e quindi? Perchè questo discorso sprezzante? Già, la natura umana, e anche un’ illustrazione molto divertente della parabola della pagliuzza e della trave. Riguardo al tono presumibilmente scherzoso per poter tirarti indietro, « calunniate, calunniate, qualcosa sempre resterà »... Per me ritrovare questo discorso oggi, anche sotto forma di una « battuta », che è alla lettera il discorso che mandò alla deportazione migliaia di massoni, è più preoccupante che l’influenza e i supposti poteri della Massoneria.1 punto
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Ciao prova a cercare Landersverteigung. Dimensioni? Si direbbe un distintivo di un corpo territoriale di difesa.1 punto
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.....il tempo passa e si avvicina anche quest' anno il momento dei premi horror! Esattamente al finir dell' anno a cavallo con quello nuovo, riassegneremo gli horror premi delle due categorie🤭 Intanto vi delizio con altro materiale......😅 5 centesimi Rep. Francese Che dite ha fatto il suo dover? 😎 E st' altro soldo di Lucca? Mi sa anche sfregiato😭 Questo,prima di capire .....🤣 Bellissimo anche questo pezzo 🤥1 punto
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Hai ragione, ma il rischio è troppo elevato, e aumenta sempre più. Tra il tenersi alcune monete a casa, magari a rotazione, e le altre ammirarle in foto, e subire un danno, economico e affettivo, definitivo, mi pare non ci sia proprio storia, non ti sembra?1 punto
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Festeggiamo qui l'anniversario tondo tondo dell'iperinflazione tedesca, che a Novembre del 1923 arrivò al suo culmine: per ricordarla, ecco un fantastilione di marchi! 500.000 / 1.000.000 / 2.000.000 / 100.000.000 / 1.000.000.000 Njk ===== PS: lo so che i fantastilioni li usa solo Zio Paperone, ma se nel '23 l'inflazione andava ancora un po' avanti, anche loro ne avrebbero avuto bisogno1 punto
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di venti T e NE rose sei per vaso da' MO re DIVENTI TENERO SE SEI PERVASO D'AMORE Buona notte. Stilicho1 punto
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Trovo molto difficile esulare da qualcuno che definisce tutti i collezionisti dei “disturbati mentali”…1 punto
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Da come scrive traspare un forte campanile, che è incompatibile con la numismatica. Non è colpa mia se la storia è andata così. Si vede da quello che scrive che ignora episodi monetari campali. Re e imperatori come Federico II hanno portato conii al loro seguito, fino a baroni meno importanti che hanno tenuto vere e proprie zecche itineranti. Perché non avrebbe dovuto Francesco II? Non è altrettanto colpa mia se il culto del sangue di Cristo sia indissolubilmente legato a Longino, centurione lancianese, che lo ha raccolto. sul “prodotti i conii” si tratta di un inciso onnicomprensivo. Il Gonzaga e i suoi furono prostrati dalla sifilide e costretti a rimanere per un po’ nel Regno, il prezzo da pagare per gli abusi inevitabilmente connessi a episodi violenti. Quindi ci furono ampi margini per pensare alle monete e al resto. Mentre certamente le monete furono battute a Napoli. Quanto alle monete ne ho catalogate 4, tre di conio realizzato prima degli otto giorni e una con conio realizzato negli otto giorni. Quanto al soldino non l’ho catalogato da nessuna parte: ho solo detto su questa discussione che per la rarità e l’iconografia potrebbe far parte di quella liberata. Non essendo noti altri elementi non l’ho inserita. Tutto è calcolato al mm con attenzione, altrimenti saremmo a 5. Le consiglio di ampliare i suoi studi e non limitarli alla sola Mantova. Saluti1 punto
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La foto è pessima,ad ogni modo mi sembra solo il prolungamento della gambina della R... Come puoi vedere tu stesso anche la R di REX ha lo stesso prolungamento...1 punto
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È sempre interessante confrontare con l’originale, e non è male per una riproduzione, Ma assomiglia di più a questo elettrotipo per i girini attorno alla testa di Aretusa: https://www.acsearch.info/search.html?id=61136891 punto
