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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/18/23 in tutte le aree
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Argomento sempre interessante quello delle emissioni imitative, almeno per me! Ogni "epoca numismatica" ha le sue imitative e le sue pecularità (area di emissione, motivazioni, tipologie, metrologia, uso, tesaurizzazione ecc). Per rimanere in tema di FEL TEMP imitative, una buona partenza è la lettura di questi articoli: https://www.jstor.org/stable/42678521 https://www.jstor.org/stable/42663322 https://www.britnumsoc.org/publications/Digital BNJ/pdfs/1949_BNJ_26_3.pdf e un volume corposo e ancora interessante è il seguente: https://books.google.it/books/about/Copies_of_the_Fel_Temp_Reparatio_Coinage.html?id=-CYvAAAAMAAJ&redir_esc=y6 punti
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Cari Lamonetiani, proseguo nel raccogliere e accorpare le immagini delle monete della mia collezione: oggi tocca alle 2 Lire d'argento (835/1000) di Umberto I del 1° tipo che vanno dal 1881 all'anno 1886.5 punti
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Ciao a tutti, per prima cosa mi scuso se l'argomento è già stato sviluppato; ho cercato e non ho trovato nulla. Come pretesto uso una moneta che ho appena acquistato: una imitazione barbarica di una "FEL TEMP REPARATIO" di Costanzo II. Mi piaceva il disegno, e l'ho presa. Però poi, dal basso della mia ignoranza, mi sono sorte alcune domande. "Imitazione barbarica", va bene. Ma... Perché? Cioè, perché una qualche tribù di barbari mette in piedi una zecca? Scarsità della moneta in loco? Volontà, pur essendo fuori dall'Impero, di poter utilizzare una moneta riconosciuta in gran parte del mondo? Chi? Tribù barbariche all'interno o all'esterno dell'impero? O entrambe? Quali tribù? Da quali aree? Ci sono tratti che possano far riconoscere la provenienza della moneta? Quando? La moneta imita una moneta di Costanzo II, per cui sicuramente non è antecedente al suo regno; ma è contemporanea o potrebbe anche essere successiva? Di quanto? Anche in questo caso, ci sono indizi che possano dare una risposta? Infine: esiste una "catalogazione", uno studio approfondito sulle imitative? Per concludere, grazie anticipate a tutti e le immagini della mia moneta:4 punti
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Pur con il massimo rispetto per il lavoro di @Mattia de Pieri il CdC non può che concordare con quanto detto dagli altri utenti, senza un minimo sforzo di collaborazione è impossibile per chiunque fornire le informazioni richieste. Ma in questa discussione ormai si sta parlando d'altro, quindi ritengo opportuno chiuderla, invitando al tempo stesso l'utente a proporne, se vuole, una nuova, certo che, presentando le sue richieste nel giusto modo, troverà sicuro ascolto.4 punti
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Lamonetiani, nuntio vobis, gaudium magnum, habemus locandinam:4 punti
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Eccomi di nuovo per finire questa storia. Queste riproduzioni furono realizzate da William Dugood che si trovava nel ducato di Parma e riuscì ad entrare nelle grazie della duchessa Dorotea Sofia che gli concesse la facoltà di prendere i calchi della collezione numismatica di famiglia. Dugood dopo diverse peripezie in Italia si trasferì a Lisbona e cedette la sua collezione di calchi a William Constable che portò i calchi in Inghilterra nell' East Yorkshire dove tuttora si conserva. È stato così che grazie alle foto di questi calchi il MAN di Napoli, con il lavoro di due giovani laureandi, ha potuto estrapolare e riunire tutta la collezione Farnese. Scusate l'ot.4 punti
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Ciao Max, la tua 50 lire è sicuramente autentica e fa parte di una mazzetta che è stata portata in Germania negli ultimi giorni di guerra. Come lo so? Me lo ha detto un parente di chi lo ha fatto. A suo tempo ne uscirono tante su eBay. Un paio, vicinissime alla tua, me le sono accaparrate pure io 😎 Se ci fai caso hanno lo stesso ‘difetto’ della tua. Saluti da Monaco, dove è appena iniziata l’Oktoberfest 🍻4 punti
