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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/17/23 in tutte le aree
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Le commissioni che le case d'asta di numismatica praticano sono le più basse in assoluto nel mercato dell'arte. Chi afferma il contrario non sa di cosa parla. Il valore medio delle monete, soprattutto per le piccole case d'asta, è piuttosto basso. Giusto per fare un esempio, una moneta aggiudicata per 300 euro se anche generasse commissioni tra venditore e acquirente del 35% porterebbe un profitto lordo di 115 euro, al lordo dell'IVA del 22%, che in Italia si paga sia sulla commissione del venditori sia su quella dell'acquirente. Facciamo l'esempio dell'asta oggetto di questa discussione. Io credo che il realizzo totale dovrebbe essere stato intorno ai 300'000 euro. Se le commissioni incassate avessero generato 100'000 euro, questa cifra dovrebbe coprire: fotografie, stampa del catalogo, spedizione del catalogo, affitto della sala, sicurezza all'asta, assicurazione, spese di amministrazione, pubblicità e i compensi degli esperti. Senza dimenticare i costi del grading che per le monete dell'800 stanno diventando una sorta di necessità. Una casa d'asta più grande con fatturati maggiori ha marginalità più basse e spese maggiori. Siete ancora convinti che le case d'asta si arricchiscano sulle spalle dei collezionisti ? Io penso che i collezionisti debbano capire che la competizione per reperire monete provenienti da collezioni e non di proprietà di commercianti è feroce e che le commissioni di vendita si assottigliano sempre di più. Ovviamente chi vende monete proprie o di commercianti può anche praticare commissioni più basse tanto il loro profitto viene da qualche altra parte..... I collezionisti dovrebbe decidere quanto vogliono spendere per una moneta compreso il costo della commissione. Quanto pratica come commissione la casa d'asta è una scelta commerciale della stessa che è determinata da elementi che un collezionista non può conoscere e giudicare. Arturo Russo7 punti
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Ciao a tutti oggi condivido volentieri con voi, un mio denario di Marco Aurelio provenente dall'asta iNumis. Descrizione dell'asta: Marc Aurèle, denier, Rome, 162-163 A/IMP M ANTONINVS AVG. Tête laurée à droite. R/CONCORD AVG TR P XVII/ COS III. La Concorde assise à gauche, tenant une patère ; sous le siège, une corne d'abondance. SUP, Argent, 18,0 mm, 3,45 g, 12 h. C.37, RIC.64, BMC.209 Exemplaire de très belle qualité ayant conservé une partie de sa fraîcheur de frappe et revêtu d'une fine patine grise aux accents dorés.5 punti
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Ma non pensate si tratti di polemiche un poco sterili? È normale che un commerciante debba guadagnare, è normale che il conferente voglia ottenere il massimo ed è normale che l'acquirente voglia spendere il minimo. Il risultato finale di una vendita non è altro che l'incontro di queste tre situazioni. Fortunatamente stiamo parlando di beni di lusso assolutamente superflui, non stiamo parlando di latte, pane o pasta, pertanto possiamo tranquillamente passare oltre se crediamo che le condizioni proposte siano insoddisfacenti. Un collezionista oculato si pone un budget, comprensivo dei diritti, e oltre quello non va. Se so che per una moneta sono disposto a spendere massimo X euro compresi i diritti, quando arriverò a quella cifra mi fermerò indipendentemente dalle commissioni. Se il mio budget viene superato da qualcuno di più facoltoso, amen, probabilmente sarebbe andata così sia con commissioni al 10 che al 30. Non vedo quale danno me ne derivi. Poi ognuno fa le proprie valutazioni aggiuntive, io per principio non partecipo ad aste unicamente online che abbiano i diritti al 20/25% perché ho difficoltà a comprendere certe cifre. Ma è una mia personalissima presa di posizione, giusta o sbagliata che sia. Ripeto, per quanto possa essere forte la passione, stiamo parlando unicamente di monete. Possiamo benissimo vivere senza. Fa piacere che i commercianti espongano il loro punto di vista perché, stando noi dall'altro lato della "barricata", riusciamo a comprendere un po' meglio queste dinamiche, ma l'assunzione di certi toni dall'una e l'altra parte mi è difficile da comprendere.5 punti
