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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/13/23 in tutte le aree
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Ciao a tutti ed un ciao anche a @Gallienus che come me ha riportato dalle vacanze dei bei ricordini, solo che lui è andato ad est ed io ad ovest, in Spagna, più esatttamente in Andalusia. Atterrato a Malaga, sono stato ad El Chorro, Siviglia, Granada e Nerja, chiudendo poi il giro. Tra le tante cose che ho visto c'è stata l'Alahmbra una fortezza medievale araba, dove di sicuro circolavano piccoli Dirham d'argento (15mm, XII secolo): Nella cattedrale di Granada - sotto alla fortezza - l'elemosina la facevano molti anni dopo invece con i Maravedis mentri i più ricchi pagavano degli argenti per vedere la corrida nell'arena di Ronda: Col passare del tempo, i più temerari spendevano bei soldi per andare a fare una passeggiata mozzafiato al Caminito del Rey prima dell'arrivo degli anni bui, i cui spettri furono tristemente ricordati fino agli anni '70 sotto forma di monete. (che qui abbiano graffiato il lato sbagliato? Mah...) per fortuna l'incubo è finito, adesso tutti - anche quelli che l'hanno vissuto - possono ballare in piazza Dopo che la monarchia fu riaffermata tornò un re sulle monete: e quando si deve fare festa la vogliamo anche celebrare: La svalutazione ha fatto poi anche qui dei danni: queste monetine di alluminio, magari neanche al bazar le accettavano! per fortuna è arrivato l'euro, anche se molti - purtroppo - sono ancora scettici, è un ottimo amalgamante che mi è stato dato di resto quando ho comprato un bel cartoccio di churros al cioccolato basta non pensare alle calorie. Io ho fatto un giro di dieci giorni, con le monete di sopra abbiamo fatto un viaggio di quasi un millenio! Alla prossima! Servus, Njk ========== PS: mai se lo chiedesse qualcuno: foto e testi ©NJK23 / tutto fatto in casa9 punti
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Gent.mi @favaldar @ferdinandoII giustamente avete avanzato le due ipotesi più plausibili, anche se queste non mi convincono del tutto ed inoltre, purtroppo, non ho una terza ipotesi da sottoporre. a) motivo " truffaldino" per confondere la Cingranella dorata con il 3 Ducati: oltre che per il peso 7,57 g contro 1,15 g, anche il diametro è diverso ( 21 mm per il 3 Ducati e 16,5 mm per la Cingranella ) differenze che si sarebbero notate immediatamente. Difficile che in una transazione di alto livello, con in gioco una somma ingente, esse non venissero controllate attentamente. b) ostentazione: è probabilmente l'ipotesi più attendibile. Forse incastonate in un anello o appese ad una collana. A questo punto però dovrebbero presentare i segni delle graffette per la montatura o addirittura dell'appiccagnolo con una leggera usura e scomparsa della doratura sui rilievi. Dalle monete postate invece la doratura sembra perfetta e non appaiono segni di montatura. Come si spiega? Saluti Beppe3 punti
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La prima ipotesi resta a mio avviso praticamente impossibile,sono due monete diverse in tutto,peso,diametro e impronte, sono convinto che durante una transazione avvenuta con monete d'oro le stesse venivano controllate una per una, inoltre non vi siete mai chiesti perché non esistono falsi d'epoca di monete in oro del regno delle due Sicilie?... Quindi la seconda ipotesi mi sembra più realistica,far dorare una moneta per poi indossarla come gioiello è una pratica estesa anche ad altre zecche e non solo a quella di Napoli,basti pensare alle monete pontifice... Un'altra ipotesi rimane la prova di galvanizzazione effettuata su alcune monetine di basso valore ed interesse,come ad esempio quelle in rame,ma anche qualcuna in argento...3 punti
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Mi permetto di postare questa mia orribile Piastra 1853 che oltre a presentare notevoli segni di usura ha anche hairlines da maldestro tentativo di rimuovere la doratura ( penso ).2 punti