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Salve a tutti. Dopo aver trattato della moglie Cesonia, la più famosa dell'Imperatore Caio, meglio noto come Caligola, è d'obbligo trattare delle vicende, anche se minime, che riguardarono la bambina nata dal loro matrimonio. La maggior parte delle testimonianze, al riguardo, ci sono state tramandate da Svetonio, ma queste non sono del tutto affidabili, data l'avversione che questo Imperatore si attirò anche dopo la sua morte. Forse nata a Lione, tra la fine del 39 e l'inizio del 40 d.C., Giulia Drusilla fu chiamata così in ricordo della zia paterna, sorella di Caio, morta il 10 giugno del 38. L'Imperatore era molto legato a sua sorella, che peraltro era la più piccola della famiglia, e la sua perdita lasciò un vuoto incolmabile nel suo animo a tal punto che sentì l'esigenza di ricordarne la presenza attraverso la figlioletta appena nata. Alcuni storici ritengono che Giulia nacque il giorno stesso delle nozze imperiali e fu proprio lei la causa di queste ultime. E forse questa ipotesi non è del tutto errata. Narra Svetonio:<<(Caio) la onorò (la sua Milonia Cesonia) col titolo di moglie quando partorì, e nello stesso giorno dichiarò di essere suo marito e padre della bambina che era nata.>> (Svetonio, Vite dei Cesari, Caligola - XXV). Sempre lo storico tramanda altre notizie sulla bambina: fu posta dal padre accanto alla statua di Minerva in un tempio dell'Urbe, imponendo alla divinità di accudirla. Giulia crebbe nell'ambiente di palazzo libera e fu poco controllata sia dai genitori che da altre persone, come precettori, pedagogi etc. Questo, insieme al fatto che era la bambina più potente e forse più ricca di vizi dell'Impero, fecero di Giulia una vera "peste", per dirla in termini odierni. Irrequieta, allegra e spensierata, così possiamo immaginarla, come una comune bambina intenta a giocare con i suoi coetanei. Che poi graffiasse il viso ai compagni di giochi, sembra piuttosto credibile: qualche lite poteva sempre scoppiare tra bambini, ma che strappasse gli occhi agli altri non lo è affatto. Tutte queste falsità sono state scritte appositamente per infangare la figura di Caio anche dopo la sua morte. Il 24 gennaio del 41 d.C. Caio fu assassinato dai Pretoriani di Cassio Cherea che avevano ordito una congiura contro di lui assieme ad alcuni membri dell'odiata aristocrazia. Furono i Pretoriani in rivolta a trafiggere Cesonia, la madre di Giulia Drusilla, con una spada, mentre alla bambina fu schiacciata la testa contro un muro. La piccola Drusilla, dipinta da Svetonio come un demonio che godeva dei mali inflitti agli altri, aveva solo un anno di età. A nome di Giulia non furono emesse monete vere e proprie, ma il padre ebbe l'accortezza di celebrare le donne della sua famiglia su un unico tondello provinciale: AE18 D/ KAISWNIA GUNH SEBASTOU, in lingua greca. Busto drappeggiato e acconciato di Milonia Cesonia rivolto a sinistra. R/ DROUSILLA QUGATRI SEBASTOU, sempre in greco. Giulia Drusilla, di circa un anno, a figura intera stante frontale con la testa rivolta a destra, regge in una mano una statuetta della Nike (Vittoria) e nell'altra un ramoscello. LE nel campo a sinistra. Rif.: RPC 4977; Meshorer 117. Zecca: Caesaraea Panias, in Siria. Data: 40-41 d.C. Rarità: Estremamente rara. Fig. 1: la moneta. Fig. 2: particolare del R/ della moneta precedente che ritrae la piccola Giulia Drusilla, la bambina più potente di tutto l'Impero Romano.3 punti
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Ciao, Ecco il carlino diverso, lotto 725 asta bolaffi 1-2/12/2022 Un saluto a tutti. Raffaele.3 punti
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Ciao! Non mi fossilizzerei sul vocabolo scritto, tanto più che a Venezia non si è mai detto/scritto piccioli, semmai piccoli ... anche se nel volgo comune si sono quasi subito trasformati in bagattini. Quello che contava era la dizione orale, quella scritta era usata dai pochi eruditi ..... l'analfabetismo era la regola. Nel 1616 i bagattini (piccoli) non venivano nemmeno più coniati, ma si coniavano ancora i doppi bagattini. Certo la scritta è desueta e rimanda ad un paio di secoli prima, quando c'era la Lira di Grossi e la Lira a Grossi; la Lira di piccoli e la lira a piccoli. Non credo però ci si riferisca al soldo da 12 bagattini o al bezzo da 6 bagattini; se così fosse avrebbero scritto addirittura soldo o bezzo. Probabile che abbiano voluto mettere una moneta che, pur non emessa da tempo, era ancora molto conosciuta tra il povero popolo .... N.B. Il piccolo (chiamato poi bagattino) non era altro che il denariorum venezianorum parvorum saluti luciano3 punti
