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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/24/23 in tutte le aree

  1. Condivido la mia piastra di Carlo di Borbone non è in alta conservazione ma per il modo con cui io colleziono va bene così.
    5 punti
  2. Ding, Ding, Ding! 🔔🔔🔔 Kolonia Afrikana!!!
    3 punti
  3. A proposito di Caterina. Questo è un malinteso comune. La ragione dell’equivoco è semplice. 1. Caterina diede al khan argento e rame per coniare queste monete. 2. In termini di peso, sono più o meno uguali alle monete russe. Khan ha vissuto molto in Russia. A proposito, conosceva bene l'italiano. Le monete venivano coniate a Kaffa.
    3 punti
  4. Che dire un immagine eloquente, la cultura che si fa toccare con mano, la numismatica che diventa tangibile. Le parole che vengono tramutate in cultura rimanendo indelebilmente impresse sulla carta. BELLISSIMO Posso solo essere orgoglioso di aver avuto la possibilità di partecipare ad alcune di queste pubblicazioni, soprattutto alla n. 10, che taglia un traguardo eccezionale.
    3 punti
  5. Una immagine simbolica e anche direi storica sulla produzione editoriale del Gruppo Numismatico Quelli del Cordusio con i suoi 10 Gazzettini del Cordusio e i 3 Speciali sui cataloghi del Medagliere di Ambrosiana e sulla zecca di Milano, una famiglia numismatica autoprodotta e donata ai suoi sostenitori che cresce sempre più nel tempo !
    3 punti
  6. Il titolo e’ dedicato a quella massa enorme di personaggi dell’ antica Roma i cui nomi , riportati ad esempio su monete , epigrafi o su altri reperti archeologici , sono giunti fino a noi moderni ma di cui oltre al nome non conosciamo praticamente nulla delle loro esistenze . E’ questo il caso di Caio o Gaio Maianio di cui la storia nelle sue varie forme di attraversamento dei secoli non ci ha tramandato altre notizie della sua vita se non il suo nome impresso nelle monete e qualche lapide della sua Gens o di loro Liberti . Infatti noi posteri conosciamo della sua esistenza solo grazie alle monete che portano il suo nome di Magistrato monetale : C. MAIANI , con MA in monogramma , per il resto buio totale . Avendo acquistato recentemente un Asse con il suo nome e con i soliti attributi degli Assi repubblicani , mi e’ venuto il desiderio di conoscere qualcosa di questo personaggio , purtroppo ogni ricerca e’ stata vana , non ho trovato praticamente nulla che potesse farmi conoscere meglio questo Magistrato in quanto e’ un mio interesse storico conoscere le vite di questi antichi Magistrati o degli Imperatori riportati sulle monete imperiali . Di Caius Maianius non si conosce con certezza l’ anno in cui ricopri la carica di Magistrato monetale , il Babelon riporta la data del 194 a.C. mentre testi piu’ recenti riportano il 153 a.C. , non so quale data sia quella giusta , probabilmente la seconda data . Come monete che portano il suo nome sono conosciute : un Denario , la serie dei bronzi , tranne il Sestante : Assi , Semissi , Trienti , Quadranti , Oncia . Per completare le monete emesse da questa Gens romana va ricordato anche un certo Maianius Gallus , monetario al tempo di Augusto , 12 a.C. , che emise un classico Asse con la testa di Augusto al dritto e al rovescio il nome del Magistrato con le sue mansioni di monetiere . Il Babelon definisce questa Gens totalmente sconosciuta alla storia . La Gens Maiania dovette essere comunque una Famiglia piuttosto possidente e nota nell’ antica Roma in quanto possedeva