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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/21/23 in tutte le aree
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La collezione dei Miniassegni è considerata "morta" nel mondo dei collezionisti ed in effetti, non vi sono più grandi trattative su questa moneta d'emergenza. Tuttavia, ancora in tanti - considerando puramente il lato storico - ne raccolgono qualcuno o se li fanno regalare. Ultimamente (maggio 2022) è uscito un nuovo catalogo "I Miniassegni... come non li avete mai visti" di Massimo Palermo ed. Nomisma che raccoglie l'intera produzione di questi biglietti (perfino i falsi che furono prodotti con banche di fantasia). Da questo catalogo, a proposito del tuo Miniassegno postato, veniamo a sapere che La Banca Provinciale Lombarda emetteva due tipi di assegni da 50, 100, 150, 200 e 250 Lire: quelli con data a stampa e quelli con data a timbro dal colore nero, blu (questi due con data 1976, 1977 e 1978) rosso, e verde (con data non ben definita). I Miniassegni con data a timbro sono in un numero impressionante (l'autore segnala di averne contate oltre 4.300 date differenti) e si prestano ad essere considerati dubbi: nel senso che, poiché la banca emise anche biglietti privi di data (cioè con lo spazio della data lasciato in bianco, tecnicamente incompleti), possono essere stati prodotti per speculazione in modo da spingere i collezionisti sistematici ad acquistarne molti di più avendo date sempre diverse. Cosicché abbiamo date che cadono in giorni in cui la banca era chiusa e quindi non avrebbero dovuto riportare tale data di emissione. Il tuo, datato 12 marzo 1977 ad es., cadeva di sabato e, pur non essendo io sicuro, mi par di ricordare che allora le banche fossero chiuse. Potrebbe, quindi, trattarsi di un Miniassegno senza data opportunamente timbrato in un secondo momento per creare un tipo diverso. È assodato che i Miniassegni intestati alla "TECNOGIOCATTOLI S.p.A. esistono solo con data a timbro. Alcuni dati sul tuo Miniassegno: - misure: 120 x 60 mm.; - filigrana: rombi in chiaroscuro con fibrille fluorescenti; - stampa: - fronte: litografica offset a quattro colori di cui uno con tecnica IRIS e uno con pigmenti fluorescenti azzurri; - retro: litografica offset a due colori di cui uno con pigmenti fluorescenti; - numerazione: arabica a codeline magnetica; - stampato da: Off. Carte Valori Turati Lombardi & C., Milano; - note descrittive: Italia turrita raffigurata sul fronte; - valore (solo per i FDS): data a timbro nero e blu degli anni 1976/1977: 2,00 €; [data a timbro nero e blu dell'anno 1976/1977): 2,50 €; data a timbro rosso: 8,00 €; data a timbro verde: 6,00 €; senza data: 18,00 €; 150 Lire 1° tipo blu (indipendentemente dalla data): 10,00€. Tutti quelli con data a stampa: generalmente 1,00 € con qualche eccezione a 2,00 €.] Due esempi di Miniassegni "inventati" per truffare.5 punti
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Trovandomi in vacanza in Grecia e facendo tappa ad Atene non ho potuto non visitare il museo numismatico, anche se sono completamente ignorante sulla monetazione, perchè occasioni come questa per vedere monete bellissime non si possono perdere. Il museo è disposto su due piani dove sono esposte monete greche, Magna Grecia e selezioni a tema su monete mondiale. Condivido con voi qualche bella foto della visita Ingresso Ritrovamenti Monetazione Donazioni nei prossimi giorni aggiungerò altre foto.4 punti
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Allora, vista la partecipazione (e prima che lo faccia qualcun altro...) eccovi i Buoni da 1 Lira, anch'essi in nichelio quasi puro (975/1000) e soggetti allo stesso tipo di usura dei fratelli maggiori:4 punti
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Vesuvio 79 d.C. Scoperta ora un’altra camera da letto degli schiavi. Intatta. Letti, armadi, materassi, coperte. E topi di 2000 anni fa È stato ritrovato, nella villa romana di Civita Giuliana, a circa 600 metri dalle mura dell’antica Pompei, l’arredo di una stanza assegnata agli schiavi. Sembra una fotografia, che denuncia una situazione di precarietà e subalternità. Tuttavia, si tratta di un’immagine di quasi 2000 anni fa, realizzata con la tecnica dei calchi, esistente solo a Pompei e dintorni. Materiali quali mobili e tessuti, nonché corpi di vittime dell’eruzione del 79 d.C., sono stati coperti dalla nube piroclastica, divenuta poi terreno solido mentre la materia organica decomposta ha lasciato un vuoto nel terreno: un’impronta che, riempita di gesso, ha rivelato la sua forma originaria. La nuova stanza, denominata “ambiente “A”, si presenta diversa da quella già nota come ambiente “C”, ricostruita a novembre 2021 in cui erano posizionate tre brande e che fungeva al tempo stesso da ripostiglio. Quello che è emerso adesso fa pensare a una precisa gerarchia all’interno della servitù. Mentre uno dei due letti trovati in queste settimane è della stessa fattura, estremamente semplice e senza materasso, di quelli del 2021, l’altro è di un tipo più confortevole e costoso, noto in bibliografia come “letto a spalliera”. Nella cinerite sono ancora visibili le tracce