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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/01/23 in tutte le aree
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¡Hola! Di ritorno dalla vacanza in Spagna, giochicchio con i due biglietti-straccetti che ho preso per ricordo (sempre meglio di due nacchere e poi fanno anche meno rumore ) e non mi torna il fatto che i numeri del seriale siano divisi da una virgola. Why, pecchè, pacimu? (se non sbaglio era "Avanzi" o "Tunnel", non ricordo bene). ==================== La mia teoria è che, visto che queste banconote furono stampate dall'inglese Bradbury Wilkinson and Company (1856-1990), i tipografi abbiano usato la punteggiatura a loro consueta. Fino al 1931 - stessa stamperia - furono usate le virgole e solo nel 1935 col cambio della stessa, ma pur sempre inglese-londinese Thomas De La Rue & Co. viene eliminata del tutto la punteggiatura e da lì in poi rimane così. ==================== Che ne dite? Ci può stare? Sarà una conoscenza eremitica poco utile nel quotidiano, ma se è così si potrebbe dire che Il globalismo stava probabilmente già iniziando a mettere radici in quel periodo e questo fu un effetto collaterale. Servus, Njk ==================== - Foto di Numisma * Virgola, punto... a capo.3 punti
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No non è che io non voglia allargare la mia collezione, solo che il mio campo di interesse è abbastanza limitato, con un numero di monete non paragonabile alle emissioni di grandi città come Venezia, Milano, Roma, Napoli, Genova, Firenze e altro ancora, quindi i pezzi di mio interesse sono piuttosto limitati e molto spesso difficili se non impossibili da trovare, ecco perchè non ho una collezione esagerata, ma allo stesso tempo mi piacciono e sono interessato a tutte le monete ed alla loro storia a prescindere da dove vengano o dal loro paese di origine, e non è possibile collezionare questo, ma per sopperire al piacere di poter vedere le monete più disparate e sapere il massimo su di esse, rimane l'acquisto di un ottimo libro che possa raccontare tutto o quasi su di esse. La lettura poi mi appassiona tanto ed anche poter leggere le riviste ogni mese mi piace enormemete, sapere tante piccole curiosità, oppure approfondire una moneta in particolare è bello ed appagante. Poi come ben espresso sopra da Mario, questo evento coniuga tutto quello che io ho espresso, poter vedere le monete e scoprire i loro segreti con dei professionisti del settore, oltre alla presentazione e la consegna del Gazzettino n° 10. Insomma cultura, arricchimento ed esperenzia tangibile, cosa poter avere di più da un evento numismatico! Il format del workshop di Milano Numismatica offre tutto ciò in un luogo di prestigio nel cuore della città lombarda, sarebbe un vero peccato mancare e perdersi una giornata così, che farà sicuramente storia per tutta la numismatica italiana. 👍👍👍 AD MAIORA SEMPER3 punti
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DE GREGE EPICURI Sempre per gli anglofili, questa bella monetona d'argento (14 g) di Giorgio IV, del 1821. Sì, non è per fetta, ma mi posso accontentare.2 punti
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Bel frammento di raccomandata, di valore, .. affrancata con 1,25c del VII Centenario della morte di San Francesco del 1926,, valore di catalogo 40/45 euro, ..se la busta fosse stata integra solo questo francobollo avrebbe superato i 100 euro. L'altro francobollo è un Michetti 60c giallo bruno emissione del luglio 1926, se la busta fosse stata integra avrebbe superato i dieci euro di valore. La tariffa non mi torna è sovra-affrancata per 5c , ma essendo un frammento non sappiamo bene cosa ci perdiamo, gli annulli nitidi cerchio grande lunette vuote di Roma Via del Boschetto incantevoli.2 punti
