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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/13/23 in tutte le aree
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Salve a tutti, non avevo ancora avuto il piacere di condividere questo bel pezzo della mia terra con i lamonetiani. Quindi eccolo qui, 3 cavalli 1622 per Filippo IV, recuperato dalle terre tedesche. Mi piacerebbe anche se fosse d'aiuto per il catalogo lamoneta in qualche modo, dato che tante volte ha aiutato me nella catalogazione. Il diametro è irregolare ma comunque ascrivibile tra i 18 e i 20 millimentri, il peso di 1,93 grammi. Spero di ricevere quanti più pareri possibili da collezionisti che hanno più esperienza di me riguardo la monetazione napoletana. La moneta è già stata sottoposta ad una perizia (fotografica), non mi piace rinchiudere le monete6 punti
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Salve, ho trovato una cartolina regolarmente viaggiata in Italia che in aggiunta al francobolli italiano ha anche un francobollo giapponese, come da foto. È normale? Qualcuno sa dirmi di più? Ringrazio in anticipo3 punti
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Una Falera romana con testa di Medusa trovata ora durante gli scavi in una caserma di 2000 anni fa L’archeologo mostra le decorazione subito dopo il ritrovamento @ Vindolanda Trust The Vindolanda Trust ha comunicato, in questi giorni, una scoperta di rilievo, avvenuta durante gli scavi, in corso, nei resti della caserma del Forte di Vindolanda, nei pressi del Vallo di Adriano, in Gran Bretagna. “Il nostro team – dicono gli archeologi – ha portato alla luce una falera d’argento (decorazione militare) raffigurante la testa di Medusa. La falera è stata scoperta sul pavimento di una caserma, risalente al periodo di occupazione coincidente con l’impero di Adriano”. Il reperto metallico, dopo la pulitura @ Vindolanda Trust La fàlera era in origine un disco laterale dell’elmo cui si fissavano i lacci per assicurare l’elmo stesso alla testa del guerriero.. Il termine falera designa per esteso un disco in metallo che serviva come semplice elemento decorativo, atto a ornare sia le corazze degli uomini sia la bardatura dei cavalli, oppure come decorazione al valor militare, in varie epoche e presso diverse popolazioni (celtiche, etrusche e romane). Nei tempi di Roma arcaica le falere furono utilizzate come ricompense militari romane per gli ambasciatori esteri, specialmente di origine gallica. Erano utilizzate dagli Etruschi e furono introdotte a Roma dal quinto re, Tarquinio Prisco. Al tempo di Polibio, in età repubblicana, le decorazioni erano concesse al cavaliere che aveva riportate le spoglie di un nemico, mentre in età imperiale, alla truppa, ovvero legionari e ausiliari (falerati) che si erano distinti in battaglia. Erano concesse anche collettivamente ad ali e coorti. Sui monumenti romani appaiono di solito nel numero di nove, unità geometricamente uniforme. In dosso ai soldati erano disposte su tre linee, legate con corregge ortogonali a formare un pettorale, indossato poi sulla corazza, in modo da essere agganciate. Le falere potevano essere anche sfoggiate sulle insegne (vexilla e signa) dei reparti militari. https://www.stilearte.it/una-falera-romana-con-testa-di-medusa-trovata-ora-durante-gli-scavi-in-una-caserma-di-2000-anni-fa/3 punti
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Salve ho trovato questa cartolina viaggiata affrancata San Marino. Qualcuno sa darmi maggiori informazioni e dirmi se ha uninteresse collezionistico? Ringrazio in anticipo2 punti
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Salve ho trovato questa cartolina viaggiata affrancata San Marino. Qualcuno sa darmi maggiori informazioni e dirmi se ha un interesse collezionistico? Ringrazio in anticipo2 punti
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Vorrei avere molta competenza ... davvero. Ma, in ogni caso, posso provare lo stesso a rispondere a questa domanda. Nelle leghe moderne è difficilissimo (se non impossibile) trovare determinate impurità, cosa che invece era frequente nelle leghe antiche. Dai un'occhiata a questo studio dell'Università di Siena. https://www.neu-med.unisi.it/it/2020/03/23/le-analisi-archemoetriche-delle-monete-tra-interrogativi-e-interpretazione-il-supporto-delarcheologia-sperimentale/ Oppure il file allegato ... un altro studio Senza dubbio saranno più esaustivi del sottoscritto. 😉 canovaro.pdf2 punti