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Ciao, a beneficio numismatico della discussione e di quanti sono interessati a questo la moneta non è sicuramente autentica ma si tratta di una riproduzione, visto il bordo e l'aspetto generale della stessa, ottenuta per fusione. Lo confermano anche i diversi esemplari identici trovati sui vari siti di falsi con stessi conii di dritto e rovescio. Posto un esemplare con foto più nitida (🙂) rispetto alle altre trovate ma dove si vede comunque che si tratta di una copia fatta con le stesse matrici. ANTONIO1 punto
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Ma pensa... Io l' trovato sul treno tornando dall' ultimo viaggio a Roma ..🤗1 punto
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Il deprezzamento di questa moneta è impressionante.Molto difficile che,in pochi anni,possa recuperarlo. Ciò non farà piacere ai (s)fortunati possessori che hanno comprato a 50/ 60000 euro e più, che hanno perso fino al 50% netto del valore. Penso,ora,invece, al prezzo della 5 lire 1914...spero che il calo riguardi anche essa,moneta non rara,di buona tiratura,presente in ogni discreta asta di monete italiane, anche in più esemplari,venduta a PREZZO AMMINISTRATO, a mio avviso esagerato.1 punto
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Ciao a tutti, questo non è un post di un universo parallelo, qui voglio solo raccontare la storia di una moneta che ha avuto una vita molto breve, ma che fu per un molto più lungo periodo un simbolo di unità ed - appunto - identificazione di una regione: il Tirolo. Il periodo storico è l'insurrezione tirolese dei primi dell'800, scaturita dal fatto che, in seguito al Trattato di Pressburg del 1805 (tra l'impero austriaco sotto Francesco I e l'impero francese sotto Napoleone Bonaparte) il Tirolo fu annesso alla Baviera. Dal 9 aprile 1809, la popolazione fedele all'imperatore Francesco II d'Austria si sollevò e fu il locandiere Andreas Hofer a guidare la rivolta. L'11 del mese stesso, le sue truppe sconfiggono i bavaresi a Vipiteno e occupano Innsbruck, ma vittoria di Napoleone sugli austriaci dell'arciduca Karl permette ai bavaresi di riconquistare la città. Neanche il tempo di ritirare le truppe napoleoniche, che scoppia una nuova rivolta. Il 25 e 29 maggio, le truppe di Hofer sconfiggono nuovamente i bavaresi a Bergisel ed il 30 si riprendono Innsbruck. La vittoria napoleonica (favorita dall'invio di ben 40.000 uomini) nella battaglia di Wagram del 6 luglio rese vani i successi precedenti. Piegato l'esercito austriaco, vennero eliminate anche tutte le ultime sacche di resistenza. La rivolta fu così definitivamente stroncata e Hofer fu deportato a Mantova e lì fucilato dai francesi a nel 1810. Adesso qualcuno magari si chiede che cosa c'entra tutta questa storia con le monete? Ebbene, nonostante il periodo breve ed assai travagliato, i "ribelli" trovarono appropriato coniare una loro valuta per un periodo brevissimo (tra il 15 agosto e il 14 ottobre 1809), battuta nella zecca di Hall, cioè una moneta da uno e da 20 Kreuzer: tra tutti i guai di una guerra ma non avevano altro a cui pensare?!? qui la mia con la montatura, che aggiungo alla collezione di numisaltra. Qui ribadisco il concetto di unione che esprime il denaro (sempre che non venga imposto), come anche oggi il nostro Euro non è solo un biglietto da visita della comunità europea, ma anche il risultato di un patto di pace stretto tra nazioni che fino a quasi 100 anni fa si bastonavano a vicenda. Il mito di Hofer si cementò nella tradizione, ancora oggi viene ricordato come un eroe, caduto per la libertà. Per l'archivio: 20 Kreuzer / 1809 / Zecca di Hall / Ag. 585 ‰ / Ø 27 mm / 6,65 g. Per saperne di più: La guerra: https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Wagram L'uomo: https://it.wikipedia.org/wiki/Andreas_Hofer La moneta: https://en.wikipedia.org/wiki/Andreas_Hofer_Kreuzer Servus, Njk ============================= Una leggenda sull'esecuzione di Hofer: Quando Andreas Hofer si trovò di fronte ai granatieri francesi che dovevano giustiziarlo sui bastioni di Mantova, diede al comandante delle truppe l'ultima moneta che ancora possedeva: un Haller da venti kreuzer, dicendo che la moneta gli ricordava la sua amata patria. Poi Hofer gridò: "Fate fuoco!"1 punto
