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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/31/23 in tutte le aree
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Oggi vi posto un falso d'epoca, entrato poco tempo fa, di un 20 Grana 1853 in metallo bianco con taglio rigato. Peso g.3,86 Diametro mm.21,14 punti
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Per la prima volta ho potuto partecipare nonostante tutti i miei casini ! Piacevolissima esperienza4 punti
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Buonasera amanti degli orrori! Questo è di un Amico...ma il premio me lo becco io🙃3 punti
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Salve Direi un 5 Baiocchi 1854 di Pio IX https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-PIXND/53 punti
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Buongiorno. Ciao @enriMO allego una GIF con alcuni dettagli messi in evidenza, che potrebbero essere utili al riconoscimento del ritratto "testa grande". Dal confronto, si evince che la "testa grande" presenta un'effige "dilatata in orizzontale" con un collo visibilmente più largo rispetto al modello base. A parte una diversa forma dell'occhio e la presenza di un riccio di barba vicino al pomo d'Adamo, credo che quel ciuffo di capelli con un caratteristico "doppio ricciolo", sia il dettaglio più immediato e visibile anche ad occhio nudo. Proprio in riferimento a questo particolare, allego anche una grafica esplicativa. Spero d'essere stato utile. Un saluto, Lorenzo3 punti
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1. Breve storia sull'assignat Verso la fine del 1789, alla vigilia della Rivoluzione Francese, le casse dello Stato erano quasi vuote. Per evitare il fallimento, il deputato dell’Assemblea Nazionale Talleyrand ideò il piano di confisca dei beni ecclesiastici, con lo scopo di metterli all’asta per salvare le finanze dello Stato. Il 2 novembre 1789 l'Assemblea Nazionale diede inizio al progetto. Il patrimonio confiscato totale ammontò a circa 2 - 3 miliardi di livre, e la vendita fu affidata a una cassa straordinaria creata il 19 dicembre: la Caisse de l’Extraordinaire. Tuttavia, la liquidazione di tutti i beni richiedeva del tempo, minimo un anno, e la bancarotta era sempre in agguato. Per risolvere questa problematica, l’Assemblea decretò che 400 milioni di livre sarebbero subito stati emessi in obbligazioni con interesse del 5%: nacque l’assignat. Durante la votazione del provvedimento alcuni deputati, tra cui lo stesso Talleyrand, erano assolutamente contrari all’idea. Secondo loro la grande debolezza dell'assegnato era che ci sarebbero stati più biglietti in circolazione rispetto al reale valore dei beni ecclesiastici, con conseguente pericolo che sarebbe stato impossibile coprirne il rimborso di tutti. Un altro punto era la facilità di falsificazione, con forte rischio di trovare in circolazione una quantità di assegnati nettamente superiore a quelli emessi. I primi assignat furono emessi agli inizi del 1790 dal valore di 1000 livre. Il 17 aprile 1790 l'assignat fu trasformato da biglietto di obbligazione in cartamoneta ufficiale dello Stato in modo da compensare la scarsità di monete, ma con l’interesse sceso al 3%. Il 27 agosto 1790 l'Assemblea Nazionale autorizzò un'altra emissione di 1.9 miliardi di assegnati, con tagli da 50, 60, 70, 80, 90, 100, 500 e 2000 livre, che avrebbero avuto corso legale entro la fine dell'anno. Nel settembre dello stesso anno il Ministro delle Finanze, Jacques Necker, si dimise in quanto contrario alla decisione di ufficializzare gli assegnati come cartamoneta statale e la nuova emissione di questi. Tra il 1790 e il 1793 gli assegnati persero il 60% del loro valore. In aggiunta, l'Inghilterra iniziò a produrre dei falsi assignat con lo scopo di accelerare ancora di più la crisi economica francese. Per distribuirli a tutta la fascia della popolazione, tra il 1792 e 1793 vennero stampati anche assignat dal valore di 10, 15, 25 e 50 sols. Durante il regime del Terrore, la mancata accettazione dell'assignat era punita con la pena di morte. All’inizio del 1796, gli assegnati ammontarono a circa 45 miliardi di livre e gli interessi ridotti a 0. La somma complessiva degli assegnati non avrebbe mai dovuto superare gli iniziali tre miliardi di livre. La terribile inflazione causata dall'assignat provocò un aumento del costo della vita, un seguitare del suo deprezzamento e la scomparsa quasi totale del contante metallico. Per sopperire alla mancanza di spiccioli e facilitare gli acquisti quotidiani, alcuni imprenditori privati misero in circolazione monete di rame e d’argento: nacquero le monnaie de confiance, ovvero le monete di fiducia. Questi gettoni - monete di fiducia non ebbero mai corso legale, ma circolarono abbondantemente dal 1791 al 1794. E qui che entrarono in gioco i fratelli Monneron... Ritratto di Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord. Durante il periodo napoleonico diventerà Principe del neocostituito ed effimero Principato di Benevento (1806 - 1814) e sarà uno dei principali protagonisti del Congresso di Vienna. Fu soprannominato "il Camaleonte" ed è considerato uno dei maggiori esponenti del Trasformismo. Assignat da 1000 Livre. Fu il primo assegnato e in ambito collezionistico ha un indice di rarità R5. In questo grafico viene rappresentata la svalutazione di 100 Livre in assignat. Nel 1796 l'assignat fu sostituito dalla Promessa di Mandato Territoriale, una nuova cartamoneta che tuttavia subirà un deprezzamento ancora più veloce rispetto all'assignat, tanto che sarà demonetizzato nel 1797. L'economia francese si stabilizzerà durante gli inizi del periodo napoleonico. 