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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/18/23 in tutte le aree
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Salve chiedo ai più esperti maggiori informazioni in merito alla cartolina in foto. Ringrazio in anticipo.3 punti
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Buongiorno a tutti, Sicuramente @Rocco68, il millesimo 1848 è sicuramente difficile da trovare e quindi anche nella versione più comune "taglio rigato e stella a 6 punte" attribuire "C" od al massimo "NC", mi sembra riduttivo e quindi ritengo che debba essere rivista la valutazione della rarità. Sto cercando nei passaggi in asta cosa si può trovare ed è stata una sorpresa ( la ricerca è ancora in corso ), trovare così pochi passaggi. Pertanto, a mio modesto parere, il 1848 dovrebbe essere considerato R in tutte le versioni. Tale millesimo è caratterizzato da tre diversi segni dell' incisore: A) Punto sotto il collo B) stella a 5 punte C) Stella a 6 punte. I primi due sono sicuramente rarissimi, il terzo è la versione più comune. A complicare le cose esistono due versioni del taglio: 1- Liscio 2- Rigato ( più comune ) che compaiono in base al segno dell'incisore, ma non è una regola. Pertanto le combinazioni possono essere molte. Cercherò nel mio prossimo intervento di fare chiarezza su questo punto. Un'ultima considerazione: il segno dell'incisore che è descritto come "Stella a 6 punte" , a mio parere dovrebbe essere definito come "Rosetta a 5 petali" in quanto i bordi arrotondati, il sesto petalo appena abbozzato mi fanno propendere per questa definizione. Posto la mia Cingranella 1848 Saluti, Beppe3 punti
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Qualche anno fa sono stato in villeggiatura nel Salento e anch'io a Casarano ho trovato un vero tesoro. Precisamente in località Casaranello ,nella chiesa di S.Maria della Croce, si tratta di strepitosi, stupefacenti, mosaici di V sec d.C . Del livello di quelli di Ravenna , bellissimi e misconosciuti ,per non parlare del ciclo di affreschi di X sec d.C , imperdibili, per dirvi .. l'Ultima Cena è raffigurata come una cenatio tardoantica ,mi sono venute le lacrime..2 punti
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Sembrerebbe dalle dimensioni (raffrontandola con quella in studio), un Nomos di Metaponto riconiato su un Gela?2 punti
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per me è plausibilmente un bronzo "visigoto" di Emerita (vedi Crusafont) le virgolette sono perché ritengo in modo abbastanza plausibile che questi materiali spagnoli non siano né Visigoti, né di Emerita .... comunque VI secolo circa al dritto di solito CIVITA con varie spezzature o simile saluti Alain2 punti
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L’evoluzione dell’alfabeto a Caulonia appare un po' più complessa. A giudicare dal dato epigrafico monetale la transizione della lettera iota dalla forma arcaica “a tre tratti” a quella più evoluta (I) appare un processo molto graduale e le due forme sembrerebbero coesistere per un periodo più lungo rispetto alle altre zecche. Ancora sugli ultimi conii della fase terminale della monetazione (gruppo J Noe: ca. 400-389/8), caratterizzati al D/ da simbolo variamente interpretato (trappola per uccelli? monogramma? fibula?), le due forme sono simultaneamente utilizzate. https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_1946-0101-579 https://www.acsearch.info/search.html?id=16823212 punti