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Negli ultimi anni si é assistito - inutile negarlo - ad un consistente aumento delle commissioni pagate dagli acquirenti. La causa principale é solo una, già evidenziata dall'amico Arturo: il numero delle Case d'Asta é cresciuto (e molto) e di conseguenza ne é scaturita una concorrenza feroce ad accaparrarsi il materiale migliore, con conseguente ribasso della percentuale pagata dal venditore che, ora più di un tempo, ha un maggior peso a livello contrattuale Calando le entrate da una parte é indispensabile aumentarne altre, se si vuole stare in piedi e dare anche certi servizi al cliente. Servizi che vanno da quelli immediati e visibili (cataloghi cartacei, sedi d'asta accoglienti e sicure, catering, certificati fotografici ecc) a quelli meno visibili ma non per questo poco importanti come, ad esempio, una garanzia che va ben oltre i limiti di legge (almeno per alcune Ditte, di solito quelle iscritte all'IAPN) Parallelamente sono cresciuti anche i costi vivi (fotografia, stampa e spedizione del catalogo, assicurazione ecc ecc) ed organizzare una vendita ha un costo non indifferente: da 30 a 100mila Euro (da pagare comunque vada l'asta....) Consideriamo inoltre che in Italia (credo unica nazione al mondo) i diritti d'asta sono gravati dal 22% di IVA. Questo vuol dire che quando espongo agli acquirenti un 18% (che prima o poi dovrò purtroppo aumentare), nelle mie tasche arriva meno del 15% (per la precisione il 14,75%). La stessa percentuale, per una ditta inglese, francese, tedesca o sammarinese, é pulita, va tutta a far utile. Altra caratteristica esclusivamente nazionale: nel catalogo non può essere inserito materiale di proprietà della Ditta venditrice (non chiedetemi il perché.....mi sfugge la ratio). Inutile dire che (gran) parte di quanto venduto in qualsiasi altro Paese é invece di proprietà della Casa d'Aste, che già guadagna col solo incremento del prezzo di martello.5 punti
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No, non è una “ semplice( e innocente) richiesta ” , questa discussione è la fotocopia di tante altre fatte per la soddisfazione di fare i conti in tasca agli altri , che siano case d’asta, commercianti, o altro, in cui ho visto troppe volte scrivere delle castronerie immense e attribuire colpe inesistenti ( tipo il fatto che le dogane applichino i diritti doganali sulle monete provenienti extra ue in percentuali a volte così alte da rendere economicamente inutili certi acquisti, o che le spedizioni assicurate incidano per cifre notevoli sugli acquisti, e darne la colpa alla casa d’asta stessa !..che ovviamente non ha voce in capitolo , specialmente sui diritti doganali. Ma a quel punto la si accusa di non farsi da fare ad aprire una filiale in ue per far pagare meno l’acquirente. Mi pare un concetto di customer care un po’ eccessivo… ovviamente lo avranno valutato e, altrettanto ovviamente, chi poteva l’ha fatto e ci non poteva no…. ultimamente ho visto “ maledire” le aste inglesi perché con l’uscita dalla ue del loro paese sono stati ripristinati i diritti doganali verso la stessa ue, il tutto come se la brexit fosse colpa delle case d’asta stesse… ma stiamo scherzando? Ma vi leggete quando scrivete e soprattutto : lo accendete il cervello prima di scrivere certe cretinate? Prima ancora delle aste, gli ospiti d’onore della gogna mediatica, sono stati i vituperati commercianti , accusati di guadagnare sulle monete che vi vendono… ma guarda che comportamento strano …. Vogliono guadagnare anche loro dal loro lavoro ( si, perché