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  1. Oppiano

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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/08/23 in tutte le aree

  1. Condivido volentieri (ex Lotto 2547 Nomisma Aste Srl - Asta “Monete e Medaglie 3” - 2-4/5/2023): Vittorio Emanuele III (1900-1946) 20 Lire 1902 Ancoretta Nomisma 1073 AU RRRR Tiratura di 115 esemplari. In slab NGC Grading/Stato: MS62 PL
    7 punti
  2. Buongiorno a tutti, inizio la mia settimana Numismatica con foto di gruppo delle ultime postate, non so se vi risparmiero' foto di gruppo di tutte. Saluti Alberto
    5 punti
  3. cioè, siccome dei maestri di zecca erano massoni allora la variante dei gigli avrebbe un significato massonico? mi sembra proprio un'argomentazione pseudoscientifica. no, questo è un modo di procedere pseudo-scientifico. Così scrivono i "diabolici", per citare il Pendolo di Foucault del compianto Prof. Umberto Eco. Gli studiosi seri si basano sulle fonti, in questo caso i documenti delle logge, le divulgazioni, le pubblicazioni più o meno ufficiali, i protocolli, la corrispondenza, le memorie. quello che non è scritto fa parte al limite della ricostruzione ipotetica. La stessa variante di per sé non È prova proprio di nulla.
    4 punti
  4. Buongiorno a tutti, colgo l'occasione per riproporre la mia mezza piastra del 56. Saluti Alberto
    4 punti
  5. Ottimo intervento. Purtroppo si spaccia per verità assoluta ciò che è il risultato di mere ipotesi. Certo, i massoni sono suggestivi, intriganti, ma dove stanno le prove? Ogni dichiarazione deve essere ben argomentata e deve citare le fonti, in caso contrario sono solo chiacchere e la numismatica, cosa seria, delle chiacchere se ne fa un fico secco!
    3 punti
  6. definirli professionisti è veramente forte.. mi scusi ma se mi dice che passano anche alle minacce e addirittura vorrebbero addossare delle responsabilità al passante, mi sembrano che siano proprio dei truffatori da quattro soldi
    3 punti
  7. Buongiorno a tutti! Non vorrei essere ripetitivo nel dire sempre la stessa cosa (cioè che le foto servono ma fino a un certo punto), ma come potete ben vedere da alcuni pareri scritti, si tratta (molto probabilmente) di un insidioso falso per nulla banale. Permettetemi di ricordarvi che concentrarsi puntigliosamente su confronti e dettagli fotografici può fare brutti scherzi: prospettive diverse, nitidezza, e soprattutto luci e ombre possono facilmente ingannare. Anche secondo me si tratta di un falso, ma se mi chiedeste di metterci la firma vi rispondo che devo necessariamente averla sottomano. Come ha ben sottolineato @Giov60 è molto più complesso stabilire l'autenticità di una moneta che presenta usura (autentica o riprodotta che sia). Questa è una moneta facile da trovare in stato "non circolato", per cui giudicare una probabile riproduzione, per niente pacchiana, richiede un'ottima conoscenza dei dettagli che vengono alterati con la consunzione; spero di essermi spiegato bene! Su tuti, mi rimane sempre molto molto difficile pensare che un esemplare autentico possa finire su una bancarella! Un esemplare autentico è stato certamente pagato bei soldi, per cui chi lo ha lo tiene ben da conto. Questa rimane una moneta che, se la si vuole autentica, va acquistata da commercianti professionali che ne attestino l'autenticità indiscussa, con tutte le garanzie del caso.
    3 punti
  8. Dal racconto mi pare chiaro che erano offerti oggetti che non rappresentavano vere e proprie monete a prezzi non di mercato. Pertanto, articolo 640 del codice penale sopra richiamato si applica tutto. La difficoltà concreta nel punire questi soggetti è tutt'altra questione... probabilmente, purtroppo, la smetteranno solo quando troveranno qualcuno della loro pasta che scoperto l'inganno andrà a recriminare le proprie ragioni..
    3 punti
  9. Buongiorno a tutti, A proposito di Sempre nel 1856 abbiamo anche le torrette nello scudo del Portogallo. Un saluto. Raffaele.
    3 punti
  10. @ilLurkatore Truffa senza ombra di dubbio, e le modalità con cui i venditori avrebbero approcciato un coscienzioso passante, dice tutto sulla qualità delle persone coinvolte..
