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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/24/23 in tutte le aree
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Come sempre le monete ci passano sotto gli occhi giornalmente e spesso le guardiamo in maniera distratta. Beato colui che riesce ad andare oltre i propri occhi ascoltando il proprio istinto. Vi presento il mio ultimo acquisto, che risulterebbe essere un normalissimo soldino di Lorenzo Celsi. Se non chè.... Cari amici come si può ben notare l'iconografia, nonostante alcune lettere tremolanti ed un insieme non propriamente da moneta splendida è abbastanza in linea con quelle che sono le emissioni del doge Celsi. Ed allora quale è la caratteristica che rende unica questa moneta in stato direi di QBB? Semplice, la legenda. Al D/ si legge LAVRE.CE LSI.DVX Il doge inginocchiato a s. con il vessillo Al R/ .S.MARCVS.VENETI. Leone rampante a s. con il vessillo, in campo a s. iniziale del massaro A attribuibile ad Andrea Foscarini. Per chiarire a tutti noi frequentatori del forum, non esiste ne nei Ducati d'oro, ne nei soldini, ne nei torneselli la legenda LAVRE. Tutte le monete apparse fino ad oggi riportano LAVR. Inutile aggiungere che tale legenda non è presente nel C.N.I., nel Papadopoli, nel Montenegro e in acsearch. I cari amici contattati del nostro gruppo esprimono condecisione l'opinione che tale moneta non sia un falso e devo anche aggiungere che il Lambros nel suo "Monete coniate a Chiarenza imitanti le monete veneziane" parla dei soldini falsi del Celsi, ma nessuna con legenda LAVRE. E' mio parere che questa moneta sia coniata nella zecca di Venezia, pertanto buona,fino ad oggi sconosciuta e che sia un inedito. Quanto dobbiamo ancora scoprire.. Ma il bello è proprio questo.😉3 punti
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Praticando il metaldetecting per ricerche militari solo una volta li ho chiamati per aver trovato una moneta romana.....svogliati,scaxxati,nervosi,trattato peggio di un tombarolo ( ovviamente il miei vaffa erano d'obbligo ) e gli ho semplicemente spiegato che per legge sono tenuto a chiamarli anche per monete vecchie di 50 anni e che qst era il loro lavoro e avrebbero solo dovuto ringraziarmi che avendo questa passione si possono ampliare le vetrine dei musei ( anche se son certo che sarà finito in qualche scantinato a far polvere ) .....la loro risposta : "eh ma è roba romana come facciamo a sapere di cosa si tratta?" la mia risposta educata ma x presa in giro " signori, esistono i periti numismatici anche per questo ".....la loro risposta " eh allora se la legge dice che ci deve chiamare per monete vwecchie anche di 50 anni vuol dire che ci deve chiamare anche per le lire"....." certo nessun problema .....richiamati e fatti venire in mezzo al bosco tra sali e scendi di doline almeno 5 volte per monete da 10 lire degli anni 60 " si si è vero son bastarello.... ma come mi han detto i carabinieri : la prossima volta che trovi una romana tientela in unalbum per monete almeno con te faà più bella figura che con gente che dovrebbe come minimo ringraziarti per un hobby che porta alla luce la storia....3 punti
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Ho notato una singolare identità di conio su tre dei sei sesterzi di Nerone con Ceres e Annona Ric 496, pari alla metà di quelli passati in asta e presenti su Acsearch. Ne metto l'immagine per studiare, io per primo, la cosa. Il primo è ex Kuenker 376 lotto 4928. Il secondo ex Cng TritonVII lotto 865 (Ex Schweizerische Kreditanstalt 4 (3 December 1985), lot 463). Il terzo ex Vico 151 lotto 366 I diritti mi sembrano identici. I rovesci del Kuenker e del Vico appaiono identici, il CNG è differente. I tondelli sembrano tutti diversi. I pesi sono rispettivamente 24,80 - 26,98 e 27,30 Qualcosa nel ritratto fa pensare a una medaglia Ottocentesca. Singolare la grande perfezione nei ritratti, i capelli si possono contare uno a uno; ritratti un po' piatti, come coniati a pressa, è pur vero che raramente ho visto Nerone con chiare evidenze di coniazione. Ma non vedo altro di troppo anomalo...2 punti
