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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/20/23 in tutte le aree
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Concludo la mia ricognizione nelle monete da 2 Lire di Vittorio Emanuele III con questi Buoni in Nichelio pressoché puro (990/1000) la cui conservazione è messa a dura prova dalla morbidezza stessa del metallo di cui sono composti. Anche qui ho utilizzato una visione d'insieme che, mi sembra, sia stata trovata interessante dai tanti che hanno visionato le mie precedenti discussioni sulle 2 Lire "Aquila sabauda", "Quadriga veloce" e "Quadriga briosa":5 punti
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Ciao, la data pare essere in effetti 1796, anche i dati ponderali sono congrui, considerando che difficilmente le emissioni del 1797 avevano tale peso (anche prima della riduzione). Questa tipologia, con firma dell'incisore TM, per il Muntoni è il 392; l'autore non distingue tra tondello largo e stretto (come il tuo), vedi alcune immagini presenti nella scheda del nostro catalogo, dove i diametri sono segnalati in righe differenti: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-PIOVIPG/1 Ciao, RCAMIL.3 punti
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La collezione dei Miniassegni è considerata "morta" nel mondo dei collezionisti ed in effetti, non vi sono più grandi trattative su questa moneta d'emergenza. Tuttavia, ancora in tanti - considerando puramente il lato storico - ne raccolgono qualcuno o se li fanno regalare. Ultimamente (maggio 2022) è uscito un nuovo catalogo "I Miniassegni... come non li avete mai visti" di Massimo Palermo ed. Nomisma che raccoglie l'intera produzione di questi biglietti (perfino i falsi che furono prodotti con banche di fantasia). Da questo catalogo, a proposito del tuo Miniassegno postato, veniamo a sapere che La Banca Provinciale Lombarda emetteva due tipi di assegni da 50, 100, 150, 200 e 250 Lire: quelli con data a stampa e quelli con data a timbro dal colore nero, blu (questi due con data 1976, 1977 e 1978) rosso, e verde (con data non ben definita). I Miniassegni con data a timbro sono in un numero impressionante (l'autore segnala di averne contate oltre 4.300 date differenti) e si prestano ad essere considerati dubbi: nel senso che, poiché la banca emise anche biglietti privi di data (cioè con lo spazio della data lasciato in bianco, tecnicamente incompleti), possono essere stati prodotti per speculazione in modo da spingere i collezionisti sistematici ad acquistarne molti di più avendo date sempre diverse. Cosicché abbiamo date che cadono in giorni in cui la banca era chiusa e quindi non avrebbero dovuto riportare tale data di emissione. Il tuo, datato 12 marzo 1977 ad es., cadeva di sabato e, pur non essendo io sicuro, mi par di ricordare che allora le banche fossero chiuse. Potrebbe, quindi, trattarsi di un Miniassegno senza data opportunamente timbrato in un secondo momento per creare un tipo diverso. È assodato che i Miniassegni intestati alla "TECNOGIOCATTOLI S.p.A. esistono solo con data a timbro. Alcuni dati sul tuo Miniassegno: - misure: 120 x 60 mm.; - filigrana: rombi in chiaroscuro con fibrille fluorescenti; - stampa: - fronte: litografica offset a quattro colori di cui uno con tecnica IRIS e uno con pigmenti fluorescenti azzurri; - retro: litografica offset a due colori di cui uno con pigmenti fluorescenti; - numerazione: arabica a codeline magnetica; - stampato da: Off. Carte Valori Turati Lombardi & C., Milano; - note descrittive: Italia turrita raffigurata sul fronte; - valore (solo per i FDS): data a timbro nero e blu degli anni 1976/1977: 2,00 €; [data a timbro nero e blu dell'anno 1976/1977): 2,50 €; data a timbro rosso: 8,00 €; data a timbro verde: 6,00 €; senza data: 18,00 €; 150 Lire 1° tipo blu (indipendentemente dalla data): 10,00€. Tutti quelli con data a stampa: generalmente 1,00 € con qualche eccezione a 2,00 €.] Due esempi di Miniassegni "inventati" per truffare.2 punti
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Il gettone è riportato su Numista tra la miscellanea: Italy Map Token - Italy – Numista Solitamente gli veniva attribuito un valore 'tot', quest'ultimo deciso da un gestore che erogava un bene od un servizio, poteva essere di tutto, giostra, lavaggio ecc. ecc.2 punti
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Buonasera a tutti, ho trovato questa bella moneta del 1908 dalla Tunisia (al tempo protettorato francese). L'esemplare pesa 9,57 g (9,77 teorici), diametro di 30,5 mm - in bronzo e coniata a Parigi in 500.000 esemplari. Confesso di avere una certa fascinazione per la monetazione araba e per l'eleganza dei caratteri in essa usati (senza naturalmente capire un'acca del loro significato a parte le cifre); essendo questa monetazione coloniale abbiamo arabo al dritto e francese al rovescio. (Nel link vi sono delle foto in qualità maggiore https://photos.app.goo.gl/ttgiG9H9U5uP3cna7)1 punto
