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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/05/23 in tutte le aree
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Una nuova immersione nell'album "dei rottami" ed ecco spuntare un raro 3 Centesimi 1852 del II tipo. Ha visto sicuramente giorni migliori, ma qui fa la sua bella figura:3 punti
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No,non sono assolutamente d'accordo. Quando si parla dì monete rare,apparse sul mercato all'improvviso e che non provengano da ritrovamenti ufficiali documentati non si può affermare ché non ci sia ragione dì dubitare dell'autenticita' della moneta/monete. E chi o che cosa lo impedisce. Me lo può spiegare? E non mi dica perché sono accettate dal mercato o perché lo dicono alcuni esperti... ANTONIO2 punti
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Presso il museo Glauco Lombardi a Parma https://www.museoglaucolombardi.it/la-storia-in-miniatura/ Mostra a ingresso libero. Inaugurazione sabato 29 aprile 2023, ore 11.00 La nuova mostra del Museo Glauco Lombardi, realizzata in collaborazione con il Museo Medagliere dell’Europa Napoleonica di Arezzo, avvicinerà la storia di Napoleone Bonaparte attraverso un inaspettato strumento di narrazione, quello delle medaglie scatola, curiose sintesi illustrate in formato tascabile, che ebbero il loro momento di massima diffusione nel XIX secolo. Questi esemplari sono composti da una medaglia suddivisa in due parti, una che funge da coperchio, l’altra da contenitore (da cui il nome medaglie scatola) entro la quale xilografie o gouaches, affiancate da testi illustrativi, raffigurano le imprese belliche e gli episodi più salienti della vita di Napoleone. Le diverse produzioni (tedesca, francese inglese) mettono in evidenza la perizia tecnica dei disegnatori e degli incisori di ciascuna produzione, le caratteristiche distintive di ognuna e punti di vista a volte diametralmente opposti. Gli episodi narrati “in scatola” troveranno un parallelo in quarantotto incisioni facenti parte della raccolta Campagnes des français sous le Consulat et l’Empire e tratte dai dipinti originali di Carl Vernet, edite a Parigi nel 1820 dalla tipografia Firmin Didot, e saranno accompagnate da medaglie e altri oggetti di grande interesse già presenti nelle collezioni Lombardi, memorabilia che celebrano il matrimonio di Napoleone e di Maria Luigia d’Austria e la nascita del loro figlio, erede della dinastia napoleonica. La mostra sarà visitabile, sempre a ingresso libero, fino a domenica 3 settembre 2023; durante i mesi di apertura saranno organizzate periodiche visite guidate e una conferenza che permetterà di conoscere meglio la storia di queste affascinanti creazioni. Ci sono anche visite guidate: https://www.museoglaucolombardi.it/visite-guidate-alla-mostra-la-storia-in-miniatura-2/2 punti
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Un successo insperato. In un asta ceca è passata questa bellissima moneta, ma ad un prezzo esorbitante (per la tipologia): 715€ circa. Ma la vita mi ha dato una nuova possibilità: ho trovato presso un'asta ungherese la "sorella" più bella e completa, ma ad un prezzo irrisorio 50€. Il fattore "C" non è mai stato molto presente, ma oggi sì, per questa moneta.2 punti
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Buongiorno a tutti, nel ringraziarvi per le opinioni date, e nel ribadire che il vostro impegno nel rispondere sempre in maniera così esaustiva mi onora, vorrei fare un paio di considerazioni riguardo a quanto è stato fino ad ora detto: - E' risaputo che dalle fotografie non è facile fare una valutazione di autenticità ... a meno che i difetti siano così evidenti da non ammettere repliche. - Ognuno da la propria opinione in base alla sua esperienza personale e alle sue competenze ... ma, a mio modesto parere, e soprattutto in questa sede, ogni opinione deve poter essere data a cuor leggero, senza timore di incorrere nelle ire divine o nelle ire di quelli che hanno opinioni contrastanti rispetto alla nostra (parliamo di monete, non di vite umane... anche se, fin dalla notte dei tempi, più di qualcuno da maggior valore alle prime 😞) - In fondo, chi chiede una valutazione, sa benissimo che, facendolo in questa sede, può correre il rischio che si possa incorrere in errori, a prescindere dalla competenza dell'interlocutore (come correttamente più volte evidenziato da tutti voi, le perizie possono essere fallaci). - Sono rimasto realmente basito leggendo l'esempio delle "100 Lire oro di Carlo Alberto talmente perfette (praticamente FDC) che aveva superato l'esame di due periti..." . Immediatamente mi sono posto qualche domanda: possibile che, come correttamente evidenziato da Arcimago, a nessuno dei due "periti" sia venuto in mente di pesare le monete e, eventualmente, di far fare un'analisi XRF per determinarne il titolo ? possibile che io, falsario talmente bravo da realizzare una matrice così perfetta da ingannare ben 2 periti, sono così imbecille da usare oro da catenine (750/1000) al posto di usare quello di qualche marengo (900/1000) ? Ne concludo, da non perito, da non esperto, da essere umano non dotato di superpoteri, ma semplicemente da uno che cerca di fare un'analisi realistica dei dati a propria disposizione, che tutte le parti chiamate in causa dovessero essere state rapite dagli alieni e lobotomizzate per arrivare a tanto. Ora, a parte le battute, e portando il massimo rispetto per tutti coloro che, con gli anni di studi e l'esperienza, hanno portato la numismatica ai livelli odierni, c'è da tener conto che, come stimato da vari "guru" del settore, quasi due oggetti su dieci (qualcuno dice che la percentuale arriva al 30 % e oltre), di quelli presenti nei musei mondiali, sono falsi (N.B. non riproduzioni fatte "ad hoc" per non esporre gli originali, ma veri e propri falsi scambiati dagli esperti, per opere autentiche). Molti falsi sono esposti da decenni, quando le tecniche di rilevazione (XRF, datazione radiometrica, spettrometria di massa, voltammetria delle microparticelle ecc.) non esistevano e i sistemi di verifica erano realmente inefficaci e basati solo su giudizi quasi totalmente privi di basi scientifiche a sostegno dell'autenticità o meno (a meno che l'oggetto non provenisse da scavi ... è evidente). Credo che essere "esperti" non significhi necessariamente essere infallibili ma semplicemente avere delle competenze/capacità/intuizioni di gran lunga superiori agli altri... come correttamente detto da Gabriella Acerboni, solo Dio è infallibile (anche se pensando che ha creato l'uomo ... qualche dubbio potrebbe venire). Scherzo ... logicamente. La mia deduzione è che, al pari della tecnologia per rilevarle, anche la tecnologia per falsificare un'opera si sia evoluta, rendendo gli esperti "old style", soprattutto con oggetti falsi prodotti di recente, a grosso rischio di prendere cantonate clamorose se non si avvalgono dei supporti tecnologici oggi a loro disposizione. Personalmente la mia conclusione, è che le mie false 5 Lire Carlo Alberto verranno "obliterate" e le mie dubbie 5 Lire VE II verranno tenute nel raccoglitore dei "pezzi incerti" ... senza versarci sopra nemmeno una lacrimuccia. 😂 Vi ringrazio ancora una volta perchè ogni vostro intervento mi arricchisce e mi fa vedere la moneta sempre da una prospettiva nuova e diversa. Spero, un giorno, di riuscire a vedere, sulla monetazione italiana, tutte quelle cose che voi riuscite a distinguere e che a me appaiono ancora nebbiose e confuse. Andrea - -2 punti
