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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/26/23 in tutte le aree
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Ci troviamo costretti a intervenire nuovamente in questa discussione visto che i precedenti appelli, anche dell'Amministratore, non sembrano aver sortito effetto. Così, ho provveduto ad oscurare diversi messaggi in cui l'argomento della discussione era completamente dimenticato a favore di una serie di sproloqui conditi anche da attacchi personali. La posizione dello staff è ben sintetizzata in uno dei pochi post razionali di oggi: Ci auguriamo che possa essere così, evitandoci di dover prendere decisioni che comportino la chiusura della discussione, e non solo.5 punti
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Invece, lo è stata. Infatti il Sudtirolo era incluso nella Decima Regio dell'Italia romana. In seguito fece parte del Regno d'Italia sotto Ostrogoti e Longobardi e infine del Regno d'Italia Carolingio. Nel secolo XII divenne la Contea di Tirolo - Gorizia sotto Alberto I conte in Val Venosta. Nel 1274 la Contea si divise in Contea di Tirolo sotto Mainardo II e Contea di Gorizia sotto Alberto II. Rimase indipendente fino al 1363 quando su decisione di Margherita Maultasch si unì agli Asburgo. Scusate l'O.T. Arka Diligite iustitiam5 punti
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A mio avviso, questa è una discussione molto interessante. Affinché possa serenamente proseguire (e non essere chiusa), è bene evitare scontri personali. Commentiamo e ribattiamo solo alle idee ed alle affermazioni. A me personalmente piace leggere pensieri diversi dai miei3 punti
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Un tremisse di Romolo Augusto in Asta Artemide LX 28-29 ottobre 2023 lotto 644 per una base d'asta della modica cifra di 25.000 € Romulus Augustus (475-476 AD). AV Tremissis. Mediolanum mint. Obv. D N ROMVLVS AGVSTVS PF AVG (AV ligate). Pearl-diademed, draped and cuirassed bust right. Rev. Cross within wreath; COMOB in exergue. RIC X 3419; Lacam 37; Depeyrot 43/2 corr. (obv. legend); Toffanin 541/1; cf. Biaggi 2393; cf. Mazzini 10. AV. 1.47 g. 14.50 mm. RRR. Extremely rare. Superb coin, possibly the finest specimen offered in public sale. Sharply struck on regular flan, brilliant surfaces. Good EF. L'ultimo sovrano legittimo dell'Impero Romano d'Occidente fu Giulio Nepote, che rimase imperatore costituzionale in contumacia dalla sua base in Dalmazia. Tuttavia, tradizionalmente tale onore è stato erroneamente conferito a Romolo Augusto (a volte soprannominato Augustolo, "il piccolo imperatore"), il quale, dopo che Nepote fuggì dall'Italia, fu acclamato imperatore come figura di spicco dell'esercito di suo padre. Il suo regno durò solo dieci mesi prima che i germani agli ordini di Odovacar ritirassero il loro sostegno e deponessero sia il giovane imperatore che suo padre. I germani lasciarono vivere l'ex imperatore ragazzo e gli fornirono un'ampia pensione in modo che potesse andare in pensione anticipatamente in una tenuta sul Golfo di Napoli in Campania, dove si dice che abbia vissuto per almeno altri trent'anni.2 punti
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Ciao, oggi condivido con piacere il mio ultimo arrivo, un sesterzio dell'imperatore Antonino Pio (138-161 d.C.) con la personificazione sul rovescio della dea dell'Equita' (Aequitas), moneta comune coniata a Roma nel 148-149 d.C. Il sesterzio mi permette di archiviare anche questo Augusto (una finestra aperta la lascio solo per un antoniniano di consacrazione fatto coniare da Traiano Decio 🙂) del quale sono giunte a noi un numero molto elevato di monete. Fu senza dubbio uno dei migliori regnanti che l'impero ebbe, infatti governò per più di vent'anni e grazie alle sue capacità politiche ed umane assicurò al popolo un lungo periodo di pace e prosperità. Proprio per queste sue virtù gli fu dato l'appellativo dì Pio. Per quanto riguarda l'Equita' sul rovescio della moneta (nella sua raffigurazione classica, stante con bilancia e cornucopia dell'abbondanza) rappresentava per I romani l'imparzialità e quindi la giustizia ed era punto di riferimento sia nei rapporti commerciali che nei contenziosi giuridici. Principio di equità e quindi di imparzialità (che non era una norma scritta) da tenere sempre presente anche oggi soprattutto da chi svolge