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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/25/23 in tutte le aree
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Ciao a tutti, questo non è un post di un universo parallelo, qui voglio solo raccontare la storia di una moneta che ha avuto una vita molto breve, ma che fu per un molto più lungo periodo un simbolo di unità ed - appunto - identificazione di una regione: il Tirolo. Il periodo storico è l'insurrezione tirolese dei primi dell'800, scaturita dal fatto che, in seguito al Trattato di Pressburg del 1805 (tra l'impero austriaco sotto Francesco I e l'impero francese sotto Napoleone Bonaparte) il Tirolo fu annesso alla Baviera. Dal 9 aprile 1809, la popolazione fedele all'imperatore Francesco II d'Austria si sollevò e fu il locandiere Andreas Hofer a guidare la rivolta. L'11 del mese stesso, le sue truppe sconfiggono i bavaresi a Vipiteno e occupano Innsbruck, ma vittoria di Napoleone sugli austriaci dell'arciduca Karl permette ai bavaresi di riconquistare la città. Neanche il tempo di ritirare le truppe napoleoniche, che scoppia una nuova rivolta. Il 25 e 29 maggio, le truppe di Hofer sconfiggono nuovamente i bavaresi a Bergisel ed il 30 si riprendono Innsbruck. La vittoria napoleonica (favorita dall'invio di ben 40.000 uomini) nella battaglia di Wagram del 6 luglio rese vani i successi precedenti. Piegato l'esercito austriaco, vennero eliminate anche tutte le ultime sacche di resistenza. La rivolta fu così definitivamente stroncata e Hofer fu deportato a Mantova e lì fucilato dai francesi a nel 1810. Adesso qualcuno magari si chiede che cosa c'entra tutta questa storia con le monete? Ebbene, nonostante il periodo breve ed assai travagliato, i "ribelli" trovarono appropriato coniare una loro valuta per un periodo brevissimo (tra il 15 agosto e il 14 ottobre 1809), battuta nella zecca di Hall, cioè una moneta da uno e da 20 Kreuzer: tra tutti i guai di una guerra ma non avevano altro a cui pensare?!? qui la mia con la montatura, che aggiungo alla collezione di numisaltra. Qui ribadisco il concetto di unione che esprime il denaro (sempre che non venga imposto), come anche oggi il nostro Euro non è solo un biglietto da visita della comunità europea, ma anche il risultato di un patto di pace stretto tra nazioni che fino a quasi 100 anni fa si bastonavano a vicenda. Il mito di Hofer si cementò nella tradizione, ancora oggi viene ricordato come un eroe, caduto per la libertà. Per l'archivio: 20 Kreuzer / 1809 / Zecca di Hall / Ag. 585 ‰ / Ø 27 mm / 6,65 g. Per saperne di più: La guerra: https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Wagram L'uomo: https://it.wikipedia.org/wiki/Andreas_Hofer La moneta: https://en.wikipedia.org/wiki/Andreas_Hofer_Kreuzer Servus, Njk ============================= Una leggenda sull'esecuzione di Hofer: Quando Andreas Hofer si trovò di fronte ai granatieri francesi che dovevano giustiziarlo sui bastioni di Mantova, diede al comandante delle truppe l'ultima moneta che ancora possedeva: un Haller da venti kreuzer, dicendo che la moneta gli ricordava la sua amata patria. Poi Hofer gridò: "Fate fuoco!"4 punti
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Salve, Mi dispiace, ma sinceramente non vi capisco, la metà se non di più degli argomenti della sezione identificazione riguardano la richiesta di autenticità, ma questo non vi scoraggia dal comprare una moneta antica (un denario, forse la moneta antica la più facile da falsificare) da un privato che vende un po’ di tutto, con foto sfocate, senza dati ponderali, e a un prezzo un po’ troppo attraente. Ecco il suo clone, un falso trovato sul sito FAC, con una foto migliore già si vede il bordo limato nella parte superiore del rovescio e le bolle di fusione. https://www.forumancientcoins.com/fakes/displayimage.php?pid=63723 punti
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Buongiorno a tutti gli amici del forum, dopo un periodo di assenza dovuto a intensi impegni, torno volentieri a condividere con voi un mio recente acquisto, un sesterzio carino di Faustina II proveniente dall' asta: Dr. Busso Peus. Descrizione moneta dell'asta: Kaiserliche Prägungen Marcus Aurelius für Faustina II. Sesterz 161/164, Rom. Büste / Salus mit Patera auf Thron, davor Altar mit Schlange. 11h. RIC 1667; C. 202. 22.80 gr. 33,5 mm.2 punti