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Cari amici dopo una pausa forzata riprendo le mie modeste condivisioni di grandi moduli italiani in argento. Stasera andiamo a Parma, regnante Maria Luigia d’Austria, figlia dell’imperatore Francesco I, nel 1810 sposa Napoleone Bonaparte e nel 1814 il Trattato di Fontainebleau le attribuisce il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. Le sue monete a partire dal 1819 furono coniate a Milano, incluse quelle del 1815, che vennero battute in quell’anno (1819). Mori’ nel 1847. I pezzi da 5 lire, come i marenghi e i doppi marenghi d’oro, sono sempre state molto apprezzate dai collezionisti. Degli scudi si conoscono 4 millesimi: il 1815, il più reperibile, il 1832 che vi presento stasera, più raro, il 1832 ribattuto sul 1815, molto raro, e per finire una delle monete più rare di tutto l’Ottocento italiano, il mitico 1821 conosciuto in tre esemplari, che l’imperatrice fece coniare per commemorare la morte del marito. L’esemplare qui fotografato, da poco in collezione, vanta una perizia Nip di FDC e presenta una discreta patina omogenea su fondi lucenti e rilievi intonsi. Ne sono abbastanza fiero perché così non è proprio semplice da reperire sul mercato. Buon weekend a tutti2 punti
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DE GREGE EPICURI Volevo mostrarvi questa interessante medaglia alpina, che si riferisce alla Prima Guerra mondiale, ed è dedicata alla 79esima batteria da montagna. Pesa 8,26 g e misura 27 mm. Al diritto: aquila sora due cannoni incrociati; sopra: "Campagna di guerra 1915-16-17-18". Sotto: NULLA VIA INVIA, 79esima batteria da montagna. Al rovescio: un gruppo di alpini con un cannone, sotto un dirupo; un alpino osserva col cannocchiale.2 punti
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Salve, in effetti codesta moneta fa tanto lustro che lo uso anche di notte come torcia quando, a causa di cistiti, sono costretto ad alzarmi spesso dal letto per urinare. (ovviamente sto scherzando)2 punti
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Salve a tutti, @Releo @giuseppe ballauri grazie per le vostre parole. Leggendo i vostri ultimi interventi, posso comprendere la posizione di entrambi. In generale, quando si parla dell'argomento varianti, l'errore che tutti tendiamo a fare più di frequente è quello di mettere tutte le varianti sullo stesso piano, probabilmente perché ad oggi, manca uno studio specifico sul "grado d'importanza" delle stesse, uno studio che stabilisca in modo concreto, ciò che è più importante da ciò che lo è meno e che ci aiuti a comprenderne anche il perché. Per questo, secondo me servirebbe creare una vera e propria scala di valutazione - così come si sono strutturate delle scale per il grado di conservazione e per il grado di rarità. Bisognerebbe quindi, studiare caso per caso, ogni singola variante e scartare tutte quelle varianti che non reputeremmo "degne di nota", per poi classificare con criterio tutte le altre. Propongo di discutere e stilare insieme una sorta di classifica con un codice alfa-numerico (es. da V1 a V5) che definisca l'importanza di tutte le varianti conosciute, indipendentemente dal grado di rarità delle stesse. Solo per fare un esempio, provo ad elencare le principali varianti con quella che potrebbe essere un'ipotetica classificazione: V1 - Varianti della punteggiatura in legenda, come i "doppi punti" (es. VTR../ HIER..) ed altre varianti degne di nota, anche riguardanti il contorno (es. 1835, PROVIDENTIOAPTIMI PRINCIPIS) o con l'asse invertito (es. 1834, rovescio invertito). V2 - Ribattitura di una lettera della legenda su un'altra lettera (es. 1834 "RES" X su S, etc.). Ribattitura dell'ultimo numero del millesimo su un altro numero (es. 1848, 8 su 7, etc.). V3 - Lettere segnate in legenda (es. FERDINANDAS / ATR), numeri speculari, modifiche sul conio (orecchio sdoppiato), evidenti modifiche strutturali dell'araldica (es. 1834, 10-11-13 torrette / 1838, sotto-corona rigato / 1834,'56,'57,'58,'59 aquile capovolte). V4 - Modifiche strutturali in legenda (es. 1834, GRTIA / REGN / GRAITA / 1835, REGN I in incuso / 1856 TVR). Varianti "effige diversa" (es. 1840 collo diverso / 1831,'34,'36 collo lineare). V5 - Re-impresse 1832 / 1847 / 1848 NOTE: Propongo di scartare dalla classificazione tutte quelle varianti che vedono l'alternanza di numeri e lettere di diverse forme e dimensioni, come ad esempio: piccolo-grande, grassetto-normale e più in generale, qualsiasi disallineamento di lettere e numeri. Scartare tutte le ribattiture di una lettera sulla stessa lettera (es. I su I) e le ribattiture di un numero sul medesimo numero (es. 1856 - 8 ribattuto). Scartare tutte le altre ribattiture che riguardano il nominale e qualsiasi elemento all'interno dello stemma, come le ribattiture di torrette, gigli, leone, aquile etc. (a parte le aquile capovolte ribattute su quelle standard, perché queste avrebbero un'importanza storico/araldica). Cosa ne pensate? Potrebbe essere un'idea utile per cominciare a ragionarci su? Un saluto, Lorenzo2 punti
