Vai al contenuto

Classifica

  1. gennydbmoney

    gennydbmoney

    Utente Storico


    • Punti

      7

    • Numero contenuti

      11777


  2. giuseppe ballauri

    giuseppe ballauri

    Utente Storico


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      2397


  3. PostOffice

    PostOffice

    Utente Storico


    • Punti

      5

    • Numero contenuti

      3089


  4. Poemenius

    Poemenius

    Utente Storico


    • Punti

      5

    • Numero contenuti

      5673


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/26/23 in tutte le aree

  1. Buongiorno a tutti, Alberto partecipo volentieri con le mie... Un saluto. Raffaele.
    5 punti
  2. Buonasera a tutti, la sera dopo una giornata di lavoro la mia mente come quella di tanti non trova sosta e non pone limiti alla fantasia. Allora mi è venuta l'idea di impostare una discussione leggera, una sorta di contenitore di monete Borboniche che abbiano un filo comune, un doppio orecchio. Ho spulciato sul Web e sul nostro Forum ma non ho trovato una discussione specifica ad hoc. Per onestà e completezza linko quella che ho trovato che ha più attinenza con quello che mi accingo a fare soprattuto con il vostro aiuto. Una discussione da far crescere insieme ognuno apportando del suo. Questa è una discussione di Ascolto visto il titolo. Ognuno posti il suo doppio orecchio... Inizio con il mio. Una mezza piastra di Ferdinando II millesimo 1859 ( sarei tentato di dire 9 su 7). Un apprezzabile e visibile Doppio padiglione auricolare... Segni di rimozione di appiccagnolo, segni di strappi e graffi di conio al rovescio, ma resta per me comunque una moneta pienamente godibile e collezionabile. Aspetto le vostre. Saluti Alberto
    4 punti
  3. Buongiorno, segnalo l'uscita del seguente saggio storico distribuito dall'editore Aiep (https://www.aiepeditore.com/prodotto/falsa-moneta/) in vendita oltre che in libreria nei vari marketplace o piattaforme di vendita libri online (mondadori, felrinelli, ibs ecc ecc). Falsa Moneta è la storia di due falsari sammarinesi che, muovendosi nella Valmarecchia di fine ’800, tra San Marino, San Leo e Rimini, mettono in atto una serie di tecniche collaudate per fabbricare e diffondere monete e banconote false. L’autore, attraverso una documentata ricerca bibliografica ed archivistica negli archivi sammarinesi, romagnoli e marchigiani, ricostruisce tutti i passaggi della vicenda a partire dall’arresto di Freducci, complice delle prime falsificazioni. La narrazione si concentra poi sui personaggi di Taddei e Filippucci, i veri protagonisti del manoscritto e della relativa storia falsaria. Il Taddei, cognato di Filippucci, si presenta come un personaggio complesso, capace di condurre una vita turbolenta e in aperto contrasto all’ordine costituito, spesa a coniare false monete, nella fabbrica di Montebello di Torriana e non solo. Nella sua attività criminale coinvolgerà lo stesso Filippucci, il quale si troverà a fare i conti con la giustizia a partire dai 16 anni di età, reprimendo le proprie vene talentuose e artistiche che riprenderà soltanto dopo aver espiato ben due condanne penali. Un artista che, nonostante la vita umile condotta, lascerà memoria di sé, oltre che negli archivi criminali, anche in affreschi, disegni e pregevoli lavori d’intarsio, tanto da valergli riconoscimenti internazionali, quali una menzione d’onore all’Expo di Parigi 1900. Falsa moneta, tuttavia, non è solo la narrazione criminale di ingegnosi falsari, di perizie, e di vicende e interrogatori giudiziari, dispute sentimentali risolte ad armi da fuoco, evasioni e periodi di esilio. Al contrario, il manoscritto è inserito all’interno della cornice sammarinese di metà ’800 e si presenta anche come uno spaccato del contesto sociale, storico e penale di San Marino e dell’Italia del XIX secolo. I continui rimandi ai processi, alla società e alla giurisdizione del tempo, rendono la ricostruzione di Falsa moneta non solo un testo narrativo affascinante da leggere, ma anche un saggio, unico nel suo genere, interessante sotto il profilo soprattutto culturale, giuridico e sociale. Un’appendice conclusiva più tecnica, basata sulle perizie e i verbali dell’epoca, ricostruisce in ogni aspetto i procedimenti di coniazione di moneta e argentatura\doratura a corrente elettrica mediante l’utilizzo di un’ ingegnosa e rudimentale pila voltaica, trasformando cosi l’officina dei falsari, anche in un laboratorio di sperimentazione chimica e scientifica. Per quel che riguarda invece la contraffazione di cartamoneta della Banca Nazionale nel regno d’Italia, il Filippucci utilizzerà un metodo innovativo e fino allora sconosciuto ai periti dell’epoca. Antonio Massimino capo della stamperia dell’officina governativa carte e valori di Roma rimase ammirato da questa tecnica di contraffazione eseguita a penna che racchiudeva in se le doti del suo esecutore, pittore, incisore e disegnatore meccanico. Nell'appendice fotografica sono inseriti diversi documenti dell'epoca, tra i quali, la falsa cartamoneta da 100 lire della banca nazionale nel regno d'Italia disegnata dal Filippucci, gli appunti per la corretta esecuzione del procedimento di argentatura a corrente elettrica e il disegno originale della macchina torchio utilizzata per la coniazione delle lire e delle mezze lire di Vittorio Emanuele II.
    4 punti