sul colle Esquilino i famosi Horti (Giardini) Maiani che erano confinanti con gli Horti Lamiani , tanto che spesso sono conosciuti con entrambi i nomi , come Horti Lamiani et Maiani , dai quali specialmente al tempo del Lanciani , dopo Roma Capitale del 1870 , vennero trovate moltissime statue in marmo o rocchi di statue , piu’ altre meraviglie archeologiche , tutti reperti provenienti da questi giardini residenziali imperiali . Tornando al nostro Caius Maianius , o meglio alla Gens Maiania piu’ in generale , venne trovata , forse ad Aeclanum nella terra dei Sanniti Irpini , dove si pensa provenisse la Gens Maiania , una lapide che ci tramanda il nome su un'antica lapide : I(ovi) O(ptimo) M(aximo) / Pistillus / et Quintus / et Maianus / Bellici f(ilius) / v(otum) s(olverunt) l(ibentes) l(aeti) m(erito) Una moneta , un Asse , simile a quella in foto , venne trovata a Sava (TA) presso il Santuario della Madonna di Pasano : “A oriente della attuale cappella di Pasano , contiguo alla masseria è stato rinvenuto un gruppo di tombe con corredo e in un vaso di una di queste la moneta romana . Trattasi di un asse repubblicano , che da un lato presenta il volto di Giano Bifronte e dall’ altro la prora di una nave con la scritta C. MAIANI . Ho studiato la moneta : è di bronzo e pesa gr. 17,80” Testo tratto da : https://www.bing.com/ck/a?!&&p=fb22005925af7466JmltdHM9MTY5NTM0MDgwMCZpZ3VpZD0xZTk5MDAzMi1hNTdiLTYyZjUtMjZmYS0xMjU0YTQ0YzYzNTkmaW5zaWQ9NTE0NA&ptn=3&hsh=3&fclid=1e990032-a57b-62f5-26fa-1254a44c6359&psq=gens+maiania&u=a1aHR0cHM6Ly93d3cubGF2b2NlZGltYXJ1Z2dpby5pdC93cC9zYXZhLXRvbWJlLWUtcmludmVuaW1lbnRpLWluLXBhc2Fuby1lLWNvbnRyYWRlLWxpbWl0cm9mZS1jYW1hcmRhLWdyYXZhLWVjYy5odG1s&ntb=1 Altre lapidi di Liberti della Gens Maiania si trovano in Academia.edu , file : “I Liberti privati di Terracina” In foto il mio Asse con l' acrostolio piuttosto grosso e la prua di nave corta e tozza .
    2 punti
  7. Domenica scorsa al mercatino un paio di monete che mi mancavano. Niente di particolare ma a 1€ era un peccato non prenderle. 1. one penny di Giorgio VI del 1944 2. one farthing di Giorgio V del 1927
    2 punti
  8. Brontolone lo ammetto, vecchio no, sono degli anni '80 quindi sono ancora abbastanza giovane.... Si. Ma pensa io non sopporto il mio vicino di casa, immagina se posso andare d'accordo con chi si mette a pregare in modo strano o si copre la testa con un asciugamano....Sto scherzando naturalmente (e non voglio offendere nessuno). Però fa capire la religione divide ma perché ? Perché siamo noi che vogliamo un pretesto per attaccare un altro uomo: può essere la religione, il colore della pelle, e perché no anche quello che mangia... Tutto è utile come pretesto per attaccare. Vorrei che una volta ci fosse qualcuno che dicesse: non ho nessun problema con te ma voglio i tuoi soldi, le tue terre, le tue materie prime, la tua collezione di monete... un po' di sana onestà non guasterebbe!
    2 punti
  9. Queste foto sembrano fatte con lo scanner che, purtroppo, appiattisce un po' i rilievi. Da quel che vedo , sembrano esserci punti di usura sui capelli dell'Italia e sulla fiaccola e schiacciamento sui chicchi d'uva. Nel complesso è una buona moneta coi campi apparentemente intonsi. Insomma per quel che posso vedere, direi vicino allo SPL, rivedibile con foto migliori. Per confronto posto un 5 Lire in FDC, dove il lustro disturba l'immagine: l'Italma, se in alta conservazione, è più difficile da fotografare rispetto all'Argento.
