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  1. ARES III

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/07/23 in tutte le aree

  1. Ciao, oggi condivido un denario dell'imperatore Massimino Trace (235-238 d.c.) con la raffigurazione sul rovescio della dea Vittoria coniato a Roma nel suo primo anno dì regno. È rappresentata ovviamente alata, andante e con corona d'alloro che regge con la mano sinistra e lunga foglia dì palma con la destra. È un denario celebrativo coniato forse proprio per la sua salita al potere (in sostituzione del suo predecessore Alessandro Severo vittima dì una congiura insieme alla madre Giulia Mamaea) o anche per qualche vittoria nelle sue perenni campagne militari (fu l'unico imperatore che non mise mai piede a Roma in più di 3 anni proprio perché impegnato in guerra). Acclamato imperatore dal suo esercito (era un ottimo militare) diede il via al periodo della cosiddetta "anarchia militare " che durò per circa 50 anni (periodo molto infelice per l'impero sotto tutti i punti di vista) dove gli imperatori venivano scelti dall'esercito senza tener conto della successione dinastica (che aveva designato quasi tutti gli Augusti precedenti). La sua parabola fu breve ed una delle cause principali fu l'enorme pressione fiscale che impose per sostenere le campagne militari che gli mise contro le classi sociali più agiate ed il senato che non esitarono a farlo eliminare dal suo stesso esercito. Da esame diretto il denario è coniato (spero nel 235) ,ben centrato con un ottimo modulo e buon peso nonostante l'usura, ed ha evidentemente circolato. Postate pure i vostri esemplari che è sempre cosa molto gradita. Grazie ed alle prossime ANTONIO 21mm 3,57g RIC 16
    5 punti
  2. Ho trovato una spiegazione in un commento di CGB riguardo una moneta di Valeriano: L’interpretazione (Saturno con falce) è stata finora travisata. Nella fattispecie i rovesci di Valeriano, Gallieno e Claudio II sarebbero più vicini al quello raffigurante l’aeternitas augustorum sotto Filippo l’Arabo, con un mahout che guida un elefante con l’ancus in mano (l’ankusha indiana), il pungolo del mahout). AETERNITATI AVG , « All’eternità dell’Augusto »: L’imperatore, vestito da sacerdote o da auguro e reggendo l’ancus, visto come l’eterna guida del mondo. Non so se questa interpretazione, ripresa (proposta?) da Sylviane Estiot e Jérôme Mairat è ormai condivisa, e se si può applicare ugualmente a tutti i rovesci sopracitati.
    5 punti
  3. La pubblicazione raccoglie le ricerche e gli studi di circa trenta anni sulla Parpagliola milanese della Provvidenza. Sono descritte dettagliatamente in singole schede le varianti capostipite divise per reggente, 65 pagine e nove tavole con 200 esemplari illustrati con fotografie di ottima qualità, tabelle riassuntive e delle rarità.
    3 punti
  4. Ciao, per quanto mi riguarda per fortuna nessuna. Raccolgo monete imperiali comuni e di modestissimo valore economico percui quando una mi piace e mi comunica qualcosa l'acquisto senza grossi problemi e con grande gratificazione personale . 😶. ANTONIO
    3 punti
  5. Riassumendo ci saranno 5 ottimi motivi per esserci : 1) la presentazione degli autori e la consegna del Gazzettino 10 2) il workshop ai tavoli con i Tutor sulla qualità delle monete 3) il momento della moneta donata ai giovani 4) il momento conviviale del pranzo numismatico 5) una chicca che comunicherò più avanti con un intervento autorevole che riguarderà la tematica del collezionismo numismatico e che interesserà per gioco forza tutti noi.
    2 punti
  6. Ciao a tutti, proseguo nella discussione con un ulteriore 1847, anche questo, similmente all'esemplare già postato, presenta qualche cosa sotto / intorno al "7". Mi domandavo se fosse già aperta una discussione simile sui tarì...
