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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/18/23 in tutte le aree
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Buon pomeriggio. La moneta di cui di seguito posto la foto (diametro 25 mm per un peso di 14,28 grammi), l'avrei identificata come un asse di Adriano. Leggo infatti, se non erro, HADRIANVS AUG COS III PP e al rovescio ROMA S C con la raffigurazione di ROMA (?) in piedi che regge con la mano destra un Palladio e con la sinistra una lancia. Chiedo cortesemente conferma sulla identificazione ed, eventualmente, un parere complessivo sulla moneta. Grazie4 punti
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Scusami se ti rispondo in ritardo ma sono stato molto impegnato in questi giorni. In pratica diciamo la stessa cosa ma con vedute diametralmente opposte. Quello che io indico con un periodo di crisi dovuto ai venti di guerra che portarono Ferdinando a "spogliare" le chiese con grossi introiti di materia prima per battere moneta, se non erro da te viene invece considerato come il motivo che ha portato a battere moneta con peso inferiore a quello ufficiale. Le due vedute, in maniera semplicistica, portano me a pensare che il tarì sia falso per il peso basso (ovviamente non è solo il peso a determinare il mio pensiero) e a te invece che tale "alleggerimento" possa essere giustificato proprio dal bisogno di denaro in un momento di crisi. La zecca era un Ufficio serio, con persone all'interno professionali e ben remunerate che avevano l'OBBLIGO di battere moneta di giusto peso e lega. Basta leggere uno dei tanti testi in cui sono elencati gli ufficiali di zecca e le loro rispettive mansioni (con conseguenti responsabilità) per comprendere che mai si sarebbe potuta coniare una moneta con questi dati ponderali. Il re magari poteva anche far finta di nulla ma il popolo no. Poi per sottolineare il momento di crisi riporto un frame estratto dal lavoro del Bianchini "Storia delle finanze del Regno di Napoli", p. 333. Insomma l'argento c'era... e tanto rispetto ad altri periodi. Per ultimo ma non ultimo. Per un provvedimento del genere, cioè la circolazione forzosa di moneta che non rispettava le direttive, sarebbe stato necessario una serie di comunicazioni alla popolazione, bandi e quant'altro necessario in cui veniva informata sulla natura delle stesse e che, considerando la crisi, erano da ritenersi buone a tutti gli effetti... Ad ad oggi sarebbe sicuramente rimasta traccia di un simile provvedimento. Io credo di aver terminato i miei argomenti e piena libertà ad ognuno di pensarla diversamente.3 punti
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Aggiungo qualche foto della interessantissima conferenza3 punti
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Si è vero, non ci avevo pensato, ma l'unica con la regina Vittoria che possiedo (1⁄24 shilling del 1877) non ha quello stemma, verrà utilizzato anche con Edoardo VII e Giorgio V. quella che presenti con quella cornice dovrebbe essere il valore più piccolo, forse il 1⁄52 shilling con la regina Vittoria metà ottocento, che per l'appunto mi manca Oppure il 1⁄26 shilling che ha lo stesso stemma: 1⁄26 Shilling - Victoria - Jersey – Numista2 punti
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Leggo solo adesso e confermo la serietà, professionalità e disponibilità della Casa Editrice Classica Diana. Meno male che tutto si sia risolto.2 punti
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Il cero è uno delle sette insegne dogali Per ringraziarlo della sua assistenza nelle trattative per l’atto di pace con il Barbarossa, Papa Alessandro III concesse al Dose Sebastiano Ziani il privilegio di farsi precedere nelle cerimonie pubbliche da un cero bianco, quale segno visibile di onore e dell’amore del Papa. Il cero, portato dal cappellano del Dose, originariamente era simbolo di penitenza, ma venne presto trasformato in insegna d’onore, di privilegio e fedeltà. In seguito divenne un accessorio inseparabile dal Dose stesso, tanto che se per qualche motivo la suprema carica non vi partecipava, anche il cero era escluso dalla processione.2 punti
