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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/03/23 in tutte le aree
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Sfondi un muro aperto. Per me tutte le tipologie controverse sono di Cartagine e si estendono per lo meno dal 423 al 455: quindi dapprima coniate da Bonifacio, poi da Genserico. In quanto alle triangolari, credo che vada fatta una differenza tra quelle con i tre lati concavi e quelle a fetta di torta: le prime, conseguenza della composizione della lega utilizzata, le seconde le attribuisco tutte a Cartagine. Questo lo dico esplicitamente solo ora, perché non mi pare corretto aprire un post su un forum già con delle conclusioni. Se lo apro, è per conoscere altre opinioni, non per esternare le mie o difendere quelli che forse sono solo miei pregiudizi...3 punti
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Questo, aggiudicato a 145 eurini, pesa solo 16,63 g.3 punti
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Ciao, oggi condivido un denario dell'imperatore Adriano (117-138 d.C) recante sul rovescio la personificazione della dea Roma seduta, con lancia e scudo appoggiato vicino al trono a sinistra e con la Vittoria sostenuta con mano destra , coniato a Roma nel 123 d.C. Adriano fu un imperatore che governò bene assicurando un lungo periodo di stabilità e prosperità all'impero, limitando le azioni militari più al mantenimento dei territori conquistati dai suoi predecessori e quindi alla salvaguardia dei confini (famoso il cosiddetto Vallo di Adriano, una lunga muraglia con fortificazioni, opera imponente che aveva il compito di impedire alle popolazioni della Britannia di riconquistare quanto loro sottratto) che all'acquisizione di nuovi. Viaggiò moltissimo e trascorse la maggior parte del suo tempo nelle province per rendersi conto di persona di come erano amministrate e come si viveva realmente contribuendo con i suoi interventi, dove vi era necessità, a migliorare la situazione esistente. Uno degli imperatori da annoverare tra quelli che hanno lasciato segni positivi e sicuramente benvoluto dal popolo. La divinità Roma, che era venerata come la protettrice dell'Urbe e di tutto l'impero, fece la sua comparsa sulla monetazione romana tra il lll ed il ll secolo a.C.e tra le varie ipotesi la più probabile sembra attribuirle origini greche. Aveva enorme importanza per I romani della città eterna, ma il suo culto fu incentivato soprattutto nelle provincie con la finalità di avvicinare I suoi abitanti al rispetto ed alla lealtà verso lo Stato centrale, cosa ovviamente molto importante. Da esame diretto la moneta è coniata (spero nel 123), ben centrata, con discreto metallo ed ha svolto egregiamente la sua funzione restando tuttavia ben leggibile 🙂. Grazie ed alle prossime ANTONIO 17,50 mm. 3,24 g. RIC 77 Raffigurazione in bassorilievo della dea Roma.2 punti
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Interessante… dopo scrivo qualcosa. ma non è semplice sintetizzare. Abbiate pietà sarà lunga anche perché sono in giro. In questo momento sono all’esterno del museo dell’apoxyomenos di lussino. Oltre a ciò sono un ex archeologo… in linea di principio bisogna interpretare a seconda di un mix di segnali dati da diversi fattori: i rapporti stratigrafici e logici tra gli strati ed i gradi di giacitura la qualità di interfacce, tagli e riempimenti. il materiale presente nei riempimenti spesso si capisce più o meno di cosa si tratta in fase di studio nel Matrix.2 punti
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Non cercare scuse! TUTTE sono simili!!! 🤣 io dico che è un conio moderno, se lo dice @Meleto mi associo con Roma Servus, Njk2 punti
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se provocate, visto che ho appena pescato un lotto, vi presento le migliori. Dal 1914 sti 20 cent libertà librata pieni di coraggio....hahahahahahahahahahahahahah2 punti
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E se non vi basta, sempre dalla sezione "Orror" dello stesso album un 2 Centesimi 1898:2 punti
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Ecco, direttamente dall'album "dei rottami" un 50 Centesimi 1863 M. Che partecipate a fare? Tanto vinco io...2 punti
