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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/13/23 in tutte le aree
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Buonasera, è da poco passata la mezza Notte, possiamo dire tranquillamente che oggi è il 13 Ottobre 2023. Voglio ricordare Gioacchino Murat.... Lo faccio riportando alcune note di Wikipedia ed una foto di un ritratto che ce lo ricorda in tutta la sua indiscutibile bellezza. Riporto anche la sua Sentenza a Morte. Nell'ascoltare la condanna capitale Murat non si scompose. Chiese di poter scrivere in francese l'ultima lettera alla moglie e ai figli (i quali, postisi sotto la protezione della bandiera del Regno Unito, furono poi trasferiti dagli austriaci a Trieste), che consegnò a Nunziante in una busta con dentro alcune ciocche dei suoi capelli. Volle confessarsi e comunicarsi, prima di affrontare il plotone d'esecuzione che l'attendeva, e venne fucilato a Pizzo il 13 ottobre 1815. Di fronte al plotone d'esecuzione si comportò con grande fermezza, rifiutando di farsi bendare. Pare che le sue ultime parole siano state: «Risparmiate il mio volto, mirate al cuore, fuoco!» (Gioacchino Murat) Saluti Alberto5 punti
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Ogni volta che ritorno a Pizzo, è d'obbligo la visita nel luogo dove fu ignobilmente gettato il suo corpo e dove non furono mai ritrovati i suoi resti mortali, nonostante le ricerche fatte dai suoi famigliari nel tempo. Il Castello con le minuscole finestrelle delle celle. La Chiesa in cui spero riposi in pace... E la lapide a ricordo4 punti
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Da un punto di vista numismatico, invece, ripropongo volentieri la medaglia per la distribuzione delle bandiere alle legioni provinciali, che ebbi modo di mostrare qui sul Forum un paio di anni fa. Riporto anche il link della discussione, dove ne descrissi la storia:3 punti
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Buongiorno a tutti, oggi posto una delle mie piastre da 120 Grana millesimo 1836 apparentemente sembra essere il modello Base come direbbe Sergio @motoreavapore. Ne posto anche un ritaglio per un dettaglio che mi farebbe pensare ad una correzione sul conio ( correggetemi se ho sbagliato il termine). Mentre la maneggiavo pensavo a chi l'avesse tenuta in mano, cosa ci avesse acquistato ai suoi tempi. Poi mi sono chiesto chissà nell ' ottobre del 1836 cosa accadeva nel Regno Delle Due Sicilie. Il Web è di grande aiuto nell' immediato. In pochi passaggi ho recuperato qualche notizia, purtroppo non piacevole. Infatti proprio ad Ottobre del 1836 Napoli era interessata da una seconda ondata di Colera che già dall' anno prima imperversava per tutta la nostra Penisola. Il colera a Napoli nel 1836 raccontato in un frammento autobiografico di Francesco De Sanctis tratto da “La giovinezza”. E ci voleva pure il colera! Questo ignoto e sinistro morbo, dopo di avere spaventato mezza Europa, piombò sopra Napoli come un flagello. Le immaginazioni furono colpite; la paura rendeva irresistibile l’epidemia. Si raccontavano molti casi di colera fulminante, con le circostanze piú strazianti. Si parlava di famiglie intere spente, di migliaia di morti al giorno, e coi piú minuti particolari si descrivevano i casi di contagio. Non c’erano allora giornali; il governo col suo mutismo accresceva il terrore e provocava le esagerazioni. Quel tintinnio di campanelli che accompagnava le comunioni, pareva la campana dei morti; i piú agiati fuggivano alle loro ville; la plebe squallida e sudicia faceva spavento; nessuno osava accostarsi; l’uno fuggiva l’altro. La vita pubblica fu sospesa; le scuole, le botteghe erano deserte. Chi ha piacere e può aggiungere altro è ben accetto. Saluti Alberto3 punti
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Vorrei omaggiare il ricordo di Murat con questi due video, a mio avviso molto interessanti ed accurati (tra l'altro ho imparato alcune cose che non sapevo), in cui si ripercorre la storia di Gioacchino dalla giovinezza fino alla fucilazione. Il primo video termina con la concessione del regno di Napoli a Murat da parte di Napoleone.2 punti
