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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/18/23 in tutte le aree

  1. Buongiorno, Per tutti gli appassionati e collezionisti di monete romane Repubblicane vorrei segnalarvi che nella sezione: Biblioteca Numismatica / Libri / Monete Antiche / il Tesoretto di Suese potete scaricare gratuitamente il catalogo in PDF di recentissima pubblicazione del "Tesoretto romano di Suese" , (175 denari della Roma repubblicana trovati nel 2021 nel territorio livornese). Il catalogo cartaceo può essere richiesto alla segreteria del Museo di Storia Naturale di Livorno. Se poi vorrete farvi un weekend a Livorno e visitare tra l'altro il Museo, sappiate che la mostra è stata inaugurata il 5 Maggio scorso terminerà il 2 Luglio p.v. Per ulteriori info contattatemi. Tanto era mio dovere informare questa magnifica Community.
    3 punti
  2. hai ragione mty nei testi non sempre viene riportata la distinzione, pur importante, tra Prova e Progetto Ho voluto controllare per sicurezza anche il volume del Pagani che pero' anche lui non riporta definizioni precise. Vi è pero' una bibliografia molto utile cui ci si puo' rifare. Prova : sono coniazioni di prova di una moneta effettivamente poi emessa (di solito - almeno nelle coniazioni moderne la moneta di prova riporta spesso tale dicitura nel campo) ed avrà corso legale Progetto: è invece una coniazione (di prova sempre) ma di una moneta che poi non viene emessa e quindi rimane a livello di 'progetto' ma che non diventerà mai vera e propria moneta a corso legale
    3 punti
  3. Le riporto tutte in visione diretta seppur rimpicciolita. Alessandro Volta (1745-1827) on 10000 Lire 1984 Banknote from Italy. Italian physicist best known for the development of the first electric cell in 1800.
    3 punti
  4. Trovata in una grotta del Lazio una misteriosa statuetta di 7000 anni fa. Chi rappresentava? Una donna, una divinità, una bambola? Chi raffigura la statuina d’argilla rinvenuta negli scavi che la Sapienza sta conducendo dal 2021 in una grotta a Poggio Nativo in Sabina? Questo eccezionale ritrovamento è avvenuto durante l’ultima campagna di scavo. Si tratta di una figurina in argilla risalente a circa 7000 anni fa, cioè a un periodo, il Neolitico, in cui la penisola era abitata dalle prime comunità agricole. Oggetti di questo tipo sono molto rari in Italia e pressoché assenti nelle regioni del versante tirrenico. La scoperta è stata resa nota dall’Università La Sapienza, in queste ore. Poggio Nativo è un comune italiano di 2 564 abitanti della provincia di Rieti nel Lazio, posto a un’altitudine di circa 500 metri sul livello del mare. “La grotta di Battifratta si apre su un costone di travertino, lungo la valle di un piccolo affluente del fiume Farfa. – spiegano gli studiosi de La Sapienza – L’attuale ingresso della grotta corrisponde allo sbocco di una antica sorgente, probabilmente a regime stagionale, che costituiva un punto di attrazione per le comunità umane del passato. La statuina è attualmente oggetto di uno studio multidisciplinare, coordinato dal Dipartimento di Scienze dell’antichità della Sapienza, sugli aspetti tecnologici e stilistici per conoscere le modalità di realizzazione del manufatto e per capire se rispecchia modelli iconografici riconducibili a tradizioni culturali precise”. “I tratti del volto sono accennati in modo schematico – proseguono gli archeologi dell’Università romana – ma maggiore cura pare sia stata posta nella rappresentazione dell’acconciatura e delle decorazioni del corpo. Questo prezioso reperto aggiungerà molte nuove informazioni su quello che si sta rivelando essere un sito chiave nella preistoria del Lazio e dell’Italia centrale”. “La presenza di ceramica, industria litica, reperti faunistici e botanici su più livelli stratificati – spiega Cecilia Conati della Sapienza – rivela l’utilizzo della sorgente e della grotta non soltanto per l’approvvigionamento di acqua, ma anche per scopi sepolcrali e rituali, come testimoniano i resti scheletrici umani rinvenuti e la statuina in argilla.” Le ricerche alla Grotta di Battifratta sono condotte nell’ambito di un più ampio progetto di ricerca sul popolamento preistorico della valle del Farfa e territori limitrofi finanziato dal fondo Grandi Scavi Sapienza. Lo scavo si svolge su concessione del Ministero dell99a Cultura, Soprintendenza ABAP Roma metropolitana e provincia di Rieti. L’impostazione fortemente interdisciplinare della ricerca vede la partecipazione, accanto agli archeologi, di specialisti di diversi ambiti scientifici (geologi, paleobotanici, archeozoologi, antropologi, fisici, chimici, ecc.) con l’obiettivo di ricostruire modi di vita, risorse e ambienti del passato. Info Cecilia Conati Barbaro Dipartimento di Scienze dell’antichità [email protected] https://www.stilearte.it/trovata-in-una-grotta-del-lazio-una-misteriosa-statuetta-di-7000-anni-fa-chi-rappresentava/
    2 punti
  5. Provo a inserirmi, con ben poche speranze di non passare ormai inosservato travolti come siamo dai “condivido volentieri” di Domenico 🤣👍, con un mio condivido volentieri 🫢😁 da poco entrata in collezione. Da asta Nomisma 67, lotto 1218 Vittorio Emanuele II re eletto, 5 lire 1860 Bologna - Nomisma 824, RR, minimo colpetto al bordo. Leggeri segnetti nei campi al D/ - FDC Le foto sono mie…🤗
    2 punti
