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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/20/23 in tutte le aree
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Il Gazzettino di Quelli del Cordusio #10 è in dirittura d'arrivo con 26 articoli e 11 "briciole" su quasi 180 pagine di pura passione numismatica. A breve la stampa ed in autunno la presentazione. "Estote parati!"5 punti
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Al mercatino di Borgo D'Ale un collezionista sabaudo mi ha ceduto il Peso della Lira INSTAR OMNIVM di Emanuele Filiberto ma prodotto sotto il figlio Carlo Emanuele I . Tipo inedito al Catalogo Zavattoni Il mercatino di Borgo D'Ale riserva sempre sorprese anche in tarda mattinata ! Grazie ad un amico sono riuscito a portare via questa bilancina piemontese . Interessante la scatola e la bilancia montabile con asta verticale4 punti
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Buongiorno @manuelcecca, da Autore (sebbene le mie ricerche vertano su un'altra Zecca) mi permetto di condividere la mia metodologia di studio nella speranza di fornire uno spunto. Il "tipo" è - come ci ricordano i vari manuali numismatici - la parte figurativa del conio: busti, stemmi... Nello specifico caso quindi un "1 tipo" può essere un tallero con busto giovanile mentre un "2 tipo" un tallero del medesimo Granduca ma con busto adulto. Si tratta di differenze macroscopiche, se parlassimo ad es. dei testoni sempre medicei potremmo notare anche le forme differenti dei colletti o della figurazione del San Giovanni. Da questa distinzione poi - logicamente - possono esser fatti discendere dei sotto-tipi: conii composti con punzoni FIGURATI differenti. Le legende e le loro varietà solitamente vengono considerate come secondarie (e pressoché trascurabili, se stiamo riferendoci a differenti abbreviazioni. Ovvio che se la scritta cambiasse completamente la varietà sarebbe ben più importante). Le varietà anche di legenda - o di grandezza della data - sono invece importanti eventualmente per proporre cronologie interne alle varie tipologie. E' uno studio molto più avanzato e specialistico, meno "collezionistico". Concetto di rarità: Personalmente considero differenti la rarità e la reperibilità. La prima è relativa agli esemplari oggi noti, nel loro totale. La seconda prende in considerazione i soli esemplari passati sul mercato. Mentre la rarità è un concetto relativamente stabile se sono state svolte indagini accurate, la reperibilità può ben variare (periodi di maggiore disponibilità di esemplari, causa cessione di raccolte specializzate, ad esempio). Per dare un grado di rarità accurato bisogna porre la massima attenzione, specie nel caso delle varianti non tipologiche o assolutamente minori: esemplari mal catalogati in passato, non illustrati o semplicemente non noti potrebbero stravolgere le nostre stime. Raccomando quindi la massima prudenza, senza scomodare i massimi gradi per differenze dovute a minimi particolari. Semmai meglio indicare "variante rarissima" o "molto rara", senza dare alle stampe un'Opera che rischierebbe di diventare parzialmente obsoleta nel giro di breve tempo. Anche perché, ricordiamolo, non c'é come indicare una minima variante "R5" per veder puntualmente partire la ricerca tra gli appassionati e far spuntare nuovi esemplari in un batter d'occhio. Cordiali saluti, Antonio Rimoldi4 punti
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Vorrei aggiungere al rammarico delle "mancate occasioni" anche qualche gradita ed insperata aggiudicazione. Collezionando monete di una piccola zecca, fin da ragazzo ho sempre dato per scontato che un pezzo sarebbe rimasto tra i desiderata considerandone l'estrema rarità. Ma mai dire mai! Qualche tempo fa ne appare uno in asta. Decido di provarci almeno per poter poi dire che il tentativo l'ho fatto. Arriva il giorno, seguo il live e in quel momento mia moglie decide di seguirlo assieme a me... (essendo anche lei collezionista, non di monete, condivide la mia passione). Ciononostante avrei preferito esser solo per non aver titubanze nell'offrire. Si parte con una base bassa che subito sale ma i miei click si susseguono uno dietro l'altro considerando che il mio limite è ancora lontano. Poi accade una cosa inaspettata. Le offerte rallentano fino a fermarsi. Il banditore inizia con il classico 1, 2... e prima di chiudere con il liberatorio 3, decide di riprendere daccapo la descrizione della moneta sottolineandone l'estrema rarità. Ovviamente non è la prima volta che partecipavo ad un asta online e tante volte ho abbandonato o semplicemente perso ma senza remore... ma questa volta ci tenevo. Cavolo se ci tenevo! Con un'emozione che credo molti di voi comprenderanno esplodo di fronte al monitor del PC con un urlo: "CHIUDIIIIIIIIII" che manco Martellini ai mondiali di Spagna. ...3. Aggiudicata! Osservo il monitor. Guardo mia moglie... Ad alta voce mi chiedo se sono io l'ultimo offerente... Il banner sotto l'offerta è verde! Sono io!!! La moneta è mia! Ed ad un quarto del mio massimo o meglio, del massimo che sapeva mia moglie... io sarei andato oltre 😇. Questo per far comprendere che i rammarichi per le mancate occasioni vanno compensati appieno dalle aggiudicazioni. Ora c'è una variante altrettanto rara che mi farebbe chiudere il cerchio delle emissioni di questa zecca da me collezionata... ed è tra i sogni irrealizzabili come quella precedente...😜4 punti