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Tra tutte le emissioni enee di Valentiniano III, la Porta di Campo è quella che si trova con maggiore frequenza nei listini d’asta e nelle collezioni private e, pertanto, sembra che le ripetute emissioni di questa tipologia siano state particolarmente abbondanti. Secondo il RIC questa iconografia è stata battuta come nummo (RIC 2123-2128), e come doppio nummo (RIC 2135, simile al RIC 2124, con sigla RM in esergo ma senza il numerale d’Officina😞 tuttavia vi sono pochissimi esemplari del RIC 2135 e non è possibile determinarne il peso medio e quindi confermare o smentire l’affermazione di Kent. J.P.C. Kent suddivide l’iconografia della Porta di Campo in due grandi gruppi, coniati da tutte le officine: - porta con torrette piramidali (RIC 2123-2125) - porta con due coppie di globetti in luogo delle torrette (RIC 2126-2128) In realtà, l’iconografia della Porta di Campo di Valentiniano III è molto variabile e se si prende quale discriminante l’aspetto delle torrette, allora appare opportuno distinguere tre gruppi, all’interno di ognuno dei quali la torre può avere un numero variabile di file di mattoni, con il profilo esterno a volte tracciato con una successione di punti anziché una linea: - porta con torrette piramidali (RIC 2123-2125) - porta con cupolette triangolari (RIC 2123-2125v) - porta con due coppie di globetti in luogo delle torrette (RIC 2126-2128) Nonostante la notevole variabilità del disegno della porta e diversamente da gran parte delle altre emissioni, in questa tipologia il volto di Valentiniano III non di rado appare con un aspetto giovanile, a prescindere dal disegno del rovescio. Tra i tre gruppi in cui ho suddiviso la tipologia della Porta di Campo, quello con le torrette rettangolari è di gran lunga prevalente e rappresenta quasi i ¾ del totale.1 punto
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Buongiorno ragazzi, tra questi due denari di Cesare, entrambi non in condizioni ottimali, prezzo analogo , voi due quale scegliereste e perché ? Il primo pulito malamente e con graffi diffusi , il secondo piuttosto logoro..1 punto
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Quest'estate per le vacanze ho fatto il giro della Bulgaria con la mia compagna. Due settimane zaino in spalle a visitare tutte le città e i luoghi interessanti del paese. Ovviamente, data la tipologia di vacanza, non era possibile acquistare souvenir ingombranti, e vi lascio indovinare cosa ho deciso di portarmi a casa... Incoraggiato dal fatto che il loro "Gigante" è mini, comodissimo ed economico, in ogni città dunque ho fatto visita a rigattieri e negozi di numismatica, e ho scoperto che il regno di Bulgaria (1878-1946) ha una storia breve ma interessante, con monete equivalenti alle nostre del Regno e dei paesi dell'UML (quindi lo scudone da 5, gli altri tagli in argento da 50 cent, 1 e 2)... guarda poi il caso, ha avuto tre re che han coniato moneta e l'ultimo che non ha fatto in tempo, vista poi la caduta del regno nel '46! Vi ricorda qualcuno? Una curiosità divertente è che durante il regno non hanno aperto la zecca a Sofia, ma hanno appaltato il conio a zecche straniere, come fanno ancora oggi alcuni stati minori. Solo che invece di appaltarlo a UNA zecca, come facevano i paesi normali, hanno appaltato ogni moneta a una zecca diversa, e così le monete sono coniate nelle zecche di Birmingham, San Pietroburgo, Bruxelles, Kremnitz, Parigi, Vienna, Poassi (mai sentito), Stoccarda, Budapest, Londra, Belgrado e Berlino! 12 zecche, altro che le 5 della Germania! Il bello è che ogni zecca coniava il suo tipo, per cui il 20 lev era coniato a Budapest, il 50 a Londra e il 100 a Kremnitz. Mica come i tedeschi che coniano tutto in tutte le zecche e quindi devi avere 5 esemplari di ogni tipo... Insomma, alla fine son tornato a casa con la collezione quasi completa delle monete del Regno di Bulgaria, a parte quattro o cinque pezzi (che ovviamente ora dovrò acquistare!) e molto soddisfatto di tutte le cose che ho scoperto. Se volete una collezione economica, facile e divertente, il regno di Bulgaria fa al caso vostro! E' pure varia perché i vari nominali son stati coniati in pochissime date, per cui anche una collezione per anno si differenza di poco da una tipologica.1 punto
