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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/27/23 in tutte le aree
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Buongiorno. Grazie per l'argomento. Ho pensato a lungo se scrivere o non scrivere. Ho deciso di raccontare. Oltre alle monete, raccolgo un artista russo Dmitry O. Questo artista utilizza un'antica tecnologia su assi di legno, simile alla pittura di icone. Ognuna delle sue opere è leggermente più grande del palmo della sua mano.5 punti
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Buonasera sezione, un Carlino antitosatura di Filippo IV.3 punti
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Cari forumisti, spero di farvi cosa gradita, oggi condivido con voi questo gioiellino in alta conservazione. È moneta comune (a differenza della sorella coniata a Roma), ma non è facile trovarla in queste condizioni:3 punti
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Complimenti per questo ducato in ottima conservazione e tondello pressoché integro,stavo notando il simbolo sotto al busto a destra,non è semplice classificarlo con certezza ma se proprio dovessi sbilanciarmi direi che si tratta di due rametti di ulivo che rappresenterebbero,tra le altre cose,la forza,la fede e il coraggio ...3 punti
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Non esistono monete con l'effige di Mussolini...semplicemente perchè non esiste in zecca il materiale creatore...non esistono tracce ovviamente nei registri di zecca. NIENTE DI NIENTE. Tutto quello che esiste in circolazione non sono altro che medagliette ricordo più o meno preziose a seconda del metallo usato ma niente di più. Credo peraltro che Mussolini ai parenti più stretti non donò neanche le monete da lire 100 Fascione coniate per celebrare la marcia su Roma. Poi ognuno se la suona e se la canta come meglio crede..Spero che sia una bufala la storia del professore universitario... Anni fa ebbi modo di parlare con il compianto Mario Traina sulla questione..e lui ha sempre catalogato questi esemplari come PATACCHE o medaglie per i nostalgici..NIENTE DI PIU'.. E tanto per tagliare la testa al toro..non esistono decreti di emissione o qualsivoglia documento... Chissà perchè ogni tanto questa storia viene fuori...3 punti
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Non posso astenermi dal postare questa bella immagine che ho fotogtìrafato (con poca luce, stava nevischiando) durante una passeggiata in montagna questo weekend a Peio. Cammini su una stradina per arrivare ad una baita e ti imbatti in questo bell'affresco sulla parete esterna di una baita ben curata. Lo guardi distrattamente e pensi "Eppure... mi ricorda qualcosa..." Poi guardi meglio e... DING: "Guarda un po cosa vai a trovare: la Sterlina a Peio"2 punti
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Salve, vi presento la nuova opera sulla monetazione di Taranto, edita dalla Edizioni D’Andrea: The coins of Tarentum from 350 BC to 281 BC L’opera continua il progetto editoriale che ha già visto l’uscita del primo tomo e che, articolato in quattro volumi, si occupa della sistematica trattazione della monetazione tarantina. I primi tre lavori seguono lo sviluppo dell’intera produzione monetale della celebre polis: dal VI secolo al 350 a.C. (Volume I), dal 350 al 281 a.C. (Volume II) e dal 281 al 209 a.C. (Volume III). Il quarto libro, invece, compirà un’analisi delle coniazioni dal punto di vista tipologico, epigrafico e figurativo, con una proposta di tassonomia relativa all’evoluzione delle diverse forme dell’etnico. Partendo dagli studi di Wolfgang Fischer-Bossert (Chronologie der Didrachmenprägung von Tarent 510-280 v. Chr.), che per primo ha analizzato le sequenze dei conî, vengono esaminati anche tutti i frazionali, inquadrandoli cronologicamente nelle rispettive serie, sulla base dei raffronti tipologici ed iconografici, della presenza di analoghe sigle dei Magistrati Monetali, o delle attestazioni in tesoretti coevi. Nell’opera sono analizzate complessivamente 460 fra tipologie principali e varianti, suddivise cronologicamente in 14 serie, le quali vengono messe in parallelo ai 40 gruppi di Fischer-Bossert. In totale il libro consta di 340 pagine a colori. Il volume è stata scritto da Alberto D’Andrea, Marco Miglioli, Giuseppe Tafuri ed Enrico Vonghia.2 punti
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Propongo una breve descrizione della storia di questo singolare carlino pubblicato in "Appunti numismatici 2022".2 punti
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Come richiesto da alcuni, credo sia giunto il momento di chiudere la discussione. Nel farlo, non posso che confermare a @Federr quanto unanimemente espresso sulla "moneta" di Mussolini, e i forti dubbi sulle altre. Dubbi che potrà chiarire sottoponendole alla visione diretta di un esperto, mentre per quanto riguarda Mussolini, il giudizio è senza appello, non ha bisogno di farla valutare, qualunque esperto minimamente serio non potrà che confermarle quanto detto qui. Le auguro una buona serata.2 punti