    2 punti
  10. E' sempre stato un grandissimo desiderio avere un sesterzio per ogni imperatore e coprire quel periodo di storia mancante nel nostro cofanetto-vassoio , sappiamo benissimo tutti e ne siamo tutti consapevoli che per imperatori e sesterzi rari il discorso è diverso, con budget davvero importanti ! IO credo che una collezione deve rispecchiare noi stessi, per alcuni dovra' raccontare periodi storici,per altri aggiudicarsi le rarita' è tutto,c'è chi colleziona eccezionali conservazioni,per cui io credo sia tutto collezionabile,pero'(se una moneta non ti piace o hai dei dubbi non ti piacera' mai i soldi poi te li dimentichi ) frase scritta da @Tinia Numismatica
    2 punti
  11. Ciao @fricogna, ho sempre seguito questa regola
    2 punti
  12. Sono d' accordo con te , un argomento del genere doveva per forza scivolare verso e sulla politica del periodo storico . A mio parere sarebbe stato doveroso verso il Forum parlare di Vittorio Emanuele III solo come numismatico , ce ne sarebbe di che discutere . Sarebbe stato opportuno che il @CdC fosse intervenuto subito all' apertura del post per mettere dei paletti , vietando di parlare dell' argomento politico , pena la chiusura .
    2 punti
  13. Ciao, il problema non sono le idee e le simpatie politiche personali che per fortuna sono diverse ed ovviamente restano tali. Su questo non si deve convincere nessuno. E' solo che su un Forum di Numismatica come il nostro ,dove è espressamente vietato fare politica, semplicemente non si dovrebbe fare. Tantopiu' presentando una discussione come storica e traviarla con affermazioni che di Storia con la lettera grande hanno niente a che fare, con la pretesa di rivolgersi soprattutto ai più giovani. Tanti interventi vanno in direzione totalmente opposta.... ANTONIO
    2 punti
  14. Buongiorno a tutti. La discussione è interessante e, pertanto, ringrazio tutti gli intervenuti. Provo a mantenere un ordine logico del discorso. E' un dato di fatto che nel 1919 la Monarchia italiana era seconda solo a quella britannica e ciò in ragione anche della caduta dell'Impero germanico, dell'Austria-Ungheria e dell'Impero ottomano ma soprattutto dell'esito del Primo conflitto mondiale. Può essere condivisibile quanto affermato da altro Utente circa il fatto che Vittorio Emanuele III aveva scelto la parte vincente "con molta prudenza e un po' di fortuna" ma mi sembra evidente che tale circostanza rappresenti un merito storico del Sovrano e un servizio da questi reso alla nostra Patria. Le altre monarchie che sono state citate (Spagna, Nord Europa, Jugoslavia ecc.) avevano poco peso a livello internazionale, anche in ragione della loro decadenza (Spagna), dei loro conflitti interni (Jugoslavia), della loro marcata connotazione mercantilistica (Olanda), della loro limitata territorialità (Belgio, Lussemburgo), della loro collocazione geografica che le rendeva lontano dagli scenari più importanti e via dicendo. Ritengo sia altrettanto un dato di fatto che le grandi conferenze internazionali svoltesi all'incirca per vent'anni (dal 1919 al 1939) hanno sempre visto la partecipazione - accanto al Regno Unito, alla Repubblica francese ecc. - dei rappresentanti del Regno d'Italia. Non vi è traccia in questi consessi ad esempio del Belgio o della Svezia, salvo che per quegli incontri di valenza regionale. Infine, non mi sembra da sottovalutare il fatto che l'Italia era oggetto di attenzione e di curiosità a livello internazionale. Tre esempi tra tanti per capirci meglio: Churchill ebbe modo di tessere notevoli elogi a Mussolini e al suo Governo, gli Stati Uniti di Roosevelt presero spunto dalla politica italiana del tempo quando vararono nel 1929 il New Deal e il Belgio non disdegnò affatto di combinare il matrimonio tra la principessa Maria Josè e l'allora Principe Ereditario italiano Umberto di Savoia. La questione dei tradimenti non merita seguito in quanto, come già detto, detta categoria non appartiene alla politica e, comunque, ha sempre l'aria di essere un'accusa rivolta a noi italiani a scopo meramente denigratorio: plico respinto al mittente...☺️ Un saluto cordiale e a presto.