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Hai pienamente centrato il problema. Le questioni che a mio parere andrebbero meglio argomentate sono varie: a) se si tratta di una moneta prodotta nella Grecia continentale (Corinto o altrove) e non in Sicilia per le caratteristiche tecniche evidenziate da Fischer-Bossert bisogna escludere sia che la legenda sia riferibile a Siracusa sia che il tipo raffigurato sia quello dell'Alpheus. Trovo infatti molto difficile che un esule siracusano, per motivi ignoti, abbia fatto coniare una moneta con legenda e tipi siracusani in ambito straniero. Poteva Corinto emettere moneta con etnico di Siracusa? Decisamente improbabile. Se un esule siracusano era finito a Corinto avrebbe semmai fatto riconiare la propria moneta (siceliota) con tipi e legenda corinzi. Non a caso proprio all'epoca dei Dinomenidi abbiamo una gran quantità di moneta siceliota (di Agrigento in primis) riconiata su stateri magnogreci. b) come si spiega il peso dell'esemplare in rapporto al presunto centro di emissione corinzio? I due chicchi al rovescio rappresentano il segno del valore (il doppio) come sostenuto? In tal caso dovrebbero esistere anche monete con un chicco solo (la metà). O piuttosto vanno letti in riferimento al tipo del D/ che quasi certamente rappresenta una divinità fluviale? Il rapporto tipologico non mi pare sia stato convincentemente chiarito. L'ultima parte del video con l'interpretazione del mito di Alfeo mi convince poco a dire il vero. c) bisogna essere molto cauti nel proporre confronti tra le monete con altre classi di materiali (ad es. la statuaria) quando non è chiara la pertinenza dell'esemplare e/o quando non si dispone di elementi cronologici incontrovertibili. E' una critica che fu mossa allo studioso già all'epoca dell'edizione del corpus della monetazione di Taranto (1999). Infine vorrei richiamare l'attenzione sul fatto che la alpha con tratto orizzontale, su cui pure si insiste, è presente sulle monete di Sibari con l'iscrizione NIKA che sono ben anteriori alla metà del V secolo a.C., datazione proposta da Fischer-Bossert per l'esemplare in questione.2 punti
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Buonasera, mi accodo alla discussione per presentarvi il mio 50 cent 1814 di Palmanova, dopo anni di ricerche ho trovato per me il giusto compromesso qualità prezzo, direttamente dall'asta NAC 139 del 27 giugno 2023 lotto 226: Palmanova. Napoleone I imperatore e re, assediato dall’esercito austriaco dal 26 ottobre 1813 al 20 aprile 1814. Da 50 centesimi 1814, Mist. Pagani 281. Frühwald 687. Raro. Spl VID-20230715-WA0000.mp4 dopo un video alla buona ...aggiungo anche foto del catalogo2 punti
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La pubblicazione raccoglie le ricerche e gli studi di circa trenta anni sulla Parpagliola milanese della Provvidenza. Sono descritte dettagliatamente in singole schede le varianti capostipite divise per reggente, 65 pagine e nove tavole con 200 esemplari illustrati con fotografie di ottima qualità, tabelle riassuntive e delle rarità.1 punto
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La famosa cosiddetta moneta di Gelone, che ha il volto del barbuto dio fluviale, è stata appena discussa da Wolfgang Fischer-Bossert che è fortemente in disaccordo con la sua attuale posizione nel pantheon delle monete. La conferenza è visibile al seguente link gratuito. La sezione pertinente inizia circa a metà. La conferenza è in inglese. Non rovinerò la conclusione della sua analisi con un riassunto, ma lui ritiene che non provenga direttamente da Siracusa e sia di data successiva. Spero che sia giusto postare un link video qui.1 punto
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Ciao Stilicho, in realtà nelle aste si vede abbastanza spesso , solitamente con meno di 20 euro va via , ma rimane una monetina affascinante..1 punto
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SMA nettare colma C SMANETTARE COL "MAC" Il virgolettato, però, è sulla seconda o sulla terza parola? Ciao. Stilicho1 punto
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Questa Piastra del 1857 mi ha dato filo da torcere , solo quando l'ho avuta in mano e pesata ho avuto certezza fosse un falso d'epoca.1 punto
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Non saprei, in realtà esistono dei dioboli di Metaponto con spiga/ testa di toro androprosopo ma sono molto diversi dal disegno riprodotto. https://www.acsearch.info/search.html?id=3585901 punto