è un lavoro come vendere patate) per mantenerci la famiglia…e con le tasse che si pagano c’è poco da stare allegri , però se lo stesso comportamento c’è l’ha un concessionario auto allora va bene, un commerciante numismatico no. se comprate una moneta oggi e tra un anno la volete rivendere a chi ve l’ha venduta, il fatto che vi offra molto meno di quanto l’avete pagata, vi scandalizza, mentre basterebbe ragionare in termini commerciali per capire che è quanto gli impone la normativa fiscale italiana, non proprio favorevole, e che ogni volta che l’offerta è più alta di quanto dovrebbe è un favore che vi fa il negoziante e non un atto dovuto. E potrei continuare o a lungo, ma sono tutti argomenti già discussi e spiegati “ numericamente” a chi invece non vuol capire o non ha meglio da fare che” invidiare” chi , a suo sentire, sembra star meglio di lui o guadagnare sulla sua pelle ( leggi “passione”). Quindi , il forum va mantenuto su uno piano civile soprattutto da parte di chi scrive certi interventi rabbiosi e pregiudiziali nei confronti della parte commerciale della questione, perché qui nessuno si è svegliato la mattina aspettando il pollo da fregare e tutti sottostiamo ai regimi fiscali e economici che ci vengono imposti dai vari stati , e non sono molto vantaggiosi ….. altrimenti, se siete così furbi e bravi, apritevelo voi uno shop di monete antiche, ma non di quelli clandestini come lo hanno “ de facto” tanti di quelli che ho letto protestare più veementemente , ma di quelli in cui alla fine dell’anno paghi tasse, iva , spese per la sede( che detto per inciso non può essere l’abitazione ma deve essere una unità con ben precise specifiche catastali ) e quanto altro e poi mi saprete dire come sarete riusciti a non fare quello che criticate in mano agli altri ….. Piu che ipocritamente e formalmente rispettosi nello scrivere, vediamo di essere meno ipocriti e meno avvelenati oltre che prevenuti, probabilmente si risparmierebbero molte risposte brusche.4 punti
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Il fenomeno delle monete comunissime spacciate per grandissime rarità, è oggetto dell'editoriale odierno di Roberto Ganganelli su CN Online, dal titolo COLLEZIONANDO FAKE NEWS. "Cari lettori, amici numismatici, ho incontrato una persona che, dopo avermi telefonato per mostrarmi il suo album di euro monete di circolazione, con evidente orgoglio mi ha assicurato che in quelle pagine fitte di spiccioli, scelti fra i resti del distributore automatico e quelli dell'edicola, vi era un valore mercantile di moltissime migliaia di euro.Questo perchè, a sostenerlo, era stato... il suo smartphone! Imbarazzato, ho cercato di spiegare che si trattava in realtà di normali monete circolate, tutte comunissime, ma no, non c'è stato nulla da fare: così come il "collezionista" aveva insistito per avere rapidamente un mio parere, con atrettanta rapidità se n'è uscito dal mio studio, infastidito in modo evidente e sicuramente convinto di aver incontrato un cialtrone incompetente. Tanto possono le fake news e presunzione: trasformare in "tesori" quelli che tesori non sono. Sarebbe meglio usare quelle monete per comprare un libro, magari un bel catalogo o un manuale di numismatica." Ne abbiamo viste tante anche noi di persone così, che dopo aver scoperto che ciò che hanno in mano è tutto tranne un tesoro, se ne vanno stizzite, senza nemmeno ringraziare chi ha speso un po' del suo tempo per loro (a volte anzi, arrabbiandosi), probabilmente in molti casi convinti che siamo noi a non capire niente, perché "gli esperti" che scrivono quegli articoli che arrivano in automatico sullo smartphone non possono sbagliare petronius3 punti