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Questo ritrovamento e la curiosità che ti ha spinta a venire sul forum a chiedere informazioni non sono fatti casuali ma è un chiaro segno che DIO DENARO onnipotente ti sta dando: è ora di cominciare ad interessarsi a Lui e alla Sua forma monetale. Non voltare le spalle alla Sua luce.2 punti
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Ciao Carletto, Forse Thurium, Lucania, con un tondello piccolo (il diametro medio è di circa 15 mm) ΘOY-PIΩN al rovescio. https://www.acsearch.info/search.html?id=46029892 punti
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Il discorso è abbastanza complicato, specialmente per quanto riguarda gli stati sabaudi, cerco di spiegarmi in maniera semplice, spero di riuscirci... Partiamo dal presupposto che gli stati sabaudi non erano uno stato omogeneo. C'erano tre sistemi monetari in corso, uno per il Piemonte, uno più forte per Nizza e Aosta e uno ancora più forte per i territori al di là delle Alpi. Questo per dire che la moneta coniata al di là delle Alpi valeva di più di una coniata in Piemonte cioè aveva più metallo di valore. Questa è solo una premessa... Nello stesso momento sui vari territori esistevano vari tipi di monetazione quella basata sul Grosso e quella basata sulla Lira. Cioè esistevano monete multipli di grossi e sottomultipli di grossi e monete basate sulla Lira che valeva 20 soldi ed ogni soldo 12 denari. Nel caso della tua moneta si tratta di un sottomultiplo del Grosso cioè una moneta da un quarto di grosso. Esistono nella monetazione sabauda anche dei quarti sottomultipli del Soldo vengono chiamati quarti ma sono quarti di soldo. Emanuele Filiberto ha cercato nel 1562 di unificare le monetizzazioni sabaude con l'unico conto della lira e dei suoi sottomultipli ma non è riuscito nel suo intento. A complicare ancora le cose per un lungo periodo vi era l'abitudine di usare una monetazione in Fiorini, per questo è difficile da spiegare... Posso dirti che ad esempio sotto Carlo Emanuele I circolavano monete in fiorini, lire e grossi.... Noi abituati ad un sistema solo e unificato non siamo abituati a questa situazione, sarebbe come se circolassero abitualmente euro rubli dollari e sterline insieme, tutte con un suo valore diverso! A questo va aggiunto che siccome il valore della moneta era dato dalla quantità di argento o oro contenuto nella moneta, per scambi commerciali e transazioni, spesso venivano utilizzate monete di stati vicini o monete "straniere" comunque ben accette su quei territori, creando quindi una miscellanea di circolante veramente varia! Come ti avevo anticipato il discorso è complicato, non so se sono riuscito a spiegarmi abbastanza, ma se qualcosa non è chiaro, come penso, chiedi pure!2 punti
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Le monete classiche , nel mio caso le repubblicane , riservano sempre delle conoscenze inaspettate se da queste si riesce ad indagare a fondo sulle legende , sulle iconografie o sui nomi che accompagnano le immagini dei rovesci , ricerche che in teoria potrebbero servire a proporre anche nuove ipotesi . Sono da sempre convinto che le monete antiche acquisiscono un valore collezionistico personale ancora maggiore quando da esse si estraggono quante piu’ notizie possibili , numismatiche e storiche , almeno per mia cultura la penso cosi’ , ma naturalmente non e’ una regola uguale per tutti . Fatta questa breve premessa passo ad illustrarvi quanto da me ignorato prima della ricerca storica su un’ Asse che recava nel rovescio , sopra la classica prua di nave , il prenome e nome M. ATILI Notizie tratte da Wikipedia : La Gens Atilia , a volte scritta storicamente Attilia , era una famiglia plebea di Roma che salì alla ribalta all'inizio del IV secolo a.C. Il primo membro di questa Gens ad ottenere il consolato fu Marco Atilio Regolo , nel 335 a.C. Gli Atilii continuarono a