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Salve chiedo ai più esperti maggiori informazioni sulla cartolina viaggiata qui in foto. Ringrazio in anticipo2 punti
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Nessuna stizza, ci mancherebbe... quando si giudica, ogni opinione ha la sua dignità purché non sia fatta al solo scopo di contraddire per il gusto di farlo (e non è questo il caso) o dileggiarne un'altra. Le foto sono quel che sono e, se la certezza assoluta non si raggiunge con moneta in mano, figuriamoci guardando delle foto. Al di là dei FERT che appaiono poco incisi mentre le rosette sembrano molto profonde (e se confrontiamo le prime foto con le seconde, nel primo caso abbiamo rosette mal definite e su piani diversi - la centralità non è d'obbligo, ma la complanarità sì -) , non mi sembra congrua la firma e vi è una certa discrepanza fra l'usura dei bordi e la nitidezza di baffi e barba che appare molto diversa nelle due foto del D/ più recenti (sembrano due monete diverse). Mi lascia perplesso anche l'eventuale abrasione ai bordi per cancellare colpi o tracce di montatura. Intanto i colpi al contorno si vedono ancora e non mi sembra di vedere segni di hairlines che un'abrasione meccanica sempre lascia. Insomma, fosse anche una moneta autentica, sarebbe più da "Museo degli orrori" del buon @caravelle82 che da collezione...2 punti
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Salve chiedo maggiori informazioni sulla cartolina in foto. Ringrazio in anticipo2 punti
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Buon giorno Arcimago. Sono una "numismatica di antica data" ed ho ripreso la passione per le monete, grazie al forum, solo abbastanza recentemente. Non conosco personalmente (e purtroppo) gli esperti attuali, ma le posso garantire che in passato non ho mai visto usare una bilancia o un calibro (forse erano riposti in qualche armadio) quando una moneta veniva esaminata da coloro che ai mie tempi erano enumerati nella cerchia degli esperti. Sto parlando di personaggi che ho conosciuto personalmente come i signori Nascia, Tevere, Bobba, Gino Manfredini, per citarne alcuni , non escludendo chiaramente capacità e professionalità di una lunga schiera di stimati e seri professionisti che però non ho avuto modo di vedere all'opera. Tutta questa filippica per sostenere che gli esperti hanno un tale bagaglio di conoscenze numismatiche che quasi capiscono la moneta solo nel toccarla ed osservarla senza lente. Comunque dalla mia esperienza emerge che non si tratta di sicumera o di superficialità bensì di vera ed impressionante competenza(quando si tratta di esperti). Cordiali saluti. Gabriella2 punti
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la risposta non è per forza scontata e certezze non ce ne sono... ma ti dico cosa ne penso a un certo punto nel V secolo oriente e occidente prendono strade un po' diverse sulla misura e peso delle monete.... quindi non per forza l'occidente va "letto" sull'oriente, soprattutto quando arrivano gli Ostrogoti... OCCIDENTE il bronzo diventa sempre più sporadico.... dopo Maggioriano abbiamo quasi solamente gli AE4 con monogramma di Ricimero e quelli di Antemio, che pur non rarissimi, non possono essere paragonati alle emissioni orientali come portata.... se pensiamo a Marciano e Leone, loro coniarono quantità impressionanti di AE4 Odoacre reintroduce l'AE4 e non sappiamo con quale valore e Teodorico ne conia un buon numero... ma sempre non paragonabile alle emissioni di Anastasio ad esempio ORIENTE con Anastasio quasi certamente l'AE4 slitta al valore di 1 nummo alla seconda riforma...(arriviamo poi al nummo con la A...). ma non per forza seguito dall'Occidente se è abbastanza probabile che gli AE4 da Teodato in poi valessero 1 nummo...forse.... ho il lecito dubbio che quello di Atalarico potesse essere un tentativo di rivalutazione a 2,5. la cosa è però davvero incerta, con Atalarico abbiamo un Pentanummo ... quindi il suo AE4 potrebbe valere 2,5 oppure essere 1 nummo di peso molto elevato (ho qualche dubbio) quello di Teodorico avrebbe potuto essere invece una unità di base... ma sono tutte congetture e prive di basi solide perchè purtroppo abbiamo carenza di fonti, e perché gli ostrogoti reinseriescono un sistema con il bronzo dopo un periodo lungo nel quale non solo c'era apparentemente un nominale unico, ma coniato quantomeno sporadicamente... Credo che legare la valutazione a un puro calcolo della media dei pesi possa essere fuorviante, così come mi paiono ingiustificate le valutazioni di Valore di Arslan che considera pezzi del valore di 3 o di 15 .... Ma in un argomento già scivoloso, questo lo è forse ancora di più2 punti
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Buongiorno, osservando con più attenzione l'immagine del dritto mi sembra di scorgere quello che sembra essere il secondo 7 della data,quindi potrebbe essere un grano del 1677 come l'esemplare che allego...2 punti
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Dal titolo è il catalogo del 1957... del resto, per quanto sfuocata sia l'immagine del D/, si legge proprio 1953 come dice lo stesso venditore nella descrizione dell'oggetto, ma tu forse non hai letto... Delle 10 Lire del 1957 esiste un solo esemplare salvato dalla fusione e ce l'ho io:2 punti
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Ciao @pedro_88 Un bel antoniniano con argentatura quasi integra. MIR 1222, seconda officina di Mediolanum. https://www.acsearch.info/search.html?id=78365382 punti