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ATUALITÀ La Francia deve dare ogni anno tre mucche alla Spagna per un accordo ancestrale che continua a essere rispettato Il trattato delle tre mucche obbliga la Francia a consegnare questi tre animali alla Spagna ogni anno. È il trattato più antico d'Europa e continua ad essere rispettato ogni anno al confine tra i due paesi in un punto dei Pirenei. Ogni anno la Francia consegna 3 mucche alla Spagna attraverso un accordo che risale almeno al Medioevo. Immagine: Giornale di Navarra. Nel mondo in cui viviamo, i paesi hanno costantemente organizzato e stabilito relazioni. Oggi ci sono grandi accordi che gruppi di paesi realizzano per questioni amministrative, economiche,strategiche. L'Unione Europea è probabilmente uno dei più grandi accordi tra paesi del nostro tempo presente. Ma sotto questi grandi accordi, ce ne sono altri più modesti ma carichi di storia che sono una voce del passato. Uno dei più antichi accordi esistenti è quello ancora in vigore tra Francia e Spagna. Huffpost sottolinea che si tratta del trattato più antico d'Europa. Per questo motivo, da quando è diventato legalmente valido, la Spagna ha aumentato il proprio patrimonio di un totale di 1.938 vacche. Ma quel numero è sicuramente più alto perché le cose vengono da prima. Vediamo da dove viene la storia e di cosa parla. Nello specifico, in base a questo trattato, la Francia deve consegnare 3 mucche alla Spagna ogni anno. E non è qualcosa che accade da ieri. Lo scambio avviene ogni 13 luglio in un evento che unisce i due paesi, in due valli vicine. A nord la valle di Baretous in Francia ed a sud Roncal in Spagna. In un luogo specifico, ogni anno intorno a quella data arrivano i francesi con tre mucche per pagare il tributo. Le voci del passato La sentenza legale di questo accordo risale al Medioevo, e risale all'anno 1375. Ma gli storici sanno che questo tributo era stato pagato già un bel po' di tempo. Almeno circa 1200 anni prima. Tutto risale all'anno 125 della nostra era, quando ci fu una disputa, non molto grande, nei Pirenei. Quella disputa era dovuta all'invasione nella regione dei Cimbri e dei Baretonensi. Dopo i fatti, quelli del nord accettarono di pagare questo canone come risarcimento per quanto era accaduto. Erano i tempi dell'Impero Romano, ma alcuni popoli di origine teutonica, come i Cimbri, si erano avventurati a sud, raggiungendo anche la penisola iberica, dove incontrarono la resistenza delle popolazioni locali di origine celtiberica. Quelli del nord arrivarono, prima di questi avvenimenti, ad avere un'organizzazione tale da vincere alcune battaglie contro i Romani. Oggi le cose sono più rilassate, e gli eventi fanno parte della tradizione, e l'evento del 13 luglio è un'attrazione turistica della zona, che nel 2011 è stata dichiarata Bene di Interesse Culturale Immateriale dal governo della Navarra. Il nome dello scambio ha un nome ovvio: "il trattato delle tre vacche". Ci sono paesi che mantengono queste tradizioni oltre il passare del tempo. L'incontro tra due popoli Da quando l'accordo è stato legalmente espresso nel 1375, sono passati 648 anni, ed è stato rispettato almeno 448 volte. Nel XVII secolo ci furono problemi nella regione che ne compromisero la continuità, e poi piccoli incidenti o grandi eventi bellici nella zona ne impedirono per alcuni anni lo svolgimento. Anche così, i residenti lo ricordavano ogni stagione. I sindaci di Roncal e Beretous mettono le mani sulla pietra miliare 262, dove si trovava la Piedra de San Martín fino al 1858. Immagine: Consiglio provinciale della Navarra. L'appuntamento avviene in un punto chiamato Piedra de San Martin, dove è stato concordato lo scambio. Il momento supera il fatto amministrativo, poiché riunisce una moltitudine di persone che si avvicinano da entrambi i lati dei Pirenei. È un momento di comunione, di ricordare le storie, rivivere le usanze e, naturalmente, scambiare le mucche. Gli storici chiariscono che sebbene sia tradizionalmente conosciuto come tributo, non è tale perché non c'è vassallaggio, ma piuttosto un accordo tra pari, un