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Quelle del terzo secolo in effetti sono piuttosto incasinate, tra zecche varie, soggetti utilizzati da diversi imperatori... io vado un po' per tentativi, spesso Aggiungo che il sito di cui ti ho linkato le due pagine è molto utile, per l'identificazione. Non contiene tutte le monete classificate dal RIC, ma una buona parte, e la possibilità di ricercare diversi campi (non ultimo parole comprese nella legenda) offre una maniera abbastanza rapida di, se non riconoscere al 100% la moneta, almeno instradarsi correttamente.2 punti
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Ciao, come già detto si tratta di un denario di Massimino Trace. Per la corretta catalogazione posto foto di esemplare della stessa tipologia 🙂 ANTONIO2 punti
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Sezione fantastica ... e voglio partecipare anche io con tre piccoli orrori. Buono da 2 Lire 1924 5 Centesimi 1939 10 centesimi ??? Vitt. Em. II E non sono gli orrori più brutti che ho ... 😂2 punti
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Alla faccia della poca dimestichezza. 🤣 I trachy sono monete mooolto ostiche poichè la deformazione cancella spesso i dettagli della legenda. In questo caso, e accodandomi a quanto detto da Poemenius, si tratta proprio di un trachy di Alessio III coniato a Costantinopoli. Al dritto si vedono le lettere : IC - XC (abbreviazione di Jésus Christ), situate ai lati della mezza figura di Cristo che dovrebbe indossare il pallio (ma non si vede tanto) e tenere la mano sinistra alzata. La presenza di un cartiglio nella mano o forse dei vangeli è apprezzabile solo nelle monete dove il Cristo è a figura intera, seduto sul trono. Monete in cui la figura, essendo più piccola non viene deformata dallo "scodellamento" (vedi esempi) Nel rovescio: Alessio III a sinistra e San Costantino a destra in piedi di fronte, incoronati (la serie di "palline" è la tipica corona Bizantina chiamata Stemma ) vestiti della divitision (il vestito militare) e del loros (l'abito imperiale per eccellenza). Sono raffigurati mentre tengono insieme, tra di loro, il globo con la croce e con l'altra mano ognuno tiene uno scettro (o un labarum). L'iscrizione dovrebbe essere ΑΛΕΞΙΟC ΔΕCΠ θ ΚωΝ ... ma è illeggibile.2 punti
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È, come ti stato detto e ripetuto, una riproduzione. Il bordo ed i FERT sono sicuramente un segnale di falsità, ma anche il peso - troppo calante rispetto ai 25,0 g. ufficiali - ed i dettagli in certi punti poco incisi al confronto dei capelli e dei baffi. In ultimo le stesse lettere delle legende appaiono diverse (soprattutto le "I"). Aggiungo per confronto un esemplare autentico e un "Briciola numismatica" apparsa sul Gazzettino di Quelli del Cordusio #8 del luglio 2021:2 punti
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Dopo la fondazione BAM a Mantova, ecco un'altra collezione numismatica visitata di recente, approfittando delle vacanze. In realtà al Correr ero già stato altre volte, ma solo per visitare mostre d'arte temporanee, senza accedere alle collezioni permanenti. Un'intera sala (la n. 11 al primo piano) è dedicata alle monete emesse dalla Repubblica di Venezia nella sua storia quasi milleniaria (820 - 1797). Come già detto a proposito della collezione mantovana, anche se non si è particolarmente interessati a questa monetazione, il piacere di vedere bellissime monete credo possa essere goduto da tutti. Il museo è sempre aperto, anche il lunedì (chiuso 25 dicembre e 1° gennaio) ed è facilissimo da trovare anche per chi non è mai stato a Venezia e temesse di perdersi tra calli e campielli; si trova infatti in piazza San Marco, dal lato opposto della Basilica. Uscendo dal Museo, a sinistra, sotto i portici delle Procuratie, un piccolo negozio vi consentirà, portafoglio permettendo, di acquistare alcune delle monete che avete appena visto (e anche molte altre); il nome non posso farlo, ma sicuramente in tanti avrete già capito di chi sto parlando io purtroppo ero già sulle spese e mi son dovuto accontentare di rimirare la vetrina petronius1 punto