funzioni di garante e di giudice (ma purtroppo per incompetenza, per malafede o peggio per accondiscendenza di parte e per mancanza di spina dorsale non è sempre così.....peccato....anzi vergogna....). Da esame diretto risulta coniato, ben centrato, con buon modulo e peso, metallo abbastanza integro (per una moneta che ha 2000 anni) ed ha evidentemente ottemperato alla sua funzione di moneta con usura da circolazione ben visibile. Su questo ho tutto da imparare ma sembra non essere stato ritoccato nelle legende e nelle figure, quindi nessuna manomissione da parte "dell'homo insapiens". Per me ottimo il ritratto di Antonino Pio (che è stato il motivo principale che mi ha spinto ad acquistarlo 🙂). Posto per condivisione anche I miei denari. Grazie ed alle prossime ANTONIO 33 mm. 26,20 g. RIC 8552 punti
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Cari Lamonetiani, il buon @viganò mi invita a postare le monete dell'Eritrea della mia collezioncina ritenendo ch'io abbia qualcosa di buono (bonta sua) fra le monete di Umberto. Condivido con voi il 1890 (in attesa di reperire le foto degli altri anni). I 50 Centesimi (o 1/10 di Tallero) furono coniati, rispettivamente 686.082 nel 1890 ed 1.113.918 nel 1891 (sempre con millesimo 1890) per un totale di 1.800.000 esemplari. Di questi, ne furono ritirati 1.732.991 pezzi per essere rifusi e trasformati (così come anche gli altri valori) in spezzati d'argento (Ag 835/1000) nazionali (Gigante). Contando anche i dispersi e quelli andati distrutti, ne rimangono a disposizione dei collezionisti 67.009.2 punti
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Complimenti Arka, per la verita' storica e l' onesta' intellettuale che rivela il suo pensiero. Dalle sue parole sempre traspare la vera cultura mitteleuropea.2 punti
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fatta periziare, confermato il qFDC. perfetto. mi ha consigliato un prezzo di 650€ come vendita tra privati.2 punti
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Risponderò qui solo ad @Arka per rispetto che ho nei suoi confronti. Quello che dici è vero, ma tu stai mettendo sullo stesso piano l'impero romano con l'Italia. Allora per fare l'Unità d'Italia avremmo dovuto conquistare e liberare mezza Europa e tutto il Mediterraneo ? Ad esempio anche l'Iraq faceva parte dell'impero sotto Traiano... L'idea e la consapevolezza politica dell'Italia arriva con la pace di Lodi ben successivamente al 1363. Quindi il Tirolo meridionale (lo dico all'italiana) politicamente e culturalmente non ha mai fatto parte dell'Italia, con buona pace di coloro che credono anche che VEIII è il migliore dei re possibili (parafrasando Leibniz). PS: al signore che subito mette le faccine (senza neppure riflettere un'istante) ricordo di seguire le lezioni di Barbero proprio sul tema...2 punti
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Salve ragazzi, oggi vi mostro un bel doppio fiorino di Vittoria datato 1887. Ho notato che il ritratto della sovrana è uguale alla moneta di un crown mostrato in altra discussione, solo che al posto del San Giorgio ci sono gli stemma dei 4 regni uniti. Anche questa è molto affascinante.2 punti
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Ciao è un quinario : https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G50/1 Moneta comune2 punti
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Si, salvo rari casi, gli importi delle spese di spedizione delle Zecche per chi acquista dall'estero sono diversi da quelle applicate agli acquirenti "interni". Molti francesi, nei forum, si erano lamentati delle spese di spedizione applicate dalla Zecca Italiana. La Zecca Finlandese applica oltre 50 euro di spese di spedizione, quella Lituana più di 40 e quelle francesi e spagnole oltre 30.2 punti
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Buongiorno alla sezione, Secondo me, e sottolineo secondo me, non basta guardare solo questo singolo caso per affermare che sia una A difettosa, ci sono diversi casi in cui la V ha il piedino "traumatizzato", più probabile che sia una V di diversa fattura, come per altro molte altre A sono di diverso font (piedini traumatizzati e non), io penso che in zecca avessero diversi punzoni delle singole lettere e le usassero random, senza una vera logica, nel caso della A senza piedino ad esempio è usata nelle 40 o 41 (vado a memoria)insieme alle A con tutti e due i piedini. Vista anche io su un mashop, conio diverso da quello in oggetto, ma la conservazione è così bassa che non permette di vedere se c sia anche li la stanghetta verticale oppure no,sembrerebbe di no. Nel caso della piastra in oggetto io penso sia una V con una specie di stanghetta in verticale. Alcuni esempi di vere V "traumatizzate". Un saluto. Raffaele.2 punti