  6. Grazie @Pxacaesar per la precisazione, il mio esempio era inadeguato. Un incuso di dritto, dovuto ad una moneta rimasta attaccata al conio di martello, era più difficilmente reperibile dal malleator che nel caso di una moneta coniata rimasta sul conio di incudine. Ma se gli incusi di rovescio sono molto più rari, forse non è soltanto dovuto al fatto che l’operaio se ne accorgeva più facilmente. Può anche essere che, non figurando il ritratto imperiale, venivano più difficilmente inserite nella moneta circolante? Per quanto riguarda Elena, non ci sono troppi dubbi: si legge (su entrambi i lati!) FL IVL HE-LENAE AVG. La zecca è Treveri, e per il piccolo modulo, il rovescio è molto probabilmente PAX PVBLICA. Un ritratto somigliante: https://www.nummus-bible-database.com/monnaie-59374.htm
    2 punti
  7. Buonasera ecco i realizzi : Lotto 3130. ITALIEN. Venedig. Alvise Contarini, 1676-1684 Base d’asta: 5.000 CHF Risultato: 6.800 CHF Lotto 3132. ITALIEN. Venedig. Silvestro Valier, 1694-1700 Base d’asta: 3.000 CHF Risultato: 4.250 CHF Lotto 3139. ITALIEN. Venedig. Alvise Mocenigo IV. 1763-1778 Base d’asta: 4.000 CHF Risultato: 4.750 CHF Cordialmente Giovanni Melior est sapientia quam vires
    2 punti
  8. Pranzo prenotato per max 15 persone. Fatemi sapere se vi sono impedimenti. Grazie.
    2 punti
  9. Ciao, Una spiegazione tecnica di quest’errore di battitura la trovi qui: Mi sembra che questi incusi non siano molto comuni, contrariamente a quanto si può pensare, per i nummi del Basso Impero. Gli incusi di rovescio sono ovviamente più rari e ricercati. Secondo me, si tratta di Elena e non di Aelia Eudoxia: https://www.nummus-bible-database.com/monnaie-98326.htm
    2 punti
  10. Dormono......😊 R scissa....dunque Enrico IV.... Auguri per la tua collezione Ciao a tutti
    2 punti
  11. Concordo con te @gennydbmoney. Inoltre è da considerare che circolassero ancora "vecchie monete" tipo il 10 Tornesi 1825, sicuramente coniato con una tiratura alta e che si trova sul mercato con segni di usura notevole ( di solito ), testimonianza che circolò molto di più dei 5-6 anni previsti. Poi, in mancanza di dati sulla tiratura si possono solo fare delle supposizioni. Saluti, Beppe
    2 punti
  12. Cosa resta della LEGGE GRANARIA di Nerva? Un sesterzio e un quadrante! -> https://www.cronacanumismatica.com/cosa-resta-della-legge-granaria-di-nerva-un-sesterzio-e-un-quadrante/ Nel 97 l’imperatore promulga una legge granaria per garantire risorse alimentari ai cittadini di Roma e gli unici “documenti” a parlarne oggi sono le monete di Roberto Ganganelli | Il grano, come ben sappiamo, era la fonte di cibo più importante per coloro che vivevano a Roma, una città che forse durante il regno di Augusto superava già il milione di abitanti. Poiché la scarsità di grano avrebbe inevitabilmente causato disordini civili e speculazioni, dell misure per garantire l’approvvigionamento e il controllo del prezzo del grano erano state prese sin dalla fine del II secolo a.C. Un busto raffigurante Nerva (imperatore dal 96 al 98 d.C.) Il primo a introdurre una legislazione di questo tipo fu Caio Gracco durante il suo primo tribunato, nel 123-122 a.C. La legge granaria di Gracco dava al governo il potere di organizzare una distribuzione mensile di grano (frumentatio) a un prezzo prestabilito ai cittadini romani maschi che risiedevano a Roma. Nel suo contesto originario, il provvedimento non aveva nulla a che fare con l’assistenza ai poveri, ma mirava a garantire un approvvigionamento costante e a prezzi ragionevoli di grano ai cittadini, indipendentemente dalla loro condizione economica. Nel 58 a.C. la frumentatio fu riformata dal tribuno Publio Clodio Pulcher, che la rese gratuita. Tuttaviam, questa misura era politicamente troppo estrema e costosa e così seguirono aspri dibattiti sul numero di beneficiari ammissibili (la plebe frumentaria). Augusto limitò tale numero a circa 200.000 persone e razionalizzò i sistemi di stoccaggio e distribuzione del grano, facendoli gestire dal praefectus annonae. È interessante notare che gli aventi diritto a ricevere il sussidio di grano (l’annona) possedevano tessere che potevano essere acquistate, vendute o tramandate in eredità. Il sesterzio coniato a Roma nel 97 con cui Nerva celebra la propria riforma granaria volta a garantire un approvvigionamento costante di cereali, a prezzo equo, all’affamata popolazione dell’Urbe Più di due secoli dopo l’attuazione della legge di Gaio Gracco, Nerva (96-98) introdusse una nuova riforma granaria a Roma. I dettagli del provvedimento, celebrato in questo bel sesterzio raffigurante un modius con spighe di grano e un papavero, sono sconosciuti, ma doveva essere in linea con altre misure prese da Nerva per sostenere la sua popolarità. Di fatto, l’unica prova concreta della riforma granaria di Nerva rimane questo tipo di moneta, risalente forse all’anno 97, che reca l’iscrizione PLEBEI VRBANAE FRVMENTO CONSTITVTO e che suggerisce come il grano non venisse distribuito gratuitamente, ma piuttosto a un prezzo fisso ed equo. Anche questo piccolo quadrante con il “modius” e le spighe, e al rovescio il caduceo di Mercurio, allude probabilmente alla riforma granaria di Nerva Si potrebbe dunque presumere – stando allo slogan di propaganda sul sesterzio – che il nuovo prezzo imposto da Nerva fosse in qualche modo più favorevole o più equo di quello stabilito durante il regno del predecessore Domiziano. Anche un quadrante di Nerva riporta l’iconografia del modius e verosimilmente richiama la legge granaria voluta dall’imperatore, ma l’iconografia è scarna e la sola legenda IMP NERVA CAES AVG non allude in modo diretto al provvedimento. Certo è che quel rovescio col caduceo alato accostato dalle lettere S C rappresenta un richiamo nemmeno troppo velato a Mercurio, dio del commercio, in riferimento – evidentemente – a quello dei cereali di cui a Roma c’era sempre un disperato bisogno.
