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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/17/23 in tutte le aree

  1. Nell'articolo pubblicato su Panorama Numismatico, a causa della sua estrema rarità (solo 25 esemplari timbrati) mancano le immagini del Buono da 500/50.000 lire. Per completezza, pubblico la foto dell'unico esemplare sino ad ora conosciuto e rientrante nell'elenco di quelli utilizzati per l'emissione del Prestito, così come meglio riportato nell'articolo. Il Buono, è di proprietà di Numismatica Felsinea, @simonesrt che ringrazio per aver concesso le foto e la possibilità di divulgarle.
    6 punti
  2. Da una collezione “sans pareille” di divisionali greci (Leu 61, 1995, 49) un rarissimo triobolo – più che diobolo – di Crotone prossimamente in asta che associa al tradizionale tripode del D/ la civetta al R/. Alquanto peculiari anche i segni grafici che non sembrano trovare riscontro nella produzione crotoniate: una epsilon (?) retrograda al D/ e tre koppa al R/. Nomos 26, 21.5.2023, 75 Lotto 75. BRUTTIUM. Kroton in alliance with E... (?). Diobol (Silver, 10 mm, 1.12 g, 5 h). Ε (retrograde and with legs slanted in the archaic manner) Tripod with lions feet and rings. Rev. ϘϘ - Ϙ Owl with folded wings standing to left, head facing front. Cf. CNG 54, 2000, 220 (same reverse die). Cf. HN III 2129. Leu Numismatics 61, 1995, 49 (this coin). Of great rarity, possibly unique. Attractive and well-struck. Very fine. From the "Collection sans Pareille" of Ancient Greek Fractions, ex Leu Numismatics 61, 17 May 1995, 49. What do the letters on this coin mean? Is it merely just a normal coin of Kroton, albeit an extremely rare and an unusual one? After all, the tripod is the type par excellence of Kroton, and the koppa is the city's archaic initial (but why three?). Yet the owl is rather unexpected at this period, and the retrograde Ε is a great mystery. This is especially the case since the koppas) are on the reverse with the owl and the epsilon is on the obverse with the tripod! Contrariamente a quanto affermato dagli editori del catalogo il pezzo, certamente raro, non è inedito. Un esemplare pressoché identico venne infatti pubblicato da Attianese nel 1995 insieme ad una ulteriore moneta simile – già edita dall’autore – ma di peso più basso (P. Attianese, Kroton. Ex Nummis Historia, Settingiano 1995, nn. 95-96): Altri pezzi sono apparsi in progresso di tempo sul mercato antiquario. Di particolare interesse una moneta senza E al D/, a quanto pare suberata, che condivide il conio di martello con il triobolo Nomos (ex Leu). CNG, EA 385, 2016, 52 ex CNG 54, 2000, 220 (10.5 mm, 1.12 g, 3h) “Fourrée Triobol” Weber 1013 (9 mm, 1.32 g) (da Kraay 1958, 101, n. 4) E’ noto un ulteriore esemplare, più leggero (0,98 g) forse a motivo del cattivo stato di conservazione, che tuttavia per il modulo sostanzialmente coincidente a quello dei precedenti, sembrerebbe riferibile al divisionale corrispondente al triobolo. CNG EA 224, 2009, 18 (10 mm, 0.98 g, 2h) A questa emissione è forse riferibile un ulteriore triobolo documentato da un pezzo del BM e caratterizzato al rovescio da tre OOO. London, BM 1921.0307.4 (1,26 g) https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_1921-0307-4 Questa particolare e rara emissione con tripode/civetta era già nota al Kraay (A propos des monnaies divisionnaires de Crotone, “Schweizer Münzblätter” 8, 1958, 99-102) che illustra in proposito l’esemplare della coll. Weber (n. 1013: 1,32 g). Lo studioso incluse la moneta in un gruppo di divisionali crotoniati (trioboli, dioboli e oboli) unificati al D/ dal tradizionale tripode ma caratterizzati al rovescio da una pluralità di tipi (pegaso/protome di pegaso, seppia, civetta, lepre, granchio, gallo), interpretandoli come strumento di equiparazione di valore, per esigenze di scambio, con i centri emittenti a cui richiamati dai tipi del rovescio (Corinto, Siracusa, Atene, Messana, Agrigento, Himera). L’ipotesi fu tuttavia contestata successivamente sia da Stazio sia per l’eterogeneità dei sistemi ponderali chiamati in causa, che avrebbe reso lo scambio alquanto complesso, sia in quanto, ad eccezione delle serie con pegaso e con lepre, le altre appaiono di troppo esigua consistenza (al max 2/3 ess.) e non mostrano continuità di emissione. Più generico Rutter (HN 2129) che