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Le passioni (se sono veramente tali) non servono ad arricchirsi e la numismatica appartiene certamente a tale categoria. Affronto questo tema - scontato per molti lettori di questo sito - perché talvolta quando viene presentata la numismatica ai (pochi) giovani che oggi se ne interessano vengono passati - forse involontariamente - messaggi che tendono a confondere la passione per le monete con una qualche forma di investimento. Ad esempio, tempo fa mi è capitato di leggere in un catalogo una frase del tipo "inserite nelle vostre collezioni anche monete d'oro in modo da garantirvi contro le fluttuazioni del puro mercato numismatico" (cito a braccio, ma il senso era questo). Un invito di questo tipo mi sembra piuttosto fuorviante perché in pratica si suggerisce di tesaurizzare monete d'oro "di Borsa" che dal punto di vista numismatico dicono poco o nulla. Partendo da queste riflessioni, mi sono domandato cosa sia successo a chi - una ventina di anni fa - avesse deciso di acquistare un marengo umbertino. In particolare non mi riferisco al comunissimo millesimo 1882 che troviamo facilmente dai compro-oro, ma il ben più raro millesimo 1884, coniato in soli 9.775 esemplari. Si tratta di una moneta classificata R2 che - soprattutto se ben conservata - ha un valore di mercato decisamente superiore rispetto a quello intrinseco dell'oro. Sfruttando il bel sito online del Catalogo Gigante sono andato a vedere come è evoluto il prezzo di vendita di tale moneta dal 2005 fino ad oggi, considerando uno stato di conservazione qFDC. I valori sono riportati nel grafico seguente: Il prezzo di vendita (indicato dai punti blu) è quello di alcuni listini italiani e delle principali case d'asta (inclusivo dei diritti). Si nota una grande variabilità, normale perché la classificazione qFDC si presta ad un ampia gamma di interpretazioni e nel conto va messo anche il margine di aleatorietà legato alla vendita all'asta. La linea rossa è un fit lineare (senza alcuna pretesa) che l'indica l'andamento a lungo termine delle quotazioni. Si vede abbastanza bene che c'è stata una tendenza generale alla riduzione delle quotazioni: chi avesse acquistato nel 2005 si ritrova - dal punto di vista finanziario - con una evidente perdita, senza contare l'effetto dell'inflazione che si è accumulata negli anni. Si tratta di un solo esempio e lungi da me l'idea che da questo si possano estrarre regole generali, ma mi sembra comunque significativo. D'altra parte la crisi di giovani vocazioni numismatiche produrrà in futuro un forte calo della domanda, mentre le vendite realizzate dagli eredi dei vecchi numismatici faranno crescere l'offerta. Il mercato ha le sue regole spietate. Dal punto di vista puramente finanziario le cose sarebbero andate ben diversamente se - usando gli stessi soldi - nel 2005 qualcuno avesse acquistato un certo numero dei comunissimi marenghi del 1882 che allora si potevano comprare sotto la soglia dei 100 Euro. Oggi avrebbe più che triplicato il capitale, ma sarebbe stato un puro investimento senza alcun interesse numismatico. In conclusione, la numismatica è una passione che può essere anche particolarmente costosa e che non garantisce un ritorno dal punto di vista finanziario. Ognuno deciderà quanto spendere in base ai suoi desideri ed alle sue disponibilità, ma non facciamo passare - neppure in via indiretta - il messaggio che possa portare anche ad una qualche forma di ritorno economico.1 punto