    3 punti
  11. Guarda, @Adelchi66 è stata tutta un'asta quasi comica... L'ho seguita in diretta con due amici e sembravamo la Gialappas... Si sono aperte tasche moooolto capienti e desiderose di portarsi a casa di tutto. In particolare qualcuno. Potevi essere sicuro di puntare qualsiasi cosa e di essere superato... Tra l'altro: Theodato andato a 1300 Baduila a 900 Theia ad 850
    3 punti
  12. Buongiorno,non ho le giuste conoscenze in araldica e simbologia massonica,ma ammetto che le tue conclusioni mi sembrano alquanto interessanti se consideriamo anche gli avvenimenti storici proprio negli anni dove troviamo queste varianti,in particolare trovo interessante le considerazioni sull'anno 1856,anno in cui ci fu l'attentato al Re,ed è sempre nel 56 che troviamo anche la mezza piastra da 60 grana con le croci al posto dei gigli nella partizione dei Farnese,che ci sia un collegamento anche in questo caso?...
    3 punti
  13. Le opinioni sono ben accette, purché si scriva "credo", "penso", "può essere", ma non "è".
    2 punti
  14. Un punzone per il solo busto e un punzone per ogni singola lettera, un punzone per il simbolo (stella a 5 punte) sotto il busto e un punzone per i punti.
    2 punti
  15. Esemplare, come detto sopra, interessante e del quale unisco la collocazione in H.N.Italy al n. 2110.
    2 punti
  16. Si trova a prezzi anche più bassi. Spesso si possono comprare solo le tavole e poi integrare con il testo. È un testo, secondo me, di non così difficile reperibilità. Parte del monete fuse del Museo Kircheriano andarono disperse e furono esitate nell' asta J. Hirsch XXXIV (collezione Garrucci). Di seguito vi riporto quanto avevo già scritto diverse anni fa: In teoria la definizione Garrucci è sbagliata, i fusi non appartenevano al gesuita Padre Garrucci (famoso per il suo testo sulla monetazione antica) ma al Museo Gesuita Kircheriano. Questi fusi erano semplicemente rappresentati nel testo del Garrucci. I gesuiti furono più volte sciolti e poi ricostituiti. Durante queste fase alterne le monete furono consegnate a diversi padri (poi successivamente ai parenti) per evitare eventuali furti ect...Alcune di questo andarono perse (molte sono finite poi nel museo Massimo alle terme, qualcuna forse nel Medagliere del Vaticano, ect...). Quelle smarrite, riapparvero proprio nell' asta Hirsch XXXIV. L' Haerbelin, che conosceva le monete dell'ex Museo Kircheriano, avvertì lo stato italiano di questa vendita e della provenienza delle monete. Lo Stato, poichè erano passati esattamente 20 anni dall'ultima apparizione delle monete, non aveva più il diritto di prelazione. Inoltre non fece in tempo ad organizzarsi per l'acquisto. Alcune monete furono acquistate dallo stesso Hirsch e donate all'Italia. Le altre furono disperse. La storia la potete leggere sugli Atti e Memorie vol. III ed è stata ricostruita dalla Cesano.
    2 punti
  17. Rocco, come promesso pubblico il cartellino De Falco che accompagna il mio 12 carlini. Il tuo mi piace moltissimo. Ciao.
    2 punti
  18. Ciao @Loruca, come vedi, in molti nel Forum si sono adoperati per fornirti un giudizio sulla “moneta” da te postata, fermo restando naturalmente che tali giudizi si sono basati su delle foto viste peraltro via internet. Considerando anche la spesa sostenuta, forse il miglior consiglio a questo punto che può esser utile, è quello di far periziare l’esemplare da un professionista che certamente potrà esaminarlo anche materialmente. Magari dovrai sostenere una piccola spesa, ma (forse) ne vale la pena anche da un punto di vista psicologico. Se del caso, poi, ci farai sapere come è andata! Grazie e buona serata.