  4. Bravo Alberto. Hai trovato un altro bellissimo argomento. Io pubblico una piastra 120 grana del 1855, una del 1856 ed una terza del 1841. Ma, su quest'ultima, ho dei dubbi che possa trattarsi veramente di un doppio orecchio, comunque, la pubblico ugualmente. Posto anche un 10 Tornesi del 1857. Ti saluto caramente.
    4 punti
  5. Capisco la tua frustrazione, tuttavia i libri possono essere entrambe le cose, specialmente nell'ambito numismatico sostanzialmente il libro inerente a tale materia nasce già intrinsecamente raro, prodotto nella stragrande maggioranza dei casi in un numero di copie decisamente minore rispetto alla gran parte delle monete esistenti, questo solo fatto già lo rende un oggetto potenzialmente interessante dal punto di vista collezionistico, se poi alla intrinseca rarità si aggiungono in alcuni esemplari la rilevanza scientifica e il pregio formale dell'edizione con carta e illustrazioni di alta qualità e rilegatura solida e di pregio allora è quasi inevitabile che con il tempo, a volte anche in breve tempo, tali libri diventino oggetti ricercati e anche piuttosto costosi... Però tutto questo non deve necessariamente inficiarne la consultazione a scopo di studio, nei tempi attuali la rivoluzione digitale sta creando un accesso facile, immediato e gratuito a milioni di testi sia antichi che recentissimi, tantissimi anche in ambito numismatico, per quelli non digitalizzati esistono pur sempre le biblioteche che permettono la consultazione in loco o il prestito interbibliotecario, in caso di singoli saggi all'interno del libro si può richiedere anche la copia digitalizzata in pdf, purtroppo è anche vero che non sempre il sistema bibliotecario è sollecito ad accontentare le diverse esigenze degli studiosi...
    4 punti
  6. Buonasera Alberto, questo è il mio "doppio orecchio",per meglio ascoltare le voci del popolo...
    4 punti
  7. I apologise for the intrusion and my lack of Italian. I was made aware of this board and thought it worth sharing the following coin, which is the same coin as above but BEFORE the engraver had an opportunity to make his enhancements. This should provide you with all the information on which areas of the coin have undergone new engraving. Regards, Martin (maridvnvm)
    3 punti
  8. Buona sera, il disallineamento deriva semplicemente dal fatto che dopo la rivolta del vespro Napoli e Sicilia ebbero storie monetarie in larga parte separate. Si trattava di due regni diversi ognuno con una diversa politica monetaria ed interessi diversi. Farò un breve sunto. nel 1278 Carlo D'angiò introduce il carlino del valore di mezzo tarì d'oro e del peso di circa 3.3 g. Poichè il Tarì era diviso in 20 grani, se ne ebbe che il Carlino si divideva in 10 grani (Grana a Napoli). Con la rivolta dei Vespri il Carlino viene "copiato" in Sicilia, quantomeno dal punto di vista ponderometrico. In Sicilia prende il nome di Pierreale. Si divide anche qui in 10 grani. Intorno al 1300 Carlo II D'angiò riforma il carlino Napoletano, per mantenere intatto il rapporto tra moneta d'argento e moneta d'oro a 15 a 1 (l'oro si stava sopravvalutando sull'argento). Il carlino viene coniato con un piede di circa 4 g e prende il nome di gigliato (diviso sempre in 10 grani). Il pierreale rimane inalterato (sempre 3.3 g). I piedi monetari rimangono grossomodo stabili fino a metà del 1400. All'inizio del regno di Giovanni d'Aragona il Pierreale deve essere svalutato per tutta una serie di problematiche economiche interne alla Sicilia. Il nuovo Pierreale (che oramai chiamano carlino anche in Sicilia) pesa 2.6 g. A Napoli il carlino da 10 grana (che ora prende il nome di coronato) pesa sempre 4 g. Ferdinando II D'Aragona effettua una nuova svalutazione della moneta Siciliana ed introduce il tarì (o Aquila) da 3.6 grammi e del valore di 2 vecchi pierreali. In quest'epoca per la prima volta il Tarì pesa quanto il carlino Napoletano (3.6 grammi). Non è una coincidenza, Ferdinando il cattolico aveva appena riunificato i due regni. Ovviamente il tarì Siciliano eredita la suddivisione in 20 grani. Tuttavia una seconda svalutazione fatta sempre da Ferdinando II in Sicilia ai primi del '500 porta il tarì ad un peso intorno ai 3 g. Il tarì Siciliano pesa ora meno del Carlino Napoletano. Il tarì Siciliano in epoca vicereale pesa sempre leggermente meno del carlino Napoletano. Sotto Carlo V il tarì Siciliano pesa 2.9 g, sotto i 3 Filippi 2.6 g. Il carlino Napoletano si Stabilizza per larghissima parte del '600 intorno ai 3.1 g. Ed ecco che sotto Carlo II di Napoli stavolta è il carlino napoletano a dover essere svalutato per motivi fiscali ed economici vari (di cui non è opportuno parlare in questa sede). Con due svalutazioni successive, se non ricordo male, il peso del Carlino si riduce fino a 2.2 g, peso che manterrà fino al 1859. Il tarì Siciliano rimane stabile a 2.6 grammi. E' ora lui a pesare più del cugino Napoletano. Sarà Carlo di Borbone a stabilire l'eguaglianza tra le due monete, per ovvi motivi pratici di circolazione monetaria tra i due regni, svalutando nuovamente il tarì Siciliano fino ad un peso di 2.2 g. Peso che le due monete manterranno fino alla fine dei loro giorni.
    3 punti
  9. Ciao @Releo, hai postato delle ottime monete, complimenti. Per quanto riguarda la Piastra del '41 concordo con @gennydbmoney. Penso non sia una "doppio orecchio". Mi sono permesso di ingrandire il particolare e per confronto posto una mia 41. Probabilmente il ricciolo che circonda il padiglione auricolare nella parte superiore, può confondere. Saluti
    3 punti