di decorazioni color rosso su due delle spalliere. Oltre ai due letti, nell’ambiente recentemente scavato ci sono due piccoli armadi, anch’essi conservati parzialmente come calchi, una serie di anfore e vasi di ceramica e diversi attrezzi, tra cui una zappa di ferro. Il microscavo di vasi e anfore provenienti dall’ambiente “C” ha nel frattempo rilevato la presenza di almeno tre roditori: due topolini in un’anfora e un ratto in una brocca, posizionata sotto uno dei letti e dalla quale sembra che l’animale cercasse di scappare quando morì nel flusso piroclastico dell’eruzione. Dettagli che sottolineano ancora una volta le condizioni di precarietà e disagio igienico in cui vivevano gli ultimi della società dell’epoca. “Sappiamo che i proprietari usavano diversi privilegi, tra cui anche la possibilità di formare una famiglia, seppure senza alcuna tutela legale, per legare alcuni schiavi più strettamente alla villa, anche con la finalità di averli come alleati nel sorvegliare gli altri. Quello che emerge qui è la struttura sociale della servitù che doveva impedire fughe e forme di resistenza, anche perché mancano tracce di grate, lucchetti e ceppi. Pare che il controllo avveniva principalmente tramite l’organizzazione interna della servitù, e non tramite barriere e vincoli fisici – spiega il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel – Siamo impegnati a continuare le ricerche e progettare la fruizione di un luogo che, come nessun altro del mondo antico racconta la quotidianità degli ultimi. In occasione della riapertura dell’Antiquarium di Boscoreale il prossimo autunno, prevediamo una sala per informare il pubblico sugli scavi in corso, gli stessi che, sotto la direzione del mio predecessore, Massimo Osanna, hanno portato alla scoperta del carro cerimoniale recentemente in mostra a Roma, alle Terme di Diocleziano. Vorrei ringraziare, oltre alla squadra impegnata nello scavo archeologico, la Procura guidata da Nunzio Fragliasso per l’eccellente lavoro svolto”. https://www.stilearte.it/vesuvio-79-d-c-scoperta-ora-unaltra-camera-da-letto-degli-schiavi-letti-armadi-materassi-coperte-e-alcuni-topi-di-2000-anni-fa/3 punti
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posto le foto di qualche libro della libreria di famiglia in cui sto lentamente mettendo le mani negli ultimi anni. Qualcuno li conosce?3 punti
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Per gli estimatori della monetazione monetazione milanese ed in particolare di questo nominale è stata pubblicata una monografia che cataloga le parpagliole della provvidenza fino ad oggi reperite. Il volume di 53 pagine più nove tavole contenenti 200 monete, raccoglie tutti gli studi precedenti con l'aggiunta degli ultimi ritrovamenti. Catalogazione divisa in schede per ogni singola tipologia e capitolo Appendici con il riassunto degli accoppiamenti D/ e R/.3 punti
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Se Alain @Poemenius con le letture va a rilento io sono talmente veloce che i moscerini mi si spatasciano sul lunotto posteriore dell'auto <cit.> Nel succitato articolo della Claudia Perassi, non solo si fa cenno a questa discussione ma, soprattutto, si parla di una moneta rinvenuta nello scavo della pars rustica di una villa in località Schieppo di Ponte Lambro (Milano), un quarto di siliqua di Baduila avvicinabile per il rovescio a quella qui proposta da @Lorenzo il magnifico. NB: Traggo qua e là dal lavoro della Perassi dalle pp. 230-233. Il lavoro originale è recuperabile su Academia.org al link nel post precedente. Sul D) e` proposto il busto dell’imperatore ANASTASIO, rivolto a dx, con il diadema a doppia fila di perle, del quale si distingue bene anche il nodo posteriore e il tipico ‘‘Ostrogotich garment’’ definito dal Metlich (2004), caratterizzato da una sorta di ampio scollo con fitta decorazione, concluso sulla schiena da due sequenze parallele di perle. La legenda del Diritto, riporta un’errata grafia del nome imperiale – Ansta[sius] invece di Anasta[sius] - per il quale la studiosa non ha trovato riferimenti nei 1/4 di siliqua. Il R) è, invece, unicamente epigrafico entro ghirlanda conclusa in alto da una grande gemma, entro la quale è l’iscrizione disposta su quattro righe: DN/BΛDV/ΛIIΛ/RIX. L’alternanza di rex/rix è attestata ampiamente nella serie, mentre appare essere la seconda attestazione (Perassi parla di unicum) la trasformazione della porzione finale del nome reale nel susseguirsi di lettere prive di effettivo significato. Allego qui insieme la moneta di rinvenimento francese (sopra) e quella dallo scavo di Ponte Lambro (sotto). Scusate la qualità ma il PDF è quello che è. MIa (banalissima) osservazione: come si può vedere le due monete non hanno i conii del rovescio in comune. L’ultimo segno puo` essere interpretato come la trasformazione delle lettera A in una sorta di greca Λ, ampiamente documentata nell’epigrafia delle monete di Baduila (BALDI 2014, nn. 157.1-3; 158.1; 159.2; 160.1; 161.1.) tipo qui: Anche la lettera L mostra talora la tendenza ad abbreviare il tratto orizzontale, fino alla totale eliminazione come in questi due esemplari dove assumono la forma di una "I". Vedi, per