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Ci sono 75 monete romane repubblicane e imperatoriali della collezione Andrew McCabe (lotti 288-362) nell'asta XXIX, con una serie di rarità eccellenti e affascinanti. https://romanumismatics.com/auction-xxix/2023-11-09?catId=&cat_id=26&closedLots=0¤cy=10&excl_keyword=&gridtype=listview&high_estimate=100000&ipp=10&keyword=&load_till_page=1&lots_per_page=100&low_estimate=0&page_no=1&search_lot_no=&sort_by=lot_number&view=bidders Un rarissimo denario a spiga di grano e bastone storto (lotto 305), un raro denario della serie a punta di lancia (lotto 307) e un denario della serie B (lotto 323) con apparentemente solo altri cinque esemplari su CoinArchives, sono completati dal lotto 311, un sesterzio in argento di cui si conoscono solo pochi esempi. Ci sono poi il lotto 341, un eccezionalmente raro denario con testa rivolta a sinistra di L. Calpurnius Piso Frugi pubblicato su RBW, si trova accanto al lotto 351, un denario di Giulio Cesare acquistato dalla Bank Leu AG nel 1977. Lotto 356, un raro aureo in oro di Giulio Cesare che celebra la sua quinto consolato e il lotto 361, un rarissimo denario di Marco Antonio con corona armena al rovescio in ottime condizioni, venduto a Ponterio nel 1991, chiudono le selezioni della Collezione Andrew McCabe.2 punti
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La monetazione antica romana, fatta eccezione per il periodo di Gallieno, non è nei miei interessi, ma da profano mi sono sempre piaciute le raffigurazioni femminili ed in particolare le pettinature con cui il volto della Imperatrice e raffigurato nei Denari ed Antoniniani. Di seguito alcuni ritratti2 punti
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Benjamin Franklin è noto come statista e per essere stato uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, ma è stato anche un poliedrico inventore. A lui si devono - ad esempio - l'invenzione delle lenti bifocali e del parafulmine. Pochi sanno che Benjamin Franklin si occupò anche della stampa di banconote, attività che si caratterizzò per l'adozione di importanti innovazioni volte a contrastare il pericolo delle contraffazioni. Durante la sua carriera Benjamin Franklin stampò oltre 2 milioni e mezzo di banconote. Un recente studio condotto da un gruppo di fisici dell'Università americana Notre Dame ha analizzato un gruppo di oltre 600 banconote stampate da Benjamin Franklin, confrontandole anche con alcuni falsi dell'epoca. Si tratta di un lavoro sofisticatissimo che ha utilizzato moderne tecniche fisiche (spettroscopia e tecniche di trattamento delle immagini) garantendo che i delicati campioni non subissero alcun danneggiamento. Lo studio è stato condotto con un approccio multisciplinare che ha visto lavorare assieme fisici con storici ed esperti nella conservazione delle opere d'arte. Gli studi condotti sulle banconote stampate da Benjamin Franklin hanno permesso di evidenziare l'uso di un pigmento nero particolare ricavato da grafite naturale trovata in particolari rocce, mentre i falsari facevano ricorso al cosiddetto "nero d'osso" ottenuto bruciando parzialmente ossa. I due pigmenti producevano una colorazione leggermente differente, distinguibile da un occhio esperto. Ma le novità anticontraffazione introdotte da Benjamin Franklin riguardano anche l'inserimento nella carta usata per la stampa delle banconote di file di seta e di un materiale translucido noto come muscovite. Tale materiale era stato inizialmente adottato per dare maggiore consistenza alla carta su cui venivano stampate le banconote, ma la quantità fu progressivamente aumentata quando si vide che la carta prodotta con questo additivo era più difficilmente falsificabile. L'utilizzo dei fili di seta all'interno della carta è ufficialmente attribuita al produttore di carta Zenas Marshall Crane, che introdusse questa pratica su scala industriale nel 1844. In realtà Benjamin Franklin inventò una tecnica molto simile quasi un secolo prima. Chi fosse interessato a maggiori dettagli può consultare l'articolo apparso su PNAS: “Multiscale analysis of Benjamin Franklin’s innovations in American paper money” by Khachatur Manukyan, Armenuhi Yeghishyan, Ani Aprahamian, Louis Jordan, Michael Kurkowski, Mark Raddell, Laura Richter Le, Zachary D. Schultz, Liam Spillane and Michael Wiescher, 17 July 2023, Proceedings of the National Academy of Sciences.2 punti