detenere le più alte cariche dello stato per tutta la storia della Repubblica e fino alla prima epoca imperiale . Gli Atilii , ramo dei Reguli , erano i più illustri della loro Gens . Il cognome Regulus è un diminutivo di Rex , piccolo Re , Signore , Principe . Questa famiglia salì alla ribalta al tempo delle guerre sannitiche e continuò fino all'intervallo tra la prima e la seconda guerra punica , quando fu soppiantata da quella dei Serranus o Saranus . Gli Atilii Serrani (Sarani) continuarono fino al tempo di Cicerone , prima di svanire nell'oscurità . Alcuni esponenti della Gens Atilia , esempio Marco Atilio Serranus , portavano il cognome "Serranus". Secondo quanto detto da Virgilio nel nono libro della sua Eneide, la forma in questione perpetuerebbe il nome di uno dei giovani Rutuli sorpresi nel sonno da Niso (durante la guerra fra Rutuli e Troiani) che nel corso della sua aristìa fa irruzione nel ricco padiglione del condottiero Remo , il quale verrà da lui massacrato con gli accompagnatori personali e alcuni guerrieri ai suoi ordini , tra i quali un adolescente chiamato appunto Serrano . Nel testo latino Serrano è definito insignis facie , ovvero "bellissimo d'aspetto" , espressione che per molti traduttori andrebbe intesa in senso non solo fisico , ovvero chi è bello è anche buono (il concetto di Kalokagathia , mutuato dal mondo greco) e dunque benvoluto ; il suo assassinio , che perdipiù è effettuato tramite decapitazione , al pari del suo condottiero Remo e dei commilitoni Lamiro e Lamo , sarà motivo di grande dolore per l'esercito rutulo . D'altronde il poema virgiliano celebra esplicitamente questa gens nel libro sesto , quando Anchise mostra al figlio Enea nei Campi Elisi i futuri protagonisti di Roma , tra i quali anche uno degli Atilii caratterizzati dall' agnomen . " Uccide vicini tre incauti schiavetti distesi in mezzo alle armi e lo scudiero di Remo; uccide anche l'auriga, sotto i cavalli scovatolo; con la spada gli recide la gola riversa. Poi tronca la testa al loro signore, e lascia che il corpo rantoli in grosso fiotto; caldo di sangue nerastro si imbibisce a terra il giaciglio. E ancora Lamiro e Lamo e il giovinetto Serrano, che in quell'ultima notte a lungo aveva giocato, bello d'aspetto; le membra domate dal dio gravemente, stava disteso; fortunato, se ancora avesse prolungato il gioco per tutta la notte, fino a che non spuntasse la luce " (Virgilio , Eneide , IX ) " Chi te, o grande Catone, potrà passare sotto silenzio, e te, o Cosso? chi la stirpe di Gracco o la coppia - due fulmini in guerra - degli Scipiadi, rovina della Libia, e la frugale forza di Fabrizio, o te, che nel solco, Serrano, affondi i semi?" (Virgilio , Eneide , VI) In foto tre esemplari 2 assi e 1 Denario che recano i nomi M. ATILI , M.ATIL e SAR emesso da uno o forse due Marco Atilio (Saranus) , personalmente dubito che entrambe le versioni appartengano allo stesso monetiere di questa Gens pur avendo lo stesso prenome Marco , lo deduco anche per il motivo che la seconda versione con M. ATILI o ATIL viene datata circa al 148 a.C. (Cr.214/2) , mentre la prima versione con SAR , circa al 155 a.C.(Cr.199/2) Considerando che Marco Atilio Sa(r)ranus fu Triumviro monetalis circa nel 151 a.C. e che probabilmente costui fu il figlio di Marco Atilio Serrano Pretore del 174 , le sue monete dovrebbero recare l'iscrizione SAR , quindi queste monete potrebbero appartenere al tipo 199/2 , anno 155 , mentre le monete con iscrizione M. ATILI o M. ATIL , dovrebbero appartenere ad un altro M. ATILIO , forse nipote del primo M. ATILI SARANUS il Pretore del 174 , oppure potrebbero ricordarlo postumo ; due Marco Atilio Sarano sono conosciuti tramite due personaggi , insieme al monetiere del 155/148 a.C. , o probabilmente sono le stesse persone : Marco Atilio (C. f. C. n.) Serranus , Pretore nel 174 a.C. , al quale venne assegnata la Sardegna e gli fu affidato il comando della guerra in Corsica . Marco Atilio (M. f. C. n.) Serranus , Pretore in Hispania Ulterior nel 152 a.C. , sconfisse i Lusitani e prese la loro città principale, Oxthracae. Non ho trovato altre notizie sul personaggio . In foto due Assi recanti al rovescio M. ATILI e M. ATIL e un Denario con al rovescio SAR1 punto
