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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/11/23 in tutte le aree

  1. Buongiorno a tutti, stamattina foto di gruppo dei miei mezzi Tornesi Ferdinando II, la strada è ancora molto lunga per completare le annate volendo. Saluti Alberto
    4 punti
  2. Buonasera Sezione . Con i falsi d'epoca non ci si annoia mai ! Bellissimo (almeno per me) Falso di Piastra del 1855 , coniato su un tondello realizzato con leghe di metalli bianchi. La sua particolarità sta nel busto di Ferdinando II 🤭 Il mio Amico @caravelle82 lo definisce simpaticamente "Nerone" È il primo pezzo che vedo di questo falsario, perché ognuno ha un suo stile....come tutti gli artisti. Che ve ne pare del mio "Nerone" Borbonico ?
    3 punti
  3. confermo! anche secondo me è lei!
    3 punti
  4. Taglio: 2 euro cc Nazione: Germania F anno: 2023 A Tiratura: 7.200.000 Condizioni: SPL Città: Milano Note: NEWS!!
    2 punti
  5. Buonasera, il mio parere sul prezzo l'ho dato. In verità, non comprendo come mai invece molti non vogliano fornire un giudizio in riferimento al prezzo, consono o meno per tale moneta in stato di conservazione FDC.
    2 punti
  6. Aggiungo un paio di considerazioni sulla conservazione dei buoni parigini del CLL e la loro collocazione nell'ambito collezionistico. I biglietti, una volta timbrati assumevano la veste di vere e proprie ricevute, uscendo di fatto dalla normale circolazione. Nessuno infatti si sarebbe mai sognato di riceverli come mezzo di pagamento visto che solo al termine della guerra, con tutte le incognite del caso, sarebbero stati rimborsati. A mio parere, trattandosi di un prestito, che di fatto trasforma i biglietti sovrastampati in ricevute, fa si che la nuova veste assunta collochi i buoni nell'ambito collezionistico della scripofilia.
    2 punti
  7. Forse si deve girare la foto del rovescio, Zeus seduto a sinistra, « ANO » a destra potrebbe essere il ANOY di ΟΥΑΛƐΡΙ ΑΝΟΥ, per questo bronzo di Synnada (Frigia) con Tiberio al dritto, RPC I 3181 https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/1/3181
    2 punti
  8. Buongiorno, Sestino di conservazione un pochino bassa , soprattutto legenda non completamente leggibile in entrambi i lati. "Ma a caval donato non si guarda in bocca." Saluti Alberto
    2 punti
  9. Come fai correttamente notare solo le monete emesse a nome di Alessandro I Pico (1602 - 1537) sono coerenti con il periodo di emissione della tipologia imitata. Il bolognino per Alessandro II Pico (1637 - 1691) è rarissimo ma conosciuto, descritto e rappresentato con immagini leggibili nella monografia di L.Bellesia (La zecca dei Pico, 1995); la legenda ALEX II PI DVX MIRANDV non può lasciare dubbi. Il soldo ossidionale descritto con data 1704 è conosciuto in più esemplari e nel verso riporta la data... anche in questo caso quindi... pochi dubbi.... Il lasso di tempo intercorso fra la prima emissione (1633) e l'ultima (1704) è spiegabile con la permanenza in circolazione degli originali ben oltre il loro periodo di emissione con conseguente accettabilità anche nel corso del periodo di governo di Alessandro II e successivi... anche se la rarità degli esemplari a nome di Alessandro II fa pensare ad emissioni mirandolesi numericamente abbastanza limitate. L'emissione ossidionale è da considerare come eseguita con il materiale creatore ancora presente in zecca e disponibile per gli assediati e quindi ispirata più dalla necessità che dalla reale attualità dei tipi rappresentati. Per quanto riguarda la prolungata permanenza in circolazione delle monete di questo tormentato periodo mi pare emblematico il caso delle muraiole e dei giorgini di Modena emesse a nome di Francesco I d'Este a partire dal 1633 e ancora in circolazione nel 1717 e 1722 tanto da essere rivalutate con contromarca per ordine di Rinaldo I d'Este. La confusione monetaria del periodo doveva essere notevole e le tipologie circolanti molto varie; a tal proposito è interessante l'articolo di L. Bellesia su P.N. n°352, p.15, in cui viene analizzata una grida bolognese del 1710 che bandiva dalla circolazione diverse monete forestiere (Mantova, Mirandola, Guastalla, Venezia). L. Bellesia nelle descrizioni del bando riesce a riconoscere monete emesse fra il 1575 e il 1630. Anche in questo caso una permanenza in circolazione di diverse tipologie e valori protratta oltre i 100 anni. Ciao Mario
    2 punti
  10. Io ne ho una simile, data come RIC 116pippo
    2 punti
  11. Buongiorno a tutti. Come so che siete interessati a tutto che tocca di vicino la casa savoiarda, mi sono permetto di postare questo bottone nella questa rubrica. Effetivamente, con la sua corona sopra l'aquila e il suo scudo con la croce nell interno, Pensavo che potrebbe essere uno bottone d'uno esercito savoiardo, ma, se si, quale epoca? Metallo= bronzo. Diametro= MM16.