esempio, Fritz Rudolf Kunker GmbH & Co. KG, 158, 28 settembre 2009, n. 920 (METLICH 2004, n. 71 a); Numismatik Lanz Munchen, 157, 9 dicembre 2013, n. 423 (METLICH 2004, n. 70a); BALDI 2014, n. 157.2 (METLICH 2004, n. 70a). NB: BALDI 2014 non è nient'altro che il già citato BALDI E. 2014, Ostrogothic Coins in the British Museum, London. L'elemento inconsueto, presente nelle "nostre" due monetine è quella Λ che inizia la terza riga. Secondo l'autrice viene in soccorso una moneta già apparsa sul mercato antiquario che presenta un'ulteriore variante epigrafica che potrebbe fornire una suggesione per la risoluzione della questione. Numismatica Ars Classica, 93, 24 maggio 2016, n. 1210 (METLICH 2004, n. 69 var.; ex Kunst und Munzen 10, 1973, n. 187; Leu 77, 2000, n. 792). Consiglio agli appassionati di monete altomedievali che già non lo possiedono di recuperare il catalogo in PDF dell'asta NAC a questo indirizzo: https://www.arsclassicacoins.com/wp-content-nasecure/uploads/2020/06/2016-NAC-93.pdf il catalogo issuu a questo indirizzo: https://www.arsclassicacoins.com/catalogues/auction-93/ Ecco la moneta con l'ingrandimento del R) Sul R) di questa 1/2 siliqua che parrebbe a nome di Giustiniano I il nome del re goto (righe 2 e 3) e` reso come DN/BADV/VIIA/ REX. Il raddoppio della lettera V potrebbe pertanto essere un espediente attuato per rendere in lati- no il nome goto Badwila, nello stesso modo in cui le precedenti mezze silique ravennati di Witigis (536-538) avevano costantemente traslitterato quello dell’autorità emittente in VVIT/ICE(I)S Tornando "a bomba" alle "nostre" monete Il raddoppiamento della lettera V per motivi fonetici - continua la Perassi - sarebbe stato trasformato nella sequenza V/Λ forse per un’assimilazione grafica della seconda V alla lettera A priva di stanghetta orizzontale posta al termine della stessa riga. L’iscrizione e` dunque testimonianza di quell’involuzione tecnica nel lavoro di incisione dei conii rilevata soprattutto nella tarda produzione enea di Baduila, nella quale il ductus epigrafico incerto con lettere talvolta speculari e le immagini ‘impacciate’ definiscono, secondo la felice intuizione di Arslan, ‘‘un diverso e nuovo clima culturale, del quale la modifica del linguaggio stilistico era causa e non conseguenza’’.2 punti
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https://www.unificato.it/super-iii-storia-postale-2024/ Appena uscito. Attenzione, molti cataloghi di filatelia come credo nella numismatica hanno tirature basse, pertanto una volta fuori stampa diventano introvabili. Come questo https://www.unificato.it/storia-postale-3-vol-ed-2011-13/ PS I libri sono importanti !2 punti
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Ciao @Ptr79 👋 Personalmente manuali non ne conosco, ma mi permetto di segnalarti questo sito che seguo da diverso tempo: https://www.gm-storiapostale.it/ Seguo comunque il thread sperando nell'intervento di altri amici del Forum che vorranno segnalarci quanto da te richiesto.2 punti
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mi è arrivato oggi!!!!!! non vedo l'ora di leggere, e un po' anche di completare l'intera opera ... spero in un paio d'anni o tre al massimo (mancano a mio avviso un paio di volumi) complimenti a D'Andrea e C. un opera che personalmente utilizzo costantemente saluti Alain2 punti
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Buongiorno vorrei presentare questa bella moneta dell'Indonesia: 2000 rupie 1974, che comprai per la modica cifra di 9 euro nel maggio 2018. In argento proof 925, ne corso degli anni ha sviluppato una leggera patina, benché la conservi in capsula "ermetica". La comprai perchè rimasi affascinato dal rovescio della moneta, ossia dall'eleganza della tigre che si aggira nella foresta. Cercando più informazioni, scoprii che si tratta della tigre di Giava, animale dichiarato estinto nel 1980. Le cause sono: distruzione delle foreste e bracconaggio Alla fine del XVIII secolo, le tigri di Giava abitavano quasi tutta l'isola. Intorno al 1850, questi animali erano ancora così numerosi da essere considerati un flagello dagli uomini stanziati nelle aree rurali. La tigre fu oggetto di massacri, bracconaggio e altre azioni volte a ridurre drasticamente il loro numero, finché agli inizi degli anni 70 fu abbattuto un’esemplare femmina; fu l’ultima tigre di Giava vista dall’essere umano. Nell'immagine sotto: esemplare di tigre fotografata nel 1938 (da Wikipedia)2 punti
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Da un vecchio album, m'è caduto questo vecchio articolo che non sapevo più di avere. In effetti, non ricordo (strano che non l'abbia appuntato...) da quale giornale l'abbia ritagliato, né che data avesse. Tino Marra: "Chi era costui?" Ebbene è uno dei nomi di fantasia con cui amava firmarsi Mario Traina...2 punti
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Il prezzo in questo caso è superfluo, io non le comprerei nemmeno a 100 euro. La domanda è: piacciono? Se sì comprale, anche perché "investire" 230 euro in questi pezzi difficilmente si potranno rivendere2 punti