    2 punti
  15. Nel Fondo numismatico della Società Napoletana di Storia Patria (vol. III, p. 72) è catalogato un 4 ducati del 1768 che negli attuali manuali non è censito. La moneta è stata nel passato oggetto di discussione per la difficile lettura dell'ultima cifra del millesimo: si tratta di un 3 o di un 8? Dopo che il Corpus la catalogò come una 1768 (CNI XX, p. 569, n. 51) riferendosi all'esemplare della collezione Scacchi, il Pannuti - sia nel catalogo Le monete di Napoli (p. 231, nota 4) sia ne "Le monete d'oro napoletane di Carlo e Ferdinando IV di Borbone" (BCNN, gennaio 1965-dicembre 1966, p. 109) - esclude il 1768 in favore del 1763. Invece, Rinaldi sostiene che sia una 1768, come scrisse dell'Erba nel manoscritto sulla collezione Scacchi. Personalmente sono d'accordo con Rinaldi, giacché nel 1768 Gaetano de Gennaro, incisore della moneta in questione, ricoprì l'ufficio di mastro de' conj dal 1764 al 1768 (Magliocca-Di Rauso, "Maestri di zecca (poi direttori) di prova..." in BCNP, I, 2014) e, come osserva Rinaldi, nel 1763 non vi è alcun 4 ducati a nome di de Gennaro, e io aggiungo che nessuna altra moneta del 1763 porta la firma di de Gennaro.
    2 punti
  16. Bravo! Cerca quelle degli anni che hanno circolato: con un minimo di pazienza si trovano ancora in alta conservazione e non hanno prezzi elevati:
    2 punti
  17. Felice di vederti. Saluti. Ti svelo un segreto. L'aquila non è russa, ma bizantina. Quest'aquila è volata addirittura in Italia e ha nidificato con te.
    2 punti
  18. Hai ragione, e ora pagano nei negozi. Facciamo una proposta coraggiosa affinché tali monete esistano in Russia anche nel 21° secolo. I mammut camminano per le strade. E Lenin viaggia su un'auto blindata. Stavamo solo scherzando. Per la comprensione. Moneta del 1700 moneta 1800 Moneta del 1900.
    2 punti
  19. Questa è un’ipotesi audace. L'autore di questa moneta non aveva mai visto un'aquila. Forse è un pellicano.
    2 punti
  20. Periodo fortunato questo per la sezione umbro-marchigiana della mia biblioteca numismatica, ultimo arrivato il volume in edizione originale del Corpus dedicato alle Marche, trovato in ottimo stato a 100 euro... 🤓
    2 punti
  21. https://www.treccani.it/enciclopedia/avito Imperatore romano d'Occidente negli anni 455-456. Nato da nobile famiglia gallica, accompagnò Ezio nelle sue campagne e fu prefetto del pretorio in Gallia. Dall'usurpatore Petronio Massimo fu creato magister militum: alla morte di questo, mentre Roma era occupata dai Vandali, fu proclamato imperatore ad Arles. Ricondotta la Pannonia sotto il dominio romano, venne a Roma dove fu riconosciuto collega di Marciano. Ma per influenza del comes Ricimero, che aveva acquistato grande autorità specialmente dopo le vittorie sui Vandali, il senato lo dichiarò decaduto. A Piacenza A. fu sconfitto e costretto a deporre le insegne imperiali; ebbe salva la vita e fu consacrato vescovo di Piacenza; ma, poco dopo, mentre tentava di fuggire segretamente, fu sorpreso e ucciso dai soldati di Ricimero e di Maggioriano. -> https://www.romanoimpero.com/2009/10/avito-455-456.html Nome completo: Marcus Maecilius Flavius Eparchius Avitus (Marco Mecilio Flavio Eparchio Avito) Nascita: Clermont, 395 circa Morte: 457 Predecessore: Petronio Massimo Successore: Maggioriano Figli: Agricola, Ecdicio, Papianilla Regno: 455-456 d.c. LE ORIGINI Marco Mecilio Flavio Eparchio Avito nacque a Clermont nel 395 da un'aristocratica famiglia gallo-romana, probabilmente figlio di Agricola (console nel 421) e di una nobildonna, da cui ebbe