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Vorrei sottoporre alla vostra attenzione un particolare che mi ha incuriosito osservando la tavola di Lelewel presa in esame da Fischer-Bossert nel video in questione. Alcuni disegni appaiono infatti alquanto fedeli agli originali che riproducono, altri meno. Proprio sotto il disegno dell'esemplare di cui si è discusso si nota una moneta (dovrebbe essere la n. 21) di cui non mi è chiaro il tipo riprodotto a sinistra. Sembrerebbe una spiga con testa di divinità fluviale ma potrei sbagliarmi e ignoro se nel volume di Lelewel sia stata attribuita a Metaponto.1 punto
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Vorrei fare una piccola precisazione riguardo l'immagine qui riportata: La scritta nella prima riga del R/ è I S X S ... ovvero (qui l'ho trascritto in alfabeto greco classico, ma sulle monete bizantine è facile trovare "residui" dell'alfabeto latino come "S" o la stessa sigma nella raffigurazione "C" o sigma lunata o la "L" anziché lambda) che tradotto significa Gesù Cristo Re dei RE.1 punto
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il titolo della discussione è buono anche per questa, mai vista una con G al posto di C1 punto
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Da Cuma nell' Eolide, un piccolo emiobolo ( 480-450 a.C. / 7.00 mm / 0.42 g ) di accattivante gusto arcaico, con al diritto testa di aquila con K Y ed al rovescio quadrato incuso quadripartito : SNG von Aulock 1623 . Sarà il 30 Luglio in vendita Naville 83 al n. 130 .1 punto
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Dobrý deň, toto nie je predajná stránka, preto je lepšie využiť iné platformy. (L'utente ha chiesto se qualcuno è interessato all'acquisto di questo oggetto, ne ha un pezzo da vendere; gli ho risposto che questo non è un sito di vendita e che per quello è meglio utilizzare un'altra piattaforma)(gentile collaborazione di Google Translator da e per lo slovacco)1 punto
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Anche gli incisori dei conii erano degli artisti, così come gli scultori e i pittori1 punto
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Leu Numismatik AG > Web Auction 26 Auction date: 8 July 2023 Lot number: 2465 Price realized: 180 CHF (Approx. 202 USD / 185 EUR) Note: Prices do not include buyer's fees. Lot description: EGYPT. Alexandria. Hadrian, 117-138. Tetradrachm (Billon, 25 mm, 13.94 g, 12 h), RY 18 = 133/4. ΑΥΤ ΚΑIC ΤΡΑΙAN•ΑΔΡΙΑNOC CЄΒ Laureate, draped and cuirassed bust of Hadrian to right, seen from behind. Rev. L I-Η Serapis seated left on throne, holding scepter in his left hand and extending his right over Cerberus at his feet to left. Dattari (Savio) 1479-80. Emmett 892.18. K&G 35.571. RPC III 5871. Beautifully toned and of fine style. Good very fine. From the Sam 'Duck' Reed Collection, ex Harlan J. Berk Buy or Bid Sale 67, 27 August 1991, 509. Starting price: 100 CHF illustrazione: statua di Serapide in trono, Museo Archeologico di Napoli1 punto
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in arrivo, con perizia Tevere, che mi farà tenerezza a toglierla... ma lo farò, in memoria, documentando la speriziatura. So che il 50 cent. non è letteralmente un pezzo veneziano, ma quasi. Per me lo è, per la storia sua, perché a Palmanova c'è stato forse l'ultimo assedio post-veneziano nel 1814. Vent'anni dopo la fine della Repubblica, dalle mie parti, Napoleone o no, si viveva ancora qualcosa di veneto, in un assedio austriaco che sembrava ininterrotto.1 punto
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Manca sempre meno, pochi giorni, a questo appuntamento di luglio! Vi aspettiamo tutti!1 punto