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Salve. Pubblico qualche altro cavallino. Occupo un un po' di spazio, ma sono piccoline e, diversamente, non si leggerebbe nulla. Penso siano tutte comuni, ho qualche dubbio sul numero delle punte presenti nella corona del primo cavallino e l'ultimo cavallino riporta sul retro una "A" capovolta invece delle "V". Non so se c'è altro da rilevare. Grazie. Un saluto a tutti.2 punti
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Qui si sta provando ad aiutare, ma se si chiede informazioni e poi non ci si crede, tanto vale non chiederle e rimanere convinti delle proprie. E' una mancanza di rispetto per chiunque aiuta e da la propria idea gratuitamente e senza secondi fini. Saluti2 punti
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Se i fori fossero stati fatti più verso il centro allora si poteva ipotizzare che fossero stati usati come bottoni ma sicuramente in epoca successiva e usati come "materiale di recupero", com'è successo con molte monetine quando andavano fuori corso, venivano forate al centro con 2 o 4 fori per poi dargli una nuova vita... Nel caso della medaglietta proposta ho già visto qualcosa di simile forata ai due punti estremi del tondello per essere poi cuciti su una giacca,un cappotto o anche su un cappello...2 punti
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E' la Victoria Germanica: Massimino I, Sesterzio, 236-237, Roma, RIC 90 D/ MAXIMINVS PIVS AVG GERM; busto laureato, drappeggiato e corazzato verso destra. R/ VICTORIA GERMANICA, S – C; una Vittoria, verso sinistra, con in mano una ghirlanda e un ramo di palma; ai suoi piedi, un prigioniero.2 punti
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A sto punto visto che il creatore del post come alcuni entra in un forum senza un buongiorno /buonasera, grazie , avrei questa ( FOTO DECENTI E NO QUELLA ROBA ) ,inserendo dati ponderali. Gli viene risposto da tutti che non è una moneta ecc ecc ecc solite cose perchè ne vediamo a centinaia di ste cose e visto che il pinco palla dell'università di padova, il caio e sempronio di la,ece, che andrà da un perito numismatico ( che vada e che spenda a sto punto ) e che praticamente ha fatto passare da INCOMPETENTI SE NON DA IDIOTI chi gli ha risposto ( scusatemi lo sfogo ma certa "gente mi fa solo girare" ) credo che @CdC possa chiudere il post poichè inutile. grazie per l'attenzione...i programmi riprenderanno con creatori post più educati2 punti
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Conosco molto bene i docenti di Numismatica dell'Università di Padova e da più di trent'anni. Non mi risulta nessuno scomparso nel 2018. Quindi c'è qualcosa che non torna oltre al fatto che nessun professore universitario avrebbe avuto dubbi su questa medaglia nostalgica ben nota. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Scusi, ma dove Mario si sarebbe soffermato una “100 lire oro Mussolini”? Se ci offre qualche riferimento bibliografico di una moneta autentica di cui, almeno io, non ho mai sentito parlare, sarebbe molto interessante, grazie.2 punti
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Ma che interesse avrebbero gli utenti del forum a darti informazioni false? Nessuno ti conosce, nessuno vuole comperare la tua moneta (o presunta tale), ne risulta che tu la voglia vendere. Ti suggerirei di: - postare foto nitide fronte retro - fornire diametro e peso - fornire documentazione utile qualora in tuo possesso Immaginando che tu non abbia documentazione, Hai una riproduzione che non ha nessun valore numismatico, ma solo il valore del metallo contenuto, così come ti è stato già detto. Questo lo si scrive in quanto tale riproduzione è molto nota, esiste in svariati metalli, e intasa le discussioni del forum da anni con gente che la ritrova nei comodini o nelle casseforti e spera di avere una moneta del valore delle ‘idi di marzo’. buona giornata2 punti