tre figli: Agricola, Ecdicio e Papianilla . Era imparentato con Magno Felice, Teodoro e Prisco Valeriano. Fu uomo colto e studioso di legge. Il suo primo successo, a 25 anni, fu la richiesta delle riduzione di tasse per la propria gente presso il potente patricius Flavio Costanzo, la sua perorazione fu convincente e Costanzo accettò. Ancora nel 425 andò a fare visita al suo parente Teodoro, ostaggio presso la corte del re dei Visigoti Teodorico I. Fu ricevuto dal sovrano ed entrò nelle sue grazie. Nel 430 conobbe anche il figlio del re, il futuro Teodorico II, e lo convinse a studiare i poeti latini. Era uomo di fascino e di grandi capacità persuasive. LA CARRIERA Dedicatosi alla carriera militare seguì il magister militum Flavio Ezio nelle campagne contro gli Iutungi, i Norici e i Burgundi. Nel 437, divenuto vir inlustris, tornò in Alvernia, dove fu nominato magister militum per Gallias. Poi sconfisse in battaglia presso Clermont un contingente di predoni unni e obbligò Teodorico a togliere l'assedio a Narbona. Nel 439 divenne prefetto del pretorio per la Gallia e rinnovò il trattato di amicizia con i Visigoti. Si ritirò quindi a vita privata nelle terre di Avitacum, nei pressi Clermont. Ma quando gli Unni, guidati da Attila, invasero l'Impero, Avito intervenne presso Teodorico per convincerlo ad allearsi ai Romani di Ezio. Teodorico accettò ed insieme ad Ezio sconfisse Attila nella battaglia dei Campi Catalaunici, ma vi perse la vita. IL TRONO Nel 455, Avito fu richiamato alle armi dall'imperatore Petronio Massimo, che lo rinominò magister militum, e lo inviò in missione diplomatica da Teodorico II, succeduto al padre, a Tolosa, per convincere il nuovo sovrano e i Visigoti a considerarsi alleati e sostenitori di Petronio Massimo. Ma qui gli giunse gli giunse la notizia della morte di Petronio e del sacco di Roma di Genserico. Teodorico, già favorevole ad Avito, lo proclamò imperator, e altrettanto fecero i capi galli, nonchè il Senato di Roma. Avito non voleva ridurre l'Impero romano d'Occidente alla sola Italia, e sognando di ricostituire l'antico impero d'occidente, in Gallia raccolse un esercito con cui giunse a Ravenna, dove lasciò un contingente goto al comando del visigoto Remisto, che aveva nominato patricius e magister militum. Poi entrò a Roma. Ora occorreva il riconoscimento dell'imperatore d'Oriente Marciano, ma pure dei potenti generali Maggioriano e Ricimero, nonchè dei Vandali di Genserico. Nel 456 assunse il titolo di console sine collega, che non piacque però a Marciano, dove erano consoli Flavio Giovanni e Flavio Varane. Il mancato riconoscimento reciproco dei consoli fu l'indizio della prima frattura. La seconda frattura fu la nomina di galli nell'amministrazione imperiale, perchè intaccava l'aristocrazia senatoriale e perchè la popolazione di Roma, provata dal sacco dei Vandali del 455, non li aveva certo in simpatia. Avito era in ottimi rapporti con i Visigoti di Teodorico II, ma l'alleanza tra Romani e Visigoti durò poco quando questi ultimi occuparono la Hispania romana e per giunta non lo appoggiarono in occasione della ribellione dei comandanti italici. Avito si era appellato al trattato stipulato tra Genserico e Valentiniano III ma gli attacchi dei Vandali ripresero nel marzo 456, distruggendo Capua. Allora incaricò Ricimero di difendere la Sicilia e questi li sconfisse per ben due volte. I Visigoti avevano occupato l' Hispania per conto dei Romani, ma in realtà era di loro proprietà. Prima Avito e poi Teodorico II intimarono ai Suebi di dichiarare lealtà all'Impero, ma