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Sogni numismatici. Quando cominciamo una collezione e passiamo in rassegna tutte le tipologie che ci piacerebbe raccogliere, c’è sempre “quella” moneta che pensiamo non riusciremo mai ad acquisire… vuoi per l’estrema rarità, vuoi per l’estremo costo. Per un collezionista di Costantiniane, sono tante le tipologie che si farà fatica a inserire nella propria raccolta, ma “quella” moneta non può che essere la mitica SPES PVBLIC. Emissione tra le più emblematiche di Costantino I, un rovescio che trasuda cristianità e di conseguenza estremamente ricercato anche da chi non colleziona Costantino I nello specifico. Ne consegue che, seppur non particolarmente rari, gli esemplari offerti in vendita raggiungono sempre somme spropositate a 4 cifre (top price di 10.000$ alcuni anni orsono). Quando 15 anni fa ho iniziato a collezionare le monete di Costantino I, ho immediatamente identificato la SPES PVBLIC come la “moneta che non avrò mai”… ma mi sbagliavo. i sogni numismatici qualche volta diventano realtà.3 punti
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Buonasera , continuo con la mia raccolta di Auguste sia Denari che Antoniniani. Questa sera vi presento un mio Antoniniano di Salonina. Riporto quel molto poco che ho trovato su Wikipedia, mi piacerebbe saperne di più. Cornelia Salonina fu una Augusta dell'Impero romano, membro della dinastia valeriana, moglie dell'imperatore Gallieno e madre di Cornelio Valeriano, Cornelio Salonino e Egnazio Mariniano. Wikipedia Luogo di nascita: Bitinia, Turchia Morte: 268 dopo Cristo, Mediolanum Coniuge: Gallieno Figli: Cornelio Salonino, Cornelio Valeriano, Licinio Egnazio Mariniano Sposata a Gallieno prima del 242, Salonina fu testimone dell'assassinio del marito nel 268, davanti alle mura di Milano assediata. È incerto se sia stata uccisa nella medesima occasione, o se sia sopravvissuta per clemenza del successore del marito, Claudio II il Gotico. Riporto Catalogazione della casa D'Aste. Salonina (Augusta, 254-268). Antoninianus (22mm, 3.28g, 6h). Rome, 265-7. Diademed and draped bust r., set on crescent. R/ Fecunditas standing l., extending r. hand to child standing before her, holding cornucopia in l.; Δ to r. RIC V 5; MIR 581aa; RSC 39a. Riporto foto di un bellissimo Busto custodito all' Ermitage di San Pietroburgo che la ritrae. Riporto anche una dedica fatta a Gallieno e Salonina, custodita nei musei vaticani. Foto presa dal Sito Web. Per chi volesse approfondire. Aspetto vostri commenti e cenni storico biografici dell'Augusta. Saluti Alberto3 punti
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Salve a tutti per gli amanti del V-VI secolo e le emissioni barbariche ROMA propone un'interessante selezione: https://www.romanumismatics.com/e-live-auction-7/2023-07-10?gridtype=listview @Vel Saties qui ci sono tutte le emissioni di tua preferenza dalle civiche Ostrogote alle Merovinge, dalle longobarde beneventane agli Sceattas dalle carolinge alle emissioni Crociate..2 punti
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E stellare lo è veramente, 180 pagine e 26 autori, che immagino saino dei professionisti o novizi della carta stampata. Attendiamo l'immagine della copertina dopo la stampa, non vedo l'ora di poterlo sfogliare, sarà bellissimo poterlo leggere. 👍👏👏👏2 punti
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Il giusto prezzo, come ogni cosa, è determinato dal mercato. La conoscenza del mercato arriverà solo quando avrai consapevolezza di ciò che cerchi ed acquisti. Per quanto ne sapevi avresti potuto acquistare anche un bottone a 18 euro. Investi i tuoi primi soldi in libri. Se non hai voglia di farlo o voglia di leggerli, la numismatica non fa al caso tuo. Insomma per "capire" non ci vuole un "attimo" ma anni di studio e la costanza nel seguire il mercato. In bocca al lupo se avrai voglia di cimentarti. Nel forum troverai le risposte ai quesiti che nel tempo vorrai porre. Buon viaggio.2 punti