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1. Breve storia sull'assignat Verso la fine del 1789, alla vigilia della Rivoluzione Francese, le casse dello Stato erano quasi vuote. Per evitare il fallimento, il deputato dell’Assemblea Nazionale Talleyrand ideò il piano di confisca dei beni ecclesiastici, con lo scopo di metterli all’asta per salvare le finanze dello Stato. Il 2 novembre 1789 l'Assemblea Nazionale diede inizio al progetto. Il patrimonio confiscato totale ammontò a circa 2 - 3 miliardi di livre, e la vendita fu affidata a una cassa straordinaria creata il 19 dicembre: la Caisse de l’Extraordinaire. Tuttavia, la liquidazione di tutti i beni richiedeva del tempo, minimo un anno, e la bancarotta era sempre in agguato. Per risolvere questa problematica, l’Assemblea decretò che 400 milioni di livre sarebbero subito stati emessi in obbligazioni con interesse del 5%: nacque l’assignat. Durante la votazione del provvedimento alcuni deputati, tra cui lo stesso Talleyrand, erano assolutamente contrari all’idea. Secondo loro la grande debolezza dell'assegnato era che ci sarebbero stati più biglietti in circolazione rispetto al reale valore dei beni ecclesiastici, con conseguente pericolo che sarebbe stato impossibile coprirne il rimborso di tutti. Un altro punto era la facilità di falsificazione, con forte rischio di trovare in circolazione una quantità di assegnati nettamente superiore a quelli emessi. I primi assignat furono emessi agli inizi del 1790 dal valore di 1000 livre. Il 17 aprile 1790 l'assignat fu trasformato da biglietto di obbligazione in cartamoneta ufficiale dello Stato in modo da compensare la scarsità di monete, ma con l’interesse sceso al 3%. Il 27 agosto 1790 l'Assemblea Nazionale autorizzò un'altra emissione di 1.9 miliardi di assegnati, con tagli da 50, 60, 70, 80, 90, 100, 500 e 2000 livre, che avrebbero avuto corso legale entro la fine dell'anno. Nel settembre dello stesso anno il Ministro delle Finanze, Jacques Necker, si dimise in quanto contrario alla decisione di ufficializzare gli assegnati come cartamoneta statale e la nuova emissione di questi. Tra il 1790 e il 1793 gli assegnati persero il 60% del loro valore. In aggiunta, l'Inghilterra iniziò a produrre dei falsi assignat con lo scopo di accelerare ancora di più la crisi economica francese. Per distribuirli a tutta la fascia della popolazione, tra il 1792 e 1793 vennero stampati anche assignat dal valore di 10, 15, 25 e 50 sols. Durante il regime del Terrore, la mancata accettazione dell'assignat era punita con la pena di morte. All’inizio del 1796, gli assegnati ammontarono a circa 45 miliardi di livre e gli interessi ridotti a 0. La somma complessiva degli assegnati non avrebbe mai dovuto superare gli iniziali tre miliardi di livre. La terribile inflazione causata dall'assignat provocò un aumento del costo della vita, un seguitare del suo deprezzamento e la scomparsa quasi totale del contante metallico. Per sopperire alla mancanza di spiccioli e facilitare gli acquisti quotidiani, alcuni imprenditori privati misero in circolazione monete di rame e d’argento: nacquero le monnaie de confiance, ovvero le monete di fiducia. Questi gettoni - monete di fiducia non ebbero mai corso legale, ma circolarono abbondantemente dal 1791 al 1794. E qui che entrarono in gioco i fratelli Monneron... Ritratto di Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord. Durante il periodo napoleonico diventerà Principe del neocostituito ed effimero Principato di Benevento (1806 - 1814) e sarà uno dei principali protagonisti del Congresso di Vienna. Fu soprannominato "il Camaleonte" ed è considerato uno dei maggiori esponenti del Trasformismo. Assignat da 1000 Livre. Fu il primo assegnato e in ambito collezionistico ha un indice di rarità R5. In questo grafico viene rappresentata la svalutazione di 100 Livre in assignat. Nel 1796 l'assignat fu sostituito dalla Promessa di Mandato Territoriale, una nuova cartamoneta che tuttavia subirà un deprezzamento ancora più veloce rispetto all'assignat, tanto che sarà demonetizzato nel 1797. L'economia francese si stabilizzerà durante gli inizi del periodo napoleonico. 2. Storia della Banque Monneron Le monete fiduciarie più diffuse e famose furono quelle della Banca Monneron. Alla fine del XVIII, la famiglia Monneron fu una delle più importanti famiglie francesi sul piano politico, finanziario e commerciale. Il capofamiglia era Antoine Monneron, possessore di alcune saline, avvocato del Parlamento di Antibes e controllore generale della gabella, la tassa reale sul sale. Dalla moglie Barbe Arnault ebbe venti figli, ma otto morirono giovanissimi. Gran parte dei suoi figli vennero inviati nelle colonie francesi in cerca di fama e fortuna. Tra questi ci interessa la storia di 4: Charles Claude Ange Monneron, il primogenito, iniziò la sua carriera come mercante della Compagnie delle Indie Orientali Francese nel 1767. Nel 1769 fu promosso commissario generale dei porti e degli arsenali navali, e nel 1784 direttore degli stabilimenti francesi in India. Sarà eletto Deputato del Terzo Stato di Annonay agli Stati Generali del 1789; Jean Louis Monneron, come per il fratello maggiore, entrò a far parte della Compagnie delle Indie Orientali Francese come agente commerciale nel 1769. Negoziando nella città di Pondicherry, fece rapidamente fortuna. Anche lui sarà eletto Deputato nel 1789; Pierre Antoine Monneron fu capitano di navi e si distinse per le sue missioni