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Apri una annosa discussione.. alcuni venditori su ebay e subito sono fuori di testa al limite della truffa, e purtroppo inducono la gente a far credere di avere tra le mani dei tesori. Ci capitano tutto fino a quando non iniziano a documentarsi e a scontrarsi con la realtà dei fatti..2 punti
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@ARES III Primavera. Stavamo scavando in un'area esterna alla parete della navata dx di una chiesa cimiteriale romanica che sussisteva su precedenti resti di chiesa altomedievale, sempre con funzione cimiteriale. Affrontiamo la collega ed io un'enorme fossa comune databile approssimativamente alla peste manzoniana contenente almeno un centinaio di corpi, ovviamente scheletrizzati, che tagliava a metà tutti gli strati attorno dal muro della basilica alla strada continuando sotto di essa. Dopo diversi giorni avevamo estratto, siglato, documentato, disegnato tutto ne avevamo davvero abbastanza di ossa alla rinfusa e ci siamo allo scavo del resto del sito io a sx della fossa e lei a dx. Dopo alcuni giorni arriviamo a strati altomedievali (da rimarcare tomba genericamente di età medievale contenete inumato senza corredo con evidente segno di arma bianca inferto da dx a sx e dall'alto verso il basso che ha provocato importante frattura della zona frontale e parietale sx) e mi sto dedicando ad una piccola tomba a cassa litica estremamente emplice e rudimentale nelle fattezze. Il riempimentoi era costituito da un corpo piuttosto minutomolto ben conservato nella parte superiore del tronco, con alterazioni nella parte inforiore fino alla quasi competa disgregazione della parte dalle ginocchia in giù. pulendo tra le ostole verso il bacino mi imbatto in una forma chiara che non dovrebbe esserci. vado avanti a sgorbia e mi accorgo che la macchia polverosa biancastra ha la forma di un corpo in posizione fetale. Le cartrilagini del feto si erano mineralizzate a contatto col terreno (non ricordo minimamente il contenuto se acido o alcalino di quell'argilla) lasciando la traccia del corpicino. Ecco... mi ha davvero emozionato e rattristato individuare quella ragazzina (molto giovane dalle suture sagittale, coronale e lambdoidea. non ne so quasi nulla ma sicuramente ben più giovane dei 20 anni) ed il suo piccolo già in stato avanzato di crescita. Nessun corredo, era una tomba povera. Ma la deposizione era molto curata e si vedeva lo sforzo di costruirle una casa per l'aldilà la più dignitosa possibile. O magari mi sono fatto un film io Si parla tanto dei grandi nomi della storia ma alla fine quelli che la storia la vivono e la fanno, incoscientemente nella vita quotidiana. sono questa ragazzina e l'uomo "spadato".2 punti
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Buona Domenica, Lo scorrere inarrestabile degli anni porta spesso all'erosione del ponte che collega una moneta a chi l'ha posseduta. Capita a volte anche per collezioni ben note e pubblicate. Ma se il mercato ed i collezionisti di oggi possono dimenticare, perdere traccia del passato recente di un tondello, le monete portano con se una memoria millenaria che resta inalterata. Ci possono narrare dei loro creatori di ventiquattro secoli e mezzo orsono, così come possono sussurrare dove passavano le loro giornate un solo secolo addietro. E così capita, di tanto in tanto, che cercando di ascoltare cosa una moneta ha da raccontare si venga a capo di alcuni dei piccoli segreti che porta con sé. Mi è capitato, nella mie personali investigazioni sulla monetazone di Gela, di incontrare una moneta pronta a dire qualcosa di più sulla sua vita passata. La moneta in questione è un tetradramma della tipologia Jenkins 468, databile al 420-415 a.C. Un esemplare che aveva sicuramente visto tempi migliori ma che portava con sé ancora qualche segreto. Era passato in asta un paio di anni fa nella Obolos 8 di Nomos AG al lotto 79, insieme ad una interessante serie di altre monete greche facenti parte dalla collezione di W.F. Stoecklin. In quella sede si menzionava che la moneta era stata acquistata presso Hess a Lucerna prima del 1975 (anno della scomparsa di Stoecklin). L'esemplare però aveva altro da raccontarci, solamente non era ancora pronto forse. Di recente invece, cercando un'altra moneta, ha cominciato a bisbigliare che anche lei era presente alla vendita relativa al catalogo che tenevo in mano, e che se avessi aperto il file dove l'avevo relegata era disposta a dirmi di più. Ed ecco così che davanti alla tavole della vendita tenuta a Londra da Glendining tra il nove ed il tredici marzo 1931 ho riconosciuto anche lei. Alcuni difetti del tondello non lasciavo adito a dubbi di sorta. Guardavo l'immagine del calco sulla tavola XXIII e poi la foto del mio file, ho approfondito ogni piccolo segno visibile. Era proprio lei al lotto 917. Ero davvero emozionato. Mi ritenevo fortunato ad aver appreso qualcosa che non sapevo e che mi era già sfuggita in passato. Riposto il catalogo e spento il computer tornai nel mondo presente dopo un meraviglioso viaggio nel tempo passato. Ritorno ora coi piedi per terra, alla fine di questa storia, per dire che oggi ho ripreso in mano quel catalogo e che la vicenda mi ha emozionato ancora così tanto che ho deciso di condividerla col forum che tanto mi ha dato. Di seguito le immagini relative alla moneta in questione, dal 1931 al 2017. https://nomosag.com/default.aspx?page=ucWebAuctionDetails&webauctionid=8&id=79&p=1&s=&ca=0&co=0&re=0&ci=0&ru=0 Rivolgo in conclusione una richiesta agli utenti del forum per dare una maggiore completezza a questa piccola storiella. Avete informazioni su chi erano i collezionisti coinvolti? W.F. Stoecklin e prima di lui un non meglio precisato Nordheim. @numa numa ? L'ultimo lo aveva menzionato @acraf in questa discussione al post quattro. Buona serata a tutti1 punto