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Giusto per tornare su un tema ancora parzialemente aperto e più volte discusso. La casa d'aste da questa moneta a Mathasunta (cosa che il notro curatore @Poemenius esclude categoricamente per diversi motivi). Però la assegna alla zecca di Cartagine (che non mi pare sia mai stata in mano agli ostrogoti) lotto 752 Ostrogothic Italy, Mathasunta (536-540). AR Half siliqua, in the name of Justinian I, Carthage mint, 537-552. Obv. Diademed, draped and cuirassed bust right. Rev. Monogram; above, cross; below retrograde S; all within wreath. Cf. MIB 53 (Siliqua, normal S); Cf. Sear 254 (same); Ranieri 310 (Ravenna); CNI X, 1. AR. 0.81 g. 12.00 mm. R. VF. Giustiniano? La "D"? Theodato?2 punti
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Buonasera a tutti, oggi pomeriggio ho avuto un po' di tempo libero. Ne ho approfittato per mettere un po' di ordine tra le foto delle mie monete. Non ricordo se vi ho mostrato questi due ramini di Ferdinando I. Sono in condizioni per me tranquillamente collezionabili. Poi il primo, quello marziano, mi è stato regalato da @motoreavapore il secondo suggerito da @gennydbmoney, li ho messi insieme per uno scatto e non è male questo quadretto. FERDINANDO I 5 Tornesi 1819 Magliocca 456 Magliocca 456a Saluti Alberto2 punti
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Rispunta l'antica moneta del conte Sanseverino Vimercati Dono dell’ex concittadino Dominoni. L’unico esemplare custodito in Comune era stato trafugato decenni fa La moneta coniata dal conte Sanseverino Vimercati nell’ultima fase del XIX secolo veniva utilizzata in paese CASTEL GABBIANO - L’antica moneta torna in municipio. Il merito è di Costantino Dominoni, originario del paese, ma da tempo residente in un’altra località. Nei mesi scorsi ha ritrovato tra i beni dei propri avi un esemplare del cosiddetto ‘gettone’, una moneta che fece coniare il conte Alfonso Sanseverino Vimercati, per otto anni senatore del Regno, durante i governi della Sinistra storica, tra il 1881 e il 1888. In quel periodo Vimercati Sanseverino mise in atto questa iniziativa per favorire il commercio in paese. Sulle monete venne raffigurata la testa di profilo dello stesso conte, mentre sul retro il torrione medievale (dongione) di villa Griffoni Sant’Angelo. «L’unica moneta custodita in Comune era stata trafugata decenni fa, adesso abbiamo l’occasione di riportarne una – sottolinea il sindaco Giorgio Sonzogni – grazie alla generosità e all’attenzione di Dominoni. Vogliamo celebrare con i cittadini questo ritrovamento e la successiva donazione. Per questo diamo appuntamento ai cittadini a sabato alle 10 in comune. Distribuiremo anche un piccolo opuscolo informativo, contenente dei cenni storici del paese e del periodo in cui le monete del conte Sanseverino Vimercati erano utilizzate per i commerci nel nostro territorio». Alla cerimonia interverrà anche il presidente del gruppo cultura l’Araldo Mario Cassi, che presenterà una relazione storica. La villa appartenuta alla nobile famiglia del senatore del Regno All’epoca del conio, le proprietà del conte, molto estese in varie parti della Lombardia, comprendevano anche la zona di confine tra Cremasco e Bassa bergamasca. Il senatore, ereditò nel 1878 dal padre Faustino oltre a tutti i possedimenti anche la Villa Griffoni Sant’Angelo situata in paese, che divenne la sua dimora abituale di villeggiatura, ma anche la base per seguire e controllare i suoi vari interessi nella zona. Gabiano anticamente, poi Gabbiano e dal 1862 Castel Gabbiano, sin dalle origini fu un piccolo borgo costruito intorno al castello, che rimase in piedi fino al 1600, con la sua torre che ne divenne il simbolo. Tutt’intorno si sviluppo un piccolo centro rurale di forma quadrata, difeso da una struttura con mura e fossato. Nel secolo XVIII il castello venne sostituito dalla villa che assunse la funzione di casa di villeggiatura gentilizia con il grande giardino all’italiana. Nel contempo l’antico borgo divenne parte dell’azienda agricola dei Sanseverino Vimercati. L’antica torre rimase al suo posto ed è tuttora lì, a fianco della dimora. https://www.laprovinciacr.it/news/cronaca/423928/rispunta-l-antica-moneta-del-conte-sanseverino-vimercati.html2 punti
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Ciao Rocco e ciao a tutti. Come puoi vedere @Rocco68 è buona, non un falso. Una mia curiosità ora, ti è mai capitato di vederne un'altra di 56 completamente senza punteggiatura? Un saluto Raffaele.2 punti
