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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/14/23 in tutte le aree
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Ciao, oggi condivido un antoniniano dell'imperatore Treboniano Gallo (251-253 d. C.) con la raffigurazione sul rovescio della dea Aeternitas coniato a Roma nel 253 d. C. L'Aeternitas era la personificazione divina dell'Eternità associata in particolare alla figura dell'imperatore. Sulla moneta è stante che regge con mano destra un globo con sopra appoggiata la Fenice ed un lembo di veste con la mano sinistra. Treboniano Gallo era un buon amministratore e militare e venne acclamato imperatore dal suo esercito dopo la morte sul campo del suo predecessore Traiano Decio del quale Treboniano era uomo fidato. Tuttavia sembra che il suo intervento armato in favore di Decio nella battaglia contro i Goti fu deliberatamente ritardato per causarne la morte e così prenderne il posto... 🤔. Era, per l'impero, un periodo molto travagliato sotto tutti i punti di vista. Politico, militare e quindi economico. Quando divenne imperatore Treboniano, inoltre, Roma era interessata da una grave pestilenza ed i confini dell'impero fortemente minacciati dai barbari. Il suo regno durò poco (solo 2 anni) e non lasciò segni particolari se non in negativo con la perdita della regione della Siria e la distruzione con saccheggio della città di Antiochia sempre nevralgica per l'impero, per un accordo molto gravoso economicamente con i Goti che incisero molto sulle casse di Roma e la continuazione della persecuzione dei cristiani sul solco tracciato dal suo predecessore ( sembrano fatti riportati da fonti dell'epoca). Tutto ciò portò allo scontro con Emiliano che, sconfiggendolo in battaglia, lo costrinse alla fuga durante la quale fu assassinato dai suoi stessi uomini. Fu quindi il turno di Emiliano che ebbe sorte ancora peggiore visto che governo' per soli 3 mesi dalla sua acclamazione. L'anarchia militare, come risulta evidente, regnava sovrana e caratterizzerà in negativo per circa 50 anni la vita dell'impero (238-284 d. C.). Sono sempre graditi interventi su quando detto. L'antoniniano da esame diretto risulta coniato (spero nel 253), abbastanza centrato e con discreto metallo (il fino in questa monetazione aveva una percentuale del 30/40%) ed ha evidentemente circolato visto i segni di consunzione ben visibili sui punti più sporgenti della moneta. Sarà molto gradita anche la condivisione di vostri esemplari di antoniniani 🙂. Grazie ed alle prossime ANTONIO 22 mm 3,46 g RIC 305 punti
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Il suo corpo era coperto di gioielli. Scavata la tomba 359. Apparteneva a una ventenne vissuta ai tempi della Fondazione di Roma Lo scavo di una grossa porzione di terreno prelevata durante gli scavi e conservata, in una cassa di legno, al Museo nazionale romano ha permesso, in questi giorni di svelare il segreto della tomba di una giovane donna – di un’età compresa tra i 18 e i 24 anni – vissuta attorno al 730 a. C., data della fondazione di Roma, e morta in un luogo non distante dalla città eterna. La fondazione Paola Droghetti ha finanziato una borsa di studio per una giovane restauratrice formata presso l’Istituto Centrale per il Restauro, che ha effettuato lo scavo e il restauro della tomba, sotto la guida delle restauratrici e degli archeologi del Museo Nazionale Romano. Questa sponsorizzazione ha permesso anche di pubblicare una monografia sulla tomba e produrre un video che racconta la riscoperta, il restauro e lo studio. La fanciulla nata con Roma. Il restauro della tomba 359 da Castel di Decima. Studi e restauro. “La donna della tomba 359 – dicono gli studiosi del Museo – è stata seppellita con un vestito coperto di gioielli: una collana di pendenti di bronzo a forma di animali e di figure umane, una serie di grandi anelli fissati al vestito con delle fibule di bronzo e d’ambra, degli ornamenti in argento per i capelli, ecc. Era accompagnata da un servizio da banchetto con coltelli per il sacrificio, spiedi per la cottura della carne, vasi di bronzo e di ceramica per il consumo del vino. Accanto alle produzioni di Roma e del Latium Vetus, si riconoscono degli oggetti etruschi della zona di Tarquinia e dei vasi di ispirazione greca e orientale di origine campana. L’ambra proviene dal mar Baltico. Questo contesto eccezionale contribuisce a ricostruire le prime reti di scambi sviluppate da Roma già al momento della fondazione della città”. La sepoltura è stata recuperata a Castel di Decima, un