Vai al contenuto

Classifica

  1. ARES III

    ARES III

    Utente Storico


    • Punti

      9

    • Numero contenuti

      7888


  2. Ptr79

    Ptr79

    Utente Storico


    • Punti

      8

    • Numero contenuti

      1715


  3. lorluke

    lorluke

    Utente Storico


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      2846


  4. didrachm

    didrachm

    Utente Senior


    • Punti

      5

    • Numero contenuti

      858


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/29/23 in tutte le aree

  1. Dopo qualche giorno di studio, posso dire di aver raggiunto alcune conclusioni riguardo a questa nuova edizione del Gigante. Tenete presente che il mio punto di riferimento precedente è il Gigante 2018, quindi è possibile che alcune novità non siano specifiche di questa edizione ma fossero già comparse negli anni scorsi. Ci sono sicuramente alcuni aspetti positivi e altri negativi. Il principale aspetto positivo penso sia un maggiore realismo nelle valutazioni: se nei tempi passati la norma era quella di "prendere la quotazione Gigante e dimezzarla", ora noto che il calo generalizzato delle stime, a fronte di un mercato che invece è stabile o in leggero aumento (probabilmente anche per via dell'inflazione) rende il catalogo molto più attendibile. Sono soddisfatto anche della qualità delle fotografie, da sempre un punto forte del Gigante e ulteriormente migliorata: le immagini sono più nitide e con colori più vivi, e sono state sostituite molte immagini di monete di bassa qualità. Solo in un caso (non ricordo neanche che moneta fosse) la vecchia fotografia è stata sostituita - per motivi imperscrutabili - con quella di un esemplare meno leggibile. Venendo ai punti dolenti, a mio avviso sono principalmente tre. Il primo è il dissennato proliferare di varianti nella monetazione napoletana e siciliana. Sappiamo tutti benissimo che nella monetazione borbonica è più difficile trovare due esemplari standard piuttosto che due varianti, e capisco che una catalogazione dettagliata sia interessante per un catalogo specialistico del settore come il Magliocca, ma personalmente trovo insensato che per ogni piastra ci siano dieci varianti. Provate a guardare il 12 tarì a pag. 637: per quattro annate ci sono VENTINOVE varianti, sulla base di dettagli come uno o due punti, ribattiture della data e dettagli nello stemma. E' un approccio totalmente incoerente con il resto del catalogo, dove invece (a mio avviso giustamente) vengono segnalate solo poche varianti principali. Il secondo punto dolente, che risulta ancora più evidente se posto a confronto con la cura maniacale per la sezione meridionale, è lo stato di abbandono della monetazione pontificia. Numerosi errori, citazioni di monete inesistenti e valutazioni inaffidabili: dal mio primo Gigante (il 1995) ben poco è cambiato. Forse sarebbe opportuno chiedere il supporto di un esperto del periodo e mettere mano seriamente alla questione, visto anche le numerose pubblicazioni (non ultima il MIR) che sono comparse in questi anni. Infine, terzo e più drammatico punto dolente, il fatto che dal 2005 il Gigante non veda più comparire nuove aggiunte. Perché non tentare, poco per volta, di completare la monetazione del Settecento? Magari partendo da Milano, per la quale basterebbero davvero poche pagine (meno di 10) per completare la monetazione moderna post riforma e che resta invece penosamente mutila? Perché per alcune aree d'Italia il Gigante parte dall'inizio del '700 e per altre dalla fine? Invece di accatastare varianti su varianti, aggiungiamo qualcosa di nuovo! Peraltro un aggiornamento passo passo sarebbe un valido sprone per il collezionista per aggiornare il catalogo di anno in anno... Detto ciò sono complessivamente contento del catalogo, che resta a mio avviso per ora l'unico punto di riferimento davvero convincente sul mercato. Staremo a vedere se la crescita del catalogo di Nomisma andrà un pochino a smuovere e motivare anche il buon vecchio Gigante. Salvo novità clamorose, ci risentiamo per commentare il Gigante 2030
    4 punti
  2. Che ne dite di desacralizzare un attimino il nostro santuario collezionistico? 😂 Comincio io con un must: Carta carnevalesca degli anni '70 o '80 a 2 veli. Direi un SUP. 4 strappi contigui. Si faccia avanti chi ha la banconota G 047099 V. 😁 Pensa se su ogni strappo avessero messo un numerale contiguo all'altro! Vi esorto a condividere la vostra cartamoneta igienica. Solo originali, grazie! 🤓😏💩
    3 punti
  3. Anche io sono di questo parere ed è saputo e confermato da testi che nella zecca di napoli in quasi tutto il periodo post Carlo - quando in zecca dominavano i Perger - si usavano dei segni segreti per catalogare tipo di metallo, lotti dati in appalto esterni, pagamenti di riscatti per tracciare il denaro, monitorare attività di operai "strani", lasciapassare per certi gruppi segreti,... ecc ecc. Purtroppo questi libri/elenchi/cataloghi/con le specifiche dei segni sono andati distrutti dopo il 1870 ed oggi è difficile capire le motivazioni dietro a certi pezzi segnati ed ancora piu difficile individuarli, ma ci sono perche non tutte le stranezze di questa monetazone possono definirsi errori di conio, sbadataggini o esuberi di metallo. Alcuni segni inseriti nei conii sono chiari e incontestabili altri vanno studiate con attenzione.
    3 punti
  4. Si! L'esemplare del mio avatar è della mia collezione (ex numismatica Iulia). Si tratta di una mezza lira del giuramento di Milano di Giuseppe II. Proverò rapidamente a raccontare qualcosa di questa monetina. Nel ducato di Milano quando si insediava un nuovo imperatore fin dai tempi di Maria Teresa vi era di tradizione una cerimonia pubblica sfarzosa in occasione del giuramento (simbolico) della città di Milano al nuovo imperatore austriaco (che nemmeno era presente oltretutto). In questa occasione veniva coniata anche una moneta a ricordo dell' evento, le prime dovrebbero essere state quelle di Maria Teresa nel 1741, da mezza lira e da una lira. Successivamente questo avvenne anche per Giuseppe II, figlio e successore di Maria Teresa, nel 1781 e per Francesco II nel 1792 con anche il taglio da uno zecchino in oro. La particolarità di queste emissioni è che vennero coniate per uno scopo ben preciso ovvero essere gettate alla folla accorsa all' evento. Queste erano infatti monete a tutti gli effetti corrispondenti a quelle circolanti e la moneta ricevuta in quell' occasione poteva essere spesa e circolare al pari delle altre. Poteva andare benissimo e ricevere uno zecchino o bene e ricevere una lira; la mezza lira era probabilmente la più comune e facile da ricevere. Si tratta di una moneta quindi davvero bellissima secondo me perché è uno di quei pochi casi in cui si può attribuire una presenza storica con un certo grado di precisione ad una moneta in un dato luogo e momento. È molto interessante anche andare a leggere negli antichi libri cronachistici della Milano di quei tempi la descrizione di queste cerimonie e come il maestro d'armi gettasse le monete alla folla. Insomma è una moneta molto semplice ed essenziale ma il 25 luglio 1781 ha iniziato la sua storia in quella precisa occasione storica. Queste emissioni sono poi proseguite come medaglie commemorative e senza valore legale anche nel periodo del Lombardo Veneto in occasione dei giuramenti a Francesco I (che poi è lo stesso Francesco II quindi in realtà il giuramento era già stato fatto nel 1792 ma repetita iuvant!) e Ferdinando II nel 1835. Quanto a numista ho notato anch'io che non c'era questa moneta e credo il motivo sia dovuto alla sua rarità e relativa posizione di nicchia nel mondo numismatico. Infatti non la avessi come avatar sarebbe stata perfetta per il quiz!😄 https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GII/1 La mia è questa di Giuseppe II ma possiedo anche la mezza lira del giuramento per Francesco II. Le lire sono più rare e difficili da aggiudicarsigli zecchini li vedo solo in foto😄
