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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/16/23 in tutte le aree
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In questo caso si tratta della muraiola emmessa nel secondo periodo di gestione di Joseffo Teseo (1643 - 1646).. la stella o più propriamente il fiore utililizzato come interpunzione è caratteristico proprio del terzo appalto della zecca di Modena (secondo periodo di gestione di J.Teseo)... Il tuo esemplare in particolare è da indentificare con la variante P3M2 (con scudo piccolo) descritta nello specifico studio sulle emissioni di moneta bassa modenese a nome di Francesco I d'Este di cui allego il collegamento... La prima parte, in cui troverai la descrizione della muraiola in oggetto (P.N. 04/2017) https://www.academia.edu/34619869/Modena_sesini_muraiole_e_giorgini_per_Francesco_I_dEste_proposta_per_una_collocazione_cronologica_delle_varie_tipologie_Prima_Parte La seconda parte... https://www.academia.edu/34883901/Modena_sesini_muraiole_e_giorgini_per_Francesco_I_dEste_proposta_per_una_collocazione_cronologica_delle_varie_tipologie_Seconda_parte Lo studio è stato pubblicato nel 2017 in sette parti da Panorama Numismatico. Per comodità degli internauti è stato accorpato in due parti in pdf sul canale academiaedu... per una migliore lettura e qualità delle immagini si rimanda alla versione cartacea... Mario5 punti
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Buonasera a tutti. Ferdinando IV Piastra .1816. Non avevo mai notato il punto di compasso.4 punti
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Una notte, stanco dopo una lunga giornata trascorsa tra lavoro ed impegni vari, vagolavo su internet guardando le monete in vendita, a ruota libera, senza una meta precisa, saltando un po’ qua ed un po’ là, dove mi portavano i meandri (a volte imprevedibili e casuali) della rete, attendendo invano un sonno che tardava ad arrivare. Ed ecco che mi sono imbattuto in questa moneta: Era in vendita come asse di Settimio Severo, ma osservandola (seppure di notte e con la palpebra un po’ calante) qualcosa non quadrava. La foto (per la verità piuttosto scura) non consentiva una analisi più approfondita. La legenda di dritto era illeggibile, ma l’aspetto dei capelli (di un riccio più uniforme), la barba (con punte verso il basso e più regolare) ed il collo (più allungato) non facevano pensare a Settimio Severo, quanto piuttosto a Macrino. Il rovescio rappresentava chiaramente Giove ed aveva un pezzo di legenda che poteva consentirne la classificazione. Visto il prezzo molto basso (pur consapevole della conservazione certo non delle migliori), la mancanza nella mia piccola collezione di monete di Macrino, la “leggibilità” complessiva della moneta e il valore comunque storico (aspetto per me molto importante), ho deciso di acquistarla. Dopo poco, la moneta è arrivata e ho potuto studiarmela con calma. Queste che seguono sono le foto che ho fatto io. Non sono bravo a fotografare (pochi e scarsi mezzi, poca tecnica, scarsa propensione alla fotografia), ma queste immagini sono più simili a quello che ho trovato in mano. Si trattava proprio di un asse di Macrino, coniato a Roma nel 218 d.C., il RIC IV II 154, del peso di 8,70 g, con diametro massimo 25,16 mm. D/ IMP CAES M OPEL SEV MACRINVS AVG (busto Macrino, laureato, forse drappeggiato corazzato, a destra) R/ PONTIF MAX TR P II COS II PP / S C (Giove nudo, eccetto che per la clamide sul braccio sinistro, stante a sinistra, con un fulmine nella mano destra ed uno scettro nella mano sinistra; S C nei campi) La sensazione che provi quando hai trovato una moneta non riconosciuta è particolare. Ti dà una certa piccola soddisfazione per essere riuscito ad individuarla, a maggior ragione se si tratta di una moneta meno comune e se venduta ad un prezzo, di conseguenza, più basso. Piccole soddisfazioni, ma mi accontento, mi va bene così. Ciò che conta è che mi piaccia. La moneta in mano, in effetti, è gradevole, con una lieve e delicata tonalità rossiccia sul nero di fondo. La conservazione non è delle migliori, lo ammetto; vi’ è in particolare una corrosione sul petto di Giove che ha perso così la sua possente muscolatura; tuttavia, le effigi si apprezzano bene, è centrata, ben attribuibile. L’arrivo a casa di Macrino mi ha spinto a rivedere oltre alla figura storica di questo imperatore (su cui sorvolo qui), anche la sua produzione monetaria di cui, onestamente, non sapevo quasi nulla. Vi riporto quindi ciò che ho appreso leggendo testi ed articoli, con tutti i limiti di un appassionato. Quindi mi concederete errori ed inesattezze che vi pregherei però di correggere (tanto non siamo a scuola) a beneficio di tutti. Qui parlerò della monetazione che potremmo definire “ufficiale” o “imperiale”, ma Macrino coniò anche molte ed interessanti monete provinciali. Anzi, lo studio di tale monetazione è sicuramente