    1 punto
  12. Vorrei portare alla vostra attenzione questo tondello 120 Grana 1841 Ferdinando II Regno delle Due Sicilie per Napoli. Come già segnalato nel catalogo Gigante 66 Bis nell'anno 1840 questo 1841 ha l'effige diversa dalle altre piastre del 4° tipo, In foto non si vede bene ma in mano dovrebbe essere cosi (il dovrebbe è d'obbligo). Leggermente più grande l'ho misurata con il calibro ed è un millimetro e qualcosa più grande, dalla punta del naso alla parte della nuca più sporgente La normale 18,1 il 1841 in foto 19,3. Il Gigante afferma che il 1840 dovrebbe avere l'effige del 30 Ducati 2° tipo questa sembra una via di mezzo fra il 30 D. 2°tipo e quello del 3° tipo. La lunghezza della base del collo nel '41 è mm14,3 nell'altra il 1846 è di mm.12,6 . Capisco che in foto e sopratutto queste che ho fatto sarà molto difficile vederlo,lo dovrei portare a far vedere dal vivo.
    1 punto
  13. Un esemplare di 1/4 di siliqua, da Ravenna ai nomi di Giustiniano I e Teodato, in catalogo valutato RRR Very rare . Sarà il 6 Maggio in vendita Artemide LIX al n. 743 .
    1 punto
  14. Roma, tempio di Apollo sosiano, se non sbaglio.
    1 punto
  15. È sicuramente un nuovo obiettivo parecchio stimolante e molto arduo a mio avviso. Ma si sa,con la pazienza ed il tempo e quella spiccata dote da corvo rapace che hai,si può far tutto😁 Sarebbe bello scoprire che hanno falsificato tutti i millesimi. Magari col tempo e l' occhio "escono"😁
    1 punto
  16. 1 punto
  17. Altro esemplare di Doppio Sestino proveniente da Collezione privata . Al dritto: + FEDERICVS ° DEI ° G° REX ° SI ° HIER Al rovescio: + VICTORIE ° FRVCTVS Con la seconda V ribattuta .
    1 punto
  18. Buonasera😁 Come non esser d' accordo. Ogni falsario ci mette la sua mano. Qui,in tal caso,ha accentuato involontariamente il mento di Ferdinando II, rendendolo ancora piú pronunciato. Mi rocorda un pò i tratti pronunciati dell' effige di Nerone😁 Ovviamente,un gran bel falso,inutile te lo dica😏
    1 punto
  19. Dopo quasi due anni appare un altro Tornese con la stessa decentratura e sempre del 1792 ! Ma conii differenti. Coincidenza ?