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Le motivazioni plausibili sono 2. Oltre alla truffa per spacciarla per i 3 ducati, con relative problematiche inerenti al peso, un'altra motivazione plausibile era il tentativo di "ostentazione" ossia far "dorare" le monete di bassa lega (Cingranella e mezzi tornesi ad esempio) per poi incastonarle in gioielli/bigiotteria, visto che da lontano era più improbabile scoprire la 'magana'. Dovrebbe esserci qualche testo che riporta il tutto. Ma al momento mi sfugge...2 punti
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Purtroppo nelle istituzioni museali permane spesso (non sempre e con lodevoli eccezioni) un atteggiamento autoreferenziale e negativistico sulla numismatica: si giustificano le omissioni, qualunque esse siano (furti, scomparse, mancate esposizioni, chiusure, rifiuti a far visionare il materiale, ...) ed i magazzini traboccano. Nel contempo lo stato è feroce e vessatorio nei confronti dei privati e del possesso di materiale numismatico. E' un atteggiamento ideologico che parte da lontano e si nutre di ipotesi e teoremi mai dimostrati che fanno comodo ad un populismo e opportunismo politiko e burokratico di cui l'Italia è maestra. Ma capisco che stiamo andando OT.2 punti
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Il totale è più della somma delle parti. E come tale secondo me va, a volte, valorizzato. E se valorizzato come tale, non va fatto solo nell'ottica di studiosi e specialisti, ma anche nell'ottica di semplici fruitori o di bambini che, come scrive @Tinia Numismatica, facciano proprio: "Ooohhh...". Si può discutere della convenienza a smembrare e/o alienare certe cose, ma un museo non può non misurarsi con un certo grado di spettacolarizzazione. Mi sembra sia questione di scelte, convenienza, opportunità, non questione dicotomica tra sì e no. Mi fa specie comunque vedere come la miccia della diatriba tra archeologi, museografi, commercianti e collezionisti ci metta meno di un secondo ad accendersi. Ma possibile che non ci si trovi? E comunque non possiamo pensare che se quelle monete fossero state alienate, ora sarebbero ancora integre. È affermazione incontrovertibile, ma alienate non vuol dire fruibili per la collettività, per le scuole.2 punti
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Mi era stato "suggerito" un motivo truffaldino, nel gruppo di un pagamento potevano passare per i 3 Ducati il peso è calante ma il diametro è identico............2 punti
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Un buon Ferragosto a tutta la Sezione ! In attesa di nuovi arrivi, ri condivido il mio 10 Tornesi 1859 di Francesco II2 punti
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Il giorgino modenese era una moneta dal valore di 5 soldi e con questo valore nominale venne emesso a Modena dal 1598 al 1719. Nel corso degli anni, ed in particolare fra il 1716 e il 1722 il valore dell'argento aumentò in modo significativo generando la tesaurizzazione delle monete di buona lega. Per tale motivo Rinaldo I d'Este duca di Modena, con due ordini, uno nel 1717 per le muraiole, uno nel 1722 per i giorgini, comandò che le muraiole e i giorgini in circolazione fossero consegnate alla zecca ducale al loro valore nominale per essere contromarcate. In seguito a questi ordini furono ritirate e contromarcate anche le muraiole e i giorgini dei precedenti duchi estensi (Francesco I e Alfonso IV) in circolazione da almeno 70 anni (anche per questo motivo molte monete contromarcate appaiono usurate e poco leggibili). Dopo la marcatura con giglio ed aquilette estensi le monete in questione furono reimmesse in circolazione ma con valore nominale aumentato: le muraiole da 2 soldi a 3,33 soldi; i giorgini da 5 soldi a 6,66 soldi. In pratica il duca di Modena comprava muraiole e giorgini al loro valore nominale e dopo aver loro inferto una martellata li reimmetteva in circolazione con un incremento di valore dal 33% (giorgini) al 66,5% (muraiole). Un'operazione speculativa di non poco conto... che ebbe il suo epilogo con l'ordine del 18 luglio 1726 con cui si ordinava che muraiole e giorgini contromarcati tornassero ad essere scambiati per il loro vecchio controvalore ovvero 2 soldi le muraiole, 5 soldi i giorgini... In pratica il duca, dopo aver guadagnato dal 30% al 60% con l'operazione di marcatura, riportava tutto allo stato originale. Con buona pace del volgo che di colpo si trovava svalutata di almeno un terzo la propria magra riserva di contante... Mario2 punti