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L'idea di questa discussione nasce dal fatto che sul catalogo non esiste per il momento la sezione che riguarda le monete medioevali coniate in Sardegna dal periodo aragonese sino alla fine della dominazione spagnola. Di conseguenza posterò qualche immagine di monete che mi appartengono e altre invece prese in prestito da alcuni amici con la speranza che qualche altro appassionato posti le sue in modo che si possa così creare una sorta di database di immagini quando in futuro la sezione sarà completata. Si tratta di una monetazione poco conosciuta e le bassissime conservazioni spesso non permettono di apprezzarla appieno ma sono sicuro che alcune vi piaceranno :) Mi scuso già da ora se non seguirò le indicazioni del forum per quanto riguarda la data delle monete poiché nella mia idea la monetazione medioevale della Sardegna è un unicum storico.. Inoltre mi scuso anche per gli eventuali errori che commetterò. Non seguirò un ordine cronologico perché sarebbe troppo impegnativo :) salvo precisazioni, si darà per scontato che la zecca sia quella di Cagliari. Mi permetto di citare alcuni utenti di questo forum che so essere interessati e attivi in questa monetazione così se e quando vorranno potranno dare il loro contributo sia in termini di immagini che di conoscenze: @@4mori @@DaniloGioi @R-R @@Antix87 @@Alexandrio @@Trishekel mi scuso se ne ho dimenticato qualcuno.. Inizierò con la prima: una delle mie preferite: Giacomo II d'Aragona (1291-1327) Alfonsino Minuto 0,66 g zecca: Bonaria D: IACOBVSARAGON Scudo a Cuore1 punto
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Questa devo proprio farvela vedere : più di sette etti di bronzo monetato ,praticamente la ruota di un triciclo...1 punto
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Mentre per la circolazione nel 1961 (e nei due anni seguenti) veniva coniato il 500 Lire "Quadriga" commemorativo per l'Unità d'Italia in Ag 835 a firma Guido Veroi: Nello stesso anno, il capo incisore Pietro Giampaoli produceva la medaglia commemorativa in oro in 6 formati (da 104,70 - 69 ,90 - 34,80 - 17,50 - 10,40 - 7,00 g.) riportando al D/ le figure dei quattro più imporanti artefici dell'Unità d'Italia (Vittorio Emanuele II, Cavour, Garibaldi e Mazzini) e al R/ una Quadriga guidata dall'Italia con in mano la fiaccola:1 punto
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Siamo spiacenti, questa è una copia moderna economica.1 punto
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Ho l'impressione che giri deliberatamente in tutti gli ospedali psichiatrici e cerchi lì i pazienti più violenti. Quell'anno questo Koltypin trovò anche città elfiche sotterranee. una foto appositamente per mostrare l'entità della malattia nei suoi occhi e spaventarti di notte1 punto
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Ciao, come già detto si tratta dell'imperatore Nerva. Il denario appartiene alla tipologia con la personificazione sul rovescio della dea Fortuna. Posto foto per classificazione 🙂. ANTONIO1 punto
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Certo che uno che si chiama Petrarca e ha Dante come immagine del logo...1 punto
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Descritto " Very fine and rare ", un esemplare di denario ( 80-81 / 3,20 g ) con al diritto testa di Vespasiano ed al rovescio scudo su colonna con urna, tra 2 rami di ulivo . Classificato RIC 359, sarà il 12 Settembre in vendita HoskerHaynes 2 al n. 79 .1 punto
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L'aspetto generale mi desta perplessità, in particolare come è realizzato il rovescio e l'espressione di Vespasiano in po' strana...inoltre quella perlinatura perfetta al rovescio per lunghi tratti...1 punto
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Posto una foto con un gruppo di falsi d'epoca ... e un esempio di moneta da 3 cagliaresi in ottimo stato. Credo che quella che viene scambiata con una corona sia solo la testa molto squadrata (come nell'esemplare che ho postato) e consumata. Poi, per quanto riguarda l'autenticità ... se posso dare la mia insignificante opinione ... concordo con @rick2 sul fatto che la moneta mi sembra battuta e non fusa... ma bisogna dire che questo non è rilevante, dato che anche moltissimi falsi erano battuti. I falsi in quel periodo erano così tanti (le varianti sono un'infinità) e così diffusi che, citando testualmente Marco Piga (La Zecca di Cagliari - Scudi e Cagliaresi): "Durante il regno di Filippo III si acuisce, fino a toccare il culmine, la falsificazione, da parte di privati, di monete di piccolo taglio, già iniziata, ma in proporzioni ben più modeste, sotto Filippo II. La causa del fenomeno e da ricercarsi nell’impotenza delle autorità a far fronte all’insufficienza della circolazione monetaria e, soprattutto, nella cronica mancanza di moneta spicciola. La moneta falsa circola abbondantemente ed e accolta dal popolino come quella buona; la gente - afferma il Birocchi - «non si soffermava a controllarne