interessante soprattutto perché Macrino trascorse il suo breve regno nelle province orientali che fecero a gara per procacciarsi i favori del sovrano (anche con la propaganda monetaria). Macrino coniò monete in tutti i metalli, operando però alcune significative modifiche al sistema impostato dal suo predecessore Caracalla. Con un chiaro intento propagandistico, coniò un aureo di peso superiore a quello di Caracalla, riportandolo a 1/45 di libbra (come ai tempi della riforma di Nerone del 64 d.C.) contro gli 1/50 attuali (ovvero 7,30 grammi contro i 6,50 circa). L’obiettivo era probabilmente quello di incrementare rapidamente la produzione di aurei pesanti e di ritirare quelli più leggeri di Caracalla. Tuttavia, non ne ebbe il tempo materiale e ciò determinò, al contrario, la tesaurizzazione proprio delle sue monete a vantaggio dell’aureo di Caracalla per la nota legge di Gresham. Tutto ciò ebbe delle inevitabili ripercussioni sui rapporti di cambio con le altre monete, in un sistema monetario che non si era ancora assestato dopo le recentissime modifiche. Se Caracalla aveva introdotto una nuova moneta d’argento, ovvero l’antoniniano, destinato nel suo pensiero a sostituire il denario (che sarebbe rimasto come unità di conto e con valore forse uguale alla metà) facendone la vera novità della sua riforma, con Macrino assistiamo ad una netta riduzione della emissione di antoniniani. Macrino, invece, coniò un grande numero di denarii di cui ci restano ancora oggi vari esemplari (anche in buono stato di conservazione) che rappresentano il nucleo più corposo delle sue emissioni. Probabilmente, anche questo rientra nel desiderio di un ritorno al passato. Quanto ai bronzi, essi furono prodotti in quantità limitata. Dopo una vera e propria sovrabbondanza di monete bronzee sotto gli Antonini e un buon numero di esemplari coniati nel primo anno di Settimio Severo la produzione enea diminuì drasticamente fino al regno di Alessandro Severo. Quindi, sotto Macrino, ci sarebbero già state monete bronzee in eccesso in circolazione, cosa che avrebbe di conseguenza ridotto la necessità di coniarne di nuove. Questa e’ una possibile spiegazione (certamente non l’unica) al fatto che i bronzi di Macrino siano meno comuni. Mi farebbe piacere sentire altri pareri ed altre ipotesi. Tutte le monete di Macrino portano la stessa legenda di dritto, ovvero IMP C (CAES sui bronzi) M OPEL SEV MACRINVS AVG. Molto importante e’ il termine SEV, Severus, nome adottivo con il quale cercò di legarsi alla dinastia dei Severi. Sebbene Macrino non risiedette mai a Roma, tutte le sue monete furono lì coniate. Non vi sono evidenze che supportino una zecca secondaria ad est, tipo Antiochia (come sosteneva Mattingly). Di Macrino esistono fondamentalmente due ritratti, uno più “giovanile”, coi capelli e la barba corta ed uno più “senile” (se così si può dire, visto il brevissimo periodo di regno di poco superiore all’anno solare) con il volto più segnato e capelli e barba più lunghi che compare, secondi Curtis Clay, sulle monete coniate dopo il settembre del 217 (e quindi più tardivo). Eccoli: L’imperatore (come tale) non era mai stato a Roma (anche se vie era stato quando era sconosciuto ai più) e immaginiamo che all’inizio ci fossero molte incertezze sul suo reale aspetto; pertanto, sulle monete, il ritratto sarà stato dapprima più generico (per così dire) e con lineamenti più standardizzati (tra l’altro, simile anche a quello di Caracalla, cosa secondo me non casuale). E’ probabile che poi le monete successive abbiamo un ritratto più verosimile, magari anche grazie a immagini (con simulacri?) o a descrizioni che potevano essere giunte a Roma. Pare davvero strano un invecchiamento in un periodo così limitato di tempo quale fu la durata del suo regno. Dicevamo di simulacri. Possiamo fare ipotesi, Si poteva trattare di piccole statue di terracotta o in legno con l’effigie di Macrino? Oppure si trattava di vere e proprie immagini, tipo dipinti? Interessante quanto il RIC IV volume II dice a proposito di Massimino il Trace: “After ravaging wide tracts of German territory, Maximinus retired to Sirmio ith the approach of winter. A.D. 235-236 while dispatches were sent to Rome, and pictures there ordered to be display, celebrating victories which. If not as great as he claime, may yet have been considerable”. Siamo pochi anni dopo rispetto a Macrino e Massimino condivide un po’ con lui la stessa storia in merito alla sua effigie. Qui si parla, per l’appunto, di “pictures”….immagini, in qualunque forma fossero. Il quadro e’ però un po’ più complesso di quanto già sembri, in quanto esistono ritratti di Macrino con “medium beard”, coniati pre brevissimo tempo nell’agosto del 217. Il fatto poi che si trovino ritratti con barba corta in emissioni posteriori a quelle con barba lunga, potrebbe anche dipendere che non tutti i conii fossero stati rapidamente rimossi dopo l’introduzione del