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Buongiorno a tutti,un grano bislungo particolare,busto maturo al dritto e croce di Gerusalemme piccola al rovescio,ribattuto su tornese di Filippo Il...2 punti
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Buongiorno, ho terminato da pochi giorni la lettura del libro, ho apprezzato molto i testi, semplici e molto documentati, oltre alla qualità delle immagini, con molti ingrandimenti che permettono di apprezzare in pieno i particolari di questa monetazione, che rompe decisamente con la produzione milanese dei sovrani precedenti. Resta inteso che questa cesura interessa praticamente la monetazione europea, dovuta soprattutto al massiccio afflusso di metalli preziosi dalle Americhe, ma la possibilità di coniare monete di grande modulo ha permesso un ampio utilizzo della moneta a scopi propagandistici, perché la maggiore superficie disponibile consente la trasmissione di messaggi più articolati. Come si può non restare colpiti dai ritratti di Carlo V su queste monete, dove viene rappresentato alla stregua di un imperatore romano ed alle quali i contemporanei non potevano rimanere sicuramente indifferenti. Queste costituiscono la testimonianza della solenne dimostrazione del sorgere di un nuovo potere, che sanciva la fine del disordine ed il termine delle "guerre horrende de Italia". Nel testo di Antonio emerge anche il ruolo rivestito da Leone Leoni, un grande artista poliedrico, testimone dello scorcio del Rinascimento, forse uno dei primi a comprendere le possibilità offerte dall'adozione di questi nuovi nominali di grandi dimensioni. I suoi tentativi di creare monete con raffigurazioni complesse sono stati a volte frustrati da questioni tecniche, ma le monete effettivamente emesse e circolanti rappresentano una decisa cesura con lo stile della monetazione precedente, con un maggiore realismo e la chiara volontà di esaltazione della figura di Carlo V. Un testo assolutamente da leggere, un vero e proprio "must" che deve essere presente nelle biblioteche dei collezionisti e studiosi delle monetazione milanese e di Carlo V. Grazie Antonio Federico2 punti
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Buonasera, dopo una lunga assenza dal forum, prendo come spunto questa discussione per mettere in evidenza anche le storie personali dei vari protagonisti che ruotano intorno a una moneta. La moneta è molto consumata ma si legge ancora bene la sigla F N. F e N sono le iniziali dello zecchiere Francesco Notarbartolo. La carica di zecchiere era molto ambita fra i nobili siciliani e oltre che acquisirla per meriti, parentela la si otteneva anche tramite l'acquisto. La mamma di Francesco Notarbartolo, Francesca vedova di Placido Notarbartolo, fornisce al figlio i capitali per l'acquisto della carica pubblica di maestro di zecca anche il fratellastro di Placido, Ugone, aiuterà economicamente il nipote Francesco questo per il consolidamento del casato. Tutto questo è scritto nell'interessante articolo "Dalla periferia al centro: I Notarbartolo duchi di Villarosa (secoli XVIIXVIII)" di Lucia Craxi nella rivista Mediterranea - ricerche sroriche - Anno IX 2012 pp 57 - 80 Ho allegato il file augurandovi buona lettura. Antonio Dalla+periferia+al+centro.pdf2 punti
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Grazie, uso sempre la stessa tecnica, impostazione macro e foto fatta al sole, risaltano i dettagli della moneta ed il suo reale colore della patina.2 punti
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Teodorico, in equilibrio tra due mondi Secondo sovrano barbaro di Roma dopo Odoacre, Teodorico fu spregiudicato nella conquista del potere, ma accorto nella sua gestione. Seppe far convivere sudditi di origini e religioni diverse. https://www.storicang.it/a/teodorico-in-equilibrio-tra-due-mondi_16308 Alla metà del V secolo gli ostrogoti erano subordinati agli unni e stanziati nella pianura pannonica (l’odierna Ungheria). In seguito divennero “federati” dell’impero d’Oriente e come tali s'insediarono in Macedonia; ma il governo di Costantinopoli, che preferiva non averli ai suoi confini, li incoraggiò a indirizzarsi sull’Italia conferendo al loro re Teodorico il titolo di patricius, vale a dire di difensore della città di Roma e di governatore per conto dell’impero dell’Italia e della Dalmazia. Vinto e ucciso a tradimento nel 493 il re degli eruli Odoacre, che nel 476 aveva deposto l’ultimo imperatore della