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Una notizia che avrebbe fatto impazzire la mia "vecchia" prof di filologia micenea: Una nuova lingua indoeuropea è stata scoperta nell’antica capitale ittita Hattusa https://www.scienzenotizie.it/2023/09/22/una-nuova-lingua-indoeuropea-e-stata-scoperta-nellantica-capitale-ittita-hattusa-0273311?utm_source=pocket-newtab-it-it La Direzione provinciale della cultura e del turismo di Çorum ha annunciato in una dichiarazione scritta che durante gli scavi nel distretto di Boğazkale di Çorum, dove si trova Hattusa , la capitale degli Ittiti, è stata scoperta una nuova lingua indoeuropea. Gli Ittiti vivevano in Anatolia circa 3.500 anni fa. Hanno registrato trattati e decreti statali, preghiere, miti e rituali di incantesimi su tavolette di argilla. Sono stati trovati circa 30.000 manoscritti, scritti prevalentemente in lingua ittita, ma anche in misura minore in altre lingue come il luvio o il paleo. Ora ne è stata aggiunta una nuova a queste lingue. Gli Ittiti, una delle civiltà più misteriose e potenti della storia anatolica, l’impero crebbe con l’invenzione dell’alfabeto quando l’umanità passò dalla media alla tarda età del bronzo tra la fine del XIV e il XII secolo a.C. Sappiamo che erano una delle più grandi potenze militari del loro tempo: dopo tutto, si scontrarono con i grandi faraoni d’Egitto, come Ramesse il Grande, prima che il loro potere fosse finalmente messo sotto controllo dal primo potere mondiale. trattato di pace. E poi un giorno, intorno al 1.180 a.C., il loro potente impero si spezzò improvvisamente, frantumandosi in città-stato neo-ittite indipendenti, che lentamente e misteriosamente scomparvero dalla faccia della terra. Nella dichiarazione si afferma che negli studi archeologici condotti sotto la direzione del Prof. Dr. Andreas Schachner della filiale di Istanbul dell’Istituto Archeologico Germanico si continuano ad aggiungere nuovi reperti alle iscrizioni cuneiformi, e si osserva quanto segue: “La maggior parte dei testi sono stati scritti in ittita, la più antica lingua indoeuropea provata e la lingua dominante nella regione, ma durante gli scavi di quest’anno è stata riscontrata una sorpresa inaspettata. Un testo di lettura scritto in una lingua fino ad allora sconosciuta era nascosto all’interno di un testo rituale di culto scritto in ittita. L’epigrafista dello scavo è dell’Università di Würzburg, Germania Il Prof. Dr. Daniel Schwemer riferisce di aver identificato questa lingua come la lingua del paese di Kalašma, situato all’estremità nordoccidentale della regione centrale ittita, probabilmente nella moderna regione di Bolu o Gerede .” La scoperta di un’altra lingua negli archivi di Boğazköy-Hattusa non è del tutto inaspettata. Secondo il professor Schwemer, gli Ittiti avevano un interesse unico nel registrare i rituali in lingue straniere. I testi rituali scritti dagli scribi del re ittita riflettono varie tradizioni e ambienti linguistici anatolici, siriani e mesopotamici. Questi rituali offrono preziose prospettive sulla geografia linguistica poco conosciuta dell’Anatolia della tarda età del bronzo, dove non si parlava solo l’ittita. Infatti, i testi cuneiformi in Boğazköy-Hattusa contengono passaggi dal luvio e dal palaca, altre due lingue anatolico-indoeuropee strettamente imparentate con l’ittita, nonché dall’hattiano, una lingua che non è di origine indoeuropea. Ora a queste si può aggiungere la lingua Kalašma. Nella dichiarazione si sottolinea che il testo in lingua Kalašma, scritto in una lingua appena scoperta, è ancora in gran parte incomprensibile, e si fanno le seguenti affermazioni: “La collega di Schwemer, la prof.ssa Elisabeth Rieken, esperta di antiche lingue anatoliche, ha confermato che questa nuova lingua appartiene alla famiglia linguistica anatolica-indoeuropea. Secondo Rieken, nonostante la sua vicinanza geografica alla regione in cui si parla il palaico, questo testo è linguisticamente luvio”. Quanto strettamente la lingua Kalašma sia correlata ad altri dialetti luvi nell’Anatolia della tarda età del bronzo sarà oggetto di ulteriori ricerche. Gli studi interdisciplinari a Boğazköy-Hattusa sono stati condotti dall’Istituto Archeologico Tedesco (DAI), Fondazione Thyssen, “È realizzato come progetto finanziato dalla Fondazione GRH, dalla Fondazione Volkswagen e dal Ministero degli Affari Esteri italiano. Scienziati del DAI, Istanbul, Würzburg e dell’Università di Marburg stanno lavorando insieme alla documentazione e alla valutazione del testo”.1 punto