    2 punti
  13. Salve. Condivido la mia SOLI REDUCI, 1791- Ferdinando IV. UN caro saluto a tutti.
    2 punti
  14. Ti faccio vedere un altro esemplare che fa capire perché il "3" del tuo esemplare potrebbe derivare da un conio occluso. Inoltre lo stile del 3 nelle monete del 1713 è differente rispetto a quello che dovrebbe essere il 3 nella tua moneta. Ed ancora, se esistessero coniazioni in rame del 13 avrebbero le sigle C.P. (presenti in tutte le monete del 1713) e non T.S., che appaiono soltanto nel 1717. Il Della Rovere documenta il suo scritto citando dei testi di zecca ma non solo, ci ha anche lavorato nella zecca di Palermo. Nel 1713 hanno coniato oro ed argento, bene. Significa che hanno coniato anche del rame? No. Nel 13 non hanno coniato moneta in rame perché mancava l'appaltatore, come si apprende da una frase che hai citato sopra "il lavoro fu appaltato DUE ANNI DOPO con Real dispaccio del 14 di Marzo 1714". Una coniazione "non ufficiale" come dici, presume comunque la presenza di qualcuno che paghi, che appalti la lavorazione appunto, ed in quel momento non c'era questa figura mentre c'era per le coniazioni in oro ed argento. Devi tenere conto che ogni metallo era una monetazione a se e la sua coniazione non era legata alla coniazione degli altri metalli.
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  15. Buongiorno Alberto,le rarità odierne si riferiscono alle monete attualmente disponibili sul mercato e non ai pezzi liberati in quegli anni... Magari sono stati coniati migliaia di esemplari ma a noi ne sono arrivati qualche centinaia...
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  16. Ciao a tutti, questa sera vi presento questo testone della mia collezione, moneta che qui sul forum è comparsa assai di rado. Clemente VIII (1592-1605), Testone, Fano. Munt 153, CNI 1, MIR 1510/1 D/: stemma ovale in cornice a volute e cimasa con maschera, sormontato da chiavi decussate con cordone e fiocco e da tiara. CLEMENS . VIII . - . P . M . ANNO . I . R/: l'Immacolata entro ellisse radiante. TOTA * FORMO - SA * FANVM * In basso nel giro: * GT * T/: liscio. Peso 9.36 g Si tratta di una moneta rara. Appare sul mercato sempre in bassa conservazione, generalmente inferiore al BB e con impronte e conio di bassa qualità. Per esempio l'esemplare della collezione DeFalco era MB (NAC 81). Questo è un esemplare di conservazione sicuramente superiore alla media e personalmente lo ritengo uno dei migliori apparsi sul mercato, corredato da una bella patina di monetiere. Le lettere GT al rovescio sono le iniziali dello zecchiere Galeotto Tommasini. L'appellativo "TOTA FORMOSA" (Tutta bella), è attribuito riferito alla Madonna. Michele
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  17. Buonasera a tutti, @Rocco68 complimenti per i tuoi Tornesi. Apparentemente simili ma non lo sono. Osservo diversa ghirlanda nei due esemplari. Riguardo il diritto Sigle OC nel secondo esemplare la O sembra essere aperta e ha quello che sembra un punto centrale. Magari mi sfugge altro. Saluti Alberto
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  18. Medaglia Guerra di Libia - variante 2 Il volto del Sovrano è rivolto a destra, la scritta LIBIA presenta caratteri più alti, è stata prodotta sia in bronzo che in bronzo argentato, non reca alcuna Sigla
    1 punto
  19. Medaglia Guerra di Libia - Variante 1 Il volto del Sovrano è volto a sinistra, è più grande e copre notevolmente il campo. E' stata prodotta in metallo argentato dalla S.J.