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Buonasera a tutti! Sbirciando fra le ciotole, incontro spesso il franco 1960. Se sono a conoscenza di varianti controllo sempre. Sono quasi certo di aver trovato il franco con lo "0" grande, ma chiedo un vostro gentile parere. Alcune caratteristiche note del franco 1960, "0" grande sono: Il 9 e il 6 più vicini, il 9 più steso e coda più lunga. Per riconoscerlo è molto utile l'intervento di @NoNmi4PPLICO e @nikita_ nella discussione di qualche tempo fa che allego. La moneta con lo "0 " grande dovrebbe essere quella a sinistra. Grazie per il Vostro apprezzato aiuto1 punto
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Veramente una bella moneta, complimenti Tempo fa del Jersey la più vecchia che avevo era con Giorgio VI anni '30, poi pian piano ho aggiunto Edoardo VII (trovata in ciotola) e Giorgio V, e poi finalmente Vittoria.1 punto
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Complimenti davvero! era tosta ! è 1/26 shilling del tipo ancora con ritratto giovanile Il mio esemplare è del 1844 ed è stato un regalo di compleanno della mia ragazza1 punto
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Secondo me è giusta la tua identificazione del rovescio come Roma con lancia rovesciata e Palladio (RIC II 824), mentre nella RIC II 824 var. Roma ha in mano la Vittoria. Bel bronzo. apollonia1 punto
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Dall'alto della mia pochissima esperienza direi che, legenda a parte, il ritratto non lascia molti dubbi sul fatto che sia Adriano, mi fermo qui aggiungendo solamente che la moneta personalmente mi piace molto 😃1 punto
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Nessuno vuol negare l’importanza dello studio della sequenza dei conii ma non si può disconoscere l’utilità dell’analisi metallografica nella ricerca archeonumismatica, come dimostra anche la conclusione della voce “Numismatica” sull’enciclopedia Treccani (https://www.treccani.it/enciclopedia/numismatica_res-e5b6514f-87ea-11dc-8e9d-0016357eee51_%28Enciclopedia-Italiana%29/). Dal quadro delineato si può concludere che la n., seguendo la strada tracciata nei secoli precedenti e soprattutto nel secolo scorso da studiosi quali T. Mommsen, B. Borghesi, C. Cavedoni, F. Lenormant, Fr. Hultsch, ha sviluppato e approfondito con numerose opere e nuovi strumenti di lavoro (per es. la sequenza dei conii o l'analisi metallografica) i suoi indirizzi di ricerca. Anche suk forum è riconosciuta l’importanza dell’analisi metallografica di monete antiche, per esempio nel post di acraf che riguarda uno studio sul passaggio dai quadrigati ai denari https://www.lamoneta.it/topic/155555-isotopi-argento-su-quadrigati-e-denari/ apollonia1 punto
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Buongiorno, purtroppo la mia esperienza effettiva con l'autenticità delle monete del nostro Paese è di gran lunga inferiore alla mia conoscenza delle monete napoleoniche, poiché per molti anni ho collezionato e studiato generalmente solo le monete di Napoleone I e della sua famiglia. Posso però fornire alcune informazioni di riferimento: innanzitutto, la provincia di Fung-Tien (scritto FengTian in cinese Pinyin) è una provincia della Cina nordorientale, predecessore della provincia di Liaoning e luogo di nascita della dinastia Qing, l'ultima dinastia del Cina. Il valore nominale della moneta nella tua foto è 1/2 yuan e l'epoca di conio è stata il 25° anno di Guangxu (come mostrato nella foto), ovvero il 1899. Considerando le condizioni, lo stato di conservazione di questa moneta fung-Tien sembra essere compreso tra BB e SPL. Se si tratta di una moneta autentica, il prezzo di riferimento di BB-SPL è compreso tra 12.000 euro e 23.000 euro. Va premesso che oggi è molto difficile acquistare una moneta autentica e in buone