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Salve a tutti, vi presento l’ultimo lavoro della Edizioni D’Andrea, The Diobols of Tarentum in the National Archaeological Museum of Naples . L’opera, a firma di Alberto D’Andrea, Marco Miglioli, Giuseppe Sarcinelli ed Enrico Vonghia, chiude il quadro dei dioboli conservati presso i poli museali, illustrando oltre 160 monete, provenienti dal celebre museo partenopeo. Gli esemplari erano noti solo attraverso le descrizioni del Fiorelli, ovvero il Catalogo del Museo Nazionale di Napoli – Collezione Santangelo – Monete Greche (del 1866) e il Catalogo del Museo Nazionale di Napoli – Medagliere – I. Monete Greche (1870 ); qui vengono per la prima volta riportate le foto a colori in alta definizione. Inoltre vengono espunte dal novero delle emissioni tarantine alcuni esemplari che gli studi affrontati dagli autori hanno invece inquadrato come imitative apule, o di Eraclea o Pandosia. Introduzione di Floriana Miele, comitato scientifico: Francesco D’Andria (Accademia dei Lincei), Eva Degl’Innocenti (Direttrice Musei Civici Bologna), Diego Elia (Università di Torino), Giovanni Gorini (Università di Padova), Valeria Meirano (Università di Torino), Adriana Travaglini (Università del Salento) e Rosa Vitale (Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”). 124 pagine, prezzo di copertina € 50,00. https://www.edizionidandrea.com/1 punto
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(ANSA) - ROMA, 26 SET - Forse una musa, forse una baccante o anche una ninfa: è avvolta nel mistero l'identità della statua di straordinaria bellezza rinvenuta nell'area archeologica di Tusculum, l'antica città latina che la leggenda vuole fondata dal figlio di Ulisse e della Maga Circe. Qui, a pochi chilometri da Roma, nel cuore antico dei Castelli Romani, è stata infatti rinvenuta questa statua di epoca romana dalle fattezze raffinatissime che ha delle possibili "sorelle": tra loro l'Afrodite di Epidauro, esposta al museo nazionale di Atene. La bellissima donna in marmo pario è stata ritrovata questa estate durante gli scavi nell'area delle Terme adrianee dell'antica città: è a figura intera, a grandezza naturale, realizzata a tutto tondo, di lei sono andate perse la testa e parte degli arti superiori. Ma quello che resta è sbalorditivo per la finezza della fattura delle vesti e del seno che vi traspare dal tessuto bagnato, dei drappeggi, della fine abbottonatura sotto il chitone, della fattura della nebride, la pelle del cerbiatto che veniva indossata dai seguaci del culto dionisiaco. La campagna di scavo da cui è emerso il reperto è stata condotta nell'ambito del progetto Tuscolo Eterna Bellezz@, nato in seguito alle ricerche archeologiche avviate dalla Scuola spagnola di Storia e Archeologia di Roma (EEHAR-CSIC) che hanno consentito di riportare alla luce i resti monumentali di un complesso termale di epoca adrianea. Venerdì 29 e sabato 30 settembre, grazie alla collaborazione on l'Associazione Frascati Scienza, la statua sarà per la prima volta esposta al pubblico alle Scuderie Aldobrandini di Frascati in occasione della Notte europea dei ricercatori. Successivamente sarà visibile anche nella fase de restauro che verrà condotto nel museo in una modalità visibile al pubblico. (ANSA). https://www.msn.com/it-it/lifestyle/notizie/l-enigma-di-tusculum-riaffiora-una-statua-di-rara-bellezza/ar-AA1hhrWb?ocid=msedgdhp&pc=U531&cvid=a1f4640535ac43f2854e797aa7f50835&ei=371 punto
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buongiorno, mi è capitato sotto mano questo esemplare e l'ho preso per studio. l'Attardi lo segnala come probabile artefatto. diametro:30,5mm peso:12,85g spessore:2mm1 punto
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Cristina Trivulzio di Belgiojoso (Milano, 28 giugno 1808 – Milano, 5 luglio 1871) è stata una nobildonna, patriota, giornalista e scrittrice italiana che partecipò attivamente al Risorgimento. Fu editrice di giornali rivoluzionari, e molte sue opere sono incentrate sugli anni della prima guerra d'indipendenza. Cristina Trivulzio di Belgiojoso Ritratto di Cristina Trivulzio di Belgiojoso di Francesco Hayez, 1832, Collezione privata, Firenze Lingua Scarica PDF Segui Modifica Maria Callas, nome d'arte di Maria Anna Cecilia Sofia Kalos, contrazione del cognome originario Kalogheropoulou, in greco Μαρία Άννα Καικιλία Σοφία Καλογεροπούλου? /maˈria ˈana kjɛkiˈlia soˈfia kalojeroˈpulu/ (New York, 2 dicembre 1923 – Parigi, 16 settembre 1977), è stata un soprano statunitense di origine greca, naturalizzata italiana e successivamente greca[1]. Maria Callas nel 19581 punto
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DE GREGE EPICURI Ritratto bellissimo. Brutta la ricostruzine "americana" a colori, che mi ricorda Quo Vadis, Fabiola e anche Il Gladiatore.1 punto