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Lucius Papius was one of the triumvir monetalis in 79 B.C. One interesting element in this coinage is the paired symbols used on either side of the coins. Each coin was produced with a pair of symbols in the field that were linked by a theme. These dies were not used interchangeably and coins only exist with the paired die. As far as I am aware the symbols were only repeated twice Crawford RRC Symbol variant 1 (amphora/amphora) and RRC Symbol variant 11 (tall cup/jug). We cannot be sure how many die pairs were created but there is a hypothesis that there were 246 die pairs due to the fact that one die is known with CCXLVI/CCXLVI (RRC Symbol variant 178). Crawford identified and illustrated 211 die variant pairs at the time of publishing. Several new dies have been found since RRC was published. To my knowledge the most comprehensive analysis of this type was performed by Richard Schaefer as part of the Roman Republican Die Project (RRDP) https://numismatics.org/pocketchange/schaefer/ James Bonnano manages an excellent online resource that has increased the number of illustrated dies to 232 https://bonannocoins.com/l_papius/l_papius_db.php I have been is discussion with James and Richard in the past and wanted to take the opportunity to share a couple of examples frmo my collection that are relatively interesting. L Papius Denarius Serratus Obv:– Head of Juno Sospita right, wearing goat skin tied under chin. Behind head, Shoe. Rev:– Gryphon running right; in ex., L. PAPI.; in field, Sandal Minted in Rome from . B.C. 79. Reference(s) – RSC Papia 1. RRC 384/1. RCTV 311. Symbol variety – RRC -. Babelon -. BMCRR -. Bonanno 226. 3.78g. 19.71 mm. 180 degrees. An unpublished symbol pair with five examples currently known. This is likely the best of the five examples according to Richard Schaefer. L Papius Denarius Serratus Obv:– Head of Juno Sospita right, wearing goat skin tied under chin. Behind head, Dolphin wrapped around anchor. Rev:– Gryphon running right; in ex., L. PAPI.; in field, Hippocamp Minted in Rome from . B.C. 79. Reference(s) – RSC Papia 1. RRC 384/1. RCTV 311. Symbol variety – RRC -. Babelon -. BMCRR -. Bonanno 220. The only example example currently known according to Richard Schaefer.1 punto
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Antefatto : Ma come, vi fate ancora il caffè con la moka dell'omino coi baffi ? E i giovani ci regalarono una macchinetta made in USa con le capsule che vendevano in uno "store" in centro. Mandammo in pensione la vecchia caffettiera e diventammo clienti con tanto di tessera. Poi al supermercato comprammo confezioni di caffè: "Attenti !, che siano compatibili!!!!" che costavano di meno. La macchinetta fa le bizze. E' lenta. Fa rumori strani. Su internet leggo che è colpa del calcare. Storia buffa : Vado allo "store" , c'è qualche altro cliente e cerco il distributore dei numeretti ma non lo vedo . Mi si avvicina una fanciulla : Che cosa le serve ? ...Vorrei dell'anticalcare, la macchinetta fa i capricci. Cerca sul web ... Oh, lo abbiamo finito.. va a confabulare con un collega. Il problema è : come cliente ho diritto a 2 confezioni di anticalcare al prezzo di una.9 €, Però le confezioni doppie le hanno finite. Hanno quelle singole. Dico che va bene, mi vendano una singola a 9. La macchinetta ci ha messo anni a intasarsi e la conf. nr. 2 finirà in un cassetto a seccare. Non va bene perchè sono cliente. Non vi do la tessera...i suoi dati sono comunque registrati. Dopo che in tre discutono il da farsi concludono che mi daranno due singole al prezzo di una. Devo mettermi in coda, e il numeretto ? Fine del sistema. Mi danno un aggeggio che quando si illuminerà sarà il mio turno. Mentre aspetto mi offrono un caffè e finalmente " La luce fu " Ricevo un una borsa di carta due scatole 30 x 10 x 5 cm. 9 euro. Ho un 10 in tasca . Ma non va bene perchè il registratore di cassa , o come cavolo si chiama adesso, emette lo scontrino solo se gli infilano una tessera , carta di credito o bancomat. Trovano un euro da darmi di resto e uno scontrino scritto a mano su un foglietto intestato. Non ho fortunatamente altro da fare e devo ammettere che mi sono divertito. Poi a casa, alla faccia dello spreco di carta, degli alberi abbattuti per fabbricarla, dell'ecologia ecc. ecc . l'anticalcare è in un contenitore 5 x 5 e il resto sono le istruzioni in tutte le lingue del globo . Forse mancano aramaico e sanscrito ma non è certo. Trovo con fatica quelle in italiano che raccomandano tra l'altro di non inghiottirlo , di tenerlo lontano da bambini e animali domestici ecc. ecc.1 punto