    3 punti
  5. Ciao releo Ti volevo mostrare invece 2 delle mie piastra in collezione del 1798 con sottocorona rigato che riporta la V di FERDINANDUS con esubero , che non sono certamente delle A .
    3 punti
  6. NO. Come precisato più volte, la chiusura di un topic viene effettuata solo in casi di moderazione. Quindi la discussione rimane aperta. Dato che la discussione è perfettamente in linea con la tematica della sezione, l’utente @Bruzio può postare tranquillamente tutte le monete euro che desidera Per ulteriori domande, siete tutti pregato di non rispondere qui nel topic (per evitare off topic) ma semmai contattarmi in privato
    3 punti
  7. Per me si tratta di un tari d'epoca suberato che negli anni ha perso la doratura.
    3 punti
  8. Ormai è da un anno che sono iscritto al forum ma è come se mi fossi iscritto ieri. Non mi sarei mai aspettato di trovare così tante persone disponibili a rispondere e dare informazioni gratuite. Penso che questo forum abbia un grosso potenziale di divulgazione, soprattutto per i neofiti e per i ragazzi/e che difficilmente quando si avvicinano a questa passione trovano qualcuno con cui confrontarsi. Quindi voglio ringraziare tutti gli utenti del forum, soprattutto @Il Lanzichenecco che ho tartassato di domande e che con pazienza ha risposto a tutti i miei quesiti. E grazie a tutti per far sì che Lamoneta ora e in futuro rimanga un luogo di informazione e di discussione.
    2 punti
  9. ti aspettiamo! ========== PS: quelli sopra non siamo io e @nikita_, è solo che mi diverto anche con le AI
    2 punti
  10. Ciao Rodolfo, il numero di 25 pezzi da dove lo hai dedotto? Secondo me la pezza del 1726 è veramente una delle grandi rarità della monetazione medicea , dove, come dici tu, le monete sono comunque tutte almeno rare..
    2 punti
  11. DE GREGE EPICURI Le monete provinciali sono state per me un amore a prima vista, anche se poi una collezione sistematica è cominciata molti anni dopo. Mi erano piaciute subito le patine (spesso verdi, ma in realtà molto variabili), gli stili piuttosto originali e a volte un po' primitivi, la grande variabilità dei rovesci (divinità, miti, animali, architetture...) E poi c'era la sfida del greco: a volte scritte chiare, altre volte mezze cancellate e tutte da interpretare. Questa è una delle prime che ho comprato. Un Gordiano con una testa un po' più normale rispetto ai sesterzi imperiali (cioè con la fronte meno sporgente...) E al rovescio, intorno alla divinità (Dioniso? non mi ricordo più!) , quella scritta lunghissima con il nome del governatore della Moesia Inferiore, poi la località (Nicopoli sull'Istro), e poi...che cosa diavolo erano quelle lettere nel campo? Finchè ho capito che erano la conclusione della scritta! ΝΙΚΟΠΟΛΙΤΩΝ ΠΡΟC ΙCΤΡΟΝ non ci stava tutta nel giro, così le ultime lettere (OCI-CTPON) sono finite nei campi destro e sinistro. Anche queste bizzarrie sono il fascino delle provinciali.
    2 punti
  12. sì, giustamente a un certo punto diventa sempre un discorso opinabile. Ma io vorrei usare una scala che descriva unicamente il corpus dei talleri senza pretesa di permettere confronti con la raritÀ di altre monete. In realtà il discorso andrebbe fatto quando, raccolto molto materiale, si può mettere un punto e fare un'analisi e vedere quanti esemplari sono presenti delle date più comuni e di quelle rare. mettiamo di arrivare a 400 talleri in totale. Le date (con le varianti principali) sono (pare) 32: 1595 A 1595 B 1600 ?? 1601 1603 A 1603 B 1604 1605 1606 1607 1608 1609 A 1609 B 1611 1612 1613 1614 1615 1616 1617 1618 1619 A 1619 B 1620 A 1620 B 1621 Cos.1621 Ferd. 1622 1623 1629 1648 1654 ora, 400/32 farebbe 12,5 il che significa che se di ogni data ci fossero -facciamo- 13 esemplari tutti i talleri sarebbero comuni (o rari) allo stesso modo all'interno del corpus. tutte quelle con più di 13 esemplari son più comuni delle altre. d alcuni ce ne son 30 esemplari... farò una lista degli esemplari noti per ogni anno e mi baserò su quella per tener conto delle rarità. il problema sorge in realtà se si danno indici di rarità per monete di corpora differenti, tipo com fanno i cataloghi, perché si crea l'illusione che le monete siano rare allo stesso modo, ma andrebbe invece considerato quanto una data è rappresentate in percentuale all'interno del suo corpus ciao
    2 punti
  13. Ciao a tutti, oggi voglio condividere con voi la storia del mio Augusto (e un Ottaviano che poi sarà Augusto), come vedrete non sono certo monete acchiappalike (come si dice sui social), in ogni caso nessuno qui mi ha mai dato l'impressione di fare post per questo motivo ma piuttosto per condividere con gli altri una passione che ci accomuna e quindi ho pensato di scriverci sopra due righe (forse più di due perdonatemi 😁). Sono convinto che molti inizialmente pensano di impostare la propria collezione (parlo in particolare di quella Imperiale ovviamente visto che la sezione è quella) con "una moneta per Imperatore di qualunque tipo va bene", poi capita anche che qualcuno per vari motivi si specializzi a periodi (Severi, Giulio-Claudi, Costantino e figli, ecc... ) o in un tipo di moneta che siano denari, sesterzi, ecc... (giusto per fare qualche esempio non voglio certo minimizzare le innumerevoli sfaccettature del collezionismo☺️) Per quanto mi riguarda, dall'alto delle mie 29 monete totali (più una quasi completa collezione di "autentiche" repliche Mister Day di quando ero piccolo, che pur nella sua imperfezione ha contribuito alla nascita di questa passione 🙃), sto ancora cercando un filo conduttore preciso e pur avendo una simpatia particolare per i denari, diciamo che in realtà per adesso navigo un pò a vista e prendo quello che mi piace, budget permettendo, come dico sempre la storia non ha prezzo ma dobbiamo pur darglielo. Nel mio tentativo di procedere alla collezione di cui sopra, "una moneta per Imperatore", tralasciando Cesare che, anche se borderline, ci sta sempre bene (un pò come il penny black in una collezione