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Deo gratias, un colore decente e una bella moneta in copertina. Procederò pertanto alla sostituzione dell'ormai distrutto Gigante 20181 punto
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L'ultimo acquisto mi permette di scrivere qualcosa su uno dei misteri (tanti) della monetazione sabauda. La moneta, come da titolo, è un Cavallotto del primo tipo di Carlo Emanuele I. La data è il 1587 come tutti quelli di quel tipo, anacronistiche sono le date 1586, antecedente all'ordinanza della loro produzione e il 1588 che, come l'esemplare pubblicato dal Cudazzo, è un falso d'epoca. Quello di cui mi interessa parlare è invece il segno di zecca, l'ultimo che mi mancava in collezione e molto discusso, le lettere VA in nesso. Parliamo dell'anno 1587 e delle zecche attive in quell'anno al di qua delle Alpi. La maggior parte delle pubblicazioni numismatiche che trattano la monetazione sabauda affermano che le zecche "al di qua dei monti", cioè Aosta, Asti, Torino, Vercelli e Nizza furono appaltate agli zecchieri Roglia, Robbio e Cesare Valgrandi. Sono affermazioni imprecise, il Promis scrive chiaramente che il 31 Dicembre 1586 l'appalto di queste zecche fu dato a Giovanni Tommaso Roglia e Giovanni Tommaso Robbio tutti e due di Chieri per tre anni, ma il Duca non approvò questo contratto ed affidò le zecche a Cesare Valgrandi che gli fece una offerta migliore, 13000 scudi annui al posto degli 11000 degli altri due offerenti. Quindi l'unico appaltatore delle cinque zecche aperte in quell'anno fu solamente il Valgrandi. Non ci aiuta il fatto che non siano ad oggi rintracciati rendiconti di battitura di quell'anno di queste zecche, quindi si parla solo per ipotesi senza poter far riferimento a numeri precisi. Ora voglio parlare di questo segno di zecca. Le sigle VA in nesso ad oggi sono state rintracciate solamente su quattro tipologie monetali, non escludo che in futuro possano uscire fuori nuovi esemplari di tipologie diverse, con le monete sabaude non sarebbe una eccezione, e sono la lira, la mezza lira, il cavallotto del I tipo ed il mezzo grosso di Piemonte. In queste monete solo il cavallotto ed il mezzo grosso sono datate, ma è da ipotizzare che anche la lira e la sua mezza siano state prodotte in quell'anno proprio per l'identico segno di zecca. In nessuna altra moneta di altre zecche viene inserito il nome dello zecchiere, come ho già scritto era solamente il Valgradi quindi non necessitava, era sott'inteso... perché in questo caso si? E qui la mia, penso più che valida, ipotesi: Nell'ordinanza era scritto che le monete dovevano essere battute con l'iniziale della zecca "Colla permissione di battere secondo l'ordine al contratto annesso in Torino, Aosta, Vercelli, Asti e Nizza, col contrassegno per ciascuna zecca dell'iniziale del nome della città" citando Promis. Fin qui nessun problema per Torino, Vercelli e Nizza, ma Asti ed Aosta? Ora da uno studio dell'Orlandoni risulta che molti cavallotti con la A sono stati rinvenuti in Valle di Aosta e quindi è probabile che questa sigla corrisponda proprio ad Aosta, quindi perché siglare con VA altre monete di Aosta come affermano quasi tutti? La mia ipotesi è che queste monete siano state prodotte ad Asti, probabilmente in maniera meno copiosa visto il numero esiguo di esemplari, e utilizzata la sigla VA proprio per differenziarle da quelle Valdostane. Non esistono per ora documenti che comprovino la cosa, ma neppure nulla che lo escluda! Vorrei sentire dei pareri su queste mie considerazioni, anche se oramai si mettono solo più i "mi piace" o i "grazie", anche perché magari qualcuno è a conoscenza di qualche particolare o qualche notizia che mi sfugge, o potrebbe aiutarmi nel capire se sono nella giusta direzione oppure no. Altra considerazione, anzi è solamente un appunto... Ai fianchi della sigla di zecca sono presenti due punti o bisanti, a parte Torino che presenta dei trifogli o più raramente bisanti e questa sigla VA che ha dei triangoli o raramente bisanti, ... il perché di queste differenze rimarrà un mistero.1 punto