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  20. Ed ecco la Versione ufficiale della Medaglia Commemorativa della Guerra di Libia, prodotta sia dalla S.J. (sigla impressa) che dalla R (sigla Incisa), ed anche senza alcuna sigla. Come metalli vennero impiegati l'Argento, oppure una lega metallica argentata . Interessanti e numerose le barrette in argento e foglie di alloro, applicabili sul nastro, recanti la scritta singola le date dal 1922 al 1940, e la scritta doppia negli anni1912/13, 1913/1914, 1914/1915, 1915/1916, 1916/1917, 1017/1918, 1918/1919, 1919/1920, 1920/1921 . Vi era inoltre una Barretta che recava la scritta Fezzan 1914, una regione a sud della Libia che venne inorporata nella colonia.
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  21. Ciao, seguo la monetazione imperiale dei primi due secoli percui su chi sia rappresentata sulla moneta non posso esserti di aiuto. Per quanto riguarda il fatto che monete con errori di coniazione (quando ovviamente non venivano individuate nelle officine di produzione dove erano controllate ed anche bene le monete coniate ma qualcuna poteva sfuggire e questo spiega anche l'esiguo numero di esemplari giunti fino a noi) circolassero io non ho dubbi. Infatti ho visto molti denari con tali difetti che presentavano chiari segni di consunzione da circolazione. Il fatto stesso poi che sono giunti fino a noi ne è la prova 🙂 ANTONIO
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  22. Ciao @EmilianoPaolozzi. La discussione postata da @Vietmiminriguarda sempre un difetto di coniazione che però non è lo stesso che possiamo notare sulla moneta da te postata. Infatti si possono vedere due dritti, uno normale ed uno in incuso. Ciò significa che la moneta battuta prima di questa della discussione è rimasta attaccata non al conio di incudine bensì a quello di martello ed evidentemente non è stata rimossa. Dopo il posizionamento del nuovo tondello ( che dopo la coniazione ha generato la moneta da te postata) si è proceduto alla coniazione ottenendo la moneta con due dritti, con una faccia coniata normalmente (quella appoggiata sul conio di incudine) ed una in incuso (quella di martello che invece del normale rovescio del conio ha stampato il dritto in incuso della moneta rimasta incastrata o attaccata) 🙂 ANTONIO
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  23. Cartolina privata affrancata correttamente con il 10c. Leoni, da Ancona ferrovia annullo tondo riquadrato del 18.2.1907, a Ripe (Ancona) annullo grande cerchio del 19.2.1907 ( non comune ) . Bell'insieme, anche lo scritto.
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  24. Non somiglia nemmeno al 3 se vedi il 3 nelle altre monete del 1713 Poi ti ho scritto tanti altri motivi per i quali è estremamente improbabile che questo sia un 1713,
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  25. Dopo questo magnifico argento, una buona quadrupla in oro...
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  26. Ottima discussione su una moneta ricca di piccole particolarità
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  27. Era da un po' di tempo che volevo acquistare questi volumi di Cesare Bobba in condizioni accettabili, anche perché riguardano la monetazione che più mi interessa e mi appassiona, e, finalmente, li ho trovati da tre diversi rivenditori di libri usati. Ora che li ho sfogliati, posso che dire che l'idea editoriale era notevole e anche molto moderna nella presentazione e impostazione; allo stesso tempo, gli errori e le omissioni sono davvero tanti, rilevabili pure da un meno che dilettante come me. Arriverei a dire, non accettabili se i libri uscissero oggi, periodo in cui abbiamo molti riferimenti, anche raggiungibili in un click, per sapere tutto di zecche e dimensioni precise di monete moderne e diffuse come quelle trattate. Eppure, ciò vuol dire che il "mio" mondo di collezionista è migliore di quello di cinquanta, sessant'anni fa, che non ho conosciuto? Ovviamente è impossibile rispondere a questa domanda, ma una indicazione l'ho trovata nelle introduzioni, scritte dall'autore stesso: dove non sono praticamente mai presenti riferimenti al valore venale dei pezzi, ad esempio, ma tanti sono i richiami all'amore, alla passione per le monete come veicolo di storia e, soprattutto, alla curiosità. Bobba dice di aver scelto temi, che forse oggi risulterebbero troppo vasti e farebbero storcere il naso ai collezionisti "professionali", perché sicuro che la varietà dei tipi, i molti Paesi rappresentati, avrebbero suscitato l'interesse del lettore, che a partire da una semplice moneta può giungere ad approfondire e conoscere eventi e storie di Nazioni anche molto lontane dall'Italia. Trasuda, in quelle poche righe, un amore per il Sapere, una conoscenza di ciò che anima (e rende felice) il collezionista che forse opere più moderne, e discussioni sul fatto che il tal grading debba essere MS/PR-63 o MS/PR-64, non riescono del tutto a restituire. E allora: ringrazio la mia epoca, che mi permette di acquistare questi e altri libri comodamente da casa, in posti che non potrei mai raggiungere fisicamente, e grazie alla quale posso accedere a migliaia di informazioni su ciò che mi interessa. Mi chiedo, però, se tutte queste informazioni riusciamo a gestirle correttamente, e provo ammirazione, che non vuole essere vuota nostalgia, per chi, con meno mezzi a disposizione, riusciva a veicolare passioni, curiosità, sentimenti e cultura.