presso il governatore delle Indie Olandesi. Come per i due fratelli, sarà eletto Deputato nel 1789; Joseph François Augustin Monneron fu uno dei pochi fratelli che rimase in Francia. Nel 1777 si stabilì a Parigi come commerciante e diventerà direttore di una fabbrica di tabacco. Verrà eletto Deputato per Parigi nel 1791. Grazie all'appoggio dei suoi 3 fratelli, Joseph François Augustin fondò una banca commerciale per importare metalli in Francia e rifornire il Dipartimento della Marina Francese di argento e rame: la Banque Monneron. Oltre alle operazioni commerciali, la banca si era specializzata anche nella produzione di medaglie rivoluzionarie che vendeva presso la sede principale situata a Place du Carrousel, nei pressi del Palazzo del Louvre a Parigi. Il medaglista era Augustin Dupre che negli anni successivi diventerà l’incisore di riferimento della storia monetale francese grazie al pezzo da 5 franchi che simboleggerà la Repubblica per quasi 200 anni: la moneta con Ercole. La mancanza di contante metallico, e il risultato deludente delle monete da 12 denari e 2 sols a corso legale, spinsero alcuni privati a sostituirsi allo Stato per fornire alla popolazione le monetine. La Banque Monneron iniziò a coniare monete di fiducia in rame nel settembre del 1791. Per velocizzare i tempi di produzione, i Monneron strinsero un patto con l’industriale inglese Matthew Boulton, socio dell’ingegnere James Watt, l'inventore della prima macchina a vapore. Grazie all'invenzione di Watt, le monete Monneron furono prodotte in gran numero nell'officina monetaria della Soho Mint di Boulton, nei pressi di Birmingham. In cambio di una commissione, i Monneron offrirono alla popolazione francese lo scambio delle loro monete di fiducia con assignat da 50 livre. Tuttavia, l’eccessiva fiducia che i fratelli ebbero verso l’assignat, e il suo rapido deprezzamento, fu una vera rovina per la Banque Monneron. Inoltre, la coniazione di milioni e milioni di monete in Inghilterra comportò una spesa di denaro in argento e oro enorme per l’acquisto del rame inglese e della lavorazione, con una perdita considerevole. La rovina era ormai vicina. Verso la fine di marzo del 1792, la Banque Monneron fu dichiarata fallita e Pierre, che ne fu il direttore, fuggì in Inghilterra. Il fratello minore Augustin, che deteneva la banca, rilevò l'attività, ma la comparsa di una legge nel 1792 che proibì la fabbricazione di monete private spense ogni speranza. Nel settembre dello stesso anno un decreto vietò la commercializzazione delle monete di fiducia rimaste in circolazione. Nonostante la legge, i gettoni di fiducia circolarono almeno fino al 1794. I fratelli Monneron, da sinistra a destra: Pierre Antoine, Charles Claude Ange e Jean Louis. Insieme all'altro fratello Augustin fonderanno la Banque Monneron. La Soho Mint nei pressi di Birmingham. Proprietà di Matthew Boulton, la zecca coniò i 2 penny "cartwheel" di Giorgio III, nonché numerosi penny di prova e coloniali. 3. I 5 sols “del Giuramento” Con oltre due milioni di esemplari coniati, le monete da 5 sols dette “del Giuramento” o “patto della Federazione” sono le protagoniste e le più famose delle monete Monneron. In bronzo, dal peso di 25 – 30 g e dal diametro di 38 – 40 mm, esistono 4 tipologie per differente rovescio, mentre al dritto condividono l’immagine allegorica, con i soldati che fanno voto davanti alla Libertà, del giuramento compiuto durante la Festa della Federazione del 14 luglio 1790, che commemorava la presa della Bastiglia. Attorno è presente la scritta VIVRE LIBRES OU MOURIR, e in esergo la data 14 JUILLET 1790. L’incisore di questa magnifica immagine, che ricorda un po’ lo stile neoclassico del Giuramento degli Orazi dipinto da Jacques Louis David, è di Augustin Dupre. L'adeguamento tipografico e quello dei torchi furono forniti invece da Jean Pierre Droz, dipendente della Soho Mint. Le 4 tipologie sono le seguenti: Il primo tipo è datato 1791 e presenta al rovescio la frase “MEDAILLE DE CONFIANCE DE CINQ - SOLS A ECHANGER CONTRE DES ASSIGNATES DE 50 L. ET AU DESSUS – L’AN III DE LA LIBERTÉ” mentre attorno “MONNERON FRERES NEGOCIANS A PARIS 1791”; sul contorno, in incuso, la scritta DEPARTEMENTS DE PARIS DE RHONE DE LOIRE DU GARD. I 5 sols del 1791 sono quelli più rari. Inoltre, al dritto, vicino all’altare, la data 14 JUILLET 1790 è scritta in numeri romani; Dal secondo tipo in poi sono datati 1792. Al rovescio presenta la frase “MEDAILLE DE CONFIANCE DE CINQ – SOLS REMBOURSABLE EN ASSIGNATES DE 50 L. ET AU DESSUS – L’AN III DE LA LIBERTÉ” mentre attorno “MONNERON FRERES NEGOCIANS A PARIS 1792”. La scritta finale cambia in base all’anno III o all’anno IV. I primi monneron del secondo tipo riportano l'indicazione 50L, mentre i successivi 50#. Al contorno, in incuso, i gettoni dell’anno III presentano