contratto sinallagmatico. E c'è un copione da seguire: arrivano i rappresentanti di Roncal in abito tradizionale, cappello roncalese, mantella nera, calzoni corti, e i francesi di Baretous, in abito della domenica e con la fascia tricolore francese sul petto. L'incontro è al punto 262, poiché la pietra originale di San Martín è scomparsa nel 1858. Ogni gruppo rimane nel suo territorio, a 1.721 metri sul livello del mare. Il sindaco di Isaba, per tre volte chiede ai Baretonesi se sono disposti, come negli anni precedenti, a pagare il Tributo delle Tre Vacche per due anni, dello stesso manto e corna, e senza alcuna macchia o lesione. Gli interpellati rispondono di sì tre volte. https://www.ilmeteo.net/notizie/attualita/francia-deve-dare-ogni-anno-tre-mucche-alla-spagna-per-un-accordo-ancestrale.html Tributo de las Tres Vacas in spagnolo e Tribut des Trois Vaches in francese2 punti
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Ciao, sembrerebbe una variante del Goebl 1512b dove le lettere SI dovrebbero stare entrambe nel campo a destra della Provvidenza mentre qui sono separate "S (Provvidenza) I". Il 1512b viene dato come raro (1 esemplare), mentre questa appunto non è catalogata (a meno che non mi sia sfuggita). Domattina provo a vedere in un paio di cataloghi d'asta se trovo qualcosa di più, ma direi che hai pescato una variante rara e interessante della zecca di Siscia!2 punti
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Ciao a tutti! Più volte si è detto che le monete papali, in particolare quelle di epoca barocca, costituiscano per la pregevolezza e la varietà delle incisioni, un vero e proprio documento vivo dell'epoca. Un aspetto particolare è costituito dalle rappresentazioni architettoniche di monumenti, piazze, edifici, che costellano molte monete pontificie e che, riportate su tondello dai grandi maestri incisori dell'epoca, possano essere considerate delle vere e proprie "foto metalliche" del passato. Apro questa discussione su un'idea di Fabrizio @ilnumismaticocon l'intento di presentare monete la cui iconografia possa essere confrontata con altri documenti d'epoca, in particolare stampe, litografie, dipinti e acqueforti per trovare un parallelismo tra quanto riportato in moneta e quanto riprodotto con i metodi più tradizionali del tempo. Scopriremo insieme come le monete siano davvero un'istantanea di ciò che è stato e che ora spesso non è più! Partiamo! Volendo parlare di monete papali e monumenti, non posso non partire se non dal più iconico e famoso monumento della cristianità: Innocenzo XI (1676-1689), PIASTRA (Munt 38): al R/ il prospetto della Basilica di San Pietro. Su questa meravigliosa piastra, opera di Giovanni Hamerani, si può ammirare la facciata della Basilica Vaticana eretta tra il 1607 e il 1614 da Carlo Maderno sotto il pontificato di Paolo V Borghese (1605-1621). La legenda PORTAE INFERI NON PREVALEBVNT (Le porte dell'inferno non prevarranno), fanno riferimento al fatto che Innocenzo XI fu animatore della "Lega Santa" che portò alla liberazione nel 1683 di Vienna, assediata dai Turchi. Il Papa, mettendo in moto tutta la diplomazia pontificia, cercò di promuovere una grande Lega contro la potenza musulmana, ma riuscì solo a concludere una lega tra Impero e Polonia e ad ottenere contributi in denaro dagli Stati italiani; anche i cardinali si quotarono per ingenti somme e fecero oblazioni perfino delle argenterie personali. Per la guerra ai Turchi, la Camera Apostolica durante il pontificato di Innocenzo XI, inviò all'Imperatore oltre 5 milioni di fiorini. Ecco la piastra e a confronto lo stesso prospetto in un acquaforte del 1724.1 punto
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Sì, è una delle medaglie coniate in vari periodi da Paneuropa per promuovere il concetto di unità europea, che riportavano già allora la € (neanche il nome Euro è una novità, fu inventato negli anni '60 dal Movimento Federalista Europeo). http://collezionieuro.altervista.org/blog/curiosita/monete-euro-coniate-nel-1972-dal-movimento-internazionale-paneuropa/1 punto