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Nessun fraintendimento, proprio di quelli parlavo... La mia interpretazione è esattamente quella proposta (con maggior dovizia grafica ) da @ak72, al netto dell'identificazione del follis anonimo su cui è stata battuta la moneta; potrebbe essere un follis anonimo di classe A come indica AK72, oppure di classe D, E o F, tutti con iscrizioni al rovescio che potrebbero essere quelle visibili dietro a Cristo. Riassumendo: hanno preso un follis anonimo (uno di quelli elencati sopra), e lo hanno ri-coniato con il Sear B 1853, mettendo il diritto di questa (Cristo in piedi frontale con Vangelo in mano) sul rovescio del follis anonimo, così che alcune lettere di quest'ultimo sono sopravvissute e appaiono come rettangoloni sulla spalla sinistra di Cristo, cancellando anche parte del nimbo in modo che la testa non sembri del tutto frontale. Probabilmente sull'altro lato (Costantino ed Eudossia), si troverebbero, al di sotto, tracce del busto di Cristo che stava sul follis anonimo.1 punto
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EDITATO DA CdC Se la moneta è stata riprodotta - tal quale - in una pubblicazione di metà ottocento vuol dire che qualcuno all'epoca l'aveva vista ... Il secondo esemplare (fino alla conferenza di Bossert ritenuto l'unico conosciuto) ha una provenienza da ripostiglio secondo quanto detto da Bossert e credo anche dalla Arnold Biucchi autrice dell'articolo pubblicato su questo pezzo1 punto
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Questo il mio, ho cercato di evidenziare la moneta precedente. Attenzione sul lato opposto della tua1 punto
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Uno scritto equilibrato, istruttivo, approfondito e di piacevole lettura come al solito. Una domanda che mi sovviene da quanto ho appreso sulle monetazioni magno greche qui sul forum e grazie a te in particolare: ho notato nella prima serie di esemplari l’utilizzo della forma arcaica del carattere iota (a tre segmenti). Il passaggio da questa forma a quella successiva e più semplice ha seguito, a Caulonia, tempistiche sovrapponibili a quelle di altre città come Terina ad esempio, nel terzo quarto del secolo V a.C. ? Oppure ha avuto uno sviluppo differente?1 punto
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Ringrazio vivamente @Deinomenid per aver postato il link di questo interessante approfondimento di Fischer-Bossert su una moneta di cui si è ampiamente discusso, anche su questo forum. Condivido tuttavia in pieno i dubbi sollevati da @Archestrato. In primis c'è una diffusa tendenza a voler trovare ad ogni costo una spiegazione storica per ogni esemplare che sia raro (se non unicum) senza tener conto che la moneta non sempre rispecchia dinamiche storiche e politiche dell'autorità emittente ma il più delle vote è svincolata da esse. In secondo luogo , proprio in considerazione della particolare esecuzione stilistica della moneta, nutro non poche perplessità nell'accettare la datazione "bassa" proposta dallo studioso.1 punto
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Buongiorno ieri mattina, domenica, durante il mio giretto in bicicletta, capito a Viale Trastevere; mi ricordo che a un certo punto, ci sta un pezzo del "famigerato" mercato di Porta Portese. Ci arrivo e scovo un banchetto di monete (che poi è il solo che c'era...). Aveva una ciotola, 5 monete per 2 euro; questo è il pescato. 5 franchi Africa Equatoriale - Cameroun 1972 Nigeria, 6 pence 1959 Oman, 25 baisa 1390 -1970 Afghanistan, 25 pul 1352-1973 e in ultimo, 100 lire 1966, (non messa troppo male, per sostituire quella vecchia)1 punto
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Buona Giornata Riprendo questa discussione sulla sigla "FERT" in quanto facendo altre ricerche mi sono imbattuto in questa nota sul motto "FERT" scritta dal Conte Luigi Gioppi di Turckheim e pubblicata su "Miscellanea numismatica" di Ott.-Nov.-Dic. del 1922 e ho pensato di condividerla1 punto
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Un sentito grazie agli addetti ai lavori. Hanno fatto una ricostruzione magnifica di una delle perle storiche che il mondo ci invidia.1 punto