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Discussione monitorata dal comitato di controllo. Si invitano gli utenti a usare toni distensivi e non provocatori, a rispettare le idee altrui, e a evitare argomenti politici. Ci riserviamo l’opportunità di prendere provvedimenti disciplinari verso chiunque contravvenga a queste norme ben esplicitate nel regolamento3 punti
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Buongiorno a tutti, qualche tempo fa, passando per campo S. Giacomo dall’Orio a Venezia, mi sono soffermato a leggere una stele del 1616 posta sulla facciata laterale della chiesa dirimpetto al pozzo. Il testo dice che per ordine degli ‘eccellentissimi esecutori contra la biastemma’ è proibito qualsiasi tipo di gioco (presumo d’azzardo) pena prigione, galea, bando, ecc…oltre ad una sanzione di ‘lire cento e cinquanta de piccioli’. Secondo voi qual’è il significato di ‘piccioli’? Non mi risulta siano esistiti dei conii denominati specificatamente in questo modo, oppure sbaglio? Forse il piccolo, ma penso fosse già in disuso da un pezzo. ‘Piccioli’ potrebbe riferirsi semplicemente a moneta, ma a quel punto sarebbe bastato dire ‘lire cento e cinquanta’ suppongo, perché specificare? Potrebbe quindi riferirsi al fatto che il pagamento dell’ammenda doveva avvenire, per qualche motivo, con monete di piccolo taglio, ma quanto piccolo? Immagino ce ne sarebbero volute un bel po’ di ‘piccioli’ per raggiungere le 150 lire che avevano un valore complessivo, credo, di 3000 soldi (1 lira = 20 soldi). M D C XVI ADI XII AGOSTO SONO PROHIBITI TUTTI LI GIUOCHI QUALI SI SIANO IN QUESTO LUOCO PER TERMINATIONE DELLI ECCELLI. SS. ESSECUTORI CONTRA LA BIASTEMA CON PENE DI PREGIONE GALEA BANDO ET ALTRE ET ANCO DI LIRE CENTO E CINQUANTA DE PICCIOLI FRA L. ACUSATORI ET CAPTORI Son curioso di sentire la vostra opinione. Grazie, Giulio2 punti
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Buonasera, Vi mostro questo asse dell'imperatore Nerva, del quale chiedo cortesemente i vostri pareri circa la bontà del suo stato di conservazione. Credo di non sbagliare se dico che Nerva rientra nella serie di quegli imperatori, le cui monete (almeno quelle in conservazione accettabile) non sono facili a trovarsi, se non a prezzi elevati. Allora, 12,1 grammi di peso per 28 mm di diametro. Che ve ne pare?2 punti
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ed azzardi bene! Senza diametro non si può dire con certezza da dove arriva il disegno. Qui la mia KRÓNA ed io misero misererrimo che per tirarvi in inganno ci avevo pure fatto uno pseudobuco come nelle sorelline danesi Alla prossima, Njk2 punti
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Ruotando la prima immagine di 180 gradi si nota bene la testa di Atena con elmo corinzio, si vede bene SYPA (Siracusa) , confermo quanto scritto nel post 22 punti
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Ho unito le discussioni, mantenendo il titolo di quella iniziata da @Vel Saties anche se posteriore, poiché mi è sembrato più esplicativo.2 punti
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Concordo pienamente con te @ARES III. In ogni caso, caro @Mattia de Pieri, il fatto di lavorare 10 o 12 ore (cosa che, purtroppo, a me capita spessissimo) non giustifica in alcun modo ne i termini utilizzati e nemmeno i toni... e... ci tengo a precisare che non sono un banchiere, ma uno si è distrutto la schiena, e non solo, con il lavoro. Ringrazio tanto @Jagher perché, nonostante tutto, ha mantenuto un aplomb fantastico... addirittura facendo una ulteriore precisazione su come procedere per suddividere le monete. Signori miei... davvero una grande lezione di stile.2 punti
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Salve. Condivido un 3 tornesi (Pubblica) del 1789 di Ferdinando IV senza le sigle "C" e "C". Il Magliocca lo classifica R3 e il Gigante addirittura R4, ma, in realtà, non non sono pochissime le monete circolanti con questa variante. Nel mio esemplare le sigle non ci sono veramente o le hanno fatte sparire? A me sembra non ci siano veramente, però potrei anche sbagliarmi... Saluti.2 punti