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Ciao a tutti, ricercando un po' di informazioni aggiuntive su di una banconota tedesca (purtroppo le italiane non sono così a buon mercato), mi sono imbatttuto nella tesi di laurea di uno studente dell'università di Merseburg. Dopo questa grafica in cui cataloga la percentuale delle immagini di persone sulle banconote - Figura intera / dal ginocchio - Busto - Testa - Profilo - mezzo profilo - frontale - numero persone "Gentleman, you had my curiosity, now you have my attention" ("Signore, aveva la mia curiosità, ora ha la mia attenzione".) Copyright Tarantino L'orignale lo trovate qui: "Winke winke" a @wstefano https://www.dropbox.com/s/b1glcl9w76sqf9u/LabryYann_Deutsche Banknoten von 1871 bis 1999_IT.pdf?dl=0 per gli altri ho preparato una traduzione automatica qui (un po' incasinata, purtroppo): https://www.dropbox.com/s/b1glcl9w76sqf9u/banconote tedesche 1871 - 1999_IT.pdf?dl=0 che tanto ultimamente sul forum si fa più copia&incolla che altro. Questa era una tesi per un Master of Arts, belli anche i video (sul primo spegnete solo l'audio, vi conviene ) Palazzo della Repubblica (Banknote Stories: DDR 1975) https://www.youtube.com/watch?v=U4lHPo84urM&list=PLSY1pFhtGnT3hy4xP81lUA2sDtkow4Xql&index=3&ab_channel=5o'clockcreativity Merian in Suriname (Banknote Stories: Deutschland 1991) https://www.youtube.com/watch?v=ZAjcMK_6AUw&list=PLSY1pFhtGnT3hy4xP81lUA2sDtkow4Xql&index=4&ab_channel=5o'clockcreativity Per oggi è tutto, che preparo il materiale che sto raccogliendo, ma questa è un'altra storia. Servus Njk2 punti
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Buongiorno Halloween, per prima cosa usiamo il "tu" .... così facilitiamo la comunicazione. Premetto che le foto che hai postato hanno avuto la mia istantanea attenzione ma... mi servirebbe, prima di poter dare una opinione che stia in piedi: - il peso - una fotografia con il pezzo quasi orizzontale... in modo che si vedano gli ideogrammi con un pochino di angolazione - la conferma che gli ideogrammi sono in incusso (scavati) e non in rilievo (non vorrei essere io che ci vedo male). - nel caso siano in incusso riusciresti a fare un positivo usando della plastilina, gomma pane o altro ? Già così ti posso dire che, se autentico, si tratta di un pezzo cinese antecedente al 1657. (la tipologia di queste monete va dal 621 al 1657 ... solo mille anni) Gli ideogrammi posti a sud, est e ovest (寧通寶) significano Ning Thong Bao Thong Bao (通寶) significa 1 contante (ovvero una moneta circolante) L'ideogramma Ning (寧) per essere contestualizzato dovrei associarlo all'ideogramma posto a nord (ma ho qualche difficoltà a identificarlo ... per questo mi servirebbe vederlo in rilievo). Le monete cinesi non venivano coniate ma prodotte per fusione, cosa che è continuata invariata fino alla fine del XIX secolo... quindi non può essere un negativo "da coniazione". La fusione avveniva in appositi stampi in argilla nei quali venivano impresse, con un'unica moneta, chiamata "moneta-madre" tutte le monete che si volevano fabbricare. Logicamente per poter fare un'operazione del genere, dovevano essere utilizzati due stampi diversi, uno per il dritto e uno per il rovescio. L'estrazione avveniva per frantumazione dello stampo in argilla... che quindi era monouso. In seguito furono usati stampi in bronzo... che avevano un ciclo di vita ben maggiore (presumo usando leghe a basso contenuto di stagno, al fine di aumentare la temperatura di fusione e quindi mantenere un delta termico maggiore tra le temperature di fusione tra lo stampo e il bronzo che veniva versato all'interno... ma è solo una mia ipotesi). Del momento in cui si rese necessario aumentare la capacità produttiva si passò poi dagli stampi tradizionali (che permettevano la produzione di poche monete per volta) agli stampi chiamati "ad albero", dove un canale centrale consentiva al metallo fuso di fluire nelle cavità.2 punti
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Salve chiedo ai più esperti maggiori informazioni in merito alla cartolina in foto, rientrante in una raccolta a tema “guerra” e se ha un interesse collezionistico. Ringrazio in anticipo2 punti
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Segnalo l'uscita del numero estivo n. 396 di Panorama Numismatico. Questo è l'indice: Gianni Graziosi, Monete amuleto – p. 3 Roberto Diegi, La monetazione di tipo greco in Sicilia, 9, Catania o Katáne ha prodotto nell’antichità interessanti monete – p. 11 Realino Santone, Moneta coniata in Molise nel XV secolo. Denari tornesi di Limosano, un nuovo unicum – p. 15 Giuseppe Gasbarro, Un cavallo aragonese con “3 facce” – p. 17 Alberto Castellotti, I ritratti del Caballero – p. 19 Giovanni B. Vigna, Lo Scudo d’oro Pontificio nella monetazione di Clemente XI per la zecca di Roma – p. 26 Giuseppe Carucci, Talleri commemorativi di Ludwig di Baviera, seconda parte – p. 35 Tommaso Cherubini, L’Ordine della Croce di San Raimondo di Peñafort. L’unico ordine civile al mondo dedicato alla giustizia – p. 41 Michele Straziota, Un falso del dopoguerra. Testimonianza di un periodo difficile del nostro Paese – p. 47 Recensioni – p. 50 Giuseppe Carucci, Monete russe al genio italico – p. 51 Notizie dal mondo numismatico – p. 56 Emissioni numismatiche – p. 60 Mostre e Convegni – p. 62 Aste in agenda – p. 631 punto
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Vorrei condividere con voi due nuove acquisizioni. Colto da improvvisa pazzia ho fatto un momentaneo cambio di rotta e, dal raccogliere denari e antoniniani, mi sono voluto aggiudicare 2 monete che hanno attirato la mia attenzione ... la prima perchè personalmente, con tutti i difetti causati dal passare del tempo, la trovo bella. La seconda non è in grandissime condizioni ma è di un'imperatore che detiene un record ... fu il primo imperatore romano a partecipare attivamente a tutte le battaglie e anche il primo morire in battaglia (insieme al figlio Erennio Etrusco), Traiano Decio. Philippus I (244-249) AE Sestertius, Rome, 244 Obv. IMP M IVL PHILIPPVS AVG, laureate, draped and cuirassed bust right, seen from behind. Rev. PAX AETERNA / S - C, Pax advancing left, holding olive branch and scepter. Ref: RIC IV , 3, 185a. Trajan Decius (249-251) AE sestertius, Rome, 249-250 Obv: IMP C M Q TRAIANVS DECIVS AVG, Radiate cuirassed bust to right Rev: VICTORIA AVG, Victory advancing left, holding wreath and palm, S C across field Ref: RIC 126d,1 punto