  10. Saluti a tutti. Innanzitutto complimenti Alberto @Litra68 per la bella discussione che hai postato. L'argomento è molto interessante e poco dibattuto e spero sia l'occasione per condividere le monete che presentano tale anomalia. Se la risposta sarà positiva, potremo censire i millesimi che presentano il "Doppio Orecchio" e cercare di avanzare qualche ipotesi. Per adesso condivido il mio 10 Tornesi 1856. Ciao Beppe
    3 punti
  11. Buongiorno a tutti i partecipanti a questa interessante discussione. Vorrei portare il mio contributo, con un ricordo che ho del tempo in cui andavo alle elementari; parliamo dei primissimi anni 70 (ho fatto la prima elementare nell' anno scolastico 1970-71), quando si faceva il dettato e la Maestra (maiuscolo perché era La signora Maestra) correggeva il compito con la matita bicolore (metà rossa e metà blu). Un errore grave (rosso) era proprio questo: qual é senza apostrofo. La grafia corretta era qual'é, poiché si trattava di elisione per evitare lo iato con la "e" del verbo essere. Non esisteva "qual" ma solo "quale". Allo stesso modo di "questo" e non "quest" e si scrive "quest'anno" non "quest anno". Così era. Saluti a tutti
    3 punti
  12. Le scritture arabe non le conosco, individuo solo i numeri, e qui cerchiata in rosso c'e' una data: 918 ٩١٨ equivalente al 1512, significa Selim I dell'Impero ottomano, e dato il peso un akce. Niente a che vedere con le sicule.
    3 punti
  13. Qui c'è un breve video dell'autore del libro: https://www.sanmarinortv.sm/news/cultura-c6/il-business-delle-monete-false-a-fine-800-la-storia-di-due-falsari-sammarinesi-nel-libro-di-andrea-lividini-a240591
    2 punti
  14. Eh cosa ci vuoi fare, gli anni passano, i bimbi crescono, le mamme imbiancano e le zucche dei lamonetiani rimangono sempre quelle. 😁 Si scrive slAAAb, no scusa slAAAAb.
    2 punti
  15. Ciao, non ho notizie di altri esemplari oltre a quanto hai citato, e nemmeno foto in archivio di esemplari "privati", che non sono passati per le aste. Difficile darne una stima di rarità, che sia R3 o maggiore, dato che non sempre le case d'asta considerano la monetazione in rame del periodo (o la relegano a lotti multipli senza foto !), e quindi è possibile che la maggior parte degli esemplari si muova su canali meno "storicizzati", per questo mezzo baiocco sembrano mancare anche questi passaggi, di certo è una rarità considerevole 😉 Ciao, RCAMIL.
    2 punti
  16. Si trovano molti esempi di "qual’è" scritto con l’apostrofo in testi pubblicati per esempio a inizio Novecento, ma oggi l’unica forma ammessa è qual è, mai con l’apostrofo. Su questo non ci piove. apollonia
    2 punti
  17. salve a tutti, mi sono appassionato di banconote della corea del nord due anni fa,quando in un asta volevo cercare dei fogli di banconote interi e trovai dei fogli di banconote da 5000 won del 2006 da 24 che mi fecero aprire gli occhi su questa realtà misteriosa...eh si perchè la corea del nord è un paese di cui tanti sanno molto poco e che i media tendono a criticare...interessato dalla questione iniziai a guardare video su video e stampai il mio primo pick della corea del nord da tenere come mancolista(cosa che poi capii sbagliata in seguito ma ci arriveremo) con un obiettivo: collezionare tutte le banconote e simili di questa nazione così misteriosa,comprese relative varianti ed errori.A due anni da quel giorno la mia collezione è andata molto avanti e piano piano sono riuscito ad ottenerle quasi tutte comprese le rarità.h si perchè nonostante siano banconote molto economiche ce ne sono alcune che sono molto molto rare con alcune serie che a mio parere meriterebbero l'R4 o R5. A questo punto chi legge questa discussione potrebbe essere un pò scettico nel finanziare l'economia nordcoreana e per questo è importante precisare che la maggior parte dei soldi vanno al popolo nordcoreano che esporta le banconote illegalmente attraverso il confine con la cina e che è assolutamente vietato per legge esportare qualunque tipo di valuta dai confini nordcoreani inoltre è importante precisare che non tutte le banconote sono intese per la circolazione ma ci sono molte banconote cosiddette commemorative o per occasioni speciali oppure per usi speciali detto questo comincerei a spiegare le varie serie la collezione delle banconote nordcoreane può avere due inizi temporali: il 1945 o il 1947 le banconote del 1945,abbastanza costose per gli standard della corea del nord,sono state stampate da goznak,ovvero coloro che oggi stampano i rubli russi e sono state usate durante il periodo precedente alla nascita dello stato nordcoreano,è dunque ragionevole pensare che queste siano state riportate fuori dai confini coreani da soldati dell'armata rossa russa e che siano arrivati così ai giorni nostri.A conferma di questo,le banconote di questa serie,a differenza delle successive, si trovano molto più comunemente in russia.Queste banconote sono molto semplici e nascono in tagli di 1,5,10 e 100 won,di queste il 100 won si trova con filigrana e senza.La filigrana è pattern che si estende per tutta la banconota a forma di quadrati(questa cosa sarà ricorrenti anche nelle serie successive).Al momento io possiedo solo una 100 won con filigrana purtroppo e le sanzioni con la russia hanno reso ancora più difficile per me ottenere questo tipo di banconote.Vi allego intanto la foto di questa e potete vederle tutte qui : http://www.banknote.ws/COLLECTION/countries/ASI/KON/KON.htm questo link sarà importante anche successivamente quando parleremo delle varie varianti.In tutte le serie di cui parlerò darò un indice di rarità ed un fair value(ovvero valore giusto) perchè tanti compreso il pick tendono a esagerare i prezzi per questa serie rarità 7,5/10 fair value circolate come quella che vedete in foto della mia collezione queste banconote si aggirano sui 100 euro ma un esemplare unc arriva a costare 1000 euro