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Senato della Repubblica XIX Legislatura DDL S. 762 Modifiche al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di semplificazione delle procedure per la circolazione dei beni culturali e misure di agevolazione fiscale per oggetti d'arte, d'antiquariato e da collezione. Export e commercio d'arte e antiquariato - Tiscali Cultura 57193.pdf1 punto
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Buonasera a tutti, domenica ho trovato e acquistato questo 10 tornesi di Francesco II a prezzo modico,non lo avevo in collezione così ne ho approfittato. Controllando il catalogo gigante ho visto che per la zecca di roma la moneta risulta rara. Ora dalle indicazioni del catalogo non riesco a capire cosa intenda per rigatura obliqua nel contorno,non avendo altri 10 tornesi di francesco ii non posso confrontarle; anche controllando il vostro catalogo non sono riuscito a capire la differenza tra i due contorni. Qualcuno sarebbe così gentile da farmi capire la differnza tra i due tipi di contorni e indicarmi di che zecca è la moneta in mio possesso? Inoltre che conservazione gli attribuireste? secondo me è un bel BB , si vedono molti graffietti da circolazione,ma non vedo molta usura. Dati ponderali corretti,non metto in dubbio l'autenticità. grazie a tutti!1 punto
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Il mocenigo di @Oppiano provienente dalla collezione Marquis Alb. Von Hoenkubin é il lotto n. 1497 del catalogo Lanz 23. Arka Diligite iustitiam1 punto
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quoto. Secondo me le spese di Spedizione+Assicurazione € 12 e € 13 non sono "elevate",inoltre bisogna anche tener presente il costo dell'imballo(esempio:busta,chiusura,bustine che contengono monete)tempo per l'imballo e la spedizione(c'è chi si reca in posta per le Raccomandate e,forse,non usufruisce di un servizio di ritiro a domicilio). Come ha scritto miroita, sapendo l'importo della spedizione, puoi regolarti sull'aggiudicarti o meno uno o più lotti.Se piace un lotto o se ci si accorge che è un lotto raro e costa poco ,non si da peso alle spese di spedizione ("dove c'è gusto non c'è perdenza"). Salutoni odjob1 punto
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Forse bisognerebbe approfondire un pochino la Storia prima di fare affermazioni così forti. Anzitutto, l'intervento in guerra al fianco di Gran Bretagna, Francia e Russia non era certo un desiderio personale di Vittorio Emanuele III ma di ampi strati della popolazione. Le motivazioni erano varie: c'era chi vedeva negli Imperi centrali delle autocrazie pericolose, che se avessero vinto avrebbero sottomesso l'intera Europa. Costoro ritenevano necessario che Austria e Germania andassero fermate, anche perché molto probabilmente (se avessero vinto) si sarebbero in futuro vendicate del "tradimento" italiano. C'era, invece, chi coltivava il sogno di completare l'unità nazionale e, magari, espandersi anche nel Mediterraneo, con qualche nuovo possedimento nei Balcani, in Albania e in Turchia. A favore dell'intervento c'erano gli studenti, i futuristi e gran parte della borghesia. Dall'altro lato, invece, c'erano coloro che volevano che l'Italia si mantenesse neutrale. Le motivazioni alla base del non intervento erano fondamentalmente due: 1. Evitare che l'Italia subisse migliaia di morti e feriti (desiderio incarnato, in particolare, dalla Chiesa). 2. Evitare un'eventuale sconfitta militare, dato che l'esercito non era pronto per un conflitto del genere (tesi portata avanti da Giolitti). Queste erano le due anime del Paese nel 1914-15. Come si può vedere, nessuno smaniava particolarmente per entrare in guerra al fianco delle Potenze centrali, se non una minoranza assoluta. Riguardo alle promesse tedesche di cedere Trento e Trieste in cambio della neutralità, ebbene queste erano soltanto delle promesse fatte dalla Germania ma a cui l'Austria fu sempre poco incline a soddisfare, se non quando ormai era troppo tardi, ovvero quando sapevano tutti che l'Italia stava per firmare un patto con la Triplice Intesa. La Chiesa si spese moltissimo per cercare di convincere l'Imperatore Franceso Giuseppe a cedere qualcosa subito (non a guerra finita) ma questi si rifiutò. Veniamo ora al presunto colpo di Stato fatto da Vittorio Emanuele III nel 1915. Come sappiamo, coloro