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Buongiorno a tutti, vi posto la suddetta moneta in bella conservazione, se volete esprimere la vostra opinione vi leggerò volentieri. Non seguo più tanto la Repubblica Italiana da quando l'ho terminata ma a differenza di molti mi è ancora molto cara, Saluti Marfir1 punto
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Segnalo l'uscita di un nuovo volume dedicato ai regni di Carausio e Alletto, edito quest'anno da Spink (30 £). Di seguito, la sinossi presente sul sito dell'editore: One of the most exciting periods of Britain’s history under the Romans remains largely unknown today. Yet, at the end of third century AD, two men successively ruled the island, together with parts of the Continental coast, as emperors of Britannia for a period of ten years. They minted their own coins, initiated Britain’s first truly integrated defence system and successfully repelled an invasion from the mighty Roman empire. This is the story of Carausius and Allectus – the rebel emperors of Britannia.They were major thorns in the side of Rome and posed a huge threat to the authority of Diocletian and Maximian. It took ten years, after Carausius first rebelled, for the Roman empire to mount a second invasion and this time it was successful. Britain rejoined the ‘Eternal Light of Rome’ and the victory was accompanied by tremendous celebrations. There was an attempt to wipe the names of Carausius and Allectus from history but enough evidence remains to piece together this extraordinary episode in the annals of Britain. The rebel emperors were recorded in a few later histories and found fame again in the 18th century. Carausius, in particular, was celebrated as a great naval hero who stood up to the might of Rome.Contemporary sources in the third century AD damned them as criminals and pirates. This book aims to set the record straight and details the remarkable achievements of Carausius and Allectus, the rebel emperors of Britannia. 240 x 152mm 244 pages Hardback, with colour illustrations throughout https://spinkbooks.com/products/the-rebel-emperors-of-britannia-carausius-and-allectus-sam-moorhead-and-graham-barker Sul sito dell'editore è ordinabile a 30£, ma con costi di spedizione piuttosto elevati (ulteriori 30£), a cui va aggiunta la dogana; è comunque reperibile su altre piattaforme con costi probabilmente minori.1 punto
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Non avevo mai fatto caso a questa Lira "testa di Cerere" relegata all'album delle doppie se, tempo fa sfogliando il catalogo di Giovanni Attardi "Varianti ed errori nelle monete della Repubblica Italiana" ed. Nomisma 1999/2002 II edizione 2002, non avessi notato che l'unico "difetto di conio" riportato per questa tipologia con rarità NC, è (per la Lira del 1949) "escrescenza di metallo sulla foglia in alto a dx"; in realtà, l'espressione è ambigua, io direi: "escrescenza di metallo sulla foglia a destra in alto" (l'Attardi non riporta alcuna immagine). Altra ambiguità, questo "difetto" è classificato con la lettera "A rossa" (artefatto errore?), ma non esiste tale sigla nella tabella delle abbreviazioni. La moneta l'ho da sempre, ma ho provato - da quando ho letto sul catalogo - a cercare un altro esemplare nei vari mercatini, senza successo. Qualcuno di voi ne possiede? È solo una curiosità, ma se qualcun altro Lamonetiano l'ha in collezione, la posti pure qui.1 punto
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Salve, chiedo ai più esperti se possono contribuire indicando ai novizi come me sulla materia in oggetto dei manuali per approfondire questa branca collezionistica. Ringrazio in anticipo. Cordialità1 punto
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Ecco cosa significa condivisione! @caravelle82 apro il tuo primo Link e già dopo poche righe imparo! Imparo cos'erano le cartoline in franchigia - termine che non avevo mai sentito prima 😁 Che dire: grazie 😉👍 Mai visto nulla di simile prima, ma ammetto che non mi dispiacerebbe metterci le mani sopra 😅1 punto
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Non sono ancora in grado di giudicare quindi aspetto altri . Però da quel che ho imparato la rosetta è ben visibile quindi parliamo di alta conservazione. Ma davvero hai finito tutta la serie? 46/47 compreso? Complimenti 👏👏👏 A me manca tutta la 47 più quasi tutta la 46 .Della 46 ho solo le due lire.1 punto