pars Occidentis, Teodorico, risiedendo nella capitale di Ravenna, inaugurò una politica di convivenza tra goti e romani, basata sulla distinzione dei compiti, ma attenta a evitare soperchierie e quindi attriti. Sotto il suo regno, l’Italia divenne la principale potenza territoriale d’Europa. L’altorilievo raffigura il duello tra Teodorico e Odoacre, re degli eruli. XII secolo, basilica di san Zeno a Verona Foto: Scala, Firenze Oltre all’Italia, i suoi confini includevano la metà occidentale dell’antica Illiria e la porzione della Rezia corrispondente grosso modo alle attuali Svizzera e Austria. Teodorico aveva conquistato anche la Gallia meridionale, persa tuttavia all’inizio del VI secolo; era inoltre importante il legame personale che lo congiungeva all’altro grande regno goto nella penisola iberica. I privilegi concessi a Teodorico ne facevano una sorta di viceimperatore per la parte occidentale, al punto che il sovrano seguiva un cerimoniale delle apparizioni pubbliche non dissimile da quello dell’imperatore vero e proprio; era chiamato augustus dai funzionari romani al suo servizio in una linea di continuità rispetto al passato. Tuttavia, Teodorico ebbe sempre l’accortezza di farsi chiamare rex, mai imperator, in modo da non creare dissidi con Bisanzio che, già preoccupata per i suoi vasti poteri, avrebbe avuto una ragione in più per contrastarlo appena fosse stato possibile. Non si trattava però di un rex Gothorum, cioè di un sovrano della sola “nazione” germanica, come si può verificare per gli altri regni dell’Europa del tempo, ma di un titolo che gli veniva attribuito senza specificazioni etniche, in modo da coinvolgere anche i sudditi latini. A questa saggia ed equilibrata politica interna egli accompagnava un estremo dinamismo nei rapporti con gli altri regni romano-barbarici: si alleò, anche con una costante politica matrimoniale, con visigoti di Spagna, franchi di Gallia, burgundi. Insomma, la sua azione prese gradualmente a configurare una sorta di soluzione federativa germanica dell’Occidente, nonostante l’ascesa dei franchi di Clodoveo agli inizi del VI secolo ponesse un serio pregiudizio alla supremazia teodoriciana. Statua bronzea del re Teodorico raffigurato con la sua armatura. XVI secolo, tomba dell’imperatore Massimiliano, chiesa francescana di Innsbruck Foto: Scala, Firenze Latini e germani Teodorico era, istituzionalmente parlando, l’unico goto ad avere, come patricius, la cittadinanza romana; per il resto, goti e romani convivevano in un regime di separazione giuridica. I primi, che istituzionalmente erano “federati” dell’impero, si occupavano solo delle cose militari; i secondi, solo di quelle civili. Il fatto che i goti fossero ariani mentre i “latini” (come sempre più spesso venivano definiti dalla loro lingua ufficiale) seguaci della Chiesa che aveva accettato il concilio di Nicea (325) favorì lo sviluppo della vita parallela delle comunità, ciascuna delle quali aveva i suoi edifici di culto, il suo clero e la sua liturgia. Sarebbe stata possibile un’altra strada, cioè quella di promuovere l’integrazione tra le due comunità, favorendo per esempio i matrimoni misti? È difficile dirlo: Teodorico aveva trascorso l’infanzia come ostaggio a Costantinopoli, dove aveva ricevuto un’educazione romana; tuttavia, se in lui la convivenza di due culture si deve considerare naturale, non si può dire altrettanto per l’insieme dei goti. Nelle diverse nationes scaturite dall’ insediamento dei germani entro i confini dell’impero d’Occidente l’assimilazione tra i romani e i nuovi arrivati fu un processo piuttosto lento. Nonostante le numerose differenze tra le situazioni regionali, è possibile evidenziare alcuni caratteri comuni di natura sociale e culturale. Il modello prevalente nell’organizzazione delle società romano-germaniche si basava sulla separazione fra un esercito a prevalenza germanica e la popolazione civile, romana. Questo fece sì che nei diversi regni romano-germanici vigesse un sistema di duplici (o molteplici) diritti. Tuttavia, il caso italico era differente, in quanto formalmente la penisola era parte dell’impero e, come scriveva Cassiodoro, «qualunque cosa venga associata all’Italia obbedisce al diritto romano». In effetti manca per il regno ostrogoto un codice per i germani. L’Editto di Teodorico, testo in 154 articoli di discussa attribuzione (potrebbe appartenere alla Spagna visigotica e a Teodorico II), è comunque ispirato al diritto romano. Le cariche civili rimasero dunque in larga parte nelle mani dei latini. Non mancano tuttavia casi di latini che svolgevano un ruolo nella militia gota. I rampolli maschi dell’aristocrazia gota venivano allevati a corte, secondo la tradizione germanica. L’esercito era guidato da duces scelti dal re. Rispetto a quella terrestre, la difesa marittima è meno considerata; i germani, con l’eccezione dei vandali, non avevano grande consuetudine con la navigazione, e la supremazia bizantina nel Mediterraneo in questo periodo era da considerarsi indiscussa. Tuttavia anche i goti dovevano aver acquisito una qualche dimestichezza. Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, eretta per volere di Teodorico nel 505 come luogo di culto ariano Foto: Gabriele Croppi / Fototeca 9X12 Il governo Lo splendore della corte teodoriciana (chiamata domus o palatium) a Ravenna doveva ricordare quella imperiale. Purtroppo il palazzo di Teodorico non esiste più, ma si può comunque ammirare nel magnifico mosaico della basilica di Sant’Apollinare Nuovo, fatta edificare dal sovrano come cappella palaziale. Le scelte di Teodorico mostrano con chiarezza la sua attenzione per la valorizzazione dell’antico, ma anche per un rinnovamento che seguisse il solco di tale tradizione: il materiale di spoglio dei templi abbandonati e cadenti avrebbe dovuto essere utilizzato per abbellire nuove costruzioni. A Ravenna non sono molte le applicazioni di questo principio, ma è l’intera edilizia monumentale a illustrare il progetto teodoriciano, appoggiato dall’aristocrazia gota, di raccogliere l’eredità della Roma antica. Oltre alle chiese e al suo palazzo, Teodorico vi fece restaurare il celebre acquedotto di Traiano, quasi interamente rovinato. Goti e italici avevano i medesimi doveri nei confronti del fisco. Era forse più difficile sottoporre i goti a un costume, quello della tassazione, nuovo per loro. Si registrano a questo proposito provvedimenti regi, per esempio quello contro i goti di Andria che si rifiutavano radicalmente di versare le tasse allo stato. Teodorico cercò di dare impulso all’economia. La sua opera più celebre furono le bonifiche, delle quali egli parlava come di una gloria del suo tempo. Per i commerci era previsto l’appalto triennale sul teloneum, una tassa sui commerci che gravavano tanto sull’acquirente quanto sul compratore. È stato ipotizzato che a coprire il ruolo di telonarii fossero gli ebrei del regno. Verso di una moneta in oro che raffigura Teodorico. Sul recto è raffigurato il coevo imperatore d’Oriente. VI secolo Foto: Bridgerman / Aci Nonostante, in teoria, la monetazione avrebbe dovuto ricalcare per le stesse ragioni quella imperiale, sappiamo che l’effigie del re goto veniva impressa sulle monete, in quanto in una lettera si tratta dell’istituzione di un funzionario preposto al controllo di tale attività. Il sovrano era anche considerato giudice supremo; per processi particolarmente spinosi e di grande rilevanza, quindi, le parti in causa potevano essere convocate alla presenza del re, che si serviva poi di appositi funzionari per ciò che riguardava la parte amministrativa. La successione Nel 518 l’imperatore Giustino I accettò di riconoscere Eutarico come successore designato di Teodorico, del quale aveva sposato la figlia Amalasunta. Tuttavia, Giustino intraprese una dura politica di persecuzione antiereticale; a farne le spese furono, tra gli altri, anche gli ariani. Nel nord Italia si verificarono diversi disordini che vedevano i goti ariani e gli ebrei da una parte, i cattolici dall’altra. La repressione fu dura, ma in due anni la questione parve risolta. Nel 522, come segno di distensione fra le comunità cattolico-latina e ariano-germanica, Teodorico scelse di affidare il consolato ai due figli di Boezio, al tempo magister officiorum. Ma nello stesso anno Eutarico morì, lasciando Amalasunta e due figli, Atalarico e Matasunta, ancora in tenera età; si riaprì così il problema della successione, nella quale il senato romano era a quanto pare convinto di avere voce in capitolo. Nel 523 il patricius e console Albino scrisse alcune lettere all’imperatore Giustino nelle quali si discuteva, appunto, della successione. Tali lettere vennero però intercettate e Albino fu accusato di complotto ai danni del regno di Teodorico. Nonostante sia probabile che Albino avesse alle spalle buona parte dell’élite romana, per quanto possiamo capire non tutti auspicavano