nuovo ritratto a barba lunga. Per questo, per collocare temporalmente le emissioni di Macrino, non ci si basa solo sulla lunghezza della barba, ma anche sulla spezzatura della legenda di dritto (più tardiva quella con lo spazio tra SEV e MACRINVS) e sulla titolatura del rovescio (anche se qui ci sono eccezioni sul COS II, piuttosto complesse, in cui mi sono perso e con cui non voglio annoiarvi). Quanto ai rovesci, vi troviamo rappresentate le classiche personificazioni, in particolare Fides, Securitas, Providentia, Salus, Aequitas, Annona che riflettono l’intenzione di placare ogni timore del popolo, ma soprattutto dei militari, in merito alla sua ascesa al trono, con particolare riferimento alla promessa di un periodo di prosperità e benessere, sotto la legittimazione degli dèi (di Giove, in particolare) che prevedono e provvedono allo stato per mezzo dell’imperatore. Ecco alcuni esemplari: Ed ecco un esemplare della mia moneta: Un richiamo diretto agli eventi correnti del suo regno sono le VICTORIA PARTHICA e VICT PART, a ricordare una vittoria che in realtà non avvenne mai in quanto fu più che altro una accordo sfavorevole per i romani con conseguenze inevitabili che contribuirono poi alla caduta dello stesso Macrino, che comunque non assunse il titolo di Parthicus: Qui non vi e’ la legenda, ma si vede l’imperatore in quadriga coronato dalla Vittoria con una chiara allusione agli eventi citati: Un'altra moneta collegata a fatti attuali e’ quella con la Liberalitas, che ha riferimento ai donativi fatti da Macrino il 24 aprile del 218 pochi giorni dopo la proclamazione ad augusto di Elagabalo, nel disperato sforzo di trovare consensi. In quella occasione vi fu anche la nomina ad augusto del figlio Diadumeniano: Chiudo con questo commento sul regno di Macrino che troviamo sul RIC IV: Comunque sia……belle monete! Fonti: - RIC IV - Le monete di Macrino e Diadumeniano (Panomara Numismatico) - Cointalk (con interventi di Curtis Clay e Dough Smith) - Wildwinds (immagini) - OCRE (immagini) Ciao. Stilicho3 punti
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Credo di aver visto da qualche parte anche questa effige attribuita ai Vandali.... Ma naturalmente non ho le competenze di quel signore...3 punti
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Che ti devo dire ? "Frequenti" tanta gente strana... Non so quanti anni hai, ma ti dico di cuore: "Figlio mio lascia perdere quelle persone, sono strane e possono darti solo problemi!" C'è libertà di parola, quindi possono dire tutte le cavolate che vogliono... sta a noi allontanarci ed ignorarli (aimé il rogo non è più un opzione praticabile...).2 punti
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La scelta è sempre soggettiva sull'esemplare da mettere in collezione. Provo a esprimere comunque il mio punto di vista, se può essere di ispirazione per le tue scelte: - Compra un esemplare che abbia delle caratteristiche per cui il suo valore si manterrà nel tempo: è vero che dobbiamo comprare quello che ci piace, ma non ti consiglio di adottare questo come unico principio guida. La mia esperienza mi dice ce ciò che mi piaceva 5 anni fa non mi piace più ora e nel tempo i miei gusti e i miei criteri di valutazione si sono allineati con quelli del mercato; - Non avere fretta, non precluderti occasioni e opportunità future di comprare esemplari di qualità migliore o a prezzi più convenienti. Il futuro potrebbe anche riservarti maggiorii disponibilità. - Evita esemplari maneggiati o troppo consunti, entrambi nascono insidie, e rischiano di essere poco rivendibili in futuro (il mercato sembra apprezzare sempre di più la genuinità e squalificare il tooling). Esemplari troppo consunti perdono quasi completamente anche le caratteristiche per stabilirne l'originalità - Prediligi esemplari con un qualche pedigree o provenienza - Se possibile esamina dal vivo quello che compri, non ti fidare troppo di case d'asta e commercianti2 punti
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Bagattino del terzo periodo (1536 - 1540), come da te correttamente anticipato. La conservazione non è eccelsa, tanto che la scritta in greco è solo parzialmente leggibile e del ritratto si intuisce bene il profilo con barba lunga, folta e a punta, ma non se ne sono conservati i dettagli (riccioli di barba e capelli). Fortunatamente la legenda del dritto è quasi completamente leggibile e quindi ne è possibile una classificazione abbastanza precisa... ovvero: FE.II.DVX.MAN.ET.MR.MONT(.F), dove la ET e le lettere MA di MAR sono in nesso e di fatto leggibili come E MR. La cosa singolare è che tutti gli esemplari con estensione MONT F che ho potuto analizzare vedono la F solo accennata, presente come traccia esattamente sotto al busto ma poco leggibile... nella moneta in oggetto in più, in corrispondenza della F, si aggiunge una leggera concavità probabilmente dovuta a un colpo subito. Trovi questo esemplare descritto al n°64 dello studio in collegamento... studio in cui la moneta è ancora descritta come quattrino... la vecchia e non corretta classificazione utilizzata nella bibliografia classica e in quasi tutti i cataloghi di vendite all'incanto. https://www.academia.edu/17173997/Mantova_Il_quattrino_di_Federico_II_Gonzaga_con_limpresa_dellOlimpo_studio_e_aggiornamento_sulle_varianti_conosciute Mario1 punto