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Non dobbiamo scoraggiare la ricerca di qualche possibile errore o variante. Magari anche una scusa banale come questa, può avvicinare possibili futuri appassionati che dal nulla iniziano a conoscere il nostro mondo.1 punto
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Per me sono state fatte o per gioielleria o per truffe varie. Questa è stata placcata dopo aver circolato, si vede o meglio si capisce. Sbaglio? Di sicuro sono una simpatica curiosità e rompicapo. ☺️1 punto
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Domanda: ma perché delle impefezioni così "banali" dovrebbero dare un surplus di valore ad una moneta neppure in buona conservazione? La domanda non è rivolta solo all'iniziatore di questa discussione (che ne offre semplicemente lo spunto), ma a quelle decine (se non centinaia) di persone che interplellano il forum proponendo monete circolate spesso con imperfezioni dovute unicamente alla circolazione o a conii usurati per l'eccessivo lavoro su centinaia di migliaia di tondelli. Io credo che dovrebbero spendere qualche minuto di riflessione sul fatto che modifiche involontarie (cioè non volute dai maestri di zecca) accidentali su monete comunissime non possono avere interesse alcuno. È come chiedere se l'auto che presenta un parafango accidentato abbia un valore maggiore dello stesso modello integro... Ricordatevi che le monete, per avere un interesse maggiore, devono presentare modifiche che "significhino" qualcosa: un simbolo diverso, una rotazione del R/ evidente, persino un errore accidentale che, però, ha dato origine ad un qualcosa di particolare (penso ad es. al 5 Lire 1969 la cui rottura del conio in coincidenza con la base del primo 1 del millesimo ha creato l'immagine di un 1 "rovesciato), una variante, un metallo diverso, ecc.1 punto
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Da oggi sono anche io un possessore dei famosi 100 baci! Solo che sul biglietto da me rinvenuto il retro è bianco.1 punto
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Questa dramma è stata battuta della stessa Goldberg nell’asta 59 di tredici anni fa, lotto 2111, all’hammer di $552 http://images.goldbergauctions.com/php/lot_auc.php?site=1&sale=59&lot=2111 apollonia1 punto
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Eccomi di nuovo, come promesso vi mostro il secondo acquisto del mese, dopo il falso asse di Otone (discussione nelle monete provinciali) e lo scambio del sesterzio di Filippo I l'arabo (discussione recente di ieri qui in imperiali), finalmente un acquisto andato a buon fine senza incidenti (ci tengo a ringraziare il venditore per l'ottima transazione anche se non posso nominarlo), sarà forse la benedizione del Dio Sole? Dopotutto c'era qualcuno una volta che diceva "E ora, con l'aiuto del sole, vincerò!", in ogni caso quello era Daitarn III e non Elagabalo, anche se, vista la sua fama, non mi stupirebbe che pure lui avesse usato una frase simile 🧐 Tornando al denario in questione, sono estremamente soddisfatto di averla inclusa nella collezione perché è una moneta che per me ha un profondo significato storico. Oltre al ritratto (bellissimo aggiungerei) di Sesto Vario Avito Bassiano, poi Imperatore Marco Aurelio Antonino Augusto, noto a tutti come Elagabalo, sul rovescio ha una raffigurazione del suddetto nelle vesti di Sacerdote del Dio Sole (cosa che lui effettivamente era anche prima di diventare Imperatore) e di conseguenza nella legenda è presente quindi anche il suo soprannome (che deriva appunto dal nome dl Dio El-Gabal), non so bene come spiegarlo, ma è una cosa che mi emoziona tantissimo (lo sto usando anche come foto profilo 😅). Spero piaccia anche a voi ☺️ Ecco la moneta: Elagabalo, Denario 220-222, Roma, RIC 131 3.47g x 20mm. Argento D/ IMP ANTONINVS PIVS AVG; busto laureato, drappeggiato e corazzato; corno sulla corona. R/ SACERD DEI SOLIS ELAGAB; Elagabalo, con patera e clava, che sacrifica su altare; a destra, una stella. qSPL1 punto