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Scavi per l’acquedotto di Palestrina portano alla scoperta di un monumentale sarcofago romano di pietra e di un tratto dell’antica via lastricata Nell’ambito dei lavori di scavo necessari alla posa di un nuovo acquedotto in Via Prenestina Nuova a Palestrina (RM), svolti sotto la Direzione Scientifica della Soprintendenza per l’area metropolitana di Roma e la provincia Rieti nella figura del funzionario archeologo Gabriella Serio, sono state portate alla luce strutture funerarie in opera cementizia di epoca imperiale e coeve sepolture. Lo comunica la soprintendenza stessa. Palestrina è un comune di circa 22mila abitanti della città metropolitana di Roma Capitale, situata lungo la via Prenestina, a cui ha dato il nome, in quanto l’antico nome della città era Praeneste. “Tutte le preesistenze indagate sono da mettersi in stretta relazione alla via romana, già nota e per ampi tratti ancora visibile e percorribile lungo Via Prenestina Nuova, il cui tracciato è riproposto quasi fedelmente dalla via moderna. Pertinenti lo stesso progetto di costruzione dell’acquedotto, sempre lungo Via Prenestina Nuova, sono due ulteriori piccoli edifici funerari, una sepoltura a incinerazione e tre distinti tratti del basolato antico” – dice la Soprintendenza di Roma e Rieti – Lo scavo ha portato all’identificazione di preesistenze archeologiche: un piccolo edificio funerario in opera cementizia costruito contro terra e dotato di paramenti interni in opera laterizia. A est di tale edificio sono state identificate tre sepolture a inumazione cronologicamente posteriori alla struttura: una con copertura di tegole poste in piano, una seconda con copertura “alla cappuccina” e la terza entro sarcofago litico”. “Di assoluto rilievo – proseguono gli archeologi – è stato il rinvenimento della sepoltura entro sarcofago di pietra dalla forma parallelepipeda. Il sarcofago è costituito da una cassa monolitica e da un coperchio a doppio spiovente di tufo. Le superfici interne ed esterne del sarcofago e del coperchio palesano chiaramente i segni di lavorazione lasciati dagli scalpellini che la realizzarono. Lo stato di conservazione dei resti ossei è da considerarsi piuttosto scarso, verosimilmente a causa dell’elevato grado di acidità del terreno circostante. Le ossa di presentano ancora in discreta connessione anatomica, probabilmente per l’uso di un sudario di cui non sono state identificate tracce. Al momento, per tali rinvenimenti, è possibile ipotizzare una datazione alla prima/media età imperiale”. Questa città latina era celeberrima in età antica per il santuario della Fortuna Primigenia, risalente agli ultimi decenni del II secolo a.C. Il santuario è giustamente considerato uno dei capolavori assoluti dell’architettura romana di epoca repubblicana, influenzato, nella scenografica disposizione a terrazze, da realizzazioni ellenistiche, ma realizzato traendo partito dalla tecnica costruttiva del cementizio. Fu uno dei luoghi di villeggiatura preferiti dall’imperatore Augusto. Fortuna Primigenia era cosi chiamata perché era la primogenita dei figli di Giove, ma era anche chiamata Primordiale e dunque Madre e contemporaneamente figlia di Giove. Il culto era associato all’oracolo per la previsione del futuro. Come avvenivano le previsioni? Inserendo in un contenitore sacro – l’arca – possibili diverse risposte alla domanda che si intendeva formulare. A questo punto un bambino – che rappresentava Iupiter puer, cioè Giove bambino – procedeva all’estrazione delle sortes, che erano incise su tavolette. https://www.stilearte.it/scavi-per-lacquedotto-di-palestrina-portano-alla-scoperta-di-un-monumentale-sarcofago-romano-di-pietra-e-di-un-tratto-dellantica-via-lastricata/1 punto