quando i Suebi reagirono invadendo la Hispania Tarraconensis romana, i Visigoti li attaccarono e sconfissero nella battaglia del fiume Urbicus nel 456 occupando la regione. Intanto la popolazione romana rumoreggiava contro Avito per le nomine dell'amministrazione pubblica concesse ai galli, e per la fame crescente. Le casse dello stato erano vuote, e quando i soldati visigoti dell'imperatore furono congedati, dietro pressione del popolo, li pagò fondendo statue di bronzo, i capolavori dell'arte romana, e i Romani lo odiarono per questo. LA MORTE Profittando del malcontento popolare Ricimero e il comes domesticorum Maggioriano si ribellarono, e Avito fu costretto a fuggire. Ricimero convinse il Senato romano a deporre Avito e fece assassinare a Ravenna, il magister militum Remisto, nel 456. Avito nominò Messiano nuovo magister militum al posto di Remisto e raccolto un esercito si battè con Ricimero; dopo un grande massacro di suoi uomini, tra cui Messiano, Avito fuggì di nuovo. Ricimero e Maggioriano non lo uccisero, ma lo deposero, obbligandolo a farsi consacrare vescovo di Piacenza, per mano del vescovo di Milano Eusebio. Qualcuno scrisse che Ricimero restasse commosso dall'innocenza di Avito, per altri che ucciderlo fosse un rischio perchè molti ancora lo volevano imperatore, per altri ancora che fu uno scambio: ti levo la porpora imperiale e ti do la mitra vescovile. Fattostà che Avito accettò. Vittore Tudonense descrisse Avito uomo di grande semplicità. Però da Fredegario fu chiamato "Imperatore lussurioso", narrando che, fingendosi malato, chiedesse d'essere visitato dalle mogli dei Senatori, usando violenza alla moglie del senatore Lucio. Avito però temeva fortemente il Senato romano, avendo udito avesse mandato sicari per lui, non perdonandogli i privilegi perduti. Avito tentò di rifugiarsi in Gallia, con la scusa di portare dei doni alla basilica di san Giuliano in Alvernia, sua terra di origine. Secondo Gregorio di Tours, l'ex-imperatore morì di malattia durante il viaggio; per altri, fu eliminato da Maggioriano, il quale lo strangolò o lo fece morire di fame. Dopo la morte di Avito il trono d'occidente restò vacante per 10 mesi e mezzo, durante i quali Ricimero comandò Roma e Senato come un dittatore. BIBLIO - Cronaca gallica del 511 - - Sidonio Apollinare - Panegirico per Avito - - R. W. Mathisen - Avitus - July 455 - October 456 - su De Imperatoribus Romanis - - Jones, Arnold Hugh Martin, John Robert Martindale, John Morris - "Eparchius Avitus 5" - The Prosopography of the Later Roman Empire - vol. II - Cambridge University Press - 1992 - - Giovanni di Antiochia - Cronaca -
    1 punto
  22. Ciao @Arcimago, se ti può essere di ulteriore utilità: https://www.museozecca.ipzs.it/collezione/monete/dettaglio.html?monetaId=694
    1 punto
  23. Non necessariamente. Il peso è una condizione necessaria, ma non sufficiente per dichiarare una moneta autentica. La lega usata può variare fino ad essere coincidente con l'originale, il tondello può essere un poco più spesso, può essere perfino in argento 800/1000 (può valere la pena investire qualche soldo in più per rendere più credibile il tondello se poi il ricavo è comunque remunerativo)... Insomma, se il peso è calante sotto i 19,8 g. (può scendere anche un poco sotto se l'originale ha un'usura è molto marcata), è indice di moneta riprodotta per quanto riguarda i falsi "da bancarella" sicuramente, ma la regola non vale se il peso coincide. Bisogna guardare sempre anche i particolari e qui i particolari non coincidono con l'originale.