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-> https://www.nationalgeographic.it/la-capsula-del-tempo-di-uno-tsunami-di-3600-anni-fa-getta-luce-su-uno-dei-piu-grandi-disastri-dell-umanita?utm_source=pocket-newtab-bff La “capsula del tempo” di uno tsunami di 3.600 anni fa getta luce su uno dei più grandi disastri dell’umanità L’eruzione vulcanica di Santorini fece tremare il Mediterraneo e cambiò la sua storia. Cruciali e agghiaccianti informazioni forniscono ulteriori dettagli sul cataclisma che scosse l’età del Bronzo. da Kristin Romey pubblicato 27-06-2023 Raffigurazione di un’eruzione sull’isola vulcanica di Thera (l’attuale isola di Santorini) nel mar Egeo, nel XIX secolo. Gli archeologi impegnati in scavi a più di 160 chilometri di distanza hanno rinvenuto evidenze riguardanti l’eruzione di Thera avvenuta durante l’età del Bronzo e il conseguente tsunami che potrebbe aver ucciso decine di migliaia di persone. ILLUSTRAZIONE DI INCISIONE A COLORI tramite UNIVERSAL HISTORY ARCHIVE/UIG/BRIDGEMAN IMAGES Una straordinaria “capsula del tempo” risalente a uno dei più grandi disastri vulcanici nella storia dell’umanità è stata portata alla luce sulla costa della Turchia, fornendo una convincente prova di quel cataclisma e persino i resti fisici di una tra le decine di migliaia di persone che probabilmente morirono nell’evento. In un articolo pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, un team internazionale di ricercatori ha presentato delle prove di un devastante tsunami avvenuto in seguito all’eruzione di Thera (l’attuale Santorini), isola vulcanica nel mar Egeo, circa 3.600 anni fa. Turchia, 2015 - Beverly Goodman-Tchernov, membro del team di ricerca e National Geographic Explorer, esamina uno strato di cenere presso il sito di Çeşme-Bağlararası risalente all’età del Bronzo. FOTOGRAFIA DI Vasıf Şahoğlu, ANKARA UNIVERSITY Si stima che l’eruzione “super-colossale” di Thera, classificata di livello 7 (su nell’indice di esplosività vulcanica, sia stata una delle eruzioni più distruttive nella storia dell’umanità, tanto da essere paragonata da alcuni ricercatori alla detonazione di milioni di bombe atomiche come quella di Hiroshima. Molti studiosi credono che la traumatica memoria collettiva di questo evento dell’età del Bronzo, avvenuto intorno al 1600 a.C., potrebbe essere ritrovata nell’allegoria della città sommersa di Atlantide di Platone, composta più di mille anni più tardi e che l’impatto dell’evento potrebbe anche essere riflesso nelle dieci piaghe d’Egitto descritte nella Bibbia. Akrotiri, città minoica completamente sommersa dalla cenere di Thera, è oggi una famosa attrazione turistica spesso comparata a Pompei. Un affresco del palazzo minoico di Cnosso, a Creta. La civiltà minoica rappresentava una potenza nella cultura marittima del Mediterraneo dell’età del Bronzo, ma l’eruzione di Thera distrusse le sue rotte e infrastrutture commerciali. FOTOGRAFIA DI Prismatic Pictures / Bridgeman Images Sebbene non esistano racconti diretti dell’eruzione e del conseguente tsunami, i ricercatori moderni hanno tentato di definire la portata e l’impatto che ebbe sulla vita nel Mediterraneo del tempo, in particolare per la civiltà minoica, ricca potenza marittima della vicina isola di Creta che vide il suo declino all’incirca nello stesso periodo, nel XV secolo a.C Portare alla luce uno tsunami L'articolo descrive la ricerca condotta presso il sito archeologico di Çeşme-Bağlararası, situato nella famosa località turistica di Çeşme sulla costa egea della Turchia, a più di 160 chilometri a nord-est di Santorini. Le ricerche archeologiche presso Çeşme-Bağlararası, che si trova in un quartiere residenziale a soli due isolati dal moderno litorale, iniziarono nel 2002 dopo il ritrovamento di antiche ceramiche rinvenute durante la costruzione di un edificio. Dal 2009 l’archeologo Vasıf Şahoğlu dell’Università di Ankara in Turchia ha diretto le operazioni di scavo di quello che sembra essere stato un fiorente insediamento costiero occupato quasi ininterrottamente dal XIII secolo a.C. alla metà del terzo millennio. Ma a differenza degli edifici e delle strade ben conservati scoperti in precedenza, l’area alla quale si è dedicato Şahoğlu si è rivelata molto più caotica: mura di fortificazione crollate, strati di cenere e un coacervo di ceramiche, ossa e conchiglie marine. Şahoğlu si è consultato con colleghi specializzati in vari ambiti che potevano aiutarlo a dare un senso a quel caos, tra i quali Beverly Goodman-Tchernov, professoressa di geoscienze marine presso l’Università di Haifa in Israele e National Geographic Explorer, con particolare esperienza nell’identificazione di tsunami nei reperti archeologici e geologici. Le tracce di antichi tsunami possono essere difficili da identificare: resti di edifici crollati e di incendi potrebbero anche essere le conseguenze di terremoti, inondazioni o tempeste. In ogni caso questo tipo di prove possono svanire velocemente con il passare del tempo, in particolare in ambienti molto aridi come la costa egea. Anche se alcune tracce dell’impatto dell’eruzione di Thera possono essere riscontrate anche molto lontano - come nelle calotte glaciali della Groenlandia e nei pini dai coni setolosi in California - finora sono stati identificati soltanto sei siti fisici con evidenze dello tsunami provocato dall’eruzione di Thera che si è propagato con violenza attraverso il mar Egeo. Nessuno di questi, però, presenta la complessità che contraddistingue Çeşme-Bağlararası. “Gli tsunami sono fenomeni prevalentemente erosivi, non eventi deposizionali: ecco perché tutta questa euforia quando ne troviamo prova!”, dichiara in una e-mail Floyd McCoy, professore di geologia e oceanografia presso il Windward College dell’Università delle Hawaii. McCoy, National Geographic Explorer che ha studiato l’eruzione e lo tsunami di Thera, ma che non ha preso parte al progetto, definisce questa ricerca come “un importante contributo non solo per lo studio sui depositi dello tsunami, ma anche per il loro significato e la loro interpretazione, soprattutto in relazione all’eruzione di Thera”. I ricercatori hanno lavorato alla creazione di “liste di controllo” sempre più dettagliate per il processo di studio di antichi tsunami, che includono anche le firme biologiche e chimiche della vita marina portata dalle inondazioni sulla terraferma e i particolari modelli di deposito di sedimenti e rocce. Presso Çeşme-Bağlararası, ad esempio, incastrati nelle pareti degli edifici crollati, sono stati trovati strati di molluschi portati dalle acque dell’oceano. “È raro che mi senta davvero sicura dell’interpretazione di uno tsunami, specialmente in ambienti aridi, perché generalmente non si ha molto materiale a disposizione su cui lavorare”, afferma Jessica Pilarczyk, docente assistente in Scienze della terra e titolare di una cattedra di ricerca sui rischi naturali presso la Simon Fraser University in Canada, che non ha partecipato alla ricerca sul sito di Çeşme-Bağlararası. “Ma in questo caso sembra che il team sia stato in grado di rilevare ed elaborare prove davvero eccezionali”. Jan Driessen, archeologo presso