    2 punti
  7. Nulla da aggiungere alla sintetica ma corretta spiegazione di Fabrizio, che ormai su Milano bazzica da parecchio tempo! Il pegione (appunto di lega peggiore) era valutato un soldo e mezzo, quindi dalla equivalenza 1 soldo = 12 denari abbiamo un valore di 18 denari per questo nominale milanese introdotto appunto sotto Galeazzo II e Bernabò. Mi permetto di divagare leggermente, facendo notare come nella produzione monetaria milanese del tempo l'emissione di pezzi da un soldo venne terminata con Azzone per poi riprendere sotto il governo Gian Galeazzo. Fu invece massiccia in questo arco temporale la produzione di monete da un sesino (6 denari). Si delinea così una produzione monetaria che oblitera il nominale argenteo "base" del soldo, per concentrarsi sull'emissione di moneta multipla o divisionale. Curioso! Cordiali saluti, Antonio Rimoldi
    2 punti
  8. Buona Serata, ritorno al millesimo 1846, ringraziando chi l'ha già postato. La Cingranella con tale data non presenta varianti degni di nota. Si possono rilevare soltanto alcune differenze di poco conto nella disposizione delle cifre ( 4 piccolo leggermente ruotato rispetto alle altre), ribattiture nella legenda, da considerare normali in una moneta di piccolo modulo ( naturalmente sarei felicissimo che qualche collezionista mi smentisse). E' considerata comune dai principali Manuali ( Magliocca, Gigante e Nomisma ). In base ai passaggi in Asta invece si nota che sono molto di meno rispetto ai millesimi 1836-38, pertanto, a mio parere, andrebbe considerata "R" o perlomeno NC. Posto la mia, scusandomi per la foto poco definita. Saluti, Beppe
    2 punti
  9. Saluti a tutti, Alberto @Litra68 la moneta che hai postato al #21 è piuttosto difficile da trovare e quindi penso sia rara. Caratterizzata al D/ da SICILIE ed al al R/ dal segno di interpunzione a rosetta a 5 petali tra AMMI e DI che diventano due dopo FRAN. Come sempre non si comprende questa estrema variabilità ed il significato della stessa. Posto il mio 2 Grana che è simile al tuo. Buona Giornata
    2 punti
  10. Un’altro storico appuntamento da non perdere, peccato solo che duri una giornata, sono quegli avvenimenti che non vorresti finissero mai. Il pranzo è poi uno dei momenti di divagazione che comunque rimane sempre legato alla passione che unisce tutti i presenti, la numismatica, fulcro e motore della nostra passione comune.
    2 punti
  11. Ciao a tutrti, ho comprato un lotticino di una ventina id monete (quindi già capite che questa sarà solo la pima che vi presenterò...), tutte "tardo impero". Alcune sono riconoscibili, altre meno. Questa tutto sommato lo sarebbe anche, ma non riesco a trovarla nei cataloghi! Al diritto, testa radiata rivolta a destra; la legenda non è molto leggibile, ma a me sembra di vedere un CLAVDIVS (la "V" di mezzo proprio sulla verticale dello spazio tra l'ultimo raggio della corona ed il bordo della stessa) Al rovescio si legge molto chiaramente "...ITATI AVG", forse anche un "ERNITATI AVG" e si vede una figura vestita rivolta a destra con uno scettro lungo (o lancia) tenuto trasversalmente nella destra ed un oggetto nella sinistra che potrebbe anche essere una falce (che tornerebbe con AETERNITATI AVG, raffigurante Saturno con la falce... ma senza scettro!) Qualcuno ha qualche idea??? Grazie anticipate a tutti
    2 punti
  12. Condivido volentieri l’esemplare in oggetto proveniente da asta 30 E-Live di Nomisma del 23-24/1/2023, Lotto 443, così descritto in Catalogo con relative foto, oltre foto personali: NAPOLI Ferdinando IV (1799-1805) 6 Tornesi 1801 - Magliocca 348a CU (g 18,22) RRRRR Variante dritto P: . Piccole screpolature al R, graffio al R/. Grading/Stato: SPL Saluti, Domenico
    2 punti
  13. Il dettaglio è importante. E vero che nell'originale una parte (piccola) della "M" è tagliata, ma nel falso questo dettaglio è notevolmente accentuato e discriminante. Esistono diversi tipi di falsi, ma quello con questa peculiarità è uno dei più comuni. C.V.D. Ti hanno detto di che materiale potrebbe trattarsi?
    2 punti
  14. Buongiorno, la moneta postata è comunque un "grosso" da un soldo e mezzo. Detto anche "pegione". Il volatile sopra riportato è un aquila ad ali spiegate, non un piccione. Io ho sempre pensato che il nome "pegione" derivasse da "peggiore" per via del minore contenuto di metallo nobile rispetto al grosso da 2 soldi milanese. Il grosso da 2 soldi dovrebbe stato di 24 denari imperiali, mentre il pegione (pegionum) da 18 denari imperiali. @anto R potrebbe certamente chiarire meglio questo aspetto. (per Antonio, sono Fabrizio Colombo 😄). Un saluto a tutti.