la scritta “DIPARTEMENS OF PARIS RHONE E LOIRE DU GARD” mentre quelli dell’anno IV “DEPARTEMENS OF PARIS RHONE E LOIRE DU GARD”; Il terzo tipo presenta al rovescio la scritta “MEDAILLE QUI SE VEND 5 - SOLS A PARIS CHEZ MONNERON PATENTÉ L’AN IV DE LA LIBERTÉ” mentre attorno “REVOLUTION FRANÇAISE 1792”. Al contorno, in incuso, compare la frase “BON POUR LES 83 DEPARTAMENS AN IV”. I monneron del terzo tipo misurano 38 mm invece di 40 mm. Oltre al diametro inferiore, il peso è vicino ai 25 g; L’ultimo e quarto tipo porta la leggenda “MEDAILLE QUI SE VEND CINQ - SOLS A PARIS CHEZ MONNERON PATENTÉ” mentre attorno “REVOLUTION FRANÇAISE 1792”. Al contorno, in incuso, presenta la scritta “CONFIANCE AUGMENTE LA VALEUR”; Esistono anche 5 sols placcati in argento e oro, ma sono molto rari. Il dritto è lo stesso in tutti e 4 i tipi. Solo nel primo tipo è presente un piccolo cambiamento con la data scritta in numeri romani. 5 sols del primo tipo, i più rari da trovare. 5 sols del secondo tipo. Le monete con 50# e la scritta AN IV sono quelle più comuni. 5 sols del terzo tipo. A differenza degli altri 3 tipi, il terzo è l'unico che misura 38 mm e il peso sui 25 g. 5 sols del quarto tipo, più rari rispetto a quelli del secondo e terzo tipo. Un 5 sols del secondo tipo placcato in argento. 4. I 2 sols “Libertà” I gettoni da 2 sols del tipo “Libertà” furono le primissime monete coniate dalla Banque Monneron. In totale furono coniate oltre due milioni e seicentomila esemplari. Sempre in bronzo, il peso oscilla tra i 16 e 18 g mentre il diametro è di circa 32 mm. Al dritto viene raffigurata la Libertà seduta a sinistra, appoggiata alla Dichiarazione dei Diritti Umani, che tiene nella mano destra una picca sormontata dal berretto frigio, simbolo di libertà, e dietro un gallo, simbolo di vigilanza. In alto si nota un sole splendente con i raggi che illuminano la personificazione della Libertà. Attorno notiamo la scritta “LIBERTE SOUS LA LOI” mentre in esergo "L’AN III (o IV) DE LA LIBERTE”. A differenza dei 5 sols, l’incisore è un certo Ponton, ma sfortunatamente non esistono informazioni su di lui. Esistono due tipi di monete da 2 sols: Il primo tipo è datato 1791 e riporta al rovescio la frase “MEDAILLE DE CONFIANCE DE DEUX SOLS A ECHANGER CONTRE DES ASSIGNATES DE 50 L. ET AU DESSUS 1791” mentre attorno “MONNERON FRERES NEGOCIANS A PARIS”. Nel contorno, in incuso, è presente la scritta “BON POUR BORD. MARSEIL. LYON. ROUEN. NANT. ET STRASB.”. Il valore in assegnati può essere espresso in 50L, 50L. o 50#. Il secondo tipo è datato 1792 e riporta al rovescio la frase “MEDAILLE QUI SE VEND DEUX-SOLS A PARIS CHEZ MONNERON PATENTÉ” mentre nel giro “REVOLUTION FRANÇAISE 1792”. Nel contorno, in incuso, è presente la scritta “CONFIANCE AUGMENTE LA VALEUR”. Il dritto è lo stesso nelle due tipologie. Naturalmente cambia la frase in esergo in base all'anno III o anno IV. 2 sols del primo tipo. 2 sols del secondo tipo. 5. 1, 2 e 5 sols “Ercole” Finiamo la monetazione Monneron con le ultime monete del tipo Ercole, tutte coniate nel 1792 e meno comuni rispetto ai 5 sols del Giuramento e ai 2 sols Libertà descritti in precedenza. La moneta da 1 sol è molto rara ed è costituita in bronzo, peso di circa 7 g e diametro di circa 27 mm. Al dritto presenta l’immagine di Ercole mentre cerca di spezzare i raggi della libertà davanti al tempio della sapienza. L’incisione è del medaglista Augustin Dupre. Attorno è presente la scritta “LES FRANÇAIS UNIS SONT INVINCIBLES” mentre in esergo “L’AN IV DE LA LIBERTÉ”. Al rovescio notiamo la frase “MÉDAILLE QUI SE VEND UN – SOL A PARIS CHEZ MONNERON PATENTÉ” mentre attorno “REVOLUTION FRANÇAISE 1792”. Nel contorno, in incuso, è presente la frase “CONFIANCE AUGMENTE LA VALEUR”. La forte determinazione del popolo francese è rappresentata dal fascio dei raggi legati assieme che nemmeno Ercole riesce a rompere, immagine che ben rappresenta il motto inciso sul tondello. La stessa immagine e la stessa leggenda, ovviamente con diversa indicazione del valore, di peso e di diametro (bronzo, 11 - 14g e circa 32 mm) sono impresse sul pezzo da 5 sols, il più “comune” della serie Ercole. Invece la moneta da 2 sols (bronzo, 13 - 14 g e circa 32 mm), molto rara come quella da 1 sol, è differente: in questo caso Ercole è raffigurato mentre sta piegando lo scettro reale con attorno la scritta “LA SAGESSE GUIDE SA FORCE”. In esergo compare la scritta “LA FIN DU DESPOTISME”. È chiaro il riferimento della fine monarchica. Inoltre, compare una civetta a sinistra di Ercole. Esiste anche un tipo rarissimo da 2 sols, con stessa immagine al dritto, che non presenta indicazione di valore, mentre al rovescio è raffigurata una piramide con attorno “RESPUBLICA GALLICA ANNO”, mentre all’esergo “ÆRE PERENNIUS 1792”. In questo caso si potrebbe trattare di una prova o di una medaglia. 