2. Storia della Banque Monneron Le monete fiduciarie più diffuse e famose furono quelle della Banca Monneron. Alla fine del XVIII, la famiglia Monneron fu una delle più importanti famiglie francesi sul piano politico, finanziario e commerciale. Il capofamiglia era Antoine Monneron, possessore di alcune saline, avvocato del Parlamento di Antibes e controllore generale della gabella, la tassa reale sul sale. Dalla moglie Barbe Arnault ebbe venti figli, ma otto morirono giovanissimi. Gran parte dei suoi figli vennero inviati nelle colonie francesi in cerca di fama e fortuna. Tra questi ci interessa la storia di 4: Charles Claude Ange Monneron, il primogenito, iniziò la sua carriera come mercante della Compagnie delle Indie Orientali Francese nel 1767. Nel 1769 fu promosso commissario generale dei porti e degli arsenali navali, e nel 1784 direttore degli stabilimenti francesi in India. Sarà eletto Deputato del Terzo Stato di Annonay agli Stati Generali del 1789; Jean Louis Monneron, come per il fratello maggiore, entrò a far parte della Compagnie delle Indie Orientali Francese come agente commerciale nel 1769. Negoziando nella città di Pondicherry, fece rapidamente fortuna. Anche lui sarà eletto Deputato nel 1789; Pierre Antoine Monneron fu capitano di navi e si distinse per le sue missioni presso il governatore delle Indie Olandesi. Come per i due fratelli, sarà eletto Deputato nel 1789; Joseph François Augustin Monneron fu uno dei pochi fratelli che rimase in Francia. Nel 1777 si stabilì a Parigi come commerciante e diventerà direttore di una fabbrica di tabacco. Verrà eletto Deputato per Parigi nel 1791. Grazie all'appoggio dei suoi 3 fratelli, Joseph François Augustin fondò una banca commerciale per importare metalli in Francia e rifornire il Dipartimento della Marina Francese di argento e rame: la Banque Monneron. Oltre alle operazioni commerciali, la banca si era specializzata anche nella produzione di medaglie rivoluzionarie che vendeva presso la sede principale situata a Place du Carrousel, nei pressi del Palazzo del Louvre a Parigi. Il medaglista era Augustin Dupre che negli anni successivi diventerà l’incisore di riferimento della storia monetale francese grazie al pezzo da 5 franchi che simboleggerà la Repubblica per quasi 200 anni: la moneta con Ercole. La mancanza di contante metallico, e il risultato deludente delle monete da 12 denari e 2 sols a corso legale, spinsero alcuni privati a sostituirsi allo Stato per fornire alla popolazione le monetine. La Banque Monneron iniziò a coniare monete di fiducia in rame nel settembre del 1791. Per velocizzare i tempi di produzione, i Monneron strinsero un patto con l’industriale inglese Matthew Boulton, socio dell’ingegnere James Watt, l'inventore della prima macchina a vapore. Grazie all'invenzione di Watt, le monete Monneron furono prodotte in gran numero nell'officina monetaria della Soho Mint di Boulton, nei pressi di Birmingham. In cambio di una commissione, i Monneron offrirono alla popolazione francese lo scambio delle loro monete di fiducia con assignat da 50 livre. Tuttavia, l’eccessiva fiducia che i fratelli ebbero verso l’assignat, e il suo rapido deprezzamento, fu una vera rovina per la Banque Monneron. Inoltre, la coniazione di milioni e milioni di monete in Inghilterra comportò una spesa di denaro in argento e oro enorme per l’acquisto del rame inglese e della lavorazione, con una perdita considerevole. La rovina era ormai vicina. Verso la fine di marzo del 1792, la Banque Monneron fu dichiarata fallita e Pierre, che ne fu il direttore, fuggì in Inghilterra. Il fratello minore Augustin, che deteneva la banca, rilevò l'attività, ma la comparsa di una legge nel 1792 che proibì la fabbricazione di monete private spense ogni speranza. Nel settembre dello stesso anno un decreto vietò la commercializzazione delle monete di fiducia rimaste in circolazione. Nonostante la legge, i gettoni di fiducia circolarono almeno fino al 1794. I fratelli Monneron, da sinistra a destra: Pierre Antoine, Charles Claude Ange e Jean Louis. Insieme all'altro fratello Augustin fonderanno la Banque Monneron. La Soho Mint nei pressi di Birmingham. Proprietà di Matthew Boulton, la zecca coniò i 2 penny "cartwheel" di Giorgio III, nonché numerosi penny di prova e coloniali. 3. I 5 sols “del Giuramento” Con oltre due milioni di esemplari coniati, le monete da 5 sols dette “del Giuramento” o “patto della Federazione” sono le protagoniste e le più famose delle monete Monneron. In bronzo, dal peso di 25 – 30 g e dal diametro di 38 – 40 mm, esistono 4 tipologie per differente rovescio, mentre al dritto condividono l’immagine allegorica, con i soldati che fanno voto davanti alla Libertà, del giuramento compiuto durante la Festa della Federazione del 14 luglio 1790, che commemorava la presa della Bastiglia. Attorno è presente la scritta VIVRE LIBRES OU MOURIR, e in esergo la data 14 JUILLET 1790. L’incisore di questa magnifica immagine, che ricorda un po’ lo stile neoclassico del Giuramento degli Orazi dipinto da Jacques Louis David, è di Augustin Dupre. L'adeguamento tipografico e quello dei torchi furono forniti invece da Jean Pierre Droz, dipendente della Soho Mint. Le 4 tipologie sono le seguenti: Il primo tipo è datato 1791 e presenta al rovescio la frase “MEDAILLE DE CONFIANCE DE CINQ - SOLS A ECHANGER CONTRE DES ASSIGNATES DE 50 L. ET AU DESSUS – L’AN III DE LA LIBERTÉ” mentre attorno “MONNERON FRERES NEGOCIANS A PARIS 1791”; sul contorno, in incuso, la scritta DEPARTEMENTS DE PARIS DE RHONE DE LOIRE DU GARD. I 5 sols del 1791 sono quelli più rari. Inoltre, al dritto, vicino all’altare, la data 14 JUILLET 1790 è scritta in numeri romani; Dal secondo tipo in poi sono datati 1792. Al rovescio presenta la frase “MEDAILLE DE CONFIANCE DE CINQ – SOLS REMBOURSABLE EN ASSIGNATES DE 50 L. ET AU DESSUS – L’AN III DE LA LIBERTÉ” mentre attorno “MONNERON FRERES NEGOCIANS A PARIS 1792”. La scritta finale cambia in base all’anno III o all’anno IV. I primi monneron del secondo tipo riportano l'indicazione 50L, mentre i successivi 50#. Al contorno, in incuso, i gettoni dell’anno III presentano la scritta “DIPARTEMENS OF PARIS RHONE E LOIRE DU GARD” mentre quelli dell’anno IV “DEPARTEMENS OF PARIS RHONE E LOIRE DU GARD”; Il terzo tipo presenta al rovescio la scritta “MEDAILLE QUI SE VEND 5 - SOLS A PARIS CHEZ MONNERON PATENTÉ L’AN IV DE LA LIBERTÉ” mentre attorno “REVOLUTION FRANÇAISE 1792”. Al contorno, in incuso, compare la frase “BON POUR LES 83 DEPARTAMENS AN IV”. I monneron del terzo tipo misurano 38 mm invece di 40 mm. Oltre al diametro inferiore, il peso è vicino ai 25 g; L’ultimo e quarto tipo porta la leggenda “MEDAILLE QUI SE VEND CINQ - SOLS A PARIS CHEZ MONNERON PATENTÉ” mentre attorno “REVOLUTION FRANÇAISE 1792”. Al contorno, in incuso, presenta la scritta “CONFIANCE AUGMENTE LA VALEUR”; Esistono anche 5 sols placcati in argento e oro, ma sono molto rari. Il dritto è lo stesso in tutti e 4 i tipi. Solo nel primo tipo è presente un piccolo cambiamento con la data scritta in numeri romani. 