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Buonasera, Ho voluto essere ottimista. In modo tale che fossero altri a "dare la mazzata" 😄1 punto
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Buonasera, se vuoi toglierti ogni deubbio, falla periziare. Non vedo alternative.1 punto
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Scherziamo? Il suono può rivelare solo se all'incirca è composta di un tipo di metallo o di un altro ma se è un falso o meno solo l'esperienza e la bravura di un essere umano al momento può dirlo. Può aiutare quello si. Forse un giorno ci sarà un APP o un Programma che riconoscerà le monete buone da quelle false.........1 punto
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Rimanendo nella "tematica", trovo molto bella anche questa... Sale: Triton X, Lot: 561. Estimate $750. Closing Date: Monday, 8 January 2007. Sold For $675. This amount does not include the buyer’s fee. Augustus. 27 BC-AD 14. AR Tetradrachm (14.83 g, 12h). Antioch mint. Dated Actian Era 29 (2 BC). KAISAPOS SEBASTOV, laureate head right / ETOVC QK NIKHS, Tyche seated right, holding palm branch; below, river-god Orontes swimming to right; in right field, UPATOS monogram and IG above AVT monogram. RPC I 4155; Prieur 54; SNG München 6 var. (Actian date); SNG Copenhagen -. Near EF, beautiful old cabinet tone. Great metal for issue. Ex Sternberg XXXV (29 October 2000), lot 436; Sternberg XIII (17 November 1993), lot 566.1 punto
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Ce l’ha, ce l’ha….allo stesso modo in cui trovi falsi degli anni 60/70 nei Monetieri che in teoria sarebbero li dal 1900…1 punto
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Consentitemi di esprimere la mia opinione da fisico. Ritengo che oggi l'aggettivo scientifico sia spesso abusato e che talvolta sia utilizzato in modo improprio. Ad esempio, sento parlare di "Scienze Umane" termine che - lo confesso - mi ha sempre lasciato molto perplesso. Paradossalmente siamo passati dalla vecchia idea della Scuola crociana che tendeva a classificare le Scienze Matematiche e della Natura come un cultura di rango inferiore, ad una situazione nella quale ormai tutto è diventato "Scienza". Il metodo scientifico è quello impostato da Galileo e da altri giganti della Fisica e si compone di diversi elementi così come è stato evidenziato dalle profonde discussione portate avanti dai filosofi della scienza. Qui vorrei limitarmi ad analizzare solo un aspetto del metodo scientifico, quello che possiamo riassumere con il motto galileiano "provare e riprovare". Ricordo - per i non addetti ai lavori - che Galileo non intendeva suggerire di "provare più volte". Il concetto è quello di "provare il vero e riprovare (nel senso di individuare come "riprovevole") il falso". Ciò deve essere fatto in modo riproducibile, in modo che chiunque possa verificare la consistenza dei risultati. Si potrebbe aprire un lungo dibattito sul concetto di vero e falso, ma la discussione ci porterebbe troppo lontano. Più semplicemente gli scienziati si accontentato di distinguere le idee che sono compatibili con l'evidenza sperimentale (e sono accettate dalla comunità scientifica) rispetto alle idee che sono in contrasto (e che pertanto vengono rigettate dalla comunità scientifica). Chiunque può proporre idee nuove e mettere in discussione le idee che sono al momento accettate dalla comunità scientifica, ma per farlo deve portare adeguate prove sperimentali, che saranno verificate dagli altri scienziati. L'esigenza di distinguere il vero dal falso (nel senso specificato precedentemente) non è una esclusiva delle cosiddette "scienze dure", ma è comune a molte altre discipline (notate che le ho chiamate "discipline", termine che preferisco a "scienze" usato in modo esteso). Purtroppo in molti casi manca a priori la possibilità di eseguire tutte le verifiche necessarie (a cominciare da quella della riproducibilità dei risultati) che sono alla base del metodo galileiano. Un conto è ripetere un esperimento di fisica nelle condizioni controllate di un laboratorio ed un conto è richiedere la riproducibilità di uno studio archeologico. Ovviamente ogni indagine archeologica è per sua natura irripetibile: se tutto va bene, ci possono essere della analogie con studi precedenti e riscontri con i testi storici che possono aiutarci a comprendere meglio l'oggetto dei nostri studi, ma ogni storia è una storia a sé. L'analisi archeologica è una sofisticata combinazione di evidenze sperimentali (basate anche sulle moderne tecnologie fisiche, chimiche ed informatiche), informazioni storico-geografiche e sviluppo di ipotesi originali. Cercare di ridurla ad un esperimento di fisica è un'idea - a mio avviso - molto riduttiva che non fa bene né all'Archeologia, né alla Fisica. Archeologia e Fisica sono semplicemente due discipline diverse.1 punto