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Sono due cose diverse, Enrico Polani non è doge e quello è il suo sigillo bizantino, in virtù del titolo che aveva presso quella corte.2 punti
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Buongiorno a tutta la Sezione. Viste le foto di tutti i 10 tornesi del 1837, gentilmente postate nella discussione, credo che abbiano creato in zecca due conii differenti per il rovescio (vedi il 7 del millesimo più basso o in linea) e un conio solamente per il dritto perché in prossimità della prima N di FERDINANDUS si evince sempre una lesione di conio, più o meno evidente in tutti gli esemplari. Concordo anche io @giuseppe ballauri che il grado di rarità R3 espresso sul catalogo Magliocca sia effettivamente corretto visto l'esiguo numero di pezzi apparsi sul mercato.2 punti
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Buongiorno, vi presento la mia prima sterlina d’oro del 1898, che rappresenta la Regina Imperatrice Vitoria e l’immancabile San Giorgio che sconfigge il drago, capisco che per voi sia una moneta banale e molto comune ma essendo la mia prima moneta d’oro mi ha molto colpito! Non sono molto esperto ma come stato di conservazione non mi sembra male vero?1 punto
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Buon giorno a tutti, Il Circolo Numismatico Romano-Laziale è lieto di annunciare che il 28 aprile 2023, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, si terrà la Giornata di Studi: La Moneta a Roma: dai Barbari all’Era Moderna L’evento è organizzato dal Circolo Numismatico Romano-Laziale, promosso dalla Presidenza dell’Assemblea Capitolina e patrocinato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma Programma Moderatore: Riccardo Sideri Ore 10:00 - Saluto della Presidente dell’Assemblea Capitolina: Svetlana Celli Ore 10:15 - Riccardo Sideri: Saluti e apertura del Moderatore Ore 10:30 - Bernardino Mirra: La Moneta a Roma, 25 secoli di Storia Ore 11:00 - Fabio Scatolini: Invicta Roma: le emissioni dalla caduta dell’Impero Romano alla fine del periodo bizantino Ore 11:45 - Giorgio Fusconi: Le prime emissioni pontificie: gli Antiquiores Ore 12:30 - Eventuali domande del pubblico Ore 13:00 – Pausa pranzo Ore 15:00 - Gianluca Mandatori: Da Provins al Campidoglio: fortuna, evoluzione e diffusione del denaro provisino Ore 15:45 - Bernardino Mirra: Gli Hamerani, una dinastia di incisori Ore 16:30 - Davide Fabrizi: Presentazione del volume “Lo Duca de Sora” Ore 17:15 - Eventuali domande del pubblico Per qualsiasi informazione contattare: [email protected]1 punto
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Salve a tutti, vi voglio mostrare le modeste medaglie di mio bisnonno classe 1897, venne richiamato nel 1916 e combatté sull altipiano di Asiago e poi sul Piave, inquadrato nel 114 Reggimento Fanteria, ricordando con quale spirito di sacrificio ed eroismo combatterono e morirono per l’Italia.1 punto
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Veramente notevole, molto prossima alla massima conservazione, congratulazioni!👏🏽👏🏽👏🏽1 punto
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Correttissimo!!! Questo è l'esempio che ho trovato. Direi che è lui!!! E quindi... Valore nominale: Dupondio Diametro: 27 mm circa Peso: 12,99 gr Metallo: Bronzo Dritto: IMP CAES DIVI TRA PARTH F DIVI NER NEP TRAIANO HADRIANO AVG (Imperator Cæsar Divi Traiano Parthico Filio Divi Nervæ Nepoti Traiano Hadriano Augusto), busto di Traiano radiato volto a destra, leggero drappeggio sulla spalla sinistra Rovescio: PONT MAX TR POT COS (Pontifex Maximus Tribunicia Potestate Consul), FORT RED (Fortuna Reduci) e S - C in epigrafe, la Fortuna Redux seduta a sinistra, tiene timone e cornucopia Zecca: Roma Officina: Emissione: Anno di coniazione: 117 Riferimento: RIC II 541c, BMC/RE 399 Rarità: Note: Questo è l'unico esempio che sono riuscito a trovare. Credo sia abbastanza raro. Bravissimo @Stilicho!!! 👍👏👏👏 Ave! Quintus1 punto