5 sols del primo tipo, i più rari da trovare. 5 sols del secondo tipo. Le monete con 50# e la scritta AN IV sono quelle più comuni. 5 sols del terzo tipo. A differenza degli altri 3 tipi, il terzo è l'unico che misura 38 mm e il peso sui 25 g. 5 sols del quarto tipo, più rari rispetto a quelli del secondo e terzo tipo. Un 5 sols del secondo tipo placcato in argento. 4. I 2 sols “Libertà” I gettoni da 2 sols del tipo “Libertà” furono le primissime monete coniate dalla Banque Monneron. In totale furono coniate oltre due milioni e seicentomila esemplari. Sempre in bronzo, il peso oscilla tra i 16 e 18 g mentre il diametro è di circa 32 mm. Al dritto viene raffigurata la Libertà seduta a sinistra, appoggiata alla Dichiarazione dei Diritti Umani, che tiene nella mano destra una picca sormontata dal berretto frigio, simbolo di libertà, e dietro un gallo, simbolo di vigilanza. In alto si nota un sole splendente con i raggi che illuminano la personificazione della Libertà. Attorno notiamo la scritta “LIBERTE SOUS LA LOI” mentre in esergo "L’AN III (o IV) DE LA LIBERTE”. A differenza dei 5 sols, l’incisore è un certo Ponton, ma sfortunatamente non esistono informazioni su di lui. Esistono due tipi di monete da 2 sols: Il primo tipo è datato 1791 e riporta al rovescio la frase “MEDAILLE DE CONFIANCE DE DEUX SOLS A ECHANGER CONTRE DES ASSIGNATES DE 50 L. ET AU DESSUS 1791” mentre attorno “MONNERON FRERES NEGOCIANS A PARIS”. Nel contorno, in incuso, è presente la scritta “BON POUR BORD. MARSEIL. LYON. ROUEN. NANT. ET STRASB.”. Il valore in assegnati può essere espresso in 50L, 50L. o 50#. Il secondo tipo è datato 1792 e riporta al rovescio la frase “MEDAILLE QUI SE VEND DEUX-SOLS A PARIS CHEZ MONNERON PATENTÉ” mentre nel giro “REVOLUTION FRANÇAISE 1792”. Nel contorno, in incuso, è presente la scritta “CONFIANCE AUGMENTE LA VALEUR”. Il dritto è lo stesso nelle due tipologie. Naturalmente cambia la frase in esergo in base all'anno III o anno IV. 2 sols del primo tipo. 2 sols del secondo tipo. 5. 1, 2 e 5 sols “Ercole” Finiamo la monetazione Monneron con le ultime monete del tipo Ercole, tutte coniate nel 1792 e meno comuni rispetto ai 5 sols del Giuramento e ai 2 sols Libertà descritti in precedenza. La moneta da 1 sol è molto rara ed è costituita in bronzo, peso di circa 7 g e diametro di circa 27 mm. Al dritto presenta l’immagine di Ercole mentre cerca di spezzare i raggi della libertà davanti al tempio della sapienza. L’incisione è del medaglista Augustin Dupre. Attorno è presente la scritta “LES FRANÇAIS UNIS SONT INVINCIBLES” mentre in esergo “L’AN IV DE LA LIBERTÉ”. Al rovescio notiamo la frase “MÉDAILLE QUI SE VEND UN – SOL A PARIS CHEZ MONNERON PATENTÉ” mentre attorno “REVOLUTION FRANÇAISE 1792”. Nel contorno, in incuso, è presente la frase “CONFIANCE AUGMENTE LA VALEUR”. La forte determinazione del popolo francese è rappresentata dal fascio dei raggi legati assieme che nemmeno Ercole riesce a rompere, immagine che ben rappresenta il motto inciso sul tondello. La stessa immagine e la stessa leggenda, ovviamente con diversa indicazione del valore, di peso e di diametro (bronzo, 11 - 14g e circa 32 mm) sono impresse sul pezzo da 5 sols, il più “comune” della serie Ercole. Invece la moneta da 2 sols (bronzo, 13 - 14 g e circa 32 mm), molto rara come quella da 1 sol, è differente: in questo caso Ercole è raffigurato mentre sta piegando lo scettro reale con attorno la scritta “LA SAGESSE GUIDE SA FORCE”. In esergo compare la scritta “LA FIN DU DESPOTISME”. È chiaro il riferimento della fine monarchica. Inoltre, compare una civetta a sinistra di Ercole. Esiste anche un tipo rarissimo da 2 sols, con stessa immagine al dritto, che non presenta indicazione di valore, mentre al rovescio è raffigurata una piramide con attorno “RESPUBLICA GALLICA ANNO”, mentre all’esergo “ÆRE PERENNIUS 1792”. In questo caso si potrebbe trattare di una prova o di una medaglia. 1 sol Ercole, molto rari. 5 sols Ercole. Della tipologia Ercole, i 5 sols sono quelli "più comuni" da trovare. 2 sols Ercole. Da notare lo scettro reale piegato e la corona rotta. Come per la moneta da 1 sol, anche quelle da 2 sols sono molto rare. I 2 sols con la piramide, forse una versione di prova o una medaglia. Con le monete Ercole concludiamo la discussione su queste magnifiche monete rivoluzionarie francesi. In realtà ci sarebbero altre monete di fiducia come quelle della Caisse de Bonne Foi, Lefevre – Lesage, Clémencon et Compagnie etc. Inoltre, esistono tante varianti dei Monnerons in base alla disposizione di punti, lettere, numeri, difetti del conio e altro ancora, ma ho preferito fermarmi solo sulla monetazione Monneron e sui punti importanti altrimenti il post sarebbe stato troppo lungo. Spero che questa discussione vi sia piaciuta! 😃 Alla prossima Xenon972 punti
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Buonasera, esiste una emissione uguale come iconografia con legenda terminale al diritto non terminante con PP, il RIC 98. L'esemplare di cui sopra presenta il PP terminale ed è quindi successiva al gennaio 42 d.C. quando gli fu attribuito il titolo. Non saprei come trovare una datazione più precisa. Saluti Illyricum 😉2 punti
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Molto bello questo frammento. Chissà se in origine si trattasse di un pezzo originale o di un falso d'epoca.....mi spiego meglio: Ricordo frammenti simili riguardanti un falso d'epoca di Piastra per Ferdinando II, riconosciuto come falso e quindi presumibilmente distrutto dalle autorità. Ecco le foto che conservo in galleria.2 punti
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A proposito di "rottami": sono tornato all'album dove riposano il "sonno dei giusti" le monete che ne hanno viste di tutti i colori. E ho ritrovato un altro 10 Centesimi 1919 che penso possa fare la sua bella figura nel "museo degli orrori". Per confronto ripropongo di seguito a questo anche l'altro 10 Centesimi che avevo mostrato nel post #3031 e che fu"salvato" dal cancro: Mi hai evocato? Poi non lamentarti se ti perseguito...2 punti