    2 punti
  19. I marenghi dovrebbero essere d’oro!! Luccicanti!!
    2 punti
  20. Condivido volentieri (ex Lotto 978 Asta Artemide LIX 6-7/5/2023) l’esemplare in oggetto così descritto in Catalogo con relative foto: Padova. lacopo II da Carrara (1345-1350). Denaro. D/ Grande lettera I. R/ Astro a sei raggi intersecante la legenda. CNI 21/23; MIR (Triveneto) 212. MI. 0.27 g. 12.00 mm. RR. qSPL/SPL. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-J/2
    2 punti
  21. Buon pomeriggio. A proposito di varianti sulle Piastre borboniche e massoneria, mi sono chiesto: Potrebbe esserci un nesso "massonico" tra le diverse varianti di periodi differenti? Potrebbe esistere un fil rouge che collega una variante dello stemma con una variante in legenda? Ad esempio, se una 1795 "gigli di Francia invertiti" avesse lo stesso identico significato di una 1795 "SIGILIAR"? E se una variante 1834 "aquile capovolte" avesse lo stesso significato di una 1834 GRTIA? Se così fosse, potremmo anche concludere che una variante con i "gigli invertiti" equivale ad una variante "aquile capovolte" - e che una variante "SIGILIAR" o "SICILAR" equivale ad una variante "GRTIA" o "INPANS" etc. Dopo tutte queste domande, sono arrivato a delle personali conclusioni: Credo che il nesso tra le diverse varianti, ci sia. A mio avviso, qualsiasi importante modifica della moneta, ogni evidente variazione dello stemma e della legenda, potrebbe nascondere un determinato messaggio, che è sempre strettamente collegato agli avvenimenti storici di quel determinato anno (o di quel periodo). Così come ad esempio, immagino che nei primi anni del Regno di Napoli, una variante 1736 con i "gigli dei Medici invertiti" poteva semplicemente significare: noi ci siamo, siamo dentro, siamo il cerchio magico del re, il re ha il nostro appoggio. Allo stesso modo, suppongo che alla fine del '700, negli ultimi anni del primo periodo di Ferdinando IV, le modifiche dei conii potevano significare: dissenso. Credo che tutte le varianti di quel periodo, sia riguardanti la legenda (es. SICILAR) compreso la modifica dell'effige (abbinata a "SIGILAR"), sia la modifica dell'araldica, per citare le Piastre (1788-'93-'95) con il simbolico "ribaltamento" dello stemma dei Borboni - quindi con i "gigli di Francia invertiti", potevano benissimo significare un'unica cosa: sovvertire! Per fare un altro esempio, credo che gli studi araldici di Irpino sul significato delle varianti "aquile capovolte" siano abbastanza eloquenti: cacciare il re, sovvertire l'ordine costituito, capovolgere e destabilizzare. Durante il periodo di Ferdinando II, troveremo le aquile capovolte - per la prima volta - su alcuni conii delle Piastre del 1834 e probabilmente, per la volontà di alcune società segrete di manifestare l'intento - ai "fratelli massoni" in grado di leggere quei segni - di sovvertire il regno (forse su input della massoneria francese e/o inglese?). A parte le "aquile capovolte", proprio sulle piastre del 1834, si riscontrano - per la prima volta - anche delle importanti varianti in legenda. Varianti che vedono la sostituzione di una lettera della legenda con un'altra lettera - che per giunta è "capovolta" - (vedi FERDINANDAS e ATR), come segno di sabotaggio, sostituzione e capovolgimento. Varianti che vedono legende con una lettera in meno (vedi GRTIA e REGN), come sottrazione e rifiuto. Varianti in legenda che vedono invertito l'ordine delle lettere (vedi GRAITA) come inversione di rotta e ribaltamento dell'ordine. Quindi, aquile capovolte e legende variate... ma perché proprio nel 1834? Riporto uno stralcio di un articolo di Paolo Mieli del 2012 scritto per "il corriere della sera" dal titolo "L'errore dei Borbone fu inimicarsi Londra. L'ostilità inglese destabilizzò il Regno di Napoli" [...] Fu così che Ferdinando II nel 1834 firmò (inconsapevolmente) la condanna a morte del suo regno. Quell'anno, 1834, nel pieno della «prima guerra carlista» (1833-1840), Ferdinando rifiutò di schierarsi a favore di Isabella II contro Carlo Maria Isidoro di Borbone-Spagna nel conflitto per la successione a Ferdinando VII sul trono iberico. Dalla parte di Isabella, figlia di Ferdinando VII, e contro don Carlos, fratello del re scomparso, erano scese in campo Francia e Inghilterra, che considerarono quello del regime borbonico alla stregua di un vero e proprio atto di