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2.300 reperti antichi digitalizzati e interamente accessibili sui progetti Wikimedia grazie alla collaborazione tra Museo Egizio, Wikimedia Italia e Creative Commons Italia -> https://www.draft.it/cms/Contenuti/museo-egizio-reperti-wikipedia/?fbclid=IwAR29p_N7gbZkEbUrFG8Fh-N4qW7C4XfgCp6IX-01xpNqr41j8foQzaJR60Q Sono 2.300 i reperti del Museo Egizio digitalizzati e accessibili su Wikimedia, su un patrimonio di circa 40.000 conservati a Torino all’interno del museo più antico al mondo dedicato alla civiltà nilotica. È il primo risultato della convenzione quadriennale stipulata nel 2022 tra Wikimedia Italia, Museo Egizio e Creative Commons Italia, che prevede una collaborazione tra gli enti per rendere disponibili on line le riproduzioni fotografiche e i contenuti delle collezioni del Museo Egizio, adottando gli strumenti e le licenze Creative Commons. Nel quadro della collaborazione tra il Museo, Wikimedia e Creative Commons, Wikimedia Italia sta caricando le immagini provenienti dal sito del Museo dedicato alla collezione su Wikimedia Commons, la più grande banca dati al mondo che già ospita oltre 90 milioni di immagini liberamente utilizzabili, e Wikidata, il database collaborativo che favorisce la ricerca di contenuti online. Christian Greco, Direttore del Museo Egizio ha dichiarato: “I musei sono l’enciclopedia materiale delle generazioni che ci hanno preceduto. Come sottolinea l’articolo 9 della nostra Costituzione, la Repubblica custodisce il patrimonio culturale e la ricerca tecnico-scientifica. Le nostre collezioni, quindi, appartengono alla res pubblica e rappresentano un pezzo di memoria collettiva che le generazioni precedenti ci hanno lasciato in eredità. Dunque, per far vivere la collezione, per far in modo che lo studio si sviluppi e che si sviluppi l’industria culturale e creativa, c’è necessità assoluta che tutte le collezioni siano accessibili a tutti e in ogni luogo”. Grazie a questa collaborazione, saranno rese disponibili online le immagini di migliaia di reperti custoditi al Museo Egizio, insieme ai dati relativi alla cronologia, alla provenienza dei reperti e ai loro materiali. Si tratta di materiale che arricchisce in maniera puntuale e con testi scientificamente corretti le voci di Wikipedia nelle varie edizioni linguistiche e che permette di facilitare la ricerca su internet di immagini, dati e informazioni sulle collezioni del Museo Egizio. “L’apertura del Museo Egizio è un importante esempio di come le istituzioni hanno l’opportunità di aprirsi al pubblico, essere accessibili e inclusive e potenziare la propria funzione al servizio della società, in collaborazione con Wikipedia, i progetti Wikimedia e usando strumenti e licenze libere Creative Commons – spiega Iolanda Pensa, Presidente di Wikimedia Italia – Siamo molto felici di sostenere il Museo Egizio in questo percorso e siamo a disposizione per affiancare tutte le altre istituzioni italiane che vogliono adottare l’Open Access e muoversi sempre di più verso la definizione di museo dell’International Council of Museums (ICOM), che li vuole proprio accessibili, inclusivi e aperti al pubblico”. L’Egizio è tra i musei all’avanguardia in Italia sulla digitalizzazione e sul tema dell’Open Access. Già prima della pandemia aveva lanciato il Turin Papyrus Online Platform (TPOP), vincitore del Premio del Patrimonio/ Premio Europa Nostra 2020 nella categoria “Ricerca”, che contiene fotografie ad alta risoluzione, descrizioni in inglese e talvolta traslitterazioni e trascrizioni geroglifiche di una parte dei 700 manoscritti, interi o riassemblati, e oltre 17.000 frammenti di papiro, che documentano più di 3.000 anni di cultura materiale scritta in sette scritture e otto lingue, conservati nella papiroteca del Museo. Un work in progress volto a rendere accessibile la Collezione papiri dell’Egizio, che è esposta in minima parte. “L’esperienza con il Museo Egizio può fare da modello apripista per tutte le istituzioni che intendono condividere il proprio patrimonio culturale con la collettività – dichiara Deborah De Angelis, lead di Creative Commons Italia – realizzando la missione che le caratterizza di conservazione e divulgazione della cultura e del sapere. La cultura aperta si identifica