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Nello stesso accumulo, c'era pure questo buono da 1 lira 1922, un pò corroso... chissà quante tasche avrà visto , quando valeva qualcosa e quante mani lo avrà maneggiato in 100 anni di vita....2 punti
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Il conio è diverso ma la tipologia è la stessa. La clava, arma caratteristica di Eracle, penso sia raffigurata al rovescio perché secondo Erodoto in Lidia regnavano gli Eraclidi, discendenti di Eracle. apollonia2 punti
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Oddio! L'aria di montagna - forse per la mancanza di ossigeno - mi ha fatto dimenticare l'incontro 🙄 solo adesso che sono in baita leggo il messaggio di @Guysimpsons e mi accorgo che è venerdì!!!2 punti
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Girovagando su ebay.com ho incontrato questa banconota da 50 dollari proposta alla misera cifra di 605 dollari >>> >>> e che mi ha fatto ricordare questa discussione di ben 17 anni fa che vi invito spassosamente a leggere2 punti
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Come si inizia ad analizzare una massa corrosa di quasi 70.000 monete celtiche? Neil Mahrer ci guida attraverso il meticoloso processo di conservazione del più grande tesoro di monete mai trovato nelle isole britanniche e ciò che è stato scoperto finora. I metal detector Reg Mead e Richard Miles hanno indagato sullo stesso campo nell'isola del Canale di Jersey per tre decenni, registrando occasionali ritrovamenti di monete vaganti durante questo periodo. Nel maggio 2012, però, hanno scoperto una concentrazione piuttosto più consistente e, rendendosi conto del significato di ciò che avevano trovato, hanno immediatamente riempito il loro buco e contattato Jersey Heritage, l'ente museale professionale dell'isola. Un team di archeologi locali, con me come conservatore, è stato riunito per indagare sulla scoperta, ma non sospettavamo quanto fosse importante una scoperta che si sarebbe rivelata. Quando abbiamo iniziato il nostro scavo quattro settimane dopo, abbiamo aperto solo inizialmente un foro di 2 m per 2 m perché ci aspettavamo di scoprire un piccolo tesoro di forse poche centinaia di monete, forse in un vaso. In effetti, è diventato presto evidente che il tesoro era molto più grande - anzi, è stato solo alla fine del secondo giorno che siamo riusciti a esporre tutti i suoi bordi. Migliaia di monete, fuse insieme da uno strato di corrosione verde, formavano una massa di circa 140 cm per 70 cm e spessa 15 cm. Anche in questa prima fase, è stato possibile identificare molti dei suoi contenuti come stateri e quarti di statore in lega di argento/rame prodotti dalla tribù dei Celti Coriosolitae della vicina costa francese e databili intorno alla metà del I secolo a.C. Data la chiara importanza del tesoro, si è deciso di scavarlo integro in un unico blocco. Non è stato un lavoro da poco: per mantenere umide le monete durante il loro recupero, è stato lasciato un sottile strato di terra (10-30 mm) sulla superficie superiore e laterale del tesoro, e poi abbiamo scavato sotto il livello della sua base tutt'intorno esso, lasciando la massa su uno strato di terra alto circa 200mm. Questo doveva fungere sia da base di appoggio che da riserva d'acqua per tamponare il tesoro stesso. Come ulteriore precauzione, sia il tesoro che la base sono stati avvolti in pellicola trasparente quando non venivano lavorati. La fase successiva ha comportato un lavoro particolarmente delicato: per garantire la sicura estrazione del tesoro dalla trincea, era necessario ridurre il più possibile il contatto del tesoro con il terreno, in modo che non si attaccasse saldamente alla terra sottostante quando il tempo è venuto per l'ascensore. A tal fine, lo strato di terra sotto il blocco di monete è stato rimosso per quanto si riteneva sicuro farlo, lasciandolo intatto per l'intera larghezza del tesoro dove toccava le monete, ma si assottigliava come un cono rovesciato. Sono stati quindi utilizzati utensili manuali per scavare quattro tunnel paralleli equidistanti, ciascuno di 120 mm di diametro, attraverso la terra rimasta sotto il tesoro. Era quindi giunto il momento di portare attrezzature piuttosto pesanti: il tesoro e la terra circostante pesavano circa una tonnellata, quindi avrebbe lasciato il suo nascondiglio di 2000 anni solo con l'aiuto di una gru. È stata costruita una struttura di impalcatura metallica per adattarsi perfettamente al tesoro, con quattro cinghie di nylon montate attraverso i tunnel sottostanti e attorno all'impalcatura in modo che potesse essere sollevata con una gru. Le cinghie avrebbero sostenuto il peso del tesoro nel modo più completo e uniforme possibile, mentre le catene e i ganci della gru toccavano solo la struttura metallica. Strati di schiuma e compensato proteggevano il bordo superiore del tesoro dall'essere compresso dalle cinghie, e una volta che il blocco era stato sollevato di circa 30 cm, un altro strato di schiuma su un pallet di legno appositamente costruito veniva posto al di sotto. Infine, questo sandwich protettivo è stato sollevato da una gru estensibile su un camion a pianale e il tesoro è stato trasportato con cura al nostro laboratorio per ulteriori indagini. Archaeologists work to prepare the hoard for lifting. It was excavated as a single piece, weighing around a ton. CREDIT: Neil Mahrer LE PRIME INDAGINI Nei primi due anni dopo la scoperta del tesoro (ora noto come Le Câtillon II; il primo tesoro di Le Câtillon, trovato nel 1957, comprendeva circa 2.500 monete celtiche), Jersey Heritage ottenne il permesso sia di rimuovere la terra sovrastante per rivelare la sua emergere completamente e di eseguire ricerche non invasive per rivelare di più sulla sua composizione, ma in questa fase non siamo riusciti a smontare la massa di monete per esaminarle singolarmente. Abbiamo discusso la possibilità di radiografare l'intero blocco con i colleghi della Southampton University, ma la massa di monete era troppo grande per l'attrezzatura disponibile. Tuttavia, l'analisi della fluorescenza a raggi X limitata (XRF) delle superfici esposte è stata intrapresa da Karl Harrison e Andrew Shortland della Cranfield University, e siamo stati anche in grado di effettuare alcuni studi microscopici sui materiali organici nella superficie del