l’Università Cattolica di Lovanio, in Belgio, e capo del gruppo di ricerca Talos, che si occupa dell’impatto dell’eruzione di Santorini, scrive via e-mail che questi reperti potrebbero costituire un caso di studio di riferimento per archeologi e altri scienziati per capire meglio la devastazione che si è abbattuta su vari luoghi affacciati sul mar Egeo e situati più vicino al vulcano (Driessen non è tra gli autori dello studio in questione). Un disastro senza vittime? Uno degli aspetti più sconcertanti dell’eruzione di Thera è la mancanza di vittime: si stima che siano morte più di 35.000 persone nello tsunami generatosi dall’eruzione del Krakatoa, e una simile stima è stata ipotizzata per quello avvenuto nel mar Egeo durante l’età del Bronzo. Tuttavia, soltanto un individuo è stato identificato come possibile vittima di Thera: un uomo trovato sepolto sotto le macerie nell’arcipelago di Santorini durante operazioni di scavo condotte alla fine del XIX secolo (i ricercatori autori dell’articolo hanno ipotizzato che si trattasse della vittima di un terremoto e hanno esaminato lo studio originale per verificare le circostanze e la datazione della morte dell’uomo). Le teorie in merito alla mancanza di vittime sono varie: precedenti eruzioni più contenute potrebbero aver portato le persone ad abbandonare la zona prima che si verificasse il cataclisma; le vittime potrebbero essere state incenerite dai gas bollenti; oppure potrebbero essere morte prevalentemente in mare o essere state sepolte in fosse comuni ancora da trovare. “Come può uno dei peggiori disastri naturali della storia non aver lasciato vittime?”, si chiede Şahoğlu. Goodman-Tchernov ipotizza che, così come i ricercatori potrebbero non aver riconosciuto tracce di tsunami in passato, allo stesso modo potrebbero aver già rinvenuto possibili vittime del disastro di Thera, senza collegare i due eventi. “È molto probabile che siano già state scoperte [altre] vittime e che non siano state attribuite all’evento perché associate a effetti secondari e collaterali in atto nel contesto dell’eruzione”. A Çeşme-Bağlararası, tuttavia, i ricercatori affermano di aver trovato la prima vittima del cataclisma: i resti dello scheletro di un giovane uomo in salute con segni di trauma da corpo contundente, trovato prono nelle macerie dei depositi dello tsunami. Nelle vicinanze, in una zona di ingresso crollata, sono stati rinvenuti anche i resti di un cane. La datazione diretta dello scheletro umano e di quello del cane è stata fatta nei mesi successi. Ondate di terrore I ricercatori hanno determinato che quattro ondate di tsunami colpirono Çeşme-Bağlararası nel giro di qualche giorno o settimana. Questo è un fatto particolare interessante per McCoy, che osserva che l’eruzione di Thera fu caratterizzata da quattro fasi. I ricercatori si sono a lungo interrogati su quale sia stata la fase dell’eruzione che ha innescato quello che pensavano fosse un unico evento di tsunami. “Questo è un importante interrogativo”, scrive McCoy in una e-mail, “ma i risultati della ricerca indicano che è possibile che due, tre o tutte e quattro quelle fasi avrebbero effettivamente potuto generare uno tsunami perché sembra che il numero di singole ondate verificatesi sia lo stesso”. Sembra che i sopravvissuti abbiano sfruttato gli intervalli tra le diverse ondate, quando le acque si ritiravano, per scavare e cercare le vittime sotto i detriti. Evidenze di uno di questi tentativi di scavo sono state trovate proprio sopra al corpo del giovane uomo, che non è stato trovato perché chi scavava si è fermato poche decine di centimetri troppo presto. Le prove dei tentativi di recuperare le vittime dello tsunami fa pensare alla volontà di dare una degna sepoltura ai corpi, probabilmente in fosse comuni, per contrastare lo sviluppo di malattie. “Questo tipo di comportamento aiuterebbe a spiegare la generale assenza di vittime umane nei siti distrutti del mar Egeo”, osserva Driessen. Datazione dell’evento Le datazioni al radiocarbonio dei depositi dello tsunami hanno alimentato un dibattito: l’eruzione di Thera viene tradizionalmente fatta risalire a un periodo conosciuto come Tardo Minoico IA, corrispondente alla XVIII dinastia egizia del 1500 a.C., ma le datazioni al radiocarbonio di elementi di legno rinvenuti negli strati di cenere ad Akrotiri rimandano alla seconda metà del 1600 a.C.: una discrepanza di più di un secolo. Questo ha creato difficoltà per i ricercatori che hanno provato a correlare cronologicamente le varie culture che esistevano nell’area mediterranea a quel tempo e di individuarne le interazioni prima e dopo il disastro. Secondo i ricercatori, l’eruzione non sarebbe potuta avvenire in un periodo precedente alla prima datazione ottenuta dall’analisi dei materiali portati dallo tsunami: la datazione al radiocarbonio di un chicco d’orzo rinvenuto vicino ai resti del giovane uomo corrisponde al 1612 a.C. Alcuni consulenti esterni hanno sollevato interrogativi specifici in merito alla metodologia applicata e sembrano essere concordi sul fatto che, pur essendo sempre utile ottenere nuovi dati, il problema della cronologia degli eventi non verrà risolto da quanto scoperto a Çeşme-Bağlararası. Molti interrogativi rimangono senza risposta nel dibattito scientifico sulla tempistica dell’eruzione di Thera e della devastazione provocata nel mondo mediterraneo durante l’età del Bronzo, ma i ricercatori sperano che questo studio spinga gli archeologi impegnati nella regione ad analizzare approfonditamente i risultati delle loro opere di scavo, alla ricerca di evidenze apparentemente elusive di uno dei più devastanti disastri naturali della storia. Intanto, Şahoğlu spera che questo straordinario sito archeologico, al centro di una famosa località turistica, possa diventare un giorno un’attrazione turistica in sé. Ci auspichiamo che la ricerca stimoli una maggiore consapevolezza nella collettività e anche una maggiore prontezza di reazione nel caso di un evento catastrofico, afferma Pilarczyk, che studia non solo i disastri naturali del passato, ma anche il rischio di quelli potenziali del futuro. “Quando si prendono in esame eventi come gli tsunami, dato che sono molto pochi e si verificano a distanza di molto tempo, a volte passano secoli tra un evento e l’altro. Di conseguenza le conoscenze non vengono tramandate costantemente negli anni e quindi le persone danno per scontato di essere al sicuro”.1 punto