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Salve a tutti vorrei sapere che ne pensate di codesta moneta da 100 lire 1957? Grazie dei pareri e scusate le foto alquanto amatoriali...1 punto
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Buonasera. Ho inviato una mail all'Ufficio Vendita Diretta della Città del Vaticano, per avere notizie sulla prima emissione numismatica. Questa la risposta: Buongiorno. In riferimento alla sua richiesta, la informo che la prima emissione numismatica è stata fissata per il 13/04/2023. Il periodo di chiusura della cassa centrale ai collezionisti è stato fissato dal 27/04/2023 al 11/05/2023. Cordiali saluti. Non ci resta che aspettare.1 punto
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Bell' analisi , grazie per condividere cio',la vostra esperienza,facendo notare questi particolari di similitudine e pensieri personali!1 punto
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Provo, non del tutto convinto: Pareo serico nocciola notato1 punto
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Da quello che ho capito nella precedente discussione, conosce molto bene il mercato e segue molto bene le aste, la moneta ormai la ha presa, quindi il mio parere è superfluo, considerando che avrà fatto tutte le sue precedenti analisi e valutazioni ed il prezzo sarà certo congruo con le sue aspettative! Auguri per l' acquisto1 punto
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Buon pomeriggio, ciao @motoreavapore, se può essere utile al censimento, se ne conoscono almeno due di conii al dritto. Allego due immagini: nella prima è presente lo stesso dritto delle monete postate sino ad ora (la frattura di conio vicino alla N di FERDINANDVS non si era ancora formata), invece nella seconda immagine é presente un dritto differente - ancor più raro del primo - (con la F di FERDINANDVS quasi allineata alla linea della nuca). Saluti1 punto
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Ciao e grazie in primis. Dovrebbe esser oggettivo. Poi ogni occhio è diverso. Per questo si vedono le differenze(che non dovrebbero esser grandi). Il discorso poi si fa un pò grande. Anche qui,non dovrebbe influenzarlo. Io posso apprezzare una bassa conservazione su una monetazione cui è quasi impossibile trovar uno spl,ne capto tutti i particolari,apprezzabili per l' usura che avrebbe dovuto avere, ma sempre in un modo la devo giudicare,il metro non deve cambiare,perchè l' usura è sempre quella. Se è un "grande" BB,che per quelle monete "x" è giá tanto, sempre BB le devo dare. Non so se ho reso l' idea😁1 punto
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Buongiorno, ci provo. Dalle foto si percepisce che è in alta conservazione. Azzarderei qFdc. Sicuramente è pari o superiore a Spl+. Valore? Non meno di 2000. Ma potrebbe essere anche decisamente di più. Sono curioso di sapere il responso1 punto
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Io sono tra quelli che apprezza il pedigree di una moneta. Sinceramente se la provenienza poi è una collezione illustre sono anche disposto a spendere qualcosa in più. Tempo fa aprii una discussione che si può collegare a questa:1 punto
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Con la primavera non arrivano solo le rondini, ma anche le monete.... Mi è arrivata proprio adesso.1 punto
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Buongiorno. Prendi la base del numero 100 come riferimento. L'asse X sarà parallelo ad esso. Applica banalmente un postit, o un pezzo di scotch al centro del rovescio e parallelo alla base del 100. Questo è il tuo asse X. Gira la moneta. L'asse X continuerai a vederlo. La testa turrita al dritto è dritta? Se l'angolo tra la verticale passante per la testa e l'asse X di prima non è 90 gradi, allora misura l'angolo con un goniometro, sottrai 90 ed avrai il valore ricercato. Prova. Nelle foto che hai fatto sembrano tutte storte, ma sicuramente non è così1 punto