condizioni ad un prezzo molto basso. Se tu e i tuoi amici non avete un modo migliore per identificare l'autenticità, il modo migliore è inviare la moneta a PCGS per l'autenticazione. So che non ti piacciono le scatole di plastica, ma comunque, la loro esperienza nel giudicare l'autenticità è molto migliore rispetto al collezionista medio. Sai, il servizio principale fornito da questo tipo di azienda è determinare l'autenticità. Una volta determinata la sua autenticità, sentiti libero di smaltire la scatola di plastica esterna. Ho usato Google Translate per tradurre dalla mia lingua madre, spero che tu possa capire.1 punto
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Questi denari li trovi nel Bollettino di Numismatica n. 12 sulla zecca di Milano della collezione di Vittorio Emanuele III a partire da pagina 104. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Benvenuto @Apostolus A prima vista le tue monete sembrano autentiche, ed è già molto, spesso tanti che esordiscono con poi tirano fuori le riproduzioni di monete romane che una nota casa dolciaria regalava negli anni '70. Non è il tuo caso, ed è sicuramente un buon inizio Perchè prosegua altrettanto bene, mi permetto di spostare la discussione nella sezione delle Identificazioni dove troverai senz'altro chi saprà risponderti meglio di quanto non possa fare io. Di nuovo ben arrivato e buona permanenza nel forum. petronius1 punto
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Ciao a tutti, ciao @incuso io sulle banconote non mi sbilancio, sto ancora imparando, qui vorrei solo confrontare le mie idee: intanto, il mio parere è che non sia un artefatto, direi che c'è stato un problema durante la stampa, qui alcune considerazioni: 1) Il "CENTOMILA" speculare non si dovrebbe vedere su questa banconota appoggiata su di una superficie 2) Un ombra circolare che si interrompe con i bordi del disegno? 3) altri particolari speculari? 4) Il disegno in primo piano manca, ma gli elementi di base (le linee diagonali) sono presenti, non credo si possa cancellare a posteriori certi elementi senza intaccare quelli sottostanti. In questa sezione conosco molta gente preparata, vediamo poi cosa dicono Servus, Njk1 punto
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Il mezzanino di Andrea Dandolo e quello di Michele Steno, che lo riprende per l'utilizzo a Verona e Vicenza, sono le uniche monete che hanno il cero. E chissà per quale motivo... Arka Diligite iustitiam1 punto
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io ipotizzo che venissero donate ad appartenenti all'arma di Fanteria a ricordo e riconoscenza a seguito degli eventi bellici. tratto da un'asta Bertolami1 punto
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Scusate la seconda foto va al primo posto1 punto
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Pur non sapendolo fare, so che lo studio del conio (più che il semplice confronto), considerando anche la sua evoluzione, del consumo, delle eventuali rotture intercorse etc.. è molto importante. Non è l’unico parametro come hai detto anche tu, ma (quando è possibile farlo) è molto interessante.1 punto
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niente... Si vedono qualche righe verticali in basso, sopra l'ornamento. In araldica il ROSSO si rappresenta con linee verticali ed allora cerchiamo un paese freddo con una bandiera con quel colore? o forse penso troppo? 🤣1 punto
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Probabilmente la spiegazione di un’iconografia così particolare resta quella riportata nell’articolo apparso si Cronaca Numismatica nel 2019 https://www.cronacanumismatica.com/quello-scambio-di-cortesie-tra-doge-e-papa/?fbclid=IwAR2Ck0B2YdCOlh1g99fa06V2NrqLc-GKcnFXMk1hcYBzSLGmDDj_kYX7goU già citato in una precedente discussione su questo mezzanino “Ragion di stato” e riferimenti a passate glorie, insomma, come si addiceva ad un erudito storico quale fu Andrea Dandolo stesso, autore di una importante opera storica che sarebbe stata la principale fonte per la storia della Serenissima fino all’Ottocento, la Chronica per extensum descripta...1 punto