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Ricordo per domani sera alle 20:30 l'incontro presso la sede del CCNM in via Kramer 32. Per questo appuntamento non ci sarà nessuna diretta, l'invito è aperto a tutti quindi vi aspettiamo numerosi. Grazie e buona serata2 punti
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Quattrino di Lucca emesso a nome della repubblica... in collegamento un esemplare datato 1557 il tuo mi sembra 1556... https://www.numismaticaranieri.it/archivioscheda/14274-lucca-repubblica-1369-1799-monete-con-data-1543-1599-quattrino-con-1557.aspx Mario2 punti
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Sono felice che un mio collega di forum abbia doti magiche, se ti chiedessi di farmi un favore magico, per cortesia, lo faresti ? Ecco ti chiedo di ignorare la risposta del signore suddetto come se non ci fosse mai stata. Sei stato gentilissimo ed hai spiegato minuziosamente il lavoro da svolgere, ma non per fare un favore a te o a noi, ma per farlo a lui, dal momento che non si può fotografare un mucchio di monete insieme e poi pretendete di identificarle tutte. Mica abbiamo la sfera di cristallo! Comunque se qualcuno non è soddisfatto del Forum , dico sempre che può rivolgersi, PAGANDO, ad un perito numismatico che sarà ben lieto di fare questo lavoro di catalogazione ed identificazione. Non credo però che anche pagando si utilizzeranno dal vivo questi toni con un perito (come se sul forum non ci fossero periti ed esperti che ogni giorno gratuitamente aiutato...). @CdCanch'io mi accodo chiedendo se possibile di chiudere o eventualmente di monitorare la discussione. Grazie.2 punti
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Carissimo Mattia Mago Merlino ti aveva dato la formula per dividere le monete del tuo lotto in modo che lo potesse fare anche un bambino dell'asilo,leggendo la sola data di coniazione. 1861-1878 Vittorio Emanuele II 1878-1900 Umberto l 1900 -1943 Vittorio Emanuele III 1946-2091 Repubblica Italiana. Mi dispiace non averti risposto subito purtroppo Mago Merlino era occupato in cose molto più importanti e quando do un consiglio in questo forum lo do con passione e soprattutto gratuitamente . Comunque sia io non sono un banchiere ma ho avuto la fortuna di aver avuto dei genitori molto saggi che mi hanno insegnato che con le persone maleducate e ignoranti non bisogna mai litigarci . Per tanto la nostra discussione termina qui. Firmato Mago Merlino2 punti
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@ART Ci sono vari casi di rappresentazioni di bimbe in fasce sulle monete imperiali anche se nella legenda non viene indicato il nome de neonato/neonata. Un'esempio è il seguente aureo databile al 147-148 dove al rovescio viene presentata Domizia Faustina, primogenita di Marco Aurelio e Faustina II, nata il 30/11/147. Considera che nel mio lavoro su Faustina II mi sono occupato di ricostruire la sequenza dei figli attraverso le monete oltre ad altre fonti (necessarie in questo caso per ipotizzare il nome del figlio/a). https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_1856-1101-892 punti
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Buongiorno @1412luigi. Condivido anch'io l'ipotesi avanzata dagli altri utenti. È molto probabile che si tratti di un calco in terracotta di una medaglia di Luigi XV. A questo punto, ero curioso di capire da quale medaglia avessero ottenuto questo calco. Dopo una ricerca abbastanza impegnativa, credo finalmente di averla trovata. È l'unica medaglia di Luigi XV, tra le molte che ho visionato, a presentare questa specifica legenda circolare. Purtroppo la descrizione della casa d'aste non fornisce informazioni particolarmente dettagliate. https://www.biddr.com/auctions/heritage/browse?a=1400&l=15068592 punti
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Aggiungo per chi non l'avesse la foto del volume del Biaggi dove si parla di questa rara moneta!2 punti
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Credo anche io che sia un calco di una medaglia di Luigi XV. Del resto nel 700 era quasi una prassi soprattutto da parte degli inglesi. Mi viene in mente la collezione numismatica Farnese che per asse ereditario toccò ai Borbone di Napoli e trasferita al museo archeologico nazionale ancora lì conservata. Purtroppo le monete al loro arrivo a Napoli furono frammiste in un nucleo complessivo di oltre 26.000 monete registrati senza l'indicazione di provenienza nel catalogo a stampa ottocentesca di Giuseppe Fiorelli curatore del museo. Per questo motivo fino a poco tempo fa non si conosceva l'esatta composizione della raccolta farnesiana. Poi si è scoperto che in un museo inglese diretto dal direttore David Connell si conserva uno straordinario corpus di calchi. A dopo il fine racconto.2 punti