una rottura definitiva con il sovrano. Voluto dal sovrano stesso e realizzato intorno al 520, il mausoleo di Teodorico è tra i più noti esempi di architettura funeraria visigota Foto: Scala, Firenze A spingere verso un’accusa per alto tradimento fu infatti un altro patrizio e console anziano, Cipriano; in qualità di magister officiorum Boezio assunse la difesa: pur sostenendo la falsità delle accuse mosse da Cipriano, affermò che, qualora Albino avesse fatto qualcosa, lui stesso e il senato avrebbero dovuto esser ritenuti colpevoli: non solo la mossa era azzardata, ma aveva il sapore di una presa di posizione radicale nei confronti di Teodorico. È probabile che, a questo punto, fosse in atto un dissidio fra la corte di Ravenna, che ovviamente parteggiava per Teodorico, e l’aristocrazia latina di Roma: una divisione fra quanti a Roma avrebbero visto di buon occhio un intervento bizantino e i latini, fedeli invece al potere goto, fra i quali Cassiodoro. A seguito delle sue parole, e forse di alcuni documenti falsificati, Boezio fu incarcerato a Pavia con l’accusa di tradimento e di magia; nel 525 venne condannato e messo a morte. Alla morte di Teodorico, sarà Amalasunta, sua unica figlia, ad assumere la reggenza Nello stesso anno Giustiniano era succeduto a Giustino I: fu lui ad accogliere l’ambasceria di papa Giovanni I il quale, per conto di Teodorico, chiedeva invano la cessazione delle persecuzioni contro gli ariani. Intanto Teodorico, dati i cattivi rapporti con il nuovo imperatore, designò il nuovo successore senza chiedere il parere di Giustiniano, ma consultandosi solo con l’aristocrazia gota. La scelta cadde sul nipote Atalarico, al tempo circa decenne. Questo e l’elezione del papa Felice IV furono gli ultimi atti pubblici di Teodorico, che morì nel 526. La figlia Amalasunta assunse la reggenza, ma gli anni che seguirono furono difficili e portarono al rapido deteriorarsi del potere goto in Italia. Per saperne di più Storia dei Goti. Herwig Wolfram, Res Gestae, Milano, 20211 punto
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DE GREGE EPICURI Moneta prodotta in Sardegna dopo l'occupazione romana, quasi sempre riconiata su moneta punica. Per questo probabilmente il rovescio sembra pasticciato.1 punto
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Buonasera, complimenti, mi piace molto, veramente bello anche quello del post 57. Di questo mi piacciono in particolare lo scudo le aquile... Sinceramente tutto. Saluti Alberto1 punto
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Ciao, Il dritto va capovolto (testa di lione), è un bronzo seleucide di Antiochos VII https://www.acsearch.info/search.html?id=113050371 punto
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Ciao @giantieppo95 Una moneta di Arcadio o Onorio dalla tipologia VIRTVS EXERCITI, Costantinopoli. https://www.nummus-bible-database.com/monnaie-58530.htm1 punto
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Coronato con Arcangelo e scudo circolare, proveniente da asta Gadoury. Moneta originariamente chiusa in slab AU 55. Segno di zecchiere: T. Zecca: L'Aquila. Peso: 3,96 grammi.1 punto
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Se pesa tra 20 e 40 g potrebbe essere un asse del periodo repubblicano di Roma , tra il 200 e il 150 aC. Ma chiaramente è una supposizione, vista la conservazione! Purtroppo oramai non puoi migliorarlo in alcun modo1 punto
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Sembrerebbe la "larva" di un asse repubblicano.1 punto
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Come peraltro anche il 90% di quelli spacciati per aes signatum o parti di tali che si trovano in vendita nelle aste1 punto
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Ciao @marcocalo bronzo di Antiochos Soter, Atena al dritto. https://www.acsearch.info/search.html?id=99399771 punto
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Il deprezzamento di questa moneta è impressionante.Molto difficile che,in pochi anni,possa recuperarlo. Ciò non farà piacere ai (s)fortunati possessori che hanno comprato a 50/ 60000 euro e più, che hanno perso fino al 50% netto del valore. Penso,ora,invece, al prezzo della 5 lire 1914...spero che il calo riguardi anche essa,moneta non rara,di buona tiratura,presente in ogni discreta asta di monete italiane, anche in più esemplari,venduta a PREZZO AMMINISTRATO, a mio avviso esagerato.1 punto