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Non ti do colpa di nulla. Solo che la risposta (aka chiarimento) è complessa e lunga da dare. e richiede che tra emittente e ricevente perché il messaggio sia colto, ci sia non solo un canale comunicativo adatto (non certamente una chat su un social) ed un codice comune, ma soprattutto un contesto comune, che è quello che manca maggiormente, per appianare il quale sono necessarie spiegazioni. Oppure trovarsi davanti a tante birre. Prova a leggere qualcosa di quello che ti ho scritto sopra. Alcune cose sono difficili ma il manuale di Carandini a me l'ha regalato la mia mamma a 13 anni quindi se ce l'ho fatta a leggerlo io da ragazzino possono farlo davvero tutti.1 punto
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Ho visitato Elea per la prima volta nella Primavera del 1973 e vi sono poi tornato, negli anni, diverse volte . E, dopo non pochi lustri di assenza, sono ritornato ieri . Non una visita storico-archeologica, non sono salito all' acropoli con la sua mostra in corso, non ho raggiunto la spettacolare 'porta rosa' : solo uno sguardo al quartiere meridionale e poche decine di passi sulla particolare, rara strada greca, il breve saluto di un vecchio amico ad una amica antica .1 punto
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Perdonami ma le ritengo le solite discussioni di non addetti ai lavori che non conoscendo neppure le basi di cosa si sta parlando occupano il tempo in amene disquisizioni di filosofia della scienza. Lo dimostra il fatto che si confonda l’archeologia con lo scavo archeologico che è solo uno dei metodi di acquisizione dei dati. pertanto buon divertimento. lascio solo una suggestione: un’autopsia, che non è ripetibile, cos’è?1 punto
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infatti alla fig.58 è riscontrabile l'unico rovescio corrispondente. Grazie ancora. Veramente interessante ed importantissimo il tuo lavoro di ricerca. Complimenti @mariov601 punto
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@Gordonacci Nell'esemplare da te presentato ad esempio mi pare di poter affermare che troviamo l'accoppiamento del dritto della variante P3M2 e del verso della variante P3M6...1 punto
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Non c’è nulla da restaurare, è una copia fusa e anche fatta male, se gli togli anche quel pó di patina posticcia che le hanno messo, diventa illeggibile. Vai a visitare qualche scavo in magna Grecia che ne trovi fatte meglio a un paio di euro l’una…1 punto
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@mariov60 grazie mille intanto per la tua disamina. La produzione del periodo è veramente sterminata e molto affascinante. A questo punto si può affermare che esistano varianti di varianti, come nel caso del mio esemplare (appartiene alla versione variata P3M2 ma a sua volta ne è una variante vista la legenda con differenze)? saluti Gordon1 punto
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Salve, forse avrei detto ''inerente qualcosa'' pensando che quel participio presente reggesse un complemento oggetto. Invece cercando sul vocabolario italiano risulta che il verbo inerire è intransitivo. E' utile risalire all'etimologia di ''inerire'' : in + haerere. Haerere = stare attaccato, essere fisso, aderire a o in; il verbo è seguito da in +ablativo oppure dal solo ablativo oppure è seguito da ad+accusativo. Sebbene molti verbi cambino reggenza dal passaggio dal latino/greco all'italiano, in questo caso il verbo si è mantenuto intransitivo, esprimendo prima di tutto un senso di posizione. Quindi la forma corretta sarà ''inerente a qualcosa''. L'errore di usare l'altra forma deriva (nel mio caso) dal non conoscere il significato del verbo inerire. Inerire: essere unito a qualcosa: i doveri che ineriscono al nostro ufficio; aderire, acconsentire :inerire ai desideri, al volere di qualcuno.1 punto
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Si, sono d'accordo, aggiungerei anche che in questo caso l'inchiostro del timbro non traspare al retro, come invece avviene di solito sui biglietti originali.. Per esempio, questa è la mia "1000" lire:1 punto
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Non so con certezza in questo caso, ma di solito si riferisce al magistrato. Come questi esempi. Gruppo Numismatico Classico > Asta 53 Data asta: 15 marzo 2000 Numero di lotto: 53 ΟΛΥΜΠΙΣ TARAS NOMOS Nomos AG > Asta 28 Data dell'asta: 22 maggio 2023 Tetradramma Lega Calcidica Numero di lotto: 1151 ΟΛΥΜΠΙΧΟΥ Nomos AG > obolos 16 Data dell'asta: 11 ottobre 2020 Numero di lotto: 553 ΟΛΥΜΠΙΣ TARAS DRACHM1 punto