    1 punto
  20. Inconfondibile la piana di Gubbio col mausoleo del prefetto della città Pomponio Grecino.
    1 punto
  21. Questi ritrovamenti sono ciclici. Era da un po' che non se ne parlava, poi all'improvviso https://www.quotidianopiemontese.it/2023/04/11/pulisce-una-vecchia-cassapanca-a-cuneo-e-trova-80-milioni-di-lire-ora-vorrebbe-cambiarli-in-euro/ https://www.parmatoday.it/cronaca/eredita-480-milioni-di-vecchie-lire-ma-non-puo-effettuare-il-cambio-in-euro-ma-e-pronta-la-causa.html Dicono tutti le stesse cose, che la prescrizione decorre dalla data del ritrovamento, che non esiste in nessun altro paese, ed entrambi i "ritrovatori" si sono rivolti agli stessi avvocati per provare a intentare una causa. Il fatto che questi ritrovamenti avvengano in contemporanea, e poi non si abbia notizia di altri per mesi, mi fa pensare che siano un fake "a monte", cioè che non esiste proprio nessun ritrovamento petronius
    1 punto
  22. Quindi Alessandro II fa coniare monete non per imitare le savoia, ma perché molto utilizzate e conosciute. Anche il discorso sulle ossidionali è logico.. mi pare che il Traina sui suoi volumi non parli di queste monete, poi controllo. Per il lungo utilizzo non è certo un caso isolato, come hai precisato, anche sulle sabaude molte monete hanno circolato per molto tempo dopo il loro ritiro, confusione ve ne era sicuramente parecchia in quei periodi.
    1 punto
  23. Vecchio burlone sadico V e C, chi OB urlò, ne sa di CO
    1 punto
  24. Spero di far cosa gradita a tutti voi nel segnalare un possibile regalo per il mio compleanno che si avvicina, ahimè, a grandi passi. Trattasi di uno statere di Panticapaeum nel Chersoneso Taurico circa 350-300, AV 9,12 g Sarà battuto nella prossima NAC 138, lotto 155 per un prezzo iniziale di 1 milione di franchi svizzeri ed una valutazione di 1,25M CHF. Bastano solo 500.000 di voi che mettano un paio di euri. Vi ringrazio in anticipo. Vi avrò sempre nel mio cuore, ça va sans dir. Tradotto da Google. Testa barbuta di Pan, frontale leggermente sx. Rev. Π – A – N Grifone stante a s., testa rivolta e sua d. zampa anteriore sollevata. Armadietto Lampson 122 = Gulbenkian 583 (questi stampi). Gulbenkian 584 (questo dado dritto) e 580 (questo dado rovescio). K. Regling, Der Griechische Goldschatz von Prinkipo, ZfN XLI, 1931, 165 (questo dritto muore). Jameson 2143. Gillet 851 (questa moneta). Di altissima rarità, il miglior esemplare in mani private di pochissimi conosciuti. Uno di monete più importanti e desiderabili dell'intero mondo greco con un ritratto di Pan di incantevole bellezza, opera di un maestro incisore di grande talento. Perfettamente colpito e centrato in altorilievo su uno sformato molto ampio. Buono estremamente bene Ex asta New York XXVII, 2012, Prospero, 213. Precedentemente acquistata privatamente da Bank Leu nel 1991. Dalla collezione Charles Gillet e dalla Collezione di un uomo innamorato dell'arte. Essendo la città più potente del Chersonesus taurico con un profondo coinvolgimento nel lucroso commercio di grano del Mar Nero, Panticapaeum e i suoi governanti, i re del Bosforo, non erano estranei alla monetazione dell'oro. Gli stateri d'oro sono stati prodotti a nome della città sia su uno standard locale del Bosporan (c. 9,1 g) sia sullo standard attico riconosciuto a livello internazionale (c. 8,6 g) tra c. 380 e 304 a.C. Queste monete presentavano regolarmente la testa di un satiro sul dritto e un grifone con una lancia in bocca. Mentre il primo è stato talvolta frainteso come una rappresentazione di Pan e quindi un gioco di parole riferito alla città, è stato dimostrato che le fattezze sono in realtà quelle di un satiro senza nome e la testa dovrebbe probabilmente essere intesa come un riferimento alla dinastia spartocide di Re del Bosforo, il cui vero fondatore fu un certo Satyros I. Il tipo di grifone allude probabilmente alle mitiche creature composite che si credeva custodissero l'oro trovato nelle montagne della Scizia. Sebbene fosse un po' scettico sui rapporti che afferma di aver ricevuto dagli Sciti, Erodoto descrive i grifoni come vicini degli Arimaspi, un popolo del nord dotato ciascuno di un solo occhio al centro della fronte, che faceva continui tentativi di rubare il oro (4.13.1). Plinio il Vecchio, che accettò la storia alla