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Buongiorno a tutti. Il 20% di diritti d'asta per il compratore sono ragionevoli per sostenere una vendita in sala, anche in ragione del fatto che si sommano a quelli del venditore. E' ovvio che il professionista deve coprire i costi e guadagnare. Sopra il 20% mi sembra eccessivo. Al contrario, trovo che la stessa percentuale sia eccessiva per una vendita on-line dove ovviamente non ci sono l'affitto della sala d'albergo, il catering, la trasferta ecc. Che poi ci sia una sorta di cartello "de facto" che ha fatto rialzare le commissioni negli ultimi anni lo posso pensare, ma la discussione diverrebbe infinita...3 punti
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Ciao a tutti, oggi condivido con voi un mio sesterzio di Filippo II (247-249 d.C.) patina verde oliva smalto, provenienza Asta Inasta.2 punti
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Rispettando il lavoro dei professionisti (particolarmente gravoso in Italia), così come la libertà dei consumatori, a me che di catering, aste in hotel, cataloghi patinati, cioè dell "Imballo" non importa nulla e interessano "solo" ottime foto, il peso e un commerciante serio, mi trovo bene con alcune E-auction e le vendite su Fb, oppure i listini con proposta. Servizi (a me inutili) in meno=costi inferiori. Purtroppo è ancora una sottile fetta di mercato rispetto al mondo delle aste con tartina. Ma questo non a causa dei commercianti, i quali erogano il servizio che la gente desidera.2 punti
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Buonasera a tutti, posto quello che chiamo affettuosamente " Mezza Capa" Mezzo Carlino Filippo III Sul cartellino della casa d'aste viene riportato con Sigla GF dietro la testa e I GF sotto alla testa. Rif.Mir.216/2 Io non sono riuscito a dargli una giusta collocazione . Mi piacerebbe che mi aiutaste ad integrare qualche informazione per poterlo catalogare correttamente. Soprattutto siete d'accordo che ci sia effettivamente I GF sotto? Saluti Alberto2 punti
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E' un gioco e provo a dire la mia anche io. Concordo con @caravelle82 . Anche a me pare che sia la Spes che solleva un lembo della veste con la mano sinistra. Probabilmente e' pareidolia, ma sembra di intravvedere linee curve concave verso l'alto che vanno dalle gambe alla mano sinistra. Tipo questa: Online Coins of the Roman Empire: RIC III Antoninus Pius 1371 (numismatics.org) Buona serata da Stilicho2 punti
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Non comprendo una, anzi due cose: se i prezzi di vendita esplodono, perché il venditore non dovrebbe trovarne giovamento ? E se esplodono (e spesso lo fanno, basti leggere i commenti ad aste concluse), perché sarebbero svendute ? Personale opinione: se oggi abbiamo una collezione lo dobbiamo solo a chi, prima di noi, ha messo la propria sul mercato. Se tutti decidessimo di tenere e non vendere mai le nuove generazioni dovrebbero darsi ad altre tipologie di collezione (e le nostre monete non varrebbero più nulla)2 punti
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Si legge male, ma corrisponde a Michele VII, histamenon. Sear 1869, D.O. 1.4. Il contenuto di oro diminuisce in continuazione in questo periodo e non è difficile trovare histamenon ''pallidi''. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Questa discussione era una semplice richiesta di un utente che ha chiesto dei dati E i dati riportati in risposta ( % applicate al conferitore) sono corretti anche se come sappiamo variano. Ognuno può poi tirare le sue conclusioni Però il forum va mantenuto su un piano civile e non è accettabile leggere certi interventi2 punti