di francobolli), ma al momento è per me fuori portata, ho tentato di procedere con il di lui figlio e primo Imperatore di Roma Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto. Anche su di lui ho trovato un pò di difficoltà dal punto di vista del budget ma, preso dalla foga del momento iniziale della ritrovata passione (ce l'ho sempre avuta ma è da qualche mese che è tornata di prepotenza), ho preso un suo denario che mi piaceva, pagato non poco per i miei standard usuali, salvo poi rendermi conto di aver fatto un madornale errore storico, il denario è del 37 a.C., nel periodo quindi della lotta contro Sesto Pompeo e antecedente la battaglia di Azio del 31 a.C., quando ancora era "solo" Ottaviano e non Augusto, perchè come saprete lo diventerà solamente 10 anni più tardi nel 27 a.C. Passato lo sconforto iniziale, mi consolai mettendo il denario suddetto insieme a quello legionario di Marco Antonio, frutto quest'ultimo di un altro acquisto pazzo da "foga di inizio collezione" e devo dire che insieme stanno bene, molto meglio di come lo sono stati i personaggi che le hanno fatte coniare. Alla fine, grazie ad un'asta recente, sono riuscito a prendere anche una moneta di Augusto, datata 15 a.C., è un'asse, non un denario, ma sono comunque contentissimo di averla con me. Visto che siamo a parlare di monete, lasciamo spazio anche a loro, per prima l'asse, visto che siamo nella sezione Imperiale, di seguito metterò, per completezza visto che l'ho menzionato, anche il denario: Asse di Augusto - Monetiere CN Piso Roma - 15 a.C. - RIC 382 - 10.78g x 26mm Al D/ CAESAR AVGVSTVS TRIBVNIC POTEST; testa di Augusto. Al R/ CN PISO CN F IIIVIR A A A F F; S C. E adesso veniamo al denario, non so se con le conoscenze che ho acquisito adesso grazie ad un pò di esperienza e ai sempre preziosi consigli degli utenti del forum lo avrei acquistato, a mio avviso ha subito un'operazione di pulizia molto maldestra che ha lasciato pure molti graffi, tuttavia, partendo ovviamente dal presupposto che sia autentico, almeno adesso può riposare tranquillo assieme alle altre in una bella casella di legno e velluto: Denario di Ottaviano Zecca Itinerante, Italia - 37 a.C. - B.140 (Julia) - 3,60g x 19mm Al D/ IMP. CAESAR - DIVI. F. III. VIR. ITER. R. P. C.. Al R/ COS ITER ET TER DESIG.
    2 punti
  14. Salve. Aggiungo altre monete con la presenza in legenda della "A" capovolta. Secondo me, sarebbe più corretto parlare di "V" + barretta. Questo darebbe una risposta anche al quesito correttamente posto da Genny. Riporto, a caso, monete diverse, accomunate, però, dalla presenza della "V" + barretta. Ne ho trovate alcune nel mio archivio, ma tante ancora potrebbero essere aggiunte. Come si vede (anche se le foto sono quelle che sono), le barrette sono posizionate in modo vario all'interno della "V" ( più in alto, più in basso, più marcate e spesse o meno, due sovrapposte...), però sono inserite sempre belle precise, non lasciano dubbi. E' possibile che un conio che lavora male, un eccesso casuale di metallo, possa creare tanti casi, tante monete diverse fra loro per anno, valore...,tutte, però, portatrici di "V" + barretta (o barrette) perfettamente calzanti? Secondo me, le possibilità che accada ciò sono pari a zero. E' possibile, invece, che era proprio la barretta, insieme alla "V", a "segnare" la moneta, a permetterne il riconoscimento. In pratica, costituiva la firma dell'incisore o di chi per lui. Stesso identico discorso che ho fatto tempo fa per i due punti. Barrette e due punti è probabile venissero utilizzati per "firmare" agevolmente ed efficacemente le monete. E sono proprio le barrette e i due punti che ci fanno impazzire, perché non sappiamo mai spiegarceli, se non ricorrendo a quel pasticcione di un conio... Chiaramente, queste son solo mie supposizioni, ma sono supposizioni che vanno a sistemare molti tasselli del mosaico al posto giusto. Adesso arriva il bello, perché passo alla pubblicazione delle foto. Speriamo vada tutto bene...! Saluti.
    2 punti
  15. Ma infatti io mica la penso cosí!! È quel che dicono.. per me la raritá rimane raritá ma una moneta R3 🤣😁 Un saluto Te ne vuoi sapere troppe, ma senti il Francesco si sta sviluppando su questa monetazione! Mi fa piacere ma ricorda che dopo il Ciabatti giá mi devi un caffè! Un saluto
    1 punto
  16. ST azioni app: alt a NTI STAZIONI APPALTANTI Buona serata, Stilicho
    1 punto
  17. questo però genera confusione. la rarità è una funzione determinata della quantità di pezzi noti. Che ci siano 30 collezionisti , oppure 100 oppure 2 a volere un tipo di moneta noto in soli 10 esemplari non fa alcuna differenza per quanto riguarda la rarità. Sempre 10 esemplari restano. Quello che cambia non è la rarità ma il valore sul mercato.
    1 punto
  18. Da sempre Al Flaminio che spettacolo...bei tempi
    1 punto
  19. E comunque ho trovato questa tabella e vedo che il peso varia di molto a secondo dell' anno di coniazione 😊
    1 punto
  20. ...è una 1844....distrazione, dimenticarono a punzonare la I...un errore non un segno di tracciatura...probabile vennero ritirate e fuse
    1 punto
  21. Meravigliosi palmenti della Calabria, come templi. Il recupero, lo studio, il significato e la storia La Soprintendenza ABAP per la città di Reggio Calabria e Vibo Valentia ha avviato il procedimento di dichiarazione di interesse culturale per il primo gruppo di palmenti rupestri in numerosi comuni della fascia jonica. I palmenti rupestri rappresentano un esempio di tecnologia che almeno dall’età romana, ma forse anche da prima, fino agli anni Cinquanta del secolo scorso ha visto protrarsi con le stesse modalità e le stesse tradizioni la produzione del vino e di conseguenza anche il suo commercio. Per quanto riguarda l’origine del sostantivo si deve sottolineare che l’etimologia è incerta, anche se non si esclude che possa derivare dal latino pavimentum, ad indicare un luogo pavimentato che nelle fattorie romane veniva utilizzato per pigiare l’uva e raccogliere il mosto, senza dispersione di liquido. Con il termine “palmento” ci si riferisce, generalmente, a una vasta vasca poco profonda utilizzata per il processo di fermentazione del mosto. Può anche indicare il componente mobile all’interno di un mulino, che ha la funzione di frantumare le olive o ridurre in polvere i semi da macinare. Ma in Calabria ora si lavora sui palmenti rupestri, belli come monumenti, costituiti – nella struttura essenziale, che poi poteva essere inserita in contesti monumentali – da una vasca per la pigiatura, forata nel fondo della parete e da lì comunicante con un’altra vasca, scavata più in basso nella quale si raccoglieva il mosto. “Il palmento è l’esempio concreto di quella risorsa che la Calabria ha saputo impiegare e sfruttare a suo vantaggio per rimanere competitiva sul mercato anche in un momento difficile dal punto di vista economico come è stato l’altomedioevo quando, a causa della mancanza di un forte potere politico centrale, le regioni hanno cercato di