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Grazie mille @lorluke, @El Chupacabra e @Liutprand per i vostri pareri e scusatemi per il ritardo nel rispondervi @lorluke giustamente mi chiedevi da dove nascono i miei dubbi. Il dubbio nasceva dal fatto che la moneta in questione l'ho trovata... nel cassetto del nonno! Letteralmente. Ad essere proprio preciso l'ho trovata nel cassetto del nonno di mia moglie. Siccome l'esperienza mi ha insegnato che difficilmente si trovano per puro caso nei cassetti monete di un certo valore, mi erano sorti dei dubbi nonostante la moneta apparisse anche a me autentica. La moneta era mischiata in mezzo ad altre monete della Repubblica o straniere dal valore economico nullo (a mio parere belle e con valore affettivo ma di quelle che si vendono al kg per intenderci). Il nonno di mia moglie mi ha detto di non ricordarsi da dove arrivasse quella moneta e non era a conoscenza che fra le varie monete in fondo al cassetto ci fosse questo pezzo d'oro. Credo che alla prima occasione andrò a farla periziare, in modo da poter dare anche al nonno di mia moglie la conferma che sia autentica. Per anni ho sentito (e ho detto io stesso) che le monete rare/d'oro che si trovano nel cassetto del nonno sono spesso riproduzioni... che sia l'eccezione che conferma la regola?2 punti
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Salve Si tratta di un rechenpfennig un gettone da conto (non da gioco) tedesco, solitamente erano prodotti a Norimberga e furono prodotti in quantità molto grande tra XVIII e XIX secolo. Questo è di fine Settecento. Adesso cerco se trovo qualcosa sullo zecchiere indicato in esergo. Erano spesso con disegni molto vari, a volte imitavano monete francesi o almeno nel dritto molto frequentemente raffigurano re francesi. Luigi XIV o più spesso XV o XVI. Questo è molto simile: https://www.ma-shops.de/hardelt/item.php?id=8310 Comunque se cerchi Rechenpfennig Löwe (leone in tedesco) ne trovi parecchi2 punti
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Ciao a tutti, mi servirebbe il vostro aiuto per sapere se qui sono nella sezione giusta. Io ho iniziato un cofanetto tematico "La Grande Guerra": non so se postare il contenuto in medaglistica "Diede oro alla patria" del '17 / In tempi duri: "Ho dato l'oro per la difesa, ferro ho preso per l'onore" tedesca del 1916. ================= oppure nel regno una e due lire 1916+17 ================= Monete mondiali? Spille belghe del fronte occidentale, anche con monete del congo belga. ================= Monete europee? Copechi del fronte orientale "Wilna 1916" ================= oppure cartamoneta? 5 marchi del 1917 ================= Questa di sicuro è contemporanea: due sterline del 2014 ================= ed il tagliacarte andrebbe messo in "altre forme di spendere soldi" Scheggia di granata: Proiettile: lama fatta con una fascetta di una granata: ================= Uhm... adesso mi accorgo che ho già detto tutto qui. A questo punto lasciamo stare le cose come sono! Tanto non credo che una "sezione mista" verrà mai creata sul forum. Servus Njk PS: la cassettina è già adesso un po'strettina, ma se ne prendo una più grande poi sembra vuota e devo riempire gli spazi liberi... voi tanto sapete cosa intendo 🤣1 punto
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Di recente ho scoperto, quasi per caso, questo interessante progetto divulgativo promosso da Bolaffi. Per ora ho visto soltanto il video riguardante i moti risorgimentali del 1848 e la nascita dei governi provvisori di Milano e Venezia ma devo dire che l'ho trovato ben fatto. Vi lascio il link, sperando che anche voi lo gradiate:1 punto