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  28. Bronzo di Decio Traiano (Pergamo, Misia) che raffigura al rovescio Asclepio in piedi, di fronte, col bastone con il serpente avvinghiato, e a destra Ermes con borsa e caduceo (British Museum, London (UK)). Diameter 34; Weight 18.21; Axis 12 Province Asia Subprovince Conventus of Pergamum City Pergamum Region Mysia Reign Trajan Decius Obverse inscription ΑΥΤ Κ Γ ΜƐϹ ΚΥΙ ΤΡΑΙΑΝΟϹ ΔƐΚΙΟϹ Obverse design radiate, draped and cuirassed bust of Decius, r., seen from front Reverse inscription ƐΠΙ Ϲ ΚΟΜ Φ ΓΛΥΚΩΝΟϹ, ΠƐΡΓΑΜΗΝΩΝ ΠΡΩ Γ ΝƐΩ Reverse design at l., Asclepius, standing facing, holding serpent staff; at r., nude Hermes, standing l., holding purse and caduceus. apollonia
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  29. Sacrebleu! Maronn ro' Carmin! Ce schifezza! 😝
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  30. Ma certo, finche' non si trova uno che ha abbastanza dabbenaggine di chiuderla buona.
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  31. @Stilicho Buongiorno,come promesso ecco i pesi e diametri delle monete,dalla prima in alto, all'ultima in basso... 3,95 grammi,20,82 millimetri... 2,38 grammi,19,05 millimetri... 3,43 grammi,21,08 millimetri... 3,22 grammi,21,42 millimetri... I diametri sono stati rilevati nel punto più largo del tondello... Grazie ancora...
    1 punto
  32. Masseto 1999, Tenuta dell'Ornellaia Toscana, IGT WS 98/100 Etichetta e capsula in perfette condizioni. Label and capsule in perfect condition. 1 bt - BN LOTTO 3090 Amarone della Valpolicella Calssico Superiore Giuseeppe Quintarelli 1995 Valpolicella, DOC Etichetta e capsula in perfette condizioni. Label and capsule in perfect condition. 1 bt - WN LOTTO 3118 Verticale di Sassicaia, Tenuta San Guido Bolgheri Sassicaia, DOC 1 bt 1996 - TS WS 91/100 1 bt 1997 - TS WS 94/100 1 bt 1998 - TS WS 95/100 1 bt 1999 - BN WS 92/100 1 bt 2000 - BN WS 93/100 1 bt 2001 - BN WS 94/100 Etichette e capsule in perfette condizioni. Cassa originale Edizione Speciale Black Series in legno nero. Labels and capsules in perfect condition. Special edition Black Series original wooden box. 6 bts LOTTO 3059
    1 punto
  33. EPO: una misteriosa sigla per una piccola, grande rarità dei GONZAGA -> https://www.cronacanumismatica.com/epo-una-misteriosa-sigla-per-una-piccola-grande-rarita-dei-gonzaga/ Tante interpretazioni per la legenda EPO su un quattrino “virgiliano” del XVI secolo: una misteriosa sigla che da sempre divide gli studiosi di Roberto Ganganelli | Spigolando, ancora una volta, in quell’autentica miniera di informazioni e approfondimenti che è il libro di Mario Traina Il linguaggio delle monete ci piace estrarre oggi quanto lo studioso – insieme con il fratello Alfonso, eminente latinista – scrive a proposito della legenda EPO che si ritrova su una rarità dei Gonzaga, il quattrino anonimo pertinente a Federico II Gonzaga, nato nel 1500, marchese di Mantova dal 1519 e del Monferrato dal 1536 al 1540. L’illustre mantovano Publio Virglio Marone sul dritto dei quattrini anonimi con legenda EPO al rovescio I quattrini con EPO Dalla zecca mantovana uscirono questi quattrini con al dritto il busto di Virgilio e il nome VIRGILIO MARO e, al rovescio, le tre lettere nel campo con, sotto, una foglia. Scrive Traina: “Per Magnaguti (1957, VII, p. 24, n. 67) la foglia è un ‘fiore palustre a tre petali’; secondo Margini (1990, p. 63, n. 31) e Grossi (1997, III, p. 129, n. 135) si tratta invece di una ‘foglia di mirtacea’, dello stesso tipo di quelle che completano i due rami intrecciati che avvolgono la targa con la scritta EPO in una medaglia fusa da Bartolo Talpa per Federico I (proprio su questa medaglia si basa l’attribuzione di alcuni studiosi del quattrino anonimo con EPO a Federico I). Al dritto il busto di Virgilio e VIRGILIO MARO. L’impresa EPO, una sigla misteriosa non solo in moneta Impresse anche su medaglie e affrescate in un palazzo di Asola e nell’impresa del mirto nel palazzo Petrozzani di Mantova, queste tre lettere – vero e proprio enigma – sono al centro di numerose e diverse interpretazioni. In latino EPOS significa carme epico, eroico, e in greco EPOΣ, amore. EPO in quest’ultimo caso sarebbe un monogramma delle tre lettere greche E=èpsilon, P=rho, O=òmicron, ossia EPO=ERO, forma poetica di EPOS, ‘amore’ (in realtà non accertato). Secondo Magnaguti (RIN 1907, p. 987 e RIN 1909, p. 92) queste due versioni si adatterebbero all’impronta del dritto della moneta con il busto di Virgilio, ‘che cantò epicamente e amorosamente’; di conseguenza Magnaguti interpreta: E(picorvm) P(oetarvm) O(ptimo) (‘Al migliore dei poeti epici’) o, ancor meglio: E(picorvm) P(oetarvm) O(ptimvs), ‘Il migliore dei poeti epici’, come riportano anche Arrivabene (A.S.M., 177, 23r e c.31r) e Carlo Vandoni (1830, p. 17). Vero esempio di criptica sigla di stampo rinascimentale, la EPO sulle monete dei Gonzaga affascina da sempre i numismatici Originale ma priva di ogni fondamento l’interpretazione indicata da Zanetti (1789, III, pp. 