data genericamente questi divisionali al 525-425 includendovi anche quelli con ruota al R/ editi da Bicknell anteriormente allo studio di Kraay (P.J. Bicknell, Some fractions of Kroton, “Schweizer Münzblätter” 21, 1971, 1-4 = HN 2137-8). Detto ciò e venendo all’esemplare di apertura, nutro non poche perplessità riguardo l’interpretazione del tipo del rovescio come indicazione di un’alleanza tra Crotone e Velia, ipotesi ventilata da Leu 61/1995, 49 e seguita, seppur dubitativamente da CNG 54/2000, 220. Per quanto la civetta sia l’immagine monetale stabilmente adottata da Velia sulle dracme a partire dal II periodo Williams (465-440 ca. a.C.), una supposta federazione con Crotone non mi pare supportata da tradizioni storiche e/o altro tipo di documentazione. Stesso discorso per la presunta alleanza di Crotone con una ipotetica Ǝ (?) suggerita dagli editori di Nomos: l’adozione di tipi monetali che contrassegnano stabilmente emissioni di altre poleis e/o di lettere o sigle non necessariamente (se non in casi sporadici) adombra un’alleanza ed è alquanto rischioso accostare acriticamente la documentazione numismatica a presunti eventi storici in assenza: a) di un preciso inquadramento cronologico della/e serie monetale/i b) di fonti documentarie che attestino la supposta alleanza. Ritengo pertanto più plausibile che il segno Ϙ ripetuto per ben tre volte, come per i tre OOO sul pezzo di Londra (BM), rivesta la funzione di segno di valore (triobolo), come già ipotizzato da Kraay (...ces lettres semblent avoir été délibérément arrondies de façon à suggérer la marque de valeur d'un triobole…) sulla scia di Weber (“Num. Chron.”, 1896, p. 8 e pl. I, 6) altrimenti non si spiegherebbe l’esigenza di ripetere il medesimo grafema più volte sulla stessa moneta. Meno chiaro appare invece il significato del segno Ǝ per il quale l’interpretazione come epsilon retrograda conserva a mio parere margini di incertezza. La particolare resa con tratti obliqui e il ductus retrogrado appare alquanto anomala e priva di riscontri sul resto della produzione crotoniate. Mi chiedo pertanto, seppur in via del tutto ipotetica, se non si tratti ancora di un segno di valore costituito da tre tratti verticali ed un segmento orizzontale, benché di difficile lettura. Per concludere questa breve rassegna si può osservare che il tipo della civetta non è privo di riscontri a Crotone. Esso, infatti, contrassegna il rovescio di una consistente serie di dracme di peso ridotto ricondotte all’età pirrica (HN 2195), in abbinamento al D/ con una testa giovanile, probabilmente Herakles. Bertolami, EA 43, 2017, 104 (13 mm, 3.19 g)
    4 punti
  3. Ecco un cardellino di tondello impresso, credo a Martello giusto? Saluti Fofo
    3 punti
  4. Buonasera, avevamo un'idea di prezzo, ma avendo scoperto che al momento è l'unico esemplare originale presente sul mercato, preferiamo attendere. Ringraziamo gli estensori di questo articolo per aver fatto chiarezza su questo settore di nicchia ma estremamente interessante,
    3 punti
  5. Cari tutti, Come per lo scorso anno, sperando di far cosa gradita, riporto il link per poter scaricare il nuovo report annuale di Deloitte sul mercato dell'arte e beni da collezione. Per il secondo anno di fila ho avuto la possibilità di dare il mio contributo con un analisi del marcato numismatico, cercando di fornire una panoramica generale in grado delineare lo stato di salute del mercato a livello globale. Deloitte_Art&Finance 2023 Ogni considerazione, spunto di miglioramento o critica è ovviamente ben accetta. p.s @numa numa sul mercato dei libri come comparto a se stante ci stiamo lavorando e dovrebbe essere implementato dal prossimo anno
    3 punti
  6. Ciao Beppe, non ti nascondo che anche io ho avuto per molto tempo dubbi se questa data fosse una 1833 oppure una 1835 Classificato in seguito come 1835 su 1833
    3 punti
  7. Dr. Leone alato e nimbato con corno dogale, gradiente a s. e volto di fronte, con la zampa s. sul libro aperto; all’esergo, B Z. Rv. OSSIBVS RECEPTIS DIV PETR VRSEOLI (in occasione del ritorno delle spoglie di San Pietro Orseolo) Urna, ornata del corno dogale, sulla quale è librato lo Spirito Santo sotto forma di colomba; all’esergo, 1733. Ricorda il dono delle ossa del Santo veneziano fatto da Luigi XV, re di Francia, e deposte nella basilica di S. Marco.