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http://www.postaesocieta.it/magazzino_totale/pagine_miscellanea/abitudini_postali.htm# https://www.ilpostalista.it/ http://www.fsfi.it/qui/quifilatelia.htm https://www.issp.po.it/riviste-archivio/ Qualcosa la segnalo anche io. Sarei curioso di saper dell' esistenza di veri e propri manuali con riferimenti/valori,un pò come il Gigante/Montenegro per la numismatica. Per le cartoline so che esiste un grande autore come Gino Boccasile,per quanto concerne il campo della pubblicità e della propaganda politica dell'RSI,anche se ancora non lo possiedo,non potrei aggiungere nulla. Saluti Riccardo1 punto
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Provo: con F è R maschietta CONFERMA SCHIETTA Ciao. Stilicho1 punto
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La conquista della Spagna da parte dei Romani e' dovuta in larga misura alla spedizione di Annibale , con sua sconfitta finale , che diede origine alla seconda guerra punica . Gia' nel corso della permanenza di Annibale in Italia , Publio Cornelio Scipione , inviato da Roma in Spagna per evitare che Annibale ricevesse rinforzi dai due fratelli Magone e Asdrubale li rimasti per organizzare una seconda spedizione che in effetti si avvero' , Scipione getto' le basi della conquista della penisola iberica che avvenne definitivamente solo circa 200 anni dopo ad opera di Augusto . In base a recenti studi di fisica di pochi anni fa' (Agosto 2017) , e' stato dimostrato che la maggior parte della produzione di monete romane repubblicane e imperiali in argento : Denari , (Sesterzi) , Quinari , furono coniati in argento proveniente dalle miniere spagnole , mentre prima della conquista spagnola l' argento proveniva principalmente dalla Grecia , oltre che da piccoli e limitati affioramenti di Galena (piombo) in Italia , da cui si estraeva il prezioso metallo . Questo l' interessante articolo : https://www.bing.com/ck/a?!&&p=cab5d56ca9a87a4bJmltdHM9MTY5MjU3NjAwMCZpZ3VpZD0xZTk5MDAzMi1hNTdiLTYyZjUtMjZmYS0xMjU0YTQ0YzYzNTkmaW5zaWQ9NTM5OA&ptn=3&hsh=3&fclid=1e990032-a57b-62f5-26fa-1254a44c6359&psq=miniere+romane+in+spagna&u=a1aHR0cHM6Ly9pbGZhdHRvc3Rvcmljby5jb20vMjAxNy8wOC8yMi9sYXJnZW50by1pYmVyaWNvLXJpdmVsYS1sYXNjZXNhLWRpLXJvbWEv&ntb=11 punto
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Qui no, non sono d'accordo: a scuola come su un luogo di lavoro (dove non siamo noi i proprietari/dirigenti, e quindi non decidiamo noi) esiste un dress code , non ci si veste come ci pare (a prescindere dalla bravura di uno studente). Anche perché se gli studenti vogliono vestirsi come vogliono allora perché i docenti e il personale ATA no ? È una questione di rispetto reciproco e verso l'istituzione. Avendo frequentato un liceo piccolo di provincia, non avevamo bisogno di essere edotti sul vestiario (lunghezza e/o stile) perché era intuibile cosa ci si aspettasse da noi (ma nessun sacrificio bastavano pantaloni lunghi e camicia o maglia della nostra taglia, non XXXL). Sono dell'idea che su un luogo di lavoro bisogna tenere un determinato atteggiamento (vestiario compreso) perché si deve mostrare rispetto verso i colleghi e verso anche gli eventuali clienti che potrebbero non gradire il nostro abbigliamento, quindi si deve cercare sempre di essere il più "neutri" possibile.1 punto
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Bene, sono meglio di prima. Vedo che hai tenuto il frammento cartaceo, .. puoi tranquillamente se vuoi riattaccarci il francobollo. Bel lavoro. Anche la candeggina se ben diluita è un'ottimo pulente e sgrassante, ..se si vuole in alcuni casi anche qualche goccia di sapone per i piatti. Ovviamente va tutto risciacquato bene in acqua fredda. L'acqua tiepida tende a rilassare e ad aprire i tessuti del francobollo, l'acqua fredda a fare ritornare i tessuti alla normalità.1 punto
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Continuo questa discussione, con un'altra moneta della mia raccolta: 10 griven 2020, dedicata al Corpo delle guardie di frontiera. al dritto : al centro c'è l'emblema del servizio di guardia di frontiera statale dell'Ucraina tra due rami di alloro e viburno al rovescio: legenda ДЕРЖАВНА/ПРИКОРДОННА/СЛУЖБА УКРАЇНИ (Servizio di guardia di frontiera statale dell'Ucraina), al centro una mappa dell'Ucraina; sotto un cippo di confine simbolico; a destra ea sinistra ci sono composizioni che simboleggiano le attività del servizio di guardia di frontiera statale in aria, a terra e in mare.1 punto
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Ok. Di "errori" sulle 500 lire bimetalliche c'è ne sono a iosa. Vorrei quasi dire che sono più le fallate che quelle "perfette". Come dici tu, son talmente tanti che a patto non sia proprio un difetto "strano", non accresce il valore.1 punto
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Forse potrebbero essere utili questi umili e sicuramente non completi appunti. Personaggi il cui ritratto, o presunto tale, appare sulla monetazione da Augusto in poi.1 punto
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Mi sembra abbastanza folle che nel 2023 per un po' di inchiostro sulla pelle vengano a meno le capacità professionali.1 punto
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Ciao, la prima moneta (non avendo il peso ed il diametro 🙂) visto il ritratto di Gordiano molto vicino alle legende penso possa trattarsi di un asse e non di un sesterzio. Attendiamo ulteriori dati. ANTONIO1 punto