zona di Roma nell’Agro Romano, a sud della città, esternamente al Grande Raccordo Anulare e confinante con il comune di Pomezia. In epoca romana il territorio era oggetto di sfruttamento agricolo, con la presenza di diverse ville. Fu abbandonato dopo il IV secolo d.C. Nell’area di Decima sono stati scoperti una necropoli e un centro abitato. Il Museo Nazionale Romano conserva, nei depositi delle Terme di Diocleziano, i ricchi corredi funerari provenienti dalle grandi necropoli di Castel di Decima e della Laurentina, che risalgono all’VIII e al VII sec. a.C. Da due anni, è stato avviato un lavoro sistematico di salvaguardia, inventariazione, restauro e studio di questo patrimonio unico, che permette di caratterizzare in modo molto preciso la società, l’economia e la cultura laziale al momento della fondazione di Roma e nei decenni successivi. Il programma « Urbs, dalla città alla campagna romana » del Piano Nazionale per gli investimenti Complementari al PNRR prevede un intervento di restauro e di allestimento della galleria superiore del grande chiostro di Michelangelo, che sarà dedicata alla presentazione dei primi secoli della storia di Roma. Una delle quattro ali di questa galleria sarà dedicata all’VIII-VII sec. a.C. e quindi alle necropoli di Castel di Decima e della Laurentina. Il partenariato tra il Museo Nazionale Romano, l’Istituto Centrale per il Restauro e la Fondazione ‘Paola Droghetti per una cultura della conservazione d’arte’ ha permesso di recuperare uno dei corredi funerari più importanti della necropoli di Castel di Decima. Si tratta, appunto, di quello della tomba 359, scoperta nel 1991, prelevata in un grande pane di terra e rinchiusa in un deposito del museo, dentro una cassa di legno, fino al 2021. La mostra, organizzata nell’aula XI bis delle Terme di Diocleziano, mira a presentare i risultati del restauro della tomba e delle attività di ricerca, anche attraverso l’accostamento con vari altri reperti importanti conservati nei depositi del Museo Nazionale Romano. La mostra sarà aperta al pubblico da domani,14 giugno, fino al 03 settembre 2023 e sarà inaugurata oggi alle 18:30 dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, con interventi del Direttore del Museo Nazionale Romano Stéphane Verger, della Direttrice dell’ICR Alessandra Marino e del Presidente della Fondazione Paola Droghetti onlus, Vincenzo Ruggeri. Con l’occasione, sarà presentato il volume “La fanciulla nata con Roma. Il restauro della tomba 369 da Castel di Decima. Studi e restauro”, a cura di Francesca Capanna (Direttrice della Scuola di Alta Formazione ICR, sede di Roma) e Stéphane Verger, e il video di Edoardo Mariani e Francesco Scognamiglio prodotto dalla Fondazione Paola Droghetti onlus. MOSTRE 14 Giugno 2023 – 3 Settembre 2023 La fanciulla nata con Roma. Il restauro della tomba 359 di Castel di Decima Terme di Diocleziano Via Enrico de Nicola, 78 Roma, 00185 Italia Orari di apertura delle Terme di Diocleziano Dal martedì alla domenica dalle ore 9.30 alle ore 19.00 La biglietteria chiude alle ore 18.003 punti
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Ogni periodo e tipo di metallo ha tolleranze diverse. Ad esempio nell'oro del Regno siamo nell'ordine dei 3-4 centigrammi (escluso usura, ovviamente), mentre nell'argento, se 3-4 centigrammi possono esserci in eccesso, difficilmente una moneta autentica usurata scende oltre i 3 decigrammi (certo se è ridotta ad un disco senza più rilievi possiamo scendere ancora). Nel bronzo le tolleranze sono relative e possono esserci differenze di decigrammi tra una moneta di uguale conservazione. Ne caso della moneta in oggetto, come puoi vedere, essendo la mia moneta in conservazione decente arriva a pesare 4 centigrammi in più dello standard, mentre una moneta in condizioni MB può toccare i 24,7 g. o poco meno. Ma quando hai variazioni prossime o addirittura superiori al grammo sei in presenza sicuramente di un falso. Questo perché nelle monete del Regno per i metalli come l'argento, i tondelli venivano controllati che rientrassero nella tolleranza a meno di un 5 centigrammi, altrimenti venivano riportati al peso nominale tramite levigatura o direttamente scartati. Tieni presente che il contenuto di fino era strettamente legato al valore della moneta e quindi era necessario che - almeno per i metalli preziosi - il peso fosse coerente con esso.3 punti