    1 punto
  18. Buona sera. Di queste tre monetine non mi interessa conoscere l'autenticità dato lo stato in cui si trovano, bensì l'attribuzione della Zecca e del periodo .Sono molto malandate ed in un caso di difficile identificazione. Dovrebbero appartenere alla monetazione della Sicilia greca. Al D. della prima dalla foto sembra la testa di un leone ,in realtà è la testa di una fanciulla.La prima pesa 5,51 gr e misura 15 mm.Le altre due rispett.3,88x15,8 e 4,79 x15.Neanche con lente a forte ingrandimento si riesce ad individuare una o più lettere. A disposizione per eventuali altri dettagli. Grazie in anticipo
    1 punto
  19. Ciao a tutti, premettendo che nn voglio venderla mi è capitata una 2€ con evidente errore di conio. Mi piacerebbe però conoscerne il valore. Allego foto. Grazie.
    1 punto
  20. 1 punto
  21. Sono anch'io un appassionato di storia e numismatica siciliana medievale e moderna, ti metto di seguito dei link a delle pubblicazioni che possono rispondere ai tuoi quesiti: https://www.storiamediterranea.it/portfolio/5574/ https://www.storiamediterranea.it/portfolio/le-armi-dei-siciliani-cavalleria-guerra-e-moneta-nella-sicilia-spagnola-secoli-xv-xvii/ https://www.storiamediterranea.it/portfolio/la-finanza-pubblica-nella-sicilia-del-500/ Di quest'ultimo testo segnalo in particolare il capitolo IV dedicato al sistema monetario siciliano e alla zecca di Messina al tempo di Carlo V Riguardo i tuoi dubbi sulla sola spiegazione derivante dal prezzo dell'argento bisogna comunque tenere conto che in epoca preindustriale i prezzi potevano avere forti variazioni anche in singole piazze urbane all'interno di uno spazio ristretto, erano tempi in cui molteplici fattori tecnici e logistici potevano facilmente incidere, costi e organizzazione dei trasporti, esistenza o meno di infrastrutture che potevano faciliare o meno i trasferimenti, presenza o meno di banche, istituzioni e strumenti di credito, sviluppo più o meno avanzato dell'economia e dei commerci... naturalmente poi le cause che determinavano i mutamenti monetari andavano oltre le semplici questioni di prezzo del metallo, erano in primo luogo fondate sui problemi specifici di politica monetaria che a loro volta dipendevano dalle condizioni peculiari in un dato momento delle finanze, del fisco e delle spese pubbliche all'interno di uno stato, i fattori a cui badare erano parecchi e spesso si intersecavano tra loro...
    1 punto
  22. Uno scavo esplorativo svolto nei primi mesi del 2023 – durante lavori di disboscamento – ha confermato un sospetto innescato da ritrovamenti e rilievi del terreno: nello Schaarenwald, sul Reno si trovano i resti di un’altra fortificazione che fu costruita lungo il Reno nel IV secolo d.C. per proteggere l’Impero Romano: una torre e una struttura difensiva che la circonda. Il fossato testimonia gli sforzi difensivi dei Romani contro i Germani a nord del Reno. Altri materiali potranno essere trovati nel corso di uno scavo sistematico, che dovrebbe avvenire in futuro. Il cosiddetto Schaaren am Hochrhein è oggi sia un’area ricreativa che una riserva naturale, ma ospita anche importanti testimonianze della movimentata storia della regione. Sono già stati trovati, nel circondario, un insediamento dell’età del bronzo, una torre di avvistamento romana e, soprattutto, fortificazioni delle guerre napoleoniche del 1799: durante la seconda guerra mondiale furono costruite anche bunker che sono ancora visibili. Oggi l’area è quasi interamente boscosa. Già 20 anni fa, un dipendente locale dell’Ufficio Archeologico ha trovato un cospicuo numero di monete romane in una zona non distante dall’ultimo ritrovamento, una scoperta che non poteva essere spiegata fino a tempi recenti. Ricostruzione dal 1997 di una torre sul confine del Reno (Scharenwiese). Foto: Amt für Archäologie Thurgau La verifica compiuta quest’anno è avvenuta in concomitanza con l’intervento di disboscamento dell’area. Un drone ha ripreso l’area a nord della torre di guardia romana in Svizzera. Foto: Amt für Archäologie Thurgau “Non c’era praticamente nulla da vedere sulla superficie dell’area, che è stata in gran parte disboscata durante i lavori forestali. – dicono gli svizzeri – Come di consueto nelle costruzioni romane, il materiale lapideo è stato asportato e riutilizzato in epoche successive. Ma sotto il terreno abbiamo trovato le fondamenta di un edificio pressoché quadrato di circa 7×7 metri con pareti spesse circa 1 metro, resti di malta, alcune pietre e il fossato di fondazione. Nel sottosuolo ghiaioso era invece ben visibile la trincea a forma di V attorno all’impianto a una distanza di circa 5 metri. Si può presumere che a tale scopo esistesse una palizzata o una fortificazione in legno. I reperti – ad eccezione di un gran numero di tegole romane e parti di blocchi di tufo – sono rimasti rari, ma sono stati isolati. Lo scavo è stato limitato a pochi saggi esplorativi”. Moneta dell’imperatore Costantino I, dopo il 311 d.C Il reperto è emerso durante lo scavo di saggio 2023 nell’area della torre. Foto: Amt für Archäologie Thurgau Sulla base delle