sopravvivere indirizzando il loro commercio sui prodotti di punta che quella determinata regione poteva offrire. – spiega la Soprintendenza – Una di queste risorse, per la Calabria, fu senza dubbio il vino”. I palmenti erano diffusi in tutto il Mediterraneo, dalla Georgia (dove alcuni esemplari risalgono a quasi 3.000 anni fa) al Portogallo, passando per la Spagna, l’Italia, la Francia e altre regioni. In Italia, si trovano numerose testimonianze di palmenti, soprattutto nel Sud del paese, in particolare – appunto – in Calabria, una zona storicamente rinomata per la produzione del vino. Uno dei luoghi con il maggior numero di palmenti in Italia ed in Europa è Ferruzzano, un piccolo paese nella provincia di Reggio Calabria, che conserva circa 160 di queste vasche risalenti a diverse epoche. Questi palmenti presentano incisioni di epoca ellenica, romana e bizantina sulle pareti delle vasche stesse. Ferruzzano è spesso chiamata la “Città dei Palmenti” a causa della sua ricca storia vinicola. Il professor Orlando Sculli, noto esperto in questo campo, ha effettuato un rigoroso censimento di questi palmenti, arrivando a una cifra di quasi 750 palmenti nell’intera vallata che va dalla fiumara di Bruzzano (RC) al torrente Bonamico di Bovalino (RC). Nel suo libro “I palmenti di Ferruzzano”, edito da Palazzo Spinelli, il professor Sculli fornisce una dettagliata descrizione di questi antichi luoghi utilizzati per la produzione del vino e ne traccia l’importante ruolo nel commercio vinicolo mediterraneo, dalla sua esportazione in epoca ellenica fino alla sua influenza sulla produzione vinicola francese nel XIX secolo. La Soprintendenza iniziò il censimento dei palmenti rupestri già nel 2016 e, più recentemente, ha cercato di sensibilizzare e di coinvolgere nel lavoro gli enti locali all’interno dei quali si rinveniva almeno un esemplare. Nel corso del 2019 l’attività ha quindi visto nascere la collaborazione di diversi comuni, da Motta San Giovanni a Caulonia, attraverso la firma di un protocollo d’intesa, per la ricognizione dei palmenti rupestri della fascia jonica meridionale calabrese. Si è creata pertanto una “Rete di Comuni”, legati tra loro dalla presenza di almeno un palmento all’interno del proprio comprensorio comunale. Da un piccolo gruppo iniziale, nel corso degli anni si sono aggiunti sempre più enti locali che hanno richiesto di aderire al protocollo, con l’intento di valorizzare i palmenti come elemento che accomuna il territorio della Calabria meridionale. L’impegno, a costo zero, prevede che ogni ente partecipante fornisca la propria esperienza e il proprio lavoro, per la tutela, la valorizzazione e la fruizione dei palmenti rupestri, in quanto testimonianza di un’attività produttiva che accomuna questi territori fin dall’antichità. La partecipazione al progetto favorirebbe quindi il senso di identità e la percezione di appartenenza ad un contesto territoriale e culturale condiviso. La prima fase ha previsto la ricognizione nei territori dei Comuni aderenti per individuare i palmenti rupestri ancora esistenti e identificabili. Questa attività ha permesso, e sta permettendo, di registrare la loro posizione geografica, i dati dimensionali e tipologici, lo stato di conservazione e, infine, realizzare un’opportuna documentazione fotografica. Grazie a questo lungo, e ancora attivo, lavoro in collaborazione tra Stato ed Enti Locali, si è giunti quest’anno all’avvio di dichiarazione di interesse culturale del primo gruppo di palmenti censito e documentato. Si è trattato quindi di una inusuale modalità con cui è tale atto amministrativo è stato preparato, nella quale non vi è solo il Ministero della Cultura come braccio operativo ma una rete di Enti che acquisiscono la responsabilità di uno strumento fondamentale quanto quello della dichiarazione di interesse culturale e che, da parte loro, hanno fornito un supporto fondamentale nel censimento dei palmenti ma anche nella sensibilizzazione della propria comunità locale. Il lavoro non è finito, poiché si conta che nella Locride siano presenti circa un migliaio di palmenti rupestri. Il censimento, la catalogazione ma, soprattutto, la collaborazione con le realtà locali, continuerà quindi ancora a lungo. https://www.stilearte.it/meravigliosi-palmenti-della-calabria-come-templi-il-recupero-lo-studio-il-significato-e-la-storia/ La Georgia si affaccia sul Mar Nero e non sul Mediterraneo.
    1 punto
  22. Salve, secondo me dovrebbe essere questa provi a confrontarla https://fr.numista.com/catalogue/pieces48505.html
    1 punto
  23. Provo, con poca convinzione: con su N testa d'E R e' CONSUNTE STADERE Ciao, Stilicho
    1 punto
  24. ...infatti, un segno per indicare un lotto (o altro) che si ripete per mezzo secolo...lo trovo anche io poco compatibile. Ci sono SI delle A capovolte usate al posto di una V in alcuni pezzi ben chiari ma nel 70% di altri casi per me trattasi di esubero di metallo per dei conii sporchi e lo si vede spesso anche in altre lettere non solo le A...tipo nelle F nelle E nelle H
    1 punto
  25. 1 punto
  26. Ciao , perche' fare questa distinzione Ottaviano-Augusto che e' solo a titolo onorifico ? l' uomo e' sempre lo stesso , quindi , secondo me , non hai fatto nessun "errore madornale" . Inoltre la definizione : monete pre-imperiali e imperiali , e' stata creata solo per attribuire un significato alla transizione tra la fine della Repubblica e l' inizio dell' Impero , ma gli uomini sono quelli , prima e dopo l' evento .
    1 punto
  27. Bene, complimenti per la tua passione. Come collezionista e amante della monetazione Ottaviana ti consiglio,se possibile, di mirare sempre in alto. Anche nelle conservazioni. Bravo. Roberto
    1 punto
  28. Sì, il Typhoon è anglo-italo-ispano-tedesco. In realtà nell'F-35 c'è anche qualcosa di altri paesi, ma in misura poco rilevante.
    1 punto
  29. Si, stilisticamente semplice ma molto evocativo: la freccia disegnata dai due aerei, che passa attraverso gli zero mi ricorda la prova con l'arco di Ulisse nell' Odissea. Ora non so se il disegnatore lo ha fatto volutamente ma penso sia un ottimo richiamo. Per quanto riguarda la "punta", credo non hai tutti i torti... se non sbaglio il typhoon fu costruito con la partecipazione italiana, mentre l'f35 è di produzione interamente americana, mi sembra...
    1 punto
  30. DE GREGE EPICURI La prima foto è davvero troppo sfocata. Comunque,ricorda monete coniate a partire da Ruggero 2° e fino a Federico 2°, che però sono tutte in oro. Ma questa sembrerebbe di rame.
    1 punto
  31. Non saprei che dire @didrachm , se guardo un paio di libri sulle monete greche, vedo fotografie spettacolari ed il Franke-Hirmer ed il Jenkins risalgono al 1972 .
    1 punto
  32. Non è italiana, ma un denaro tornese francese.
    1 punto