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La cospicua distanza purtroppo mi ha impedito di frequentare sia la biblioteca che conoscere la persona... I ricordi e i commenti di cordoglio sono illuminanti nel presentare una persona profondamente devota alla sua missione bibliotecaria, cosa che, in quanto anch'io del mestiere, sento molto e me ne avvicina empaticamente la figura e l'operato, nonostante, come detto sopra, non ci sia mai stata opportunità di conoscenza e dialogo... E' un compito delicato e di enorme importanza quella di gestire una biblioteca, in tale sede si determina il corso di passioni, talenti, attitudini e inclinazioni, avere a disposizione una guida accogliente, solida e presente, capace di orientare, consigliare e informare, è una benedizione della Vita ed un grande ausilio per tutti coloro che studiano e hanno passioni intellettuali... Ecco, il mio sentimento va anche a questa attività preziosissima, molto spesso sottovalutata negli ambiti politici ed economici, di cui la persona di cui si piange la dipartita è stata degna e valida espressione...3 punti
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Ti rimando a questo articolo uscito sul Gazzettino #6 di "Quelli del Cordusio" del novembre 2019 che parla proprio di questa moneta (oggi uso anche altri metodi, ma questo è ancora ottimo per pulire il rame):3 punti
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Proseguo aggiungendo l'ultimo arrivo con differente iconografia rispetto ai precedenti: Coronato con scena dell'incoronazione Zecca di Napoli Segno di zecchiere sotto croce: M Peso 3,97 grammi3 punti
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Un mausoleo romano e 100 monete imperiali trovati ora nel centro storico di Londra durante lavori edilizi I resti di un mausoleo romano sono stati portati alla luce a Londra, in un sito a Sud della città, nei pressi di un’area in cui lo scorso erano stati trovati ampli mosaici. Il sito è vicino del London Bridge di Southwark, zona in cui si sviluppò la Londra romana. La notizie della scoperta è stata nelle ore scorse dal Mola, l’impresa archeologica britannica. Si può presumere che il mausoleo fosse poco fuori delle mura urbane. Le indagini archeologiche sono state condotte, appunto, dal Museum of London Archaeology ( MOLA ), per conto di Landsec e Transport for London (TfL), proprietari del sito, e del Southwark Council. Il progetto prevede la costruzione, su questa area, di un complesso residenziale e commerciale. Dopo il ritrovamento, l’intervento edilizio sarà rivisto. Il mausoleo sarà visitabile, entro il nuovo edificio. Gli archeologi non hanno trovato, nel mausoleo, resti umani ma oltre 100 monete, insieme ad alcuni rottami di metallo, frammenti di ceramica e tegole. L’area immediatamente circostante il mausoleo è stata scavata e ha permesso l’identificazione e lo studio di 80 sepolture romane, che includevano oggetti personali come braccialetti di rame, perle di vetro, monete, ceramiche e oggetti personali come un pettine d’osso. I resti del mausoleo (un tipo di tomba monumentale) che è stato portato alla luce comprendono le pareti e la pavimentazione interna. Al suo centro si trova un suggestivo mosaico circondato da una piattaforma rialzata su cui erano poste le sepolture. Sopravvivono anche i gradini di ingresso più bassi nella struttura. Significativamente, questo livello di conservazione degli interni rende questo mausoleo romano più intatto mai scoperto in Gran Bretagna. Antonietta Lerz, archeologa senior presso MOLA – “Questo sito relativamente piccolo a Southwark è un microcosmo per le mutevoli fortune della Londra romana – dalla prima fase del sito in cui Londra si espande e l’area ha edifici romani riccamente decorati, fino il tardo periodo romano quando l’insediamento si restringe e diventa uno spazio più tranquillo dove le persone ricordano i loro morti. Fornisce un’affascinante finestra sulle condizioni di vita e lo stile di vita in questa parte della città nel periodo romano. Il mausoleo sembra aver subito modifiche significative durante la sua vita e gli archeologi hanno scoperto un secondo mosaico direttamente sotto il primo, indicando che il pavimento della struttura è stato rialzato durante la sua vita. I due mosaici sono simili nel disegno, con un fiore centrale circondato da un motivo di cerchi concentrici incastonati all’interno di un pavimento formato da piccole tessere rosse. Le murature della struttura furono quasi completamente smantellate, probabilmente in epoca medievale, per essere riutilizzate altrove. Tuttavia, tutti i segni indicano che si trattava di un edificio consistente, alto forse due piani, che richiedeva grandi contrafforti negli angoli per il sostegno. Accanto ai mosaici, il mausoleo conteneva una piattaforma rialzata formata da piastrelle legate con una malta rosa resistente e impermeabile nota come opus signinum. La pedana definiva i luoghi delle sepolture, disposti su tre lati della struttura paralleli alle pareti. Il mausoleo sarebbe stato utilizzato dai membri più ricchi della società romana. Potrebbe essere stata una tomba di famiglia o forse apparteneva a un circolo funerario, dove i membri avrebbero pagato una quota mensile per essere sepolti all’interno. https://www.stilearte.it/un-mausoleo-romano-e-100-monete-imperiali-trovati-ora-nel-centro-storico-di-londra-durante-lavori-edilizi/2 punti