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Così in didascalia, un esemplare da " Etruria , uncertain mint ", di AE 100 units con al diritto testa laureata di Tinia ed al rovescio ippocampo reso in incuso . Valutato " extremely rare ", torna dopo 2 anni al mercato, il prossimo 5 Luglio in RomaNum. XXVIII al n. 8 .1 punto
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Oramai mi sono messo a fare un book fotografico al mio 10 cent... per cui fatemi postare l’ultima. Il rovescio è molto migliore del dritto in questo mio 10 cent!!1 punto
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Ne hanno coniate qualcosa come 223.544.000, una disponibilità di una ogni due abitanti della UE: ma forse qualcuno di quelli rimasti senza è disposto a pagarla anche 400 euro pur di averla petronius1 punto
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Ciao, questa su ebay è proposta a 1,95 e due pezzi a 1,66 Peccato per la spesa postale da 3,10 euro, erano molto convenienti!1 punto
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Gli altri test che si possono fare per determinare la composizione di un metallo (o di un materiale solido) sono: Durezza, ovvero la capacità di un determinato materiale di resistere alla penetrazione e alla sua deformazione permanente. Questo test è altamente distruttivo (per oggetti in cui un buco ... insomma... ci siamo capiti) in quanto consiste nel far penetrare un "penetratore" (scusate il gioco di parole) nel materiale da analizzare e rilevando la forza necessaria per compiere questa operazione (n.b. fa tutto il computer collegato al macchinario). Il penetratore può avere diverse forme (variabili a seconda del test che si decide di fare). Paragonando la durezza dell'argento (parliamo della lega dell'argento 800) con il risultato della moneta Assolutamente no, ho letto tutti i tuoi post e, se devo essere sincero, trovo che dai sempre un valore aggiunto ad ogni discussione... infatti l'ho interpretato come una cosa divertente ... non come una cosa offensiva ed è per quello che ho scritto che ti capisco e che, a volte, mi sgrido da solo. Cavolo ... facciamo davvero una bella coppia. 😂 Oltre a questo ti do perfettamente ragione ... scrivere non è come parlare e quindi si possono generare malintesi. Per quanto mi riguarda non hai scontentato nessuno ... anzi, la tua risposta è stata illuminante e formativa ... e di questo non posso far altro che ringraziarti. Se in futuro vorrai condividere le tue conoscenze e la tua esperienza con il sottoscritto lo riterrò un grande onore e sarò orgoglioso per il tempo che mi dedicherai.1 punto
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In effetti il decremento di peso era troppo rispetto al grado di usura ... però devo riconoscere che ci sono andati molto vicini. La tecnologia XRF (X Ray Fluorescence) viene utilizzata per determinare quali soni gli elementi che costituiscono quel dato materiale (solidi e anche liquidi) Questo avviene sfruttando la risposta specifica di ogni elemento quando viene eccitato da una sorgente di raggi X . L'elemento reagisce emettendo a sua volta dei raggi X di fluorescenza caratteristici e che sono unici per quell'elemento... una vera e propria impronta digitale che lo identifica. Sino a un paio di decenni fa la stessa cosa si faceva con il microscopio elettronico a scansione ... un mostro costosissimo in cui il campione doveva essere prima ricoperto di un sottilissimo strato metallico (noi, per preparare i campioni, usavamo argento). Inoltre i tempi erano lunghissimi perchè, oltre alla preparazione del campione, bisognava aspettare che la cella di campionamento fosse priva di aria (tramite una pompa a vuoto collegata che doveva creare il vuoto spinto ... in caso contrario la lettura non sarebbe stata attendibile). Oggi questi macchinari sono più pratici e veloci seppur mantengano ancora la stessa struttura. P.S. Sfruttano fasci di elettroni e non di raggi-X Tornando agli analizzatori XRF, ne esistono di molti tipi (la tecnologia ha fatto passi da gigante) sia da banco che portatili (uno dignitoso da banco credo costi intorno a 18/20 mila Euro) Hanno il grande vantaggio che permettono una analisi del materiale senza doverne compromettere la struttura, quindi un'analisi non distruttiva ma altamente attendibile (basta pensare al controllo di qualità di prodotti aerospaziali, di oggetti antichi come reliquiari, ... insomma, non sarebbe giustificabile fare un buco per vedere la composizione 🤣). Non me ne vogliano i tecnici se ho voluto semplificare in questo modo. Posto lo schema del microscopio elettronico e esempi di analizzatori XRF da banco.1 punto