l’autenticità e non s’accorgeva che essa non era più un equivalente perché conservava del pari la seconda delle sue funzioni, quella di veicolo e di segno degli scambi». Sotto Filippo IV di Spagna (1621-1665) la situazione non cambia: i falsari producono a pieno ritmo e alcuni di essi, per non cadere nelle maglie della giustizia, vanno a “lavorare” nella vicina Corsica; di là portano poi in Sardegna le monete false e le immettono in circolazione; donne e bambini, come racconta il padre Giorgio Aleo nella sua Historia Cronologica - un testo del secolo XVII-, si danno da fare per procurare agli improvvisati zecchieri, per lo più analfabeti, la materia prima, cioè lamine di rame di ogni tipo, padelle e calderotti, su cui imprimere un’effigie malamente abbozzata del sovrano, una croce e dei segni indecifrabili che abbiano la parvenza di una legenda. "1 punto
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Come tutte le precedenti sono stupende!! Complimenti per la bellissima collezione e grazie per averla condivisa, è una gioia per gli occhi.1 punto
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Non credo, inoltre non ho mai visto né sentito di monete con spillo montato al centro, sarebbe stato troppo scomodo, meglio un'ardiglione che attraversa tutta la moneta in modo che sia più stabile quando indossata... Hanno cercato di dare più rilievo ai caratteri interessati ma hanno fatto un lavoro al dì sotto della mediocrità,se l'avessero lasciata com'era avrebbe mantenuto il suo appeal nonostante la debolezza che caratterizza quest'annata...1 punto
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Moneta da 2 euro "elaborata" come da descrizione dell'inserzione: COLORATO DA UN'AZIENDA PRIVATA SPECIALIZZATA Pratica diffusa e di moda di dubbio gusto, effettuata su monete base circolanti o su delle bullion in argento anche in tante altre nazioni, nulla di che.1 punto
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Sicuramente repubblicana, periodo tardo repubblicano. Di lì a poco inizia il Principato di Augusto (dal 30 a.C.) ma non si può parlare di periodo Imperiale. Saluti Illyricum1 punto
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Complimenti @El Chupacabra ... non posso far altro che utilizzare una sola parola ... Spettacolari.1 punto
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Ciao a tutti, relativamente al simbolo, Mario Rasile ne "Le monete di Capua" lo definisce una specie di treppiede.1 punto
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per la 508, Giard 24; weber 300 (senza simbolo) De Luynes 110 (non raffigurata), ti riporto il testo: Carelli 25, ecco l immagine: ho trovato inoltre la tipologia citata anche da Sambon: Riassumendo, viene citata anche in questo caso la presenza del simbolo, ma non ho trovato nessun esemplare che la raffigurasse (nella mia bibliografia che non dispone di tutte le opere citate). ciao skuby1 punto
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Questa tipologia ha un peso medio di 1,40 g (N=193), nettamente superiore a quello di tutte le altre tipologie, anche di quella votiva (VOT XX) che pure è più pesante delle altre. Questa tipologia si caratterizza per un’usura spesso molto marcata (a questo si deve la grande dispersione dei pesi), ciò che da un lato suggerisce che il peso medio nominale (in uscita dalle Officine della zecca) fosse superiore a 1,5 g, e dall’altro che questa moneta ebbe una lunga circolazione e propensione ad essere spesa rapidamente a scapito di altri nominali, che è quanto sarebbe avvenuto in base alla legge de Gresham se le autorità monetarie le avessero attribuito un valore nominale di 2 nummi. La distribuzione dei pesi della Porta di Campo è assai dispersa, con un range che oscilla tra 0,60 e 2,49 g (escludendo gli esemplari dal tondello incompleto). Il peso medio di ognuno dei diversi tipi di questa tipologia appaiono difformi, con la Porta di Campo con le cupolette triangolari apparentemente più pesante degli altri tipi: tuttavia la numerosità limitata di ogni campione non consente di considerare provata questa diversità di peso. Il disegno della Porta di Campo fu adottato da buona parte degli imperatori romani da Diocleziano in poi e, a partire da Costantino Magno, si converte in uno dei più frequenti sulla monetazione di rame di minore dimensione, e lo fa con una straordinaria varietà di legende, tanto relative agli aspetti propriamente civili, quanto a quelli militari: - dinastia costantiniana: PROVIDENTIAE AVGG, PROVIDENTIAE CAES o CAESS - dinastia costantiniana (occasionalmente): VIRTVS AVGG, VIRTVS CAESS - Graziano, Valente, Valentiniano II: GLORIA ROMANORVM, - Magno Massimo, Flavio Vittore: SPES ROMANORVM - dinastia teodosiana: GLORIA REIPVBLICE. La legenda VOT PVB