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Aggiungo questa, che ha una bella patina (anche se in foto non rende): Trebonianus Gallus, Antoninianus. Milan mint, AD 251-253. IMP C C VIB TREB GALLVS AVG, radiate, draped, cuirassed bust right. PIETAS AVGG, Pietas veiled, standing left by altar, raising both hands. RIC 72; RSC 88; Sear (1998) 2790; Sear 9643.2 punti
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Salve. Pubblico un terzo esemplare di 10 tornesi 1855, di conio, mi sembra, uguale agli altri due. Preso dal nostro forum. Saluti.2 punti
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@Rocco68 molto interessante il pezzo tosato, chissà quale poteva essere l'esigenza di tosare un pezzo privo di metallo nobile, ovviamente è un fenomeno abbastanza diffuso e che ho notato anche in altre monetazioni quindi non mi sorprende. @gennydbmoney buongiorno, ho potuto visionare solo ora i nuovi commenti della discussione. La patina la ritengo gradevolissima, omogenea e sicuramente da un tocco in più ai rilievi. La perizia fotografica è stata effettuata dallo SNI (Studio Numismatico Italiano) in particolare da Pierpaolo Irpino. Il riferimento é lo stesso suggerito da Rocco poco più sopra: Magliocca 122, rarita R4. La moneta è stata valutata in conservazione BB+.2 punti
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Ringrazio @numa numa per avermi chiamato in causa, ma credo sia già stato detto tutto (cfr. @Polemarco) e, purtroppo, anche oltre. La moneta, trovata su suolo inglese (e da cittadino inglese, la precisazione è importante), anche per quanto mi riguarda, può essere tranquillamente acquistata anche da un italiano senza che a quest'ultimo gli si possa contestare la commissione di qualsivoglia reato. Saluti. P.S. Non esistono domande stupide, sono le risposte che a volte possono esserlo (mio personale punto di vista).2 punti
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È tipico degli hairlines, si presentano in linee parallele (anche perché le dimensioni della moneta non favoriscono passaggi "ondulati"). Visto il colore e questi segnetti, possiamo facilmente concludere che è stata fatta una pulizia aggressiva da persona inesperta che, reputando la moneta in buone condizioni, ha pensato di "migliorarla" agendo chimicamente e meccanicamente come si fa con le stoviglie di rame rovinando irrimediabilmente l'esemplare. Il rame si può pulire (soprattutto se lo sporco è dovuto ad elementi diversi dalla semplice ossidazione o patina), ma bisogna conoscere cosa utilizzare e fare pratica prima con esemplari comuni e deteriorati. Qui sotto presento come si presentava un centesimo molto sporco e come è diventato dopo una pulizia corretta:2 punti
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Buonasera, Non preoccupatevi, niente che non vada! Domani va in asta oltreoceano un interessante nomos dì Kaulonia (475-425 a.C.) ribattuto su un didracma di Akragas. L’asta è la CNG 118, il lotto il numero 33. I dati fisici della moneta: diametro 22 mm, peso 8.10 g con asse di conio ad ore 5. La buona conservazione dell’esemplare e del sottotipo, legati ad una coniazione non perfettamente riuscita, hanno dato come risultato una ottimale leggibilità delle caratteristiche della moneta akragantina, tali al punto da consentire la sua classificazione secondo la catalogazione che ci offre il lavoro della professoressa Westermark sulle emissioni greche di Agrigento. Curioso che Classical Numismatic Group non abbia avuto interesse ad approfondire la catalogazione, dato che menziona una generica ribattitura su un didracma di Akragas. La classificazione del sottotipo è da individuarsi nell’accoppiamento di conii Westermark 203 (488/485-480/478 a.C.), sotto al granchio sono ancora visibili le tracce dell’elmo corinzio. Posizione forma e dimensioni delle chele e delle zampe del granchio, di quel che ne resta, ci fanno identificare il conio di martello