che architettarono il Patto di Londra furono Vittorio Emanuele III, Salandra (Presidente del Consiglio) e Sonnino (Ministro degli Esteri). Secondo lo Statuto Albertino, il Re poteva dichiarare guerra di sua iniziativa ma il governo doveva poi ottenere il benestare del Parlamento. Il problema era che il Parlamento era in maggioranza filo-giolittiano e, quindi, sfavorevole all'intervento. La situazione era, quindi, complessa: Salandra, non avendo l'appoggio delle camere, il 13 maggio 1915 si dimise dall'incarico. Il Re offrì, quindi, l'incarico a Giolitti (che aveva in mano il Parlamento) ma costui rifiutò, temendo la reazione delle migliaia di manifestanti favorevoli all'ingresso in guerra e galvanizzati da Gabriele D'Annunzio. Vittorio Emanuele III ridiede così l'incarico al dimissionario Salandra e il 20 maggio il Parlamento votò per concedere al governo i poteri per la guerra. Quindi, alla fine, il Parlamento approvò l'entrata in guerra. Fonti utilizzate: Wikipedia e questo meraviglioso video di Alessandro Barbero che consiglio caldamente a tutti.1 punto
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Ciao, grazie per questi tuoi ennesimi interventi che parlano di Storia, didattici e con citazioni anche degli autori, quindi non frutto di fantasie personali..... Sicuramente degne di essere approfondite da quelli che come me non sono storici e vogliono documentarsi più approfonditamente. 🙂 ANTONIO1 punto
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Concordo con quanto detto da miroita...personalmente considero le spese di spedizione - qualora dovessi partecipare per un singolo lotto o, comunque, lotti di valore modesto - come i diritti d'asta...nel senso che se per la moneta il mio limite è 50 euro, la batto eventualmente fino a tipo 35 così tra diritti e spedizione non supero il mio tetto...anche perché tale spesa si fa sentire maggiormente, appunto, per monete comuni e facilmente reperibili sul mercato, quindi ci sarà sempre (o quasi) la possibilità di prenderne una analoga al giusto prezzo Riccardo1 punto
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Sapendo che le spese di spedizione ed assicurazione sono elevate, bisogna sempre valutare se valga la pena partecipare a certe aste e portare a casa un singolo lotto. Personalmente se il valore della moneta è minimo partecipo solamente se il mio interesse si rivolge a diversi lotti in modo da poter ammortizzare le spese di spedizione, altrimenti non vale la pena prendere in considerazione la partecipazione. A meno che si tratti di un pezzo unico, ma non credo ci sia poi la possibilità di portarlo a casa con 12 euro.1 punto
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In teoria V.E. III dal 1915 poteva essere considerato tecnicamente non più come sovrano legittimo ma come tiranno ed usurpatore, dal momento che aveva infranto la costituzione. Quindi da quel momento in poi non lo si dovrebbe neppure considerare come il re ma come un dittatore!1 punto
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La riforma è stata attuata dal ministro delle finanze, conte Kankrin. E ha equiparato tutti i soldi a un rublo d'argento. La moneta dice: kopecks d'argento. Ciò significa che queste nuove monete equivalgono all’argento e valgono più delle monete di rame.1 punto
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Luna 8 anni e mezzo e non sentirli, magari con qualche acciacco in più ma con la stessa curiosità e voglia di vivere di quando aveva 3 mesi. Con la stessa felicità di vedermi alle 7 di mattina e di svegliarmi prima della sveglia, o alle 3 di notte tornato dalla discoteca sempre lì ad aspettarmi. Quante volte mi hai spaventato scappando tra la neve per rincorrere i caprioli o i cinghiali e quanto mi sei mancata quando sono andato all' estero. Sempre te stessa e sincera come solo un animale può essere. Non so come una persona possa anche lontanamente pensare di abbandonare un cane per me potrebbero tranquillamente metterli in carcere e buttare via la chiave.1 punto
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Ma dopo il grande sconforto ci ha pensato un Grande Amico a tirarmi su il morale,donandomi la mia prima pubblica ICA...1 punto