associata alla Porta di Campo è innovativa. Durante il regno di Valentiniano III, come già durante la reggenza di Galla Placidia, la zecca romana coniò moneta enea facendo maggior riferimento all’iconografia costantiniana piuttosto che teodosiana. Essendo la VOT PVB una tipologia votiva e quindi destinata a trasmettere un messaggio di auspicio, viene naturale associarla alla legenda costantiniana PROVIDENTIAE AVGG, PROVIDENTIAE CAES o CAESS che sottolinea la volontà dell’imperatore di provvedere ai bisogni dei suoi sudditi. Nell’autunno del 442 un violento terremoto colpì il Lazio e Roma subì i peggiori danni sismici della sua storia, con scosse che si protrassero sino alla primavera del 443: tra gli altri, furono danneggiati il Colosseo, una navata della Basilica di San Paolo fuori le Mura, alcuni portici antichi, tra cui quelli del Teatro di Pompeo, e le mura aureliane[1]. Sappiamo che Valentiniano III non appena fu informato dei danni subiti da Roma nell’autunno del 442, lasciò Ravenna e si recò nell’Urbe per farsi carico immediatamente degli interventi più urgenti e avviare le opere di ricostruzione, tra le quali il restauro delle mura aureliane, trasferendovi in modo quasi permanente la corte. Appare quindi ragionevole pensare che nell’autunno del 442 sia cessata la coniazione della terza serie di Vittorie (RIC 2133, 2137-39), sicuramente breve come suggerisce la loro scarsità, sostituita dalla Porta di Campo, le cui prime emissioni probabilmente furono oggetto di elargizioni. Ciò sarebbe coerente con l’emissione di una moneta per celebrare i vota suscepta, ora senza riportare un limite temporale in quanto l’impegno assunto dall’imperatore si sarebbe protratto per tutto il tempo necessario. [1] Pochi anni a seguire, nel 476, ebbe luogo uno dei più gravi episodi sismici che abbiano colpito la capitale: per 40 giorni si seguirono scosse nella città, causando la distruzione di numerosi edifici.1 punto
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DE GREGE EPICURI Questo sampietrino, in condizioni non molto buone, pesa 16,59 g e misura 30 mm. La data si legge male, ma dovrebbe essere del 1796. Volevo da voi possibilmente la conferma; posto che sia il 6 del CNI, chiedo anche se si può attribuirlo ad uno dei sottotipi. Grazie!1 punto
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I francobolli cecoslovacchi sono tra i più belli del mondo, ad oggi una collezione di Cecoslovacchia è sottovalutata anche come costi. La consiglio vivamente e ne consiglio lo studio approfondito, potrebbe dare molte soddisfazioni.1 punto
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Non devi dichiarare nulla, non passi frontiera ma devono essere accompagnate da ricevute d'acquisto e/o di lecita provenienza nel caso di controllo. Altri più esperti potranno confermare o correggermi.😉1 punto
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@ARES III Primavera. Stavamo scavando in un'area esterna alla parete della navata dx di una chiesa cimiteriale romanica che sussisteva su precedenti resti di chiesa altomedievale, sempre con funzione cimiteriale. Affrontiamo la collega ed io un'enorme fossa comune databile approssimativamente alla peste manzoniana contenente almeno un centinaio di corpi, ovviamente scheletrizzati, che tagliava a metà tutti gli strati attorno dal muro della basilica alla strada continuando sotto di essa. Dopo diversi giorni avevamo estratto, siglato, documentato, disegnato tutto ne avevamo davvero abbastanza di ossa alla rinfusa e ci siamo allo scavo del resto del sito io a sx della fossa e lei a dx. Dopo alcuni giorni arriviamo a strati altomedievali (da rimarcare tomba genericamente di età medievale contenete inumato senza corredo con evidente segno di arma bianca inferto da dx a sx e dall'alto verso il basso che ha provocato importante frattura della zona frontale e parietale sx) e mi sto dedicando ad una piccola tomba a cassa litica estremamente emplice e rudimentale nelle fattezze. Il riempimentoi era costituito da un corpo piuttosto minutomolto ben conservato nella parte superiore del tronco, con alterazioni nella parte inforiore fino alla quasi competa disgregazione della parte dalle ginocchia in giù. pulendo tra le ostole verso il bacino mi imbatto in una forma chiara che non dovrebbe esserci. vado avanti a sgorbia e mi accorgo che la macchia polverosa biancastra ha la forma di un corpo in posizione fetale. Le cartrilagini del feto si erano mineralizzate a contatto col terreno (non ricordo minimamente il contenuto se acido o alcalino di quell'argilla) lasciando la traccia del corpicino. Ecco... mi ha davvero emozionato e rattristato individuare quella ragazzina (molto giovane dalle suture sagittale, coronale e lambdoidea. non ne so quasi nulla ma sicuramente ben più giovane dei 20 anni) ed il suo piccolo già in stato avanzato di crescita. Nessun corredo, era una tomba povera. Ma la deposizione era molto curata e si vedeva lo sforzo di costruirle una casa per l'aldilà la più dignitosa possibile. O magari mi sono fatto un film io Si parla tanto dei grandi nomi della storia ma alla fine quelli che la storia la vivono e la fanno, incoscientemente nella vita quotidiana. sono questa ragazzina e l'uomo "spadato".1 punto