250-251): E(vsebivs) P(otest) O(mnia), ‘Eusebio può tutto’, con allusione allo strapotere assunto sotto Federico I da un ebreo, Eusebio Malatesta, che ottenne tra l’altro da Federico la privativa della zecca dal 1480 al 1484. Una terza interpretazione si trova sempre in Arrivabene (op. cit. 177, 6r, 14/15): EP(iscop)O, ‘Al vescovo’, ‘Per il vescovo’, con allusione a Ludovico, ultimo dei fratelli di Federico I, vescovo eletto di Mantova. Ma in questo caso sopra EPO dovrebbe esserci un segno di abbreviazione che invece manca, assenza che tuttavia Signorini (vedi Malacarne-Signorini 1996, II, pp. 83/84, n. XV) non ritiene determinante. Graham Pollard in un convegno sulla monetazione dei Gonzaga del 7-8 settembre 1985 suggerì: E(x) P(vblicis) O(pibus), ‘Dalle ricchezze pubbliche’, o E(x) P(opvl)O, ‘Dal popolo’”. Le ipotesi più recenti sul significato Tre le ipotesi avanzate da Traina (Cronaca numismatica di maggio 1995, pp. 12-16): E(picorvm) P(rinceps) O(mnivm), “Primo di tutti i poeti epici”; E(xcellit) P(er) O(mnia), “Eccelle in ogni cosa”, E(xitvs) P(robat) O(pvs), “Il risultato giustifica l’operato“ (vedi Ovidio, Le eroine, 2, 85: Exitus acta jubeat e Tosi, 1997, p. 387). Infine Giuseppe Margini (Cronaca numismatica di giugno 2002, pp. 22-24) ricollega la scritta EPO ad una medaglia di Gian Francesco Ruberti della Grana eseguita nel 1490 per Francesco II, quarto marchese di Mantova e figlio di Federico. All’esergo del rovescio su uno scudo inclinato si leggono le tre misteriose lettere. Margini traduce: E(x) P(arte) O(mnino), ossia “Da una parte soltanto”, a testimoniare una vita condotta dal padre in qualsiasi circostanza con grande onestà di intenti e fedeltà agli accordi presi. In sostanza, le tre lettere avrebbero il valore di una ritorsione nei confronti dei Veneziani per i torti e le amarezze inferti al padre. Ma l’interpretazione contrasta con il senso di OMNINO: “Del tutto in tutto”. Si potrebbe anche e più semplicemente interpretare, conclude Traina a proposito di questa rarità dei Gonzaga, E(x) P(rincipe) O(ptimo), “Dall’ottimo principe”, tenendo conto che studi recenti (Ercolani Cocchi e altri) tendono ad escludere che EPO si riferisca a Virgilio: le tre lettere che appaiono sulla medaglia di Talpa per Federico non avrebbero infatti senso se “virgiliane”.
    1 punto
  34. Desidero ringraziare anche qui la redazione di Panorama Numismatico per la bella e lusinghiera recensione apparsa sul numero di maggio.
    1 punto
  35. Dovrei provare i pezzi da 10 bath che ho doppi nella mia collezione 😆
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  36. Era meglio? Era peggio? Era diverso. Per avere una buona conoscenza della numismatica bisognava darsi da fare. Cercare libri, partecipare a circoli, andare ai convegni, parlare con i più esperti, avere tanta pazienza. Ora tutto questo, o perlomeno molto, è più semplice e più veloce. E questo è positivo, perchè fa risparmiare tempo. Tuttavia una cosa non è cambiata. Per capire una moneta, in ogni caso, ci vuole tempo e pazienza. Non tutti lo capiscono. Arka Diligite iustitiam
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  37. Il termine corretto è fornito, o condiviso. Questo che hai definito intrallazzo strano non ha niente di strano e tecnicamente si chiama pooling, una pratica comune fin dalla nascita dell'euro in contante unitaro: se per qualunque motivo uno stato ha necessità di monete nuove gliele può anche passare un altro (al costo facciale, ovviamente) e le mette in circolazione. Il risultato finale è lo stesso, come se fossero state prodotte ed emesse localmente. Un esempio particolare che noi italiani conosciamo bene è quello citato da fagiolino, la circolazione degli 1 e 2 cent austriaci: visto che in Italia come in altri stati si è deciso di non produrre più le 1 e 2 cent se ne vogliamo mettere lo stesso in circolazione locale ce le facciamo dare dall'Austria. Come puoi notare da quanto scritto da Rossano questo meccanismo è molto battuto dai gomblottari di professione, quindi vediamo per sicurezza di chiarire sinteticamente qualche punto: "Da un punto di vista tecnico invece dice una cosa piuttosto significativa, che l'euro come moneta unica in realtà non esiste. ogni paese usa e contabilizza il proprio euro nazionale, che ha solo un cambio fisso con le altre," Classica farneticazione in voga negli anni 2000, dopo la messa in circolazione del contante in euro. Naturalmente non esistono "euro nazionali" e la loro contabilizzazione e uso sconnesso, anche perchè come ben sappiamo le entità che emettono l'euro sono due differenti (come in quasi ogni paese al mondo): gli stati per le monete e la banca centrale per le banconote. Nella fondazione dell'unione monetaria gli stati dell'eurozona dell'epoca hanno deciso di comune accordo di istituire una valuta in cui... "soprattutto le decisioni circa le politiche monetarie [sono] prese dall'unico organo sovranazionale, la BCE." Il che contraddice già di per sè le precedenti affermazioni sull'esistenza di fatto di diversi euro. La politica