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Salve a tutti, la Edizioni D’Andrea ha edito Arezzo e Volterra – Considerazioni sulle loro zecche . L’opera è stata curata da Renato Villoresi, che ha analizzato le singole emissioni medioevali delle due città. In appendice è presente un’interessante lavoro a firma di Luciano Giannoni sullo studio dei conî dei grossi volterrani del Vescovo Ranieri de’ Ricci . Il libro analizza circa 50 tipologie, a cui si aggiungono diverse varianti, oltre a confronti con falsi coevi, le cui immagini sono riportate nell’opera. In totale sono 80 pagine, il prezzo di copertina è pari a € 50. https://www.edizionidandrea.com/1 punto
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La moneta non la riconiano sicuramente,questo è certo , a mio parere,ma non è una tragedia.1 punto
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Per ora nulla è modificato e se non si modifica,non potranno modificare neanche la confezione😅 Capace rimanga tutto per come è. Sai quando uno fa finta di nulla e fischetta guardando in alto.......😅1 punto
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Questa volta ho avuto un'ispirazione: trovata! ed aggiungo due puntini per dimostrare che non è un bluff Diamo un po' di tempo anche ad altri possibili ident-giocatori. Njk1 punto
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Si aveva un buon potere d'acquisto, era una monetona da 15gr., considera che la paga di un manovale è stata per secoli di 10 scellini a settimana e che uno scellino del 1850 valeva circa 70 Sterline attuali sempre considerando il costo del lavoro, è fuorviante paragonare i prezzi di materie prime e beni di consumo di allora con quelli odierni1 punto
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Ciao di nuovo! Le monete di sopra non erano previste, questa spilla invece si La scritta "1917 WARSCHAU" (Varsavia in tedesco) la inquadra moto bene nel contesto storico e geografico, il "corridoio" polacco che alternativamente viene percorso da eserciti a volte da ovest, altre da est. Non per caso le monete usate per ricordo sono due da 10 copechi russe, del 1909 e del (Zar Nicola II - Ag. 0.500 - Ø 17.5) Le fattezze della parte centrale, due uccellini sotto tre fiori, sono molto stilizzate ma non rozze, soprattutto nei caratteri si può vedere bene che sembrano incise con un attrezzo a punta (coltellino, sgorbia o simile), quasi intarsiate, ma con un tratto sicuro e sono ben posizionate. Trench art? Sul retro della figura mi sembra di riconoscere alcune lettere, credo SILB(er) per "argento" in tedesco Per oggi è tutto, niente foto di famiglia che ho già raggiunto il limite delle foto che posso caricare. Servus, Njk1 punto
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Certo che per coniare a metà 800 una moneta da un quarto di farthing, praticamente ce ne volevano 16 pezzi per un penny e 3.840 pezzi per una sterlina un singolo penny doveva avere un buon potere d'acquisto.1 punto
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Buonasera sono d'accordo, le ho già ritagliate e messe in collezione. Saluti Alberto1 punto
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Al di la della pregevole realizzazione, nonché del soggetto artistico di quest'emissione, ciò che mi "sorprende" sono le dimensioni del dentello: 85x50 mm., emesso sia in versione "singola" che in foglietto, di cui segue foto del mio esemplare... fino ad ora non ne avevo mai visti di queste dimensioni.1 punto
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Se si astengono è un buon segno, vuol dire che non hanno elementi a sufficienza per definirla sicuramente autentica, magari hanno qualche dubbio, ma almeno non è un falsaccio come la maggioranza dei falsi. Falsi fatti molto bene non sono poi così comuni (anche se ci sono). Comunque anche io mi devo scusare, avevo dato la corrispondenza col falso per scontata e condannato la moneta senza appello, senza fare ulteriori ricerche. E anche questa volta ho imparato qualcosa. Complimenti a Pietro per la sua determinazione che ha portato elementi oggettivi che hanno permesso di correggerci. Resto sempre in attesa della sentenza di autenticità, che grazie alle nuove foto penso arriverà presto.1 punto