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Potrebbe essere @ferdinandoII, chissà ? Anche se mi viene in mente il Marchese del Grillo, che prima di gettarle al "popolino" le scaldava nel braciere... Bisogna dire in questo caso, che la doratura ( galvanica e/o per immersione ) ha un certo costo. Se coeve, l'orefice-falsario non avrebbe avuto un guadagno. Se moderne allora si potrebbe capire l'intento fraudolento o come " gadget" ( qualche turista che vuole comprare il Colosseo, lo puoi trovare e ritorniamo al grande Totò). Buona giornata, Beppe1 punto
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Da qualche lontano ricordo liceale, colui che possedeva solo la prole? Arka 🤔 Diligite iustitiam1 punto
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Pienamente d'accordo su tutto. Se riflettiamo un attimo: perché la moneta doveva essere "camuffata"? 1- per truffare gli ingenui di turno. Al di là di peso e dimensioni, c'è sempre uno stolto da ingannare... (Ricordo nei vecchi film di pirati che la moneta veniva addentata per testarne l'autenticità ad esempio...,) 2- per ostentazione, ma non risultano segni della montatura... Quindi quale altra ipotesi potrebbe giustificare questa prassi? La butto lì... Senza pretese.... 3- Dorare le monete da gettare al popolo durante manifestazioni civili e religiose o per "pubblicità" (?!?) (matrimoni nascite battesimi ecc.) naturalmente da parte della nobiltà... Le monete rinvenute non sono tantissime e la buona conservazione potrebbe esser dovuta al fatto che venivano conservate come souvenir... (Scusate la lungaggine, ma ho bevuto qualche birra, potrebbe dipendere da questo)1 punto
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Credo inoltre che finanziare i musei con la vendita di materiale non necessario (doppioni o reperti minori) possa essere la strada giusta per favorire la fruibilità di quanto lo merita e minimizzare i rischi. Rischi anche numismatici, di cui a volte sono responsabili i curatori stessi: mi è capitato non raramente di vedere monete tirate a lustro e, alle mie perplessità, sentirmi rispondere dal responsabile che questo è quello che la gente vuol vedere!1 punto
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Per variare perché non prendi un sesterzio da affiancare ad un denario? O un'asse, o un dupondio , o una provinciale..nel caso di Nerone c è anche il quadrante ed il semisse..oppure se vuoi rimanere nell argento ci sarebbero gli antoniniani..1 punto
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Siamo sinceri, ammettiamo una volta per tutte che questa risposta non esiste. La "perfetta collocazione delle monete" è una chimera, un miraggio, una fantasia. Un desiderio che non si avvererà mai, cosa che noi ci ostiniamo a non accettare. La risposta è filosoficamente discutibile, variando in base alle esigenze della singola unità, ma che si deve sottomettere ai compromessi che esige la massa: "La necessità di poche è la disgrazia di molte" oppure sacrifichiamo la singola per il bene comune? Tra trent'anni - se siamo ancora qui - magari ne riparliamo Servus, Njk ================= PS: io sono stato in vacanza in Spagna, ma questa è un'altra "storia"1 punto
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Diciamo che questa è proprio una "raccolta di viaggio" più che una vera collezione, e quindi non ha certo pretese di gran nobiltà. Però è divertente anche questo aspetto della numismatica.1 punto
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Amazon ci ha davvero rovinato, viziandoci con pretese fin quasi al ridicolo. Sinceramente preferisco quando mi spediscono in tempistiche lontane da quelle più ovvie, magari diminuisce pure la probabilità che qualche malintenzionato tenti di intercettare il plico.1 punto
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Cari Lamonetiani, ho riordinato le immagini delle 2 Lire "Quadrighe" e oggi voglio condividerle con voi. Che ne dite? Spero vi piacciano come piacciono a me...1 punto