    2 punti
  8. Mi ricordo come se fosse adesso, e son passati 43 anni.... che la mia avventura filatelica è terminata in concomitanza l'uscita della prima serie dei castelli d'Italia, non per colpa loro, semplicemente il feeling era terminato.
    2 punti
  9. mamma mia, ci vorrà un rene per questa. e poi dal testa grande, dietro la nuca, da quel che vedo, in punti diversi spuntano 3 ciuffi di capelli, mentre per il tipo più comune la capigliatura è liscia. "pettinata".
    2 punti
  10. Cartolina che presenta un solo timbro, non è tanto visibile come le altre.
    2 punti
  11. Buongiorno @VALTERI, Moneta che induce a svariate brevi riflessioni. Si può parlare di come per la prima volta, al dritto, proprio nel periodo II gruppo III (cui appartiene il tetradrammo postato) nel corpus della professoressa Westermark compaia il capitello ionico come supporto per la solida figura dell’aquila. Di come questa caratteristica si possa ritrovare sui pentalitra, litre e pentonkia dello stesso periodo. Si può riflettere sul perché in una polis dorica come Akragas si scelga dì raffigurare un capitello ionico come elemento figurativo. Caso non unico nella grecità tra l’altro e che Westermark considera non rispecchiare propriamente una componente architettonica. Si può argomentare lungamente (come avvenuto in passato) sul significato e sulla natura dell’elemento floreale che decora il campo al rovescio, sotto il granchio. Di come anche in questo caso la presenza di simboli rappresenti una novità rispetto ai primi due gruppi del periodo II della monetazione akragantina. Bocciolo di rosa, cardo, anemone, loto, giglio, melagrana? L’esperta di botanica dell’Università di Uppsala consultata dalla professoressa Westermark in fase di stesura di The Coinage of Akragas ritiene che da un lato non si tratti di una rappresentazione naturalistica (anche per via dei viticci), dall’altro che l’identificazione più verosimile sia il bocciolo di rosa o il cardo. Io mi chiedo se non si possa immaginare anche una specie vegetale estinta ad esempio (?). Ci si può anche fermare ad osservare il segno simile che intacca l’estremità dell’ala dell’aquila in entrambe gli esemplari noti al corpus per l’accoppiamento di conii 439. E tuttavia non mi riesce di capire come nel catalogo della vendita Nomos si possa scrivere “The letter Φ on the reverse of this coin is absolutely extraordinary, since no other added letter appears anywhere else on the silver coinage of Akragas”, salvo si tratti di un refuso, una distrazione. Esistono infatti i conii R161 e R162 del periodo I - gruppo III della monetazione di Akragas che riportano una A sotto il granchio. Nel gruppo II abbiamo i conii R65, R66, R67 ed R68 che riportano le lettere E e V sotto le zampe del granchio, a destra ed a sinistra. Ed abbiamo altri esempi ad inizio gruppo. Westermark 439.1, al British Museum:
    2 punti
  12. Ti ringrazio per la stima @numa numa e concordo sul fatto che l'espressione "sans pareille" è forse eccessiva. La raccolta è certamente notevole e consente di ammirare non pochi esemplari inediti. Un piccolo capolavoro è ad esempio il lotto n. 70 dalla stessa asta di apertura, un emiobolo di Crotone che resta davvero "sans pareille", almeno per il D/ : Si incrementa così il numero di divisionali argentei, che sembrano di particolare consistenza a Crotone tra IV e III secolo a.C. Un esemplare simile, a quanto pare inedito, comparve per la prima volta nel 1995 sul mercato antiquario: CNG 102, 2016, 80 ex NAC, E, 1995, 2126 (coll. AG)
    2 punti
  13. Filippo IV di Spagna (1621-1665). Scudo. Au (22 mm - 3,32 g - 4 h)
    1 punto
  14. Il rinvenimento nella Tenuta Bellavista Insuese, nella zona di Collesalvetti. Il tesoretto in argento potrebbe essere il risparmio di un militare impegnato nella guerra Livorno, 175 monete romane di duemila anni fa trovate nel bosco: ora saranno esposte al Museo LIVORNO. Un tesoretto di 175 denari di argento, risalente a oltre duemila anni trovato nel territorio livornese adesso sarà esposto al museo. Tutto comincia il 9 novembre 2021, nella Tenuta Bellavista Insuese tra Collesalvetti e Livorno, quando nell’area agricola e forestale di interesse naturalistico, un membro del Gruppo Archeologico Paleontologico Livornese, mentre percorreva un terreno declive interessato da un recente taglio boschivo, scorgeva tra le foglie alcune monete all’apparenza antiche. Contattata immediatamente la Soprintendenza, inviava le foto del ritrovamento