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La tesi degli accademici e' che siano pesi da stadera l' ipse dixit inconfutabile. Esclusi oxilla e pesi da telaio li hanno trasformati in "romani" centinaia, migliaia, uno per ogni stadera , ma dove sono sparite queste migliaia e migliaia di stadere? Ad ogni peso una stadera. Dove sono queste stadere a centinaia come i loro romani? Perche' non si ritrovano? " Perche' fuse in epoca successiva" la risposta ma il piombo non si riutilizzava? Si abbandonava con la gran fame di metalli che c'era? Poco plausibile il ritrovamento di migliaia di romani e poche pochissime stadere. Nei musei esposti "romani" in bronzo e forse quelli veri corrispondenti alle stadere. Per una stadera che pesa i nostri tre kg serve un romano di 150 gr . Tutti questi presunti romani piu' leggeri, troppo leggeri, che merce avrebbero dovuto pesare? Erano tutti orefici ? Pesavano per carati? Compravano una sardina e se la facevano pure pesare? Sono troppo leggeri per essere "un romano" di una stadera utile realmente a pesare una merce minimamente rilevante. Tutti questi presunti "romani" fanno presumere che tutti, troppi avessero stadere. Odiavano le bilance a due piatti? Ancora, come si fa ad usare una stadera con romani intercambiabili di diverso peso? Bisognerebbe cambiare graduazione sul braccio della stadera. Il braccio della stadera e' graduato solo su un determinato peso del romano. Il romano deve avere un peso dato a cui corrisponde una graduazione indicata da tacche sul braccio della stadera. L'anello del cursore avrebbe dovuto conservarsi anche frammentario protetto dal carbonato di rame ed invece non e' mai presente. Le famiglie in epoca moderna (e si presume anche nell'antichita') non possedevano stadere ne' bilance. I benestanti avevano la bilancia a due piatti. Le bilance e le stadere li avevano solo chi le usava ogni giorno cioe' i commercianti, i venditori. Capisco che le stadere sono scomparse dall' uso quotidiano mezzo secolo fa e parecchi le conoscono solo in foto o perche' viste ormai inutilizzabili dietro le vetrine di un museo archeologico. Peso da stadera va bene nel senso di contrappeso da inserire al gancio sotto la mano che regge le stadera volto a fornire nuovi valori.2 punti
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Ma in tutto ciò, o @Jambo2209, che fine hai fatto? anche solo per un grazie … c’è gente che apprezza il fatto che le si forniscano informazioni dettagliate frutto di studio ed esperienza “a gratis” 😉2 punti
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Allora vediamo di fare un po' di ordine perche credo le cose non siano completamente chiare a tutti. 1mo esemplare: Cahn 4a - acquisito nel 1993 dalla Bundesbank (vendita Sotheby's 1993 lot 87) Cahn nel suo articolo su QTic del 1989 lo descrive al n. 4a riportandolo come appartenente ad una collezione privata di Los Angeles. Peso gr. 8.03 in allegato Riporto la foto dell'esemplare presa dal suo articolo Successivamente l'esemplare viene venduto da NFA ( auction XXV lot 306) e poi ancora da Sotheby's nel 1993 (vendita 26.10.93 lot 87) dove lo compra la Deutsche Bundesbank (che non è la banca privata Deutsche Bank) bensi la banca centrale - istituzione pubblica federale tedesca. Qui sotto il link dove l'esemplare appare TUTTORA nel catalogo della collezione della Banca: http://bundesbank-geldmuseum.faust-iserver.de/zvimg.FAU?sid=142F85A7&DM=2&qpos=64&ipos=11&erg=A&hst=1&rpos=64.png Per chi avesse il magnifico volume dell'Alföldi sulla collezione di monete d'oro antiche della Bundesbank, non troverà riportato l'aureo in quanto il catalogo è del 1980 mentre la Banca lo ha acquisito solo nel 1993. (infine da notare che la foto 4a dell'articolo Cahn credo sia stata scontornata non perfettamente e ad un esame superficiale la moneta non parrebbe essere la stessa della Bundesbank ma se si osserva attentamente - ad esempio il particolare della gamba della 'R' di MAR al rovescio che tocca il bordo perlinato - mentre nell'esemplare ROMA è molto distante - si riconosce l'identità del 4a con l'esemplare NFA = Bundesbank) quindi la tua seconda affermazione è corretta, solo che la vendita Sotheby's non è dell'87 ma del 1993, l'87 è il numero del lotto. 