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Ma come… ti astieni ? 😂 Nemmeno mi dici che dubbi avevi sulle prime foto? (Faccio solo un po’ di ironia )1 punto
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Che meraviglie...fortuna che almeno posso ammirarle in foto 😀1 punto
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Tutte quelle che posseggo le ho prese in ciotola a 1 o 2 euro, qualcuna in ag a tre euro, ma poi ho avuto uno sconticino portando il costo a due euro, la mia raccolta è semplice e tipologica. Il rublo in un banchetto al mercatino, la maggior parte delle mie monete estere le compro così, mi dispiace non poter essere di aiuto.1 punto
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Dice Confucio che un uomo che ha commesso un errore e non lo ripara commette un altro errore. Seguo il suo consiglio riconoscendo l’errore di identificazione del tetradramma in esame. Il destino ha avuto la sua parte perché avevo appena riguardato le pagine del Price sulle Modern Forgeries quando ho visto la moneta e la coincidenza del monogramma e dei simboli al rovescio con quelli riportati dal Price per l’F76 mi è sembrata giusta. La discussione ha portato al falso in Forgerynetwork, che poi è proprio quello del BC citato dal Price, il cui rovescio è chiaramente diverso da quello della moneta per il simbolo più in basso nel campo a sinistra. Proseguendo la ricerca nella giusta direzione, ho identificato la moneta in esame col tetradramma Price 3230, che l’autore ha assegnato cautelativamente alla zecca di Miriandro mentre secondo altri sarebbe attribuibile alla zecca di Isso, il luogo della famosa battaglia del Grande. In ogni caso si è resa giustizia alla moneta e complimenti al suo possessore. apollonia1 punto
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Sembrerebbe che lo stesso identico lotto è tutt'ora in vendita su ebay a 250 € + 11 € di spedizione. L'ho notato girovagando per cartamoneta italiana, è lo stesso venditore.1 punto
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Nello specifico dovrebbe trattarsi di questo https://www.theresia.name/cgi-bin/Token.cgi?Item=H61a Oppure questo https://www.theresia.name/cgi-bin/Token.cgi?Item=H62 Comunque la singola piuma sulla destra e l'unghia destra completa non lasciano adito a dubbi sul periodo molto recente di coniazione1 punto
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Un esemplare di "greatest rarity" , forse unico, di triobolo da Laus, con al diritto testa femminile ed al rovescio toro, forse androcefalo, con lettere . Sarà il 5 Novembre in vendita Nomos 29 al n. 598 .1 punto
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Penso siano autentici : le morbidezze sono dovute sia a una certa consunzione del conio che a cattiva pulizia con molti residui obliteranti di Cloruro d'Argento ( quella sostanza bruno violacea di consistenza simile al piombo che spesso ricopre le monete d'argento con lunga permanenza nel sottosuolo) Stesso discorso per la crepa, è riempita di materiale, presumibilmente cloruro d'argento, e ho pochi dubbi sull'autenticità del pezzo, data anche la cristallizzazione e le superfici saltate Un cordiale saluto, Enrico1 punto
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Dr. Lucia Carbone examines a sestertius of Nero depicting a detailed representation of the important harbor of Ostia at the mouth of the Tiber. Coin featured in this episode: https://numismatics.org/collection/1954.203.1551 punto
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Effettivamente ha tutta l'aria di un falso fuso di pessima qualità. L'originale è una dracma alessandrina di Adriano con al rovescio Serapide e un'aquila, come questa link1 punto