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Due occasioni mancate finora. La prima una moneta troppo costosa per me in un determinato periodo della mia vita, avrebbe richiesto non pochi sacrifici ma ci ho sempre ripensato con sommo pentimento in seguito. Unica moneta che mi pento di non aver preso, ad oggi si sarebbe anche rivalutata parecchio ma non è quello economico il motivo del pentimento. La seconda occasione mancata è stata una moneta persa in un asta ma avevo offerto abbondantemente sopra il valore della moneta che ha realizzato 4 volte la quotazione da catalogo a seguito di una lunga battaglia a colpi di rialzi tra me ed il suo acquirente finale. Un peccato ma a differenza dell'altra moneta non ho nulla di cui pentirmi, avevo oggettivamente offerto molto più del suo valore commerciale e più di così non avrei potuto fare.2 punti
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Ne ho una bella serie di casi in cui per distrazione ho perso l'asta di una moneta che volevo assolutamente, ma forse è più interessante il racconto di un caso di virtù punita. Verona, una decina di anni fa. Quando parlo di Verona, ogni numismatico sa già a cosa mi riferisca... All'epoca ero fidanzato da poco con la mia attuale compagna, che viveva a Venezia; Verona si trovava a metà strada tra casa mia e casa sua, così avevo colto l'occasione dei famosi due piccioni con una fava e avevo organizzato un incontro con lei il sabato sera dopo il convegno, fermandoci a dormire lì a Verona per poi passare la domenica insieme. Arrivo a Verona di buon mattino con il portafogli gonfio e intenzioni bellicose; all'epoca non avevo ancora un lavoro stabile, quindi avevo sempre qualche remora a spendere, ma Verona era un'occasione speciale. A fine visita della fiera incredibilmente mi erano rimasti ancora 150 € nel portafogli: sarebbe stata forse la prima volta che uscivo da un convegno con ancora dei soldi in tasca! Quand'ecco che su un banchino appare lei: un argento preunitario molto raro, in bel BB, conservazione perfetta per gli standard della mia collezione. Prezzo: 180 euro. Tratto un po' con il venditore, che si dichiara alla fine disposto a cedermela a 150. Apro il portafogli, guardo i 150, guardo la moneta, riguardo i 150... poi penso alla morosa che mi aspetta, faccio leva sul mio senso di responsabilità e rinuncio a comprare la moneta. Esco tutto fiero per la mia maturità e mi dirigo all'appuntamento, incontro la morosa e insieme ci rechiamo in albergo a fare il check-in, per poi uscire a cena. Arrivato il momento di pagare la cena, apro il portafogli e mentre prendo la carta noto qualcosa che mi gela il sangue nelle vene: non c'è traccia di banconote nel mio portafoglio. I 150 euro erano spariti. Cerca e ricerca, ovviamente tutto è stato vano, e i miei 150 euro non sono più saltati fuori. Non ho mai capito come sia potuto accadere: un furto è improbabile (come avrebbero fatto a sfilarmi i soldi dal portafogli?): l'unica ipotesi che mi viene in mente - per quanto veramente surreale - è che mi siano accidentalmente caduti alla reception dell'albergo mentre facevo il check-in... Fatto sta che se invece di fare il virtuoso avessi comprato la moneta, tutto ciò non sarebbe accaduto, e sarei stato felice e contento con il mio bel pezzo inserito in raccolta: ovviamente quella moneta ora è molto salita di valore e non l'ho più trovata in vendita a meno di 300 euro in quella condizione; nella mia collezione, quel posto continua ad essere vacante, a perenne memoria del fatto che la virtù non paga2 punti
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Buon giorno, complimenti per l'acquisto. In linea generale, nel riprendere Alberto Campana, ben sette città di quell'area compresa tra l'alta Campania, il Samnium e il Latium, durante la prima guerra punica, si unirono in una " federazione monetaria" in appoggio ai Romani, testimoniata dall'utilizzo, su tutte le monete, dalla presenza del Gallo con astro ( che aveva un significato simile all'aureola cristiana), abbinato ad Apollo. Il gallo era presente anche in altre monetazioni, come quella magno greca o etrusca. Nel caso della federazione monetaria ( composta da città quali Aquinum, Suessa, Cales, Venafrum,Telesia, Teanum e Caiatia), il gallo rappresenterebbe una rivendicazione autonomistica di tale area geografica. La monetazione di Allifae, pur essendo tale città sannita, richiama maggiormente la monetazione magno greca con la presenza di mitili, come anche nel caso di Phistelia ed è di molto precedente ( IV secolo a.c.) a quella di cui discutiamo in questo discussione che fu emessa invece nel III secolo a.c. Per quanto riguarda, le fratture, anche a me sembrano volute, in quanto sono molto simili in parecchi esemplari. Sempre nel III secolo a.c. abbiamo altra moneta in bronzo, questa volta con al rovescio il toro androcefalo, con i riferimenti a città quali Teanum, Cales, Aesernia, Suessa, Cubulteria, Neapolis, ma riferita ad un'area commerciale con al centro Napoli, che era alleata anch'essa a Roma. A Suessa è attribuito anche un altro obolo con raffigurato Ercole con il leone Nemeo. https://storienapoli.it/2021/02/01/fontana-dellercole-di-sessa-aurunca/ Alcune discussioni sul tema: Buona giornata Eliodoro2 punti