insubordinazione. Londra ci vide, anzi, qualcosa di più: il desiderio del Regno delle Due Sicilie di elevarsi, affrancandosi da antiche subalternità, al rango di medio-grande potenza. E da quel momento iniziò a tramare per destabilizzarlo. [...] Così, dopo oltre un ventennio, solo a partire dal 1856 (e fino al 1859) possiamo "ritrovare" nuovamente sulle piastre - e simultaneamente - sia le varianti "aquile capovolte" che altre varianti in legenda: con lettere sostituite da altre lettere "capovolte" (vedi FERDINANDAS / ATR ed altre con le lettere A della legenda sostituite dalle lettere V capovolte). Nel 1856 abbiamo anche una variante con le lettere in legenda "invertite" di posto (vedi - TVR anziché VTR). Da non trascurare il fatto che, sulle monete da 10 tornesi, le uniche varianti in legenda conosciute, si registrano solo nel 1858 (es. FERDINANDAS). Così, aquile capovolte e legende variate - a parte il 1834 - le ritroviamo anche sulle Piastre degli ultimi anni di regno, ma perché proprio a partire dal 1856? Allego uno stralcio del capitolo "Agesilao Milano e la cospirazione antiborbonica del 1856" dalle pagine 255-256 de "Rassegna storica del Risorgimento" 1974. [...] Ma ciò che rese scottante la questione murattista fu la nota controversia diplomatica che contrappose, nel 1856, la Francia e l'Inghilterra, unite nella guerra di Crimea, al Governo napoletano: controversia determinata sia dal rifiuto del re Ferdinando di partecipare alla guerra d'Oriente contro la Russia, sia dalle insistenze, dopo il congresso di Parigi, delle due potenze occidentali (Francia e Inghilterra) per fare concedere dal Borbone un'ampia amnistia ai condannati politici, nonché ordinamenti più umani e liberali. 4) Fu allora, come dicevasi, che il latente pericolo neo-murattista cominciò a delinearsi chiaramente nella sua grave, reale e sempre più incombente minaccia, secondato dalle Logge massoniche del Grande Oriente, e incoraggiato altresì dalle astute e sotterranee manovre del conte Cavour, il quale, a quell'epoca* non era alieno dall'idea di riservare alla Francia il lontano Mezzogiorno d'Italia, nella speranza di ottenere, in cambio, l'alleanza di Napoleone III in una guerra contro l'Austria, che avrebbe dovuto fruttare al Piemonte la conquista e l'annessione del più vicino Lombardo-Veneto. Intanto nel napoletano, il comm. Don Pasquale Mirabei Centurione, am­bizioso Intendente della provincia di Principato Ulteriore, redigeva (1*11 gen­naio 1854) un ampio rapporto sulle informazioni ricevute ad Avellino da Achille De Michele, farmacista, domiciliato in Castelfranco di Capitanata, inviandone copia al direttore del ministero della Polizia generale, Don Orazio Mazza.*) Il De Michele aveva conosciuto a Benevento un certo D. Domenico Isernia, il quale, nel corso di vari colloqui, gli aveva confidato che, oltre ad una setta denominata Socialismo, se ne era costituita recentemente un'altra, più gene-ratizzata , detta Murattina* con la denominazione ufficiale di Filo Elettrico, Il programma d'azione era il seguente: si sarebbero dovuti corrompere quaranta soldati, per ciascun reggimento, oltre ad un congruo numero di ufficiali, co­stringendo, in tal modo, il governo a mobilitare altri reparti dell'esercito per arrestare i disertori e i ribelli. Dei conseguenti disordini avrebbe approfittato Luciano Murat, che si sarebbe diretto verso il territorio del Regno con una fiotta navale francese e con truppe da sbarco. Segno di riconoscimento per gli affiliati: era quello di dare la mano palma a palma senza stringerla, rimanendo aperta e agitandosi vicendevolmente . Fine ultimo sia dell'una, sia dell'altra associazione segreta era quello di distruggere tutta la famiglia reale e tutti i dipendenti ad essa affezionati. La rivoluzione sarebbe dovuta avvenire prima di Pasqua (cioè prima del 16 aprile 1854). Quasi contemporaneamente, un'altra setta filofrancese, che si proponeva l'eversione della dinastia borbonica, e nella quale erano implicati il prete Don Michele Pacciolla, Nicola Lopez, e Giu­seppe Patricelli, fu scoperta dalla polizia a Frattamaggiore. [...] Un saluto, Lorenzo
    2 punti