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So cosa significa inserire un Vitellio in collezione e riempire quel vuoto,quel periodo di storia ma mi associo ai pareri degli amici del forum,nn lo acquisterei ,so benissimo che per budget oltre le 1000 euro è difficile,impossibile per me anche se questo puo consolarti! Ti auguro beccarlo in migliori condizioni che rientri nei nostri limiti,ciao ModuloLargo1 punto
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Scambio di lettere tra Alessandro Magno e il re Poro Quando Alessandro arrivò con tutte le sue forze al confine con l'India, gli si fecero incontro i messaggeri inviati da Poro, re dell'India, e gli consegnarono la lettera del loro sovrano. La lettera era estremamente offensiva nei confronti del Macedone e della Grecia ed estremamente elogiativa del mittente che si atteggiava a invincibile re degli uomini e persino degli dei. Alessandro, dopo aver letto in pubblico la lettera di Poro davanti ai suoi soldati, disse loro: "Compagni d'arme, non turbatevi per la lettera di Poro e ricordate ciò che scrisse Dario: è un fatto che l'unico stato d'animo dei barbari è l'ottusità. Come gli animali sotto di loro - tigri, leoni, elefanti, che si esaltano per il loro coraggio ma sono facilmente cacciabili grazie alla natura dell'uomo - anche i re dei barbari si esaltano per il numero dei loro eserciti ma sono facilmente sconfitti dall'intelligenza dei Greci". Dopo aver fatto questa dichiarazione per incoraggiare il suo esercito, Alessandro scrisse: "Re Alessandro, al re Poro, saluti: Ci hai reso ancora più desiderosi di essere spronati a combattere contro di te dicendo che la Grecia non ha nulla che valga la considerazione di un re, mentre voi Indiani avete tutto: terre e città. E io so che ogni uomo desidera cogliere ciò che è migliore piuttosto che tenere ciò che è peggiore. Poiché, dunque, NOI Greci non abbiamo queste cose e voi barbari le possedete, desideriamo ciò che è migliore e vogliamo prenderlo da voi. Mi scrivi che sei il re degli dei e di tutti gli uomini, fino ad avere più potere del dio. Ma io sto combattendo una guerra con un uomo chiacchierone e un barbaro assoluto, non con un dio. Il mondo intero non potrebbe resistere a un dio in armatura completa: il rombo del tuono, il lampo del fulmine o la rabbia della saetta. Perciò le nazioni che ho sconfitto in guerra non ti stupiscono e nemmeno le tue parole di vanto mi rendono un vigliacco. Da http://history-of-macedonia.com/2007/03/11/exchange-of-letters-between-alexander-the-great-and-porus/comment-page-1/ apollonia1 punto
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Credo sia questo. Buon Ferragosto. Dalla celebre collezione Prospero , l'estremamente raro decadramma che illustra i primi " contatti " tra Alessandro III ed i regni della regione indiana . apollonia1 punto
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Per quanto riguarda i tesoretti di monete penso anch'io che costituiscano un insieme indivisibile e da considerarsi come un "oggetto" unico. Per quanto riguarda tute le altre monete io sono dell'opinione che i musei farebbero bene a vendere i doppioni, per far cassa e per accontentare i collezionisti. A che scopo tenere un il doppione di una moneta già ben documentato e classificato e che rimarrebbe per sempre in un cassetto (se non vien rubato)? Ancor di più son convinto che i musei dovrenbbero vendere gli oggetti seriali che ingombrano i magazzini. Questo sarebbe un importante contrasto ai tombaroli e ai trafficanti di antichità. Inoltre la vedrei la cosa come un incentivo alla cultura. A basso prezzo chiunque si potrebbe permettere di tenere a casa un'anfora, un vaso romano, una lucerna, ... Sarebbe bello che in un paese o cittadina di origine romana i musei distribuissero qualche oggetto in negozi, bar, uffici, alla vista del pubblico; che mettessero frammenti lapidei senza vera importanza nei giardini pubblici o murati in edifici privati. Qualcosa andrebbe certo rubato o distrutto, ma il resto avrebbe funzione culturale. Sarebbe bello se nelle scuole ci fosse una vetrinetta con ritrovamenti fatti nella zona, monete ed oggetti di nessuna importanza museale, ma che potrebbero essereculturalmente appaganti per chi li guarda e di stimolo alla conoscenza per qualcuno. Qualcuno ha parlato di lezioni di numismaatica nelle classi. Ne ho tenuta anch'io una. Avevo preparato, ricordo, 22 monete medievali, mda mostrare e poi distribuire in regalo, ma da amici sono stato caldamente sconsigliato dal farlo, anche se erano tutte documentate per lecita provenienza. Meglio non rischiare. Ma quanto sarebbe bello se un collezionista o un dipendente di un museo al termine di una lezione, potesse liberamente regalare delle monete ai bambini, ... la maggior parte andrebbero perdute, ma quacuna forse diventerebbe un seme che trova terreno fertile nel cuore e nella mente di un bambino. Sarebbe bello.1 punto