    2 punti
  15. Trovo questa moneta molto bella pur vissuta, con due effigi bene apprezzabili nei dettagli. A me piace molto il dritto, con ritratto di Claudio II un po' meno "spigoloso" dell'abituale. Poi, mi sembra che questo rovescio non sia molto comune (io non l'ho mai visto) per quello che può valere il mio pensiero di semplice appassionato. Hai fatto una bella presa, @Fiore151! Ciao. Stilicho
    2 punti
  16. Vorrei aggiungere al rammarico delle "mancate occasioni" anche qualche gradita ed insperata aggiudicazione. Collezionando monete di una piccola zecca, fin da ragazzo ho sempre dato per scontato che un pezzo sarebbe rimasto tra i desiderata considerandone l'estrema rarità. Ma mai dire mai! Qualche tempo fa ne appare uno in asta. Decido di provarci almeno per poter poi dire che il tentativo l'ho fatto. Arriva il giorno, seguo il live e in quel momento mia moglie decide di seguirlo assieme a me... (essendo anche lei collezionista, non di monete, condivide la mia passione). Ciononostante avrei preferito esser solo per non aver titubanze nell'offrire. Si parte con una base bassa che subito sale ma i miei click si susseguono uno dietro l'altro considerando che il mio limite è ancora lontano. Poi accade una cosa inaspettata. Le offerte rallentano fino a fermarsi. Il banditore inizia con il classico 1, 2... e prima di chiudere con il liberatorio 3, decide di riprendere daccapo la descrizione della moneta sottolineandone l'estrema rarità. Ovviamente non è la prima volta che partecipavo ad un asta online e tante volte ho abbandonato o semplicemente perso ma senza remore... ma questa volta ci tenevo. Cavolo se ci tenevo! Con un'emozione che credo molti di voi comprenderanno esplodo di fronte al monitor del PC con un urlo: "CHIUDIIIIIIIIII" che manco Martellini ai mondiali di Spagna. ...3. Aggiudicata! Osservo il monitor. Guardo mia moglie... Ad alta voce mi chiedo se sono io l'ultimo offerente... Il banner sotto l'offerta è verde! Sono io!!! La moneta è mia! Ed ad un quarto del mio massimo o meglio, del massimo che sapeva mia moglie... io sarei andato oltre 😇. Questo per far comprendere che i rammarichi per le mancate occasioni vanno compensati appieno dalle aggiudicazioni. Ora c'è una variante altrettanto rara che mi farebbe chiudere il cerchio delle emissioni di questa zecca da me collezionata... ed è tra i sogni irrealizzabili come quella precedente...😜
    2 punti
  17. Un mare di occasioni mancate, che per fortuna ogni volta cancello dalla mente per non incazzarmi come un bufalo nei miei confronti. Le motivazioni vanno dalla carenza di mezzi finanziari (la più frustrante, ma allo stesso tempo la più giustificabile), alla troppa prudenza, al giudizio (mio) non completamente azzeccato, al malfunzionamento del collegamento, persino alla dimenticanza del giorno o dell' orario dell'asta. Non chiedetemi quali siano le singole monete perse perché inserirle sarebbe per me un ulteriore colpo.
    2 punti
  18. Ritorna “ Milano Numismatica “ l’11 novembre 2023 a Milano all’Hotel De La Ville, fermata MM1 Duomo. Milano Numismatica sarà un contenitore numismatico per gli appassionati, i studiosi, i collezionisti e i giovani che amano la numismatica. Ci saranno più ingredienti che verranno man mano comunicati, in primis la consegna e la presentazione da parte degli autori stessi del nuovo Gazzettino di Quelli del Cordusion.10, sarà anche l’occasione per festeggiare questo numero importante e speciale. Rifaremo ai tavoli un workshop sulla qualità e conservazione delle monete assistiti da esperti Tutor divisi per diverse monetazioni e periodi storici. Tornerà’ “ la moneta donata ai giovani “ e anche una chicca per i collezionisti numismatici che divulgheremo dopo l’estate. Aperto a tutti, ma essendo limitati i posti, è’ opportuno confermare la vostra presenza o qui o a [email protected]
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  19. Buongiorno a tutti. Ho pensato oggi di rendere partecipi della mia piccola raccolta di denari degli Eravisci che ho iniziato a collezionare da poco tempo. Lo so, alcune foto sono un po' brutte (forse per la mia inettitudine con gli strumenti tecnici, forse per la qualità di alcuni pezzi) ma nel complesso rendono meglio, ed è per questo che ho deciso di metterle tutte insieme. Precisazione: l'ultima moneta non è un denaro ma un quinario imitativo attribuito con probabilità, ma non con assoluta certezza agli Eravisci. Il pregio di queste monete, secondo me, sta nella testimonianza di una popolazione di cui non si conosce molto (quasi niente) all'infuori della loro monetazione. RAVIS-RAVIT-RAVISC... era il termine, a parere di molti studiosi con il quale questo gruppo di Celti si definiva. Che dire, non sono raffinate come le monete greche ma al sottoscritto piacciono. Voi cosa ne pensate?