osservazioni, non vi è dubbio che le tracce esaminate appartengano realmente ad una fortificazione a forma di torre della fine del III alla fine del IV secolo. Lo dimostrano i reperti, ma anche i confronti con altre strutture meglio conservate lungo il Reno. Sebbene la torre di guardia appena scoperta si inserisca bene nel quadro storico generale, non è chiaro a quali strutture fosse associata. Altre torri sono note ad est e ad ovest, ma non si sa molto di più su di esse. A parte pochi reperti, non ci sono quasi lasciti di un’occupazione. Da altre fortificazioni simili ci sono indicazioni che le truppe ausiliarie germaniche erano qui in servizio e che anche i commerci erano praticati; le truppe di frontiera dovevano prendersi cura di se stesse in larga misura. Insegne di rango: parte di una cosiddetta fibula a bottone a cipolla (fermaglio per il mantello), con doratura.Foto: Amt für Archäologie Thurgau Fibbia per cintura trovata nell’area della torre. Foto: Amt für Archäologie Thurgau https://www.stilearte.it/scoperta-in-svizzera-una-torre-romana-durante-lavori-di-disboscamento-nella-zona-era-stato-gia-trovato-un-tesoretto/
    1 punto
  23. tutto giusto, ma nelle discussioni di ampio spettro ti assicuro che diventa difficoltoso... magari quando pubblichi ritrovamenti che coprono 3 o 4 secoli
    1 punto
  24. RARO annullo di partenza frazionario con doppie lunette di Cabernardi frazione di Sassoferrato (Ancona) del 22.10.1924. su 50c violetto Michetti volto a Sx emissione del 1908 . Annullo di arrivo al retro di Senigallia non nitido. Sul fronte della busta si nota la cifra 1000, che sarà sicuramente stato il prezzo (1000 lire) di vendita della busta. 1000 lire ben spese.
    1 punto
  25. Cartolina partita da Tripoli di Berberia il 18.3.1912 in piena occupazione italiana della Libia, l'occupazione terminerà con il trattato di Losanna del 18 ottobre del 1912. Su questa cartolina è stato usato un 5c. Leoni del Regno D'Italia senza alcuna soprastampa per la colonia Libia, infatti le soprastampe inizieranno quasi alla fine del 1912. Bello e non comune l'annullo di Tripoli 'Sezioni Riunite' del 18.3.1912 e altrettanto raro il timbro 'Ospedale di Guerra' n.27 della Croce Rossa Italiana. Un pezzo di Storia.
    1 punto
  26. Cartolina correttamente affrancata 15c. per più di cinque parole con 5c + 10c. Leoni, da Padova a Venezia con annullo doppio cerchio + svolazzo del 23.8.1920 nitido. Bell'annullo con bei francobolli collezionabilissima di qualità.
    1 punto
  27. Praticamente da dietro la vedi cosi, .. È come dovrebbe essere .. peccato non siamo di fronte a varianti di filigrana, il tuo esemplare appartiene all'emissione del 1904 purtroppo quello di meno valore ( è quotato sulle 4 sterline inglesi). Se avesse avuto una filigrana capovolta avremmo avuto un'esemplare del valore di 150 sterline GBP Se fosse stato dell'emissione successiva anche senza varianti il valore era di 20 GBP. Ti do quotazioni in GBP in quanto i miei libri su questi francobolli sono inglesi.
    1 punto
  28. ho verificato e confermo Tessalonica 27c
    1 punto
  29. Ciao @Rocco68, fatto. Grazie.
    1 punto
  30. Lancio un sasso polemico ... Confesso anche che alcune regole non le capisco e non ci vedo una funzionalità utile, di conseguenza mi domando il motivo che hanno portato qualcuno e decidere che si fa così e nell'altro modo è sbagliato. In questo semplice esempio dell' apostrofo sul QUAL È, l'unico effetto collaterale è ottenere un pessimo voto se si scrive male in un esame, ma nessun'equivoco sul senso comunicativo, o mi sfugge qualcosa? nessun'equivoco 😂 .. Ho fatto una prova esagerata
    1 punto
  31. Statua regale superba Sta tuareg ALE su P erba
    1 punto
  32. Siiii come no Guarda chi sta pattugliando,un altro guru delle banconote @wstefano,un super ciotolaro ricercatore.di tesori @Meleto e altri🤣 Se tagli le foto o come ultima spiaggia fai uno screen shot,il problema lo risolvi. Potevi pure dal sito esterno far uno screen e postar le foto. Purtroppo con gli aggiornamenti del forum necessari,oggi ci sono, fra anni saranno corrotti o non piú fruibili in quanto frutto quindi di siti esterni. Sarebbe un peccato per tutti quelli che andranno a ricercare,per questo mi permetto di sottolinearlo eh☺️
    1 punto
  33. Con questo software puoi ingrandire fino a 600 volte utilizzando l'intelligenza artificiale.
    1 punto
  34. Si infatti gliel'ho detto! Devo cambiare amicizie😅😅
    1 punto
  35. FDC Luxor con una bella chicca...una busta fuori dal comune...diciamo Fuoriclasse 😉
    1 punto
  36. Il fatto è che sono tutti commercianti e non venditori.Li chiamano "convegni" ma,in realtà sono mercatini a cui gli si vuole attribuire una "lussuosa"location rispetto a quella di una piazza urbana. In passato ci sono state delle sporadiche iniziative culturali inserite in questi "mercatini"poi è tutto scemato.E' per questo che affermo che c'è un intento prettamente commerciale e non di vendita in questi mercatini.Una visione miope e si naviga a vista,senza tener presente l'aspetto culturale,come scrivi,con presentazione di libri,premiazione di concorsi a tema numismatico,discussioni su diverse tematiche ,conferenze e,perchè no,anche aste come si faceva qualche anno fa a Riccione a fine agosto dove Sintoni organizzava la sua asta numismatica.Questi commercianti non ci credono nemmeno loro in questi"mercatini" Ritornando ai giovani ed al loro approccio alla Numismatica:bisogna vedere come