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Che fanno parte della collezione di Lars Ramskold, che Leu sta esitando in più aste. La prima parte, a maggio, era incentrata sulla zecca di Roma… ovviamente piane zeppa di tipologie rarissime o uniche. Agli appassionati del periodo, consiglio la lettura del catalogo e lo studio delle note che accompagnano pressoché ogni lotto. Sono state scritte da Lars di proprio pugno e sono forse più interessanti delle stesse monete. Sicuramente il più chiaro, anche più di quello suo famoso medaglione.2 punti
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L'oggetto della discussione e' di interesse generale e trasversale (riguardando un po' tutte le monetazioni) e si presta a varie ed interessanti digressioni. Per dare più ampia diffusione e visibilità (nonchè vivacità) sposto quindi in "piazzetta". Buona serata. Stilicho2 punti
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A mio avviso, il concetto di “rarità” è relativo e dovrebbe essere sempre contestualizzato temporalmente, raffrontando il concetto stesso rispetto a dei punti di riferimento. Oserei dire che è un concetto tendenzialmente e verosimilmente dinamico. Solo mia opinione.2 punti
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Buon Giorno, Nella scorsa asta numero 20 Montenegro, tra le altre monete, ai lotti n° 20 e n° 21 due “Fiorini” che per motivi diversi, con riferimento a ciascuna delle “monete”, hanno destato il mio interesse. Il primo al lotto n° 20 indicato come Fiorino di Firenze, in realtà una imitazione anonima, risulta precocemente ritirato, si tratta di una delle molte note per questo segno MIR 9-30. La moneta che in realtà mi ha lasciato perplesso è quella al successivo lotto n° 21, pur non essendo compresa tra quelle del periodo che studio in particolare, il mio interesse giunge fino alla peste, aveva qualcosa di stonato. L’impianto della moneta si presentava corretto sia al diritto che al rovescio, la nota stridente era nel Segno di Zecca che presentava (a mio parere) evidenti segni di manomissione, inoltre non ricordavo l’esistenza di un Segno di Zecca siffatto, neppure simile o confrontabile. La manomissione si presentava evidente nelle incisioni ai vertici del triangolo isoscele inscritto nello scudo, certamente successive alla coniazione, quello che sotto la base del suddetto triangolo ricordava la testa di un rivetto non sembrava originato dalla battitura così come la base del “triangolo” e per finire si “intuivano” tracce di lavorazioni nel campo dello stemma, ultimo, un improbabile bisante scavato sopra lo stemma. Alcuni di questi particolari sono certamente successivi alla coniazione. Tutto questo dall’analisi dell’immagine a corredo del catalogo dell’asta, una buona immagine ma che non consentiva di essere certi dell’interpretazione. Cercando Fiorini di stile compatibile con quello della moneta presumibilmente alterata ho probabilmente individuato la moneta di partenza, il segno originale è lo stemma “Della Antella con punto sopra” lo stile è quello del Fiorino MIR 27-13 o del MIR 27-18, in realtà non saprei distinguere i due Fiorini tra loro (stesso segno, stesso stile, pochi semestri di differenza). Scorrendo tra le immagini di Fiorini che ho in archivio ho individuato il rovescio di partenza per l’operazione di alterazione, ho individuato anche un Fiorino con le stesse impronte al diritto e al rovescio. La moneta è nella collezione del British Museum. Il Fiorino passato nella recente asta Nomisma n° 3 al lotto 1841 presenta invece lo stesso rovescio (prima dell’intervento di alterazione). L’aspetto più sconcertante di tutta la vicenda, almeno per me, sta nel non comprendere il motivo che ha portato questo “artista” a danneggiare irreparabilmente la moneta. L’epoca del misfatto potrebbe essere stimata a partire dallo studio dalle tecniche impiegate per la “saldatura” dei particolari aggiunti. La cosa sarebbe possibile solo analizzando direttamente la moneta. Per altro il “lavoro” deve aver richiesto tempo e una discreta perizia in considerazione delle dimensioni dei particolari, sul risultato avrei più di qualche riserva sia di tipo tecnico che in termini di logica oltre che di opportunità. Forse si è voluto creare un segno di zecca “esclusivo”. Si potrebbe essere