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  20. 41 monete celtiche d’oro trovate nel campo con metal detector e scavo. Il cercatore pensava fossero tappi di liquore Wolfgang Herkt, 60enne, volontario per la conservazione dei monumenti, ha scoperto in un campo, con il metal detector, 41 monete d’oro celtiche nella frazione Baitz, nel piccolo comune di Bruck – 3.900 abitanti – nel Brandeburgo, in Germanio. Il tesoro è forse frutto degli antichi scambi commerciali tra l’area tedesca e una fascia europea che si disloca tra l’attuale Francia, la Svizzera, la bassa Germania e il settentrione italiano. Gli scavi faranno luce sul motivo per il quale l’oro dei Celti fosse sepolto in quel campo. Si cerca di capire, ad esempio, se in quel punto sorgesse un santuario antico e questa fosse un’offerta votiva. O se se fosse un tesoretto personale messo in salvo da qualche abitante della zona. Per ora non sono state trovate monete d’altre tipologie, lì attorno. All’inizio Wolfgang Herkt si è imbattuto in un mucchio di ceramica frantumata, tra i solchi degli aratri, in un campo. Aveva il permesso del proprietario del terreno, così ha approfondito la ricerca, utilizzando anche un metaldetector. All’improvviso, nella zolla, emergente, ha notato quello che gli è apparso come il tappo dorato di un liquore. Lucido, perfetto. Diremmo noi italiani: come un’orecchietta d’oro. Alla fine sono stati trovati 41 pezzi di monete lisce a coppella. “Questo è di per sé straordinario. – commentano i responsabili comunali del municipio di Bruck, in una nota – Ma le monete non solo hanno più di 2000 anni, ma sono soprattutto di origine celtica. I Celti non hanno mai vissuto in Brandeburgo. Ciò indica una vasta rete nell’Europa antica. Le cosiddette ciotole arcobaleno sono fatte principalmente d’oro, argento e un po’ di rame. Si tratta quindi di una delle più grandi scoperte di monete celtiche di questo tipo e del primo oro celtico in assoluto nel Brandeburgo. Le monete sono state dissotterrate nel sito di un insediamento della cultura Jastorf germanica. Nella primavera 2022 al Museo Archeologico del Land Brandeburgo, dovrebbe essere aperta una mostra dedicata a questo straordinario ritrovamento”. La cultura di Jastorf fu una cultura archeologica dell’età del ferro diffusa nell’attuale Germania settentrionale. Durò dal VI al I secolo a.C., dando vita alla parte meridionale dell’età del ferro pre-romana. L’intervento archeologico seguito alla scoperta di materiale affiorante “Altri vanno a pescare. Per me fare ricerche e curare monumenti è una passione analoga” – dice Herkt – “L’area era compatibile con possibili insediamenti molto antichi. Ho scelto di perlustrare un tratto della valle di Baruther Urstrom per la conformaziione del terreno e la presenza d’acqua. Mi sembrava un luogo ideale per un antico insediamento. Ho notato immediatamente frammenti di ceramica sparsi per il campo”, racconta Herkt – Dopo un’ora e mezza di ricerche superficiali, il volontario ha trovato circa circa 20 chili di frammenti ceramici. All’improvviso, dalla terra, ha visto occhieggiare qualcosa di brillante. “Mi ha ricordato un coperchio di Kümmerling”, dice Herkt. Il Kuemmerling è il marchio di un tipo di Kräuterlikör, liquore semi-amaro alle erbe, molto diffuso in Germania. Il volontario ha usato anche il metal detector, ha recuperato altre monete e ha avvisato gli archeologiche hanno compiuto lo scavo. L’operazione è stata presentata nelle scorse ore dal ministro della Cultura del Brandeburgo Manja Schüle, dall’archeologo statale Franz Schopper, direttore dell’Ufficio statale per la conservazione dei monumenti e del Museo archeologico statale del Brandeburgo, accanto al fortunato volontario e a uno studioso di numismatica, Marjanko Pilekic, che ha detto: “Questo ritrovamento non è solo il secondo più grande tesoro di ciotole arcobaleno lisce di questo tipo trovate in Europa, ma è di gran lunga il più grande ritrovamento di monete celtiche nel Brandeburgo, in una posizione distante dall’area di circolazione effettiva di queste monete". https://www.stilearte.it/41-monete-celtiche-doro-trovate-nel-campo-con-metal-detector-e-scavo-il-cercatore-pensava-fossero-tappi-di-liquore/
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  21. Salve. Volevo condividere un titolo obbligazionario della Compagnia del titolo della discussione, che ho trovato nella sua elegante cartelletta in cartone telato (43 x 34 cm) con la scritta in oro. apollonia
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  22. Personalmente dubito che la moneta in questione provenga dalla collezione Catemario. Il Cni cita solo due esemplari dei 15 grana 1647 (sigle CAC N) appartenenti alla collezione Catemario: la 1110, sigla F e la 1125, sigla X. Inoltre, la collezione Catemario - secondo la letteratura numismatica - è stata dispersa nel 1994; infatti è qui presente un solo 15 grana (lotto 1213) con le sigle identiche a quelle riportare dal CNI XX, n. 1125.
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  23. Buonasera a tutti. Come promesso condivido gli altri esemplari di questo particolare conio. Il seguente pezzo è simile ai due di inizio discussione: Collezione Bovi e Collezione @Oppiano.
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  24. E non vogliamo metterci una bella suoneria come "O sole mio" ? O "L'italiano" di Cotugno ?
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  25. Quando ad esempio si studiano le teorie terrapiattiste, assurde naturalmente, partono da un'osservazione reale come ad esempio il sole "si sposta" all'orizzonte...
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  26. Un esemplare di nomos da Crotone, nella particolare tipologia con al diritto testa laureata di Apollo ed al rovescio tripode con simboli ed etnico . Sarà il 2 Settembre in vendita Artemide 64E al n. 90 . Del tipo, unisco le note in H.N.Italy al n. 2177 .
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  27. Salve. Condivido una moneta di Carlo II. Si tratta di un tarì del 1685 il cui fascio è legato a II. Il suo peso è di g. 5,61. Un caro saluto a tutti.
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  28. Era palese che non intendessi offendere nessuno o scherzare sulle disabilità altrui ... e non credo che qualcuno possa averla interpretata in quel senso. Ne approfitto per ringraziare ancora una volta @ARES III per tutti i contenuti che, con grande pazienza e costanza, posta ogni giorno.