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Un indizio a mio avviso molto importante, per scoprire l'arcano, era il peso. Un grammo e mezzo in meno, è tantissimo, è troppo. Non ho mai visto monete autentiche con questa differenza di peso così importante.1 punto
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Obv:– Head of Juno Sospita right, wearing goat skin tied under chin. Behind head, owl Rev:– Gryphon running right; in ex., L. PAPI.; in field, crow with open wings or eagle Minted in Rome from . B.C. 79. Reference(s) – RSC Papia 1. RRC 384/1. RCTV 311. Symbol variety – RRC 76. Babelon 76. BMCRR 12.1 punto
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salve Dopo breve ricerca ho trovato la risposta alla tua domanda JOhannes Brahms - nato il 7.5.1833 ad Amburgo - è stato uno dei più importanti compositori tedeschi della seconda metà del 19 ° secolo e anche direttore d'orchestra e pianista. In occasione del 75 ° anniversario della sua morte (3.4.1897), la sua opera è stata onorata con l'emissione di questa moneta. Il famoso motivo di Do maggiore del 4 ° movimento della 1a Sinfonia è raffigurato, ma con un errore di notazione - la terza nota dovrebbe essere correttamente "Do" non "H". ps: tradotto da 5 Mark 75. Todestag Johannes Brahms 1972 DDR - Muenzen.eu1 punto
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Credo si tratti di un denario di Massimino con Providentia AVG al rovescio, cioè la provvidenza.1 punto
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Anche a me la moneta non piace. Distinguo: non mi piace la patina che ha assunto, troppo disomogenea, sembra sia stata pulita malamente (parere personale). In se la moneta, per me è anche superiore allo spl; i punti in rilievo, esempio seno dell'Italia seduta, non hanno usura.1 punto
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Buongiorno @Alex Cinquantenario, a mio parere la moneta è superiore allo SPL . E' vero come dice Fabrizio che la patina non è omogenea ma da comunque un qualcosa in più alla moneta stessa. A me nel suo complesso piace .Tra l' altro è pur sempre un '28 che è un po' più difficile da reperire rispetto al '27. Inoltre presenta una bella perlinatura che ,a volte per quest' anno, è meno precisa rispetto al 1927.1 punto
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SE si trattasse di moneta originale, sarebbe una moneta romana del 217-218 d.C. A seconda del materiale in cui è realizzata potrebbe essere: - un aureo di Diadumeniano Cesare: Online Coins of the Roman Empire: RIC IV Macrinus 115 (numismatics.org) - un denario di Diadumeniano Cesare: Online Coins of the Roman Empire: RIC IV Macrinus 116a (numismatics.org) Diventa quindi FONDAMENTALE sapere: - il materiale (oro o argento?)(dalle foto non si capisce) - il diametro - il peso. Detto questo, la moneta lascia qualche dubbio anche a me. Il tondello è irregolare, c'è un eccesso di materiale quanto meno curioso, e anche a me sembra ottenuta per fusione, anche se magari l'usura potrebbe trarre in inganno su questo aspetto.1 punto
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Il mio parere è che si tratti di un pfennig viennese, la moneta va ruotata verso destra Nell'immagine un esempio, solo per paragone1 punto
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Può essere benissimo che io abbia invece interpretato malamente i desiderata del signore, chissà...1 punto