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Mi piace aggiungere questo ringraziamento da parte di Nicolò’ Giaquinta e di tutti i giovani prima del suo intervento in Milano Numismatica verso il nostro Gruppo Numismatico Quelli del Cordusio, è’ molto bello, grazie ! https://www.facebook.com/share/v/SQkBdh6GjuYkvQWm/?mibextid=K35XfP1 punto
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Ringrazio in modo particolare @dabbene perché, oltretutto, è sempre disponibile a sostenere chiunque e qualunque iniziativa, ringrazio @El Chupacabra col quale magari ci si rivede per parlare di V.E. II re eletto a Firenze, ringrazio @principesax per avermi indirizzato sulle pubblicazioni di Musarra (di cui, in realtà me ne accorgo solo ora, mia moglie possiede già il volume MEDIOEVO MARINARO), ringrazio @jaconico e @Orodicarta per le chiacchiere e per l'invito (a proposito: non trovate ci sia un po' di Segantini nei buoi delle 50 lire? Magari ne riparliamo nella giusta sede), ringrazio il relatore del centro valdostano per la dritta sul Museo del Mare dell'Elba (immagino sia qui sul forum, ma non so chi sia), ringrazio colui che mi ha mostrato al mio tavolo un asse repubblicano col mitico Giano, forse sestantale, in contrapposizione col mio (sei qui sul forum?). Ma non vi manca già Milano Numismatica? 😊1 punto
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Un grande grazie infine a Marco per tutto quello che ha fatto in questi anni 👏 !1 punto
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Come già fatto di persona ci tengo a ringraziare tutti gli organizzatori e in particolare @dabbene e @El Chupacabraper questo bellissimo evento e per la possibilità di discutere il breve contributo che ho scritto su questa edizione del gazzettino davvero eccezionale! Il workshop ai tavoli è stato molto interessante ed istruttivo come anche gli interventi che si sono susseguiti nella mattinata. Ringrazio anche per il dono della bella moneta ! Ho avuto anche molto piacere a conoscere dal vivo tanti amici del forum che avevo letto sempre con piacere (in particolare @jaconico) Una bellissima giornata; ancora complimenti a tutti!1 punto
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Ma Archimede era anche un matematico, come dimostrò quando Gerone, come ricompensa per aver costruito il suo grande palazzo in poco tempo grazie all’utilizzo della leva da lui inventata, gli disse che sarebbe stato lieto di concedergli qualunque cosa egli avesse desiderato. Archimede pensò un attimo, poi disse: «Maestà, il primo piano del vostro palazzo ha 64 camere e mi conceda un chicco di grano per la prima camera, due chicchi per la seconda, quattro per la terza, otto per la quarta, e così via raddoppiando fino alla sessantaquattresima». Il Re fu sorpreso della richiesta dello scienziato, che gli parve molto modesta... e non vide così esprimendosi, il risolino che si perdeva fra la barba di Archimede. Ma quando diede al suo Intendente l’ordine di provvedere ed ebbe da questi le cifre che alla richiesta si riferivano, non sorrise più... e cercò di accomodare la faccenda con lo scienziato che, come tutti gli uomini di studio, non era attaccato al danaro e alla ricchezza. Tralasciando il calcolo matematico che porta al risultato, il numero di chicchi di grano che Gerone avrebbe dovuto consegnare ad Archimede è 18.446.744.073.709.551.615: un numero di venti cifre che avrebbe procurato un disastro al regno di Siracusa. Per aver un’idea del dramma, il valore in lire italiane del grano sarebbe stato di cinquantacinque milioni di miliardi. Immaginate la faccia di re Gerone quando l’intendente incaricato di soddisfare la richiesta di Archimede gli avrà riferito di che cosa si trattava! - Ah! questi matematici! - avrà esclamato - che razza di filibustieri! E il buon Archimede intanto, si stava forse facendo fra la barba, le più allegre risate... apollonia1 punto