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Dagli esiti ,se la manomissione è di origine animale si vedranno tane o nidi ,cunicoli o rosicchiature su ceramiche. Se è di origine umana bisognerà capire se antica o recente. E appunto la stratigrafia sarà sconvolta con inserimento di materiali provenienti da strati cronologicamente più recenti. Da non sottovalutare la densità del terreno terreno sconvolto,meno sarà compatto e più sarà recente , anche il colore sarà determinante.2 punti
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chiederò agli amici di mio padre se hanno qualcosa a riguardo. quelle che posseggo io appartenvano alla mia casa di campagna che è del 1781 anche una in ottone con relativo lucchetto ( presumo di qualche vecchio baule giacchè in soffitta ne avrò almeno una decina che dovrò aprire...chissà mai che non trovi qualcosa di famiglia e spero qualche moneta2 punti
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Buongiorno vi presento questa bella banconota da 1 dinar della Libia, regalatami da un amico che per lavoro é stato laggiù. E' in polimero. Al dritto: l'edificio della Banca Centrale a Tripoli Al rovesco: una raffineria e l'arco di Marco Aurelio a Tripoli. L'Arco fu fatto innalzare (interamente in marmo) nel 183 dopo Cristo, da Gaio Calpurnio Celso, duumviro quinquennale della città, per commemorare le vittorie sui Parti di Lucio Vero, fratello dell'imperatore Marco Aurelio.2 punti
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Ciao , la stratigrafia archeologica segue la stratigrafia geologica nel senso che e' stata la geologia ad individuare per prima questa legge fisica : gli strati piu' profondi sono piu' antichi di quelli piu' prossimi alla superficie ; questo in linea teorica generale perche' in geologia capita che strati antichi sovrastino quelli recenti . In particolare non essendo un tecnico della materia archeologica , ma solo un dilettante geologo per questo conosco la stratigrafia geologica , riporto in parte quanto descritto da Wikipedia a proposito della stratigrafia archeologica : "In archeologia, la stratificazione è un concetto per indicare la disposizione di strati omogenei (e per questo facilmente individualizzabili). Tale concetto si basa abbondantemente sulla legge della sovrapposizione. Quando dei ritrovamenti archeologici si trovano al di sotto della superficie del terreno (come nella maggior parte dei casi) l'identificazione del contesto di ognuno di questi è vitale per permettere agli archeologi di trarre conclusioni sul sito, sulla natura e sulla data della sua occupazione. Nella maggior parte dei casi, le "caratteristiche" possono essere identificate e queste si riferiscono alla stratificazione del suolo e al materiale in un arco di tempo. Per esempio il contenuto di un fosso costituirà una caratteristica separata o un contesto separato dallo strato in cui un fosso è stato scavato. È compito dell'archeologo tentare di scoprire quali strati esistono e come possano essere stati creati. Nello scavo ci si trova ad operare a partire dall'unità stratigrafica più recente e si procede via via ad asportare gli strati seguendone l'ordine cronologico, dal più recente al più antico, fino ad arrivare ad uno strato naturale inalterato e archeologicamente sterile, ossia privo di materiali. Si tratta di distinguere gli strati l'uno dall'altro sulla base delle loro caratteristiche fisiche, quali composizione, consistenza, colore codificato (codice Munsell), ecc., e di individuarne i reciproci rapporti fisici (quale strato si sovrappone all'altro, per esempio) per riconoscere ogni volta quello più recente che dovrà essere asportato per primo. Poiché lo scavo comporta la distruzione dell'oggetto osservato (lo strato di terra viene asportato ed eliminato nel corso del procedimento e lo stesso vale per i limiti di una fossa che costituiscono un'unità stratigrafica negativa), è di fondamentale importanza raccogliere con precisione tutti i dati disponibili. Ogni unità stratigrafica viene individuata per mezzo di un numero, viene redatta una pianta che ne riporta i limiti e la posizione e l'unità stratigrafica viene inserita nelle sezioni. A questa documentazione grafica si aggiunge secondo le necessità anche una documentazione fotografica. Viene inoltre redatta una Scheda di unità stratigrafica, o scheda U.S., nella quale vengono riportate tutte le informazioni, dal tipo di unità stratigrafica, alla descrizione delle sue caratteristiche, a tutte