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Ciao! L'ipotesi di Andrea è molto intrigante, ma - a mio avviso - resta una ipotesi. Riguardo alle bolle plumbee con le quali si corroborava/ufficializzava un documento emesso dalla cancelleria ducale, negli ultimi anni ne abbiamo viste di tutti i colori. Dalle bolle che riproducevano l'iconografia delle oselle, a bolle che, pur emesse a distanza di decenni sotto i dogati di Dogi differenti, avevano parte del loro cordino uguale e quindi poco probabile. Troppo facile "costruire" bolle farlocche. Non è questo il caso. Che io sappia - e non ho mai letto nulla di differente - le bolle erano un tipo di sigillo che doveva rappresentare lo Stato e doveva avere i caratteri e le iconografie riconosciute e riconoscibili di quello veneziano; quindi di una Repubblica conosciuta i cui caratteri salienti erano il solito San Marco che consegna il vessillo con in cima la croce al Doge e nel retro il nome del Doge con i suoi titoli. Le prime bolle dogali (fatta eccezione quella conosciuta di Orso I Parteciaco della quale scrive nella RIN del 2016 il Prof. Asolati) riportano il Santo seduto in trono che consegna il vessillo al Doge. @AndreaPD, in una discussione del 2020 scrive che: Nel 1261 il tipario della bolla dogale muta, le ragioni pare debbano attribuirsi al nuovo consigliere ducale Corrado (cfr. V. Lazzarini, Lettere ducali..., cit., p.190). La figura del Santo ora si presenta in piedi e con la mitra sul capo, tiene il vangelo aperto con la sinistra, le vesti pontificali sono riconoscibili e si notano l’amitto e la dalmatica. Non parliamo del retro, che ha riportato i titoli attribuiti al Doge, differenti a seconda dei secoli. Anche quella del Michiel riporta il Santo seduto e ci siamo, ma è il vessillo che a mio avviso "stona"; mai ho visto una personalizzazione così palese di uno strumento repubblicano con lo stemma araldico del Doge regnante. Nemmeno nei sigilli che taluni uffici periferici adottavano e che riportavano il nome del funzionario preposto, veniva inserito il proprio stemma; al massimo veniva riportato il Leone o il vessillo marciano. Sono più propenso a pensare che si tratti di una croce accantonata, come scrive @chievolan. Circa i mosaici di San Marco non ho la sapienza per esprimermi, soprattutto non so quali siano da considerarsi effettivamente dell'epoca e quali siano invece stati rifatti in secoli successivi, fino all'800, con metodi ed inserimenti magari "di libera interpretazione". Bisognerebbe studiare quali e come sono stati restaurati, potendo rispettare gli originali, oppure, per alcuni, interpretarli con inserimenti anche "fantasiosi" aluti luciano1 punto
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Aggiungo anch'io qualcosa partendo dalla moneta ritrovata: 10 centesimi (lepta) del 1882 coniati a Parigi (segno di zecca A) da Jean Auguste Barre. I dati metrici, ponderali e metallografici sono gli stessi di alcuni tipi di 10 centesimi italiani, francesi, pontifici (2 soldi), sammarinesi, lussemburghesi, serbi, rumeni, bulgari, spagnoli. Anche se le monete da centesimi 10, 5, 2 e 1 non erano oggetto di convenzione nella UML e quindi ogni stato era libero di decidere autonomamente sulla loro coniazione, la prassi per molti è stata quella di utilizzare tondelli uguali per tutti. Nel piccolo lascito numismatico di mia madre, a sua volta ricevuto da suo padre (nato nel 1901), figuravano un paio di monete greche di Giorgio I in rame come quella trovata a terra. Mio nonno materno non dovrebbe essere mai stato in Grecia. Come quelle monete fossero arrivate fino a lui è sempre rimasto un mistero. Io non l'ho mai conosciuto. Sono comunque mille le ipotesi possibili. Eppure Ho sempre creduto si trattasse di circolazione comune legata alla UML anche se il rame non era oggetto d'accordo. Il ritrovamento del palancone greco potrebbe ora costituire un passettino di più verso la conferma di una circolazione comune tollerata anche per gli spiccioli di rame. Certo, dal momento che il quantitativo monetario maggiore in seno alla UML era quello francese, seguito dal contingente italiano, mi chiedo come mai io sia qui a parlare di ritrovamenti di monete greche e non di ritrovamenti di monete francesi, ma questo vuol dir poco. Forse è comunque utile ricordare, come scrivevo prima, che la moneta ritrovata in terra era stata coniata in Francia? Boh... Oppure tutta la questione è paragonabile alle monetine tanto simili per forma e colore ai nostri euro e che pertanto si confondono con essi? Buongiorno Saturno, posso chiederti se hai delle fonti riguardo alla circolazione comune del rame ? Grazie!1 punto
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Buona sera a tutti, riporto questa discussione in evidenza, con la speranza che qualche utente del Forum condivida Doppi Sestini. In attesa ripropongo con nuove foto l'ultimo esemplare condiviso.1 punto