lettera, la ampliò notando che i grifoni facevano i loro nidi in cunicoli nel terreno che contenevano pepite d'oro e furono queste che gli Arimaspi cercarono di prendere mentre i grifoni si limitavano a difendere le loro uova e giovane (HN 7.2, 10.70). Sugli stateri del Panticapaeum la testa del satiro è sempre raffigurata di profilo rivolta a sinistra tranne che per un'edizione spettacolare e rarissima per la quale l'incisore decise di rompere con la consuetudine e raffigurare il satiro rivolto di tre quarti a sinistra. Potrebbe essere stato ispirato a tentare questo nuovo trattamento artisticamente difficile della testa sotto l'influenza di una più ampia moda numismatica per teste di tre quarti rivolte su monete greche che si sviluppò alla fine del V e all'inizio del IV secolo a.C. La moda sembra essere stata innescata dalla squisita testa di Aretusa di tre quarti rivolta per la prima volta da Kimon durante il periodo degli artisti della firma a Siracusa, dopo di che teste simili iniziarono ad apparire anche su monete coniate da città come Heracleia in Italia, Larissa in Tessaglia, Eno in Tracia, Anfipoli in Macedonia e persino satrapi persiani in Cilicia e Samaria. Tuttavia, di questi, è davvero solo l'emissione della testa di tre quarti di Panticapaeum che è veramente degna di essere collocata direttamente accanto al tetradramma di Kimon come monumento dell'arte numismatica greca. L'estrema bellezza di questo raro tipo di Panticapaeum è stata riassunta in modo affascinante da Godfrey Locker Lampson, il cui esemplare è stato coniato dagli stessi coni di questa moneta. Come dice lui, “La testa del satiro è una meraviglia della ritrattistica parlante. Che tanta espressione potesse essere racchiusa in un giro così piccolo non sarebbe creduto da chi non l'avesse visto... Se si dovesse scegliere una sola moneta tra quelle descritte in queste pagine, come dal più grande di tutti i incisori, chiunque fosse, la cui opera fosse durata fino ai nostri giorni, lo scrittore avrebbe scelto questo. Il suo creatore non ha lasciato un nome dietro di sé, ma nessuno, se non un artista consumato di genio straordinario e originale, avrebbe potuto produrre questo piccolo gioiello indimenticabile e sorprendente. (Collezione Locker Lampson, vii). È davvero un vero peccato che non ci sia stato un periodo di firma di artisti nel Chersoneso taurico simile a quello di Siracusa e della più ampia Sicilia greca. Allora potremmo sapere chi era veramente questo Kimon panticapeo che riuscì a catturare l'immagine del satiro con tale sublime abilità e sottigliezza. Il trattamento dettagliato dei tratti del viso e dei capelli crea la magistrale illusione che l'incisore stesse lavorando dal vero e che avesse effettivamente visto un satiro in agguato nelle terre selvagge della Scizia ai confini del Chersonesus. Gli occhi pieni di sentimento e la bocca del satiro sembrano portare un'ombra di sorpresa, quasi fosse stato colto improvvisamente alla sprovvista mentre vagava per i boschi alla ricerca di anfore colme di vino o di graziose ninfe. Arte greca classica. È reso tanto più straordinario dal fatto che non è stato prodotto in uno dei grandi bastioni della cultura e dell'arte come Atene o Siracusa, ma piuttosto in un lontano avamposto all'estremità settentrionale del mondo greco conosciuto. Le terre settentrionali oltre i limiti del regno del Bosforo conservarono ancora la loro aria di mistero nel IV secolo aC proseguendo fino al I secolo dC, quando Plinio il Vecchio stava componendo la sua Storia Naturale. Era un luogo dominato dagli Sciti e da altri popoli caratterizzati come selvaggi e selvaggi in contrasto con le norme della cultura greca; un luogo in cui il fantastico sembrava ancora possibile e le storie incredibili potrebbero non essere del tutto inventate; un luogo dove satiri e altri spiriti del deserto potrebbero ancora vagare appena fuori dalla vista dei civilizzati. Tuttavia, nonostante l'ovvia civiltà e raffinatezza dell'incisore dell'attuale statere, è riuscito a intravedere fugacemente un satiro e conservarlo per sempre in un bellissimo oro lucente. Nella nostra epoca, in cui la scienza e la tecnologia hanno risucchiato così tanto della meraviglia e dell'apprezzamento del fantastico dal mondo, possiamo solo offrire la nostra più profonda gratitudine.