le relazioni fisiche con le altre unità stratigrafiche, all'elenco dei materiali raccolti, ai risultati di eventuali analisi, ecc. Successivamente i dati raccolti saranno utilizzati per la determinazione della sequenza stratigrafica, che corrisponde alla sequenza degli eventi che si sono verificati sul sito oggetto di scavo. La sequenza stratigrafica fornirà quindi la cronologia relativa di tutte le unità stratigrafiche, mentre una datazione assoluta sarà fornita dai materiali raccolti in ciascuno strato. Durante lo scavo la terra deve quindi essere attentamente esaminata per raccogliere sistematicamente tutti i frammenti di manufatti e i reperti faunistici e botanici (ossa, foglie, semi, carboni, ecc.). A seconda delle necessità si utilizzeranno le tecniche della setacciatura e della flottazione del terreno per la raccolta dei materiali. I materiali devono essere chiaramente attribuiti all'unità stratigrafica di provenienza e conservati accuratamente separati strato per strato (in genere in cassette diverse). Ogni frammento va quindi pulito (lavato con acqua se il materiale lo consente senza danno per la conservazione) e siglato con il numero dell'unità stratigrafica di provenienza. I manufatti dovranno inoltre essere sottoposti a restauro in modo da assicurarne la conservazione. Infine i materiali dovranno essere studiati e datati. La datazione di uno strato corrisponde a quella del reperto più recente che vi viene rinvenuto. Bisogna tuttavia tener presente che in senso stretto si tratta comunque di un terminus post quem: ciò vuol dire che la data in cui il manufatto è stato lavorato costituisce il "termine dopo il quale" esso è stato gettato via o abbandonato ed è entrato a far parte dello strato in formazione. Va inoltre attentamente valutata la coerenza cronologica di tutti i frammenti ritrovati nello strato e nelle altre unità stratigrafiche correlate. Un singolo frammento databile in un'epoca molto successiva rispetto a tutti gli altri potrebbe essere un "intruso". Per esempio il frammento avrebbe potuto trovarsi al limite tra due strati, non chiaramente distinguibili sul terreno, ed essere stato attribuito per errore allo strato sottostante invece che a quello soprastante. Sono addirittura conosciuti casi in cui frammenti ceramici sono stati inglobati nella radice di una pianta e "spinti" dalla sua crescita in basso nel terreno sottostante. Infine i dati raccolti dovranno essere interpretati, la sequenza stratigrafica, datata dai materiali, ossia la successione degli eventi accaduti nel sito, dovrà essere articolata per fasi cronologiche coerenti e inserita nel contesto storico locale e generale. I risultati ottenuti dovranno essere pubblicati e infine tutto il materiale significativo dovrà essere conservato in deposito e la documentazione archiviata, in modo da consentire a chiunque in futuro di accedere ai dati raccolti" Quindi per rispondere a @Maastricht , tutto cio' che in uno scavo archeologico non e' in regolare successione , dall' alto verso il basso , determina , come stratigrafia , un' alterazione sulla datazione dei reperti trovati , che tuttavia puo' essere stabilita con altri sistemi di datazione , tutto questo indipendentemente dal fatto che questa alterazione sia dovuta a fattori naturali o innaturali . Comunque questa situazione di "alterazione" degli strati e' piu' comune in geologia che in archeologia , in quanto in geologia si parla come minimo di milioni di anni (con faglie , terremoti , ecc,) e relativi movimenti della terra , mentre in archeologia si parla al massimo di migliaia di anni , quindi in archeologia gli strati sono generalmente piu' regolari e sani , tranne le eccezioni esposte . Sentiamo pero' cosa dice @Vel Saties , che credo sia l' unico Archeologo di professione tra quelli nominati .2 punti
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Buongiorno a tutti, punto dritto alla vittoria di sezione con questo 5 centesimi 1897.2 punti