al funzionario archeologo responsabile del territorio e ricevuta conferma dell’interesse archeologico, rimaneva a sorvegliare la zona fino all’avvenuto recupero di quasi tutte le monete e di alcuni frammenti del contenitore, una piccola olla di impasto. Nei giorni successivi la Soprintendenza provvedeva ad effettuare uno scavo nell’area immediatamente circostante, con il recupero di poche altre monete allontanate in antico, come attesterebbero le fratture consunte del contenitore. Nel complesso il tesoretto rinvenuto, di età tardo repubblicana, è composto da 175 denari di argento in buono stato di conservazione ad eccezione di due monete fratturate e ricomponibili per intero, una spezzata in due parti e conservata solo per poco più della metà. Il numero originario delle monete dovrebbe avvicinarsi di molto o addirittura coincidere con quanto rinvenuto poiché, nonostante la rottura del contenitore, molti denari erano ancora raggruppati tra loro e solo pochi esemplari si trovavano dispersi in un breve raggio lontano dal nucleo più consistente. I denari sono databili, secondo Crawford, tra il 157-156 a.C. e l’82 a.C. Ad eccezione delle emissioni più antiche, databili tra il 157-156 ed il 110 a.C. e attestate in uno o al massimo due o tre esemplari, la presenza di gruppi più numerosi inizia a partire dal decennio 109-100 a.C. per poi raddoppiare nei decenni successivi. La massima concentrazione si ha per gli anni tra il 91 e l’88 a.C. del bellum sociale in cui la massa delle coniazioni rispecchia la grande movimentazione di uomini e mezzi da parte di Roma contro la rivolta dei socii italici. Successivamente abbiamo una riduzione numerica fino all’82 a.C., data a cui risalgono gli esemplari più recenti, terminus post quem subito dopo il quale è da ritenersi chiuso il gruzzolo di monete, forse addirittura nello stesso 82.a.C. o nell’anno precedente se si seguono gli studi recenti sulle ultime emissioni monetali presenti anche nel tesoretto di Suese. La chiusura del tesoretto di Suese sarebbe pertanto avvenuta poco prima della vittoria di Silla, quando parte dell’Italia centrale e tutta la Cisalpina erano ancora in mano ai Mariani. La zecca è sempre quella di Roma ad eccezione di un esemplare della zecca di Narbona, di L. Pomponius del 118 a.C. Il tesoretto potrebbe essere il risparmio di un militare impegnato già nella guerra sociale e forse anche in quella tra Silla ed i mariani. Una volta ritornato alla sua casa e ai suoi campi, avrebbe nascosto sotto un albero del vicino bosco i denari d’argento, che non sarebbe mai più tornato a recuperare. Lo studio del materiale rinvenuto ha occupato più di un anno ed è avvenuto grazie al lavoro della Soprintendenza in sinergia con il Museo di Storia Naturale di Livorno e il volontariato culturale del Museo stesso. Il Gruppo Archeologico Paleontologico Livornese ha infatti collaborato per la logistica a tutte le fasi operative, dalla misurazione alla pesatura e alla documentazione fotografica di tutte le monete fino alla redazione del catalogo insieme al funzionario archeologo della Soprintendenza, la progettazione e l’allestimento della mostra. Il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo della Provincia di Livorno e la Regione Toscana hanno finanziato la stampa del catalogo e la realizzazione della mostra che sarà inaugurata a breve presso il Museo stesso. https://www.iltirreno.it/livorno/cronaca/2023/04/14/news/livorno-175-monete-romane-di-duemila-anni-fa-trovate-nel-bosco-ora-saranno-esposte-al-museo-1.100283032
    1 punto
  15. Dalla Lycia e da dinasta ignoto, un esemplare di statere anepigrafe di alta epoca e di accattivante gusto arcaico, con al diritto cinghiale ed al rovescio tartaruga in cornice puntinata entro quadrato incuso . Sarà il 10 Maggio in vendita Lansky Lambert 6 al n. 85 .
    1 punto
  16. Purtroppo sono refusi e distrazioni che stanno diventando troppo frequenti. La stessa Nomos nell'asta n. 26 che si terrà il mese venturo, ai lotti nn. 64 e 67 propone due trioboli di Crotone con medesima tipologia (tripode/pegaso) datandoli ad un secolo di distanza l'uno dall'altro. Ignoro le motivazioni.
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  17. Questa è una delle più belle, complimenti per la nuova acquisizione. Doge92
    1 punto
  18. Sembrerebbe proprio questo mangir del 828 https://www.zeno.ru/showphoto.php?photo=289876
    1 punto
  19. per comprarla aspetto che esca quella con la ferrari sotto il granchio.