    1 punto
  24. Provo a sintetizzare da ignorante pure io. Se sbaglierò "mi corigerete" <cit.> L'unità base del bronzo è il nummo che ha diversi multipli identificabili per la presenza di lettere, greche o latine, che indicano il valore: VALORI IN LETTERE GRECHE: CN = 250; PKE = 125; M = 40; FOLLIS ΛΓ = 33; Λ= 30; K =20; MEZZO FOLLIS IS =16; IB =12; I =10; DECANUMMO H =8; S=6; E=5; PENTANUMMO Δ=4; Γ =3; B=2. A=1 - Il nummo di solito non riporta segno di valore ma un monogramma anche se ci sono esemplari di nummi con la lettera "A" Altre monete presentano il valore in cifre romane XXXX=40; FOLLIS XXX=30; XX=20; MEZZO FOLLIS X = 10; DECANUMMO V = 5; PENTANUMMO Aggiungo un po' di monete a caso: (In caratteri greci ma zecca di Roma) IN CARATTERI LATINI
    1 punto
  25. Antioco VI Dioniso è corretto. Bellissima moneta con gran ritratto. 40 anni fa ne avevo una uguale... 😢 Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  26. Nella numismatica russa esiste un termine imperiale. Valuta dei territori di frontiera nazionali.
    1 punto
  27. Non saprei dirti, se hai letto il commento riportato in basso nella scheda era equivalente a 5 kopecks nello stesso periodo di regno di Caterina II (1777), ma è meglio che aspetti l'intervento di Brios.
    1 punto
  28. Aggiungo due fascicoli Ticinum Notizie Numismatiche Bollettino dell’Associazione Pavese di Numismatica e medaglistica Anno VIII numero 2 (22) Dicembre 2007 Ticinum Notizie Numismatiche Bollettino dell’Associazione Pavese di Numismatica e medaglistica Anno XI numero 1 (26) Ottobre 2010 apollonia
    1 punto
  29. qualcuna delle mie donne... 😊
    1 punto
  30. Eccolo in un'antica immagine giapponese, raffigurato più o meno come facevano i greci. Quindi c'è qualcosa che non va nel ragionamento dell'analf...archeologo che hai citato, anzi, ce qalcosa che no va lo diro fino allo sfinimento (cit.)
    1 punto
  31. Ritengo che l'esemplare presentato sia da identificare come denaro picciolo di Perugia. La seconda immagine va ruotata di 180°... risulterà così evidente la P al centro del campo; nel giro si legge abbastanza agevolmente D.PERVSIA... vedi collegamento solo a titolo di esempio.. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-PG6/4 ma... c'è un ma! Materiale, stile, aspetto e bordo mi fanno pensare a un falso/riproduzione/?? di fattura incerta. In particolare il bordo evidente nella seconda immagine da ore 1 a ore 2 fa pensare ad un distacco da lastrina mediante fustellatura; pratica non pertinente con le modalità produttive riconoscibili nelle monete ufficiali del periodo e quindi probabile sintomo e prova di falsità e di epoca di realizzazione incerta (oltre, ovviamente, allo stile decisamente approssimativo e al materiale...) Mario
    1 punto
  32. @apollonia Fatto. Ciao e buona domenica. Stilicho Tuttavia, nei documenti presenti nella discussione, alcune volte e' indicato come Henri ed altre volte come Henry (vedi #47 e 49)
    1 punto
  33. E' anche l'aquila dell'impero asburgico, altro erede di Bisanzio. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  34. Ti sei dimenticato il Lussemburgo e il Montenegro! A parte gli scherzi, secondo me, in quella fase storica, l’Italia aveva un’importanza geopolitica nettamente superiore a tutte le nazioni da te menzionate. Mi trovo, perciò, d’accordo con @viganò nel definire l’Italia la seconda monarchia più importante d’Europa.