blocco, rivelando varie piante e animali resti. Ciò che divenne subito chiaro, però, fu che il contenuto del tesoro era più vario di quanto si pensasse: coppie d'oro parzialmente esposte, braccialetti d'argento, pezzi di lamina d'oro piatta, perline di vetro e molti altri manufatti furono identificati sparsi tra le monete su la sua superficie. Nel complesso, l'assemblaggio era un oggetto così impressionante che inizialmente abbiamo pensato di preservare l'intero blocco intatto, ma alla luce della sua composizione eclettica è stato deciso che avremmo dovuto invece smontare il tesoro a livello di oggetto per oggetto in modo da rivelare tutto il suo contenuto. Le Câtillon II was recovered with the help of a specially built scaffold and a crane. CREDIT: Neil Mahrer Una volta ottenuto il finanziamento, questo lavoro è iniziato nel 2014. È stato un processo scrupoloso, che ha permesso di conservare e registrare ogni pezzo man mano che veniva rimosso dal blocco e, mentre il lavoro di conservazione seguiva le migliori pratiche convenzionali, è stato integrato da un metodo innovativo di registrando i reperti utilizzando un kit all'avanguardia chiamato braccio metrologico a sei assi Faro Edge, che aveva una sonda a punto di contatto e una testa laser di scansione. Il laser è stato utilizzato per registrare scansioni delle superfici del tesoro e del suo contenuto nelle fasi regolari del lavoro, mentre la testa della sonda a contatto fisico è stata utilizzata quotidianamente per registrare la posizione di ogni singola moneta e di tutti gli altri reperti sulla superficie del tesoro a frazioni di un centimetro in tre dimensioni. Ciò significava che, anche dopo che il tesoro fosse stato smontato, i futuri ricercatori avrebbero avuto un modello virtuale della massa come trovato, in cui le posizioni delle monete sarebbero state collegate ai record del loro database di tribù, cronologia e così via. Questo è stato un tema chiave: ci tenevamo che il nostro lavoro consentisse il massimo della ricerca, sia in fase di smontaggio che per molti anni a venire, quindi ci siamo fatti consigliare anche per il riconoscimento, l'estrazione e la conservazione di campioni di suolo interessante , sostanze organiche e corrosione che abbiamo incontrato durante il processo. Né abbiamo decostruito l'intero blocco: una solida sezione del tesoro di 15 cm per 15 cm per 15 cm è stata lasciata intatta con tutta la sua terra e le sostanze organiche rimaste al loro posto tra le monete, mentre altre 1.500 monete - ancora solo una piccola parte del intero – sono stati lasciati non trattati come un archivio di ricerca. Ci sarà molto da studiare per i futuri ricercatori, dando loro il vantaggio dei futuri progressi nelle tecniche di ricerca. The hoard fully revealed after the initial removal of earth from its surface. Two gold torques can be seen emerging from its almost 70,000 coins. CREDIT: Neil Mahrer Con quello spirito, abbiamo iniziato il nostro lavoro. Il team comprendeva tre professionisti - due assistenti alla conservazione, Viki Le Quelenec e Georgia Kelly, entrambi archeologi qualificati, supervisionati da me come conservatore - e siamo stati supportati da una vasta gamma di consulenti professionisti e 20 volontari part-time che hanno svolto gran parte del lavoro manuale. Olga Finch, la curatrice di archeologia per Jersey Heritage, ha agito come consulente per l'archeologia/ricerca, e i due cercatori, Reg Mead e Richard Miles, hanno agito come principali identificatori di monete, il loro lavoro è stato supervisionato da Philip de Jersey, archeologo del Guernsey Museum Service. Allora, come sono andati avanti i lavori? TECNOLOGIA ALL'AVANGUARDIA Il blocco del tesoro è stato smontato una moneta alla volta. Questo processo ha coinvolto un team di due persone: una per rimuovere fisicamente la moneta e azionare il braccio metrologico che misurava la posizione della moneta, mentre l'altra ha azionato il computer collegato al braccio e ha assegnato un numero sequenziale a ogni nuova moneta, prima di imbustarla. Tracciare ogni moneta ha richiesto solo pochi secondi, toccando la punta della sonda tre volte lungo il suo asse centrale e altre tre volte attorno al suo bordo, per posizionarla in tre dimensioni usando il software Geomagic - usando questo metodo, a poco a poco siamo stati in grado di costruire una mappa tridimensionale delle monete. Abbiamo anche utilizzato la scansione laser per registrare la posizione delle coppie appena scoperte e di altri oggetti, in modo che potessero essere posizionati con precisione nel modello di tesoro virtuale tridimensionale finale. The hoard was disassembled in a glass-walled lab where the public could watch the conservators at work. The Faro Edge metrology arm that was used to help record the hoard’s. contents can be seen to the right of this image. CREDIT: Neil Mahrer Fortunatamente, l'atto di separare fisicamente le monete si è rivelato più semplice di quanto previsto. Erano collegati tra loro solo dalla fusione dei loro prodotti di corrosione del rame, e questo legame fortunatamente si rivelò debole: era sempre possibile rimuovere una moneta alla volta usando uno strumento manuale di metallo, di solito un coltello appositamente smussato, senza provocare alcun danno. Per quanto riguarda gli altri manufatti, gioielli e altri oggetti sufficientemente robusti sono stati ripuliti da tutte le monete circostanti e poi è stato ridotto anche il numero attorno alla loro base. Ad un certo punto di questo processo, di solito si staccavano e, in caso contrario, venivano manipolati delicatamente a mano finché non si liberavano. Poiché il tesoro era potenzialmente pieno di materiale organico importante, dovevamo tenerlo sempre bagnato. Questo è stato fatto in due modi. Di notte, o durante i periodi più lunghi in cui il tesoro non veniva lavorato, veniva tenuto ben avvolto in strati di pellicola trasparente. Il tesoro ha trascorso la maggior parte del 2012-2014 fasciato in questo modo, conservato in una cella frigorifera a 4ºC, e durante il periodo successivo, quando è stato scavato in un laboratorio aperto pubblicamente visibile, è stato tenuto avvolto durante la notte ma doveva essere attivamente inumidito quando era in mostra. Mentre lavoravamo sul tesoro, abbiamo fatto uso di spruzzatori manuali contenenti acqua deionizzata, ma quando la massa è stata lasciata sola per un certo periodo di tempo abbiamo installato un umidificatore a ultrasuoni per produrre un flusso di aria fredda, deionizzata e satura di acqua che usciva da una serie di fori in un apposito dispositivo posizionato lungo un bordo del tesoro in modo che il vapore rotolasse lentamente sulla sua superficie. Cutting-edge technology was used to document every part of the hoard as it was taken apart. A screenshot of part of the three-dimensional coin map (LEFT) would be produced each day when removing coins. Every disc has the coin ID number and shows the size, position and orientation of the coin it represents. The second image (RIGHT) is a laser scan of the whole assemblage. CREDIT: Neil Mahrer2 punti