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  29. Complimenti Tiziano per questa fatica editoriale che personalmente ho tanto atteso. Potrà sembrare un luogo comune, ma la monetazione spicciola dei regnanti spagnoli necessita ancora di una interpretazione critica nonostante la corposa bibliografia già dedicata alla zecca di Milano. Adesso almeno per le parpajole dovremmo essere a posto!! Conto di poterlo leggere a breve
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  30. Guarda anche questo lavoro di Cédric Wolkow, uno dei massimi esperti della monetazione di Gallieno, aggiornato da Frédéric Weber: Gallien et le monnayage des légions (fredericweber.com) Ciao. Stilicho
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  31. Questa tabella però si riferisce alla sola popolazione occupata in un ambito lavorativo. Nella tabella a pagina 371 in quest'altro documento si può avere un'idea più chiara della popolazione dell' Italia preunitaria nel periodo 1848-1853 in quanto tiene conto dell'intera popolazione e non solo di quella occupata. Le province del Regno delle due Sicilie constavano di più di 8 milioni di abitanti mentre il Regno di Sardegna compreso dei sardi era a circa 4 milioni. https://books.google.it/books?id=nwW6_HBLcTIC&pg=PA243&dq=censimento+degli+antichi+stati+1862&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&source=gb_mobile_search&sa=X&ved=2ahUKEwimrpKwmPz_AhVxX_EDHfHGDdsQ6AF6BAgDEAM#v=onepage&q=censimento
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  32. @Releo è molto difficile comprendere il taglio di queste monete, molto belle, ma piuttosto grezze come conio. A mio parere, potrebbe essere un "taglio a serpentina" come ottimamente schematizzato nel post #15 da @Rocco68. Logicamente è solo una mia supposizione.
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  33. Buon giorno 365alejandro. La M tagliata è proprio un classico elemento che individua i falsi di questa moneta, ne esistono ovviamente altri senza questo "difetto". Nell'originale la M è poco più che tangente al bordo mentre nella sua la cosa è molto più evidente e poi occorre fare riferimento anche alla A di anno sesto che negli esemplari simili al suo toccano il bordo mentre negli originali sono leggermente staccati. Cordiali saluti. Gabriella Ps. Chiedo scusa per la risposta sovrapposta e dello stesso contenuto di quella di El Chupacabra
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  34. Sul FAC ho trovato questo approfondimento sulla AETERNITAS: Aeternitas - The Personification of Eternity The obverse of a silver drachm of Orodes II showing his bust between a star and crescent, or sun and moon. The reverse of a denarius of Trajan showing Aeternitas holding the heads of Luna and Sol. eternitas meant permanence, durability, or the concept of eternal time. The word appeared on many Roman coins, usually either emphasising the permanence of the Imperium or celebrating the eternal memory of a new Imperial deity. The personification appeared rather less often. The denarius of Trajan from 111 CE on the near right is one such; Aeternitas is holding a head in each hand – Sol, the sun, on the left and Luna, the moon, on the right, as shown by the rays over one and the crescent over the other. This signifies that she has dominion over both night and day, and by implication, over all time. The coin on the far right is not Roman. It is a Silver drachm of Orodes II of Parthia, from 57-38 BCE. I include it to show that using a sun and moon to either side was by no means a new idea. Sometimes the object on the left is labelled a star; but also, it has been suggested that, just like the Aeternitas image, the sun and moon on either side of Orodes signify that his authority never ceases. (Completely irrelevant to this page, but also interesting, is the Royal Wart on Orodes' forehead.) The reverse of a denarius of Diva Faustina Senior showing Providentia. The reverse of a denarius of Diva Faustina Senior showing Fortuna. The reverse of a denarius of Diva Faustina Senior showing Aeternitas. Any ancient coin collector is most likely to come across coins like these as his or her first example of Aeternitas. Millions of these coins were issued and many have survived. They are denarii issued by Antoninus Pius in commemoration of his late and deified wife Faustina. Some of them don't show personifications of Aeternitas, but rather other figures like Fortuna or Providentia with the legend AETERNITAS AVG. On the far left is Providentia, who we would call Foresight, holding a globe to illustrate her wide-ranging concern, with her veil blowing about her head. Next is Fortuna, holding a rudder to indicate that she steers the course of fate, and holding the world in her hand. The reverse of a denarius of Faustina Junior showing Aeternitas. Aeternitas did appear in person on some of these coins, like the denarius on the right of that row. Aeternitas is holding a phoenix, symbol of death and renewal, which on this coin has a radiate halo about its head. She is lifting the hem of her skirt rather like Spes, the goddess of hope. Faustina's daughter, who bore the same name and is therefore referred to as Faustina Junior, was also deified on her death, and a very similar type was issued for her, though in nothing like the huge quantity of those issued for her mother. The denarius on the right was issued by her husband, Marcus Aurelius. Here, Aeternitas is still holding a phoenix, which this time stands on a globe, and is also casually leaning on a column, demonstrating confidence. The reverse of an antoninianus of Gordian III showing Sol. The reverse of an antoninianus of Gallienus showing Saturn. Here are two coins showing deities with an Aeternitas legend. On the far left, a limes (base metal) antoninianus of Gordian III from 241-243 CE, showing Sol in his typical pose with a globe in his left hand and his right hand raised with open palm. The legend, AETERNITATI AVG, dedicates this coin to the permanence of the emperor. This sort of statement was always a bit optimistic in the Roman empire. Gordian III actually lasted