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Sfortunatamente non so più come interpretare le iscrizioni in antico slavo. Nella mia famiglia, l'ultima persona che lo lesse fu mia nonna, nata nel 1914. C'è molta complessità in questo. Contavano il calendario non dalla nascita di Cristo, ma dalla creazione del mondo. Di conseguenza, l'anno 1700 di questa moneta per loro era 7208.1 punto
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Buongiorno, riapro la discussione dopo più di due anni perché nell'ultima asta Numismatica Ferrarese al lotto n. 3106 sono stati venduti due buoni come quello postato da @PriamoB che mi permetto di taggare. La descrizione del lotto è stata probabilmente ripresa da questa discussione (viene indicata la città di Bologna, in forma dubitativa), ma da questi due esemplari si riesce forse a rispondere al quesito circa la scritta posta sopra la data. Dovrebbe trattarsi della parola "Libra una" nel buono venduto dalla Numismatica Ferrarese e forse "Libre una" in quello postato ad inizio discussione. Guardando bene sembra quasi ci sia scritto "Lire una", ma secondo me non avrebbe molto senso trattandosi di buoni emessi a favore di persone povere e sarebbe più sensato "Libre", unità di misura probabilmente riferibile alla farina/pane. Riccardo1 punto
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Sui primi mocenighi la croce è sottile, ma sono quasi sempre presenti i globetti alle estremità. La croce dell'esemplare di Lorenzo Priuli, moneta bella e rara, è una croce patente con estremità a coda di rondine. Qui posto altre tre croci tutte diverse. Come si può vedere nel terzo esemplare di Gritti c'è una croce simile a quella del Priuli, senza i globetti. Credo che la scelta della croce dipendesse dalla volontà e bravura dell'incisore. Arka Diligite iustitiam1 punto
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SÌ tenendo conto delle specificità della lingua metà mezzo orecchio 17001 punto
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Domenica scorsa al mercatino un paio di monete che mi mancavano. Niente di particolare ma a 1€ era un peccato non prenderle. 1. one penny di Giorgio VI del 1944 2. one farthing di Giorgio V del 19271 punto
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1- Si apre una discussione nuova; 2- si mettono i dati e foto; 3- si scrive in modo colloquiale utilizzando le forme di cortesia (saluto, grazie, per favore...) Bisognerebbe capire che quando si chiede qualcosa si dovrebbe utilizzare sempre una certa forma, come nella vita reale non ci avviciniamo a qualcuno senza salutarlo pretendendo aiuto. Apri una nuova discussione con i suggerimenti dati e vedrai che un aiuto non ti sarà negato.1 punto
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Chi è causa del suo mal pianga sé stesso. Come detto, furono gli austriaci a mettersi in quelle condizioni. Non ho mai detto che l’Italia era la seconda potenza geopolitica ma la seconda monarchia europea più importante dopo la Gran Bretagna. Ovvio che Gran Bretagna, Francia e Germania (seppur sconfitta) erano più importanti. Comunque ti ho risposto, portandoti l’esempio delle conferenze a cui partecipò l’Italia. Se il nostro Paese era così insignificante nel 1919 (come sostieni), come giustifichi la partecipazione italiana a queste conferenze? Non erano trascorsi neanche 20 anni, mica 200.1 punto
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La Bulgaria ha spostato l'obiettivo dell'ingresso ufficiale nell'unione monetaria al 1° gennaio 2025 ma già da un mese ha avviato trattative con la Commissione europea per l'introduzione parallela dell'euro già dal 2024. Se la Commissione europea e la BCE daranno parere favorevole la Bulgaria potrà permettere ai suoi cittadini di scegliere se operare in euro o in lev, con doppia prezzatura delle merci e scelta libera della valuta con cui pagare. Il referendum chiesto dal partito nazionalista filorusso Vazrazhdane per rimandare l'ingresso nell'euro al 2043 è stato rifiutato dal parlamento bulgaro. A mio parere un lungo utilizzo parallelo della valuta locale con l'euro è una buona idea, perchè è un ottimo metodo per fermare la speculazione facendo in modo che tutti si abituino a pensare in euro, senza stacco netto e conseguente effetto collaterale di arrotondamenti pazzi (o truffe vere e proprie) così facili da attuare.1 punto
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Sarebbe utile che sui cataloghi venisse fotografato oltre a diritto e rovescio della moneta, anche il bordo.1 punto
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