  33. Le tariffe agevolate con cinque parole di convenevoli vengono soppresse il 26 marzo 1942, pertanto l'affrancatura richiesta era di 30c , la cartolina viene tassata con segnatasse da 10c , ovviamente per il doppio della cifra mancante visto che è affrancata con un'Imperiale da 25c. . In questa affrancatura ci sono inoltre altre impronte e particolari da considerare. Primo, sia il francobollo che il segnatasse recano ancora i fascetti littori, pertanto è un uso tardivo o un ultimo uso di questi francobolli dopo che gli americani furono sbarcati nel sud Italia, infatti il 19 giugno 1944 Roma era già stata liberata, di li a poco i francobolli con i fasci littori vennero rimpiazzati dai francobolli della Luogotenenza senza fasci. Secondo, nella cartolina si vede parzialmente un annullo blu a cerchio con sotto le iniziali A.C. che credo sia una parte dell'annullo Allied Censorship Station che mostro nell'immagine sotto ..., Ve ne erano di diverse foggie, forse il nostro è senza la S. di station.. ?! Questo ci fa capire che la cartolina e viaggiata su mezzi alleati ed è stata passata per censura (peccato che l'annullo non sia nitido). Sia il segnatasse che l'annullo blu aumentano l'interesse storico postale, ...molto bella di valore.
    1 punto
  34. Cartolina del penultimo anno del papato di Pio XII, morirà nel 1958, affrancata con il 20 lire dell'emissione del 1953 'Pontefici e basilica di San Pietro'. Bell'annullo cosiddetto a 'binocolo' di Città del Vaticano del 12 marzo 1957. Gli annulli di Città del Vaticano sempre belli nitidi e ben posti.
    1 punto
  35. Volevo proprio chiederti una foto del bordo .Poi il colpo al bordo sulla seconda immagine sulla prima o di Vittorio al rovescio non combaciava con la moneta al rovescio . Peccato sarebbe stata una chicca (se possibile) Per giocare testa o croce va benissimo .....
    1 punto
  36. Moneta molto interessante ,aspetto anch'io voci più autorevoli,a me sembra buona ma che io sappia non esistono 10 centesimi con doppia faccia.Come diametro ci siamo come peso è leggermente calante . Attendo con curiosità i responsi . Certo che se fosse autentica andrei subito a periziarla. Buona fortuna ....
    1 punto
  37. Gli archeologi trovano altre pietre istoriate e risolvono il mistero delle statue stele. Ecco a cosa servivano Ricercatori dell’Università di Siviglia hanno scoperto una nuova stele preistorica nel sito di Las Capellanías (Cañaveral de León, Huelva), la terza trovata nel sito. Il pezzo riguardava una tomba funeraria in cui sono state rinvenute ossa umane cremate di cronologia ancora indeterminata, il che corrobora l’associazione di queste stele con luoghi funerari e fornisce indizi che potrebbero ribaltare molte ipotesi precedentemente sollevate in relazione a questo particolare tipo di stele. Il dato è importante perchè potrebbe essere esteso a realizzazioni simili che si trovano anche in Italia. Le stele potrebbero essere state sempre collegate a sepolture, ma poi spostate oppure potrebbero essersi persi i resti. Le stele sono monoliti scultorei utilizzati a scopo commemorativo nella Preistoria recente (Neolitico, Età del Rame, Età del Bronzo ed Età del Ferro), nell’Antichità e nel Medioevo. Generalmente possono misurare da mezzo metro a diversi metri di altezza (nei casi più monumentali). Sono solitamente scolpiti con forme specifiche e presentano motivi incisi o dipinti che rappresentano oggetti o scene o testi scritti (stele epigrafiche). Sono diffusi soprattutto nei contesti funebri, come celebrazione e ricordo di persone e gruppi. La penisola iberica è una delle regioni d’Europa più ricche di stele preistoriche , sia per la quantità che per la diversità dei pezzi conosciuti. Da quando nel 1898 fu pubblicata la Solana de Cabañas (Cáceres) di Manuel Roso de Luna, la prima ad essere censita sistematicamente, sono stati scoperti più di trecento di questi monoliti , di cui esistono collezioni particolarmente importanti nei musei archeologici di Badajoz e Siviglia e nel Museo Archeologico Nazionale (Madrid). Nonostante l’importante catalogo esistente di questi pezzi, e la bellezza e il valore scientifico che hanno, un problema serio e persistente nei quasi 130 anni trascorsi dalla prima scoperta è stata la mancanza di informazioni sul loro contesto d’uso. La stragrande maggioranza delle stele iberiche sono state scoperte per caso , nel corso di lavori agricoli o rurali (strade, radure, terrazzamenti, ecc.), e non come prodotto di studi archeologici. Di conseguenza, per molti decenni le teorie esistenti sulla sua posizione, funzione e significato sociale sono state molto scarse e hanno aspettato verifica o dimostrazione utilizzando dati di buona qualità. Nell’ultimo anno e mezzo, molti di questi vecchi dibattiti sono stati risolti in un colpo solo grazie agli straordinari risultati ottenuti dalle indagini condotte nel sito di Las Capellanías, situato nel comune di Cañaveral de León (Huelva). Questi lavori sono sviluppati da un team delle università di Siviglia, Durham, Southampton e Huelva guidato da Leonardo García Sanjuán, Marta Díaz-Guardamino, David W. Wheatley e Timoteo Rivera Jiménez. Nel 2018 in questo sito è stata rinvenuta, per caso (e in seguito ad alcuni lavori su una strada), una stele del tipo spesso noto come “diademato” o “con copricapo”, che presenta un personaggio con la testa circondata da un motivo grafico che rappresenta un copricapo sul capo, o un simbolo più astratto (aureola o simili), di cui non è possibile conoscere l’esatto significato simbolico, accompagnato da una serie di indumenti e oggetti per la cura personale, come pettini, specchi, spille e cinture. Dalla scoperta di quella stele, gli scavi effettuati nel giugno 2022 hanno rivelato una grande necropoli con monumenti funerari tumulari, ciste di pietre e fosse di cremazione, sopra la quale passa la strada Las Capellanías, nella cui opera era stata scoperta la prima stele nel 2018 Negli scavi del 2022, associata ad uno dei tumuli, è stata riesumata una seconda stele., in questo caso della tipologia detta “guerriero”, che si caratterizza per rappresentare un personaggio circondato da una panoplia di armi (scudo, lancia, spada) ed elementi tipici dell’ideale guerriero che circolava in Europa nell’età del Bronzo ( c. 2200-850 a.C.), tra cui carri a due ruote, cavalli, cani (forse da caccia), specchi, pettini, rasoi e pizze, spille, pesi, archi e frecce, ecc. La collocazione di questa stele, all’interno della massa tumulare di una sontuosa sepoltura monumentale, non lascia dubbi sul significato funerario di questi monoliti, a cui si aggiunge la loro collocazione in un’importante zona di passaggio (materializzata da Las Caminos). nell’antichità), che aggiunge un ulteriore elemento al suo significato sociale: Durante la campagna di scavo a Las Capellanías del settembre 2023, attualmente in corso, è stata rinvenuta una terza stele, sempre del tipo “diademato” o “copricapo” . Questa terza stele è stata rinvenuta coprendo una tomba funeraria in cui sono state rinvenute ossa umane cremate di cronologia ancora indeterminata. Questa scoperta ha confermato l’associazione di queste stele con luoghi funerari. In effetti, gran parte delle