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Di questi periodi, specie in campagna, è facile sentir frinire le cicale. Questi affascinanti insetti sono stati da sempre oggetto di attenzione da parte dell’uomo. Le troviamo infatti citate in favole, proverbi, canzoni ma anche raffigurate sulle monete antiche! (vedi in fondo all’articolo). A chi vuole conoscere più specificatamente le caratteristiche di questo misterioso insetto, consiglio la lettura dell’ articolo: (da www.greenme.it/animali/cicala-specie-caratteristiche/) La cicala fa parte della famiglia delle Cicadidae. Si tratta di un insetto in grado di produrre suoni musicali, e costituito da due paia di ali membranose, occhi composti prominenti e tre occhi semplici detti ocelli. Le cicale hanno una dimensione variabile, da media a grande, e compresa tra 2 e 5 cm (da 0,8 a 2 pollici). Scopriamo tutto su questi insetti simbolo dell’estate. Le cicale: cosa sono? Le cicale sono membri della famiglia Cicadoidea e si distinguono fisicamente per i loro corpi robusti, teste larghe, ali con membrana chiara e grandi occhi composti. Esistono nel mondo più di 3.000 specie di cicale, che rientrano all’incirca in due categorie: cicale annuali, che vengono avvistate ogni anno, cicale periodiche che trascorrono la maggior parte della loro vita sottoterra ed emergono solo una volta ogni decennio o due. Le cicale sono famose per la loro propensione a scomparire del tutto per molti anni, solo per riapparire in massa, a intervalli regolari. Nonostante il loro nome, le cicale annuali generalmente vivono da due a cinque anni, anche se alcune specie possono vivere più a lungo e i cicli di vita della covata si sovrappongono, il che significa che ogni estate emergono alcune cicale. Anche le cicale periodiche si presentano la maggior parte degli anni in diverse regioni geografiche, poiché sono divise in 15 cicli di covata, ciascuno della durata di 13 o 17 anni. Lo straordinario stile di vita delle cicale è stato fonte di fascino sin dai tempi antichi. Diverse culture consideravano questi insetti come potenti simboli di rinascita, proprio per il loro insolito ciclo di vita. Nella cultura cinese, le cicale erano anche considerate creature di alto rango che i sovrani dovevano cercare di emulare nella loro purezza, e i motivi delle cicale furono persino incorporati negli armadi della corte imperiale nel VII secolo. I maschi producono rumori forti facendo vibrare le membrane (timbali), vicino alla base dell’addome. La maggior parte delle cicale nordamericane produce tic, ronzii o lamenti ritmici, sebbene in alcune specie la “canzone” risulti essere abbastanza musicale. Le cicale femmine di solito depongono le uova in tessuti vegetali legnosi che cadono dalla pianta quando le uova si schiudono. Le cicale appena nate, dette ninfe, si insinuano nel terreno dove succhiano i succhi dalle radici delle piante perenni; queste, di solito, subiscono cinque mute necessarie per raggiungere la maturità. Sebbene non siano normalmente considerate un parassita, le femmine, se numerose, possono danneggiare gli alberi durante la deposizione delle uova. Un po’ di storia sulla cicala Le cicale sono state utilizzate nelle medicine popolari, come simboli religiosi e monetari, e come importante fonte di cibo. La loro canzone una volta era considerata un simbolo per prevedere i cambiamenti del tempo. In Cina, i maschi cicala venivano ingabbiati per il loro canto. Inoltre, la cicala appare nella mitologia, nella letteratura e nella musica di molte culture, inclusa quella degli indiani d’America. Specie e origine Vi sono più di 3000 specie di cicale; due particolari specie pelose della famiglia Tettigaretidae che si trovano solo nell’Australia sudorientale, compresa la Tasmania. Oltre alla cicala del giorno della canicola (Tibicen e altri) che compare ogni anno in piena estate, ci sono anche cicale periodiche. Tra le più affascinanti e conosciute ci sono la cicala di 17 anni (spesso erroneamente chiamata locusta di 17 anni) e la cicala di 13 anni (Magicicada). Queste si trovano in gran numero in covate cronologicamente e geograficamente isolate. Le diverse specie sono facilmente riconoscibili dalle differenze nei canti, nel comportamento e nella morfologia. I maschi di ogni specie hanno tre risposte sonore distinte: canto congregazionale: regolato dalle fluttuazioni meteorologiche quotidiane e dai canti prodotti da altri maschi; canzone di corteggiamento: che viene eseguita prima dell’accoppiamento; grido di disturbo: che viene prodotto in caso di pericolo, quando ad esempio sono catturate, trattenute o disturbate in volo. Ciclo vitale della cicala Il ciclo di vita della cicala ha tre fasi: uova, ninfe e adulti. Le cicale femmine possono deporre fino a 400 uova divise in dozzine