R137, la sagoma dell’aquila il conio di incudine O74. Di seguito le immagini della moneta in asta e di due esemplari corrispondenti per accoppiamento di conii al nomos di Kaulonia ed al sottotipo akragantino. CNG 118/33, ex CNG 72/137 del 14-06-2006: https://auctions.cngcoins.com/lots/view/4-3958EG/bruttium-kaulonia-circa-475-425-bc-ar-nomos-22mm-810-g-5h L’esemplare pubblicato in The Coinage of Akragas Westermark 203.5, a New York dal 1944 grazie al lascito Newell, SNG ANS 947, ex Jacob Hirsch 8/565 del 1903: Noe Caulonia 98, ex Nomos 18/23 del 26-10-2018, ex Roma Numismatics 7/49 del 22-03-2014: https://nomosag.com/default.aspx?page=ucAuctionDetails&auctionid=17&id=23&p=1&s=&ca=0&co=0&type=auction L’individuazione del sottotipo potrebbe essere di aiuto per una più precisa datazione delle emissioni di Kaulonia, visto l’ampissimo (50 anni) lasso di tempo che corre nello studio del Noe (475-425 a.C.)? Che ne pensate? Non conosco, se non basilarmente, la monetazione della zecca del Bruzio ma mi piacerebbe avere qualche ragguaglio o approfondimento sulla datazione di queste emissioni a doppio rilievo, per meglio comprendere la circolazione della valuta akragantina nella Magna Grecia. In particolare mi farebbe piacere sentire l’opinione di @dracma dato che ricordo che si interessa all’argomento delle emissioni greche ribattute del sud Italia. Buonanotte1 punto
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Apprendo da Alisher Egam che lo ha pubblicato in Islamic Arts: Ibrahim ibn Yaqub (912-966), un viaggiatore della Spagna musulmana medievale, scrisse: "passeggiando per il bazar della città di Magonza (Germania), sono rimasto colpito da due cose: la prima è che varie spezie portate dall'India venivano vendute in questa città, e la seconda è che i dirham d'argento coniati in Samarcanda era in circolazione in questo paese. ” Dall'VIII al XII secolo d.C., la regione europea fu sotto l'influenza dell'Islam. Dopo che il Califfato abbaside (750-1258) prese il controllo della Grande Via della Seta, stabilì stretti legami commerciali con Cina, Bisanzio, le tribù vichinghe e gli slavi del Nord Europa. A quel tempo, le più grandi zecche medievali esistevano nelle città di Bukhara, Samarcanda e Chach (Tashkent), e nel IX-X secolo venivano emesse continuamente monete d'argento. Queste monete hanno rapidamente trovato la strada verso il Nord Europa senza entrare in circolazione locale. Quindi, si può dire che i dirham d'oro e d'argento coniati dal califfato erano accettati come standard internazionale in quel momento e erano in circolazione su tutte le rotte commerciali. Di seguito un esempio di moneta d'oro coniata dal re dell'Inghilterra Orientale Offa (757-796). Le iscrizioni sulla moneta sono copiate da dirham del contemporaneo Califfo Al-Mansur di Offa (754-775). Poiché la moneta è stata copiata abbastanza accuratamente, si può leggere il nome del sovrano "Offa Rex" (Re Offa) e i numeri 157 AH (773-74). Tuttavia, è chiaro che il conio non era arabo. Sul dritto della moneta ci sono errori nelle lettere arabe intorno all'iscrizione di Offa. Sul retro è scritta la parola "Shahada". Salutoni odjob1 punto
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https://www.ebay.it/itm/REGNO-DELLE-DELLE-DUE-SICILIE-Francesco-I-120-grana-1825-errore-di-conio-/385682624989?mkcid=16&mkevt=1&_trksid=p4429486.m46890.l6249&mkrid=724-127637-2357-01 punto
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Ed è la stessa cosa che ho detto io…. Dal 12 post …..lo stiamo dicendo, E dal 12 post ci rispondono che non è detto….,mah…! Ma allora di cosa state continuando a parlare se “E” è la soluzione?1 punto
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La risposta finale era corretta ma se il ragionamento per arrivarci era quello di dire “UK non fa problemi”, il percorso non era condivisibile.1 punto
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Bella brother,un'altro pezzo di storia raccondata dal tuo monetiere1 punto
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Eeeeee... Siamo ancora esattamente al piano del post #12 ! Si possono anche interpellare Solone,Licurgo ,Salomone o Dredd ma la sostanza non cambia .1 punto
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Era in asta in terra straniera, mi son sentito in dovere di riportarlo a casa! Dei tre che mi son passati per le mani di gran lunga il migliore.1 punto
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Periodo molto interessante @odjob quello della circolazione monetaria in Europa in epoca post-merovingia ed araba . Unisco da un vecchio libro ( 1970 ) un paragrafo relativo a quel tempo, nell' Inghilterra del re Offa . Una buona giornata1 punto