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Questa piccola monetina mi è costata 5 pound, era molto sporca ma dopo averla ripulita, è venuta proprio carina. Ai convegni mi pare che non sia tanto facile vederla (forse perché troppo piccola?). Mi fa piacere condividerla con voi appassionati di straniere.2 punti
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Condivido un soldino del doge Tron con le iniziali del massaro Bartolomeo Dona' eletto il 31.03.1472. Adelchi Benetton lo classifica R3 nel suo egregio lavoro sul soldino veneziano e i suoi massari. Xe malciapa' ma el xe rareto 😉1 punto
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In questo caso si tratta di un semplice raggiro in cui una forma di Denaro viene usata in luogo di un'altra. Niente di sacrilego.1 punto
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Ciao Gordon @Gordonacci, purtroppo è il Carlino con busto normale il tuo. Confrontalo con l'immagine che ha condiviso @Raff82 e noterai subito la differenza.1 punto
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CIAO. Penso che dovresti dare un'occhiata al catalogo delle opere di Leon Bon dal 1837 al 1899. Fu un brillante artista della terracotta.1 punto
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Che ci sia o no un "quasi"... è comunque uno spettacolo! Bella collezione!1 punto
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Brava! Ottima osservazione: è stata chiusa q.FDC dal mio pusher numismatico dalle braccine corte in fatto di conservazioni.1 punto
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Il COS è III, non IIII. Le ultime due lettere sono PP. Allego il link della moneta del British Museum contenente la classificazione completa. https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_1959-0305-17 Alessio1 punto
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04/10/1958 Centenario del Primo Francobollo del Regno di Napoli ( Catalogo Unificato: 840/841 ) Cento anni fa Ferdinando II° di Borbone, Re delle Due Sicilie, poneva in atto la riforma dei servizi postali nei propri domini continentali. Tale riforma era modellata su quella francese del 1849, che a sua volta derivava dalla riforma attuata da Sir Rowland Hill in Inghilterra ed imitata poi da un gran numero di Stati. Essa aveva come cardine il sistema di pagamento anticipato della posta a mezzo di francobolli adesivi. La riforma ebbe vigore dal 1° Gennaio 1858, e per tale data fu decisa l'emissione dei francobolli del Regno di Napoli. La serie, di sette valori ( 1/2, 1, 2, 5, 10, 20, 50 Grana ) era destinata ad essere la prima, ma anche l'ultima creata dai Borbone per le terre "al di qua del Faro" ed a restare in uso per un periodo assai breve. Un particolare complesso di fattori contribuisce tuttavia a rendere oltremodo interessanti questi francobolli. La loro storia risale al 1849, quando il Governo di Napoli aveva inviato l'Ingegner Amy Autran in missione a Londra per studiare, tra l'altro, la creazione di una serie di francobolli. L'iniziativa non andò praticamente oltre la preparazione di alcuni saggi; solo otto anni dopo, il 29 Aprile 1857, il Consiglio dei Ministri napoletano approvava la relazione sulla riforma postale presentata da una commissione nominata il 22 Gennaio 1857. Il 9 Luglio, Ferdinando II° firmava il decreto relativo alla riforma; in esso si disponeva tra l'altro che i francobolli avrebbero recato l'impressione "de' gigli" ( la Casa di borbone ), del "cavallo" ( simbolo di Napoli ) e della "Trinacria" ( la Sicilia ). Il successivo regolamento del 28 Settembre 1857 precisava che essi dovevano essere tutti di differente disegno, per distinguere più facilmente i diversi valori. Su queste basi, il calcografo napoletano Giuseppe Masini ebbe l'incarico di preparare i conii dei sette francobolli; e non gli rimase che dare, in ciascun valore, una diversa inquadratura ( dall'ovale, al rombo, al