six years, not bad going in those times. Elsewhere, I have a whole page about Sol on Roman coins. To the right of that coin is an antoninianus of Gallienus from 267 CE showing Saturn in his role as an agricultural deity. The unusual object he is carrying is an agricultural implement, a type of sickle known as a harpa. It was used to cut down the ripe wheat and barley. Combine this with the way Saturn is veiled, and you have a delicate reminder of death and renewal. The crop is harvested ... but it always grows again. This is a similar image to our Old Father Time, who comes with his scythe to illustrate the end of the old year and to usher in the new. But in the myth, Saturn's sickle also had a rather more disturbing use .. it was the instrument he used to mutilate his father, Uranus. After which, Uranus would have been incapable of fathering any more children. The reverse of an antoninianus of Philip I showing an elephant. On the right is an antoninianus of Philip I from 247 CE. Philip ruled at the time of the 1,000th anniversayry of the founding of Rome, and celebrated with a series of spectacular games. This coin anticipated a series of commemorative coins which were struck in the next year. The celebrations were extensive and expensive, and many exotic animals featured in the games. Some of these were shown on the coins, the favourite probably being a hippopotamus on a coin of Philip's wife Otacilia Severa. In this context, this elephant and mahout, with the legend AETERNITAS AVGG, may have advertised the imperium rather than Philip and his son as being everlasting. The reverse of an antoninianus of Carinus showing Aeternitas. The reverse of an antoninianus of Maxentius showing the Dioscuri. The second last coin, on the far left, is an antoninianus of Carinus from 284-285 CE. The image is almost identical to that on the silver coins of the Faustinas over 100 years earlier; Eternity holding a phoenix on a globe, and hitching up the hem of her skirt. And finally, a follis of Maxentius from 309-312 CE, struck at the port of Ostia, which shows a completely different image. The legend, AETERNITAS AVG N, states that our Emperor will go on forever, and Castor and Pollux, children of Zeus, protectors of Rome, are shown leading their horses forward to take up their task. This divine pair – known as the Dioscouri – were common on Rebublican coins, but less so afterwards. This was their last appearance on a Roman coin. Ne abbiamo anche parlato in questa discussione (da cui ho ripreso la pagina del FAC):
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  35. Hanno ritrovato il castello di Matilde di Canossa. Sul monte, sotto alberi e zolle, la struttura inizia a riemergere Poche ore di lavoro, all’inizio della campagna archeologica, sono bastate per iniziare a portare alla luce i resti di importanti edifici medievali. Ci siamo. Si cerca il castello perduto di Matilde di Canossa, tra gli alberi e sotto una spessa zolla di terreno. I primi ritrovamenti, in queste ore, all’inizio della campagna archeologica sul Monte Baranzone @ Archaeology Mountains Rivers “Nascosti nel bosco i resti del castello di Montebaranzone – affermano i responsabili di Archeo Metodologia Univr – Matilde di Canossa fece di Montebaranzone una delle sue residenze predilette, dove vi costruì uno dei fortilizi più importanti della collina tra il fiume Secchia e il torrente Fossa. Il toponimo sembra possa derivare dal pre-latino barranca cioè burrone, oppure da nomi propri liguri o longobardi quali Barancio o Barucio”. Le archeologhe del gruppo, impegnate in questi giorni nello scavo, posano in un’iconica foto in bianco e nero I primi ritrovamenti, in queste ore, all’inizio della campagna archeologica sul Monte Baranzone @ Archaeology Mountains Rivers · Le porzioni emergenti del fortilizio.@ Foto Archeo Metodologia Univr Montebaranzone è una frazione di Prignano sulla Secchia, un Comune di circa 3800 abitanti della provincia di Modena, il cui municipio sorge a un’altitudine di 557 metri sul livello del mare. Foto Archeo Metodologia Univr Montebaranzone nel 1197 sì assoggettò spontaneamente al comune di Modena anche se la fortezza fu rivendicata dal Salinguerra, erede di Matilde. Nel 1415 passò sotto il controllo diretto degli Estensi che ne diedero il governo nel 1432 a Jacopo Giglioli, già signore di Montegibbio. Due anni dopo, alla morte di questi, il duca Ercole I d’Este ne diede il feudo, unito con Sassuolo, ai Pio che lo tennero fino al 1599, quando morì assassinato Marco Pio, ultimo erede della famiglia. Successivamente, il duca Francesco I tolse Montebaranzone alla podesteria di Sassuolo, unendolo con Pescarola e Varana al marchesato di Montegibbio appartenente a Giacomo Boschetti. Morto Francesco, figlio di Giacomo, senza eredi, gli Estensi nominarono il Marchese Giovanni Galliani, signore di Montebaranzone e Varana, e il governo della sua famiglia, durò fino all’invasione dell’Italia da parte delle truppe napoleoniche nel 1796. Foto Archeo Metodologia Univr Nel punto più alto del paese sono visibili i resti dell’antica fortificazione. Nella parte del paese prossima all’antico castello si ammirano alcune case a schiera con portali trecenteschi a conci squadrati con rosa a quattro punte e una casa a torre (un edificio a pianta quadrata più robusta di una semplice torre segnaletica ma dotata di strette feritoie e di piccoli portali, in cui veniva abitato il piano intermedio dei tre che di solito costituivano questa tipologia edilizia). Scendendo da Montebaranzone verso il torrente fossa si incontra Volpogno, il quale conserva una casa a torre e alcuni edifici quattrocenteschi che si affacciano su un’aia comune. https://www.stilearte.it/hanno-ritrovato-il-castello-di-matilde-di-canossa-sul-monte-sotto-alberi-e-zolle-la-struttura-inizia-a-riemergere/
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  36. Il fattore "C" non è fa sottovalutare: come ho scritto l'altro giorno riesco ad aggiudicarsi una moneta per 50€ che qualche settimana prima era passata in un'altra asta per 715€. Quindi certe volte possono capitare cose pazzesche...