di siti. Dopo 6-10 settimane, le giovani ninfe si schiudono dalle loro uova e scavano nel terreno per succhiare i liquidi delle radici delle piante. Trascorrono il loro intero periodo di sviluppo in queste tane sotterranee, prima di mutare i loro gusci, ed emergere per poi accoppiarsi e deporre le uova. Il processo di sviluppo varia in lunghezza, ma le covate periodiche emergono in sincronia a seconda dell’anno e della temperatura del suolo. Inoltre, le cicale aspettano le giuste condizioni climatiche per la riproduzione, ossia quando le temperature raggiungono i 18 ° C. Il ciclo di riproduzione così cadenzato è probabilmente legato all’evitare l’attacco di predatori. Le cicale periodiche non creano piaghe distruttive, al contrario delle locuste, non mangiano la vegetazione ma bevono la linfa dalle radici, dai ramoscelli e dai rami degli alberi. Vocalizzazioni Le cicale sono note per i loro ronzii e ticchettii, che possono essere amplificati da una moltitudine di insetti in un unico ronzio. I maschi emettono il loro canto, grazie alle membrane vibranti poste sull’addome. I suoni variano ampiamente e alcune specie sono più musicali di altre; sebbene i rumori delle cicale possano sembrare simili agli umani, gli insetti usano diversi richiami per esprimere allarme o attirare i compagni. Imparare dalle cicale Gli scienziati hanno studiato le cicale per risolvere problematiche dell’uomo. Questo perché le ali delle cicale in tarda età sono ricoperte da una meraviglia dell’ingegneria naturale: minuscoli nanopilastri uniformi che respingono l’acqua, uccidono i batteri e si autopuliscono. Le ali che uccidono i germi sono fonte di ispirazione per chimici e ingegneri che vogliono sfruttare proprio questa proprietà. Alcuni ricercatori hanno come obiettivo quello di progettare lo stesso meccanismo delle cicale sui pannelli solari. Altri studiosi dell’ University college di Dublino sono rimasti affascinati dalle superfici antibatteriche essenziali per lo sviluppo della scienza biomedica. Per anni, gli ingegneri si sono concentrati solo sulle dimensioni dei modelli alari. Di recente, però, sono state pubblicate ricerche che attestano come i composti chimici specifici secreti dalle cicale siano essenziali per costruire e mantenere questi ingegnosi nanopilastri. Il lavoro mostra che per coloro che cercano di progettare una tecnologia con caratteristiche antibatteriche, ispirate alle cicale, non è sufficiente imitare l’aspetto di questi animali occorre andare oltre, e lavorare con i biologi in modo da imparare effettivamente come si comportano questi misteriosi insetti. ----------------------------------------- Di monete raffiguranti le cicale a me sono venute in mente queste due… ma se qualcuno ne conoscesse altre, è invitato ad integrare! Dracma incusa di Rhegion (510-500 a.C) raffigurante un toro androprosopo con cicala sopra Hektè di Focea (IV sec. a.C) con cicala al dritto1 punto
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Buongiorno a tutti, nella mia incessante ricerca di "cose" false ho acquistato questo 100 lire. Sembra a tutti gli effetti un miniassegno ma la data, 1944, è molto lontana dal periodo della loro emissione. Ho fatto una veloce ricerca su internet e non ho trovato nulla, nè informazioni nè esemplari originali. L'unica cosa che salta fuori sono altri esemplari falsi. Non riesco a capire se sia un biglietto di fantasia, un pacco o cos'altro. Qualcuno ha mai visto qualcosa di simile? Grazie1 punto
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Grazie mille Miroita, è un onore avere direttamente sue risposte. Quindi prendendo il Serafini esistono 205 tipologie di bolle papali. Poi calcolare la tiratura di ciascuna tipologia è pressochè impossibile da risalire come giustamente indicava Veridio. È possibile avere un idea molto vaga di quanti esemplari siano giunti a noi considerando quanti ne avete visti passare per le aste? Un centinaio per esemplare, poche decine? In sostanza ce ne sono di veramente rari se non addirittura pezzi addirittura pezzi unici?1 punto
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Oltre al tuo gradito pensiero sulla stratigrafia... Manda delle foto del grande bronzo di Lussino e un tuo parere sull'esposizione dello stesso.🤗1 punto
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Da una ricerca sul web: CHARLES II LE CHAUVE – PARIS Denarius Sull'autenticità aspettiamo gli esperti e soprattutto peso e diametro. Fabio1 punto