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Non sono un esperto, dovrebbe essere 2 euro Finlandia. Non credo rara, ad ogni modo anche se lo fosse in queste condizioni non può che valere due euro. l1 punto
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Che il 9 è rifatto lo vedo benissimo,e non solo il 9,ma oltre a vedere lo scempio causato sulla moneta tu riusciresti a distinguere un conio del 9 da quello del 10?... Perché oltre alla data in corsivo o in stampatello ci sono anche altre differenze nei due coni,quindi a me non serve guardare principalmente la data per distinguere i due coni... Comunque se siete convinti che si tratta di un 10 trasformato in 9(che poi non ne capirei il motivo) a me va bene così,se ho voluto fare delle precisazioni l'ho fatto solo per quei collezionisti alle prime armi che potrebbero essere confusi da certe affermazioni... Buon proseguimento...1 punto
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Forse non è chiaro il concetto,le 1809 hanno la data in "corsivo",le 1810 la data in "STAMPATELLO", quindi indipendentemente da quello che hanno fatto alla data non può essere un 1810, è un 1809... Probabilmente hanno cercato di far risaltare di più la data visto che questa tipologia soffre di debolezza proprio in quel punto,ma hanno fatto solo un disastro...1 punto
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Si tratta di conio stanco, specialmente sulle monete del 1942, dove puoi osservare come i numeri della data 1942 XX appaiono "impastati" e non ben definiti, come del resto i particolari dello stemma, della corona e del fascio. Allo stesso modo le lettere della firma "Romagnoli" sono evanescenti. Sono "difetti" comuni negli spiccioli della serie Impero, non aggiungo nulla al valore, che non é altro che quello storico. saluti1 punto
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Vi posto la mia 3 gazzette, recente acquisto dopo lunga ricerca, finalmente ho chiuso la serie delle gazzette1 punto
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Una notte, stanco dopo una lunga giornata trascorsa tra lavoro ed impegni vari, vagolavo su internet guardando le monete in vendita, a ruota libera, senza una meta precisa, saltando un po’ qua ed un po’ là, dove mi portavano i meandri (a volte imprevedibili e casuali) della rete, attendendo invano un sonno che tardava ad arrivare. Ed ecco che mi sono imbattuto in questa moneta: Era in vendita come asse di Settimio Severo, ma osservandola (seppure di notte e con la palpebra un po’ calante) qualcosa non quadrava. La foto (per la verità piuttosto scura) non consentiva una analisi più approfondita. La legenda di dritto era illeggibile, ma l’aspetto dei capelli (di un riccio più uniforme), la barba (con punte verso il basso e più regolare) ed il collo (più allungato) non facevano pensare a Settimio Severo, quanto piuttosto a Macrino. Il rovescio rappresentava chiaramente Giove ed aveva un pezzo di legenda che poteva consentirne la classificazione. Visto il prezzo molto basso (pur consapevole della conservazione certo non delle migliori), la mancanza nella mia piccola collezione di monete di Macrino, la “leggibilità” complessiva della moneta e il valore comunque storico (aspetto per me molto importante), ho deciso di acquistarla. Dopo poco, la moneta è arrivata e ho potuto studiarmela con calma. Queste che seguono sono le foto che ho fatto io. Non sono bravo a fotografare (pochi e scarsi mezzi, poca tecnica, scarsa propensione alla fotografia), ma queste immagini sono più simili a quello che ho trovato in mano. Si trattava proprio di un asse di Macrino, coniato a Roma nel 218 d.C., il RIC IV II 154, del peso di 8,70 g, con diametro massimo 25,16 mm. D/ IMP CAES M OPEL SEV MACRINVS AVG (busto Macrino, laureato, forse drappeggiato corazzato, a destra) R/ PONTIF MAX TR P II COS II PP / S C (Giove nudo, eccetto che per la clamide sul braccio sinistro, stante a sinistra, con un fulmine nella mano destra ed uno scettro nella mano sinistra; S C nei campi) La sensazione che provi quando hai trovato una moneta non riconosciuta è particolare. Ti dà una certa piccola soddisfazione per essere riuscito ad individuarla, a maggior ragione se si tratta di una moneta meno comune e se venduta ad un prezzo, di conseguenza, più basso. Piccole soddisfazioni, ma