2ndo esemplare: inedito - venduto da ROMA Numismatics asta XX (ottobre 2020) lot 463 Esemplare Roma. L'elaborato pedigree ci informa che l'esemplare NON è quello di NFA - che peraltro viene citato, come altro esemplare noto, nella descrizione del lotto - e dove si citano un profluvio di esemplari d'argento che condividono l'identità di conio. L'unico riferimento a questo aureo pero' è un articolo ancora non pubblicato (forthcoming) di Campana dove viene identificato come esemplare 13 (O1/R6), pl. 1/13. Purtroppo dell'articolo di Campana non vengono fornite altre indicazioni e non compare una bibliografia che normalmente viene posta in fondo o al principio del catalogo di vendita. Peso gr. 8.06 da notare che nella descrizione del catalogo Roma, l'esemplare viene descritto come il terzo esistente dopo quello in deposito presso il British (che sarà venduto nel maggio 2022 - NAC 132 lot 474) In allegato sotto la foto dell'esemplare Roma tratta direttamente dal catalogo che al confronto con l'esemplare Cahn 4a appare subito evidente non puo' essere identificata quella- La prima tua affermazione non è quindi corretta. Il pedigree presentato da Roma per questo esemplare è stato messo in dubbio dalla Homeland Security ed è questo elemento - ovvero della provenienza (con molta probabilità -- a meno che ulteriori elementi non vengano forniti - quella di De Chambrier appare come una provenienza di comodo costruita per dotare il nuovo esemplare - mai apparso finora in collezioni o sul mercato - di una storia che forse non ha. terzo esemplare: Cahn 24a - venduto da NAC asta 132 (maggio 2022) lotto 474 E' quello forato che era stato depositato presso il British Museum (2010-2021) Anche questo è descritto in Cahn (QTic 1989) al n. 24a dove lo si menziona come appartenente - allora - ad una coll. privata italiana, probabilmente la Biaggi che lo avrebbe acquistato - nel 1952 - da Cahn direttamente Peso gr. 7.85 Questo esemplare è stato venduto da NAC - asta 132 del maggio 2022 lotto 474. dell'esemplare si fornisce la provenienza indietro fino al 1952: ex NAC 27, 2004, 282 and NAC 45, Barry Feirstein, 42 sales. From the Biaggi collection (privately purchased from Cahn in February 1952). This coin has been on display at the British Museum in London from 2010 to 2021 mi auguro a questo punto che la ricostruzione degli esemplari ad oggi noti ti abbia convinto - se vi fossero punti oscuri chiedi pure2 punti
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Buonasera a tutti. Ho comprato sul noto sito questo 10 Tornesi del 1837. Vista la difficile reperibilità sul mercato mi sono accontentato di questo esemplare in condizioni accettabili per i miei standard qualitativi. Venendo al dunque, volevo chiedere a chi è più pratico di "rami", quanto effettivamente sia raro questo millesimo e se altri utenti lo posseggono. Magari sarebbe bello vedere anche i loro esemplari. Chiedo pure, per cortesia e se possibile, sapere se il censimento fatto dall'utente @PerUnaLira su questo millesimo sia terminato che risultati abbia dato. Avrei voluto iniziare una discussione nuova, ma l'utente @Pistorius l'aveva già proposta con il suo magnifico (almeno per me) esemplare e per non disperdere dati o foto mi accodo a questa. Consultando il Catalogo Magliocca in mio possesso, il 10 Tornesi del 1837 viene censito a pagina 363 al numero 671 con rarità R3. Di seguito le mie foto e scusatemi per lo sproloquio, ma ultimamente sto cercando di scoprire le bellezze dei pezzi grossi di rame.2 punti
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DE GREGE EPICURI Oggi vi mostro questo francescone del 1747 (Francesco 3° di Lorena, marito di Maria Teresa); pesa 26,82 g e misura 40 mm. Al D in basso una cicogna a destra, simbolo dell'incisore. Al R. aquila bicipite, stemmi, e in basso a sinistra: PISIS. Ora,anzitutto vi chiedo la conferma che si tratta del 1° tipo, come mi pare depongano il peso e il diametro, e naturalmente la cicogna. Ma la mia curiosità riguarda quel PISIS: perchè? Non mi are che queste monete venissero coniate a Pisa. E scusate se l'alogena "spara" un riflesso pazzesco, ma non mi è possibile usare la sola luce naturale. Come si può fare, con monete in Ag di queste dimensioni?1 punto