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Sì. È stata “aggiudicata” a 18.000 dollari più diritti, quindi 21.600. Vedremo se si tratta di un’aggiudicazione effettiva o se tra qualche mese tornerà nuovamente all’asta… Io un’idea me la sono già fatta 🙄1 punto
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I colleghi hanno specificato che questi souvenir sono stati realizzati negli anni '80 nella città di Ekaterinburg, una cooperativa di persone disabili.1 punto
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Il tornese del 1817 con la testa rivolta verso destra fu scoperto da Memmo Cagiati (che lo definì una prova) nel 1921, allorquando osservò l'esemplare 1289 della vendita delle Collezioni Sambon-Giliberti dispersa a Napoli da Canessa. Il catalogo di vendita non segnalava tale importante variante che era proposta assieme a un altro esemplare, dello stesso tipo, ma con la testa rivolta a sinistra. La rara moneta fu acquistata dallo stesso Cagiati, con una spesa di poche lire, dato che nessun altro si accorse della particolarità. Da una ricerca effettuata nei manuali e nelle più importanti collezioni e vendite di monete dell'Italia meridionale, ho contato tre esemplari: collezione Cagiati, ex collezione reale (CNI XX, p. 632, n. 38) e collezione del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Catalogo del Museo Nazionae di Napoli-Medagliere III, p. 128, n. 9150). Per quanto riguarda l'esemplare della collezione reale, è possibile che si tratti del medesimo pezzo della collezione Cagiati, già Sambon-Giliberti, giacché è fatto noto che nella dispersione della collezione dello studioso molti pezzi furono acquistati da Vittorio Emanuele III. Per l'esemplare del Museo di Napoli, il Fiorelli lo descrive con la testa rivolta a sinistra, ma il catalogo della mostra La monetazione napoletana da Carlo a Francesco II di Borbone (1734-1860), p. 122, n. 208, riporta l'immagine del tornese del Museo napoletano con la testa rivolta a destra. Bibliografia: "Miscellanea numismatica", nn. 1-2, gennaio-febbraio 1922; Collezioni Sambon-Giliberti, Monete dell'Italia meridionale e della Sicilia, V. D'Incerti, Le monete borboniche delle Due Sicilie, periodo (1799-1860), A. Pagani, Prove e progetti di monete italiane o battute in Italia dall'invasione francese ai giorni nostri (1796-1955).1 punto
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E' molto più bella di quelle che usava il mio bisnonno.1 punto
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Si, il discorso prezzo l'ho tirato fuori perchè mi è stato chiesto, sicuramente come ogni cosa nel fare una valutazione complessiva va discussa pure la richesta , che poi va confrontata coi prezzi reali di mercato.. fatta questa debita premessa, nessuno dei due, nonostante le condizioni, mi dispiace, o meglio, mi piacerebbe in condizioni migliori ma non posso permettermi di spendere 800/900 euro solo per una moneta, va contro le mie possibilità e le mie idee, magari potrei farlo per un sesterzio di Gordiano Africano, primo o secondo che sia, ma non per un denario di Cesare che ha una reperibilità maggiore.. ho creato il post perchè amo discutere di monete con voi , appassionati di numismatica come me, perchè a volte e' bene sentire più opinioni, le due monete hanno entrambe dei pro e dei contro, cerco di fare una scelta meditata appunto perchè non è mia intenzione in futuro rivendere niente, tutto qui..1 punto
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Mentre per la circolazione nel 1961 (e nei due anni seguenti) veniva coniato il 500 Lire "Quadriga" commemorativo per l'Unità d'Italia in Ag 835 a firma Guido Veroi: Nello stesso anno, il capo incisore Pietro Giampaoli produceva la medaglia commemorativa in oro in 6 formati (da 104,70 - 69 ,90 - 34,80 - 17,50 - 10,40 - 7,00 g.) riportando al D/ le figure dei quattro più imporanti artefici dell'Unità d'Italia (Vittorio Emanuele II, Cavour, Garibaldi e Mazzini) e al R/ una Quadriga guidata dall'Italia con in mano la fiaccola:1 punto
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Ciao, da quando si riesce a vedere dalle foto e dal peso della moneta si tratta di sesterzio attribuibile all'imperatore Marco Aurelio. Le legende non sono visibili ma dalla figura sul rovescio e da qualche lettera che si vede dovrebbe appartenere alla tipologia con la personificazione della dea dell'Equita' seduta sul rovescio, tipo questo che ti mostro. Attendiamo ulteriori interventi 🙂. ANTONIO1 punto
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In realtà riproduce un decadramma di Siracusa inciso dal grande Cimone. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Notevole l’aggiudicazione raggiunta da questo “triple knot” nella Roma Numismatics del giugno scorso. Lotto 105. Campania, Capua Æ 16mm. Circa 216-211 BC. Diademed and veiled bust of Hera to right; lotus-tipped sceptre over shoulder / Grain ear; triple knot to right, 'kapu' in Oscan to left. SNG ANS 219; HN Italy 500; HGC 1, 398. 3.67g, 16mm, 3h. Very Fine. From the Anders Collection, collector's tickets included. Base d’asta: 3 GBP. Valutazione: 5 GBP. Risultato: 850 GBP. apollonia1 punto