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  20. Ma che bella! È un miracolo che spiccioli così arrivino a noi in queste condizioni....centrata e perfettamente leggibile su un tondello bello largo. Complimenti
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  21. 1 punto
  22. Il premio del Signor Bonaventura era inizialmente una banconota da un milione di lire, diventata in seguito con l'inflazione da un miliardo di lire. In euro sarebbe troppo e te la lascio in lire. Ciao da apollonia
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  23. Buongiorno a tutti. Mi permetto di segnalare la Sterlina coniata in occasione della Incoronazione del Re Carlo III: nel dritto compare il profilo del Sovrano, rivolto verso sinistra e coronato. Moneta molto bella e, mi sia consentita la divagazione, che mi provoca "invidia" per quella Nazione che ha saputo mantenere ben salde le proprie tradizioni e, al contempo, diventare uno Stato per tanti aspetti più moderno del nostro... un saluto e a presto.
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  24. Fatto questo, ti posso preannunciare che per quasi tutti gli aurei della tarda repubblica esiste il denario corrispettivo (nel senso di un denario che abbia esattamente gli stessi tipi). Per sapere esattamente quali sì e quali no, procedi come segue: apri la scheda dell'aureo; in alto a destra trovi il collegamento ipertestuale alla scheda della moneta successiva ("successiva" secondo la numerazione del Crawford). Quando all'aureo corrisponde un denario, Crawford l'ha catalogato subito dopo di esso; quindi lo trovi lì, a quel link. Esempio 1: Apri la scheda dell'aureo RRC 494/22 , http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G195/5 In altro a destra trovi il link " 494/23 - denario P. Clodius M.f.>> " ; se lo premi si apre la scheda del denario RRC RRC 494/23 che, come puoi vedere, ha gli stessi tipi. Quindi, di questo aureo ESISTE il denario corrispondente Esempio 2: Apri la scheda dell'aureo RRC 513/1 , http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G13/3 In altro a destra trovi il link " 513/2 - denario M. Arrius Secundus>> " ; se lo premi si apre la scheda del denario RRC RRC 513/2 che, come puoi vedere, è analogo al retro, ma non al dritto. Quindi, di questo aureo NON ESISTE il denario corrispondente Preciso che esistono incroci di conio fra gli aurei e i denari (nel senso che è stato usato proprio lo stesso conio per gli uni e gli altri), ma a causa della rarità degli aurei superstiti non si può dire se fosse pratica diffusa oppure no.
    1 punto
  25. Falla vedere... Almeno senti un altra opinione è noi la possiamo guardare!
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  26. 1 punto
  27. Quello che dici esiste a livello digitale, nella realtà virtuale c'è un modo molto comodo per condividere testi e files tra due o più persone, lo spazio in cloud, un esempio classico e diffuso è dropbox dove si crea una cartella in condivisione e tutto ciò che viene messo li dentro è di utilizzo comune... Infatti oltre alla mia biblioteca in formato tradizionale un'altra mia grande passione a cui dedico molte delle mie energie è la biblioteca numismatica digitale, questa di uso comune e non solo privato, soprattutto appena sarà possibile inserirla in uno spazio più adeguato alla consultazione diffusa che non sia il mio studio personale, tale biblioteca è particolarmente utile ed efficace nella raccolta di materiale assai problematico per le biblioteche personali, quali saggi e articoli di periodici, atti di convegni e opere miscellanee, tutta roba complicata da acquisire in formato cartaceo, sia per il costo insostenibile alla lunga che per la mole di spazio necessaria, ma in digitale è possibile realizzare ciò che quasi nessuna biblioteca privata può fare e mettere assieme tutto l'esistente pubblicato su un dato argomento in saggi e articoli con in più una catalogazione per autori, titoli e soggetti intrinsecamente implementata e relative funzioni di ricerca...
    1 punto
  28. Indicato dal grafema CHE è il Signor Bonaventura, personaggio immaginario dei fumetti creato dalla fantasia di Sergio Tofano. Il Signor Bonaventura fece il suo esordio nel 1917 sul n. 43 del Corriere dei Piccoli con grande successo e fu pubblicato ininterrottamente ogni settimana fino al 1943. Dopo la guerra le pubblicazioni vennero riprese, per poi essere ridotte progressivamente nel corso degli anni ’50 e ’60. Ricordo ancora che io e i miei compagni di scuola non vedevamo l’ora che uscisse il giornalino con la nuova “Avventura del Signor Bonaventura”. Sergio Tofano è noto anche con lo pseudonimo di tre lettere, la prima del nome e le due iniziali del cognome. apollonia
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  29. Bravo @denario69 , ottimo risultato . Per raggiungere un cambiamento cosi' evidente erano forse piu' ossidazioni dell' argento che incrostazioni difficili da mandare via .