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Buonasera, suvvia, dire che lo stato di conservazione sia solo SPL per questa moneta, è un insulto alla moneta medesima. Per quanto concerne le micro incavature, sarebbero opportune foto migliori e dettagliate per comprendere se dovute a conio sporco. Per ora, mia ipotesi. In attesa di conferma o di smentita.1 punto
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Sempre una bella moneta. Il suo colore è affascinante, anche se preferisco quelle che hanno avuto corso e lo dimostrano: il pensiaro di chi le abbia guadagnate o spese mi emoziona sempre. Buon proseguimento!1 punto
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Concordo al 101%. Tuttavia oggi ci sono collezionisti che si considerano d'eccellenza che guardano solo al valore venale, che mettono in oblio la storia, che mortificano il vissuto e che toglierebbero anche la barba a Enobarbo perché "lo invecchia". Non ragioniam di lor, ma guarda e passa...1 punto
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Ciao Andrea. A me pare una croce accantonata da quattro bisanti. Come nelle monete veneziane dell'epoca.1 punto
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Veramente bello... io ho un paio di monete con "fulmine alato" (di Antonino Pio, credo) e li trovo bellissimi. Mi piacerebbe riuscire ad averne uno in ottima conservazione che faccia vedere tutti i particolari dei fulmini. Qualcuno conosce qualche documento che parli del significato del fulmine alato nella monetazione romana? Ave! Quintus1 punto
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La serie Trieste continua con l’esemplare che volentieri condivido: Volrico de Portis (1233-1254), Denaro. CNI-8/11 Ag mm 20 g 1,20 E a proposito di San Giusto, Patrono di Trieste: https://zdjp.si/wp-content/uploads/2008/12/stekar_18_2.pdf1 punto
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Esatto, si riteneva sconveniente coniare monete nella zecca di Firenze con bontà inferiore dal consueto titolo di argento detto "popolino". Lo si fece comunque perché questo imponevano i valori di mercato del metallo, ma facendo finta che la moneta provenisse dalla zecca di Pisa, inattiva da oltre un secolo, dove si erano coniate monete con titolo inferiore in passato. Agire sul titolo del metallo, diminuendolo senza dare riscontri a chi avrebbe usato queste monete, avrebbe dato l'impressione di legalizzare un'azione fraudolenta. Proprio il titolo è un parametro impossibile da verificare senza fondere, o saggiare come dicevano loro, la moneta.. Nelle aste estere spesso ho visto i francesconi attribuiti erroneamente alla zecca di Pisa. Un saluto1 punto
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Trovata questa mattina nella cassetta della posta..... TAAF, Terre Adélie - Dumont d'Urville Spedito (Italia): 29/08/2022 Annullo: 26/11/2022 Ricevuto (Italia): 14/03/2023 Cielo di Terre Adélie, Aurora Australe (con strato di inchiostro metallizzato) Mario Zucchelli, ricercatore bolognese e presidente del consorzio per l'Antartide dell'ENEA e la base italo-francese Concordia Sul retro un timbro con le coordinate della base https://taaf.fr/espace-philatelie/1 punto
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Le emissioni monetarie di Pandosia, sebbene di scarsa entità ed emesse in modo discontinuo, rappresentano una fonte documentaria di primaria importanza che amplia e valorizza la conoscenza di un sito su cui la tradizione letteraria appare alquanto lacunosa e, in alcuni casi, fortemente dibattuta (per un quadro generale v. Hansen-Nielsen 2004, 285, n. 64). Dubbia peraltro è la stessa localizzazione della città antica all’interno del territorio enotrio, che oscilla tra una tradizionale collocazione nell’alta valle del Crati, in località Timpone del Castello, presso Cosenza (v. da ultimi Mele 2017, 233-5 e Genovese 2012, 34 s. con bibl. prec.), ed una più recente ubicazione a ridosso di Cerenzia (Marino 2005; De Sensi 2004). E per quanto studi e ricerche più o meno recenti abbiano diffusamente indagato l’archeologia dell’Oinotria, la sua organizzazione polico-territoriale nel quadro più ampio del fenomeno coloniale in Magna Grecia, scarsa è stata l’attenzione rivolta nel dettaglio alle emissioni monetali di Pandosia, delle quali è stato offerto