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Perché il peso non è più quello del quadrans librale, ma corrisponde all’ultima serie fusa trientale-quadrantale di Tuder. (p.126 dell’articolo allegato da @Vel Saties ) Tutti i quadrantes di Tuder trovati su acsearch appartengono a questa serie più comune di peso ridotto, tra 13g e 22g. https://www.acsearch.info/search.html?id=3773163 Un thread non recente ma molto interessante e ben illustrato su questa monetazione originale che non conoscevo (grazie a tutti!)1 punto
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Ciao a tutti, segnalo che nella prossima edizione del catalogo Gigante 2024 è stato inserito un nuovo paragrafo relativo ai "Buoni del CLL" dove l'autore, grazie allo studio già raccontato nei post precedenti, ha catalogato sia per tipologia che per Decreto tutte le emissioni del Comitato di Liberazione Ligure, quantificando i valori di mercato anche in relazione alla loro estrema rarità. Saluti.1 punto
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Buongiorno, ti converrebbe prima fare un elenco. Come già fatto cenno in precedenza. Specificando il tipo di moneta, il valore nominale e l'anno di coniazione. Poi, se dovessero essere presenti monete interessanti, allora saranno necessarie delle foto fronte/retro.1 punto
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Ben volentieri! Ecco una panoramica di come risulta la collezione del Regno di Bulgaria (ci sta tutta in 2 vassoi) e il dettaglio di uno scudone1 punto
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Non stavo parlando da commerciante ma da appassionato che avrebbe estremo piacere nel potersi rifornire di oggetti archeologici su cui nessuno mi potrà mai creare problemi o sollevare obiezioni sulla liceità del possesso e garantiti nella loro autenticità e provenienza …. Pensa a quanto bene farebbe al collezionismo Altrimenti si cade di nuovo nella forzatura di voler considerare le monete, intrinsecamente nate e realizzate come oggetti squisitamente seriali, come oggetti “ unici” per via delle differenze casuali di esecuzione… cosa estremamente stupida in quanto si eleva a valore scientifico il risultato puramente casuale della applicazione di una forza fisica. E questo vale anche per la toreutica e la bronzistica, che nel 90% dei casi era realizzata a stampo per esemplari multipli, ne più ne meno che per ke produzioni moderne. I capolavori i gli esemplari unici , degni di tutela individuale, saranno “ forse” il 10% del totale degli oggetti giunti a noi. A parte il plusvalore dato dal tempo e dall’impegno per raccoglierle…. Non ha alcuna valenza scientifica .., al massimo è uno spaccato dei gusti e abitudini di quell’epoca1 punto
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Fritz Rudolf Künker GmbH & Co. KG > Auction 389 eLive Auction date: 23 June 2023 Lot number: 2025 Price realized: 525 EUR (Approx. 575 USD) Note: Prices do not include buyer's fees. Lot description: ROMAN COINS MÜNZEN DER RÖMISCHEN KAISERZEIT Traianus, 98-117. Æ-Drachme, Jahr 12 (= 108/109), Alexandria (Aegyptus); 20,49 g. Drapierte Büste r. mit Lorbeerkranz//Triptolemos in Schlangenbiga r. Dattari 1041 var.; Geissen 512 f.; Kampmann/Ganschow 27.198; RPC 4336.2. Sehr schön Exemplar der Auktion Kreß 163, München 1975, Nr. 826. Estimate: 150 EUR ILLUSTRAZIONE: TRITTOLEMO RAFFIGURATO SU UN SARCOFAGO ROMANO DELL II SECOLO D.C., LOUVRE Trittolemo, eroe greco legato al mito eleusino di Demetra. Dapprima considerato semplicemente re di Eleusi, fu poi detto figlio di Celeo e di Metanira e fratello di Demofonte. Per l’ospitalità ricevuta a Eleusi Demetra gli diede un carro tirato da draghi alati, con cui doveva percorrere il mondo seminando il grano.1 punto
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Pur rispettando il tuo punto di vista, mi rimane veramente ostico tenere in mano una moneta racchiusa in un contenitore sigillato di plastica. Allora per rimanere sul tuo esempio del supermercato, ho immaginato di visitare tra 100 anni Medagliere di Firenze o quello di Palazzo Massimo a Roma e vedere tanti tesori racchiusi in una scatola di plastica... Che tristezza!!! Comunque mando un saluto a tutti voi. Con stima Fabio1 punto