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DE GREGE EPICURI Fabio Songa ci ha mandato il materiale su cui si baserà l'incontro ("Profectio e Adventus") PROFECTIO e ADVENTVS.docx1 punto
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Vede @viganò quello che trovo sconvolgente, è proprio l'assoluta incapacità di saper valorizzare il nostro immenso patrimonio culturale, avere intere collezioni di monete o di altre opere chiuse nei magazzini di un museo, magari nemmeno catalogate, è veramente triste, è una cosa abominevole.1 punto
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Ecco le immagini del taglio,a questo punto direi che è chiaro che la moneta è stata incastonata in un anello di metallo probabilmente per essere poi appiccagnolata e usata come ciondolo o medaglia...1 punto
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Uno sparo nel buio ? Antinoo, e sul verso un melograno,simbolo di immortalità. Antinoo ,il favorito di Adriano ,fu l'ultima divinità romana.1 punto
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Di questi giorni, 50 anni or sono, ho camminato per la prima volta tra i resti di Paestum e da allora lo ho fatto ininterrottamente, in Estate, per i successivi 37 anni . E' oggi il giorno di quella ultima visita di 13 anni or sono, che ricordo con 3 fotografie di allora, del monumento per me più bello, raro ed interessante . Raro per le inconsuete 9 colonne sul fronte principale e per la cella bipartita, interessante per il pieno stile arcaico nelle colonne del peristilio con accentuata entasi dei fusti ed echini larghi ed appiattiti nei capitelli . Di quello un tempo nominato 'basilica' ed ora Heraion 1, unisco dalla rete una pianta .1 punto
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E' tra i ragionamenti nel tempo posti in campo, @vindar che quelle colonne centrali potessero essere di sostegno al colmo del tetto ( magari per l' uso forse ancora non consueto di capriate ) . Quale fosse poi, per la presenza di queste colonne, la collocazione del simulacro della divinità, chiama altri ragionamenti, magari sulla presenza di 2 simulacri, chissà poi se per 2 diverse divinità associate . Ancora saluti1 punto
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Buongiorno, non ho ancora visto il video ma come non essere d'accordo con le Sue considerazioni? La famosa storia della "Nota 56" è sempre illuminante per capire come vanno le cose e come, purtroppo, l'andazzo vada bene a tanti.1 punto
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è Sabauda, epoca attorno ad Amedeo V, probabile che sia un falso d'epoca altrimenti penso ad un inedito visto che non ricordo monete cosi, ma in bronzo mi sembra difficile che sia della zecca. comunque molto interessante da approfondire.1 punto
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Lettera doppio porto, affrancata con coppia del 60c giallo bruno Michetti effige volta a sx emissione del 1926. Annullo di partenza di Chiaravalle (AN) frazionario con lunette con barrette del 12.7.27. .... annullo di arrivo di Ripe frazionario con lunette vuote del 13.7.27 ( Annullo nitido sempre presente quello di Ripe). Bell'insieme di pregio, sia per i francobolli '''abbastanza''' ben centrati (vedi catalogo per il valore) sia per gli annulli non comuni. BELLA !!!1 punto