indotti a considerare il lavoro assimilabile a quello di saldatura di un anello di sospensione a una moneta, oppure alla realizzazione di una montatura o di un anello. Ritengo questa manipolazione molto più grave, simile per certi aspetti a certi lavori di bulinatura e pulizia realizzati su monete antiche, che sarebbe più appropriato definire stravolgimenti, l’alterazione ha snaturato e sfregiato la moneta in modo peggiore e definitivo, l’ha trasformata in un falso che ritengo offensivo sia dal punto di vista culturale che storico. Viene trasformata una moneta in un artefatto di incerto significato Si potrebbero aggiungere ulteriori considerazioni che preferisco tenere per me. Motivi e ragioni resteranno sconosciuti. Non si può capire tutto, a volte è meglio non capire. Ho avuto modo di venire a conoscenza di fatti, in un ambito diverso, che potrebbe aiutare a comprendere il motivo alla base del misfatto. C’è stato chi ha alterato ex libris e stemmi con lo scopo di “costruirsi” una genealogia illustre, direttamente o per tramite indiretto da parte di adulatori che volevano ingraziarsi un potente. In ogni caso il risultato non poteva che essere patetico. Non so se esista un siffatto stemma. Allego nell’ordine le immagini del Fiorino alterato, di quello del British Museum, del Fiorino dell’Asta Nomisma n° 3 lotto 1841, di un ingrandimento del segno massacrato e stravolto e di una sovrapposizione in trasparenza del segno. La sovrapposizione va valutata considerando i riflessi e le diverse illuminazioni (Fiorino Nomisma rovescio e Fiorino alterato rovescio). Un appunto in relazione alla possibile “responsabilità” dell’organizzazione dell’asta, non è agevole “stanare” queste monete artefatte per chi non si occupi solo di quelle, i segni di zecca sono moltissimi e non tutti sono correttamente riportati nelle tavole riassuntive. Per altro non si dovrebbe trattare di un delitto recente (spero). Ci sono anche Fiorini (quasi) sicuramente di Firenze di cui non sono elencati i segni, così come segni in elenco riguardano imitazioni. Cordialità1 punto
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Ciao a tutti! Di questa moneta se ne è già parlato (2 EUR Carlo Magno / Karl der Große), ma per me è stata una piacevole sorpresa vedere come i rilievi dell'immagine sul D sviluppino un caleidoscopio di luci e ombre, dipendentemente da come viene illuminata. Ho speso un po' di tempo per fare qualche foto che ne risaltano le proprietà: + al centro il monogramma che il Carlo si faceva scrivere - in quanto analfabeta - e che completava con un Vollziehungsstrich, cioè un tocco finale (la "y" al centro del rombo). Il motivo è preso dalla cappella Palatina del duomo di Aquisgrana: Ade! Njk =============== Per l'archivio: Germania BRD / 2 EURO Data di uscita: 30. März 2023 Tiratura A 4.000.000 (25.000 / 30.000) D 4.200.000 (25.000 / 30.000) F 4.800.000 (25.000 / 30.000) G 2.800.000 (25.000 / 30.000) J 4.200.000 (25.000 / 30.000) per la circolazione (ed in blister)1 punto
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Ecco il mio. VENEZIA ALVISE PISANI (1735-1741) Sedicesimo di Ducato (prova, riconio del 1849) Mont. 2581 Paol. 20 Ag g 1,82 mm 19 RRR q.FDC Prov. Asta Varesi lotto 508 9/5/20231 punto
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Tutto sommato come rilievi non è neanche male; certamente è stata pulita, devi vedere se lo ritieni accettabile o no. Il prezzo è un po troppo.1 punto
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Assolutamente non credo sia una contraffazione d'epoca, d'altronde lo specificato anche nel post di apertura,ma non credo neanche che sia moderna,so di contraffazioni del XVIII secolo e mi chiedevo se potesse essere questo il caso,ma probabilmente rimarrà una mia curiosità...1 punto
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Vero, tieni Pero presente che queste, più che fratture, sono delle vere mancanze di materiale. neanche nei falsi con pressa (e quindi bel altra pressione del martello) si assiste a mancanze del genere.1 punto