solo un quadro complessivo e peraltro suscettibile di approfondimenti e aggiornamenti fondati sulla raccolta della documentazione numismatica (Rutter, HN; Taliercio 2012, 1998; Bugno 2007; Parise 1982; Mangieri 1980). Localizzazione di Pandosia (da M. Bugno, Da Sibari a Thurii, Naples 1999) Base di partenza del presente contributo è stato pertanto il censimento degli esemplari che è stato possibile documentare attraverso lo spoglio di cataloghi di collezioni pubbliche, private e di vendite all’asta. La cortesia e la disponibilità di alcuni utenti, ai quali rivolgo un sentito ringraziamento, hanno inoltre fornito a vario titolo un importante contributo consentendo di ampliare e puntualizzare alcuni aspetti della ricerca. L’analisi condotta ha consentito di elaborare un preliminare catalogo di 25 esemplari in argento (15 stateri, 5 dracme, 5 trioboli) che in base ad elementi tipologici sono stati convenzionalmente ripartiti in tre gruppi di emissione (A-B-C). Per ognuna di esse vengono esaminati nelle relative sezioni aspetti concernenti la tipologia, la metrologia e l’epigrafia che unitamente ai dati interni alla sequenza hanno veicolato la formulazione di proposte di inquadramento cronologico. Dal computo degli esemplari sono stati esclusi: a) l’unità di bronzo con t. di Hera al D/ e altare al R/ attribuita da Poole a Pandosia (BMC 5) ma successivamente riferita a Paphos (https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_1852-0222-90 seguito da Rutter, HN, 185). b) le monete nn. 6849-50 della collezione Santangelo (non viste) al Museo Archeologico di Napoli, che nel catalogo di Fiorelli presentano dettagli tipologici alquanto peculiari che richiederebbero una verifica autoptica. c) l’emissione con tipi corinzi contrassegnata simbolo della testa di Pan attribuita a Pandosia da Robinson (SNG Lockett 2297; Rutter, HN, 185). SNG Lockett, 22971 punto
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Felice di condividere le immagini dell'ultimo acquisto, fortunoso ed incredibile (la fortuna aiuta gli audaci, e nel 2019 chi scandaglia siti stranieri di monete), pagata compresa spedizione € 73,50, una rara F.C. prima variante (sia stella che punto) del nostro catalogo, quella senza immagine (sin ora) https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-RM1PG/101 punto
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GRUPPO B La seconda emissione comprende un unico statere contrassegnato dai seguenti tipi: D/ Testa femminile a d. entro corona d’ulivo con capelli trattenuti da un nastro; nel campo in basso, da s. a d. . R/ Figura maschile nuda stante a s. con ramoscello nella s. e patera nella d. In basso a s., simbolo poco chiaro (pesce? pira?); a d., . BMC 11 punto
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È da tanto che, colpevolmente, non aprivo una discussione sul forum ma il mio tempo libero purtroppo/per fortuna è sempre meno e cerco di dividerlo adeguatamente fra le mie passioni ed interessi. Di recente c’è stata un’interessante asta che ha messo all’incanto un’intera collezione che ha creato bagarre fra numerosi collezionisti. Quello che mi ha piacevolmente colpito è stato l’interesse suscitato, oltre quello ovvio alla moneta, verso i cartellini della vecchia collezione. Solitamente quando si compra una moneta il tondello resta “anonimo”, riparte da zero nelle mani del suo nuovo possessore destinando all’oblio chi prima di lui ha curato e coccolato quella moneta, un triste destino per noi collezionisti. Un semplice pezzettino di carta che accompagna la moneta invece ha permesso di non far cadere nel dimenticatoio il precedente possessore, un dovuto rispetto a chi prima di noi ha permesso che la moneta sia finita in mano nostra. Insomma una sorta di immortalità oltre che per il tondello, anche per chi prima di noi lo ha avuto. Una visione forse un po’ troppo romantica e poco legata all’attuale momento storico del collezionismo in cui il pensiero predominante è dettato da due sole parole: “Quanto vale?”, ma permettetemi questa visione forse più adatta ai tempi che furono e nel vedere l’interesse per i cartellini, che spero non sia motivato dal pensiero di un surplus sul valore economico, mi ha fatto comprendere che qualche “vecchio romantico” numismatico ancora c’è e questo è un bene per la Numismatica. Fatta questa doverosa e piacevole premessa passerei a parlare di una moneta