  22. 36 gemme incise di donne romane e forcine per i capelli trovate nello scarico della piscina della cavalleria Mogli, ospiti, amanti. La presenza femminile nellae vasche delle piscine termali della cavalleria romana, in Inghilterra, erano frequentate da numerose signore. Lo studio delle gemme che si scollarono dagli anelli e di forcine con le quali contenevano la capigliatura – il tutto finito in un condotto di scarico delle acque – permette di ricostruire brani meno noti della vita nei forti e nelle residenze militari dell’Impero romano. Aspetti fondamentali, quella della presenza femminile, accanto ai militari. Probabilmente ancora poco studiato. Una vasca e, in primo piano, le pile dell’ipocausto, il sistema di riscaldamento a pavimento, utilizzato dagli antichi Romani. A destra. alcune gemme incise trovate negli scarichi.@ Foto: Anna Giecco La scoperta delle gemme intagliate – che, in genere avevano la funzione di portafortuna o costituivano un’impresa, cioè un fine a cui il portatore o la portatrice tendevano – è avvenuta recentemente nella città di Carlisle, situata nella contea di Cumbria (Regno Unito), dove gli archeologi hanno portato alla luce queste magnifiche pietre semipreziose finemente incise, risalenti al III secolo d.C. Le gemme si staccarono dagli anelli o dai ciondoli, probabilmente a causa di un mastice che non resisteva all’acqua e che, probabilmente, subiva deformazioni in ambienti come il calidarium. Il passaggio dall’acqua calda a quella fredda avrebbe potuto facilitare il distacco. La scoperta è avvenuta durante gli scavi per la realizzazione di interventi di restauro e riqualificazione del locale club di cricket. Gli archeologi hanno individuato un complesso termale in quello che era il forte di Uxelodunum (o forte di Stanwix), che costituiva uno dei punti di difesa più settentrionali della provincia romana della Britannia. L’insediamento militare, occupato da un’unità di cavalleria d’élite, l’Ala Petriana, era frequentato da una popolazione – anche femminile – particolarmente benestante. Chi erano queste donne? Si può supporre che, specie per missioni all’estero di controllo permanente del territorio – Roma favorisse una presenza femminile stabile, controllata, sicura e fedele. Questo per diversi motivi, che appaiono evidenti. Le donne all’interno delle strutture evitavano che i giovani militari romani frequentassero – pericolosamente – la popolazione indigena. Il reticolo femminile era in grado di intessere relazioni di solidarietà e di cooperazione. Ma probabilmente non dovremmo pensare di prostitute al seguito, ma di compagne più o meno ufficiali dei militari. A Vindolanda, un forte che si trovava presso il vallo di Adriano, le donne svolgevano un’importante vita sociale, creando una vera e propria comunità. Le gemme incise trovate nelle terme della cavalleria romana in Britannia @ Foto: Anna Giecco “Un tempo il forte in cui abbiamo trovato le terme era un luogo estremamente importante e molto ben difeso nel sistema di confine della provincia romana della Britannia, poiché era la città più settentrionale dell’intero impero romano “, spiega il direttore degli scavi, l’archeologo Frank Giecco. Scolpite su pietre semipreziose come la corniola, l’ametista, il diaspro e la corniola – in dimensioni che vanno da 5 mm a 16 mm – sono state incise da artigiani, che hanno realizzato minute immagini di divinità romane tra le quali, in modo ricorrente, si riconoscono Venere, Cerere, Fortuna e Apollo. Ciò che stupisce gli archeologi è che il repertorio iconografico sia – quantomeno – poco maschile. Sono infatti un numero esiguo le gemme incise che recano immagini collegate al mondo militare o guerresco. La frequentazione femminile delle terme è dimostrata anche dalla dal ritrovamento, nello scarico di 105 perle di vetro per collane o braccialetti e 40 forcine per le acconciature femminili. Nel condotto sono state portate alla luce anche piccole armi e monete romane, oltre che lacerti di ceramica. L’ingrandimento di alcuni reperti di glittica, portati alla luce nel corso della campagna archeologica @ Foto Anna Giecco Le terme da poco ritrovate furono costruite a partire dal 210 d.C. circa, con un possente intervento architettonico, testimoniato dalla presenta di muri larghi, in alcuni punti, anche un metro e mezzo. Le piastrelle marchiate con il timbro IMP indicano che il complesso termale fu realizzato da maestranze imperiali quando Settimio Severo si trovava nell’area per una campagna militare del 208 d.C. in Caledonia. L’imperatore sarebbe morto 3 anni dopo – nel 211 – nel territorio attualmente parte di York, a una sessantina di chilometri da questo forte, che era stato in qualche modo dedicato a Giulia Domna, moglie dell’imperatore Settimio Severo stesso e madre di Caracalla. https://www.stilearte.it/36-gemme-incise-di-donne-romane-e-forcine-per-i-capelli-trovate-nello-scarico-della-piscina-della-cavalleria/