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-> https://www.storiachepassione.it/egitto-straordinaria-scoperta-del-birrificio-piu-antico-del-mondo/ Se amate la birra tanto quanto amate la storia fermatevi, siete nel posto giusto. La storia di oggi ha dell’incredibile e riguarda proprio la bevanda alcolica preferita in gran parte del mondo. In particolare stiamo parlando di un birrificio, non di uno qualunque, ma del birrificio più antico del mondo, scoperto di recente in Egitto. Già gli archeologi britannici avevano effettuato degli scavi nel 1912 ed erano arrivati alla conclusione che probabilmente un birrificio si trovava sotto i loro mezzi di scavo. La spedizione inglese non approfondì le ricerche e la faccenda scemò. Di recente però un team americano-egiziano tornando sul posto si trova incredibilmente davanti a quello che sembra essere non solo il più antico birrificio del mondo, ma anche di portata incredibile. 22.400 litri di birra potevano essere prodotti contemporaneamente, un numero incredibile se pensiamo che gli archeologi parlano di 5000 anni fa circa. La struttura risale infatti all’epoca del Re Narmer, considerato da alcuni studiosi il probabile fondatore della prima dinastia dei faraoni dell’antico Egitto. Inoltre fu il primo sovrano egiziano ad unificare Alto e Basso Egitto. Questi due primati non gli bastarono evidentemente se fece costruire l’incredibile struttura produttiva. La struttura presenta un’organizzazione incredibile, con una suddivisione in 8 grandi aree ognuna con 40 piloni in terracotta disposti lungo due file. La produzione di birra era inoltre già conosciuta come abilità degli abitanti dell’antico Egitto. A Tel Aviv nel 2015 dei ricercatori trovarono infatti dei frammenti di recipienti della bevanda che ne testimonia l’ampia diffusione. A quanto pare condividiamo una cosa con una delle più grandi popolazioni mai esistite. Sia noi che gli antichi egizi amiamo la birra. Il sito è un altro motivo validissimo per visitare la splendida nazione, anche se lo sappiamo che vi state mangiando le mani all’idea di non poter assaggiare una bella birra stagionata di 5000 anni fa.1 punto
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Non mi intendo di antiche ma le fratture di conio possono verificarsi quando il metallo non è "morbido"abbastanza quando riceve il colpo di martello,in questo caso il metallo anziché espandersi tende a "creparsi" creando le fratture ... La causa della poca elasticità del metallo può essere causata dal raffreddamento dello stesso...1 punto
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Posso esprimere la mia opinione in merito all'acquisto dell'amico @Mus? Onestamente non riesco a capire perchè l'hai acquistata. Credevi fosse romana, e già il fatto che non fosse chiaro cosa stavi acquistando, avrebbe dovuto farti desistere dall'acquisto. Non si capisce una "cippa" di che moneta sia, o meglio qualcuno ha dato qualche indicazione, ben lontana da quello che credevi; mi chiedo: perchè spendere soldi, € 18,00, che non sono pochi, per qualcosa che non conosciamo? Giustamente ti è stato consigliato di acquistare "PRIMA" i libri, così sai cosa vai ad acquistare. Se è la passione per la numismatica che ti spinge, prima ci vuole informazione e studio. Primo perchè impari a riconoscere le monete e, come dici, sai dare anche una giusta valutazione, secondo ti evita di comprare fischi per fiaschi. Fregature più o meno salate le abbiamo prese tutti, però questo non vuol dire che dobbiamo continuare a prenderle. Se possiamo, qui nel forum, aiutare qualcuno a d evitarle... tanto meglio. In giro a mercatini ci sono tanti "commercianti" corretti, ma anche presunti sapientoni che smerciano patacche per vere monete rare o, come è successo a te, moneta romana che romana non è.1 punto
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La Lira (o 20 Soldi) del 1747 III tipo ha la legenda al D/ "CAR·EM·D.G·REX SAR·CYP·ET·IER" attorno alla testa del re. Lo scudo completo coronato è al R/ ed ha legenda: "20·DVX SAB·ET·MON TISF·PRINC·PED·S", quindi devi guardare il D/. La valutazione che dà il Cudazzo è R, ma lui ha esteso fino ad R10 i gradi della rarità: se vuoi fare un paragone coi gradi dei cataloghi più diffusi, abbiamo un più contenuto NC consono con una battitura di 2.000.000 di pezzi (ma attenzione: compreso anche l'anno 1748). La Lira del 1732 I tipo (il busto del re volge a destra) fu battuta in 170.000 esemplari ed è indicata con R4, ma sempre tenendo conto del sistema di valutazione del Cudazzo abbiamo, in realtà rapportandoci ai più comuni cataloghi, un R2. La sua legenda presenta numerose varianti nella punteggiatura.1 punto
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Buongiorno la leggenda sul contorno non ha un verso definito, ossia il suo orientamento é casuale, dipende dall'inserimento della virola che conia il contorno. Ovviamente non é nemmeno indicatore di falsità. La moneta é autentica. saluti1 punto
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È vero che l’autore dell’articolo “Francobolli e monete in primo piano” chiama il nostro eroe "Guiseppe" allo sbarco in Sicilia, ma poi gli rende il suo nome di battesimo quando aggiunge che, dopo la soppressione delle rivoluzioni del 1848/49, Giuseppe Garibaldi si rifugiò a San Marino (Er gilt als Volksheld. Nach der Niederwerfung der Revolutionen von 1848/49 flüchtete Giuseppe Garibaldi nach San Marino.). apollonia1 punto