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Giuseppe Girola era un membro storico della SNI ed un magnifico studioso. In seno alla Società la sua funzione era quella di Bibliotecario ma oltre ad assicurare questo servizio la sua assistenza andava ben al di là del mero compito istituzionale costituendo un punto di riferimento imprescindibile per chiunque si rivolgesse a lui per un semplice quesito, un consiglio o una ricerca. Giuseppe è scomparso prematuramente nel 2022 - la Società ha voluto dedicargli un volume, a cura della Prof.ssa Perassi e di Matteo Rongo, che raccoglie i suoi studi e testimonia l'ampiezza e la profondità dei suoi interessi. Con lui ho avuto frequentissimi scambi su tematiche numismatiche di mutuo interesse che andavano dalle emissioni Axumite, ai tremissi longobardi alle coniazioni rinascimentali del condottiere Medeghino. Inutile dire che il vuoto da lui lasciato non si è colmato. All'indomani della sua scomparsa ho proposto di intitolare la biblioteca SNI, sua creatura, al suo nome. Proposta poi accolta e ratificata dall'Assemblea della Società. Cercheremo di proseguire il servizio che Giuseppe svolgeva a beneficio degli studi della comunità numismatica.1 punto
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Annulli del 4.12.1964 della R.S.M. su cartolina affrancata con cinque esemplari dell'emissione 'Storia della locomotiva' del 29.8.1964..1 punto
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Cartolina illustrata con annullo di partenza da San Marino del 24.7.1956, ...annullo di arrivo di Monteparano (Taranto) del 28.7.1956. Affrancata con lire 10 dell'emissione 'Cani di razza' della Serenissima Repubblica. Annulli nitidi non comune quello di Monteparano, super collezionabile.1 punto
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Circolavano le monete degli aragonesi, molto semplicemente. Non credo che nel 1535 i pax regum già circolavano sui monti di Abruzzo e Calabria. Fai conto che fino alla restaurazione in quei posti si facevano le piccole transazioni ancora con monete medievali e bronzetti romani, quelli avevano e quelli usavano1 punto
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Partecipo anche io. La mia moneta é idonea a questa discussione in quanto distrutta ma io non l’ho mai considerata un orrore. 10 Centesimi Vittorio Emanuele II 1866, Birmingham. Da piccolo ci misi molto tempo con la lente di ingrandimento a capire con certezza che era 1866 e che il segno di zecca era H( Birmingham). Queste monete cosi rovinate sono le più simpatiche ed istruttive a dirla tutta. Comunque è la più rovinata che abbia mai visto. È curioso che abbia dei punti ‘’lucidi’’. Forse proprio perché è completamente liscia in quei punti.1 punto
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@ak72 questa ipotesi non l'avevo considerata ma ci sta benissimo che possa essere uno tra le decine di conii che caratterizzano i wiener pfenninge ai quali, in quanto a "bruttezza," gli enriciani je fanno na pippa. Più del dritto, dove in tutta onestà si fatica ad immaginare un monogramma Enriciano, mi aveva convinto il rovescio dove si distingue abbastanza bene almeno una delle "V" attorno al punto della legenda LVCA. Probabile caso di pareidolia . Saluti Giovanni.1 punto
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Leggo, in quella discussione, che acraf scriveva "Alcuni anni fa avevo visitato il caro amico Roberto Russo e da una rapida supervisione del suo ricco materiale mi accorsi della complessità delle varie emissioni e non solo con L, ma anche con H, Q, monogramma ROMA e pure alcuni simboli, come mosca (fly) che appunto presentano vari conii di diritto in comune fra loro". Questo potrebbe essere un elemento dirimente: se sono stati scambiati i conii, significa che la zecca (fissa o itinerante che fosse) era la stessa, oppure lavoravano zecche vicine fra loro; elementi che quindi permettono di localizzare alcune di queste emissioni in sud Italia (penso soprattutto a ritrovamenti archeologici) comportano che tutte le emissioni siano verosimilmente della stessa zona. Fra l'altro, è ormai pacifico che le citate emissioni con "L" vadano attribuite a Luceria (odierna Lucera)1 punto