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Ciao. Una moneta davvero molto bella. Ho un debole per i bronzi repubblicani in particolare quelli anonimi. Di trienti repubblicani ce ne sono vari fusi e coniati e seppure le monete che tu presenti siano apparentemente uguali per tipo hanno due range di peso (ed anche di stile) differenti e di conseguenza due catalogazioni differenti perché di "serie" differenti e questa differenza implica la diversa rarità. Le differenze tra stile e scritte ci sono anche allo stesso gruppo perchè i conii e le matrici (nel caso delle monete fuse) venivanop preparati a mano uno ad uno da differenti artigiani e le monete non potevano essere perfettamente identiche tra loro. Per stile io direi che la tua è un 56/4 ma bisogna attendere la metrologia. PS. Io, sinceremanete, non mi interesso mai del grado di rarità di un pezzo se non per motivi di studio di produzione o distribuzione.1 punto
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Non è proibitivo, ma conoscere bene le monete costa tempo, fatica e dedizione. Oggi si vorrebbe tutto subito, ma non è così che funziona. La Numismatica poi è una materia infinita... Arka Diligite iustitiam1 punto
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Di seguito, il riscontro della Casa alla mia richiesta: Il pezzo è stato ritirato perché si tratta di una fusione moderna. Sono stati molto gentili e celeri.1 punto
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Va ricordata anche la monumentale discussione del nostro forum su questa emissione.1 punto
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DE GREGE EPICURI In Asia Minore le città greche più importanti, anche in periodo romano, mantenevano un forte campanilismo ed una elevata competitività. Ognuno voleva essere più importante, più ricco e più onorato dei suoi vicini, e lo mostrava anche sulle monete con titolazioni molto roboanti o retoriche, spesso abbreviate. Queste abbreviazioni si trovano di solito al rovescio, talora anche al diritto. Ad esempio: Π per ΠΡΩΤΗ, prima, rispetto ai vicini. A per ΑΥΤΟΝΟΜΟΣ, dotata di autonomia. E per ΕΛΕΥΘΗΡΑ (libera): che ha ottenuto privilegi di libertà con un senatus consulto. M per ΜΕΓΙΣΤΗ (grandissima, o la più grande). K per ΚΑΛΛΙΣΤΗ (la più bella). In qualche caso, le lettere indicano la numerazione greca: B per 2, ad indicare ad es. il secondo neocorato; Γ per 3, ad indicare che la città è a capo di 3 provincie. Vi mostro due monete di Tarso in Cilicia come esempio; è una delle città che ha più utilizzato queste lettere-simbolo. La prima è di Traiano Decio; al R, attorno ad Artemide con cerva e cane, si leggono chiaramente: A, K ed M.1 punto
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Nicea in Bitinia: una zecca provinciale atipica nell'Oriente romano Tra le centinaia di zecche civiche delle province imperiali romane, Nicea in Bitinia si distingue per la sua produzione insolitamente ampia e per la varietà e l'originalità dei disegni sul rovescio. Soprattutto a partire dalla metà del II secolo d.C., la zecca sembra molto più prolifica di quella di Nicomedia, storica rivale di Nicea, capitale della provincia e zecca imperiale dai tempi di Diocleziano. Dario Calomino, professore all’Università di Verona, presenterà le sue recenti ricerche e discuterà diversi aspetti della monetazione di Nicea. Fornirà una panoramica del ruolo della zecca, non solo nel contesto regionale della Bitinia e del Ponto, ma anche nel quadro più ampio della moneta provinciale romana e della politica imperiale nell’Oriente romano, soprattutto durante il III secolo d.C.1 punto
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Anche per me è buona, presenta segni uniformi di circolazione, a testimonianza che nel secondo Ottocento le monete d'oro avevano una loro vita.1 punto
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Caspita, chiamato in causa come esperto! Grazie. Non posso, allora, esimermi dal dire qualcosa. La moneta è, per me, autentica, presenta usura uniforme ed il peso è congruo. Le foto non sono nitidissime (devo giudicare da quelle), opterei perciò per un BB+. Per confronto e condivisione posto un esemplare in buona conservazione:1 punto
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Buonasera @rada e ben tornato nel Forum. La moneta mi sembra autentica. Non noto nessun elemento fuori posto. Da cosa nascono i tuoi dubbi? Comunque sentiamo cosa ne pensa @El Chupacabra.1 punto