    1 punto
  35. Gli archeologi girano una lastra. Trovata ora nello scavo della via Appia l’epigrafe di una tomba romana di una donna e del figlio A sinistra la lastra marmorea, mentre viene girata. Ed ecco apparire la parte lavorata del marmo. Fondo cromatico scuro e iscrizione funeraria @ Foto Via Appia 39 Straordinarie scoperte all’altezza del civico 39 dell’Appia Antica, a pochi passi dalla Tomba di Geta, dov’è in corso, ad opera dell’Università di Ferrara, uno scavo in un’area mai indagata della regina viarum, in una zona che segnava il confine dell’antica città di Roma. Gli archeologi hanno trovato un’area di necropoli e un colombario. Oggi hanno girato, non senza emozione, una lastra marmorea che appariva perfettamente squadrata ai lati. Era molto probabile che dall’altro verso, qual parallelepipedo così regolare, nascondesse un’epigrafe funeraria. E così, con grande emozione, la lastra è stata rivoltata. Ed ecco apparire le scritte sulla lastra, che apparteneva a una tomba destrutturata durante il rifacimento antico del colombario e riutilizzata, probabilmente, durante quegli antichi lavori di restauro. La lapide appartiene a una tomba che una donna romana fece costruire per sé e per il figlio. Il sito archeologico di via Appia Antica 39 si trova nel Parco Archeologico dell’Appia Antica, poco fuori le Mura Aureliane: appena superato l’Almone, nei pressi del Sepolcro di Geta e non lontano da Porta San Sebastiano, dove si ipotizza ci fosse il Tempio di Marte Gradivo, ai confini dell’antica città di Roma. L’area del civico 39 si trova non troppo distante dal luogo in cui nei primi giorni del 2023 è stata rinvenuta una statua di Ercole a grandezza naturale. L’area archeologica Via Appia 39 ha diverse particolarità: “In quel sito le fasi antiche sono rimaste integre, cioè com’erano in epoca romana”, spiega la professoressa Dubbini, “in questo senso diciamo che somiglia ad una piccola Pompei". https://www.stilearte.it/gli-archeologi-girano-una-lastra-nel-fango-trovata-ora-nello-scavo-della-via-appia-lepigrafe-di-un-tomba-romana-di-una-donna-e-del-figlio/
    1 punto
  36. Mettici qualcosa di più di budget, ma prendili in condizioni migliori … un imperatore raro non lo si può prendere a poco …
    1 punto
  37. Un saluto a tutti. Tra gli ultimi acquisti fatti in Inghilterra c'è un crown della regina Vittoria in bella conservazione. Purtroppo dalle foto non si vede appieno la bellissima patina e le leggere colorazioni dei fondi. Non sono un collezionista vero e proprio delle inglesi, ma se trovo qualcosa che mi piace cerco di acquistarla prezzo permettendo.
    1 punto
  38. È una cara vecchia storia.
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  39. 1 punto
  40. Il punto è che tra la prova cartacea e quella che sarà la versione definitiva data alle stampe, vi sono almeno una dozzina di riletture complete (e correzioni) del Gazzettino #10. Il povero Mario giace prostrato per tutto questo rivedere e limare all'infinito quello che sarà un vero capolavoro dell'editoria. Non so se accetterà di mostrare (seppur parzialissimamente) un qualcosa di superato. Credo si debba aver pazienza ed aspettare l'11 novembre...
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  41. I vecchi cataloghi di filatelia sono collezionabili, ..a volte contengono informazioni che i moderni cataloghi non hanno, non vanno MAI buttati. .. e prestati. La tecnologia è sicuramente utile, ma continuo a preferire cataloghi cartacei, ..mi fanno sentire meglio, funzionano anche quando non puoi ricaricare.
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  42. Denario della Gens Perugina
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  43. E precursose dell'ECU fu l'UCE (Unità di Conto Europeo), istituito nel 1975. Anche l’UCE era una media ponderata di un paniere di monete comunitarie, e venuva usato per i bilanci della politica agricola comunitaria, ma non ha mai avuto una forma fisica "medaglistica".
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