    1 punto
  30. E' quasi scontato che i lotti di monete siano già stati controllati dal venditore e sfido a poter credere a colui che dichiara di no. Comunque mi è capitato di acquistare qualche piccolo loto di monete anni or sono e posso dirti come mi regolavo nella scelta del venditore ossia andavo a vedere tutti gli articoli che lo stesso venditore trattava e scartavo dalla mia scelta coloro che oltre ai lotti avevano in vendita singole monete di annate particolari o con errori di conio. Faccio alcuni esempi; se un venditore oltre ad avere in vendita nel sito, lotti di monete della Repubblica e contemporaneamente vedo che lo stesso venditore ha anche la 5 lire del 56 piuttorso che la 50 lire del 58 ecc., va da se che costui un minimo di conoscenza della materia ce labbia e di conseguenza è chiaro che il lotto di monete da lui proposto sia stato già controllato. Diverso può essere il tentativo di acquistare un lotto di monete da un venditore che nel suo sito vende attrezzi agricoli vintage, orologi magliette ecc. e magari dichiara che l'unico lotto di monete in vendita deriva da una rimanenza di esercizio commerciale di un parente (potrebbe essere più credibile e tentare la sorte). Saluti a tutti.
    1 punto
  31. Ciao per dovere di cronaca e per correttezza nei confronti degli interventi di @aemilianus253 e @Cremuzio invio le foto del dopo pulizia.. Ho cercato di mantenere un certo equilibrio senza eccedere nella pulizia, in modo da far risaltare i rilievi al R, lasciando volutamente tracce di ossidazioni nere intorno al viso, sul torso e sulla gamba al R e nella parte piumata dell'elmo, naso e occhi, base collo al D. Sono stato indeciso fino all'ultimo in quanto non amo ne ritoccare, ne pulire/lucidare le monete (questa è la seconda) .. Grazie ad entrambi in quanto dal giusto connubio dei vostri consigli, è emerso il risultato finale. .
    1 punto
  32. Esemplare molto interessante ! 50 centesimi 1863 valore M. Vittorio Emanuele II
    1 punto
  33. Non la conosco come moneta, ma la scritta FERT si vede subito che non è corretta!
    1 punto
  34. Ciao @vwgolf Ti allego l'introduzione fatta dal Cudazzo sul suo nuovo volume per ciò che concerne le monete di Amedeo Il. Tutto va preso con le molle, perché segue quello studiato dall'ingegnere Rovera sulle monete sabaude, ma senza documentazioni certe, come viene scritto. Dimmi se ti basta oppure se hai bisogno di altre delucidazioni.
    1 punto
  35. Proprio in quel periodo avevo vent'anni e guarda adesso come mi ritrovo ... Questo è un altro tema che seguo, il mondo del disegno animato mi è sempre piaciuto ed avere un concittadino come Vittorio Pavesio che è illustratore e fumettista aiuta!
    1 punto
  36. Il primo annullo speciale in Italia fu realizzato a Napoli in occasione dell'Esposizione internazionale Marittima del 1871: A dicembre del 2021 presso il Museo di Napoli Collezione Bonelli, in occasione del 150° anniversario, fu realizzata una cartolina (a tiratura limitata) a tema dal maestro Riccardo Zagaria per commemorare questo storico evento. Aspettiamo ulteriori conferme ed approfondimenti da @PostOffice
    1 punto
  37. Ami le patine? Che ne pensi di questa?
    1 punto
  38. Sono state illustrate le numerose iniziative in corso da parte dell’Accademia Italiana di Studi Numismatici, dal Premio Traina per i migliori lavori di giovani universitari, agli incontri culturali e museali in vari ambiti della nostra penisola, a numerose pubblicazioni in corso in più ambiti. Un plauso a tutti i membri dell’Associazione e al suo Presidente Michele Chimienti per le attività svolte e per quelle in corso !
    1 punto
  39. Ciao, ho sempre ritenuto molto dubbia la questione della rarità di questa tipologia, dato che il Muntoni la mette in relazione alle date di assunzione di Roberto Primi come zecchiere (stemma al rovescio) e della fine dell'anno I di pontificato, solo 15 giorni di "sovrapposizione" tra 1° e 15 maggio 1506, interpretando per "anno I" l'esemplare qui descritto. A mio parere, e tenuto conto dei salti di conio, potrebbe esserci anche una seconda "I" parzialmente oscurata sul fianco dello stemma e quindi essere dell'anno II, come i giuli ritenuti comuni dal MIR (che comunque non credo siano così comuni). Un giulio M. 85 a, senza salti di conio nella zona incriminata, ma con la prima "I" dell'anno di pontificato quasi invisibile: Ciao, RCAMIL.