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@Zenzero: Volker Heuchert non ha trovato traccia dell’ ibrido di Galerio menzionato nel RIC VI p.285 nella collezione dell’ Ashmolean Museum. È tanto più sorprendente che all'epoca Sutherland, l’autore del RIC VI, fosse curatore del Heberden Coin Room di Oxford. Un mistero. Intanto ho proposto la tua moneta al Not in RIC. Lech Stepniewski concorda per la zecca di Ticinum e la seconda officina: https://www.notinric.lechstepniewski.info/6tic-42b.html1 punto
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Spostare l’asta perché sennò le spedizioni slittano , per fare un favore agli offerenti, a dopo i periodi” pericolosi” mi parrebbe un tantino più complicato, logisticamente, che farsi pagare, così da compensare i conferenti,( del resto devi o no pagarla la moneta? Quindi cosa ti cambia agli effetti pratici?) e poi spedire in un momento più adatto Ragazzi, a voi vi ha rovinato Amazon…. mai viste di queste problematiche in passato… facevo l’offerta, pagavi e aspettavi i tempi biblici delle poste.. e poi arrivava… quando non c’erano incidenti di percorso… mai sentite tante lamentele sui tempi di arrivo… ma rilassatevi, è un hobby, mica un lavoro… capirei quelli per cui lo è, ma per quelli per cui non lo è , prendete fiato, gente!1 punto
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Così presentati, da Cesarea ed al nome di Domiziano, 2 interessanti bronzi, il 1^ AE 28, il 2^ AE 19, con al diritto teste dell' imperatore ed al rovescio, il 1^ una palma, il 2^ un trofeo di armi . Classificati, nell' ordine, AJC 36 , 9 e AJC 36 , 5 . Saranno il 5 Settembre in vendita Goldberg 136 ai nn. 187 e 188 .1 punto
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Così normale che se compro da case d’asta estere che sentono meno la problematica della serrata d’agosto faccio io questa richiesta espressamente, ovvero pago subito e gli chiedo spedizione a settembre. Il motivo lo sintetizza ottimamente @Tinia Numismatica nel suo post.1 punto
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Ben volentieri! Ecco una panoramica di come risulta la collezione del Regno di Bulgaria (ci sta tutta in 2 vassoi) e il dettaglio di uno scudone1 punto
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Molto bella e a quel prezzo, hai proprio ragione, hai fatto un affare.1 punto
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Leggendo i vostri pareri, devo essere sincero, sono veramente combattuto: entrambe le opinioni hanno degli aspetti molto convincenti e logici. Forse, secondo me, la soluzione migliore sarebbe nel mezzo: se un museo possiede un gran numero di reperti dello stesso tipo, in eguale conservazione ma provenienti da svariati siti, si potrebbero trattenere uno o due per sito e il restante lo si potrebbe mettere all'asta; se invece i reperti sono molti provenienti da un medesimo sito (tesoretto) allora sarebbe meglio lasciarli insieme per valorizzarne l'eccezionalità. La questione dei pessimi allestimenti museali, della moltitudine di materiali conservata nei depositi, della frammentazione o localizzazione museale, ..... sono tutte problematiche importanti collegate certamente alla domanda principale ma non sono risolutive di essa. Se avessimo infatti risolto quei problemi collaterali (allestimenti perfetti, materiale tutto esposto, concentrazione museale,....) ci sarebbe comunque da decidere se lasciare i reperti insieme o separarli (e/o per fini museali e/o per scopi economici). Da collezionista mi piacerebbe avere più materiale lecito circolante ma da fruitori di musei preferirei vedere un tesoretto insieme. Sono due idee contrapposte ma allo stesso tempo entrambe valide, purtroppo!1 punto
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Buon giorno. Una più bella dell'altra. Complimenti! Cordialità Gabriella1 punto