cerchio ) al simbolo della sovranità borbonica sul Regno di Napoli e sulla Sicilia. I conii vennero incisi con notevole abilità ( sei di essi sono attualmente conservati presso il Museo Postale Italiano ); presentano una curiosa caratteristica: il Masini li firmò collocando nella parte inferiore di ciascun valore l'iniziale del proprio nome o una lettera del proprio cognome. Ma, per giungere dai conii ai francobolli ( che andavano stampati calcograficamente tutti nello stesso colore, ad evitare che sulle lettere fosse possibile combinarli in maniera da formare l'allora "odiato" tricolore ) furono necessarie diverse operazioni, la cui esecuzione venne affidata allo stesso Masini: ma qui egli mostrò una certa imperizia, e d'altro lato la carta filigranata di apposita fabbricazionesi rivelò inadatta allo scopo, sicchè il prodotto finito non rese la dovuta giustizia all'originale abilità dell'incisore. Quando più tardi un altro calcografo napoletano, Gaetano De Masa, si aggiudicò il contratto per la stampa dei francobolli, essi riuscirono graficamente migliori ed esteticamente più felici, anche perchè in taluni casi il De Masa provvide ad allestire ex-novo le tavole con le quali venivano stampati i fogli da duecento francobolli. Nelle imperizie iniziali e nel successivo trapasso di fornitura sono i motivi dello speciale interesse filatelico dei francobolli del Regno di Napoli: le diverse tavole con cui vennero stampati, le varietà d'incisione e di stampa, le gradazioni di quello che doveva essere il colore unico ( dal rosa lillaceo al rosa pallido al carminio ), ed ancora i diversi sistemi di annullamento, l'uso promiscuo ( dopo la Liberazione ) con i francobolli provvisori da 1/2 tornese ( la "Trinacria" e la "Croce di Savoia" ) voluti da Garibaldi, e con quelli in moneta borbonica ad effige di Vittorio Emanuele II°, l'esistenza di imitazioni per frodare la Posta, hanno creato e creano intorno a questi francobolli un intenso fiorire di articoli e monografie, ed un'attenta ricerca collezionistica, concreatasi nella formazione di numerose raccolte specializzate: e ciò non solo in Italia. Nel centenario dell'emissione, Napoli accoglie un'esposizione celebrativa, per sottolineare e riassumere il sempre rinnovato fervore che collezionisti e studiosi dedicano ai francobolli dei tre gigli, del cavallo sfrenato e della Trinacria. Articolo a firma di Alberto Diena, filatelista. Ferdinando II° di Borbone - 120 Grana 18561 punto
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linko il catalogo pdf dell'asta perché suppongo non sarà disponibile per sempre nel web: https://www.mortonandeden.com/wp-content/uploads/2019/01/124-web.pdf chi lo vuole conservare se lo scarichi... (se qualcuno avesse il catalogo pdf dell'asta prospero ed è disponibile a spedirmelo lo ringrazio) qui https://issuu.com/baldwinscoins/docs/ny27ecatalogue si può sfogliare il catalogo prospero ma non si può scaricare il pdf.1 punto
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un saluto a tutti i lamonetiani, vi sottopongo quello che credo essere un denaro enriciano della gloriosa e prolifica zecca di Lucca. peso 0,7 grammi diametro 16 mm Concordate? Gordon1 punto
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Ciao. Si tratta correttamente di un apex, il copricapo. l’omphalòs ha generalmente forma e struttura mammellare. Quando fui archeologo rinvenni quello de Meliteia in Tessaglia ed aveva forma di un seno. al contrario l’apex era un copricapo esattamente della forma di quello presentato nella tua moneta. Talvolta senza la rondella superiore o senza corregge sottogola ma è il tipico berretto dei sacerdoti flamini in ambito romano1 punto
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Buongiorno. Concordo al 100% con Lei e aggiungo che - forse - la voglia viene fatta passare anche attraverso la sordina messa a certi argomenti. Ricorda la questione della Nota 56? Ricorda quante notizie nuove ci hanno regalato i libri di @elledi? Tutto più o meno silenziato in un mare di chiacchiere, BB+ o SPL-- e via dicendo.1 punto
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Una vicenda interessante quanto inquietante. Quindi è anche la più giovane principessa mai raffigurata su una moneta, o mi sbaglio?1 punto