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un paio di ingressi in biblioteca con articoli inerenti alla monetazione genovese: A.A.V.V. Memorie dell'Accademia Italiana di Studi Filatelici e Numismatici. Vol. II, fascicolo 3 e 4. 1985. Indice. Plessi G. – Sigillografia e araldica come supporti agli studi di Filatelia e Numismatica. –Gallamini P. – Riflessi dell’iconografia religiosa su monete e medaglie dell’Occidente. – Lunardi G. – Le monete dei Crociati. – Pesce G. – Luigini di contraffazione emessi in Liguria a paesi confinanti nel sec. XVII. – Panvini Rosati F. – Le collezioni numismatiche pubbliche in Italia. – Balbi de Caro S. – I problemi delle collezioni pubbliche. – Cocchi Ercolani E. – Le collezioni dei Musei dell’Emilia Romagna. – Picozzi V. Le collezioni pubbliche viste da un collezionista. A.A.V.V. Memorie dell'Accademia Italiana di Studi Filatelici e Numismatici. Vol. III, fascicolo 1. Reggio Emilia, 1986. Indice. Riva R. – Osservazioni sui denari di Q. Pomponio Musa. – Orlandoni M. Piombi medioevali negli scavi archeologici di Aosta. – Lunardi G. – Per una migliore conoscenza delle monete delle Colonie genovesi del Mar Nero. – Scerni N. – Il travagliato ingresso del nichelio nella monetazione italiana1 punto
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Esattamente la media tra le cifre che sono state dette ! Siamo fortissimi 😛1 punto
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Ottime osservazioni Njk, in effetti dopo il 35 i numeri sono senza punteggiatura. Con una sola eccezione, la serie del 9 gennaio 1940, stampata da Calcografia & Cartevalori di Milano, che usa i punti: (immagine da Bank Note Museum)1 punto
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É una questione estetica: si vuole dare un'immagine di insieme. Guarda questi denari celtici degli Eravisci nel Museo del castello di Bratislava (o Pozsony).1 punto
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Maestosi certamente @dareios it quei 3 templi, per me in particolare l' ex 'basilica' , per le caratteristiche non consuete che la distinguono . Una buona serata1 punto
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la 2133 è ancora della serie con la lettera d'officina.... quindi decisamente precedente per le 2150 e 2151 di cui ho diversi esemplari, dovrò girarteli in forma riservata, perchè molti non sono pubblicabili ... a oggi ormai ho qualche decina di migliaia di monete per la revisione che sto fsacendo, e molte le ho fotografate nei musei, e non posso divulgarle per Valentiniano ad esempio ho 552 monete indiscutibilmente classificabili con il ric (officina e legende incluse) e circa 1000 la cui classificazione è incerta per spezzatura di legenda o officina almeno.... certo nulla a confronto di Leone I di cui ho 2700 monete1 punto
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Non me l'aspettavo da te... Però effettivamente qualche volta è controproducente diffondere certe informazioni... Per esempio anche se siamo pochini a collezionare celtiche "ungheresi", io non diffondo mai notizie di una nuova moneta in asta o in un negozio online ... la sicurezza non è mai troppa!1 punto
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Attenzione le cosiddette spottmunzen devono essere monete originali che sono state modificate, non invenzioni di fantasia come questa:1 punto
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Alcuni esemplari sfregiati a scopo satirico sono comparsi anche in una recente asta Varesi.1 punto
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Eccezionale veramente, accorgersi di questi dettagli lascia a bocca aperta. Non posso aggiungere altro, oltre ai sentiti complimenti. Grazie!1 punto
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Aggiornamento: venduta a 75€ Dai, avevamo ragione un po‘ tutti. Complimenti per la vendita 💸1 punto
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Ciao a tutti amici, finalmente ho trovato il carlino del 1834: bruttino, lo ammetto, però pagato al prezzo di una pizza e una birra in un negozietto all'estero. Erano anni che lo cercavo senza vederne mai neanche l'ombra, non so se per scarogna mia o perché è veramente raro. Scusate per le foto che son più brutte della moneta1 punto