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...in un momento in cui la peste era ancora ben lontana da Venezia.1 punto
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...peccato per il tondello tagliato non perfettamente rotondo (vedendo la completezza dell’impronta al rovescio in corrispondenza del bordo “rifilato”, escluderei una tosatura post-coniazione..) Non sarà perfetto come quello di @Arka... ...ma a me piace molto! Cosa mi affascina di questa moneta? Ovviamente, la riproduzione del Cristo Risorto, un piccolo gioiello di sapore pre-rinascimentale... è già stato scritto più volte, ma come non pensare subito, vedendo il rovescio della moneta, a quest’altro capolavoro?1 punto
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Il valore delle monete venne impresso in maniera saltuaria praticamente fino al 1700. Fino ad allora i periodi storici in cui il valore era impresso sui vari nominali furono pochi. Durante la repubblica Romana si mettevano dei punti sui nominali che andavano dall'oncia all'asse: 1 asse = 12 once Praticamente la moneta da due once (sestante) veniva rappresentata con 2 puntini, quella da tre once (quadrante) con 3 e via dicendo. Con la riforma di Augusto si crea un sistema monetario in cui è il peso, la dimensione e il colore a permettere la distinzione. Quadrante: 3-4 g circa 15-17 mm di diametro, simile alla moneta da 1 o 2 centesimi. Asse da 10 grammi in rame del diametro di 27-28 mm (fase iniziale) poi calante fino a 23-24 mm. Sesterzio da 25-27 grammi in oricalco (tipo ottone) e del diametro di 33-35 mm (fase iniziale), poi 28-29 mm. La differenza tra le due monete in mano era evidentissima. Non vi era bisogno di mettere alcun segno distintivo. Più delicato il dupondio: Inizialmente in oricalco ma con le dimensioni fisiche dell'asse, dopo alcuni decenni venne modificato per evitare confusione. Le monete più vecchie, sporche e consunte, rischiavano di essere confuse con gli assi. Il buon Nerone inserì la corona radiata per distinguerlo dall'asse. Il trucco di utilizzare piccole caratteristiche diverse per differenziare i nominali venne utilizzato come scrivevo fino a pochi secoli fa. In epoca medioevale denari e mezzi denari si differenziavano principalmente per il diametro (non era semplice essere sensibili alle differenze ponderali). La distinzione era quindi essenzialmente fatta ad occhio. Nella stessa epoca Romana, la famosa serie di 3 monete introdotte da Costanzo II intorno al 348 includeva 2 nominali simili la cui principale distinzione era nel verso con cui era rappresentato l'imperatore (oltre che nel titolo di fino che però non era rivelabile dagli utilizzatori). Il nominale maggiore aveva un diametro da 24-25 mm per 5 grammi di peso. L'imperatore guardava verso destra. Nel nominale intermedio (probabilmente valente la metà del primo) le differenze ponderali col primo erano veramente piccole. Tuttavia l'imperatore era rivolto verso sinistra. Un terzo nominale era simile al primo ma con un diametri di 18-20 mm e un peso di 2.5 -3 g circa, rendendolo quindi facilmente distinguibile dal primo. In definitiva spesso e volentieri quando si poteva si evitava di inserire il valore del nominale. Questo spesso (ma non è il caso di assi, dupondi e sesterzi) portava l'indubbio vantaggio di poter ritariffare le monete all'occorrenza. Ad esempio il gruppo da tre monete di Costanzo II di cui sopra fu quasi certamente ritariffato in maniera pesante. Alcuni articoli suppongono che inizialmente il nominale maggiore valesse 1000 denari e poi a seguito di ritariffazione 10.000. Stessa cosa per le monete del periodo di Diocleziano, dove i cosiddetti Folles (che poi in realtà non si sa come si chiamavano veramente) vennero ritariffati da 12.5 denari a 25 denari (mi sembra nel 295). Mentre la moneta in argento, originariamente valutata 50 denari, veniva ritariffata a 100 denari.1 punto