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Nel Crawford non ho trovato nulla. Immagino che alla base ci siano ragioni stilistiche e, magari, anche tesoretti ritrovati in zona, ma non so ... bisognerebbe cercare nei vecchi testi di numismatica. C'è da dire che ne parlammo qui e studiosi di rilievo che allora intervenivano sul forum, come Andrew McCabe ("ahala") e Alberto Campana ("acraf") davano per scontato, in quella sede, che fosse un'emissione della Daunia.1 punto
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Con piacere ho visto che la recensione per questo volume è presente non solo su Panorama Numismatico, ma anche su Monete Antiche, segno evidente dell'importanza della pubblicazione.1 punto
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Indubbiamente Tetrico II. Indubbiamente PAX. Altrettanto indubbiamente, per stile del dritto in primis, stile della legenda e della composizione in generale del rovescio: imitativa. Bella monetina!1 punto
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per quello che serve a me, cioè raccogliere tutti i talleri di pisa presenti nel corpus (decisamente grosso), sono soddisfattissimo. mi pare il prezzo sia stato 60 $. la differenza col più caro account per professionisti è che non ci sono i realizzi. ma quelli si possono ricavare dai siti delle varie aste. il corpus delle aste raccolte è questo, in blu le numerose aste accessibili con l'account pro. https://www.coinarchives.com/w/auction_list.php1 punto
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Alla faccia della poca dimestichezza. 🤣 I trachy sono monete mooolto ostiche poichè la deformazione cancella spesso i dettagli della legenda. In questo caso, e accodandomi a quanto detto da Poemenius, si tratta proprio di un trachy di Alessio III coniato a Costantinopoli. Al dritto si vedono le lettere : IC - XC (abbreviazione di Jésus Christ), situate ai lati della mezza figura di Cristo che dovrebbe indossare il pallio (ma non si vede tanto) e tenere la mano sinistra alzata. La presenza di un cartiglio nella mano o forse dei vangeli è apprezzabile solo nelle monete dove il Cristo è a figura intera, seduto sul trono. Monete in cui la figura, essendo più piccola non viene deformata dallo "scodellamento" (vedi esempi) Nel rovescio: Alessio III a sinistra e San Costantino a destra in piedi di fronte, incoronati (la serie di "palline" è la tipica corona Bizantina chiamata Stemma ) vestiti della divitision (il vestito militare) e del loros (l'abito imperiale per eccellenza). Sono raffigurati mentre tengono insieme, tra di loro, il globo con la croce e con l'altra mano ognuno tiene uno scettro (o un labarum). L'iscrizione dovrebbe essere ΑΛΕΞΙΟC ΔΕCΠ θ ΚωΝ ... ma è illeggibile.1 punto
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Che dire, sei una colonna portante della sezione e del forum in generale, un complimento fatto da te ha un valore speciale, grazie ancora . Lo studio delle riconiazioni o ribattiture é uno degli aspetti della numismatica che possono fornire più informazioni. Ci indicano movimenti di valuta, legami socio-politico-economici, aiutano nelle datazioni. Se una moneta può essere vista metaforicamente come la foto di un periodo, di un’area geografica, di un ethnos ecc, una ribattitura corrisponde secondo me a diversi fotogrammi che ci mostrano dal passato la Storia in movimento.1 punto
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Per chi non ha familiarità con le lingue straniere: Lucio Papio fu uno dei triumviri monetali del 79 a.C. Un elemento interessante di questa monetazione è la coppia di simboli utilizzati su entrambi i lati delle monete. Ogni moneta fu prodotta con una coppia di simboli nel campo che erano collegati da un tema. Queste matrici non venivano utilizzate in modo intercambiabile e le monete esistono solo con la matrice accoppiata. Per quanto ne so, i simboli sono stati ripetuti solo due volte Crawford RRC Symbol variant 1 (anfora/anfora) e RRC Symbol variant 11 (coppa alta/giara). Non possiamo essere certi di quante coppie di dadi siano state create, ma si ipotizza che ci siano state 246 coppie di dadi per il fatto che un dado è noto con CCXLVI/CCXLVI (RRC Symbol variant 178). Al momento della pubblicazione, Crawford ha identificato e illustrato 211 coppie di varianti di dadi. Dalla pubblicazione di RRC sono state trovate diverse nuove matrici. A mia conoscenza, l'analisi più completa di questo tipo è stata eseguita da Richard Schaefer nell'ambito del Roman Republican Die Project (RRDP) https://numismatics.org/pocketchange/schaefer/. James Bonnano gestisce un'eccellente risorsa online che ha aumentato il numero di matrici illustrate a 232 https://bonannocoins.com/l_papius/l_papius_db.php Ho discusso con James e Richard in passato e volevo cogliere l'occasione per condividere un paio di esemplari della mia collezione che sono relativamente interessanti. L Papius Denarius Serratus Obv:- Testa di Giunone Sospita a destra, con pelle di capra legata sotto il mento. Dietro la testa, scarpa. Rev:- Grifone in corsa a destra; nell'esergo, L. PAPI.; nel campo, Sandalo. Coniata a Roma dal . a.C. 79. Riferimento(i) - RSC Papia 1. RRC 384/1. RCTV 311. Varietà di simboli - RRC -. Babelon -. BMCRR -. Bonanno 226. 