approcciano, ma,soprattutto hanno bisogno di guide perchè vedo che alcune volte accade che questi giovani inesperti acquistano u internet monete non autentiche,poi,vanno per farsele periziare e rimangono delusi di quanto il Perito gli dice e si disaffezionano alla Numismatica.Parliamoci chiaro,ebay(perchè è qui che molti iniziano ad acquistare,come ho fatto io) è un ottimo strumento per acquistare e vendere monete,e deve essere visto come una semplice"bacheca"di annunci di vendita.Del resto non mi risulta che vi sia gente che si sia arricchita vendendo su ebay.Su ebay si trovano utenti che pongono in asta le proprie eccedenze numismatiche ;ci possono essere utenti poco esperti di quella particolare monetazione e vendono quella moneta che,per ignoranza,e nemmeno per un preciso intento truffaldino, risulta poi essere non autentica,inoltre nelle aste delle case d'aste capitano dei falsi e questo ci sta poichè ,magari,anche ai più esperti,non essendo esperti in tutti i campi della Numismatica può capitare qualche svista.Bisogna,quindi,dire ai giovani od anche ai meno giovani ma che si apprestano ,come i giovani,ad "effettuare i primi passi"nel mondo della Numismatica, che bisogna prima leggere di Numismatica e poi passare agli acquisti di monete,avendo un preciso intento collezionistico. Ad ogni modo a me sembra che a Milano,con i giovani, si stia facendo un buon lavoro con"Quelli del Cordusio"con pubblicazioni ,convegni, e piccoli scambi commerciali. Pochi giorni fa si è tenuto a Napoli un convegno dei Numismatici Italiani Professionisti per festeggiare i 30 anni di associazione :pochi NIP hanno partecipato,senza dubbio pochi ma buoni, ma pur sempre pochi(erano una decina).E' stata presentata una pubblicazione in cui sono stati pubblicati vari lavori di alcuni NIP e,per la maggior parte,vi erano gli associati che dovevano presentare i lavori presenti nella pubblicazione. Voglio arrivare a dire che per l'importante evento del raggiungimento dei 30 anni della NIP ci si aspetterebbe una massiccia presenza di NIP non fosse altro per fornire una bella immagine della Numismatica Ad ogni modo ci sarebbe molto da scrivere a riguardo della Numismatica,dei giovani,dei neofiti, di chi possiede un po'di esperienza in più ecc.ma soprattutto c'è molto da fare odjob
    1 punto
  37. taglio: 2 euro cc paese: finlandia anno: 2021 A tiratura: 800.000 condizioni: bb+ città: trieste note: NEWS!!!!!!
    1 punto
  38. questo è tutto,spero di avervi fatto conoscere un mondo nuovo e ringrazio tutti coloro che mi hanno suggerito e motivato ad aprire questa discussione e spero di potervi aiutare nella composizione di questa raccolta.Se avete dubbi o domande io sono qui e ovviamente se avete critiche o correzioni queste sono sempre ben accette.Inoltre ci sono ancora un sacco di "oddities" ma queste sarebbero extra e non mi va di andare fuori tema. saluti
    1 punto
  39. Io conservo ancora come reliquie le mie trowel Battiferro e WHS. Non scaverò mai più maposso reinvasare i gladioli pensando di esser Indiana Jones (*) il titolo è stato scelto per la sola assonanza di Stefano Valentini* -> https://www.archaeoreporter.com/2023/04/16/lorigine-e-la-storia-della-trowel-strumento-icona-dellarcheologo-altro-che-cazzuola/?fbclid=IwAR1243ZxgnQ0hMU2KOM_9mTPBb6i1KNuS6IhIvmw--DO6nuxsgH9xNuH-Ik Trowelologia potrebbe essere un buon neologismo (non uno scioglilingua) per indicare la scienza che studia la trowel, l’arnese dell’archeologo per antonomasia. Scherzi a parte, tutti gli archeologi che si rispettino ne hanno una. Ci sono siti web in cui se ne descrivono nei minimi dettagli le caratteristiche, talvolta corredate persino da “consigli per l’acquisto e istruzioni per l’uso”. Ma forse in pochi si sono chiesti quale sia la storia di questo strumento e come e perché sia stato utilizzato dagli archeologi. (Nota agli utenti: contatore visualizzazioni articolo non funzionante correttamente, è quasi bloccato Stiamo lavorando per ripristinarlo) Trowel è una parola inglese dal sound piacevole, tradotta con l’italiano “cazzuola”, che, viceversa, anche per certe assonanze, suona un po’ peggio. In realtà a ben vedere non sono proprio dei sinonimi, perché trowel e cazzuola sono due attrezzi diversi. In Italia, se voi andate in una qualsiasi ferramenta, anche la più fornita e chiedete una cazzuola, vi daranno uno strumento, che al di là delle varianti, presenta una caratteristica costruttiva ben precisa: l’imposta del manico, cioè quella parte dell’arnese che fa da raccordo tra il piatto e l’impugnatura è saldato al piatto. La trowel invece, al di là della forma e delle dimensioni, è realizzata con un unico pezzo di metallo forgiato e questa caratteristica incide in maniera fondamentale sulla sua resistenza all’uso, rendendola particolarmente adatta per gli scavi archeologici. Ma anche la forma è diversa. Le cazzuole hanno un piatto generalmente triangolare, mentre le trowel hanno un piatto a forma di rombo (o diamante, foglia, goccia d’acqua), fatta eccezione per le cosiddette margin trowels, con piatto di forma rettangolare, utilizzate per rifilare le sezioni dei sondaggi. Appunti di “trowelologia” Confronto tra esemplare originale di WHS utilizzata nei cantieri edili, prodotto prima del 1951 ed esemplare originale di Marshalltown utilizzata nei cantieri edili, prodotto intorno al 1950 (archivio CAMNES). Sono queste due caratteristiche specifiche della trowel che ne hanno determinato il “successo” in archeologia. Ma come e quando le