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Ciao Rispo : un anello a sigillo, usato realmente come tale, ha sempre un certo spessore, deve essere premuto su una superficie calda e usato molte volte. Un conto è incidere uno stemma su un anello per mostrare il proprio blasone, o incidervi sopra uno stemma di fantasia o un monogramma : ma un anello a sigillo è innanzi tutto un sigillo, una sorta di arnese, per cui la solidità, lo spessore non è un elemento marginale, al contrario. Saluti.1 punto
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Figurati, da quando non cerco più la soluzione dei tuoi rebus, faccio sogni di deprimente banalità.1 punto
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Innanzi tutto, ringrazio l'amico @caravelle82 per la promozione sul campo, ma io sono solo un appassionato dilettante, nel senso che mi diletto di monetazione romana imperiale. @Cerusicus Intanto, vedo che già altri ti hanno risposto. Molto bene! Dal canto mio, proverò a scrivere qualcosa da semplice appassionato, appunto (e quindi, per logica di cose, con tutti i miei limiti) Le tue domande non sono affatto semplici e richiederebbero risposte articolate, difficili da condensare in un semplice post, spesso neppure esaustive se pensi che su alcuni argomenti (vedi solo la differenza tra assi e dupondi) si discute tutt'ora, anche sul forum. Considera solo il fatto che l'impero romano (d'occidente...poi c'è anche quello d'oriente....) e' durato quasi cinque secoli e che nel corso del tempo il sistema monetario e' cambiato più volte non solo per effetto di riforme, ma anche come conseguenze di cambiamenti politici (pensa alle usurpazioni), economici, sociali....E parliamo solo di monetazione "imperiale" "ufficiale" ....ma c'è anche la ricchissima monetazione provinciale.... Ecco perchè direi che, come sempre, una buona partenza e' lo studio, con l'approfondimento che ne consegue. Non credo molto nel "mordi e fuggi": la sintesi estrema può essere utile, ma e' per definizione incompleta e non esauriente . Io sono partito dai testi (il mio primo libro e' stato "Monete romane" di Savio) cui ho unito la lettura di articoli, di vecchie discussioni sul forum, la visione di immagini di monete e quindi l'osservazione diretta di esemplari che mano ho iniziato a raccogliere. Poi il confronto: confrontarsi con chi ne sa più di te, con chi porta l'esperienza, la competenza e lo studio e' davvero arricchente. Penso che prima di tutto occorra capire di cosa stiamo parlando, ovvero di cosa siano un sesterzio, un dupondio , un asse (ma non solo...), da dove siano nati (pensa al periodo repubblicano) , di quale metallo siano fatti, di che rapporti avessero tra di loro, di come siano cambiati nel tempo.... Ops...vedo che parlato più che altro di me e in realtà ho evitato (furbescamente) la risposta! Per tornare a bomba, ti segnalo alcune discussioni che ti saranno sicuramente utili, dall'indice della nostra sezione di "monete romane imperiali": Poi, usa il motore di ricerca: sul forum c'e' praticamente tutto. Ciao. Stilicho1 punto
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Medaglia devozionale francescana, bronzo/ottone, della seconda metà del XVII sec. ( molto probabilmente e stata prodotta nell'ultimo quarto del XVII sec.). D/ Ostensorio romano (SS. Sacramento) con all'interno l'Eucarestia con il trigramma IHS, raggiato, appoggiato su nubi.- R/ A mio parere, ritengo che sono rappresentati i cinque protomartiri Francescani uccisi in Marocco nel 1220, i cui nomi erano Bernardo, Ottone, Pietro, Accurzio e Adiuto. Non Comune. Ciao Borgho1 punto
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Buonasera, segnalo fra i vari servizi della trasmissione Report del 15/10/2023 quello riguardante le "OPERE D'ARTE E COLLEZIONI PRIVATE", vi consiglio di guardarlo, tocca i temi della notifica delle opere d'arte(nello specifico quadri) e dell'eventuale esportazione....a Voi i commenti P.S. Si può vedere su RAIPLAY cercando Report, il servizio è verso la fine della trasmissione1 punto