3.78g. 19,71 mm. 180 gradi. Una coppia di simboli inedita di cui si conoscono attualmente cinque esemplari. Questo è probabilmente il migliore dei cinque esemplari secondo Richard Schaefer. Papia_1e_img~0.jpg L Papius Denarius Serratus Obv:- Testa di Giunone Sospita a destra, con pelle di capra legata sotto il mento. Dietro la testa, delfino avvolto da un'ancora. Rev:- Grifone in corsa a destra; nell'esergo, L. PAPI.; nel campo, Ippocampo. Coniata a Roma dal . a.C. 79. Riferimento(i) - RSC Papia 1. RRC 384/1. RCTV 311. Varietà di simboli - RRC -. Babelon -. BMCRR -. Bonanno 220. L'unico esemplare attualmente conosciuto secondo Richard Schaefer.1 punto
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Buonasera a tutti!!! Dopo un paio di settimane Finalmente mi è arrivata !!!Vi faccio vedere qualche foto per una vostra opinione!!!1 punto
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Essendoci un'associazione/organizzazione dietro a questi tizi che li forma per queste azioni stupide, si dovrebbe anche: 1- considerare i suoi dirigenti corresponsabili nell'azione penale 2- chiamarla in causa per i danni patrimoniali 3- ed infine chiederne lo scioglimento in quanto promuove ed istiga alla commissione di reati (tipo un'associazione a delinquere) Oggi imbrattano edifici e opere d'arte, domani chissà dove si potrebbero spingere per realizzare i loro scopi ? Anche le BR avevano come finalità iniziale l'equità sociale, ma sappiamo tutti che cosa sono diventati poco dopo ed anche che pericolo hanno rappresentato ( e forse ancora oggi). Forse esagero e mi sbaglio, ma prevenire è meglio che curare.1 punto
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Comunicazione tristissima Lo conobbi nel 1988 quando, dopo aver espresso la mia volontà di iscrivermi alla S.N.I., mi ricevette in biblioteca per farmi sottoscrivere il modulo di iscrizione ed una volta accettata, fu per parecchio tempo il mio "accompagnatore" nella biblioteca che mi aiutava a trovare i volumi che mi interessavano. Non solo, c'era anche per andare a bere un caffé, insieme ad altri soci, il sabato pomeriggio oppure quando ci si trasferiva in macchina per fare dei "giri numismatici", come ad esempio a Finale Ligure, quando la S.N.I. ha organizzato una visita al Museo del Finale, oppure alle serate del martedì, quando ci si frequentava al C.C.N.M. Poi il Covid ci ha separati, obbligandoci ad interrompere le frequentazioni .... che tristezza. Ciao Giuseppe, che la terra ti sia lieve, io non ti dimenticherò. Luciano1 punto
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Argomento complesso, direi quasi più da economista, la Spagna ebbe un grande Jolly ma non lo seppe sfruttare per vari motivi già elencati in discussione, risultò in realtà come un ponte, un passaggio da cui ripartiva l'argento per altri paesi. In Spagna arrivavano i real coniati nelle Indie ma anche tanti pani di argento che poi venivano smistati dovunque. Di certo coniavano, coniavano nelle Indie, in tutti i Paesi, il fenomeno dei grossi moduli, le monetone parte dovunque da quel periodo grazie all'argento trovato e disponibile. Coniarono comunque anche in Spagna, alcune zecche come Madrid saltuariamente, altre intensamente come Segovia e Siviglia. Poi se dei pani furono conservati nel tempo, tutto è possibile, di certo comunque coniarono. La Spagna sul Cipollla viene definita in modo emblematico, come un tetto sul quale piove molto e sul quale l'acqua scorre, che poi un po' di acqua rimase anche conservata tutto è possibile ma il fenomeno macroscopico fu poi quello.1 punto
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Questa è una ‘marchetta’ (si chiamava proprio così!) in vendita all’Eldorado di Berlino prima del 1933. Consegnandola a uno dei gigolos o a una delle gigolettes del locale, che prendevano una percentuale su ogni marchetta riconsegnata, si aveva diritto a un ballo con loro. C’era anche la ‘variante femminile’ del gettone, per dire che la scelta non era condizionata dal sesso dei componenti della coppia che si formava.1 punto
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