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Nel post ho fatto alcune affermazioni circa i pesi delle diverse tipologie dei nummi romani di Valentiniano III. Queste affermazioni provengono da una raccolta di dati che da tempo sto facendo e ponendo in un foglio excel che aggiorno ogni qual volta ho dati nuovi. Se qualcuno è interessato, questo foglio excel è a sua disposizione. OLtre ai dati sui nummi romani, contiene quelli dei nummi che attribuisco a Cartagine, quelli orientali di Valentiniano III, tutte le tipologie dei nummi di Teodosio II, e i nummi italiani degli imperatori successivi a Valentiniano III. Grazie Stilicho. Concordo con RIC 2124 e ho immediatamente inserito il suo peso nel database.1 punto
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Questa tipologia ha un peso medio di 1,40 g (N=193), nettamente superiore a quello di tutte le altre tipologie, anche di quella votiva (VOT XX) che pure è più pesante delle altre. Questa tipologia si caratterizza per un’usura spesso molto marcata (a questo si deve la grande dispersione dei pesi), ciò che da un lato suggerisce che il peso medio nominale (in uscita dalle Officine della zecca) fosse superiore a 1,5 g, e dall’altro che questa moneta ebbe una lunga circolazione e propensione ad essere spesa rapidamente a scapito di altri nominali, che è quanto sarebbe avvenuto in base alla legge de Gresham se le autorità monetarie le avessero attribuito un valore nominale di 2 nummi. La distribuzione dei pesi della Porta di Campo è assai dispersa, con un range che oscilla tra 0,60 e 2,49 g (escludendo gli esemplari dal tondello incompleto). Il peso medio di ognuno dei diversi tipi di questa tipologia appaiono difformi, con la Porta di Campo con le cupolette triangolari apparentemente più pesante degli altri tipi: tuttavia la numerosità limitata di ogni campione non consente di considerare provata questa diversità di peso. Il disegno della Porta di Campo fu adottato da buona parte degli imperatori romani da Diocleziano in poi e, a partire da Costantino Magno, si converte in uno dei più frequenti sulla monetazione di rame di minore dimensione, e lo fa con una straordinaria varietà di legende, tanto relative agli aspetti propriamente civili, quanto a quelli militari: - dinastia costantiniana: PROVIDENTIAE AVGG, PROVIDENTIAE CAES o CAESS - dinastia costantiniana (occasionalmente): VIRTVS AVGG, VIRTVS CAESS - Graziano, Valente, Valentiniano II: GLORIA ROMANORVM, - Magno Massimo, Flavio Vittore: SPES ROMANORVM - dinastia teodosiana: GLORIA REIPVBLICE. La legenda VOT PVB associata alla Porta di Campo è innovativa. Durante il regno di Valentiniano III, come già durante la reggenza di Galla Placidia, la zecca romana coniò moneta enea facendo maggior riferimento all’iconografia costantiniana piuttosto che teodosiana. Essendo la VOT PVB una tipologia votiva e quindi destinata a trasmettere un messaggio di auspicio, viene naturale associarla alla legenda costantiniana PROVIDENTIAE AVGG, PROVIDENTIAE CAES o CAESS che sottolinea la volontà dell’imperatore di provvedere ai bisogni dei suoi sudditi. Nell’autunno del 442 un violento terremoto colpì il Lazio e Roma subì i peggiori danni sismici della sua storia, con scosse che si protrassero sino alla primavera del 443: tra gli altri, furono danneggiati il Colosseo, una navata della Basilica di San Paolo fuori le Mura, alcuni portici antichi, tra cui quelli del Teatro di Pompeo, e le mura aureliane[1]. Sappiamo che Valentiniano III non appena fu informato dei danni subiti da Roma nell’autunno del 442, lasciò Ravenna e si recò nell’Urbe per farsi carico immediatamente degli interventi più urgenti e avviare le opere di ricostruzione, tra le quali il restauro delle mura aureliane, trasferendovi in modo quasi permanente la corte. Appare quindi ragionevole pensare che nell’autunno del 442 sia cessata la coniazione della terza serie di Vittorie (RIC 2133, 2137-39), sicuramente breve come suggerisce la loro scarsità, sostituita dalla Porta di Campo, le cui prime emissioni probabilmente furono oggetto di elargizioni. Ciò sarebbe coerente con l’emissione di una moneta per celebrare i vota suscepta, ora senza riportare un limite temporale in quanto l’impegno assunto dall’imperatore si sarebbe protratto per tutto il tempo necessario. [1] Pochi anni a seguire, nel 476, ebbe luogo uno dei più gravi episodi sismici che abbiano colpito la capitale: per 40 giorni si seguirono scosse nella città, causando la distruzione di numerosi edifici.1 punto
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Che sia stato un bel viaggio si è capito, pero se carichi qualche foto ci fai ancora più contenti.1 punto
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Segnalo questo doppio appuntamento di seminari tenuti dalla Prof.ssa Monica Baldassarri @monbalda del CNR-ICCOM di Pisa e docente all'Università di Genova. Si terranno in orario 14:30-16:30 il 28 e 29 marzo durante il Corso di Storia delle monete medievali all'Università degli Studi di Milano, Aula 435.1 punto
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