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Dalle foto mi sembra di vedere bei rilievi su ma soprattutto una gradevole brillantezza su entrambe le monete. Direi che siamo sullo spl+ per il due lire, e un qspl/spl per il 50 cent.1 punto
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.. se n'è già discusso anche di questo .. .. scusate se ripeto le risposte, ma qualcuna sfugge tra questa e l'altra discussione dedicata..1 punto
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Salve, la moneta è questa del link: 5 Jiao - Guangxu - Fengtien Province – Numista ma sulla sua conservazione nonchè sulla sua autenticità non so pronunciarmi.1 punto
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Mi hanno scritto. Gentilissimi. Mi avevano già inviato il libro ma - e questo è un mistero perché questa estate c'è quasi sempre stato qualcuno in casa - non mi è stato consegnato o comunque non è mai arrivato un avviso di giacenza in posta. Quindi è tornato indietro. Detto ciò spero che il volumetto ci sia ancora e che sia possibile averlo. Grazie a tutti per i vostri interventi1 punto
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Ciao Amici, era un bel pezzo non postavo piú nulla di mio nel forum, ho pensato di fare cosa gradita vedendo ultimamente qualche discussione su Pisa e i suoi Talleri volevo fare vedere questo pezzo in alta conservazione ricordando a chi si cimenta su queste monetazione, che i pezzi dei Medici non sono comuni, sono tutte rare, altre date molto di piú! un saluto Il Fofo1 punto
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Salve. Condivido una piastra 120 grana 1849 di Ferdinando II. Mi sembra sia dello stesso conio della piastra di Raffaele. Saluti a tutti.1 punto
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Mi rendo conto sempre di più che fino agli anni 70 80 l'Italia ha creato capolavori in filatelia, addirittura i classici italiani sono apprezzati in tutto il mondo, questo riflette la deriva culturale del paese. Peccato ad ogni emissione perdiamo un'occasione. Quello che dici è 'verissimo' !!1 punto
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Ecco un testo in tiratura limitata edito da Civitella Roveto (AQ) dove sono riportate tutte le notizie di archivio e catastali dei vari accordi tra Stato Pontificio e Regno di Napoli (Regno delle Due Sicilie dal 1816) dal medioevo al 1840, data dell'accordo definitivo e dell'ubicazione del 686 cippi di confine disposti lungo il confine da Terracina a Porto d'Ascoli, non è un fregio ma una medaglia a tutti gli effetti in quanto commemora un avvenimento ed un accordo politico di grande importanza per la storia d'Italia, è quindi una delle medaglie storicamente più importanti in assoluto, e non solo per la massa di circa un kg, come detto giustamente da Massimiliano è in ferro e non in bronzo, e trattata stesso all'epoca con una vernice nera antiruggine. Essa è datata 1840 ma venne prodotta certamente dopo il 1846, questo perchè lo stemma papale affiancato a quello dei Borbone di Napoli riporta da un lato le insegne di Gregorio XVI (1831-1846) e dall'altro quelle di Pio IX (1846-1878). Essa è presente nell'opera sulle decorazioni e medaglie di Pio IX a firma Franco Bartolotti, nel Ricciardi, nel D'Auria al numero 196 e nella recente opera di Gianluigi Boccia sulle medaglie e decorazioni di Gregorio XVI. Su internet c'è il blog di un esperto scalatore di Cittaducale, un tale Giuseppe Albrizio (che ha svolto un'ineccepibile opera di volontariato meritevole di medaglia premio) che ha fotografato cippo per cippo. Eccola come si presentava nella scatola lignea. Buona lettura a tutti. http://www.lemiepass...n&id=5&Itemid=8 http://www.lemiepass...&layout=default http://www.lemiepass...&layout=default Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us1 punto
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@odjob purtroppo questa volta siamo solo riusciti a garantire la "diretta" e non abbiamo avuto la possibilità di registrare la conferenza.0 punti
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