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Posso contribuire alla ricostruzione della storia dei Buoni di Cassa Olivetti in quanto sono il figlio della persona che li ha ideati e ne ha seguito la realizzazione. Sono quindi in grado di fornire qualche notizia che integra quanto pubblicato da Ezio ed Elio Novascone. Nel 1944 mio padre, Dante Giacobini, era il Dirigente con la responsabilità dell’amministrazione alla Olivetti di Ivrea. Nell’Italia tagliata in due dalla Linea Gotica, anche la Olivetti aveva difficoltà per il pagamento di stipendi e di fornitori a causa della scarsa disponibilità di carta moneta (come è noto, il Poligrafico dello Stato, con sede a Roma, non poteva più rifornire il nord Italia). Il problema solo in parte poteva essere risolto con assegni bancari. Mio padre ebbe quindi l’idea di utilizzare per stampare buoni di cassa la carta da lettere che aveva in filigrana il logo della ditta con le lettere ICO (Ingegner Camillo Olivetti). Di questa carta prodotta prima della guerra, che era di qualità molto buona, erano disponibili forti quantitativi. Inoltre la Olivetti disponeva di un’ottima tipografia interna. D’intesa con il “triumvirato” che dirigeva la ditta in assenza di Adriano Olivetti (allora rifugiato in Svizzera), composto da Giovanni Enriques, Gino Martinoli e Giuseppe Pero, mio padre seguì lo studio del modello e fece stampare buoni di cassa da 50, 100 e 500 lire per un ammontare di 20 milioni di lire. Vennero fatte due emissioni per ognuno di questi valori (25 agosto e 7 novembre 1944). Inoltre, furono prodotti anche buoni molto più semplici per importi in centesimi, su cartoncino (dimensioni mm 35X35) con timbro tondo a secco della ditta e indicazione del valore stampata in inchiostro nero (es., Olivetti – 80 centesimi). Questi buoni, noti come “biglietti Olivetti” avrebbero dovuto avere un’esclusiva circolazione interna (sotto l’indicazione del valore figura la scritta “Utilizzabile solo dai dipendenti per gli acquisti presso la Ditta in Ivrea”). L'interesse era forte, perchè lo spaccio Olivetti vendeva anche grano e carne portati a Ivrea (spesso dall’area di Pavia) grazie all’attività del CORISMA (Consorzio Rifornimento Spacci e Mense Aziendali), del quale era Presidente mio padre. La diffusione dei buoni fu quindi molto più ampia del previsto, e al di fuori della ditta. In realtà, venivano accettati da tutti e circolarono ampiamente in Ivrea e in tutto il Canavese in quanto la Olivetti, almeno in quel periodo, dava garanzie maggiori dello Stato. I buoni continuarono a circolare in Canavese fino ai primi anni Cinquanta. Vi era un accordo con le banche di Ivrea che avrebbero ritirato i buoni, che però erano molto apprezzati e di fatto alle banche non ne arrivò nessuno. La Olivetti li distruggeva quando ne veniva in possesso, e questa è la ragione della loro rarità. E' interessante notare che dopo le due emissioni del 1944 la Olivetti non continuò a produrne, ritenendo fosse poco corretto che la ditta pagasse i propri dipendenti con soldi stampati all'interno, che poi venivano usati per acquisti negli spacci della ditta stessa. Questo dà l'idea di quale fosse il senso di correttezza e di giustizia sociale di quei dirigenti che erano stati formati da Camillo Olivetti e influenzati dal suo insegnamento e dal suo esempio. Giacomo Giacobini Giacomo Giacobini1 punto
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Il tema che proponi è estremamente interessante (per me, almeno) e complesso. Proprio questa sua complessità richiede da un lato molta prudenza nell'affrontare le sue molteplici sfumature, dall'altro uno spirito critico non indifferente per evitare di cadere nella trappola del qualunquismo. Studi sul settore ce ne sono molti di più di quello che si possa pensare, anche se al mondo collezionistico la maggior parte di essi possono sfuggire. Immagino quasi tutti abbiano una discreta dimestichezza col Gamberini di Scarféa, che almeno nel contesto italiano ha avuto il merito di essere il primo a trattare