ora in mio possesso ma sui cui sono riuscito a ricrearne parte dei suoi passaggi di mano nel tempo. Chi mi conosce sa della mia passione mai sopita per i cavalli. La moneta del popolo per eccellenza ricca di tipologie e di innumerevoli varianti e questo la rende, a mio avviso, il motivo sul perché sia tanto apprezzata dai collezionisti. Ognuno di noi credo possa vantare di avere in collezione un esemplare particolare, raro, o magari non ancora censito. Avendo per scelta ridotto la mia raccolta a pochi esemplari e cercando di studiare a fondo queste poche monete, periodo storico compreso, mi capita sovente di vedere gli stessi esemplari transitare di asta in asta nel tempo a conferma che le monete restano… i collezionisti passano. La ricerca continua di esemplari da censire mi ha portato a scoprire diversi passaggi d’asta di una moneta ora presente nella mia collezione. Una semplice curiosità ma che fa apprezzare ancor di più questo piccolo tondello di rame passato di mano in mano per tanti anni alimentando anche, senza negarlo, un po’ di ego del sottoscritto inorgoglito sapendolo passato in alcune collezioni importanti del passato. La prima notizia su questo cavallo lo troviamo nel “ragionamento” di Giovan Vincenzo Fusco Intorno alle zecche ed alle monete battute nel Reame di Napoli da re Carlo VIII di Francia edito nel 1846 dalle stamperie del Fibreno a Napoli (il Fibreno è un breve corso d’acqua che scorre a pochi metri dalla mia casa natale… segno del destino? ?). Il “ragionamento” del Fusco, illuminante per l’epoca, non è però esente da qualche imprecisione in quanto questo cavallo viene riportato come battuto nella zecca di Capua. Ve lo presento: Da Fusco 1846, Tav. IV, nr. 3 Passano gli anni e si arriva al 1882 dove, per la legge di cui sopra che non ammette deroghe al fatto che le monete restano mentre i collezionisti passano, questo cavallo, assieme alle altre monete della collezione Fusco, viene messo all’incanto. Pur se nel catalogo della collezione la moneta non è riportata tra le poche e sicuramente più meritevoli di figurare nelle tavole, la sappiamo presente perché al lotto 2149 leggiamo la descrizione di 6 cavalli con relativi riferimenti ed uno di essi è riferito proprio al lavoro del Fusco, tav. IV numero 3. Non so chi abbia preso la moneta ma di certo dopo è finita nella collezione Cora perché nel successivo passaggio, cioè la vendita della collezione San Romé del 1924, la ritroviamo al lotto nr. 2343 proprio con l’indicazione del passaggio precedente (collezione Cora nr. 167). Con relativa immagine nelle tavole. Passano gli anni ed ecco che, all’inizio del nuovo millennio, la moneta viene riproposta in un listino di vendita della ditta Baranowsky di Roma. Un sorriso, una stretta di mano e da allora questo cavallo riposa con me. Per concludere questa è una mia storia ma sono certo che molti di voi ne hanno altre da raccontare. Vi invito a farlo in modo da non tagliare quel legame che unisce noi collezionisti di oggi con quelli del passato onorando la loro memoria. D.F.1 punto
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a proposito della richiamata "fiaccola a croce" c'è un interessante articolo di Marco Miglioli e Alberto Campana sul n. 84 di "Monete Antiche" liberamente scaricabile in PDF da "ACADEMIA" (non so se si può mettere il link perchè contiene pubblicità), un cordiale saluto LA GROMA: strumento topografico e simbolo di prosperità1 punto
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Ma voi lo sapete che il posizionamento di valori decrescenti in cerchi concentrici per fermare i tosatori non fu una soluzione inedita per questo carlino del Biblia? In Sicilia, sotto Al-Mu'izz, i tosatori (sayrafi = cambiavalute) erano diffusi come nella Napoli del 1600 e le leggi per combatterli erano praticamente simili (pene fisiche e torture). La soluzione era rappresentata dall'emissione di una particolare serie di monete: i muezzini. Queste monete presentano cerchi concentrici: in ogni cerchio è riportato un valore diverso decrescente verso il centro, il valore complessivo è di un dinar, ½ dinar (al secondo giro), un robai (al terzo giro), mentre per il muezzino da mezzo dinar si ha in sequenza: ½ dinar, ½ dirhem e ¼ dirhem. Settecento anni prima del Biblia qualcuno inventò una moneta sostanzialmente identica alla sua.1 punto
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