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  37. Alberto, il tuo esemplare dovrebbe essere alquanto raro: riporta le due stellette dopo la data. Mi sbaglio? Questa monetazione, fino a poco tempo fa, non era da me considerata, ora incomincia a “prendermi”. Complimenti per la tua moneta. Un caro saluto.
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  38. Ciao @Fiore151, un rovescio originale per Claudio Gotico, e non è Saturno: https://ric.mom.fr/en/coin/699?tempRIC=&asmSelect0=&Reign=Claudius+II&asmSelect1=&asmSelect2=&asmSelect3=&asmSelect4=&asmSelect5=&asmSelect6=&asmSelect7=&Legend=AETERNITATI+AVG&asmSelect8=&asmSelect9=&asmSelect10=&asmSelect11=&BustDescription=&ReverseDescription=&Note=&Reference=&page=1&mod=result&from=advanced
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  39. I fogli Leuchtturn costano un botto, mi son sempre chiesto come mai non ci sia nessun competitor per i raccoglitori di banconote all'altezza tipo Masterphil che si avvicina ad Abafil nei raccoglitori di monete.
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  40. E' sempre una bellissima notizia la decisione di aprire un nuovo scavo per studiare e valorizzare il patrimonio archeologico 😃
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  41. Provo a risponderti, osservando che dopo l'unificazione italiana, post 1861, la monete in Lire degli Stati Sardi hanno continuato ad avere valore legale e quindi a circolare per tutta l'Italia, al contrario delle monete Duosiciliane, le quali, non avendo caratteristica decimale ed avendo pure un contenuto di fino superiore, furono dichiarate fuori corso, convertibili in Lire e incamerate dal nuovo Stato italiano. Aggiungo anche che fu presente un fattore politico, si voleva cancellare l'antica sovranità del Re Borbone, tenuto conto del triste fenomeno del brigantaggio che, tra l'altro, aveva connotati di revanscismo borbonico. Le popolazioni meridionali, per ricordo del passato Regno, non convertirono le monete più importanti, per esempio le piastre da 120 grana, che avevano un bel profilo del Re ed erano (se non ricordo male) usate , tra l'altro, come "dote" di matrimonio. Per questo molte monete sono giunte fino ai nostri tempi in buono stato di conservazione. Questa argomentazione é suffragata da questo documento: Decreto del dittatore per l'Italia meridionale continentale 24 settembre 1860, n. 71, prescrivente che la lira italiana d'argento e i suoi multipli e spezzati abbiano corso legale nelle provincie meridionali. Tariffa delle monete: 1 lira =grana 23.53; 2 lire = grana 47.06; 5 lire = ducati 1.17.65 1/2 lira = grana 11.76: 1/4 lira = grana 5.88; ducato= L. 4.2409 saluti
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  42. Buongiorno a tutti, nel ringraziarvi per le opinioni date, e nel ribadire che il vostro impegno nel rispondere sempre in maniera così esaustiva mi onora, vorrei fare un paio di considerazioni riguardo a quanto è stato fino ad ora detto: - E' risaputo che dalle fotografie non è facile fare una valutazione di autenticità ... a meno che i difetti siano così evidenti da non ammettere repliche. - Ognuno da la propria opinione in base alla sua esperienza personale e alle sue competenze ... ma, a mio modesto parere, e soprattutto in questa sede, ogni opinione deve poter essere data a cuor leggero, senza timore di incorrere nelle ire divine o nelle ire di quelli che hanno opinioni contrastanti rispetto alla nostra (parliamo di monete, non di vite umane... anche se, fin dalla notte dei tempi, più di qualcuno da maggior valore alle prime 😞) - In fondo, chi chiede una valutazione, sa benissimo che, facendolo in questa sede, può correre il rischio che si possa incorrere in errori, a prescindere dalla competenza dell'interlocutore (come correttamente più volte evidenziato da tutti voi, le perizie possono essere fallaci). - Sono rimasto realmente basito leggendo l'esempio delle "100 Lire oro di Carlo Alberto talmente perfette (praticamente FDC) che aveva superato l'esame di due periti..." . Immediatamente mi sono posto qualche domanda: possibile che, come correttamente evidenziato da Arcimago, a nessuno dei due "periti" sia venuto in mente di pesare le monete e, eventualmente, di far fare un'analisi XRF per determinarne il titolo ? possibile che io, falsario talmente bravo da realizzare una matrice così perfetta da ingannare ben 2 periti, sono così imbecille da usare oro da catenine (750/1000) al posto di usare quello di qualche marengo (900/1000) ? Ne concludo, da non perito, da non esperto, da essere umano non dotato di superpoteri, ma semplicemente da uno che cerca di fare un'analisi realistica dei dati a propria disposizione, che tutte le parti chiamate in causa dovessero essere state rapite