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  25. Ciao Priamo, quello che dici è vero solo in parte. Infatti, è lo stesso presidente del CLL Pessi che ci racconta che i buoni del Prestito venivano utilizzati spesso come forma di pagamento da parte delle brigate partigiane: "...parecchie cartelle (= buoni) sono in mano a contadini, artigiani ecc. Molte volte le nostre formazioni quando prelevavano (= sequestravano) generi alimentari pagavano con queste cartelle." Dunque è vero che non venivano utilizzate come cartamoneta dalla popolazione ma non bisogna trascurare il fatto che esse furono utilizzate come dei pagherò. Un articolo di un giornale inglese dell'epoca le definì "cambiali politiche a scadenza futura".
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  26. ...lunga ma piena di soddisfazioni. Alberto, il 1835 ha il busto più piccolo del 1838 o sbaglio ? Mi sono permesso di ritagliare la tua immagine dei dritti.
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  27. Goebl 1148aa, zecca di Milano. Repertoriati 6 esemplari nel testo (valore puramente indicativo da prendere con le pinze), ma si tratta di una moneta relativamente comune. Ecco l'immagine tratta dal catalogo:
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  28. Occorre anche considerare la funzione...la monetazione etrusca ed nello specifico di Populonia era molto particolare...le monete in argento con il tipo di metus erano coniate male come fossero piccoli lingottini...non vi era nella maggior parte dei casi molta cura per la coniazione anzi...l'argento poi e' un materiale che aveva senso...qui ci troviamo di fronte ad una moneta aurea che imita il tipo argenteo con metus, conosciuta in solo due esemplari ben centrati e con una rottura di conio...mah...di oro in generale ne circolava ma poco...gli esemplari aurei riconosciuti autentici in ambito etrusco erano in lega con l'argento...qui abbiamo un prodotto che mi sembra fatto ad hoc per una generazione di due millenni successiva...questa la mia opinione...che senso/funzione aveva in epoca etrusca questa tipologia di coniazione?...ma poi e' coniata?
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  29. Buona Giornata Il signor Adolfo Marciano, che ringrazio per la disponibiltà, mi ha inviato a sostegno dell'ipotesi della " Manus Dei", per comparazione d'immagini, due immagini di Guglielmo II, detto il Buono (Palermo, dicembre 1153 – Palermo, 18 novembre 1189), Re di Sicilia dal 1166, facenti parte dei mosaici del Duomo di Monreale, ossia la Cattedrale di Santa Maria Nuova a Monreale (PA). Costruita a partire dal 1172 prorpio Guglielmo II e famosa per i mosaici bizantini che ne decorano l'interno. Secondo la leggenda, Guglielmo II addormentatosi nei boschi di Monreale, sotto un carrubo, gli apparve la Madonna che gli rivelò che dove stava dormendo era nascosto il più grande tesoro del mondo e doveva farlo dissotterrare per costruisci un tempio a Lei dedicato e così fece. Una chiesa spettacolare e grandiosa fu costuita. Vi fu quasi una gara tra lui e l' arcivescovo di Palermo, Gualtiero Offamilio (Sicilia o Inghilterra XII secolo - Palermo, 1190), nonchè consigliere di Guglielmo II. Guglielmo si concentrò sulla bellezza interna della chiesa, dotandola di mosaici dorati, mentre l'arcivescovo curò maggiormente l'aspetto esterno della cattedrale di Palermo, così che