trowels hanno iniziato ad essere utilizzate in archeologia? La trowel più diffusa è senza dubbio la mitica WHS pointing trowel, di produzione inglese. Vi siete mai chiesti cosa significhino queste tre lettere? La storia viene da molto lontano. Il marchio WHS nasce nel 1793 e le lettere sono le iniziali di William Hunt&Sons produttori di utensili in acciaio a Rowley Regis, nel Worcestershire. Questa trowel forgiata viene realizzata per la prima volta in Inghilterra, probabilmente alla fine del ‘700, per essere impiegata nei lavori edili, in particolare nella costruzione di edifici in mattoni. Non a caso, essendo in origine pensata per i muratori, ha un’inclinazione dell’impugnatura rispetto al piatto (cioè non sono allineati) per evitare che la malta scivoli verso la punta della cazzuola, durante la messa in opera dei mattoni. Proprio in Inghilterra e in quel periodo, perché quella è l’età aurea degli edifici in mattoni costruiti negli stabilimenti industriali e nei quartieri dei lavoratori. E ancora oggi, in Inghilterra, i muratori utilizzano la trowel per rompere i mattoni e metterli in opera costruendo muri. Il termine pointing (con il quale ci si riferisce a questo specifico tipo di trowel) ha proprio a che fare con la tecnica di messa in opera dei mattoni (sull’Oxford dictionary leggiamo: “Pointing: the action of filling the joints of brickwork or masonry with mortar”). Quindi questi arnesi nascono con una vocazione tecnica, artigianale potremmo dire, molto specifica. C’è perfino un aneddoto a riguardo. Nel settore edile, in Inghilterra, le iniziali WHS sono state riadattate per la frase “Work Hard or Starve!” (trad. it: Lavora duro o muori di fame!) che un po’ vale anche per gli archeologi… Tornando alla storia del marchio, nel 1951 la William Hunt & Sons (WHS) si fuse con la Nash Tyzack, formando il gruppo Brades Nash Tyzack Industries, che venne poi acquistato nel 1962 dal gruppo Spear&Jackson, che vantava una tradizione antichissima nella produzione d’acciaio, essendo stato fondato nel 1760 a Sheffield, la città dell’acciaio per eccellenza. Nel 1985 Spear&Jackson è stata assorbita dal gruppo Neill Tools, con sede sempre a Sheffield, che detiene tuttora, nella produzione delle trowels, i marchi WHS, Spear & Jackson e Tyzack. Questo spiega il perché si trovino in commercio trowels con diversi loghi, o loghi compositi; ad esempio WHS-Tyzack (Tyzack è stato aggiunto nel 2006 al logo WHS), oppure solo Tyzack (il logo con le tre gambe era quello della Joseph Tyzack&Son di Sheffiled che si fuse con la WHS negli anni ’50). Ma quando è stata introdotta la WHS negli scavi archeologici? Non possiamo saperlo con certezza, ma di sicuro nel 1946, Atkinson (noto per aver scavato Stonehenge) nel suo manuale Field Archaeology raccomanda l’uso della trowel WHS (R. J. C. Atkinson, Field Archaeology, Methuen&Co. Ltd. London, 1946). Se andiamo a vedere quanto scrive Atkinson a pagina 47, dove viene descritta la trowel, lui raccomanda quella da 5 pollici (che equivalgono a 12,7 cm) e non quella standard da 4 pollici (circa 10 cm), che si è nel tempo affermata tra gli archeologi. Nel testo si legge che la lama deve essere piatta (springy, quindi non esageratamente dura, ma leggermente elastica) e più o meno parallela al manico; il codolo deve essere forgiato con la lama; la punta deve essere leggermente arrotondata per non danneggiare i reperti. Atkinson dà persino delle istruzioni sull’uso, dicendo che può essere usata in quattro modi. E cosa dire della trowel Marshalltown? La Marshalltown Company è in pratica l’equivalente americano dell’inglese Neill Tools, proprietaria del marchio WHS; una potenza nella produzione e fabbricazione di attrezzature per l’edilizia e settori affini. La sede centrale si trova in Iowa, dove fu fondata nel 1890. Nella sua produzione non poteva mancare la pointed trowel, verosimilmente mutuata dal modello inglese originale, la WHS. La sua diffusione tra gli archeologi, inizialmente americani, ma poi di tutto il mondo, si deve ad un iconico articolo di Kent Flannery (“The Golden Marshalltown: A Parable for the Archeology of the 1980s”, in American Anthropologist New Series, Vol. 84, No. 2 (Jun., 1982), pp. 265-278). In questo articolo, l’autore descrive un episodio personale. Si trova in volo con alcuni suoi colleghi di ritorno da un convegno, e ci racconta che il vecchio professore in sua compagnia gli mostra una trowel Marshalltown: “La sua mano palpò per un momento nelle profondità della sua borsa da viaggio segnata dalla battaglia, e improvvisamente tirò fuori una trowel. Una trowel che non avevo mai visto. Una cazzuola che si trasformò in una fiamma gialla ai raggi del sole al tramonto mentre la teneva contro il finestrino del 747”. E il vecchio professore dice: “Questa è stata la mia prima trowel Marshalltown. Sai com’è la prima Marshalltown di un archeologo? Come il primo guanto Wilson (da baseball, ndr.) di una major league. Ho scavato a Pecos con questa cazzuola, sotto Kidder. E nelle rovine azteche con Morris. E a Kincaid con Fay-Cooper Cole. E al Lindenmeier con Frank Roberts. Figliolo, questa cazzuola è stata a Snaketown, ad Angel Mound, e al Dalles of the Columbia con Luther Cressman” (trad. it di pagina 268, ndr.) Proprio dopo la pubblicazione di questo articolo la Marshalltown ha iniziato davvero a fare concorrenza alla WHS. E questa concorrenza dura tutt’oggi. Nonostante la produzione di queste due cazzuole presenti ormai diverse varianti, in