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Come ogni tanto scrivo:non è che io debba convincere qualcuno o che la mia opinione sia Vangelo.. è solo la mia opinione. Esempio : i rostri delle Egadi,sono nella loro quasi totalità esposti nella tonnara di Favignana, località che fu teatro della loro dispersione e del loro ritrovamento ,sono più di venti ,visto uno visti tutti ,al netto di qualche piccola differenza notabile solo dagli addetti ai lavori,ne teniamo tre o quattro e gli altri li vendiamo? Il fatto che siano esposti quasi tutti nel loro contesto geografico non può essere considerato un valore aggiunto? Detto questo, ad onor del vero,uno è esposto al museo archeologico di Trapani.1 punto
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Sì, l'esposizione del tesoretto mi dà modo di vedere il tesoretto. La moneta potrebbe (e dovrebbe) essere più fruibile, ma visto le pessime musealizzazioni dei nostri paleolitici musei non si vede niente, quindi solitamente si vede un disco che potrebbe esser pure una moneta di cioccolato per quello che ne so. Al momento attuale le monete singole sono cento volte più godibili sui canali di vendita privati piuttosto che nei musei.1 punto
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Tutte bellissime. Le quadrighe di Vittorio Emanuele III sono monete che riconosci in un attimo in mezzo a mille, davvero un capolavoro. Tanto le veloci quanto le briose. La più bella tra queste in foto, per me, è la 1917! Buonasera1 punto
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E l'accumulo per se stesso non ha valore scientifico? La quantità non è essa stessa un dato? In più,io da visitatore di musei avrei più piacere a vedere 450 monete piuttosto che 100.1 punto
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Some very nice coin here. There are quite a few variations in the series. Here are some of my own. ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Qualche bella moneta qui. Ci sono alcune variazioni nella serie. Ecco alcuni dei miei. Obv:– IMP ANTONINVS PIVS AVG, Laureate, horned, draped and cuirassed bust right Rev:– SACERD DEI SOLIS ELAGAB, Elagabalus standing right, holding club and patera over lit altar; star in field right References:– RIC 131 Obv:– IMP ANTONINVS PIVS AVG, laureate draped and cuirassed bust right Rev:– INVICTVS SACERDOS AVG, Elagabalus standing holding a patera over an altar and a club. Star in left field. Bull behind the altar Minted in Rome. A.D. 220-222 Reference– BMC 209-210. RIC 88. RSC III 61b Obv:– IMP ANTONINVS PIVS AVG, laureate, horned, draped and cuirassed bust right Rev:– INVICTVS SACERDOS AVG, Elagabalus standing holding a patera over an altar and a club. Star in left field. Bull behind the altar Minted in Rome. A.D. 220-222 Reference– BMC 209-210. RIC 88. RSC III 61 Obv:– IMP ANTONINVS PIVS AVG, laureate, horned, draped and cuirassed bust right Rev:– INVICTVS SACERDOS AVG, Elagabalus standing holding patera over an altar and branch. Star in right field. Horn on ground to his left Minted in Rome. A.D. 222 Reference– BMC 209 note. RIC 87 (where it is rated Common citing Cohen). RSC III 58. Cohen 58 (illustrated with star in right field) valued at 50 Fr. No examples in RD. ex Numismatica Ars Classica NAC AG Sale 42, Lot 379, 20th November 2007, ex Barry Feirstein Collection, previously privately purchased from Harlan J. Berk. Described as Lightly toned and good extremely fine by NAC. 21 mm. 3.11 gms. 0 degrees.1 punto
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DE GREGE EPICURI A questo punto vi mostro anche la mia, che mi pare identica (coniatore: O), anno ipoteticamente 1638, me lo confermate?1 punto
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Buonasera, l'etnico è di "difficile" interpretazione perchè in alfabeto osco (KAPU dal basso). Non è META, quindi metaponto, ma Capua (in Osco). Si tratta di una Semuncia di Capua con testa velata di Hera coniata in pieno secondo conflitto punico. Alcuni riferimenti: SNG ANS 219-221; SNG Morcom 91;1 punto
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Ma si formerebbero anche delle incrostazioni col tempo difficili da eliminare. Considerate anche questo prima di "sacrificare" le monete e la storia che portano con sé.1 punto
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Buongiorno @piergi00 e @savoiardo, ho trovato questo 2 denari 1758:1 punto
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