    1 punto
  40. La differenza tra i due tipi di 500 Lire "Caravelle" sta tutta nel fatto che quelle "prova" sono state coniate nel 1957 per i parlamentari ed alte personalità dello Stato per un totale di circa 2.200 esemplari, mentre quelle per la circolazione /coniate dal 1958 in avanti) si contano in decine di milioni di esemplari. Per le differenze di conio, ti rimando alla "Briciola" pubblicata sul Gazzettino #4 di Quelli del Cordusio del gennaio 2019:
    1 punto
  41. Esatto! Sono pienamente d'accordo con te. Infatti CR non c'entra nulla con le iniziali Cassa di Risparmio. L'istituto di credito ha ripreso una sola facciata delle famose monete veneziane per riprodurle su alcune medaglie celebrative o di riconoscimento per i dipendenti. Allego la foto di quella più comune.
    1 punto
  42. Con 100 lire anche un giro sulla giostrina era permesso. Da lì ho iniziato a metterle da parte anziché salirci ed è partita la mia collezione per anno di coniazione.
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  43. Tutti , almeno la grande maggioranza tra i collezionisti di monete imperiali romane , conoscono il nome di Timesiteo , il cui nome completo era Gaio Furio Sabinio Aquila Timesiteo , il potente Prefetto del Pretorio nonche’ suocero , di Gordiano III , appartenete all’ ordine equestre la cui carriera politica inizio’ durante gli imperatori Eliogabalo e Alessandro Severo . La sua ascesa politica ebbe una interruzione durante il regno di Massimino il Trace che lo mandò in oriente e contro il quale congiurò nel 238 . Nel 240 o 241 raggiunse il culmine della sua carriera diventando Prefetto del Pretorio del giovanissimo Gordiano III , aumentò poi la propria influenza su Gordiano , aggiungerei positiva , dandogli in sposa la propria figlia Furia Sabina Tranquillina , matrimonio che risulto' amoroso . Timesiteo fu il vero organizzatore della campagna di Persia del 243, volta a colpire i nemici di sempre , i Sasanidi , e recuperare le città perdute . La campagna fu ottimamente preparata da Timesiteo selezionando con cura i comandanti militari , evitando di scegliere i Senatori preferendo personaggi con più esperienza militare ; riorganizzò le truppe che presidiavano l' Africa ; per prevenire altre guerre si occupò anche del confine danubiano , attaccando e sconfiggendo le tribù dei Carpi , dei Sarmati e dei Goti . L' esercito romano , con a capo l' Imperatore ma sotto il comando effettivo di Timesiteo , si mosse da Antiochia attraversò l' Eufrate vicino a Zeugma nel 243 , riconquistando le città di frontiera di Carre ed Edessa , si scontrò con l' esercito di Sapore I nella battaglia di Resena , sconfiggendolo . In seguito, i Romani mossero su Nisibis e Singara , riprendendole entrambe , per poi tornare indietro e puntare sulla capitale sasanide di Ctesifonte . Il corso della guerra purtroppo cambiò quando Timesiteo , vero vincitore della battaglia di Resena , morì , forse di malattia , venendo sostituito da Filippo . Il seguito e' noto . Purtroppo di Timesiteo ci e’ giunto dal passato solo una stele che parla del suo corso onorifico , CIL XIII , 1807 , oggi la stele si trova a Lione nel Museo gallo - romano de Fourvière , che cosi’ recita : pubblicazione: CIL 13, 01807 = D 01330 = CAG-69-02, p 345 EDCS-ID: EDCS-10500762 provincia: Lugudunensis località: Lyon / Lugudunum "C(aio) Furio Sabinio Aquilae / Timesitheo proc(uratori) / prov(inciarum) Lugud(unensis) et / Aquit(anicae) proc(uratori) prov(inciae) Asiae ibi vice XX / et XXXX itemq(ue) vice proco(n)s(ulis) proc(uratori) / prov(inciarum) Bithyniae Ponti Paphlagon(iae) / tam patrimoni(i) quam rat(ionis) privatae / ibi vice proc(uratoris) XXXX item vice proc(uratoris) / patrimon(ii) prov(inciarum) Belgic(ae) et duarum / Germaniar(um) ibi vice praesid(is) prov(inciae) / German(iae) inferior(is) proc(uratori) prov(inciae) Sy/riae Palaestinae ibi exactori reli/quor(um) annon(ae) sacrae expeditio/nis proc(uratori) in urbe magistro XX ibi / logistae thymelae proc(uratori) prov(inciae) / Arabiae ibi vice praesid(is) bis proc(uratori) / ration(is) privat(e) per Belgic(am) et duas / Germ(anias) praef(ecto) coh(ortis) I Gallic(ae) in Hispan(ia) / C(aius) Atilius Marullus Arvern(us) / et C(aius) Sacconius Adnatus Me/diomatr(icus) patrono optimo" Oltre alla stele abbiamo anche un' immagine personificata di Timesiteo su un medaglione di Gordiano III nel quale l’ Imperatore da un palco , con al suo fianco Timesiteo , il Prefetto del Pretorio , arringa le Legioni probabilmente prima della partenza della spedizione persiana o di una battaglia . Il medaglione fu trovato in una catacomba romana di cui non e’ noto il luogo e l’ epoca del ritrovamento , si conosce che il rovescio era infisso nell’ intonaco a calce della sepoltura poi liberato dai sedimenti , tranne il bordo ; forse il defunto nel loculo era un funzionario imperiale a cui Gordiano III dono’ il medaglione che volle porre nel loculo come riconoscimento della propria tomba . Il medaglione , in due metalli bronzo e oricalco , ottimamente conservato , ha le seguenti caratteristiche fisiche : peso 52,4 grammi , diametro 38 mm , fa parte del medagliere vaticano dal 1916 .