origine, la differenza fondamentale stava nello spessore del piatto. Come tutti sanno per esperienza, il piatto della WHS è di solito più spesso e rigido di quello della Marshalltown. Nel 2005 -e questo è un altro aneddoto che ci restituisce l’attenzione che certi archeologi, giustamente, ripongono sui loro arnesi da lavoro- i produttori della WHS misero sul mercato una versione dal design più leggero. Bene, questa “innovazione” incontrò una resistenza tale da parte degli archeologi inglesi, che la British Archeological Jobs Resource riportò casi di rottura del piatto, mentre Oxford Archaeology suggerì addirittura il passaggio alla Marshalltown di fabbricazione americana. Come conseguenza l’azienda tornò sui propri passi, lasciando in produzione solo il modello standard con lama più spessa. Ma la storia non finisce qui, perché oltre alla WHS e alla Marshalltown, più recentemente, abbiamo assistito anche alla diffusione tra gli archeologi italiani di una trowel di produzione nazionale. E dovremmo esserne orgogliosi, considerata la qualità del prodotto (lo dico per esperienza!). Si tratta del modello prodotto dalla Battiferro (il nome è tutto un programma…) di Maniago (Pordenone), azienda che dal 1957 produce utensili per l’edilizia, e che dalla fine degli anni ’90 ha avviato anche una produzione di trowel per archeologi. C’è una storia davvero intrigante parallela a questa produzione della Battiferro di Maniago. L’azienda francese Strati Concept, La boutique de l’archéologue nel 1998 ha progettato, sviluppato e realizzato una particolare trowel forgiata, frutto di una serie di studi ergonomici, la Pi2, che potremmo considerare come la prima trowel pensata e realizzata “esclusivamente” per gli archeologi (almeno da quanto si può apprende da alcune info reperibili on-line). Questo test pilota, nel 2012, è divenuto un prodotto commerciale, grazie alla collaborazione tra Strati e la Battiferro di Maniago. Purtroppo però questo modello non è più in commercio, la Strati Concept non fornisce più le normali cazzuole dal 1° gennaio 2016. QUI DIRETTAMENTE UNO DEI VIDEO SULLE TROWEL DAL CANALE DI CAMNES: Ma non tutto è perduto! Se la produzione industriale non vi accontenta, potete sempre rivolgervi, come ho fatto io, che sono amante dell’artigianato, alla fonderia olandese Sneeboer. Questa piccola azienda olandese è famosa in tutto il mondo, da oltre 100 anni, per la produzione di utensili ed attrezzi (costosissimi…) per il giardinaggio. Hanno in catalogo un unico modello di trowel, forgiata in un solo pezzo per battitura e rifinita a mano. Proprio perché si tratta di pezzi unici, con tutte le imperfezioni e il fascino della produzione artigianale (oltre al costo e ai tempi di consegna, non inferiori ai due mesi!) potete persino richiedere delle modifiche personali. Io, ad esempio, basandomi sul progetto della Strati Concept, ho chiesto che l’impugnatura fosse allineata con la lama, dunque con un angolo a 90° tra piatto ed innesto del manico. In questo modo si può ottenere la massima precisione nei movimenti e la massima sensibilità durante lo scavo. È una questione ergonomica, e come tutti sapete l’ergonomia è la regola con cui, nell’uso di un oggetto di design -e la trowel non fa eccezione- un essere umano ottiene il migliore utilizzo possibile, con il minimo sforzo. *CAMNES, Firenze
    1 punto
  40. a futura memoria. complimenti comunque per l'acquisto, in mano sarà certamente bellissima
    1 punto
  41. ......sei un vulcano che doveva solo esplodere e lasciar esplodere. Continua cosí,piano piano ed aggoungi sempre "una goccia" al giorno 😁 Giá stiamo conoscendo nuove cose interessanti☺️👏
    1 punto
  42. Pur non collezionando banconote, trovo la discussione molto interessante proprio per l'ermetismo e peculiarità che caratterizzano questa nazione e penso che anche per il forum sia tutto valore aggiunto. 👍
    1 punto
  43. Ciao @fofo, chi sarebbe questo “precursore numismatico”? Per quanto riguarda poi “i contenitori per collezionisti creati per gli slaab”, che c’è di male? Esistono quelli per le penne, per le capsule, per i slab delle figurine….. dietro questi “nuovi” contenitori c’è anche un giro d’affari, persone che si impegnano, che lavorano….
    1 punto
  44. Cari Savoiardi e non condivido volentieri 🤣🤣🤣 una delle ultime acquisizioni in collezione, lotto 1202 asta Nomisma 67. Difficile il cammino di sostituire gli scudi del regno di Sardegna con esemplari di questo calibro, difficile…ma non impossibile 😉🤗 La patina con riflessi indaco al diritto è introvabile e sicuramente farebbe sbarellare gli amici d’Oltreoceano 🎉😁
    1 punto
  45. Buonasera a tutti... Alberto ti posto alcuni dei miei umili 6 tornesi, alcuni sono tra le prime monete del regno di Napoli che ho acquistato all'inizio della mia passione per le monete napoletane,ma non ho mai completato la serie,tantomeno migliorata,anzi,nel corso degli anni alcuni esemplari li ho ceduti,scambiati o donati... Il 6 tornesi non è una moneta che esalta per la sua bellezza o unicità, è una moneta semplice,per alcuni anche brutta,ma non si può non averla in collezione...
    1 punto
  46. La seguenza dei rovesci almeno 3 conosciuti. R 61 ed R63 attribuiti ad Herakleidas, R 62 attribuito ad Xoirion
    1 punto
  47. E‘ stato battuto a 425 euro.
    1 punto
  48. Ciao Raffaele @Raff82 si certo, e ha anche la punteggiatura al lato rovescio. Comunque volentieri la faccio rivedere.
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.