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Ciao @VALTERI, nel database Seleucid coins online, alcuni bronzi con largo modulo di Antioco III potrebbero corrispondere alla descrizione del Sear, con diversi monogrammi. L’esemplare in discussione sarebbe comunque sottopeso. Zecca di Ecbatana, 14,77g, 26 mm: http://numismatics.org/sco/id/sc.1.1250 Ciao @tigro, se la foto è stata presa in rete, non so se potrai fornire delle altre? Concordo con i precedenti interventi, sarebbero indispensabili per dare un qualsiasi parere.1 punto
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Nell'altra discussione era stato suggerito di spostarla nella sezione Grecia. L'utente ha probabilmente pensato che doveva scrivere di nuovo nell'altra sezione e lo ha fatto. Ora ho unito le due discussioni.1 punto
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Provo: A P. P. P. è rio sotto APP PER IOS-OTTO Ciao Stilicho1 punto
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Ma infatti credo sia bene capire di cosa si tratti. Se c'è solo un'area di colore diverso, potrebbe effettivamente essere stato un tentativo maldestro di pulizia. Il fatto è che anche davanti alla faccia di apollo si nota un'area che sembra avere proprietà diverse dal resto. Adesso dico una bestialità (lo dichiaro fin da subito, per cui chiedo vengano evitati frizzi e lazzi al mio indirizzo ): sembra quasi che sia stato "colato" un po' di argento, che risulta di colore leggermente diverso, a riempire una mancanza di materiale, poi magari lavorato a bulino per ricostruire la figura nelle parti assenti.1 punto
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Troppo buono... chi ha riconosciuto la moneta sei stato tu (tra parentesi... impressionante la storia della moneta che hai raccontato, 👏), io ho solo armeggiato qualche minuto con un programma di grafica, semplicemente velocizzando l'identificazione dell'ideogramma, che avresti comunque prima o poi riconosciuto. E tra parentesi l'avevo anche riprodotto male, facendo un unico segno largo dove ce ne sono due distinti... Su una cosa però sono d'accordo: il lavoro di squadra paga sempre1 punto
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Grande @Fiore151 !!! Lavoro fantastico. Grazie a te abbiamo la soluzione. 👏👏 Per prima cosa ... che la vergogna ricada su di me. La moneta non è cinese ma Vietnamita (scritta in caratteri cinesi) Dritto: 延寧通寶 Dien Ning Thong Bao. Rovescio: semplice. Dien-Ninh Thong-Bao (in vietnamita) e Yan-Ning Tong-Bao (in cinese), 1454-1459 d.C. Dovrebbe essere in bronzo con un diametro compreso tra 22 e 24 mm. Peso: dai 2,5 ai 4 gr. Prodotta sotto l'imperatore Le Nhan Tong tra il 1454 e il 1459 d.C. (The Historical Cash Coins of Viet Nam del Dr. R. Allan Barker). Moneta di bronzo (forse rame) emessa dal suddetto re durante il suo secondo periodo di regno "nien-hao" che va dal 1453 al 1460, (termine in uso nella Cina imperiale, a datare dal 163 a. C., per designare il periodo di regno di un sovrano; a tale periodo veniva attribuita una denominazione ufficialmente promulgata dall'imperatore che valeva a contrassegnare la scansione cronologica degli eventi storici del Paese. Fino al 1368, avvento della dinastia Ming, il nien-hao inizialmente scelto da un imperatore era suscettibile di mutare più volte durante il periodo in cui questi regnava. Successivamente divenne unico per l'intera durata di regno di un sovrano e finì con l'esser usato, in Europa, benché impropriamente, quale sinonimo di imperatore.) Per il momento, in attesa di testi alternativi, per la storia dell'imperatore Le Nhan Tong , posso solo far riferimento a Wikipedia https://en.wikipedia.org/wiki/Lê_Nhân_Tông Posto due foto di monete simili1 punto
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La tipologia dell'oggetto, richiama i tetradrammi di Antioco I di Siria, questi in argento con peso circa 17 g e diametro attorno ai 28 mm .1 punto
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Impossibile stabilirlo da queste foto, ....l'usura sui rilievi ci può stare ma ripeto il colore mi lascia molti dubbi su autenticità.1 punto
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Secondo me ci stiamo dedicando fin troppo tempo a codeste baggianate. Semmai sarebbe più utile cercare di fare capire a coloro che hanno o poco nerbo mentale o poche conoscenze, che basta aprire dei libri e studiare (anche senza laurea, perché finché si è vivi si deve sempre imparare). Solo così certi personaggi saranno messi all'angolo. Poi si potrà dibattere e discutere ma le basi ci devono essere, altrimenti è come parlare di dadaismo ad un indios che non ha mai visto un museo o internet... PS: il riferimento agli Indios non ha finalità dispregiative, ma è un esempio per indicare dei soggetti che non hanno avuto grandi contatti con la nostra società (anche se ormai anche loro li abbiamo più o meno fagocitati).1 punto
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Cartolina per l'interno correttamente in tariffa con 30c . Affrancata con 20c rosso arancio emissione del 8.1.1930 Nozze del Principe Umberto con Maria José del Belgio. + 10c seppia della serie detta ''Imperiale'' del 1929. L'affrancatura nel suo insieme ha un valore di 5/7 euro, Molto bello il 20c che ebbe validità fino al 31.3.1931. Annullo di partenza di Zara arrivi e partenze non nitido del 1.4.1930 ed annullo di arrivo frazionario doppio cerchio grande lunette vuote, raro nelle cartoline, di Sava (Taranto) del 4.4.1930. Aldilà del valore non alto, la cartolina è molto bella e significativa della Zara italiana.1 punto
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Buongiorno titire, ti ringrazio molto per la fiducia 😄 non abbiamo la certezza, ma forse siamo arrivati alla soluzione più ragionevole! In effetti in questo denaro si vede chiaramente quello che intendevo io per la moneta oggetto della discussione 😉 Nei bolognini grossi le "I" sono inclinate meno, o quasi nulla. Sono d'accordo! Ho guardato sul bollettino di numismatica n. 4 relativo alla zecca di Bologna e potrebbe trattarsi di questo che allego, tenuto conto della descrizione del CNI che hai allegato nel primo post e la tabella di concordanza: Escluderei tre dei quattro esemplari classificati come CNI 1: in un caso per nessun segno evidente (numero 4 bollettino), in un altro per l'usura proprio nella zona delle due "I" (numero 5 bollettino) e nel terzo (numero 2 bollettino) perché non si nota molto la "punta" - o meglio il cuneo - tra la N e la O. Resta quindi l'esemplare n. 3 che allego di seguito: Come si può notare, sembra esserci anche in questo caso un segno di unione, ma non so se sia dovuto alla foto o all'usura generale della moneta. Se fosse un segno di unione, per gli argomenti già esposti, a mio avviso si tratterebbe sempre di un'altra forma per indicare la V di Enricvs. Riccardo1 punto