monetaria della valuta è una, centralizzata, com'è ovvio che debba essere. "Il quadro dell'emissione monetaria, con ogni paese che emette e gestisce le proprie monete, contrassegnate dalla faccia nazionale," Visto che con pochissime eccezioni tutte le valute del mondo sono emesse in moneta dallo stato (in genere dai ministeri delle economie) e in banconota dalla banca centrale è normale che le monete di un'unione monetaria possano anche avere una faccia diversa, ma ciò non cambia la sostanza: quelle monete e quelle banconote, indipendentemente dalla grafica di una faccia, sono per volontà e legge degli stati membri una valuta sola con una gestione sola. Non a caso in UE gli stati determinano le caratteristiche tecniche comuni delle monete (e anche delle banconote) ma è la BCE che calcola quante bisogna emetterne per garantire la normale circolazione. "rende visibile cioè il vero sistema di funzionamento dell'intero euro. A ben vedere anche le banconote hanno il contrassegno nazionale, che è la prima lettera del numero di serie." Rende visibile cioè che non va data retta alle balle complottiste, anche quelle fuori moda, perchè fa male alla mente e al corpo come fumare o drogarsi. Ad esempio, a ben vedere le banconote non hanno più da un pezzo neanche il contrassegno nazionale, in quanto nella serie Europa la prima lettera indica la stamperia e non più lo stato in cui la banconota è stata emessa (che è diverso dal caso delle monete, perchè l'ente emissore delle banconote è solo la BCE). Un cenno anche al TARGET2 e assurdità varie applicabili ad esso: si tratta del sistema di regolamento lordo in tempo reale adottato in eurozona e oltre (ne fanno parte anche stati UE che ancora non adottano l'euro), come ne hanno tutti i sistemi bancari del mondo. Lo dico perchè la definizione di "complesso ed oscuro", che vuol far pensare al solito complotto in azione, è attributo caratteristico della modalità di pensiero in cui tutto quello che non piace è sempre "oscuro", "fumoso", "non chiaro", "narrazione ufficiale" ecc. Calcolarlo alla perfezione è impossibile, anche perchè non si poteva prevedere l'entità delle speculazioni dei commercianti sul changeover e il livello esatto dell'inflazione che si sarebbe avuta quest'anno.
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  38. Buonasera @VALTERI, Inizialmente la casa d’aste non aveva notato le problematiche di cui sopra. Ma nella newsletter del sette maggio ha riportato che l’intervento di un collega aveva posto in evidenza i ritocchi subiti dall’esemplare. Conseguentemente le condizioni di vendita erano state variate. Riporto per chi avesse piacere di approfondire i confronti con esemplari battuti dagli stessi conii il tetradrammo di Katane conservato al British Museum e l’esemplare ex CNG Triton XXII/120, ex collezione Jameson 547 (con una provenienza che lo stesso Jameson cita come risalente all’asta Rollin et Feuardent del ventidue marzo 1886). Unisco inoltre la parte della newsletter di Nomos relativa al lotto in vendita e la descrizione originale. Che dire, tutto bene ciò che finisce bene. La casa d’aste ha dimostrato serietá ed onestá. Anche se alcuni considereranno l’infallibilibilitá un requisito standard quando si parla di certe cifre... Non aggiungo altro per il momento, se non che è sempre un piacere lasciare che lo sguardo vaghi tra le vette più alte dell’arte incisoria delle emissioni dei sicelioti alla fine del V secolo a.C. https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=371282 https://www.nomosag.com/nomos-26-27-28/1030 (presente anche il video relativo al lotto)
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  39. Ciao Alberto, @Litra68 Cominciamo a prendere in considerazione il millesimo 1834. In questo anno si coniò un numero ingente di Piastre, come dimostra la facilità nel reperire tale moneta e soprattutto nell'enorme numero di Varianti/Curiosità della stessa. Le altre monete d'argento sono piuttosto rare ( Mezza Piastra R -Tarì R4 – Carlino R3/R4 – Mezzo Carlino: non emesso ). Può essere spiegato con il fatto che gli addetti alla Zecca fossero occupati quasi esclusivamente nella coniazione delle Piastre. La monetazione in rame manca totalmente, con l'eccezione del 10 Tornesi che è riportato dal Cagiati e successivamente dal D'Incerti. Il Cagiati è abbastanza preciso, citando la Collezione Neumann ed il numero di archivio. Un dato di fatto è però certo: la moneta non è mai comparsa, non esistono documenti e/o fotografie che possano attestare l'esistenza della stessa. La stessa Collezione Neumann, se si svolgono delle ricerche sembra non esistere. A questo punto si ritorna al quesito: “ Perchè nel 1834 non furono coniate le monete in lega di rame?” Avanzerei delle semplici ipotesi. Nel 1834 Re Ferdinando appoggiò esplicitamente Don Carlos nella prima Guerra Carlista a discapito di Isabella II° che risultò il “cavallo vincente”. Si inimicò Francia ed Inghilterra che appoggiavano la futura Regina, oltre naturalmente alla Spagna. E' possibile pensare ad un boicottaggio di