ricerche precedenti sulle stele “diademate” o “coprite” hanno presupposto non solo che i motivi grafici raffigurati attorno alle teste di queste figure fossero un oggetto concreto (un “diadema”), ma che, successivamente, si è ipotizzato che erano quindi “femminili”. Tuttavia, la terza stele scoperta a Cañaveral de León sembra rompere completamente con questa interpretazione, poiché il personaggio ivi raffigurato ha genitali maschili ed è circondato da una panoplia di armi, come avviene nelle stele del “guerriero”. Questa nuova scoperta, quindi, mette in discussione le precedenti interpretazioni sul genere dei personaggi rappresentati., e corrobora il rapporto concettuale e semantico tra un tipo di stele e l’altro, che probabilmente raccolgono, in forma grafica, storie, narrazioni e racconti legati ad antenati mitici, eroi ed eroine fondatrici e personaggi leggendari. Le ricerche in corso a Las Capellanías stanno dimostrando che molte delle ipotesi precedentemente avanzate riguardo alle stele iberiche preistoriche erano sbagliate. Queste indagini segneranno un prima e un dopo nell’indagine scientifica di queste sculture preistoriche , poiché offrono informazioni empiriche di grande valore per la comprensione di aspetti chiave dell’organizzazione sociale delle comunità che abitavano il sud-ovest della penisola durante il primo millennio a.C. di Cristo. https://www.stilearte.it/gli-archeologi-trovano-altre-pietre-istoriate-e-risolvono-il-mistero-delle-statue-stele-ecco-a-cosa-servivano/
    1 punto
  38. E perché non si dovrebbe dubitare di grazia? Si dubita di qualunque affermazione delle fonti storiche: il metodo scientifico dove lo mettiamo?
    1 punto
  39. Buongiorno a tutti...dopo un pò di tempo torno a scrivere e a condividere...ultima variante entrata in collezione, un 3 grana 1810 con legenda a caratteri grandi su dritto e rovescio, rombetti al posto dei punti, niente punti o rombi dopo GRANA e data stretta. Eccola...e buona mattinata a tutti!
    1 punto
  40. Auguri al mio Stian....sono 7 anni🥰 (adottammo dal canile).
    1 punto
  41. Trovate in un campo agricolo due spade romane da cavalleria di 1900 anni fa. Scattano le ricerche archeologiche. Tombe o depositi votivi? Due spade della cavalleria romana insieme ai resti dei loro foderi e accessori di legno sono state scoperte da un appassionato di ricerca di vecchi oggetti, Glenn Manning, in un campo agricolo, durante una manifestazione riservata ai cultori di metal detector nel nord dei Cotswolds. Insieme alle armi è stata scoperta anche una ciotola rotta in lega di rame. In questi giorni dovrebbe avvenire un sopralluogo archeologico presso il sito di scavo per cercare di contestualizzare le spade, poiché non sappiamo perché furono sepolte nelle Cotswolds. Perchè finirono in quel campo? Appartenevano a sepolture che furono poi distrutte dall’uso dell’aratro? I terreni agricoli sono sconvolti dalle arature, che possono disperdere, reiteratamente, oggetti sepolti, trascinandoli lontano dalla sede originaria del deposito. Le spade sono state valutate dal professor Simon James dell’Università di Leicester, il quale afferma che queste armi sono spade romane del medio impero comunemente chiamate spatha. Erano in uso nel mondo romano, dice l’archeologo inglese, fino alla fine del II secolo e agli inizi del III secolo d.C. La loro notevole lunghezza suggerisce che si tratti di armi da cavalleria o, più precisamente, armi destinate all’uso a cavallo. Non era illegale per i civili possedere tali armi e portarle con sé per viaggiare perché le province romane erano afflitte dal banditismo. Il Prof. James, ha spiegato: “In termini di parallelismi, non riesco a pensare a ritrovamenti maggiori di più di una spada depositata in circostanze simili dalla Britannia romana. La cosa più vicina che mi viene in mente è un paio di spade simili trovate a Canterbury, con i loro proprietari, a faccia in giù in una fossa all’interno delle mura della città, chiaramente una sepoltura clandestina, quasi certamente un duplice omicidio”. O forse un’esecuzione. Subito dopo la scoperta, i reperti sono stati depositati al Corinium Museum per garantirne la conservazione e lo studio. Historic England sta assistendo il museo facendo in modo che le spade vengano sottoposte a ulteriori indagini ai raggi Il consigliere delle Cotswold, Paul Hodgkinson, ha dichiarato: “Questa nuova scoperta mostra la storia incredibilmente profonda delle Cotswolds. Queste erano armi usate quasi 2000 anni fa, quando Cirencester era la seconda città più grande della Gran Bretagna. Si tratta di un ritrovamento archeologico davvero notevole e non vedo l’ora che i visitatori lo vedano in mostra”. https://www.stilearte.it/trovate-in-un-campo-agricolo-due-spade-romane-da-cavalleria-di-1900-anni-fa-scattano-le-ricerche-archeologiche-tombe-o-depositi-votivi/
    1 punto
  42. Il principe Antonio De Curtis, l’uomo che sarebbe diventato l’unico e il solo Totò, il “principe della risata”, era un grande amante dei cani, non solo di quelli che hanno condiviso con lui case ed esistenza, ma anche di quelli meno fortunati, per i quali decise di costruire un rifugio. L’attore sviluppò il progetto con la moglie Franca Faldini e aprì ufficialmente “L’Ospizio dei trovatelli” nel 1967 nel quartiere di Boccea, alle porte di Roma. Qualche anno prima di morire ne parlò anche con Oriana Fallaci, che lo intervistò per l’Europeo. Quando la giornalista gli domandò perché mai dovesse mantenere, come per sua stessa ammissione, «25 persone e 220 cani», Totò rispose che «un cane val più di un cristiano. Lei lo picchia e lui le è affezionato l’istesso, non gli dà da mangiare e lui le vuole bene l’istesso, lo abbandona e lui le è fedele l’istesso. Il cane è nu signore, tutto il contrario dell’uomo. Io mangio più volentieri con un cane che con un uomo». Grande Totò! apollonia P.S. Mi è rimasta impressa la definizione data a Totò da un signore americano, spesso ricordata dal grande attore: “Il cane è tra il bambino e l’angelo, come cuore e come mentalità”.
    1 punto