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Visto che "qualcuno" ci sta abituando male... ci penso io a riportarci sulla terra... questa è il mio sesterzio di questo genere. 😞 30 mm circa per 19,86 grami di peso. Lontano parente di quello di @dupondio. Sigh... Ave! Quintus1 punto
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E' una posizione minimalista, che non condivido. Ritengo che i cataloghi siano essenziali per una memoria storica dell'asta (se belli e con belle foto: ottimo); che la struttura dove si tiene l'Asta (battuta), non necessariamente un Hotel, sia essenziale per garantire privacy e sicurezza; che l'eventuale catering sia una gradita manifestazione di ospitalità da parte della Casa d'Aste. Non si tratta solo di contorno. Le aste in presenza sono per me essenziali: non mi fido (a ragion veduta) delle foto e devo metterci il naso; ho la possibilità di guardare le monete direttamente, imparando dalle stesse, discutendone con amici e professionisti; poi posso tornare direttamente con l'eventuale lotto aggiudicato senza i patemi d'animo, le lungaggini ed i costi della spedizione. Si può discutere se far pagare i cataloghi (un tempo era la regola) e se il "pranzo" può essere trascurato (per me nessun problema). Ovviamente per alcune tipologie di monete questo può essere eccessivo, per altre indispensabile.1 punto
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È, come tutte le 5 lire 1901 mostrate qui con -mi pare- finora una sola eccezione, una banale riproduzione1 punto
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Si Benedetto, ovviamente bisognerebbe averli tutti e 4, però se riuscirete a procurarveli avrete un quadro esaustivo di quanto è’ stato scritto, la foto è’ poi molto bella e significativa !1 punto
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Filippo l'Arabo Marco Giulio Filippo Augusto (in latino Marcus Iulius Philippus Augustus, meglio noto come Filippo l'Arabo (Philippus Arabs), nato a Trachontis nel 204 circa e morto a Verona nel 249), è stato imperatore romano per cinque anni, dal 244 alla sua morte. Sono poche le notizie sui cinque anni e mezzo di regno di questo imperatore nato di umili origini e passato alla storia per aver celebrato il primo millennio di Roma e per la sua origine araba. Dopo una breve campagna sul fronte danubiano, di nuovo in subbuglio per la minaccia delle popolazioni germaniche, Filippo si recò a Roma per consolidare i rapporti con il senato e per celebrare con grande sfarzo, il 21 aprile 247, le feste del millenario di Roma. Sui confini, però la situazione fu drammatica, i Goti passarono il Danubio e invasero la Mesia. Vari usurpatori vennero acclamati dalle truppe. Così nel 249 anche il regno di Filippo terminò nel sangue e il suo posto fu preso dal senatore Messio Decio, comandante delle truppe sul fronte danubiano. (Fonte Wikipedia) Valore nominale: Sesterzio Diametro: 29 mm circa Peso: 13,17 gr Metallo: Bronzo Dritto: IMP M IVL PHILIPPVS AVG (Imperator Marcus Iulius Philippus Augustus), busto laureato,drappeggiato e corazzato dell'imperatore volto a destra visto di 3/4 da dietro Rovescio: FIDES MILITVM (Fides Militum), la Fides (Lealtà dell'esercito) stante di fronte a sinistra, con due insegne militari, S - C in campo Zecca: Roma Officina: 1a Emissione: Anno di coniazione: 244 Riferimento: RIC 172a, Cohen 59 Rarità: C Note: Sesterzio di barra Sesterzio leggero e di piccole dimensioni ma comunque gradevole. Trovo molto bello il ritratto. Mi piace meno la patina scura, quasi nera, per me non originale. Coniato per accrescere la fedeltà dell'esercito. La cosa non funzionò troppo bene, visto che esisete il fondato dubbio che sia stato ucciso dai suoi stessi soldati per ingraziarsi il nuovo imperatore Gaio Messio Quinto Traiano Decio proclamato dalle legioni non fedeli. Che ne pensate? Ave! Quintus1 punto