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Ecco https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=627&lot=61 Buona giornata apollonia1 punto
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In questo bronzo di Side della stessa tipologia Atena/Nike ma di conio diverso, la contromarca è molto simile a quella sul bronzo in discussione e potrebbe raffigurare un’ape. Greek PAMPHYLIA. Side. 3rd to 1st centuries B.C. Æ. 3.45 g, 18 mm. Head of Athena right in a Corinthian helmet; a bee (?) countermark / Nike advancing left holding a wreath and a palm; pomegranate in field to left; ΣΙ- ΔΗ beside. SNG von Aul 4803 (c/m). Cf. SGC 5440. Good Very Fine; particularly attractive with a glossy brown patina contrasted by reddish soil (removable, but who would want to?). apollonia1 punto
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Francesco Notarbartolo nato a Enna nel 1686 muore a Palermo il 28/10/1750 (le sue iniziali sono presenti su un'oncia del 1750 e nello stesso anno sono presenti anche quelle di Placido Notarbartolo P N) e lo zio Ugone nominerà il figlio di Francesco, Placido, erede particolare. Le monete coniate a Palermo dal 1750 al 1758 hanno la sigla P N cioè Placido Notarbartolo Placido Notarbartolo muore il 13/11/1783 Antonio1 punto
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Bisogna impostare la lingua cliccando sui tre puntini verticali posti in alto a destra, quindi selezionare "SETTING" e scorrere l'elenco fino a trovare la voce "LANGUAGE SETTING"; cliccando su "LANGUAGE" compare l'elenco per selezionare la lingua voluta.1 punto
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@Matteo91se hai incassi tracciati non ti devi preoccupare di nulla.. e un po’ difficile su questo dispositivo spiegarti la normativa.. ti consiglio di parlare con un commercialista così potendo interagire ti toglie tutti i tuoi dubbi e sulla base di quel che devi fare ti spiega le condotte da seguire considera che nello svolgimento di attività vi sono molte normative da seguire.. con una discussione di 20 minuti con un commercialista ti togli tutti i dubbi1 punto
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La dac7 impone degli obblighi di comunicazione all’autorita fiscale su operazioni transnazionali (ebay ricordatevi che e estera..) ma poi si applica la legge fiscale, e per quanto ne sappia la vendita sporadica di un oggetto usato o da collezione non è un provento tassato..1 punto
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Che io sappia, qualora riuscissi a venderle con un plusvalore, tale plusvalore non sarebbe tassato. Sempre che tu non venda monete da investimento. Non ci sono limiti quantitativi. Poi quanto chiedi e molto generico - ‘per non avere problemi’ di che tipo? Hai qualche paura / preoccupazione specifica?1 punto
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Salve, il regnante è Francesco I d Austria, la zecca Kremnica (B) però a me sembra un falso perché la moneta ,che indica un valore di 10 (penso) Kreutzer, era in argento e quello sembra rame.1 punto
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Grazie Tiziano per il prezioso feedback!! E' vero, anche in Spagna la pubblicazione sta riscuotendo un ottimo successo. Vista la tematica trattata era prevedibile un interesse non solo da parte della platea strettamente milanese. Certo, da loro il "nostro" Carlo V Imperatore era Carlo I Re, ma questo è un altro discorso Inserisco di seguito il collegamento alla video-recensione realizzata da Adolfo Ruiz Calleja, direttore di Blog Numismatico.1 punto
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Ho terminato la lettura libro e devo fare i complimenti all'amico Antonio. Mi è piaciuta molto la scelta di elencare la monetazione in base all'anno di emissione invece che di quella per nominale in ordine decrescente, apprezzata anche la scelta di elencare le varie varianti e per ognuna di essa la fotografia, in generale tutte le monete ottimamente riprodotte, della moneta. La ricerca nei testi, nelle varie collezioni private e pubbliche e nei musei rende completa la pubblicazione grazie anche al capitolo dei nominali mai emessi. Ho visto che nella penisola iberica apprezzano la pubblicazione. Ti auguro che il libro abbia il successo meritato!1 punto