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Good night everybody! I recently got catch in the studying of English sterling pennies in their golden age, that is the later Middle Ages... what I found very interesting is the large spreading of this coinage use all around Europe: trying to deepen my information, I found a paper that I think could be very interesting: “The Sterling abroad”, by Alan M. Stahl (complete reference: Stahl, Alan M. and Korngiebel Diane. “The Sterling abroad”. The Haskins Society Journal 18:2006. Studies in Medieval History, edited by Morillo Stephen, NED-New Edition, Boyden & Brewer, 2007, pages 132-139). Does anybody has access to this paper? And, if so, could I ask to get in touch with me (by personal message, for example) in order to arrange sharing of it? Thanks in advance to whom will be able to give help!1 punto
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Quali altri cataloghi alternativi al Gigante 2024 ci sarebbero?1 punto
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Buono da 2 lire del 1927 è considerato raro, ma solo se falso? Anche i falsi hanno la loro rarità? È una novità o se anche in passato li classificavano così? Ringrazio chi possa chiarire.1 punto
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Grazie, quindi un primo sistema per riconoscere la patina artificiale potrebbe essere l'olfatto?1 punto
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Solo una piccola testimonianza tratta dal vostro lavoro in attesa di avere in mano il Gazzattino #10: Lo stemma della Piastra da 120 grana di Ferdinando II.1 punto
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Il mio cognome è Griffiths. Griffiths deriva dal grifone. Li raccolgo da una prospettiva egocentrica.1 punto
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Per integrare e far comprendere al meglio ciò che accadeva in zecca e quindi, di conseguenza, sul concreto su cui indagare, vi sottopongo un caso da me lungamente studiato e sottoposto all’attenzione, in conferenza, al convegno di Parma dell’anno scorso. Se partiamo, ad esempio da Carlo di Borbone, indagai sulla diversità della lettera V (primaria) alla U successiva incisa nella legenda delle monete auree del re. Mi chiesi come mai questo diversità…e del perché l’incisore adottò una lettere diversa dall’altra nel giro di un paio d’anni. Ovviamente gli studiosi a queste domande indagano per dare delle risposte e confrontando tutte le monete rapportate al cambio delle persone che entravano e/o uscivano dalla zecca arrivai ad una conclusione …. in questo caso è di certo quella corretta: Nel 1749 inizia la fabbricazione di moneta aurea e le prime monete ad essere liberate, il 2 dicembre di quell’anno sono i 6 Ducati d’oro (successivamente 4 e 2 ducati). In zecca lavoravano coni i De Gennaro, padre e figlio (Giovanni e Gaetano), sarebbe lunga attualmente spiegare anche alcune diversità nell’incisione dei coni, identificativi del padre e del figlio, ma quello che interessò la mia attenzione fu proprio le lettere V e U. Bene….... Nel 1750 il mastro di zecca era ancora Vincenzo Maria Mazzara, ma nello stesso anno lasciò la carica al figlio Domenico Maria Mazzara. Vi posso assicurare, dopo tutti i raffronti sulle monete auree fatte che proprio a cavallo dell’annata 1750, e quindi al cambio carica le monete auree di Carlo trasformano la lettere V in U di UTR. C’è, in sostanza una linea di demarcazione che segna questi coni, diversi dagli altri …… Ho fatto questo esempio concreto, e ve ne sono ancora tanti altri, per scrivere e spiegare, che a volte cerchiamo cose che non esistono, invenzioni e/o quant’altro potrebbe dire e non dire, come giustamente fatto osservare da @doppiopunto e che invece studiando e mettendo a confronto le monete, abbiamo la soluzione sotto gli occhi. E’ facilissimo dire, ma trascrivere è tutt’altro mestiere.1 punto
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Per MB la moneta ha circolato parecchi anni ed incomincia a perdere i rilievi più alti ed anche le date dell'anno e del valore, ecco la moneta. Spero di esserti stato utile. Saluti Marfir1 punto
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