1 sol Ercole, molto rari. 5 sols Ercole. Della tipologia Ercole, i 5 sols sono quelli "più comuni" da trovare. 2 sols Ercole. Da notare lo scettro reale piegato e la corona rotta. Come per la moneta da 1 sol, anche quelle da 2 sols sono molto rare. I 2 sols con la piramide, forse una versione di prova o una medaglia. Con le monete Ercole concludiamo la discussione su queste magnifiche monete rivoluzionarie francesi. In realtà ci sarebbero altre monete di fiducia come quelle della Caisse de Bonne Foi, Lefevre – Lesage, Clémencon et Compagnie etc. Inoltre, esistono tante varianti dei Monnerons in base alla disposizione di punti, lettere, numeri, difetti del conio e altro ancora, ma ho preferito fermarmi solo sulla monetazione Monneron e sui punti importanti altrimenti il post sarebbe stato troppo lungo. Spero che questa discussione vi sia piaciuta! 😃 Alla prossima Xenon971 punto
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Dominion of Canada Denominazione del Canada utilizzata dal 1867 e sino alla fine degli anni '30, ma ufficialmente rimossa per legge solo nel 1951. Le frazioni di dollaro erano comunemente chiamate shinplaster (termine in uso durante la guerra d'indipendenza americana), era un pezzo di carta che i soldati mettevano dentro gli stivali per attutire fastidiosi sfregamenti. Erano così chiamate anche le banconote di basso taglio (meno di un dollaro) che circolavano nella seconda metà dell'800 (furono prodotte causa la carenza di moneta circolante), quest'ultime erano percepite quasi senza valore rispetto alle valute forti come le monete d'oro e d'argento, quindi divennero note con questo termine. Biglietto da 25 cent di dollaro del 1900 stampato a cura del Ministero delle finanze acquisito oggi. (cliccarci sopra per ingrandire) Una banconota da 25 cent che già possedevo del Dominion of Canada, in questa tipologia del 1923 è previsto il seriale alfanumerico1 punto
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Marco Aurelio Marco Aurelio Antonino Augusto (in latino Marcus Aurelius Antoninus Augustus; nato a Roma il 26 aprile 121 e morto a Sirmio il 17 marzo 180, meglio conosciuto semplicemente come Marco Aurelio, è stato un imperatore, filosofo e scrittore romano. Su indicazione dell'imperatore Adriano, fu adottato nel 138 dal futuro suocero e zio acquisito Antonino Pio che lo nominò erede al trono imperiale. Nato come Marco Annio Catilio Severo (in latino Marcus Annius Catilius Severus), divenne Marco Annio Vero (in latino Marcus Annius Verus), che era il nome di suo padre, al momento del matrimonio con sua cugina Faustina, figlia di Antonino, e assunse quindi il nome di Marco Aurelio Cesare, figlio dell'Augusto (in latino Marcus Aurelius Caesar Augusti filius) durante l'impero di Antonino stesso. Marco Aurelio fu imperatore dal 161 sino alla morte, avvenuta per malattia nel 180 a Sirmio secondo il contemporaneo Tertulliano o presso Vindobona. Fino al 169 mantenne la co-reggenza dell'impero assieme a Lucio Vero, suo fratello adottivo nonché suo genero, anch'egli adottato da Antonino Pio. Dal 177, morto Lucio Vero, associò al trono suo figlio Commodo. È considerato dalla storiografia tradizionale come un sovrano illuminato, il quinto dei cosiddetti "buoni imperatori" menzionati da Edward Gibbon. Il suo regno fu tuttavia funestato da conflitti bellici (guerre partiche e marcomanniche), da carestie e pestilenze. Marco Aurelio è ricordato anche come un importante filosofo stoico, autore dei Colloqui con sé stesso (Τὰ εἰς ἑαυτόν nell'originale in greco). Alcuni imperatori successivi utilizzarono il nome "Marco Aurelio" per accreditare un inesistente legame familiare con lui. (Wikipedia) Valore nominale: Sesterzio Diametro: 32 mm circa Peso: 29,90 gr Metallo: Bronzo Dritto: AVRELIVS CAES AN-TON AVG PII F (Aurelius Cæsar Antonini Augusti Pii Filius), testa nuda di Marco Aurelio a destra Rovescio: TR POT X - COS II (Tribunicia Potestate decimum Consul iterum), Minerva elmata e drappeggiata stante a sinistra, tiene gufo nella mano destra e lungo giavellotto nella mano sinistra, appoggiata allo scudo, S - C in campo Zecca: Roma Officina: Emissione: Anno di coniazione: 155-156 Riferimento: RIC 1325a Rarità: Note: Sesterzio di barra Attendo vostri pareri ed osservazioni, soprattutto sulla catalogazione. 😄 Ave! Quintus1 punto
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io consiglio sempre di pensarci due volte prima di voler tappare un buco, non si sa mai come può andare a finire.1 punto
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Potrebbe anche, perché no? Pare che CR siano state impresse successivamente. Come dicevo prima, molto molto dipende dal peso e diametro. Vedi anche questa discussione.1 punto