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Ciao Andy, questa è la foto dell'ideogramma a nord, buona giornata.1 punto
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Purtroppo monete e serie comunissime dal valore di pochi euro. Non ci sono più i nonni di una volta...1 punto
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Cari amici, so che aprirò un vespaio di critiche e polemiche, ma spero proprio siano tutte costruttive, in ogni caso vorrei aprire questo post facendo le dovute premesse…e lo so, sono prolisso…ma è perché amo la chiarezza, perdonatemi….posto qua, a mezza via tra Roma e Bisanzio…. Spesso si è dibattuto se nella tarda antichità le transazioni commerciali avvenissero o meno pesando le monete, e soprattutto se questo fosse il vero e unico modo di pagamento. Molti sostengono, portando a supporto non poche prove storico-archeologico/letterario/epigrafico etc, che le transazioni avvenissero per pesatura delle monete e non a valore facciale, passatemi il termine un po’ sintetico. Premetto che voglio dare una mia idea in merito, totalmente aperta a confutazioni, riferendomi solo al periodo che va tra gli ultimi anni di Valentiniano III e la morte di Giustiniano I, poiché il mio pellegrinaggio nella numismatica ha sempre ruotato principalmente intorno a questo periodo, e mi sarebbe più difficoltoso riferire tutto il mio discorso ad esempio al periodo di Costanzo II. Anche con alcuni amici abbiamo spesso parlato di questo tema e ho potuto anche apprezzare idee diverse dalla mia….proprio da parte di un amante del periodo di Costanzo II…. La sparo subito. Credo che le monete fossero usate, nel quotidiano, per il loro valore facciale, ma che fossero pesate in alcuni contesti particolari. Credo che il nummo, come sostenuto anche da Asolati, avesse un ruolo molto importante, e credo che i multipli del nummo avessero di fatto un valore fiduciario. Certo il concetto di fiduciarietà non doveva eccedere i limiti dell’accettabile, pena la necessità di rivedere il parco circolante con una bella riforma… (ti dice qualcosa questo concetto, caro Anastasio?...). In ogni caso, a fronte di: - Testimonianze significative dell’uso della pesatura - Valore nominale impresso sulle monete ad esempio “bizantine” - Divergenze di peso tra nummo e suoi multipli Mi sono posto le seguenti domande: 1 – se le monete si utilizzavano “a peso” che senso aveva apporvi un simbolo di valore (M, K, XX etc etc…)? 2 - se le monete si utilizzavano “a peso” perché si palesò il fenomeno della tesaurizzazione del nummo e non dei suoi multipli (di fatto sottopeso rispetto al facciale)?...la questione del sottopeso, se si paga a peso, va a marengo…. 3 – se le monete si usavano “al facciale” o “al marco” dice qualcuno, se non erro, perché abbiamo testimonianze di pesatura delle monete, anche credo rispetto al pagamento delle tasse? Io ho provato a rispondere…a modo mio… L’uso al peso di certo avrebbe complicato enormemente le cose in una economia abituata da secoli all’uso della moneta, e il senso stesso della moneta come “simbolo” di un valore sarebbe andato a farsi benedire. Certo è che il nummo mantiene per fasce di periodo un peso medio costante, molto più costante di quanto non facciano i suoi multipli. Quindi dovendo contare un elevato numero di monete, avrei potuto usare la bilancia, a patto di non mischiare nummi e suoi multipli. Facciamo un esempio…. Se fossi un esattore delle tasse e tutti mi pagassero con monete da 2 euro (8,5 gr circa…mi pare), pesandole invece di contarle, quando arrivo a 8,5 Kg sono quasi certo di avere 2000 euro di riscossioni effettuate. Certo, nella pesatura non mischierò i 2 euro con gli 1 euro, ma nel conteggio di fine giornata farei prima a separarle e pesarle separate, piuttosto che a contarle una per una…. Certo, mi direte voi, cavoli le monete da 2 pesano tutte esattamente in modo identico, mentre allora i pesi erano estremamente variabili. Vero. … Ma anche no! Perché in realtà sui grandi numeri il peso medio del nummo è di una stabilità eccezionale……provare per credere. L’uomo dei numeri, Antvwala, potrà dimostrarvelo meglio di me…ma ci abbiamo lavorato parecchio e i numeri non mentono. Su poche monete ci sono differenze anche importanti, che su ampi numeri si livellano completamente. Probabilmente le bilance erano usate principalmente per pesare nummi? Chi lo sa…. Ma se si fosse ragionato sempre a peso, che cosa ne sarebbe stato del sistema monetario? Cosa sarebbe successo a chi aveva un bel “follis” (so che il termine non è corretto, ma lasciate correre, non è la sede…mi perdoni Carlà), dicevo, cosa sarebbe successo a chi aveva un bel follis di Anastasio da 8 gr circa (pre riforma), rispetto a chi si presentava con un follis di Giustiniano, magari da 17 gr? Apporre valori su monete di questo tipo, per poi pesarle, che senso avrebbe avuto? Quindi credo in conclusione che la pesatura fosse fatta, e spesso, non dal consumatore, ma dal commerciante medio o grande e/o dal fisco per conteggiare grandi somme riscosse principalmente in nummi (tralascio l'oro dal discorso), senza il tedio di contarli manualmente….ma il “consumatore” pagava a valore facciale, altrimenti che ne sarebbe stato della “fiducia” I multipli del nummo hanno andamenti di peso meno stabili/rettilinei, e pesarli non restituirebbe in modo così chiaro il numero dei pezzi presenti in un sacco, soprattutto se si tratta di monete coniate nell’arco di 20 / 25 anni, cosa che si può ancora provare a fare con nummi coniati nell’arco di un ventennio. Le convinzioni sono fatte per essere smontate, e io non vedo l’ora di leggervi. Spero di non avervi annoiato, e spero che qualcuno non storca solo il naso, ma si spertichi per portarmi sulla giusta strada se è convinto che io viva nell’errore :-) Ps…sono stato lunghissimo, e avrei voluto esserlo di più sulla questione nummo etc… vabbé facciamo che per ora mi fermo qua. Un saluto e buon 25 aprile Alain1 punto
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Ciao a tutti volevo condividere con voi questo interessante falso d'epoca relativo ad una Parpaiola del I tipo di Carlo Emanuele I. La data è di fantasia (1577 / 1571 / 1551 / 1557 ??) , non vedo sigle, la legenda è correta ( D.G DVX SABAVDIE / CAROLVS EMANUEL), i caratteri sono grossolani, la "stella" al dritto sotto lo scudo (sembra più una X ) di Chambery ne imita la zecca. Se altri Utenti avessero delle osservazioni da aggiungere sarebbero molto gradite , grazie.1 punto
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Ragionamento ineccepibile. Se si vogliono sparare "balle" credibili bisognare essere istruiti e conoscere seriamente la materia. Cioè si dovrebbe essere capaci di creare un castello di bugie che però devono resistere ad obiezioni (o al meno in parte) più o meno sensate. Oltre a ciò , è necessario anche avere un buon profilo e un linguaggio adeguato, capace di convincere.1 punto