mi accontento, mi va bene così. Ciò che conta è che mi piaccia. La moneta in mano, in effetti, è gradevole, con una lieve e delicata tonalità rossiccia sul nero di fondo. La conservazione non è delle migliori, lo ammetto; vi’ è in particolare una corrosione sul petto di Giove che ha perso così la sua possente muscolatura; tuttavia, le effigi si apprezzano bene, è centrata, ben attribuibile. L’arrivo a casa di Macrino mi ha spinto a rivedere oltre alla figura storica di questo imperatore (su cui sorvolo qui), anche la sua produzione monetaria di cui, onestamente, non sapevo quasi nulla. Vi riporto quindi ciò che ho appreso leggendo testi ed articoli, con tutti i limiti di un appassionato. Quindi mi concederete errori ed inesattezze che vi pregherei però di correggere (tanto non siamo a scuola) a beneficio di tutti. Qui parlerò della monetazione che potremmo definire “ufficiale” o “imperiale”, ma Macrino coniò anche molte ed interessanti monete provinciali. Anzi, lo studio di tale monetazione è sicuramente interessante soprattutto perché Macrino trascorse il suo breve regno nelle province orientali che fecero a gara per procacciarsi i favori del sovrano (anche con la propaganda monetaria). Macrino coniò monete in tutti i metalli, operando però alcune significative modifiche al sistema impostato dal suo predecessore Caracalla. Con un chiaro intento propagandistico, coniò un aureo di peso superiore a quello di Caracalla, riportandolo a 1/45 di libbra (come ai tempi della riforma di Nerone del 64 d.C.) contro gli 1/50 attuali (ovvero 7,30 grammi contro i 6,50 circa). L’obiettivo era probabilmente quello di incrementare rapidamente la produzione di aurei pesanti e di ritirare quelli più leggeri di Caracalla. Tuttavia, non ne ebbe il tempo materiale e ciò determinò, al contrario, la tesaurizzazione proprio delle sue monete a vantaggio dell’aureo di Caracalla per la nota legge di Gresham. Tutto ciò ebbe delle inevitabili ripercussioni sui rapporti di cambio con le altre monete, in un sistema monetario che non si era ancora assestato dopo le recentissime modifiche. Se Caracalla aveva introdotto una nuova moneta d’argento, ovvero l’antoniniano, destinato nel suo pensiero a sostituire il denario (che sarebbe rimasto come unità di conto e con valore forse uguale alla metà) facendone la vera novità della sua riforma, con Macrino assistiamo ad una netta riduzione della emissione di antoniniani. Macrino, invece, coniò un grande numero di denarii di cui ci restano ancora oggi vari esemplari (anche in buono stato di conservazione) che rappresentano il nucleo più corposo delle sue emissioni. Probabilmente, anche questo rientra nel desiderio di un ritorno al passato. Quanto ai bronzi, essi furono prodotti in quantità limitata. Dopo una vera e propria sovrabbondanza di monete bronzee sotto gli Antonini e un buon numero di esemplari coniati nel primo anno di Settimio Severo la produzione enea diminuì drasticamente fino al regno di Alessandro Severo. Quindi, sotto Macrino, ci sarebbero già state monete bronzee in eccesso in circolazione, cosa che avrebbe di conseguenza ridotto la necessità di coniarne di nuove. Questa e’ una possibile spiegazione (certamente non l’unica) al fatto che i bronzi di Macrino siano meno comuni. Mi farebbe piacere sentire altri pareri ed altre ipotesi. Tutte le monete di Macrino portano la stessa legenda di dritto, ovvero IMP C (CAES sui bronzi) M OPEL SEV MACRINVS AVG. Molto importante e’ il termine SEV, Severus, nome adottivo con il quale cercò di legarsi alla dinastia dei Severi. Sebbene Macrino non risiedette mai a Roma, tutte le sue monete furono lì coniate. Non vi sono evidenze che supportino una zecca secondaria ad est, tipo Antiochia (come sosteneva Mattingly). Di Macrino esistono fondamentalmente due ritratti, uno più “giovanile”, coi capelli e la barba corta ed uno più “senile” (se così si può dire, visto il brevissimo periodo di regno di poco superiore all’anno solare) con il volto più segnato e capelli e barba più lunghi che compare, secondi Curtis Clay, sulle monete coniate dopo il settembre del 217 (e quindi più tardivo). Eccoli: L’imperatore (come tale) non era mai stato a Roma (anche se vie era stato quando era sconosciuto ai più) e immaginiamo che all’inizio ci fossero molte incertezze sul suo reale aspetto; pertanto, sulle monete, il ritratto sarà stato dapprima più generico (per così dire) e con lineamenti più standardizzati (tra l’altro, simile anche a quello di Caracalla, cosa secondo me non casuale). E’ probabile che poi le monete successive abbiamo un ritratto più verosimile, magari anche grazie a immagini (con simulacri?) o a descrizioni che potevano essere giunte a Roma. Pare davvero strano un invecchiamento in un periodo così limitato di tempo quale