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Buonasera amici…condivido volentieri 🤗🤣 raramente dimostro orgoglio per la mia modesta raccolta, ma questa volta devo fare una eccezione per l’ultima entrata in collezione direttamente dall’asta Nomisma Aste 3 del 4/5 maggio scorso. Questo millesimo è classificato raro, e tale è effettivamente in ogni conservazione fino allo SPL/FDC, ma diventa introvabile in FDC. Un esemplare di analoga conservazione passò sotto il martello del battitore all’asta 43 Sincona del 2017 a 8.569 euro diritti compresi ma, pur classificato MS 65, presentava imperfezioni che invece questo non ha, sebbene essendo questo probabilmente classificabile con un MS 64. La patina uniforme, a tratti iridescente quantunque leggera su fondi lucenti, le conferisce un aspetto sontuoso e la rende esteticamente più apprezzabile dell’ esemplare esitato da Sincona (che avevo all’epoca sia visto di persona che battuto fino a poco prima dell’aggiudicazione) secondo la mia personalissima sensibilità. Se qualcuno vuole usare le immagini per il Catalogo del Forum, fin d’ora può procedere. Cari saluti1 punto
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Ciao ,scusa il ritardo,ecco le foto,la qualità non è ottima perché non posso allegare più di 500kb Grazie1 punto
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Semplice. Vale 2 euro. È una comunissima moneta commemorativa. Nessun valore aggiunto1 punto
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Non ho approfondito ma essendoci scritto TETRICVSCAESAR direi che si possa trattare del Tj. Io propendo in generale per un RIC V 248 ma la legenda del rovescio AVGG mi fa pensare che abbiano accoppiato un D) 248 o simile con un rovescio come il RIC V 106 o 212 dato a Tetrico I . Ma bisognerebbe chiamare in causa @grigioviola. Antoniniano zecca di Colonia D) […] TETRICVS CAES: Busto di Tetricus II, radiato e drappeggiato a dx R) PAX AVG: Pax, drappeggiata, stante a sx tiene un ramo di ulivo nella dx ed uno scettro nella sx Il tipo 248 è come questo:1 punto
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Auguro a tutti un buon 2 giugno (Festa della Repubblica....VENETA????😉) ed al tempo stesso vi presento l'ultimo arrivato (che bel modo di festeggiare). Si tratta di un soldino di Andrea Contarini inedito che permette a tutti di capire meglio il perchè di un particolare decreto. La moneta si presenta: Al D/ +ANDR'9TAR'DVX il Doge stante a sinistra con il vessillo, in campo a sinista iniziale del massaro che in questo caso è F (Filippo Barbarigo) Al R/ +.....IFER.VENE.... o VENE.... (per VEXILFER.VENETIA4 o VENECIA4)1 punto
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Con questo software puoi ingrandire fino a 600 volte utilizzando l'intelligenza artificiale.1 punto
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Ciao la settimana scorsa ho rivisto quel rappresentante di metalli che usa la spettrofotometria per controllare i quantitativi dei singoli metalli nei residui di lavorazione per valutare i costi, e come avevo accennato tempo fa era entusiasta dell'argomento monetale, con un po' di tempo abbiamo controllato un centinaio di monete di vari tipi che avevo portato in laboratorio, e dopo aver fatto coincidere le monete con le singole scansioni, ho trascritto i dati che ho finito ieri sera, ora vi posto lo schema su foglio ecxel, poi con calma farò una scheda per ogni singola moneta, non ho ancora valutato i dati approfonditamente ma da una prima vista sembrano coincidere bene con le analisi fatte dai vari esperti, con metodi più invasivi, tenete conto che per mancanza di tempo abbiamo scansionato ogni singola moneta una volta sola, e un paio da entrambi i lati, fate pure domande che più occhi e più teste è sempre meglio, foto ne ho poche ma se avete bisogno faccio qualche scansione. Silvio Dimenticavo 1 sesterzio per ogni visualizzazione DATI SPETTROMETRO.xls1 punto