queste potenze nelle materie importate? Secondo il mio parere è una ipotesi da scartare perchè non spiegherebbe la grande disponibilità di argento e quindi la grande tiratura delle Piastre con questo millesimo. Altro fatto degno di nota è l'eruzione del Vesuvio, ma da fonti storiche, non sembra abbia causato danni a Napoli e quindi problemi tecnici alla Zecca. A mio parere l'ipotesi più probabile è che si comprese l'evidente carenza di Piastre nel circolante e quindi la Zecca era “sotto pressione” per coniare questo nominale al contrario delle monete in rame che erano ritenute sufficienti. Stessa supposizione per le annate mancanti 1842-43. Probabilmente negli anni 1838-39-40 furono coniate molti 10 Tornesi, pertanto si ravvisò che, per qualche anno, non fosse necessario coniare tale moneta. Saluti a tutti
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  40. Il biglietto in se per se vale 5-6 euro se non avesse avuto l’autografo. L’autografo de facto ne dimezza il valore numismatico poiché è un danno sulla carta stessa. Sicuramente potrebbe aver un valore per chi è collezionista di autografi o per qualche numismatico che voglia avere nella propria collezione un pezzo autografato da Cionini. In questo caso vige la legge del mercato, il prezzo lo stabilisce chi fa l’offerta e chi ha più voglia di inserirlo nella propria collezione. Per alcuni potrebbe valere nulla, per altri magari potrebbe avere un discreto valore. Io ad esempio, se mi venisse proposto non lo pagherei più di 20 euro come mera curiosità storica
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  41. Sono piuttosto comuni e variegati e indubbiamente contribuiscono a rendere più “viva” questa fantastica monetazione
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  42. Questa è una cartolina incompleta delle sei vedute di Londra a colori sul retro, affrancata con 2x1e1/2 = 3 pennies dell'emissione ordinaria del 1937/47 di Re Giorgio VI. Annullo di partenza di Southampton del 10 settembre 1950 alle 6.45 pomeridiane (quando le poste erano un'istituzione seria). Interessante.
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  43. taglio: 2 euro cc paese: portogallo anno: 2013 tiratura: 525.000 condizioni: bb città: trieste
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  44. Buongiorno @Loruca, come detto da chi mi ha preceduto purtroppo è un falso. Il bordo è leggermente più sottile in alcuni punti e soprattutto piu stondato. Al rovescio se ingrandisci le foto di un originale rispetto a quelle che hai postato noterai che ci sono moltissime differenze. Te ne evidenzio alcune: le firme del modellista e dell ' incisore nell' originale sono nitide, nel falso sono impastate e perdono definizione nella parte bassa diventando quasi un tutt' uno con la parte superiore della linea dell' esergo. La briglia del cavallo in primo piano finisce, nel falso, sotto la pancia del cavallo,la data nell' 1 è nel 4 è leggermente più sottile nell ' originale, la ruota del carro trionfale dell' originale è diversa dal falso nei particolari, gli zoccoli non sono ben definiti... e ce ne sono tante altre come anche al dritto ed anche la rosetta nel contorno è grossolana. Certo come detto non è uno dei soliti falsi pacchiani, ma dubito che il venditore fosse così sprovveduto. Avendo una moneta da diverse migliaia di euro in mano andrei, nel dubbio, subito a farla periziare piuttosto che venderla al misero prezzo di 250 euro. Saluti Andrea.
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  45. Dalle foto: falsa. Bordo stondato ed un insieme di piccoli particolari diversi. Indubbiamente il miglior falso che abbia mai visto.
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  46. Esemplare autentico e di bella conservazione per confronto. Ex Nomisma 67.
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  47. Ciao @Loruca, fidati! …. diciamo 60 anni di esperienza di chi mi ha preceduto. potrebbero bastare. Comunque, vediamo…
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  48. Ciao ragazzi condivido volentieri 😁. Dall’asta Nomisma 67, lotto 1157. Millesimo bisbetico sto qua da trovare in alta qualità, più che il 1816, vi assicuro. Credetemi che lo cercavo da molto tempo. E proprio con questa patina, che sul velluto negli anni acquisirà maggior fascino da moneta “riposata”. Ora ho la serie dei 5 valori di questa monetazione in qFDC o FDC completa tranne il 1819; che è un BB e che da oggi mi metterò in pista per sostituire 😳😂. Not easy neanche lui. 🧐
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  49. Buongiorno a tutti, come al solito Fratello Rocco ci delizia con le monete del suo inesauribile monetiere, difficile starti dietro @Rocco68, interessante la storia del 6 cavalli usata come medaglietta portativa. Bel punto di compasso tra gli acini del 4 cavalli.. ? Saluti Alberto
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  50. Su un sampietrino della stessa zecca, la legenda si intravede sotto il busto. Ciao, Roberto C.
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