  43. Scavano per realizzare una rotonda stradale e trovano un tesoro. Portati ora alla luce un mausoleo romano e una statua di tritone Scoperte archeologiche Gli archeologi del Canterbury Archaeological Trust (“CAT”) hanno scoperto in questi giorni una spettacolare statua di un tritone romano durante i loro scavi in connessione con la realizzazione di nuovo complesso residenziale – e della viabilità ad esso relativa – portato avanti congiuntamente da Moat Homes (“Moat”) e Chartway Partnerships Group (“ Chartway”) adiacente alla A2 London Road (che segue l’antico tracciato della Roman Watling Street) a Teynham nel Kent. Gli scavi hanno portato alla luce un mausoleo situato in un recinto murato che era delimitato da un fossato lungo quella che un tempo era la strada principale tra Londra e i porti romani di Richborough e Dover. La notizia è stata data oggi, 13 settembre 2023, dal gruppo di archeologi britannici e dalle società costruttrici. Il sito era stato inizialmente identificato nel 2017, durante uno scavo di saggio compiuto da Wessex Archaeology che scoprì due frammenti perpendicolari delle fondamenta di un muro di pietre calcaree e due sepolture romane a incinerazione, con i resti deposti in urne. A seguito di questi risultati, lo Swale Borough Council, seguendo le indicazioni degli archeologi del Kent County Council Heritage Conservation (“KCC Heritage Conservation”), ha posto una condizione alla realizzazione edilizia e alla rotatoria stradale di accesso. L’area doveva essere sottoposta a preventiva indagine archeologica estesa. All’inizio di quest’anno, la società di consulenza archeologica RPS, A Tetra Tech Company ha concordato uno scavo archeologico di mezzo ettaro con KCC Heritage Conservation per conto dello Swale Borough Council. Il CAT è stato incaricato di intraprendere l’indagine archeologica, che è stata avviata alla fine di maggio 2023. I frammenti di muro identificati nel 2017 si sono rivelati elementi di un recinto murato di 30 metri quadrati, che era collocato attorno a una struttura quadrata di circa 8 metri. Ulteriori scavi hanno suggerito che la struttura fosse un mausoleo romano i cui riempimenti di demolizione contenevano una moneta romana datata dal 320 al 330 d.C. circa. Il recinto con mura in pietra era inserito all’interno di un fossato di recinzione esterno più ampio di circa 65 x 70 m che si estendeva verso sud, fino a fiancheggiare l’ex strada romana. Durante lo scavo sono state identificate diverse sepolture romane – e forse alcune successive alla romanità stessa -, diverse delle quali dotate di un corredo funerario, sia all’interno del recinto che nelle immediate vicinanze. La scoperta più spettacolare è stata una statua scolpita in un blocco unico di pietra che rappresenta il dio del mare Tritone, figlio di Poseidone/Nettuno (o di un Tritone, uno dei servitori di Nettuno). La statua è stata trovata ritualmente collocata all’interno di un serbatoio d’acqua in disuso, rivestito di argilla, insieme a materiale di riempimento bruciato, oltre l’angolo sud-est del recinto esterno con fossato. Un ulteriore possibile piccolo monumento o base di statua (circa 1 metro quadrato) è stato trovato a sud del recinto interno murato. Durante gli scavi si sono tenuti incontri settimanali con il consulente RPS (una società Tetra Tech), CAT, Chartway e il team di KCC Heritage Conservation per esaminare i progressi delle indagini sul sito, la metodologia di scavo e l’importanza delle scoperte che via via venivano compiute. La consulenza specialistica viene fornita anche da Historic England. Fortunatamente, la conservazione delle fondamenta del mausoleo centrale sarà compatibile con i lavori stradali. Le vestigia romane – mausoleo e muro di cinta – appariranno al centro della rotatoria. La statua del Tritone è stata accuratamente sollevata e rimossa dal sito per i primi lavori di conservazione che hanno rivelato gli affascinanti dettagli e la fattura del pezzo. Sono in corso ulteriori ricerche sulla statua stessa e sulle circostanze della sua sepoltura rituale. Forse la statua decorava il mausoleo e fu ritualmente sepolta nel momento in cui il mausoleo collassò. “Chartway e Moat sono entusiasti di questa entusiasmante scoperta. – dice Steve Cresswell, CEO del gruppo Chartway, a nome della partnership Chartway e Moat – Vogliamo aiutare le persone a connettersi con i luoghi in cui vivono attraverso la preservazione del patrimonio locale e ridando vita alle storie che lo circondano. Stiamo continuando a lavorare con KCC Heritage Conservation, RPS e CAT per garantire che gli elementi chiave del mausoleo e le mura del recinto siano preservati sotto gli strati protettivi, all’interno del centro paesaggistico della rotatoria. Usando idee innovative e lavorando con il team archeologico e con la comunità locale, esploreremo i modi in cui questi reperti potranno essere rivelati al pubblico e apprezzati dalle generazioni future”. “È stato un privilegio contribuire a queste scoperte che hanno messo in luce l’importantissima eredità romana di Teynham e offrono anche una grande opportunità per creare un’eredità ad uso della comunità locale.” afferma Richard Helm, Senior Project Manager del CAT. “Ci aspettavamo interessanti vestigia romane, forse un cimitero, ma i reperti, tra cui la vivace e unica statua di un Tritone e i resti del mausoleo, hanno di gran lunga superato le previsioni.- dice Robert Masefield, direttore archeologico di RPS, consulente archeologico del progetto – Questi reperti fanno ora parte dell’eredità locale di Teynham e della ricca storia romana della nazione. Ulteriori studi collocheranno i risultati nel loro intero contesto storico”. “Questa zona del North Kent, dove la principale strada romana correva vicino alle numerose insenature, al largo dello Swale, è particolarmente ricca di resti romani, nell’antica interazione tra collegamenti marittimi e stradali. – sostiene Simon Mason, principale responsabile archeologico del Consiglio della contea di Kent – Il mausoleo romano è l’ultima spettacolare scoperta nello Swale. Sarà affascinante seguire le ricerche sulla statua e scoprire di più sulla sua sepoltura rituale”. “Sono entusiasta di questa scoperta e nel constatare come tutti hanno lavorato bene, insieme, per garantire che il sito fosse stato scavato correttamente. Questo potrebbe essere uno dei tanti siti simili lungo l’antica strada romana e questa scoperta potrebbe aiutare a identificare ulteriori reperti simili nel Kent” commenta Susan Carey, membro del gabinetto, Consiglio della contea di Kent. “Questa è una scoperta incredibile ed emozionante che sottolinea ancora una volta il ricco patrimonio che abbiamo nel nostro Comune. Il consiglio considera l’archeologia di Swale come uno dei suoi principali beni di cui siamo orgogliosi e che riconosciamo nella nostra strategia di conservazione e valorizzazione del patrimonio. – dice il consigliere Mike Baldock di Heritage Champion, Swale Borough Council – Il sito e la statua susciteranno molto interesse nella nostra comunità e non vediamo l’ora di lavorare con Chartway e con gli archeologi per garantire che ci siano opportunità per la popolazione locale di conoscere e celebrare i reperti e il patrimonio romano. ” “Si tratta di un pezzo di scultura davvero straordinario, senza dubbio di grande significato per la nostra comprensione della Britannia romana e della collocazione della regione nel più ampio scacchiere dell’Impero Romano. – afferma Richard Hobbs, curatore senior della sezione della Britannia romana, al British Museum – La scultura raffigura un Tritone – metà uomo e metà pesce – che cavalca un mostro marino. Sebbene siano noti alcuni altri frammenti di sculture simili provenienti dalla Britannia romana, prima non era stato scoperto nulla di simile". https://www.stilearte.it/scavano-per-realizzare-una-rotonda-stradale-e-trovano-un-tesoro-portati-alla-luce-ora-un-mausoleo-romano-e-una-statua-di-tritone/
    1 punto