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E' il RIC 24 Trovato grazie a questo sito segnalatomi da @Vietmimin https://www.nummus-bible-database.com/rechercher-une-monnaie.htm?page=1&personnages=12&ateliers=10&collections=&vendeurs=&motscles=&numric=&numnbd=&legendes=46&nombreResultats=10&btRechercher=Rechercher Constantine AE follis. 324-325 AD. CONSTANTINVS AVG, laureate head right. / PROVIDENTIAE AVGG, campgate with two turrets, star above. Mintmark SMKΓ. RIC VII Cyzicus 24; Sear 16261.1 punto
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Ad avere la provenienza, se vorrai rivenderla senza problemi. Se non ti rilasciano fattura e certificato di provenienza, almeno tieni foto insieme a scontrino.1 punto
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Piu’ osserviamo una moneta - anche coniata a macchina - e piu’ siamo suscettibili di scoprire minuziose differenze che la distinguono dalle altre. in breve scopriremmo che ogni moneta e’ unica e che costituisce una variante a se’ stante per piccole infime differenze giusto riportare in un catalogo varianti di conio ma - almeno per il sottoscritto - una variante acquista significato quando e’ ‘tipologica’1 punto
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Chi fra noi non ha mai avuto un rimpianto ? Personalmente mi è capitato così tante volte che nemmeno le conto più.... Quello che infastidisce è quando inizi a duellare come un matto: offerta su offerta (superando anche il limite che uno si prefigge) ma alla fine comunque non c'è il lieto fine.... Ma un saggio collezionista mi ha detto "quando non riesci a prendere una moneta, significa che non era destinata a te oggi. Ma domani potrebbe anche essere tua".1 punto
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beh sicuramente tantissime monete sono state oggetto dei miei desideri,personalmente non mi ritengo quel collezionista di cui andra' a mancare quella moneta o quel buco per completare una collezione,o una dinastica,o periodo ect ect,ma me ne mancheranno sempre tantisssime,son sono neanche il collezionista che compra per poi venderle un giorno ,per fare profitto e investimenti con la numismatica! Mi appassiona la storia dell'IMPERO ROMANO ! La sera prima di coricarmi mi guardo un video di SCRIPTA MANENT di ROBERTO TRIZIO e poi mi guardo le monete che ho nel cofanetto 😄 mi fa sentire bene xD ! Nn voglio pubblicizzare nessuno ma semplicemente condividere il mio pensiero ,senza passare una vita a desiderare che la vita e' gia' corta e noiosa!1 punto
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I numeri di serie particolari non mi interessano e sono collezionati da una minoranza di persone. Sugli euro poi, dove le possibili combinazioni sono miliardi, il plusvalore è davvero minimo nel 99% dei casi. cosa diversa se trovi un seriale con numeri uguali su biglietti più datati. Guarda la mia. Banconota emessa nel lontanissimo 1798 e che ha come numero di serie 900.000 (su un totale di nemmeno un milione di biglietti emessi). In questo caso sicuramente stiamo parlando di una rarità (seppur anche in questo caso il plus valore non è poi chissà quanto superiore rispetto al valore di per se del biglietto)1 punto
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Uno degli scheletri decapitati trovati nella fossa comune a Luzino Gli scheletri ritrovati avevano la testa mozzata e posta tra le gambe per evitare che il defunto tornasse dai morti1 punto
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La curiosità sale, attendiamo con trepidazione questo numero stellare. 👋👋👋1 punto
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Ecco la mia ultima "occasione mancata", non per il valore dl pezzo, ma perché mi piaceva davvero tantissimo il volto. Divus Augustus AD 14. Roma Dupondius Æ 28 mm 11,35 g Sfuggita perché distratto da mio figlio che aveva bisogno di aiuto con lo studio... pazienza ... nessuna moneta potrà mai avere il valore di un solo minuto passato a condividere qualcosa con lui. ❤️ (Lo so, lo so ... sono un pessimo collezionista)1 punto
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Il motto dei numismatici è: vendi guadagna e pentiti. quello dei collezionisti è: Non pensare al prezzo ma a quanto ti interessa o piace la moneta. Il prezzo poi te lo dimentichi,una moneta brutta o una mancante , la noti ogni volta che guardi la collezione1 punto