l'argomento in una maniera che potremmo definire enciclopedica. Tuttavia la sua opera, se ha il primato dell'originalità, alla luce delle conoscenze attuali ha molti limiti e soprattutto molti errori, sia nella descrizione dei pezzi che nell'individuazione dei prototipi, che come tali pongono interrogativi sulla fruibilità dell'opera per determinati ragionamenti. C'è molto di più. Nel 2002 a Martigny si è tenuto un convegno di livello internazionale di due giorni dedicato proprio alle contraffazioni, i cui atti sono stati pubblicati anni fa. Le ricerche di Lorenzo Bellesia hanno fatto un po' d'ordine sulle emissioni emiliane, in Svizzera ci sono le ricerche di Kunzmann e prima di lui del Martin (più metodiche, ma essendo vecchie di almeno trent'anni richiedono una lettura prudente) e le analisi dei ripostigli a cura dell'Inventar der Fundmuenzen der Schweiz. In Germania ci sono svariati articoli sulla crisi del Kipper und Wipper del 1622 che fu alla base di un fenomeno speculativo molto intenso. Per il mondo delle colonie genovesi Oberlander-Tarnoveanu ha di recente pubblicato un saggio. Senza contare poi ricerche specifiche su un determinato nominale: il gros tournois, l'agontano, ... E via discorrendo. Insomma, la bibliografia è ricchissima, ma essendo molto frastagliata e scritta in diverse lingue può essere di difficile fruizione. Ciò non autorizza a ignorarla né a semplificarla in un solo testo. Io ci terrei a rimarcare un aspetto di base, fondamentale per comprendere il fenomeno e per lo meno parlare una lingua comune, ma che nel post di rick2 è presentato impropriamente. Bisogna distinguere con precisione tra imitazioni, contraffazioni e falsi. Di riflesso, bisogna distinguere tra zecche che hanno coniato imitazioni, zecche che hanno coniato contraffazioni e zecche che hanno coniato falsi. Il testo di riferimento per questo aspetto è il voluminoso "Le zecche italiane fino all'Unità" di Lucia Travaini. Un falso è una moneta coniata da una zecca clandestina, ossia da una zecca non ufficiale, cioé non autorizzata alla coniazione tramite uno specifico diploma imperiale o papale. Una contraffazione è invece una moneta coniata da una zecca ufficiale, quindi legata ad un'autorità ben precisa che, forte di un'autorizzazione, emetteva monete con una tipologia molto simile a quela di uno stato maggiore, di ampia diffusione, modificando semmai qualche piccolo dettaglio nel blasone, nelle legende, ... in modo tale che le insegne o i nomi dell'autorità emittente fossero facilmente confondibili dagli utilizzatori. Il lucro consisteva nel fatto che queste monete avevano un intrinseco inferiore ai prototipi, ma il loro valore nominale era il medesimo di quello della moneta copiata. Non parliamo mai di zecche minori/maggiori, perché le zecche "minori" hanno coniato anche monete genuine e quelle "maggiori" becere contraffazioni. Faccio un esempio molto semplice. Molti conosceranno la cosiddetta "parpagliola della Provvidenza" di Filippo II di Milano. Fu una dei principali divisionali milanesi tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento. Ebbene, di questa moneta furono coniati sia falsi che contraffazioni. Falsi furono coniati dalla zecca clandestina di Cittiglio, nell'attuale provincia di Varese. La zecca non era ufficiale, ma si trovava in un'abitazione privata. Contraffazioni furono invece coniate ad esempio a Mantova, che tutto mi sembra fuorché una zecca "minore". Definizioni di imitazioni, contraffazioni, falsi, moneta di ispirazione sono state fornire di recente in una nuova formulazione aggiornata (non necessariamente univoca), che potremo magari condividere se questa discussione prenderà la giusta piega critica. Sulle modalità di immissione in circolazione, sui rapporti tra "monete prototipo" e contraffazioni/falsi si è scritto molto a sproposito, quasi sempre senza tenere conto dei fattori macro-economici e di dati oggettivi dei ripostigli. Se si riuscisse a ragionare oggettivamente su questi punti la discussione potrebbe sì riuscire a fare un certo ordine. E.1 punto
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