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  23. Ciao, oggi condivido un denario dell'imperatore Caracalla (198-217 d. C.) recante sul rovescio la personificazione della dea Speranza (Spes) coniato dalla Zecca di Lodicea a Mare nel 199 d. C. circa. Il ritratto mostra un Caracalla ragazzo ed è stilisticamente caratteristico proprio dei conii approntati dai maestri incisori di Lodicea. In questo post vorrei sottoporre alla vostra attenzione alcuni particolari di questa moneta (acquistata parecchi mesi fa) che mi hanno sempre fatto porre degli interrogativi. Avendo visionato in foto parecchi esemplari della stessa tipologia nell'aspetto generale e nello stile mi sembra in linea con quelli trovati così come anche il diametro (17,50 mm) e lo spessore (circa 2 mm). Da esame diretto risulta coniato ( cosa sempre importante) e vengo quindi a quelle che per me sono le anomalie cioè il peso e la qualità del metallo. Il primo per la tipologia è veramente molto scarso visto che con bilancia di precisione pesa solo 1,71 g (nessuno dei denari che ho trovato ha un peso simile, la quasi totalità ha un peso superiore ai 3 g) e come si può vedere dalle foto non c'è fenomeno di cristallizzazione del metallo o pezzi mancanti ne tantomeno risulta essere suberato che in qualche modo giustificherebbero un peso così esiguo. E veniamo al metallo che per la sua leggerezza ed il suo aspetto visivo sembra alluminio (molto simile alle 10 lire spighe della repubblica, per rendere l'idea). Infatti penso che di argento nella lega c'è ne sia poco o niente e non dovrebbe essere così perché emessi sotto Settimio Severo dove il quantitativo di fino era ancora del 60% circa. Alcune lettere delle legende non sono ben impresse (ma ci sono) mentre il ritratto e la Spes sono ben raffigurati. Inoltre presenta anche usura (non eccessiva) che sembra da circolazione e quindi cosa aggiungere? Chiedo a quanti vogliono farlo di esprimere un parere in merito, sempre importante per noi neofiti e per quelli che seguono le discussioni. Fatelo tranquillamente, la moneta è mia da parecchio tempo e tale resterà 🙂. Grazie ed alle prossime ANTONIO 17,50 mm 1,71 g RIC 341a Alcuni esemplari della stessa tipologia con peso superiore a 3 grammi coniati a Lodicea a Mare.
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  24. e bé, lo "zampino massonico" è un tassello che va bene per ogni stagione
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  25. Innanzitutto è un bellissimo esemplare con splendida patina verde. Poi, a quest'ora, sono impegnato a seguird una serie coreana. E sono senza RIC. Lo guardo domani se nessun altro lo dovesse classificare. Così a memoria direi Arelate come zecca... Arka Diligite iustitiam
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  26. I gradini davanti alla parete degli affreschi mi parevano strani. Ho pensato ad un’iconostasi, Google ha fatto il resto: L’antica chiesa di San Vicenzo, sotto la cattedrale sant’Alessandro di Bergamo. Effettivamente un sito pluristrt
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  27. In passato varie discussioni affrontarono esemplari 5 Lire 1914 usurati. La solita disputa su come una moneta del genere non circolata (formalmente emessa a cavallo dell'inizio della 1^ guerra mondiale, con prezzo dell'argento imbizzarrito nell'immediato, e quindi con valore nominale molto inferiore a quello reale, ecc. ecc. ...) e la conclusione sostanziale che ogni volta che si vede una moneta del genere il sospetto fortissimo è che sia falsa (anche se periziata ...) perché non poteva ridursi così ... In realtà l'elemento principe per definire l'autenticità di questa moneta non sono i "particolari" ma il bordo. E' piano senza alcun rigonfiamento o stondamento. Se quest'ultimo è presente anche solo in una parte del tondello, la moneta è falsa. Ecco alcuni particolari del bordo (qui sotto) che per la patina intensa, risultano ben evidentemente piani (indice di autenticità!). Perciò l'esemplare che ha dato il via a questa discussione, è falso.