il primo favorì la diffusione del messaggio evangelico tra i ceti meno abbienti attraverso la rappresentazione di passi delle Sacre Scitture, il secondo esaltò la potenza dello spirito con le ardite strutture architettoniche. Finite le costruzioni, entrambi visitarono quella dell'altro e constatarono che alla propria mancava quello che l'altro aveva fatto fare. La costruzione avviata nel 1172 da Guglielmo II come chiesa dell'annessa abbazia territoriale benedettina indipendente dalla Cattedra di Palermo, nel 1178 per richiesta dell'abate Guglielmo della confederazione dell'Ordo Sancti Benedicti - Ordine di San Benedetto - O.S.B. - dal 1178 alla morte. 28 ottobre circa 1191, ottenne dal Papa Lucio III (nato Ubaldo Allucingoli- Lucca 1097-1110 - Verona 25 novembre 1185) il titolo di arcidiocesi di Monreale e la chiesa abbaziale elevata al cattedrale. Risale al 15 agosto del 1176 la prima e più antica festa mariana nella città di Monreale, giorno in cui, alla presenza di re Guglielmo II, fu inaugurata l'abbazia, ed è solennemente consegnato il Privilegio di Concessione o Atto di Donazione. I lavori di edificazione continuarono fino al 1267 e la solenne consacrazione avvenne solo sotto il regno di Carlo d'Angiò (Parigi, 21 marzo 1226 – Foggia, 7 gennaio 1285) il 25 aprile 1267. Nel mosaico in cui il re Guglielmo II offre la cattedrale alla Vergine si nota la Mano di Dio avente la stessa direzione che ha sulla moneta in oggetto. In quest'altra immagine, è interessante il particolare della manus Dei sovrapposta al diadema. Nel mosaico del Cristo Pantocratore che domina dall'abside l'interno della cattedrale di Monreale minsembra che la Mano sia della stessa morfologia di quella della moneta, anche se nella moneta è ruotata di 90° in senso orario, per portarla in orizzontale. Tali mosaici però furono commissionati da Guglielmo II di Sicilia (Palermo, dicembre 1153 – Palermo, 18 novembre 1189), detto il Buono, discendente della famiglia degli Altavilla, Re di Sicilia dal 1166 alla morte. Il follaro è emesso per Capua da Roberto II (?, ? – Palermo, circa 1156), detto di Sorrento, 11° Conte di Aversa dal 1127 al 1135 e 7° e ultimo Principe di Capua indipendente, per tre volte, dal 1127 al 1135 la prima, nel 1137 la secoda, dal 1155 al 1156 la terza, per cui la moneta è precedente alla realizzazione di detti mosaici, per tanto sono altre le fonti ad aver ispirato l'effige della moneta, ma di immagini similari.
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  30. Visto che nessuno ha idee, provo a dire la mia, a costo di scrivere emerite baggianate... Dal ritratto al diritto, che ricorda i primi imperatori (Augusto, Tiberio,...), direi romana, e vista la scarsa riconoscibilità del rovescio, che non mi ricorda nessuna delle figure "tipiche", direi provinciale. Potrebbe anche essere tardo repubblicana e non imperiale, anche se non credo. Al rovescio mi sembra di vedere distintamente la testa di un leone (o pantera, cane o lupo) rivolta a sinistra, ma poi quelle righe orizzontale e verticali mi confondono un po'... sembra un leone in gabbia...
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  31. Mezzo Baiocco con scudo e scritta (lamoneta.it)
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  32. Timgad Sito Spettacolare !!!
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  33. Bel colpo! Bravo, Rocco.