in uno spazio di libertà e di condivisione, nel quale è possibile per chiunque, in modo democratico ed egualitario, avere accesso alla conoscenza in ogni parte del mondo, per non perdere le opportunità offerte dalle tecnologie emergenti e sostenere l’innovazione e il progresso sociale, nonché incentivare le forme di creazione collaborativa”. Sul sito i visitatori e studiosi possono consultare una selezione di quasi 3.000 dei circa 4.000 oggetti della collezione del Museo Egizio. Le immagini sono scaricabili e riutilizzabili liberamente sotto licenza Creative Commons CC BY 2.0. Mentre nell’autunno 2021 è iniziata la digitalizzazione dell’archivio storico fotografico del Museo, che custodisce circa 45.000 suddivise tra lastre in vetro e su celluloide, stampe ottocentesche e novecentesche, diapositive, che documentano un arco temporale tra la seconda metà dell’Ottocento e i primissimi anni Duemila e che documenta per immagini le Missioni archeologiche italiane dal 1903 al 1937 in 14 località in Egitto, che portarono a Torino oltre 30.000 reperti. L’archivio storico fotografico digitale l’anno scorso è stato insignito del Premio Museo Open Culture Italia, ideato da Icom-Italia (International Council of Museum), Wikimedia Italia e Creative Commons Italia. Nell’ambito di questa strategia volta a digitalizzare e a portare sui pc di appassionati e studiosi i reperti dell’antico Egitto, si inserisce la collaborazione con Wikimedia e Creative Commons. La collaborazione tra Wikimedia Italia e il Museo Egizio può essere d’esempio per molti altri musei italiani più cauti rispetto al tema dell’open access. Per facilitarli, Wikimedia Italia ha lanciato “Tutti i musei su Wikipedia”, promosso in collaborazione con ICOM Italia, Creative Commons Italia, il Dipartimento di Economia e Statistica “Cognetti de Martiis” dell’Università di Torino, con il co-finanziamento di Wikimedia Foundation. L’iniziativa ha l’obiettivo di invitare tutte le oltre 3.000 istituzioni culturali italiane a collaborare con Wikipedia e i progetti Wikimedia, accompagnandole nell’elaborazione di una Open Access Policy e nella pubblicazione di una selezione di immagini e documenti con strumenti e licenze libere. È rivolta a tutti i musei del territorio italiano, che grazie a questa collaborazione possono raggiungere nuovi visitatori e studiosi attraverso internet. Per accedere alle risorse qui: -> https://collezioni.museoegizio.it/1 punto
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Ma lo faccio anch'io nelle mie pubblicazioni (mi faccio auto-pubblicità) nelle riviste scientifiche di classe A. Figuriamoci se non lo fanno anche quelli più esaltati di me....1 punto
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Almeno questo, anche se nulla rimborserà lo stress accumulato in quasi due mesi di attesa.1 punto
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BB+ la prima e qSPL le altre 2. Anche se il colpetto al bordo dell'ultima la rende meno attraente.1 punto
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sempre se trovi chi paga e la moneta deve essere davvero interessante, ho dei bei pezzi e pure commerciabili con perizia eppure il mercato tace sempre ogni volta che li metto in vendita, pertanto ci ho rinunciato, li tengo, e la mia idea di far gruzzolo per monete più interessanti è sfumata, rimane tuttavia la branca del settore che preferisco.1 punto
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Ciao, oggi condivido un denario dell'imperatore Antonino Pio (138-161 d.C) recante sul rovescio la raffigurazione del modio o moggio (modius) con spighe di grano che fuoriescono da esso e con la scritta Annona ( che era la dea delle messi e dei buoni raccolti) coniato a Roma tra il 141 ed il 144 d.C. imperatore cosiddetto adottivo ( fu designato suo successore da Adriano poco prima che morisse pur non avendo nessun legame dinastico) governò per circa 24 anni ed il suo regno fu caratterizzato da un lungo periodo di pace (le campagne militari si limitarono principalmente alla salvaguardia