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Non conosco la monetazione magno greca, mi sono limitato ad una ricerca avendo libri che trattano questa monetazione. Allego anche la scheda del Campana del Corpus Nummorum Antiquae Italiae, da cui sono mostrate due varianti (per rispondera anche ad @ARES III).1 punto
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Questo As è falso. Per vedere Asses autentici, vai a http://numismatics.org/archives/results?q=Schaefer+Roman+Republican+Die+Study e ricerca RRC1181 punto
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Cette monnaie est bien de la phase classique et non archaïque. Ce sont des monnaies relativement courantes voire abondantes frappées entre 410 et 380 av JC donc antérieures aux têtes à droite au revers MA (380 à 350). La légende d'avers est variable MASSALIOTAN (légende longue), MASSALIO, MASSALI.1 punto
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Accolgo volentieri l'invito di Piergi a parlare di Domenico Rossi, anche se la cosa mi commuove sinceramente. Il buon Domenico era persona davvero cordiale con tutti e credo di non sbagliare quando dico che MAI l'ho visto arrabbiarsi: anche quando parlava di qualcuno che, a suo dire, lo aveva "fregato" non lo faceva con rabbia, ma col sorriso sulla bocca. Non era uno stupido, un fessacchiotto, ma una persona estremamente gentile che conosceva i valori della vita e li apprezzava. Ho un vago ricordo dei primi tempi in cui l'ho conosciuto; all'epoca certamente portavo i pantaloni corti, come si usa dire, ed una figura "normale" come quella di Domenico non resta subito impressa, non tanto quanto quella, più imponente e "prepotente", di un Bobba, ad esempio. Domenico invece apparteneva a quella categoria di persone dal "profilo basso" ma che stimi da subito per la cordialità e la competenza; persone che migliorano col tempo, come il buon vino (passatemi il paragone perchè sono certo che Domenico lo apprezzerebbe). Lavorò per tanti anni alla Martini e Rossi, nota ditta di bevande, ma coltivò sempre la passione per la numismatica. Dapprima furono le romane; settore che poi abbandonò per dedicarsi alla monetazione sabauda, della quale riuscì a costituire una collezione ragguardevole per completezza e qualità. Successivamente si dedicò a quella che si può definire la sua creatura: la raccolta di cataloghi d'asta di tutte le ditte numismatiche a livello mondiale pubblicati fino al 1950 circa. Stipò all'inverosimile il suo appartamento. Quando mi invitò a visionare la raccolta rimasi davvero stupito dell'enorme quantità di pubblicazioni che era riuscito a collezionare: cataloghi di Ditte che neanche conoscevo, vendite del '700, del '600 e persino del '500 (!!!!), rilegature in piena pelle con impressioni in oro....una libidine per gli occhi. Sorrido ancora quando ripenso a quella una volta in cui, di ritorno dal Marocco, portò a casa una gran quantità di pellame conciato, così da rifornire il suo rilegatore. A distanza di alcuni giorni mi disse, mettendosi le mani tra i capelli, che non ne poteva più per la gran puzza che gli aveva letteralmente saturato l'abitazione..... Nonostante alcuni problemi di salute non rinunciava a qualche viaggio in Francia, sua seconda patria, dalla quale spesso tornava con qualche "chicca", ovvero una rara monetina sabauda del periodo medievale. Quel grammo di argento, a volte anche malconservato, gli riempiva il cuore e gli faceva brillare gli occhi come neanche monete ben più blasonate sarebbero riuscite a fare: era un vero Numismatico. Molti lo ricorderanno dietro un tavolo a qualche convegno, io ho avuto il piacere e la fortuna di condividere con lui anche momenti più leggeri e gioviali, come il pranzo post-convegno di Torino, divenuto con gli anni un immancabile appuntamento, nella "pioletta" di Poirino, un albergo-ristorante modesto nell'aspetto ma ricco nei contenuti (a buon intenditor..) Quando ci andiamo è d'obbligo un brindisi all'amico Domenico. Un saluto a tutti1 punto
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