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  34. Io l’ho avuta in collezione per una decina d’anni circa, periziata NLM esattamente con la stessa conservazione di questo esemplare, che però è un po’ più fresco come fondi, pur avendo analoghi rilievi. Un massimale di gran lusso, anche se più reperibile dell’analogo nominale del suo predecessore, più raro, in qualsiasi millesimo si trovi. Ricordo di essere andato a Verbania a prendermelo per evitare spedizioni dato il prezzo. L’ho anche postato qui, non ricordo in che anno, ne sono passati troppi. Rammento benissimo sia quanto pagato sia, ovviamente, quanto ricavato in asta dieci anni dopo. Si parla del doppio al netto dei diritti. Questo monetone è sempre un assegno circolare 😀
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  35. @SimonM, scusami, non ti conosco e non so che competenze tu abbia: non vorrei che ti dannassi (come è già capitato) pensando che le monete romane ed antiche in genere siano come le monete moderne fatte in serie tutte uguali o con minime differenze. Le monete antiche non sono fatte in serie pertanto ogni conio veniva fatto a mano da incisori differenti di differenti parti dell'impero e non ce ne sono due (coni) perfettamente identici. Inoltre cambiavano le zecche ed in ogni zecca le officine. Puoi trovare due monete uguali solo se hanno la stessa coppia di conii Questa qui sotto è esattamente dello stesso tipo della tua (RIC V 325a); Pensa che nel tipo RIC V 325 sono inserite sia monete con busto sia monete con testa dell'imperatore: è una macrocategoria del tipo che presenta delle sottovarianti. Pertanto la catalogazione è quella proposta da Fiore e da me... poi ci sono le differenze che ti indicavo sopranzi Se puoi vuoi cercare esattamente la tua devi armarti di pazienza e farti passare i cataloghi cartacei delle monete imperiali e tutte le monete che trovi on line di Gallieno di questo tipo. Buon lavoro!
    1 punto
  36. Gitarella fuori porta,non sbagliate regione mi raccomando..
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  37. Per quanto comune è la mia preferita del Regno. La patina la esalta nella sua bellezza. Di solito controllo gli occhi e gli zoccoli del cavallo che sono le prime parti a subire l'usura su questa moneta. Complimenti per questo esemplare, probabilmente la moneta è stata pulita prima dell'ultima patinatura, ma i rilievi sono quasi impeccabili.
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  38. http://wildwinds.com/coins/ric/trajan/RIC_0483_As.jpg RIC 483, As Trajan AE As. 9.70g; 27mm. 103-111 AD. IMP CAES NERVAE TRAIANO AVG GER DAC PM TRP COS V P P, laureate head right, drapery on far shoulder / SPQR OPTIMO PRINCIPI S-C, Roma standing left, holding Victory and spear. RIC 483.
    1 punto
  39. anche sti todelli ciulano più di me.... Mai na gioia .... Non voglio immaginare la figura nel retro del tondello
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  40. Grazie...questo e' un prove e progetti che abbraccia tutte le zecche italiche..non solo il regno..
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  41. Ciao, da quanto si riesce a vedere penso si tratti della tipologia con la personificazione sul rovescio della dea Roma. Posto esemplare per raffronto. Attendiamo altri interventi 🙂 ANTONIO
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  42. C'è l'ambizione al posto fisso, io vorrei invece un posto al Vaticano 😁
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  43. NON FINIAMO QUESTA DISCUSSIONE… Padova, Ulrich Walsee (1320-1321), Grosso Aquilino,
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  44. Riguardo alla rarità, l’RPC riporta un solo esemplare (12,10 g, 31 mm) conservato alla Biblioteca Nazionale di Francia, Parigi. apollonia
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  45. La città è Seleucia ad Calycadnum. La scritta al dritto che raffigura Gordian III (Augustus) è ΑΝΤΩΝΙΟϹ ΓΟΡΔΙΑΝΟϹ ϹƐΒΑϹΤΟϹ. La scritta al rovescio che raffigura il dio fluviale Calycadnus sdraiato a sinistra, con in mano spighe e canne, appoggiato su un'urna da cui sgorga l'acqua, è ϹƐΛƐΥΚƐΩΝ ΤΩ ΠΡΟϹ ΤΩ. apollonia
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  46. DE GREGE EPICURI Ma siamo sicuri che sia Seleucia in Cilicia, cioè Seleucia ad Calycadnum? Esistono altre due Seleuciae, una in Pisidia e una in Pieria. Qui al rovescio sembra esserci un dio fluviale, e la legenda pare inizi con CO..e si concluda con ...ΝΤΩ. In ogni caso, se ben ricordo, nel RPC il volume su Gordiano è stato pubblicato in cartaceo, quindi dovrebbe trovarsi.
    1 punto
  47. Bella moneta, che ha svolto il suo lavoro circolando un po'. Comunque rimane molto bella, anche perché Bartolomeo gradenigo è abbastanza raro . complimenti per l'acquisto.
    1 punto
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