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Quello che vi propongo è uno stralcio dell'art. 2 del Regolamento provvisorio dell'Amministrazione della Regia Zecca (ASNA, Ministero delle Finanze, busta 2156). Il documento, datato 1° aprile 1813, presenta l'organigramma della Zecca dove, stranamente, non figura il Maestro di zecca. Il testo prosegue con la descrizione dei compiti di ogni figura elencata nel suddetto articolo e, come si è sempre sostenuto, ci furono due incisori principali: "uno per i ritratti" e "l'altro per i rovesci"; "principali" perché, come scrive lo stesso regolamento, "essi avranno de' travagliatori sotto la loro dipendenza, e degli allievi per istruirli". Da altro documento è palesato come il Rega avesse, per la realizzazione di un nuovo conio, il doppio del soldo dell'Arnaud: per il conio del dritto di una piastra il Rega guadanò 300 ducati, mentre l'Arnaud 150.1 punto
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Direi che l'argomento è spinoso e molto delicato. Del resto mi pare che il mondo della numismatica ami da sempre il cosiddetto status quo, quello per intenderci precedente alla pubblicazione del mio volume sull'indagine sulla numismatica e sul collezionismo. Si tende infatti a collezionare alcuni errori, varianti, rarità, solo perchè in passato c'è stato chi li ha definiti così, ignorando che nella maggior parte dei casi si trattava di esemplari creati a bella posta e fatti fuoriuscire illegalmente dalle zecche attive in Italia. Vi invito a leggere il mio volume (che lo rammento, certi soggetti pretendevano venisse sottoposto a sequestro), farsi naturalmente una propria idea e poi orientarsi verso un collezionismo SANO e non tendente in maniera esasperata ad avere in collezione "pezzi unici o quasi"... Poi ognuno è libero di continuare a pensarla come vuole... A proposito...diffidate del Tuttologo di turno (mamma mia quanti ce ne sono)...la numismatica è una cosa seria e quasi mai l'esperto ad esempio di monete romane è esperto anche di monete della Magna Grecia o di quelle contemporanee.1 punto
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Ciao @elledi. Hai sganciato una bomba a Idrogeno. Se esiste il modo per discriminare tra monete coniate nel 1901 e coniazioni postume e può essere dimostrato in maniera rigorosa, probabilmente andrebbe scritto un articolo a riguardo. Comprendo e condivido il fatto di non condividere tale informazione su un forum, che non è un ambiente consono (su un forum tali info possono essere inserite dopo). La pubblicazione in rivista con annessa revisione tra pari può dare molta forza a quella che fin quando non scritta nero su bianco rimane solo una (molto) autorevole ipotesi.1 punto
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Prima dell' estate ad un'asta acquistai molto materiale che accantonai non avendo il tempo di controllarlo approfonditamente. Durante questi giorni di pioggia ho ripreso in mano un po' dello stesso e curiosando ho trovato delle cose che non pensavo di avere acquistato. Sono venuti fuori due albumini che non avevo notato, sfogliandoli con curiosità ho notato che erano appartenuti ad un ragazzino inglese nel dopoguerra. Come incentivo alla conversazione se fa piacere di tanto in tanto posterò qualche pagina.1 punto
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Anche chi produceva questi albumini metteva una cura che oggi non esiste più, ..che a rileggere oggi trovo quasi commovente. È in inglese ma credo non ci siano problemi per la traduzione.1 punto
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Il nostro giovane collezionista (desumo 'giovane' dalla calligrafia) si chiama Edward P. Taylor, e nella prima pagina dell'album mette anche l'indirizzo, 83 Elm Road, New Malden (Surrey). L'albumino al giovane Edward fu regalato forse da una parente/ amica che si chiamava Edie, Infatti la dedica dice: Much Love from Edie Christmas 1950. Siamo in un'epoca dove ai giovani si regalavano cose intelligenti, dove si era meno ricchi ma più attenti. ..ma per carità non voglio fare polemica sennò rischio di rovinarmi la giornata.1 punto
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A proposito di simboli massonici sulle monete... tra cui la "N speculare"... https://storianumismatica.wordpress.com/2017/08/25/simboli-massonici-e-coniazioni-italiane-dalla-sicilia-borbonica-al-piemonte-sabaudo/1 punto
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Forza! Mostrarci le vostre 32!!! Ci sono anche le reimpresse se non ricordo male... e magari esce fuori qualche curiosità...1 punto
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