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La mia collezione è composta in gran parte di monete non certamente "fior di conio"... Come scriveva già tanto tempo fa Barzan " a parte l'aspetto poco attraente conserva intatto tutto il suo valore di testimonianza di un periodo di storia, di monumento tascabile pervenutici da un'epoca lontana" Di questo ragionamento io ne ho fatto un pilastro della mia collezione.1 punto
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Grazie del consiglio..lo faccio subito..😁 poi e meglio che non dico altro perché di cavolate né ho fatte altre .sto zitto altrimenti mi linciate.grazie a tutti esco alla ricerca.sono contento di essermi scritto su questo sito almeno non faccio più cavolate ..per non dire altro1 punto
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Ma perché ? Che senso ha ? Per non parlare dei rischi di infezione...e visti i tempi e la sanità... Ed anche delle conseguenze su certi posti di lavoro... Poi ognuno fa quello che vuole, io non giudico nessuno e tutti hanno il sacrosanto diritto di fare ciò che vogliono. Comunque a me piacciono: la maionese, i dolci, la bistecca alla fiorentina, i quadri di Caravaggio, le cattedrali gotiche, le monete celtiche, .... Immaginate questa accozzaglia di cose messe insieme. E per di più sulla pelle... Che senso hanno tutte insieme ? Nulla. Ma anche prese singolarmente, che senso avrebbero sulla pelle ? La moda dei tatuaggi è pericolosa e non fa parte della nostra cultura. Adesso non dico di proibire, cosa che in Cina si sta facendo, ma credo che bisognerebbe essere un po'più consapevoli , e un po'di più di buon gusto non guasterebbe, viste quelle schifezze che girano...1 punto
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È noto il nome dell'amata del farmacista dalle cronache ufficiali, che il 10 gennaio 1755 "occorresse il funerale della Ill.ma Sig. Catterina Thosor, moglie del Sig. Smith, console della Gran Bretagna, incommodata da molti anni...era vestita d'un abito bianco di seta...con un Cedro in mano, come Geroglifico dell'Eternità". La farmacia, sita a due passi dal teatro di S. Luca (battezzato nel 1833 "Teatro Apollo" e nel 1875 "Teatro Goldoni"), era famosa per essere il ritrovo degli artisti e di quanti praticavano il teatro, tra i quali George Sand che utilizzava la farmacia come recapito per la sua corrispondenza a Venezia. E ancora, Gioacchino Rossini, che non solo frequentava la spezieria, ma ne era diventato l'ospite del titolare Giuseppe Ancillo "chimico-farmacista assai reputato, ed uomo di spirito, colto ed istruitissimo", col quale il grande pesarese coltivò grandissima amicizia testimoniata dalle numerose lettere da lui scritte (ora conservate in collezione privata) e da un prezioso dono: il leggio su cui il Maestro compose e diresse per la Fenice la prima della Semiramide, conservato nel Museo del Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella di Napoli. Sul mobile sono incollate due attestazioni autografe di Gioacchino Rossini, coperte da vetri. Quella inferiore riporta: Faccio dono di questo Lettorino all'antichissimo amico Ancillo, ed attesto avere composta La Semiramide su questo modesto arnese. Venezia 1823. Gioacchino Rossini. Quella superiore: "Riveggo con somma soddisfazione nell'abitazione del mio dilettissimo amico Ancilo il Lettorino modesto che mi fornì l'Impresa del Teatro della Fenice per comporre la mia Semiramide. Primo Marzo 1841: Gioacchino Rossini". apollonia1 punto
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Alla data sull’insegna (1685) risulta attiva una spezieria con questa insegna sita in Fondamenta degli Ormesini, 2651 Ponte de l’Aseo (Ponte dell’Aceto). Il ponte in pietra , sul Rio de la Misericordia (Cannaregio), ha preso il nome da un’antica fabbrica di aceto che qui esisteva nei secoli XV e XVI. Nel 1732 si ha notizia dei Pedrinelli speziali Alla Gatta per una vicenda legale riguardo alla licenza di un preparato farmaceutico. apollonia1 punto
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Buonasera @Rocco68 e buonasera a tutti. Anche io ho confrontato i conii dei rovesci degli esemplari senza le sigle e sono tutti perfettamente uguali. Quindi per me la moneta oggetto, acquistata da @Antfolle86 non è taroccata. Perciò ribadisco i complimenti al felice possessore. ? Saluti, Sergio.1 punto
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