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Anche qui non ti fai mancare nulla. Altro che falso,qua dobbiamo stabilire se sono monete🤣 In aggiunta qui abbiamo anche una spruzzatina di cancro del bronzo ,che andrà a "migliorare" le cose rendendole più horror 🤭🧟♂️1 punto
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siccome mi piace esagerare per la sezione 10 centesimi ape prendo tutto il podio, se non vi dispiace....hahahahahahahahahah si vede che non ho nulla da fare oggi? :-) la prima ha diametro di 235 mm e peso nella norma, la seconda, che secondo me è un falso, ha peso calante di 5,1 g. p.s. la prima e l'ultima vanno insieme, scusate1 punto
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Prima di decidermi a far pare attiva della community ho passato anni a leggere ogni post, discussione ecc. ... salvando una buona parte dei contenuti. Per imparare non è mai troppo tardi e non si è mai troppo vecchi. 😉1 punto
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Dai materiali intromessisi ,ove ce ne siano ,nel contesto originario. Altrimenti dalle variazioni della stratigrafia stessa ,colore,tipo di sedimento , densità del terreno. Chiaro che se capita come nel caso del tesoro di Morgantina ,dove fu rinvenuto un cento lire nel livello preromano, tutto è più semplice .🤔😄1 punto
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Sono andato a fare un piccolo controllo veloce. Sul Serafini ci sono tavole con bolle da A a S (17) con un insieme di immagini di 205 (salvo errore). Bolle molto più utilizzate nei secoli più antichi.1 punto
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Bisognerebbe andare a fare un conto sul Serafini, ma il numero è molto elevato e non del tutto esauriente.1 punto
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CLASSICAL NUMISMATIC GROUP, Triton XXI, Lot: 144. Estimate $7500. Sold for $8000. This amount does not include the buyer’s fee. EGYPT, Alexandria. Antoninus Pius. AD 138-161. Æ Drachm (34mm, 32.15 g, 11h). Dated RY 21 (AD 157/158). AV TI AI A∆P ANTωNINOC CЄB, laureate bust right, slight drapery / Isis-Sothis seated facing, head right, holding a cornucopia with her right hand and a long scepter with her left, riding a dog (Sirius or Sothis) right; the dog is looking back at Isis; below, L KA (date). Köln 1804 var. (obv. bust type); Dattari (Savio) 8580 (this coin); K&G 35.752 var. (same); Emmett 1593.21; Staffieri, Alexandria In Nummis 142 (this coin). Near EF, dark brown surfaces with traces of green and red. Very rare and in exceptional condition for the type. Only one low-grade example sold at auction since 2000 (CNG E-Sale 397, lot 365). From the Giovanni Maria Staffieri Collection, purchased from Renzo Canavesi, Sagno, 1996. Ex Renzo Canavesi Collection (Sagno); Dr. Piero Beretta Collection (Milan); Giovanni Dattari Collection, no. 8580. This type appears to be rarer than indicated in Emmett, where it is given an “R1” rating. With CoinArchives listing only the specimen we sold in our Electronic Auction 397 (17 May 2017), lot 365, it is a rare type in the Alexandrian series, which is skewed by the number in institutional collections, hence Emmett’s rating. Of those in private hands, this is certainly one of the finest known. A fascinating type related to the Great Sothic Cycle that Giovanni discussed in a 1998 article (G. M. Staffieri, “Isis-Demetra-Sothis nella monetazione alessandrina” in Annotazioni Numismatiche, Series II, no. 30 [1998], pp. 693-697). illustrazione: figurine, Isis-Sothis on a dog. The sculpture is made of pale brown clay with white slip. Isis is looking forward, riding on a dog, seemingly of malteser breed. She is wearing a long garment, on her chest the Isis knot. The left hand resting on her lap, the right hand resting on a curved horn. On her head is a horned crown with sun disc. Her face is detailed, especially the eyes. The dog has its forelegs raised as for a leap, the face turned to the right, wearing a necklace.1 punto
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@Vel Saties avremmo bisogno di un parere. E potremmo richiedere anche l'intervento di altri bravissimi esperti come @Adelchi66 @Cremuzio @VALTERI @apollonia. Grazie.1 punto