dagli alieni e lobotomizzate per arrivare a tanto. Ora, a parte le battute, e portando il massimo rispetto per tutti coloro che, con gli anni di studi e l'esperienza, hanno portato la numismatica ai livelli odierni, c'è da tener conto che, come stimato da vari "guru" del settore, quasi due oggetti su dieci (qualcuno dice che la percentuale arriva al 30 % e oltre), di quelli presenti nei musei mondiali, sono falsi (N.B. non riproduzioni fatte "ad hoc" per non esporre gli originali, ma veri e propri falsi scambiati dagli esperti, per opere autentiche). Molti falsi sono esposti da decenni, quando le tecniche di rilevazione (XRF, datazione radiometrica, spettrometria di massa, voltammetria delle microparticelle ecc.) non esistevano e i sistemi di verifica erano realmente inefficaci e basati solo su giudizi quasi totalmente privi di basi scientifiche a sostegno dell'autenticità o meno (a meno che l'oggetto non provenisse da scavi ... è evidente). Credo che essere "esperti" non significhi necessariamente essere infallibili ma semplicemente avere delle competenze/capacità/intuizioni di gran lunga superiori agli altri... come correttamente detto da Gabriella Acerboni, solo Dio è infallibile (anche se pensando che ha creato l'uomo ... qualche dubbio potrebbe venire). Scherzo ... logicamente. La mia deduzione è che, al pari della tecnologia per rilevarle, anche la tecnologia per falsificare un'opera si sia evoluta, rendendo gli esperti "old style", soprattutto con oggetti falsi prodotti di recente, a grosso rischio di prendere cantonate clamorose se non si avvalgono dei supporti tecnologici oggi a loro disposizione. Personalmente la mia conclusione, è che le mie false 5 Lire Carlo Alberto verranno "obliterate" e le mie dubbie 5 Lire VE II verranno tenute nel raccoglitore dei "pezzi incerti" ... senza versarci sopra nemmeno una lacrimuccia. 😂 Vi ringrazio ancora una volta perchè ogni vostro intervento mi arricchisce e mi fa vedere la moneta sempre da una prospettiva nuova e diversa. Spero, un giorno, di riuscire a vedere, sulla monetazione italiana, tutte quelle cose che voi riuscite a distinguere e che a me appaiono ancora nebbiose e confuse. Andrea - -
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  43. C'è una discussione specifica riguardo i volumi Mir.
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  44. Non sarebbe giusto per il popolo italiano questa "nomina". Parliamo sempre di (x fortuna) piccole frange(come esistono della parte opposta-non scordiamoci neanche i gulag).
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  45. Son d'accordo! intendevo che non hanno un plusvalore numismatico rispetto al metallo contenuto
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  46. È un gadget molto diffuso, se fai una ricerca nel forum con parola chiave Mussolini vedrai quante discussioni trovi su questo gadget!! Purtroppo nulla che abbia un significativo valore economico!
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  47. Esattamente. La pratica di inscatolare le monete deriva sicuramente dalla modalita’ utilizzata per le figurine del baseball. La figurina, oltre a dover essere periziata e valutata, ha una particolarita’: aumenta esponenzialmente di valore se non ha segni e soprattutto se ha i bordi e gli angoli perfettamente integri. Visto che si tratta ( a differenza di una moneta) di un foglio di carta soggetto al danneggiamento ad ogni contatto, per primi gli stessi collezionisti privati hanno sempre tenuto le figurine importanti ( azzardo fin dagli anni 20 o 30 del 900 ) dentro scatole trasparenti ma necessariamente spesse ( delle piccole teche) per evitare gli urti ai bordi. Le aziende nate per periziarle e valutarle non hanno inventato il metodo di conservazione ma quello di valutazione della figurina ( diverse scale), la quale al termine della valutazione viene appunto riscatolata ( e ci mancherebbe) e sigillata. Il mercato americano della figurina e’, oltre che popolarissimo ( ogni americano medio si e’ fatto periziare una figurina e se non lo ha fatto sicuramente in casa ha una o piu’ figure da lui inscatolate) anche decisamente ricco, imparagonabile a quello della numismatica. E’ quindi assai probabile che l’ americano associ mentalmente il collezionismo di valore all’ inscatolatura e la perizia alla inscatolatura con il punteggio. In sostanza se l’ ogetto collezionato e’ periziato deve poi essere inscatolato. Normale che, commercialmente, per spingere il mercato numismatico, abbiano usato la stessa tecnica: popolare e d’ impatto visivo per loro. Non a caso, come ha fatto notare qualcuno, le aziende che fanno la perizia delle monete negli USA hanno il loro mercato principale nelle figurine.
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