fu la durata del suo regno. Dicevamo di simulacri. Possiamo fare ipotesi, Si poteva trattare di piccole statue di terracotta o in legno con l’effigie di Macrino? Oppure si trattava di vere e proprie immagini, tipo dipinti? Interessante quanto il RIC IV volume II dice a proposito di Massimino il Trace: “After ravaging wide tracts of German territory, Maximinus retired to Sirmio ith the approach of winter. A.D. 235-236 while dispatches were sent to Rome, and pictures there ordered to be display, celebrating victories which. If not as great as he claime, may yet have been considerable”. Siamo pochi anni dopo rispetto a Macrino e Massimino condivide un po’ con lui la stessa storia in merito alla sua effigie. Qui si parla, per l’appunto, di “pictures”….immagini, in qualunque forma fossero. Il quadro e’ però un po’ più complesso di quanto già sembri, in quanto esistono ritratti di Macrino con “medium beard”, coniati pre brevissimo tempo nell’agosto del 217. Il fatto poi che si trovino ritratti con barba corta in emissioni posteriori a quelle con barba lunga, potrebbe anche dipendere che non tutti i conii fossero stati rapidamente rimossi dopo l’introduzione del nuovo ritratto a barba lunga. Per questo, per collocare temporalmente le emissioni di Macrino, non ci si basa solo sulla lunghezza della barba, ma anche sulla spezzatura della legenda di dritto (più tardiva quella con lo spazio tra SEV e MACRINVS) e sulla titolatura del rovescio (anche se qui ci sono eccezioni sul COS II, piuttosto complesse, in cui mi sono perso e con cui non voglio annoiarvi). Quanto ai rovesci, vi troviamo rappresentate le classiche personificazioni, in particolare Fides, Securitas, Providentia, Salus, Aequitas, Annona che riflettono l’intenzione di placare ogni timore del popolo, ma soprattutto dei militari, in merito alla sua ascesa al trono, con particolare riferimento alla promessa di un periodo di prosperità e benessere, sotto la legittimazione degli dèi (di Giove, in particolare) che prevedono e provvedono allo stato per mezzo dell’imperatore. Ecco alcuni esemplari: Ed ecco un esemplare della mia moneta: Un richiamo diretto agli eventi correnti del suo regno sono le VICTORIA PARTHICA e VICT PART, a ricordare una vittoria che in realtà non avvenne mai in quanto fu più che altro una accordo sfavorevole per i romani con conseguenze inevitabili che contribuirono poi alla caduta dello stesso Macrino, che comunque non assunse il titolo di Parthicus: Qui non vi e’ la legenda, ma si vede l’imperatore in quadriga coronato dalla Vittoria con una chiara allusione agli eventi citati: Un'altra moneta collegata a fatti attuali e’ quella con la Liberalitas, che ha riferimento ai donativi fatti da Macrino il 24 aprile del 218 pochi giorni dopo la proclamazione ad augusto di Elagabalo, nel disperato sforzo di trovare consensi. In quella occasione vi fu anche la nomina ad augusto del figlio Diadumeniano: Chiudo con questo commento sul regno di Macrino che troviamo sul RIC IV: Comunque sia……belle monete! Fonti: - RIC IV - Le monete di Macrino e Diadumeniano (Panomara Numismatico) - Cointalk (con interventi di Curtis Clay e Dough Smith) - Wildwinds (immagini) - OCRE (immagini) Ciao. Stilicho1 punto
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Non vi e' alcun dubbio ,conservare le monete nei vassoi in velluto e' considerato da professionisti il miglior modo possibile ,difficilmente esperti e grandi conoscitori in materia ti proporranno le plastiche,inoltre nei velluto si formeranno delle bellissime patine (soprattutto su argento) che ne aumentera' il loro valore e bellezza! Anch'io preferisco dei buoni vassoi/cofanetto di velluto pregiato! E' chiaro che chi colleziona monete moderne tipo euro in proof ti vengono gia spediti negli appositi cofanetti e capsule dove consiglio di lasciarle sempre nelle capsule e di conservare persino l'apposito cartoncino!1 punto
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Siamo sinceri, ammettiamo una volta per tutte che questa risposta non esiste. La "perfetta collocazione delle monete" è una chimera, un miraggio, una fantasia. Un desiderio che non si avvererà mai, cosa che noi ci ostiniamo a non accettare. La risposta è filosoficamente discutibile, variando in base alle esigenze della singola unità, ma che si deve sottomettere ai compromessi che esige la massa: "La necessità di poche è la disgrazia di molte" oppure sacrifichiamo la singola per il bene comune? Tra trent'anni - se siamo ancora qui - magari ne riparliamo Servus, Njk ================= PS: io sono stato in vacanza in Spagna, ma questa è un'altra "storia"1 punto
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Il bottino di questa spedizione austriaca.1 punto
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