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Orgoglio italiano, uomo di grande intelligenza e visione del futuro ma soprattutto con una grande etica solidale che lo ha portato a costruire il più grande sistema bancario. Un uomo sempre al servizio degli altri...una storia meravigliosa. A tal proposito consiglio oltre alla lettura citata da @nikita_ anche il libro (per coloro volessero approfondire): Titolo: Amadeo Peter Giannini. Il banchiere che investiva nel futuro Editore: Graphofeel Autore: Crapanzano La premessa del libro: Un libro che ho trovato molto interessante ed appassionante. Spero di poter mettere un giorno in collezione una banconota della Bank of Italy non proprio quella postata da @nikita_ che ha qualche difettuccio ma, per adesso, mi accontento di avere questa lettera: Probabilmente doveva essere una corrispondenza fra la Bank of Italy e i famosi stabilimenti di tessuti di Elebeuf in Normandia per qualche ordine in corso nel 1927.2 punti
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Io credo che la scritta sia ΣAPΔIANΩN e quindi che il bronzo provenga da Sardi, nella Lidia. LYDIA, Sardes. Circa 133 BC-AD 14. Æ 15mm (4.35 g, 2h). Laureate head of Apollo right / Club within laurel wreath; monogram above. SNG Copenhagen 470-482 var. (monogram). VF, green patina, light earthen deposits. apollonia2 punti
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Non ha tutte le caratteristiche per essere definita banconota, per esempio manca il contrassegno di Stato. Forse più adatto inserirla fra i Buoni di Cassa, essendo stata emessa per motivo emergenziale post bellico, se non addirittura per scopi propagandistici.2 punti
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Buongiorno a tutti, @LOBU queste le mie piastre di Ferdinando II 1831 1832 1833 - SIC ET IIIER senza punt. R scudo grande 1834 - 1834 - particolarità A di GRATIA 1834 - EET 1834 - 11 torrette 1834 - 13 torrette 1834 - torretta verticale 1834 - FERDINANDAS 1835 - 1° tipo 1835 - 2° tipo 1837 - 1838 - 120 a caratteri pesanti 1838 - sottocorona rigato 1839 - ex Collezione Pin 1840 - con busto 10 tornesi 1841 - 1844 - 1846 - 1847 - 1850 - 1851 - 1° tipo 1851 - 2° tipo 1852 - torretta evanesc. 1854 - 1854 - PROVIDENTIAOPTIMI 1854 - GRATIV non censita 1855 - 1856 - FERDINANDAS non censita 1856 - ATR non censita 1856 - aquile capovolte 1857 - 1857 - aquile capovolte 1858 - 1858 - aquile capovolte 1859 - 1 🦅 capovolta corretta 1859 - FERDINANDAS2 punti
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Buonasera a tutti. Chiedo aiuto per l'identificazione di questo Denaro Genovese. Mi scuso per la qualità delle foto ma non sono riuscito a fare di meglio. Peso: 0.3 gr Diametro max : 12 mm Grazie e Buona serata.1 punto
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...ma è senza scatola ed istruzioni per il montaggio?🤔....forse @Rocco68 giocandoci ha perso qualche pezzo😉1 punto
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Sono piccole imperfezioni che capitano spesso durante le fasi produttive, i particolari che vedi spostati sono sin troppo minuscoli per generare un interesse collezionistico. Monete similari alla tua sono proposte nel web a prezzi assurdi, ma sono solo vendite ingannevoli. Uno spostamento di conio deve essere evidente e genuino, questa che inserisco di seguito è veramente interessante per chi colleziona queste particolarità. Ma in ogni caso, pur essendo dei veri errori di conio, non valgono centinaia o migliaia di euro come vorrebbero far credere chi ne è in possesso e che le propone per la vendita a pressi esorbitanti.1 punto
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Devi prima acquisire un po' di esperienza con un "rottame", mi raccomando. E tieni presente che, se esageri con lo zolfo (quello da giardinaggio che è concepito estremamente puro e solubile), ti ritroverai con un tondello annerito e dovrai azzerare la patina con un procedimento simile, ma con il bicarbonato di sodio più sale da cucina (al posto dello zolfo) e un pezzo di pellicola d'alluminio il tutto immerso in acqua e poi in microonde (in genere bastano 30 secondi a 750 W). La moneta (d'argento) dovrà essere a contatto con la parte opaca dell'alluminio (perché è quella non trattata). A volte occorrono due (o tre) passaggi alternati per arrivare all'effetto desiderato. In ultimo, ricorda che il trattamento con zolfo, se non ben eseguito, potrà continuare anche dopo in asciutto scurendo in un tempo abbastanza rapido (alcune settimane, ma anche meno). Il gioco consiste nel "calibrare" i due interventi in base all'esperienza.1 punto
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Non è una banconota d'emergenza postbellica, ma una vera e propria cartamoneta d'occupazione, assimilabile alle nostre AM-lire. Come tutta la cartamoneta d'occupazione aveva anche, sicuramente, una funzione propagandistica, ma queste banconote hanno anche circolato, come dimostra il fatto che siano state ampiamente falsificate dagli anglo-americani. Se fossero state solo propaganda, non avrebbero perso tempo a farlo petronius1 punto
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Sì, poveretto, son più graffi che metallo, l'avranno pulito con un cacciavite... Ma resta comunque una moneta significativa, storicamente parlando! Almeno per me...1 punto
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salve doveva trattarsi di una di grandi dimensioni, il frammento è di 20 mm e pesa 4 gr supponendo che sia 1\4 doveva essere attorno ai 35 \ 40 mm e pesare 15\16 gr leggo anno IX con affianco uno stemma con banda obliqua tipo Clemente XII altrro lato si leggono due lkettere entro corona forse IR cordialità1 punto