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  28. Il mio esemplare in qBB con legenda completa al dritto.
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  29. L’ ancoretta mi affascina ancor di più del pur mitico 5 lire 1901. Dite pure quello che vi pare. Conservazione eccellente almeno dalle foto: FDC senza se e senza ma. Se quando L’avrai in mano @Oppiano mi farai una foto “real life” te ne sarò grato 🤩
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  30. Non capisco bene la differenza tra il RPC 73266 e il RPC 73609 (la tua moneta), sarà la posizione dello scudo. https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/type/73266 https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/type/73609 Colgo l’occasione per ringraziati di questa discussione che leggo sempre con grande piacere.
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  31. Buonasera a tutti, osservavo le due corone del Ducato del 1784 e 1785, premetto che non ne ho in collezione e visti pochissimi da vicino. Mi aveva colpito la differente posizione della rigatura, nel 1784 il sottocorona è rigato mentre in questa del 1785 la rigatura è tra le falde. Era giusto una mia osservazione a voce alta. Saluti Alberto
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  32. investimento... oppure una passione da veri collezionisti di pezzi rarissimi!?! Quello che è certo e che ci vuole un bel conto in banca per aggiudicarsi questi "special coins" 😃😁😄
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  33. Dopo il 5 lire dell'01, l'80 lire del 21 (e tantissime altre meraviglie di monete sparse più o meno in tutte le sezioni), adesso ci presenti questa altra bomba atomica!! Wow, che spettacolo e complimenti per questo altro masterpiece del Regno d'Italia. Michele
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  34. Ottimo pezzo...mia opinione ms62 gli sta abbastanza stretto
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  35. E quanto volevate pagarle? 50 euro? Tre belle monete di re che hanno regnato pochi anni (Teia uno solo!) in condizioni difficilissime...
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  36. Contenti loro... Ma così non si rischia di falsare il mercato ? Il "tremisse" di Odoacre a quanto è stato esitato?
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  37. Dalle foto: falsa. Bordo stondato ed un insieme di piccoli particolari diversi. Indubbiamente il miglior falso che abbia mai visto.
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  38. Si, @Cremuzio hai ragione 😞 ... ci ha pure il becco. Ma dopo due giorni con nipotine e minipony vedo unicorni volanti ovunque 🤣
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  39. Buonasera a tutti, vi propongo la mia prima moneta Toscana Come prima cosa vorrei chiedere un vostro parere sulla conservazione della moneta. Poi avrei un paio di curiosità. La prima riguarda la variante con punto e senza punto per questo millesimo. Immagino che il 1847 sia semplicemente l'anno di passaggio tra il conio con punto degli anni precedenti e quello senza punto degli anni successivi. Tuttavia mi piacerebbe sapere se qualcuno ha qualche informazioni in più, includendo anche una indicazione sull'occorrenza delle due versioni. Poi, più in generale, su quasi tutti i Fiorini di Leopoldo II noto una caratteristica comune data dalla conformazione "radiale" (con il metallo allineato dal centro verso l'esterno) che tipicamente è ben visibile nelle patine nella parte tra legenda e bordo. C'è qualche motivo nel processo di coniazione per cui questo avveniva (tipo assenza o poca efficacia della ghiera..?) ? Saluti!