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Ogni moneta ha un Dritto e un Rovescio, e anche se ci sono monete col solo D/ coniato e il R/ liscio, per un giudizio sulla moneta, chi la giudica deve vedere entrambi le facce. In particolare in una moneta come questa sarebbe importante vedere entrambe le facce. Io mi asterrei a qualsiasi giudizio e considerazione finché chi l'ha proposta non la "presenti" in modo adeguato. Un collezionista che paghi una moneta della quale vede solo una faccia sarebbe un imbecille.1 punto
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Ottima discussione sul tema, grazie a @ExarKun e @modulo_largo, la conoscenza non ha mai limiti!1 punto
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In questa vecchia, e molto interessante, discussione , si parla del peso medio per periodo ed imperatore ( ci sono state tante riforme monetarie nel corso dei 5 secoli), tra i vari nominali vi è anche il sesterzio, il massimo calo ponderale si raggiunge con Gallieno e Valeriano ( 12/13 grammi di peso medio), senza tenere conto di altri nominali coniati sotto Aureliano, Tacito, Floriano, ecc e definiti Assi, sotto i 10 grammi, ma c è anche una corrente di pensiero che li identifica come gli ultimi sesterzi ridotti ( per Aureliano mancano le sigle S.C. perche lui aveva tolto diritto al Senato di coniare moneta, dopo la rivolta dei monetieri, 7000 vittime, con Tacito e Floriano riprendono, essendo imperatori filosenatoriali).. https://www.lamoneta.it/topic/146747-pesi-e-misure-nel-primo-e-medio-impero/1 punto
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Esatto, come dici tu il peso non è un fattore determinante, sul bronzo ,per stabilire l'autenticità o meno di una moneta..1 punto
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pure io ho delle chiavi ereditate così come alcuni amici di mio padre. intanto facendo delle ricerche online dovresti capire di che periodo potrebbero essere, vedere con una lente se ci sono simboli o scritte o iniziali, vedere di che materiale sono fatte,ecc.....ci sono siti online che trattano chiavi e pure di collezionisti che ne sono un sacco1 punto
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Prendendo in mano la copia di prova del Gazzettino 10 ti accorgi di avere in mano più che una rivista un gran bel libro corposo …è’ di fatto per pagine e numero di autori il numero che supera i precedenti anche di molto. La prima riflessione, che devo dire inorgoglisce molto, è’ che dei 28 autori 11 sono giovani, con uno veramente giovanissimo, in particolare mi rende felice la partecipazione di 3 giovani donne autrici, per il Gazzettino e’ un unicum ma credo che sia un gran bel traguardo anche per la nostra numismatica… Gli autori spaziano da chi scrive da sempre, o col suo nome o con un nick, a nuovi autori, a conosciuti numismatici, a chi ha voluto concederci le sue prime riflessioni per la prima volta, è’ un gran bel mix che darà, anche in futuro, a chi vorrà nei prossimi numeri la possibilità di potersi esprimere con un articolo in cartaceo, che diventerà nel tempo disponibile in digitale, e per chi potrà e riterrà, di poter anche divulgare il suo abstract di persona a tutti l’11 novembre 2023 in Milano Numismatica.1 punto
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Nella Webauktion 26 di Leu Numismatk, al lotto 1873, è stata esitata questa "particolare" moneta dell'Impero Kushan, attribuita a Kujula Kadphises. La particolarità di questa moneta consiste nel fatto che, in qualche modo, racchiude in sé elementi romani, greci, indiani e cinesi. Infatti: la moneta è, ovviamente, attribuita all'impero Kushan, che si estendeva in una zona ricompresa tra il nord dell'India, la parte orientale dell'Afghanistan e parte della Cina nord-occidentale; il ritratto è di ispirazione romana e, in particolare, della dinastia Giulio Claudia; nella legenda Kujula Kadphises è definito "Yavuga", un titolo tipicamente cinese; la legenda, infine, è in greco. Lotto 1873. INDIA, Kushan Empire. Kujula Kadphises, circa 30/50-80. Drachm (Bronze, 18 mm, 3.53 g, 12 h). KOZOΛA KAΔAΦEΣ XOPANEY ZAOOY ('of Kujula Kadphises, Kushan Yavuga' in Greek) Diademed Julio-Claudian-style bust to right. Rev. 'Kujula Kasasa Kushana Yavugasa Dhramathidasa' (of Kujula Kadphises ruler of the Kushans, steadfast in the Law' in Kharoshti) Kujula Kadphises seated facing on curule chair; wearing nomad dress and tall hat, in field to left, tripartite symbol. ANS Kushan 103. Rare and unusually attractive, with a beautiful portrait. The reverse struck somewhat off center and with deposits, otherwise, good very fine. Kujula Kadphises is called Yavuga on this coin, which originally was a Chinese title used for chieftains of nomadic tribes. Segnalo, infine, il contributo di Joe Cribb sull'origine del titolo "Yavuga": https://www.academia.edu/37330543/Kujula_Kadphises_and_His_Title_Kushan_Yavuga1 punto