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A questo punto avrei voluto inserire la scheda del Museo sulla collezione numismatica, ma non riesco ad allegare il link alla pagina diretta, dunque vi riporto quanto in essa scritto: "Il Museo Correr vanta una straordinaria raccolta numismatica che comprende la serie pressoché completa delle monete coniate dalla Repubblica di Venezia dalle origini (ca. 820 d.C.) fino alla caduta (1797). La sala ne offre, nelle vetrine, una ricca selezione, in un percorso cronologico che si svolge in senso orario (perciò i pezzi più antichi si trovano nelle vetrine disposte lungo la parete a sinistra) e che consente di leggere in modo insolito e assai preciso il lungo dipanarsi della storia della città. Una storia segnata, tra l’altro, dalla fortuna nei commerci, dalla posizione strategica come centro internazionale di scambi, in cui anche la monetazione assume caratteristiche peculiari. Dal IX al XII secolo, la Zecca veneziana emette monete di matrice imperiale. Le ultime risalgono a Enrico IV o V di Franconia (1056-1125). La prima emissione col nome del Doge risale a Vitale II Michiel (1156-1172) mentre, con Enrico Dandolo (1192-1205), viene introdotta una nuova moneta in argento quasi puro e di peso notevole (gr 2,18) se paragonato con i denari di allora: il ducato o grosso matapan. Non è del tutto chiaro se questa sia stata veramente la prima moneta grossa europea, ma è indubbio che la città lagunare ne determina il successo a livello internazionale facendone la “valuta” più apprezzata in tutto il bacino del Mediterraneo. Nel 1285, Doge Giovanni Dandolo, Venezia crea una propria moneta in oro, il ducato, di peso e titolo identici a quelli del celebre fiorino d’oro di Firenze. Apprezzato ben presto quanto e più del fiorino stesso, il ducato, che con il doge Francesco Donà (1545-1553) comincerà a chiamarsi zecchino, diventa la moneta per eccellenza del commercio internazionale di Venezia, destinata ad essere imitata in moltissime regioni, dall’Europa all’India. Purezza del metallo e stabilità del peso rimarranno le principali caratteristiche dello zecchino veneziano che permarrà identico persino nelle raffigurazioni per 250 anni. Dalla fine del XV secolo si scoprono nuovi giacimenti d’argento nell’Europa centrale e, più tardi, inizia lo sfruttamento dei filoni argentiferi ed auriferi delle Americhe. Ciò determina modifiche in tutte le monetazioni d’Europa, ma Venezia è la prima città ad emettere monete di nuovo tipo nel 1472 con il Doge Nicolò Tron, che fa coniare una grossa moneta in argento del valore di una lira, la cosiddetta lira tron o trono. Da questo momento la lira, che fino allora era una pura unità di conto, diventa per la prima volta una moneta effettiva. Nel corso del Cinquecento Venezia rimane una delle più importanti piazze in Occidente del mercato dei metalli preziosi, ma va perdendo centralità nell’ambito del commercio internazionale. La Zecca veneziana dà allora progressivamente vita a nuove produzioni di grande modulo e peso come il ducato e lo scudo d’argento, e anche a monete di valori estranei alla tradizione veneziana tra cui, ad esempio, lo scudo d’oro di derivazione francese (Doge Andrea Gritti 1523-1539), il leone per il Levante (Doge Francesco Morosini 1688-1694), ad imitazione dei diffusissimi leewvedaalder (talleri con il leone) olandesi o il tallero per il Levante battuto a partire dal 1756 ad imitazione del tallero di Maria Teresa ormai dominante i mercati d’Oriente. La rassegna cronologica è chiusa dalle monete coniate dall’ultimo doge, Ludovico Manin, nel 1797. Seguono due vetrine dedicate alle oselle, sorta di monete-medaglie, battute prevalentemente in argento. Il loro nome ha un’origine curiosa: fin dalla seconda metà del XII secolo il Doge soleva omaggiare i Patrizi della città a Capodanno con cinque uccelli (osei) di palude. Questo dono nel tempo fu sostituito con uno equivalente in denaro e quindi, dal 1521, con una moneta coniata appositamente, denominata appunto osella. L’uso rimase poi immutato fino al 1797. Le ultime due vetrine sono invece dedicate alle tessere, manufatti impiegati a partire dal XIV secolo per gli scopi più diversi, così come oggi le “tessere”: alcune erano utilizzate come tessere annonarie nelle distribuzione di olio e sale a famiglie indigenti, altre servivano semplicemente da contrassegni nello scambio delle merci, altre ancora erano impiegate come segno di appartenenza a congregazioni religiose o a Scuole Grandi. Tra le opere a parete, spicca una grande tela con Santa Giustina e i Tesorieri, opera di Tintoretto (1580). Al centro sala, in vetrine, Strumenti della Zecca veneziana." ciao. petronius1 punto
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