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Come sempre le monete ci passano sotto gli occhi giornalmente e spesso le guardiamo in maniera distratta. Beato colui che riesce ad andare oltre i propri occhi ascoltando il proprio istinto. Vi presento il mio ultimo acquisto, che risulterebbe essere un normalissimo soldino di Lorenzo Celsi. Se non chè.... Cari amici come si può ben notare l'iconografia, nonostante alcune lettere tremolanti ed un insieme non propriamente da moneta splendida è abbastanza in linea con quelle che sono le emissioni del doge Celsi. Ed allora quale è la caratteristica che rende unica questa moneta in stato direi di QBB? Semplice, la legenda. Al D/ si legge LAVRE.CE LSI.DVX Il doge inginocchiato a s. con il vessillo Al R/ .S.MARCVS.VENETI. Leone rampante a s. con il vessillo, in campo a s. iniziale del massaro A attribuibile ad Andrea Foscarini. Per chiarire a tutti noi frequentatori del forum, non esiste ne nei Ducati d'oro, ne nei soldini, ne nei torneselli la legenda LAVRE. Tutte le monete apparse fino ad oggi riportano LAVR. Inutile aggiungere che tale legenda non è presente nel C.N.I., nel Papadopoli, nel Montenegro e in acsearch. I cari amici contattati del nostro gruppo esprimono condecisione l'opinione che tale moneta non sia un falso e devo anche aggiungere che il Lambros nel suo "Monete coniate a Chiarenza imitanti le monete veneziane" parla dei soldini falsi del Celsi, ma nessuna con legenda LAVRE. E' mio parere che questa moneta sia coniata nella zecca di Venezia, pertanto buona,fino ad oggi sconosciuta e che sia un inedito. Quanto dobbiamo ancora scoprire.. Ma il bello è proprio questo.😉1 punto
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Infarcita di superbia, presupponenza, presunzione e maleducazione. Mi pare che ce ne sia a sufficienza Ahahahahahaha senti chi parla...ma svanisci, dissolviti, estinguiti va' che fai meglio1 punto
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Rocco, scusa, adesso ho capito. Possiamo iniziare a seguire la scala proposta da Lorenzo, l’importante non essere solo in tre. Ciao.1 punto
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Il contorno liscio è normale su questa tipologia e il cerchio al centro è stato fatto dopo con qualche attrezzo specifico.1 punto
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Chiedo scusa , ma ricordavo che "iterum" significasse "nuovamente" , nel qual caso poteva indicare 2° o 3° volta COS .1 punto
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Il nostro amico @Federr ha un amico che è in possesso di questa medaglia, perchè questo è, ed è convinto che sia d'oro, basta andare da un orefice e farla saggiare e che valga un sacco di soldi perchè il duce Mussolini le fece coniare a suo piacere per distribuirle ai suoi amici/parenti. Questa notizia gli è stata fornita da un professore universitario, purtoppo deceduto, e da uno scritto (?) addirittura del compianto Mario Traina. Allora... è stato detto in tutte le salse che il capo del governo NON può e non poteva coniare moneta ( è come se oggi Giorgia Meloni comparisse sull'euro), che la "pseudomoneta" presentata riporta l'impronta del 20 lire di Vittorio Emanuele III Elmetto corretta in 100 Lire... ecc.. Se l'amico dell'amico @Federr ha voglia di buttare soldi in perizie varie, lo faccia pure; da parte nostra abbiamo dato più che esaurienti risposte in modo disinteressato e gratuito.1 punto
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Un mito, re Numitore Sostanza farmacologicamente attiva buona giornata1 punto
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https://www.ebay.it/itm/185719422498?mkcid=16&mkevt=1&mkrid=711-127632-2357-0&ssspo=KS1i3GcoTYW&sssrc=2349624&ssuid=qT5p5EeSSpy&var=&widget_ver=artemis&media=COPY Questa, apparentemente uguale, è stata venduta a 15 Euro. Ma chi sarebbe il professore che ha ipotizzato il conio della medaglia nel 1943-45? Comunque, in assenza di documentazione attestante una coniazione durante il fascismo (cosa che mi rende piuttosto perplesso) rimane una medaglia per nostalgici avente il valore dell'oro contenuto.1 punto
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Ottimo acquisto👍. Sono banconote che mi piacciono molto per i soggetti e la storia ... molto presto la metterò in collezione. Per adesso possiedo solo il 25 del 1923 a firme McCavour/Saunders ma senza il testo "AUTHORIZED BY R.S.C. CAP. 31": anche se più comune rispetto alla tua1 punto
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Buonasera a tutti, complimenti per questa discussione molto interessante e con monete bellissime, do anche io il mio contributo postando un mio ducato di Filippo II non censito sul Magliocca con una simbologia sotto il busto sicuramente molto rara.1 punto
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Ciao, è un 50 yen giapponese in rame/nickel del 42 showa, equivalente al nostro 1967. ps: L'era showa è corrispondente al regno dell'Imperatore Hirohito (1926-1989)1 punto