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Tutto dipende dal grado di approfondimento che vuoi usare. Se fai uno studio per conio, che di norma si fa in monetazioni greche, tutte le differenze sono da segnalare, perchè provengono da coni diversi. Spesso lo si fa anche nelle emissioni medievali. Per le monete moderne credo che i tuoi criteri possano essere validi. L'importante è specificarli nell'introduzione. E lo stesso vale per le rarità. C'è chi scrive solo gli esemplari noti senza specificare la rarità. Attenzione che a volte l'esistenza di altri esemplari potrebbe non essere nota per vari motivi. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Un mare di occasioni mancate, che per fortuna ogni volta cancello dalla mente per non incazzarmi come un bufalo nei miei confronti. Le motivazioni vanno dalla carenza di mezzi finanziari (la più frustrante, ma allo stesso tempo la più giustificabile), alla troppa prudenza, al giudizio (mio) non completamente azzeccato, al malfunzionamento del collegamento, persino alla dimenticanza del giorno o dell' orario dell'asta. Non chiedetemi quali siano le singole monete perse perché inserirle sarebbe per me un ulteriore colpo.1 punto
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Altra monetina non sabauda, ma piemontese, messa in collezione è questo Liard di Francesco di Francia coniato a Torino nel periodo dell'occupazione francese, cioè dalla primavera del 1536 al 1562. È la moneta più piccola coniata in città da Francesco I di Francia, e forse la meno rara, ma sono comunque dei pezzi di storia, il fatto che sotto il dominio dei "cugini" anche le monete seguirono la monetazione francese e non più quella usata fino ad allora sabauda.1 punto
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DE GREGE EPICURI Volevo mostrarvi questi 3 pennies d'argento del 1689, che mi sono piaciuti per la qualità ma anche per l'interesse storico: non sono molte le monete inglesi a recare i ritratti appaiati del re e delle regina. Il re è Guglielmo d'Orange, e la regina sua moglie Maria Stuart. Al D. GULIELMUS.ET.MARIA.D.G. Al R. 1689- MAG BR FR ET HIB REX.ET.REGINA. Pesa 1,50 g e misura 18 mm.1 punto
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Un souvenir dal Numismata di Monaco di Baviera. Era messa maluccio, qualcuno aveva provato a pulirla combinando un mezzo disastro. È stato necessario un piccolo intervento di restauro conservativo per riportarla alle condizioni che merita. Per acquistarla ci è voluto tanto coraggio, un pizzico di follia e tanto culo 😁… e il supporto di un amico e membro del forum. Grazi per tutti i complimenti Condividere questa gioia coi membri di questo forum, che ha visto nascere la mia passione nel lontano 2007, mi sembrava il minimo! Ben detto! È stato necessario un esame al microscopio da parte del massimo esperto di questa tipologia per sgombrare il campo da ogni dubbio.1 punto
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Ciao, direi che la conservazione è già indicata sulla moneta stessa Aspetta altri interventi, valutare le conservazioni non è per nulla il mio forte. Bella moneta1 punto
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Ciao, è una moneta molto molto rara, estremamente difficile da reperire in conservazione leggibile (cioè senza difetti di produzione accentuati, specie nel ritratto e nella chiarezza delle epigrafi). Tra i risultati segnalati dall’ottimo genny, ti evidenzio questo, indiscutibilmente il migliore apparso sul mercato. È stato esitato dalla casa d’aste Numismatica Ars Classica, nella vendita n. 85 in cui veniva esitata la prestigiosa collezione Ravegnani Morosini (24 maggio 2015, lotto 151). Giudicato in conservazione Spl, vantava un ritratto davvero ben coniato, di grande vigore espressivo, una epigrafe quasi interamente leggibile con una modesta debolezza nei rilievi solo nella legenda al rovescio (tra la parte iniziale e quella finale del motto). Base d’asta 3500€, fu aggiudicato dopo una raffica velocissima di offerte (che polverizzarono la mia) a 12000€, a cui vanno aggiunti i diritti d’asta del 20% (23% se si offriva da internet). Allego scheda dell’asta e foto (perfetta da inserire in una tesi) qualora volessi usarla per i tuoi riferimenti di studio Napoli - Filippo III di Spagna, 1598-1621 Mezzo scudo 1617, AR 16,42 g. PHILIPP III D G REX HISP Busto radiato con gorgiera a d.; dietro, I C / C (Giovanni Francesco Citarella, maestro di zecca e Michele Cavo maestro di prova); sotto al busto, 1617. QVOD + VIS Aquila ad ali spiegate con ramo d'ulivo e fascio di fulmini negli artigli. Molto raro - CNI 124. Pannuti-Riccio 3 a. MIR 201/1. Esemplare insolitamente ben coniato, Spl Acquistato privatamente da Carlo Crippa Numismatica nel marzo 1963.1 punto
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Ho appena terminato di dare una collocazione "decente" alla mia modesta biblioteca numismatica, ve ne posto una parte per condividerla con voi. P.S. Tanto lo sapete tutti che con le foto sono una........schiappa. :rolleyes:1 punto
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