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Cari forumisti condivido volentieri 🫢🤣 il lotto 249 dell’ultima asta Varesi 81, ultimo entrato in collezione. Tallero da 80 soldi del Leone di Carlo I Cybo Malaspina signore di Massa di Lunigiana (1623-1662), MIR 319, 39 mm, 25,62 grammi, in buon BB. Sapete quanto rifugga dalle modeste conservazioni, ma qui si tratta di una moneta di straordinaria rarità presa poco sopra ad una base letteralmente ridicola. In un piccolo studio di qualche anno fa apparso su Cronaca Numismatica (“I talleri del leone di Carlo I Cybo Malaspina”, In Cronaca Numismatica n. 216), sono illustrati in tutto sette esemplari di tallero del leone di Carlo I Cybo Malaspina per la zecca di Massa di Lunigiana. Di questi esemplari: sei sono del tipo con valore espresso in numeri romani ed uno, l’unico conosciuto, con valore espresso i numeri arabi. Questo esemplare esitato dal buon Alberto, che sono riuscito non so ancora come a prendere, presenta il valore in numeri arabi! 😳 L’ho raffrontato subito con l’esemplare apparso su Cronaca Numismatica ed è assolutamente diverso (quello è anche leggermente meglio conservato). Ne ho dedotto quindi che si tratti del secondo esemplare conosciuto col valore 80 anziché LXXX. Ho avuto l’occasione nei giorni scorsi di incontrare quasi casualmente un profondo conoscitore milanese della monetazione, tra le altre, anche di questa piccola zecca, che io definisco tra quelle da amatori e gliel’ho portata. Mi ha sgranato letteralmente gli occhi, chiedendomi dove diavolo l’avessi trovata…confermando le mie deduzioni, è proprio il secondo esemplare noto. A volte l’emozione di avere in raccolta un R5, assoluto, mancante anche nella Collezione Reale, supera quella di un bel FDC. E detto da me è tutto dire ✌️😁 Buona serata1 punto
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Bronzo di Caracalla che raffigura sul rovescio l’imperatore a cavallo, con la mano sinistra alzata, e a sinistra la statua di Apollo Sminteo con arco e patera (Numismatik Naumann 48). TROAS. Alexandria. Caracalla (198-217). Ae As. Obv: M AVREL ANTONIN. Laureate head right. Rev: COL ALEXAN / D AVG. Caracalla on horse rearing left, raising hand; to left, statue of Apollo Smintheus, with bow and patera. Bellinger A295. Condition: Good very fine. Weight: 7.08 g. Diameter: 23 mm. La zecca è di Alessandria Troade, una delle città fondate da Alessandro Magno in Asia la cui precisa localizzazione nell'attuale Turchia non è nota. Base d’asta: 40 EUR. Valutazione: 50 EUR. Risultato: 120 EUR. apollonia1 punto
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SMINTEO (Gr.) - Letteralmente significa "topo", ed era un epiteto di Apollo che nella Troade e nelle isole era onorato come sterminatore di topi. Poiché in India esistono usanze del genere sarebbe interessante sapere se i Greci l'hanno importato dall'India e in che modo. Per comprendere l’epiteto di Apollo bisogna fare riferimento all’Iliade, più precisamente a quando, dopo che Troia è stata insediata dagli achei, Agamennone rifiuta di concedere Criseide a suo padre, sacerdote di Apollo, e lo scaccia dall’insediamento greco. L’uomo chiama Apollo in giudizio: “Odi, o Sminteo, la mia voce. Se mai un tempio gradito ti ho eretto, se mai pingui cosce di capre e di tori ho bruciato per te sull’altare, compimi questo voto: paghino i danai il pianto mio con i tuoi dardi.” La leggenda narra che queste parole furono fatali: Apollo prese di mira l’insediamento greco e questo venne piegato dalla pestilenza. Alla fine gli achei dovettero fare resa e consegnare la ragazza. L’interpretazione omerica attribuisce quindi ai topi il ruolo di portatori della peste. Inoltre Apollo veniva considerato non solo come il mandante dei topi, ma anche colui che li scacciava. Si riscontra quindi una dualità in Apollo come dio della salute e della morte, capace di dare o togliere la vita. Apollo rivestì poi ruoli analoghi che gli fecero guadagnare altri epiteti quali uccisore di lupi o sterminatore di cavallette. Ruolo importante aveva anche per quanto riguardava la preservazione dei cereali e degli ortaggi dai… topi, appunto. Nella mitologia greca Sminteo è anche il nome dell’eroe ai comandi di Echela, il figlio di Pentilo, che prese parte alla colonizzazione di Lesbo. Quando, nel viaggio verso Lesbo, il gruppo dei colonizzatori giunse davanti a uno scoglio noto con il nome di Mesogeo, si dovettero appagare le richieste avanzate tempo addietro dall'oracolo di sacrificare un toro e una donna, l’animale per soddisfare il dio dei mari Poseidone e la ragazza per placare le possibili ire delle Nereidi. Scelsero a caso la fanciulla da sacrificare e il destino volle che fosse la figlia di Sminteo. Enalo, un ragazzo innamorato della ragazza, si la seguì nel sacrificio con lei, e forse si salvarono entrambi. apollonia1 punto
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Ciao, Anche io ce l'ho. Ma tornerò a casa solo nel fine settimana. Fammi sapere se non trovi niente entro venerdì Ciao1 punto
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Beh, consolati con questo pezzo in oro con elefante sul rovescio, che fa parte del più grande deposito di monete d’oro, argento e bronzo scoperto nel 1992 a Mir Zakah, città dell’Afghanistan a 53 km da Gardez. Al diritto è raffigurato Alessandro con il corno di Ammone (che indica il suo stato divino) e lo scalpo d’elefante e l’egis che simboleggiano l’intervento divino nella sua vittoria sul fiume Idaspe. apollonia1 punto
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