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  40. Non serve, è un falso, anche banale e malfatto
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  41. Tra i bellissimi pezzi repubblicani della prossima asta artemide un meraviglioso esemplare di quinario della serie anonima L (Luceria - Apulia) . Vale davvero la pena sfogliare il catalogo Northern Apulia, Luceria. L series. AR Quinarius, c. 213 BC. D/ Head of Roma right, wearing winged Phrygian helmet; behind, V. R/ The Dioscuri galloping right; below, archaic L; in exergue, ROMA. Cr. 97/2. AR. 2.19 g. 15.00 mm. R. Superb example, enchanting old cabinet tone with warm hues. Good EF. Ex Leu sale 77, 2000, 408 Ex NAC 25, 2003, 256.
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  42. Buonasera Può essere imitativa del 6 bolognini prodotto dalla zecca di modena ma rimane pesarese. Qua ti metto un esemplare in mio possesso per apprezzare le differenze. Complimenti Marco
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  43. Moneta interessantissima, mai vista una cosa del genere, io personalmente la collocherei nella zecca di Modena, anche se il dubbio rimane.
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  44. Direi che si tratta di un'ottima notizia. Inventare di sana pianta provenienze false per creare un background fittizio alle monete è una truffa di cattivo gusto verso la clientela. Ricordo la discussione che facemmo in questo forum a proposito della provenienza dell'aureo e non pochi espressero parecchi dubbi su una moneta proveniente da un collezione di un non meglio definito barone e spuntata dal nulla dopo secoli. Ora è uscito fuori che Roma Numismatics, probabilmente (il tutto se non ho capito male andrà poi dimostrato in sede processuale) ci ha preso tutti per il . Chiaramente il mio pensiero va principalmente agli acquirenti, che mi augurano non abbiano rogne per incauto acquisto. Allego la "probabile" supercazzola. qui la discussione in cui ne avevamo parlato.
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  45. Buongiorno...yess la presi io...non ho foto della singola moneta, ma è quella in alto a destra....a me manca il 6 carlini per completare la serie...moneta che mi piace molto anche per il formato, ma non sono ancora riuscito a trovare il qbb o il bb che mi garba...arriverà...del 6 e del 4 ho pure dei doppioni sicchè per il periodo sono a 6 monetuzze, 5 di rame e il 12 carlini. Saluti Cristiano.
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  46. Aggiungo che, potendo osservare la moneta in versione gigante attraverso la foto, ho notato che la legenda del rovescio è stata composta utilizzando caratteri dei "paoli" e dei "francesconi" invece di quelli classici dei fiorini. Guardando su internet ne ho trovato pochissime con questa caratteristica, al punto che avevo dubitato per un attimo della autenticità. Tuttavia la visione d'insieme, tutti gli altri dettagli e il peso (6.80g) mi fanno ritenere che sia autentica. Saluti!
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  47. Ho atteso la fine dell'asta per dire un poco la mia. Il pezzo appare autentico e so che è stato esaminato veramente a fondo dai vari esperti. I conii sono stati usati sia per il denaro che per l'aureo e si nota una certa progressione dei difetti dei conii (specie del diritto) durante la produzione. Quello che mi lascia perplesso è il pedigree ricostruito sul catalogo dell'asta Roma. Incredibile come abbia ricostruito (e non lo conoscevo) il pedigree di questo aureo, arrivando a Ferdinando I d’Austria, che abdicò dal trono nel 1848 a favore del nipote Francesco Giuseppe, ritirandosi a lussuosa vita privata nel castello di Praga, fino alla sua morte nel 1875. Era molto ricco e dilettava di collezionismo, ma non sapevo anche di monete… Essendo collezione privata, non era confluita nel medagliere di Vienna, ma probabilmente dispersa fra ricchi collezionisti d’epoca. Ma non mi spiego come questo aureo, di grande impatto storico ed emotivo, sia stato ignorato da tutti gli studiosi dell’epoca (incluso l'onnipresente Bahrfeldt) per quasi due secoli. Da mie informazioni, questo pezzo era detenuto da un collezionista svizzero da oltre 10 anni, forse ai tempi in cui è stato trovato l'altro aureo ex NFA, ma non ho elementi per fare risalire ancora più indietro nel tempo... In ogni caso il pezzo sembra autentico. Io avevo iniziato a raccogliere tutte le immagini e pedigree della monetazione con EID MAR, identificando anche i conii, ma al momento lo studio è sospeso, anche per varie difficoltà legate a questa monetazione e per la presenza di numerosi falsi, come è ovvio per una emissione di così grande rilevanza storica. Non so quando riprenderò lo studio e intanto lo lascio un pò "decantare"...
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