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Ciao @El Chupacabra questa me la segno! Ho tolto una moneta dalla perizia vecchia e rigata. Con sorpresa sotto la plastica sono emersi i tanto odiati hairlains. Appena trovo un microonde provo... Buona serata Buona serata1 punto
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Potrebbe essere un Grosso del XV secolo per la S grande ma per essere più precisi servirebbe leggere bene le lettere in legenda1 punto
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RIC 717b Sear 4182 Antononinus Pius AE Sestertius. 143-4 AD. ANTONINVS AVG PIVS PP TR P COS III, laureate, draped bust right / IMPERATOR II S-C, Victory flying right, holding trophy in both hands. Cohen 434.1 punto
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Ciao,non conosco la classificazione del Gigante ma posso dire che è classificato al numero 282,pagina 147 del Magliocca e al numero 503,pagina 224 del Nomisma... È una moneta comune in conservazione MB/MB+...1 punto
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Bello questo grano,la classificazione sembra corretta ma qualcosa non mi torna, faccio fatica a distinguere le sigle GA/C al dritto ma il rovescio mi sembra più dei tipi precedenti(numeri 61 e 62 a pagina 223) con sigle al dritto O/C ,che presentano lo stemma al rovescio con lati dritti e sormontato da corona grande,mentre al 66 lo stemma tende leggermente a stringere verso il basso e sormontato da corona più piccola con in alto la croce di Gerusalemme... Inoltre noto delle variazioni nelle legende... Potrebbe essere un'ulteriore tipologia se effettivamente le sigle sono GA/A, altrimenti è un grano con sigla O/C,in ogni caso moneta rarissima che meriterebbe un'approfondimento..1 punto
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Ciao Lorenzo, Solo potrebbero? Sono sicurissimo che saranno utilissime a chi ancora ha qualche difficoltà a riconoscere la Testa Grande. Grazie mille, ogni volta ti impegni sempre al massimo. Un saluto Raffaele.1 punto
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Forse il mio messaggio è stato interpretato come una minaccia....😄 Amen Ciao ciao1 punto
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Ciao Apollonia,queste sono le stime delle tue banconote in FDS: 5 €=25/29 €;10 €=50/80 €;20 €=85/90 €;50€ =170/190 €;100 € = 150/160 €;200 € = 350/390 €;500 €=790/820 €.Penso che però sarà difficile trovare un acquirente,in bocca al lupo.1 punto
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Ti sarebbe possibile condividere nella stessa discussione tutte e quattro le sentenze della corte di Cassazione Penale? Potrebbe essere utile avere una discussione che le raccolga tutte, da porre - se utile - anche in evidenza. Grazie!1 punto
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Buongiorno @apollonia le tue banconote, se in fds hanno tutte un plusvalore. Ad esempio, il Gigante 2018 valuta 300 euro il biglietto da duecento, 170 quello da cento e così via. Immagino che un catalogo più aggiornato possa aver modificato al rialzò le valutazioni. Vediamo se qualche esperto di Euro banconote lo conferma. Saluti.1 punto
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Confermo San Pellegrino Laziosi. - S B M sta per "Ordine Servi Beata Maria Vergine", i così detti Servi di Maria.1 punto
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Buongiorno .. sembrerebbe molto simile a questa…https://picclick.it/MEDAGLIA-DEVOZIONALE-VOTIVA-RELIGIOSA-SPELLEGRINO-LAZIOSI-352048930971.html. San Pellegrino Laziosi, dovrebbe essere quello sdraiato. Saluti1 punto
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I filippini hanno soprannominato queste banconote "la moneta di Mickey Mouse" per sbeffeggiarle, sia per l'iconografia che ricordava le banconote statunitensi, sia purché odiate in quanto simbolo di sottomissione perché occupati da un governo estero.1 punto
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Ciao, si tratta di una moneta provinciale dell'imperatore Macrino coniata ad Antiochia, città situata tra la Turchia e la Siria, sempre strategica per i commerci e dal punto di vista militare nell'antico impero romano e quindi importantissima. Posto foto per identificazione di moneta della stessa tipologia. Sul suo valore non posso esserti di aiuto 🙂 ANTONIO1 punto
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Alla numismatica Cavaliere è in vendita questo esemplare... https://www.cavalierenumismatica.com/it/sitem/1366/napoli-ferdinando-ii-piastra-ag-1841-testa-/1 punto
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Sull'argomento segnalo il mio libro "Storia monetaria della rivoluzione francese". Sinossi e indice: https://numistoria.altervista.org/blog/?p=18943 Link Amazon: http://www.amazon.it/Storia-monetaria-della-rivoluzione-francese/dp/1511683775/?tag=gz-blog-21&ascsubtag=0-f-n-av_numistoria1 punto
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Grazie mille, questo post è illuminante, finalmente so di avere un "testa normale"1 punto
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Splendido. Trovati nei cunicoli di Corese ex voto degli antichi romani. Indicano un vicino e sepolto Santuario di Ercole ANCORA SCOPERTE ARCHEOLOGICHE A PASSO CORESE “Dalla fitta rete dei cunicoli di drenaggio e raccolta delle acque in corso di scavo nel distretto ASI di Passo Corese (Fara in Sabina, RI) continuano ad affiorare sorprese”. Lo annuncia la Soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Roma e la provincia Rieti. Le scoperte sono state compiute in queste ultime giornate di marzo 2023. Gli ex voto recuperati dagli archeologi della Soprintendenza in queste ultimi giorni di marzo 2023 @ Foto Soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Roma e la provincia Rieti “Nei dintorni – argomentano gli studiosi della Soprintendenza – doveva esistere in età antica un santuario dedicato a Ercole, i cui ex voto, in gran parte fittili anatomici e rappresentazioni stereotipate dei fedeli, oltre a uno scarico di vasellame votivo con molti segni riferibili al patrono di pastorizia e