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Basta e avanza al decimo , e non è vincolante neanche il peso , entro certe oscillazioni1 punto
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Può valere molto poco. Le monete alterate non valgono nulla, teoricamente proprio 0 Euro. Non è chiarissimo cosa siano tali monete e da dove arrivino. Al massimo qualche raccoglitore di curiosità potrebbe pagarla tipo 3, 4 euro. Ma considerando l'enorme difficoltà a trovare tale tipo di persone interessate, conviene o spenderla (se si riesce) o addirittura buttarla1 punto
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Quello che sto per dire farà venire lo svenimento a moltissimi, ma la ricerca può andare avanti solo con tentativi ed errori. E se questa tipologia fosse stata fatta in epoca imperiale (zecca ufficiale, non ufficiale, barbarica ?) riutilizzando grosso modo lo stile repubblicano ma aggiungendovi la sigla AV per indicare Augusto o un Augusto ? So che è un idea molto sopra le righe e macchinosa, ma al meno partiamo da qualcosa per poi cercare la strada giusta.1 punto
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Cerca di prenderlo bello, sfigurerebbe con le monete che hai se fosse in bassa conservazione... Io che ho monete meno belle delle tue mi posso accontentare di una conservazione più bassa...1 punto
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Personalmente invece sì, perché: 1- c'è stato il furto di un bene pubblico e culturale 2- forse ci sarà stata anche la sua distruzione 3- il bene non è stato protetto a sufficienza Se poi di queste monete ne esistono moltissime o pochissime, è una questione secondaria e relativa, che nulla toglie alla gravità della situazione.1 punto
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Diciamo che sono vere entrambe le cose. Il vecchio catalogo Gavello (Cartamoneta Italiana, ed. 1996) classificava genericamente tutte queste emissioni come R3. Di contro, non credo siano molti i collezionisti interessati, io ho un piccolo lotto di tre biglietti della Cassa di Risparmio di Pisa (una delle più comuni) da 50, 100 e 500 lire, acquistati nell'ambito della mia collezione di emissioni della seconda guerra mondiale. Il mio, quindi, è un interesse prettamente storico, se fossero stati emessi in un altro periodo non li avrei presi in considerazione, così come non considero i miniassegni degli anni '70 (non ne ho neanche uno ). Nella foto il biglietto da 50 lire della mia collezione. Questi tre assegni (gli altri due, da 100 e 500 lire sono più o meno nelle stesse condizioni, ma non ho le foto in archivio) li presi, a un convegno diversi anni fa, per 20-25 euro in tutto, dovessi comprarne di anche più rari oggi non credo ci spenderei di più. Insomma, pur non avendo riscontri, starei, anche per i più rari, nell'ordine di qualche decina di euro, di più, a mio parere, non vale la pena, stiamo pur sempre parlando di succedanei della cartamoneta e non di banconote vere e proprie. petronius1 punto
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E' un assegno a taglio fisso della Repubblica Sociale, che trovandosi a dover fronteggiare una notevole carenza di banconote della Banca d'Italia, autorizzò molte banche a emettere assegni (circolari, bancari, vaglia cambiari) che ebbero corso come cartamoneta. In pratica antesignani dei miniassegni degli anni '70. E, come i miniassegni, venivano rilasciati in tagli fissi prestampati, intestati a un funzionario della banca che poi li girava rendendoli pagabili al portatore. Tra gli emittenti figura una Banca del Monte di Milano, che emise tagli da 100 e 500 lire, non filigranati, che misuravano mm. 142x63 (controlla il tuo). Non stupisce, ovviamente , l'esistenza di falsi, che sono, forse, anche più interessanti degli originali. petronius1 punto
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