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Ciao denario repubblicano M. Nonius Sufenas. 57 BC. AR Denarius (3.85 g, 5h). Rome mint. Bearded head of Saturn right; S•C, harpa, and conical stone behind / Roma seated left on cuirass and shields, holding scepter and sword; behind, Victory standing left, holding palm frond and crowning Roma with wreath. Crawford 421/1; Sydenham 885; Nonia 1. Good VF, handsome old gray and iridescent cabinet toning. Excellent silver quality. Bold strike on both sides.1 punto
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Senza diametro, peso, rilievi è difficile per me dare una risposta. Mi sembra di intravedere nell’appiattimento generale del rovescio la Nike alata in piedi che incorona la persona seduta con lo scudo a lato. Vedo una testa a destra al dritto. Cerca di identificare bene le lettere sulle due facce. Spero che avendo mosso le acque, qualcuno con vista migliore della mia ti possa aiutare. apollonia1 punto
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Indubbiamente è gratificante avere nella propria collezione monete descritte e fotografate in qualche catalogo. Una moneta così acquisisce sicuramente anche un valore aggiunto in caso di vendita. Questo per i vecchi cataloghi, pubblicati ante il nostro acquisto, attualmente è sempre più frequente possedere una moneta in collezione e poi trovarla pubblicata da qualche parte da da webpirati che prendono qua e la le immagini di monete senza averle avute fra le mani e senza curarsi della proprietà. Ciò può dare un po' di fastidio, ma la moneta acquisisce comunque un valore aggiunto. E' anche certamente piacevole piacevole possedere una moneta che si sa essere stata apprezzata da qualche studioso e aver fatto parte di qualche importante collezione. Alle volte scopriamo di essere in possesso di monete esitate in qualche importante vecchia asta, e anche questo da piacere. Pedigree recenti danno meno gratificazione, ma è importante tenerne conto e documentare il tutto; é cosa che fa parte intrinseca della moneta e in futuro darà soddisfazione a qualche collezionista. Da ultimo, tutti noi collezionisti, speriamo, magari "sottosotto", che le nostre monete avranno un interesse maggiore, in futuro, perchè provenienti dalla nostra collezione.1 punto
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Giusto. I confini attuali c'entrano poco. Si devono sempre considerare quelli che erano i " confini" dell'epoca e soprattutto quelle che erano le "aree numismatiche", i rapporti di "accettazione" delle rispettive monete tra gli stati.1 punto
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Buongiorno a tutti, ben venga ogni nuovo studio sulle varianti Napoletane purché non crei "confusione" fra i collezionisti. Mi ritrovo monete con numerose "stranezze" e credetemi è difficile poterle interpretare ... Un esempio :1 punto
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Ecco le mie foto, le ho reso giustizia 😁1 punto
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Alberto, solitamente non ho molto trasporto per le monete piccoline, ma queste hanno suscitato il mio interesse. È una specie di rimpatriata, visto che hanno a che fare con la mia terra, dove ho vissuto i primi 25 anni della mia vita. Con tutti questi cavalli, però, speriamo di non dover allargare la stalla! Ti ringrazio e ti saluto caramente.1 punto
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C'è un motivo per cui questa discussione inizia proprio oggi. Esattamente un anno fa, il 14 giugno 2020, il forum perdeva un caro amico, Mark M. Peters, da tutti conosciuto come @villa66 Vorrei ricordarlo dedicandogli questa discussione su una delle monete più iconiche del suo paese, un piccolo gesto per una grande persona che sarà sempre nei nostri cuori1 punto
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Nessun silenzio assenso. Se la dichiarazione NON è dovuta, ovviamente non ne può derivare nulla. Se l’ufficio risponde è solo per dire che la dichiarazione non era dovuta. Le ulteriori avvertenze che possono essere aggiunte alla risposta non hanno alcuna giustificazione se non creare, a mio parere, un po’ di apprensione nel cittadino. Tanto per tenere alto il morale!!! Gli unici obblighi di legge sono questi: -per chi intende vendere all’estero un oggetto di potenziale interesse storico culturale, deve chiedere l’autorizzazione all’esportazione; -per chi trova oggetti nel sottosuolo, che sono per ciò solo di proprietà dello Stato, vi è l’obbligo di consegna. Tutto qua. Non inventiamoci obblighi che non ci sono. Già la nostra legislazione prevede un mare di oneri, aggiungere quelli di fantasia mi sembra eccessivo.1 punto
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