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  44. Per curiosità ho fatto una ricerca su OCRE con ADLOCVTIO AVGVSTI e, per Gordiano III, ho trovato anche questo sesterzio che ha una scena molto simile: Ciao da Stilicho
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  45. Certo che si. Però a quel punto sarebbe da concordare un equo indennizzo in caso di acquisizione forzata. Bisogna stare attenti però: la mia ipotesi può essere "cavalcata" solo per monete che hanno avuto un decreto di emissione oltre che quello di cessazione del corso legale.
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  46. Taglio: 2 euro cc Nazione: Slovacchia anno: 2014 Tiratura: 1.000.000 Condizioni: SPL Città: Milano
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  47. Alla numismatica Cavaliere è in vendita questo esemplare... https://www.cavalierenumismatica.com/it/sitem/1366/napoli-ferdinando-ii-piastra-ag-1841-testa-/
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  48. Sicuramente e' solo pareidolia, ma il rovescio mi ricorda un po' le VIRTVS EXERCITI con Vittoria che incorona l'imperatore. Buona serata da Stilicho
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  49. Il nomen, "Norbanus", denota una provenienza della gens del monetiere da Norba, attuale Norma in provincia di Latina. Si tratta dell'unica emissione attribuita a questa gens. Nell’83 era console un Gaio Norbano, insieme a Scipione Asiageno (autore del denario rrc 311/1); il R/ allude ad una sua impresa dell’88, quando - pretore in Sicilia durante il bellum sociale - aveva organizzato una flotta per approvvigionare Reggio, assediata dagli insorti. Amisano osserva che gli elementi che lo compongono sono anche simboli del potere militare: flotta, politica e approvvigionamenti Il monetario dovrebbe essere suo figlio e potrebbe essere anche il monetario di rrc 491/1 (Crawford) oppure suo padre (Amisano). La raffigurazione di Venere colla spiga di grano deriva dalle credenze astrali degli antichi Mesopotamici. Essi associavano il transito della Luna Piena nella costellazione della Vergine (associata da sempre alle Dee più importanti essendo l'unica componente femminile dello Zodiaco) con il periodo primaverile, ossia in concomitanza con le prime apparizioni di grano. È anche per questo che essi chiamavano la costellazione, inizialmente, il solco, associandola appunto alla prosperità terrena. Con l'epoca classica poi il simbolismo della fanciulla ha preso il sopravvento, e la Vergine/Venere è diventata direttamente anche un simbolo di prosperità. In origine la Vergine/Venere doveva essere associata alla Dea del grano Babilonese Nidoba e questo portò, secondo la tradizione, ad identificare la costellazione come Isthar, ossia la moglie del Dio del mais. Il fascio littorio si crede fosse composto da 12 verghe e una scure a doppio taglio; si crede che appunto il numero 12 sia di origine etrusca, 12 come il numero di città che essi fondavano in ogni regione e 12 come i Littori che precedevano i Consoli, e poi gli Imperatori fino a Domiziano. Il numero 12 è stato associato dunque alle divinità principali, 6 femminili e 6 maschili (Giunone, Vesta, Minerva, Ceres, Diana, Venus; Mars, Mercurius, Jovi, Neptunus, Volcanus, Apollo), tra cui è presente Venere; da questo forse l'associazione colla dea.
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