  44. Queste emissioni, iniziate sotto il regno di Diocleziano/Massimiano e tutte coniate nella zecca di Roma, rimangono in gran parte trascurate dal RIC (non sono neanche menzionate nel RIC VII). Infatti, si dibatte ancora oggi sulla natura stessa di questi oggetti privi di segni di zecca, spesso di bronzo ma anche di oricalco, un metallo più costoso e mai usato per le monete del IV secolo. Tokens, « gettoni votivi » o monete, emessi ogni anno in marzo per il Navigium Isidis, o secondo Lars Ramskold, anche più sporadicamente, almeno sotto Costantino, per certi eventi e anniversari di regno. Questo bronzo fa effettivamente parte delle « serie anonime ». Al rovescio, Arpocrate-Horus, reggendo una cornucopia, porta un dito alla bocca. Se la lettura delle legende è DEO SE-RAPIDI / VOTA P-VBLICA, con questo busto radiato e senza barba (?), un piccolo modius sulla testa, può essere accostato all’esemplare qui sotto di nummus-bible (14 mm) e classificato Alföldi 182, (tavola VI, n°6). https://www.nummus-bible-database.com/monnaie-96325.htm Non è facile assegnargli una data precisa. Non tutte le monete delle serie anonime sono posteriori alle serie imperiali. E non sono nemmeno collegate in gran parte al regno di Giuliano II com’è suggerito nell’articolo di Alberto Trivero. Anzi, Alfoldi aveva già scoperto alcune identità di conii di rovescio tra le due serie, sopratutto per il regno di Valentiniano I. La difficoltà risiede anche nel fatto che numerosi rovesci sono stati riutilizzati con dritti nuovi da un anno all’altro. Non c’è dubbio che col tempo, questa tolleranza imperiale verso la comunità pagana dell’Urbs venne concessa con sempre maggiore riluttanza. I ritratti imperiali spariscono completamente al dritto dopo il regno di Graziano, sostituiti dai busti di Iside e Serapide. Tuttavia, questi rari oggetti di devozione isiaca, sono stati coniati fino al regno di Teodosio I, e rimangono un testimone numismatico affascinante della resistenza della Roma pagana al cristianesimo. Lo studio di Alföldi, « A Festival of Isis in Rome » che rimane l’opera di riferimento: http://www.constantinethegreatcoins.com/articles/Alfoldi_A_Festival_of_Isis_in_Rome.pdf E l’articolo di Alberto Trivero: http://www.constantinethegreatcoins.com/articles/Trivero_IMISTERI_ISIACI_NEI_VOTA_PVBLICA.pdf
    1 punto
  45. Confermo. La rarità è C anche per il mio Bobba 1979 ☺️ Quando ho letto la citazione di quel catalogo ho ricordato che da ragazzo lo avevo anch'io.........E L'HO RITROVATO!!! Non in ottime condizioni, ma l'ho ritrovato. DA ragazzo lo avrò sfogliato milioni di volte. Grazie a El Chupacabra. ?
    1 punto
  46. Ciao a tutti, Correva l'anno 2014 all'epoca collezionavo le monete di Vittorio Emanuele III in generale ed ero sempre alla ricerca della moneta migliore e quando la vedevo spendevo l'intero importo senza contrattare come faccio in questo periodo anche se faccio un'altra tipologia. Un giorno d'estate al bar un amico commerciante mi avvertì che aveva alcune monete da farmi vedere e senza impegno ci si poteva accordare per un eventuale acquisto. Il giorno dopo mi fece vedere due monete completamente diverse da quelle collezionavo anche se erano il medesimo "tondello" senza pensarci su due volte le acquistai e le spedii a un professionista del settore per farle periziare. Vi confido che avendo una moneta diversa ero perplesso ponendomi mille domande: 1) Ho fatto bene? 2) Mi piaceranno in seguito? 3) E tante altre domande Oggi anno 2020 quando ogni giorno vedo questo 20 Centesimi Esagono 1919 penso sempre che ho fatto bene ad acquistarlo per vari motivi anche affettivi e mai lo cederò. Vi confesso che l'ho anche venduto ad un collezionista di Ferrara e mi pentii subito e lo riacquistai all'importo pattuito più un extra per scusarmi e soprattutto per tenere alto il nome del commerciante che adesso non c'è più lasciando un enorme vuoto numismatico nella mia città. Concludendo per i meno esperti di numismatica questo che sto per pubblicare è un rarissimo esemplare brockage e in convegni aste e altro non ne ho trovato ancora uno in vendita. Ecco che arrivano le domande ringraziando fin da subito a chi risponderà: Vi piace la moneta? Se un giorno la vedrete l'acquisterete anche voi? Tralasciando il grado di conservazione quanto la pagareste? Considerando l'alto valore numismatico ed eventualmente anche affettivo per i più giovani facendo delle rinunce in seguito? Forse vi avrò stancato leggendo la discussione quindi grazie di tutto e un saluto, Gabriele
    1 punto
  47. Salve a tutti. Cercando sul forum ho notato che l'argomento della patina dell'oro non è mai stato trattato approfonditamente. Potremmo inserire in questa discussione immagini di monete coniate in questo metallo, che posseggano una patina. Trovo che spesso tali monete siano davvero belle. Come lessi in un post di Alberto Varesi, l'oro non patina, ma le monete in oro si. Questo perchè, se l'oro non reagisce quasi con nulla rimanendo inalterato, gli altri metalli presenti nella lega (rame, argento, nichel...) lo fanno. Inserisco questa intanto, dall'asta Ranieri n°5. La patina violacea potrebbe essere dovuta a reazione chimica dell'argento contenuto (se ce n'è, so che diventa violaceo a contatto con il solfuro di potassio) o del rame? Lo chiedo perchè non so quali altri metalli siano in lega con l'oro. Postate gente, postate!!
    1 punto
  48. Mangiafuoco ha ragione si tratta del gruppo D, in cui la data finale 1164 per me è sicura, mentre quella iniziale è molto più incerta, perché oggi la documentazione scritta su cui avevo basato quella data non è più univoca. Al momento ritengo più corretto indicare i gruppi dall'A alla D di Ponte di Brenta in successione (questa è assolutamente sicura, essendo basata sul contenuto intrinseco) da c. 1100 al 1164, senza specificare troppo le date intermedie (quindi per questa direi c. metà XII sec. - 1164). Comunqe la legenda del rovescio è chiaramente il tentativo di imitare le precedenti legende corrette S.MARCVS da parte di un incisore illetterato, che non riconosceva le singole lettere. Di solito questo non succedeva al dritto, probabilmente perché i 'segni', essendo un po' più grandi, erano più facilmente riconoscibili, ma non c'è niente di strano che qualcuno di questi incisori abbia sbagliato anche al dritto. Io non perderei troppo tempo a cercare di capire cosa c'è scritto, sono segni a caso. Ad esempio dopo ENRI la E corrisponde probabilmente ad una C quadrata che il tizio, magari copiando da un conio rotto o consunto che doveva sostituire, ha pensato fosse un segno simile alla E iniziale; cosi i due successivi segni potrebbero essere la V e la S in cui il nostro ha utilizzato gli stessi punzoncini ma li ha messi caso. Poi la I e la M di IMP: sono invece copiate bene. Falso comunque no e neppure imitazione, non direi proprio. E' anche conservato molto bene, avendo questi esemplari una lega di Ag attorno al 16% Andreas
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.