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È da inserire nel primo gruppo di cinque. I due gruppi si distinguono facilmente, per esempio, dalla crocetta sopra la corona o dal numero di pallini del raggio sinistro della stessa corona…Ciao.1 punto
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E non solo quella 😊 Anche la 1848 reimpressa appartenuta al Pin e riportata nel suo bel lavoro sulle Piastre di Ferdinando II.1 punto
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Lo scudo del 1876 è buono conio stanco e molto usurato da circolato (B/MB), valore metallo. Il secondo di CA del 1835 è falso.1 punto
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Mi sembrava che raff82 fosse stato abbastanza eloquente nel suo intervento...1 punto
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Purtroppo al sopracitato e ormai antico auspicio la realtà non corrispose in maniera molto entusiasta 😅... I grandi guazzabugli monetari tardoantichi non riscuotono molto interesse, se non per quattro gatti assillati da curiosità bislacche 🤓... Eppure è un peccato perchè gli interrogativi posti nella discussione riguardano cose di interesse ordinario, la vita quotidiana, cioè come si campava materialmente nel tardo impero romano, quali monete si usavano e soprattutto come venivano usate... Le ipotesi presentate da Poemenius mi paiono plausibili, la pesatura era con ogni probabilità una modalità effettuata solo in alcuni tipi di scambi e per alcune tipologie monetarie, il nummus probabilmente, ma anche e soprattutto il solido, il perno standard del sistema monetario tardoromano, il cui valore non era fisso ma libero e derivante dal prezzo dell'oro in un dato momento, una moneta-lingotto che valeva quanto oro conteneva, da cui la necessità, soprattutto nei grandi pagamenti, ad esempio quelli al fisco, di contabilizzare il valore effettivo delle monete ricevute usando le bilance, a tal proposito vi erano ufficiali pubblici municipali, gli zygostatai, che avevano il compito di pesare e valutare la qualità delle monete auree consegnate... Di seguito qualche link interessante sul tema: https://en.wikipedia.org/wiki/Zygostates_(Byzantine_official) https://www.numismaticadellostato.it/pns-pdf/notiziario/Notiziario_16_2022.pdf#page=243 https://www.ancientportsantiques.com/wp-content/uploads/Documents/AUTHORS/Morrisson2012-ByzantineMarkets.pdf1 punto
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Io ho rinunciato fuori dall'Euro è un casino, O paghi tutte le tasse che sono esagerate o meglio lasciar perdere. Anche perchè molti spedizionieri sanno cosa sono e il perchè di questi giri in varie nazioni cosi alcuni fanno sparire tutto,,,,,,,,,poi valli a trovare o fatteli rimborsare. USA Inghilterra Svizzera e altri sono out per me, se non in casi rarissimi.1 punto
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Comunque interessante e l'ipotesi di codici/simboli di società segrete dovrebbe essere quella più attendibile. La simbologia riportata sulla moneta si avvicina molto a questo:1 punto
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Ciao e bravo @Nikko, bellissimo esemplare e l’autenticazione di Lars Ramskold non lascia nessun dubbio circa la sua genuità. Mi sarebbe piaciuto vedere le foto prima della pulitura profonda. Comunque il risultato è molto gradevole, (anche se mancano alcune frangette sotto la stoffa del vessillo, sto cercando il pelo nell’uovo 😅) e il ritratto è davvero favoloso. Il conio di dritto se non sbaglio, sarebbe il conio 3 del elenco di Ramskold, lo stesso dell’esemplare di Vienna? Per il rovescio, non l’ho trovato. Sai se si tratta di un conio conosciuto? Per chi non ha il tempo di leggere l’articolo fiume di Ramskold sull’argomento, forse è utile ricordare le sue sorprendenti conclusioni, riassunte nella didascalia della prossima vendita Leu: - Il labarum non sarebbe al tempo della coniazione di queste monete un segno esplicitamente cristiano come lo diventerà in seguito. Occorrerebbe allontanarsi dalla tesi dell’« epifania » della visione del Ponte Milvio, ricostruzione iniziata da Eusebio e poi diventata la versione comunemente accettata. « Rather, the legends and the types are so ambiguous that they could be interpreted as Christian symbols by those who truly wished it, but they mainly referred to Constantine’s status as a victorious emperor. » - Il numero elevato di conii per questa tipologia raffrontato al numero scarso di esemplari rinvenuti (per il RIC 19 si contano in tutto una quarantina di esemplari, coniati da 27 conii di dritto e 28 di rovescio) significa che le SPES PVBLIC sono state emesse al pari delle 3 tipologie contemporanee del 327 e 328 d.C (GLORIA ROMANORVM, GLORIA EXERCITVS e LIBERTAS PVBLICA). Quindi non era una tipologia eccezionale ma la sua odierna scarsità sarebbe dovuta ad un ritiro massiccio dal numerario circolante durante la seconda emissione SPES PVBLIC del 327/328 (quella con il busto non più laureato ma con diadema, il rarissimo RIC 26). Ma ritirato per quale motivo, e perché soltanto dopo più di un’anno, quale tipo di messaggio non era più accettabile agli occhi di Costantino, Ramskold non ha trovato nessuna risposta soddisfacente, e questo mistero aggiunge ancora al fascino di questa moneta. Un esemplare RIC 26 della prossima asta Leu e un’eccezionale imitazione con piccolo modulo, peso 1,2g: Una precisazione, se si vuole rintracciare la primissima rappresentazione del labaro (326/327) bisogna cercarla lontano da Costantinopoli, nella zecca di Siscia, con questo « binio » RIC 207 conservato a Belgrado e databile del 326/327 d.C. Gli autori del RIC VII che probabilmente non disponevano di una foto abbastanza nitida hanno trascurato il labaro, interpretandolo come un semplice vessillo. Si tratta invece di una raffigurazione più classica del labaro, che verrà usata dai successori di Costantino.1 punto
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Valutato " RR.Extremely rare " un esemplare di piccolo bronzo da Ausculum nel nord dell' Apulia, con al diritto scudo rotondo decorato con cane in corsa e leggenda ed al rovescio spiga con leggenda . Sarà il 1° Luglio in vendita Artemide 63 al n. 34 . Unisco la descrizione del tipo in H.N.Italy n. 652, con le leggende come lì indicate .1 punto
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Mi fa molto piacere che siano stati editi gli scritti di Girola, una figura che manca a molti di noi.1 punto
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