commerci, dovettero essere gettati, desacralizzati, nelle cavità idrauliche caratteristiche di quel distretto agricolo dei dintorni di Cures. In esso importanti trasformazioni dovettero avvenire con la compiuta romanizzazione intervenuta tra la Media e la Tarda Repubblica (III-II sec.a.C.), epoca cui risalgono anche i materiali legati a questo culto, legato indubbiamente ai percorsi che collegavano la Valle del Tevere con la Sabina interna, che si staccavano dalla Salaria e dalle sue diramazioni tiberine proprio nella zona dell’attuale centro di Passo Corese”. Altre due statue funerarie, una virile, l’altra muliebre, riferibili a uno o più sepolcri della prima età imperiale portati alla luce accanto al tracciato dall’attuale SR 313 Ternana furono trovate a Passo Corese, in Provincia di Rieti. Ciò avvenne all’inizio del 2022. Le due statue vennero depositate presso il Museo Civico Archeologico di Fara in Sabina. Le indagini archeologiche Passo Corese è una frazione di 6 480 abitanti del comune di Fara in Sabina in provincia di Rieti. Le indagini archeologiche si sono svolte come scavi preventivi rispetto alla realizzazione di una grande opera nel campo della logistica. A Fara in Sabina (Rieti), all’interno dell’agglomerato industriale di Passo Corese, sono in corso lavori per Il Polo Logistico, su un’area territoriale di 180 ettari, di cui 120 a destinazione logistica e industriale. Oltre a questi sono previsti 11 ettari fondiari per servizi (attività ricettive, terziario, uffici, attrezzature sportive e ricreative, etc.) e 13 ettari di verde pubblico. Foto: Soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Roma e la provincia Rieti “Recenti sondaggi archeologici condotti per conto della nostra Soprintendenza, – affermava la Soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Roma e la provincia Rieti, nel corso dell’intervento del 2022 – sotto la direzione scientifica del funzionario archeologo Alessandro Betori, in un’area al limite della lottizzazione industriale del Polo della Logistica di Passo Corese (Fara in Sabina, RI) in aderenza con la SR 313 Ternana, al principio di via dei Cavalli, hanno messo in luce una notevole presenza archeologica, estesa su un fronte di ca 20 metri in direzione della strada per circa il doppio all’interno del lotto”. La scoperta del 2022 “Si tratta di una sorta di piattaforma in cocciopesto, limitata sul lato lungo orientale da allineamenti di lastre in calcare e probabili fondazioni murarie in tufo. L’ambiente, che risulta danneggiato sull’altro lato dalle arature, doveva essere ripartito in almeno due navate per mezzo di sostegni lignei poggiati su elementi lapidei di recupero. Questo dato, come la presenza di un dolio interrato nei pressi del lastricato sul lato lungo, conferma la funzione utilitaria dell’edificio, il cui alzato, evidentemente in materiale deperibile, risulta completamente mancante. La mancanza di crolli rilevanti delle coperture indizia come anche esse fossero in materiali deperibili, a meno di non pensare a uno smontaggio volto al recupero delle tegole all’atto dell’abbandono”. “In mancanza di dati stratigrafici probanti e data la recentissima conclusione dello scavo si può solo ipotizzare una datazione in piena età imperiale. Dopo l’abbandono dell’edificio vi furono ammassati materiali di risulta tra i quali spiccano due statue funerarie, una virile, l’altra muliebre, riferibili a uno o più sepolcri della prima età imperiale esistente lungo la viabilità ripercorsa dall’attuale SR 313 Ternana. Le due statue sono state ricoverate presso il Museo Civico Archeologico di Fara in Sabina, ove saranno presto allestite in esposizione dopo i necessari interventi conservativi”. https://www.stilearte.it/trovati-nei-cunicoli-di-corese-ex-voto-degli-antichi-romani-indicano-un-vicino-e-sepolto-santuario-di-ercole/1 punto
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In realtà al secolo non ci è ancora arrivata perché ha falsificato la data di nascita!😄 Queste in zinco sono state coniate tra il 1941 ed il 1944 durante l'occupazione tedesca. Il millesimo è 1923 perché hanno usato i conii del 10 groszy 1923 coniato solo con quel millesimo in tutto il periodo pre-bellico. Il momento però è di grande importanza storica comunque... è una moneta che potesse parlare racconterebbe di un periodo storico molto cupo... https://pl.m.wikipedia.org/wiki/10_groszy_1923 https://pl.m.wikipedia.org/wiki/Generalne_Gubernatorstwo1 punto
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Di questa didracma con legenda "ROMANO" sono noti due esemplari: il primo, proviene dalla collezione Haeberlin (H. 35), battuto all'asta Cahn & Hess del 17/7/1933 (lotto 35) del peso di g 5,62, il secondo all'asta NFA 27 del 5/12/1991 (lotto 240) del peso di 6,42 g. Mi sembra che il lotto di Nomisma sia proprio lo stesso dell'asta NFA (anche se viene ora indicato un peso di 6,44 g); non ne sono sicurissimo perché la foto NFA che ho conservato è sgranata, ma dovrebbe essere quello. L'esemplare Haeberlin era suberato, probabilmente lo è anche questo. Roberto Russo ha ipotizzato che si trattasse di prove di conio, abbandonate con l'avvento della nuova legenda ROMA1 punto
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Comunque hai fatto bene ad acquistarla perchè, come una rondine non fa mai primavera, anche l'acquisto di una sterlina penso non condizioni economicamente la vita di nessuno, ma è moralmente gratificante (almeno per me lo è) sapere che ci sono giovani che apprezzano la concretezza del vivere: mettila da parte e tienila da conto, accumulare un po' di oro monetato ti potra' essere utile e anche aiutare nella vita in caso di necessità. Un cordiale saluto Santi1 punto
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Per quello c'e' la corte europea, alla fine dell'iter kafkiano locale si fa ricorso li contro lo stato italiano che non e' in grado di offrire ai cittadini i servizi di base (come la giustizia civile) di fronte ai soldi pagati con le tasse (piu' i bolli, le varie spese legali, gli avvocati tutto sempre a carico del cittadino). E lo stato paga, deve pagare. E vedrete che ci saranno grossi problemi. Lo schifo del sistema (in)giustizia alla fine ci mandera' tutti in bancarotta.1 punto
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