dei confini tranne che in Britannia) e di benessere per l'impero. Era molto credente e seguiva le tradizioni e gli dei della religione romana ma nel contempo non perseguito' mai coloro che professavano culti diversi mostrandosi quindi molto tollerante. Grazie al suo ottimo governo gli fu attribuito l'appellativo dì Pio che ne fece, senza ombra di dubbio, uno degli Augusti più amato e che gli permise di morire nel suo letto all'età dì 75 anni cosa che sappiamo non era proprio prassi comune, anzi 🙂. Il Senato e la politica, i governatori delle provincie e quindi tutto il popolo trassero enormi benefici dal lungo periodo di Pax Romana che con lui divenne realtà. Ritorno sul rovescio della moneta e sul modio che vi è raffigurato. Era un'unità di misura per derrate alimentari secche (es. grano) pari ad 8 73 lt. ed era generalmente in rame di forma cilindrica o anche conica. Abbinato alla legenda Annona è chiaramente un messaggio di buon auspicio per I raccolti affinché fossero copiosi e che venissero poi equamente distribuiti al popolo tutto. Da esame diretto risulta coniato ( spero ai tempi di Antonino) , abbastanza centrato, con buon metallo (erano in ottimo argento) ed ha circolato quindi svolto la sua funzione. Ogni intervento su quanto esposto e la condivisione di vostri esemplari di denari sarà ovviamente gradita 🙂. Grazie ed alla prossima ANTONIO 17,50 mm. 3,38 g. RIC 62 MODIO1 punto
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Salve a tutti, in una vecchia scatola di famiglia ho ritrovato un vecchio gioco che mi ha riportato a quando ero un bambino! Domino filatelico, regalatomi da mio nonno, ovviamente abbonato di cronaca filatelica.. vi mando una foto, volevo condividere con voi! Ho anche trovato sul web un ritaglio delle regole1 punto
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Buona serata a tutti. Piastra di Ferdinando II del 1838 . Unica in tutta la sua serie di Piastre ad avere il sottocorona rigato.1 punto
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Buon pomeriggio, volevo porre alla Vostra attenzione questo bagattino con leone in quadro, che mi sembra presenti un grossolano errore di battitura, evidenziandosi sostanzialmente due rovesci. In ogni caso in quello che identifico come D/ si riescono a distinguere unicamente le lettere R C seguite da due rosette, e nel riquadro verosimilmente il leone sovrapposto alla Beata Vergine col Bambino. L' "esergo" appare essere muto. Al R/ si identificano due rosette e il leone in quadro, ruotato di 45° rispetto all'esergo dove si intravedono una rosetta, seguita da quella che identifico come una I, e da una seconda rosetta. g. 1,16; diam. mm. 17-18 Nella mia modesta esperienza è la prima volta che mi imbatto in un bagattino con questi grossolani errori, non avendo trovato un articolo corrispondente sul forum, ed è per questo che Vi chiedo se rappresenta un fatto inconsueto o unicamente una mera e frequente curiosità. Grazie a Tutti per quanto vorrete rispondere.1 punto
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Bagattino del 1609. In questo caso risulta prassi normale. Erano abituati a ribattere i sesini. Bagattino uscito male ribattuto nella più piena tranquillità.1 punto
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Alla faccia! Ma andiamo a vedere a questo punto quanto vale la banconota da Mille Lire di Giuseppe Verdi. Innanzi tutto il suo valore è dato soprattutto dallo stato di conservazione della banconota. Infatti se ci rechiamo da un collezionista o da un numismatico portando un pezzo sgualcito o con segni molto visibili, lo stesso potrebbe valere molto meno. Solitamente una di queste banconote oggi come oggi viene pagata intorno ai 3000 euro ma molti esperti sottolineano che nel giro di pochi anni potrebbe quintuplicare le proprie quotazioni e questo significa che potrebbe tranquillamente arrivare ai 15 mila euro, se non di più. Ci vuole veramente una faccia come il cu.. cuoio per pubblicare ste cose!0 punti
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