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C'est toujours un grand plaisir de discuter monnaies marseillaises avec la communauté. Bonne journée à tous.1 punto
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Mio caro , vedo che la tua collezione non comprende solo sesterzi da capogiro. 😄 Mi permetto una piccola correzione, il RIC 64 non ha il capo laureato. Credo che il tuo sia il RIC 60. Ave! Quintus1 punto
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La moneta è autentica. A livello di conservazione saremo sul BB/BB+ con il rovescio superiore al dritto (come spesso accade). Peccato per la pulizia che ha subito. Come prezzo, se volessi comprarla, cercherei di non andare oltre i 150 euro.1 punto
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complimenti per l'individuazione di questi piccoli ma significativi particolari1 punto
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Non per niente c'è pure scritto nel titolo del sondaggio "quell'affare a forma di Finlandia"1 punto
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Buongiorno, dovrebbe trattarsi di una moneta coloniale veneziana: quattro carzie per Cipro, emesse a nome del doge Pietro Loredan (1567-1570). Saluti Federico1 punto
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Buongiorno @lipari, le tue sono osservazioni legittime ma un po' slegate da da una reale visione delle evidenze sia antiche sia moderne. Intanto la vita degli antichi era molto legata alla pesatura continua di merci e beni ,cose che noi diamo per scontate per loro erano causa di confronti quotidiani ,le quantità potevano essere anche minime ,un esempio il sale era merce rara e pregiata ,oppure le spezie ,senza andare a prendere in considerazione quelle più rare ,sarebbe potuto essere anche solamente la camomilla. in quanto alle stadere : ma tu sei mai andato da un qualsiasi rigattiere? Ne è pieno ,sintomo di una grande diffusione nel territorio e poi ne hai mai vista una ? Il braccio è a sezione quadrata e presenta una diversa scala di pesatura su almeno due lati , basta ribaltare l'asta e cambiare uno dei due o più ganci appesi sotto l'anello di sospensione. molto "romani"hanno conservato anellini di bronzo o conservano tracce di anelli in ferro riportando tracce di ruggine. quanto alla diffusione nelle famiglie antiche e moderne credimi ... Tutte e ripeto tutte! Avevano pese per controllare ciò che compravano o vendevano ,non c'era un sistema unico ponderale e nessuno si fidava di nessuno. aggiungo che la grande quantità di tali oggetti potrebbe essere legata alla sfera rituale funeraria che noi poco conosciamo,infatti Mercurio era il nume protettore di ladri e mercanti ma anche psicopompo e il fatto di inserire nelle sepolture dei "pesetti" ,forse votivi ,poteva essere propedeutico alla pesatura delle anime . tanto per dirne una...1 punto
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Ma perché aprite la bocca e gli date giro senza accendere il cervello? Pensate che fare un catalogo d’asta, affittare la sala, pubblicizzare l’asta sul web e giornali, pagare gli inservienti, catalogatori, classificatori, e compagnia cantante sia senza costi? Manperche invece di fare sempre i conti( sbagliato) in tasca agli altri non vi occupate di migliorare la vostra situazione invece di invidiare sterilmente chi vi sembra che riesca meglio di voi?!1 punto
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Salve. Condivido una piastra 120 grana 1805 capelli ricci. Come tante delle mie monete, non è assolutamente in alta conservazione, ma, come tante delle mie monete, presenta una interessante curiosità ( non sto parlando di variante ). D'altra parte, la monetazione napoletana è un campo di ricerca e si possono scoprire tante e importanti particolarità, a volte anche difficile da interpretare e spiegarsi, fornendoci, così, la possibilità di non focalizzare lo sguardo e l'attenzione solo e sempre selle FDC, che oggi tirano e le paghi tantissimo e domani...chissà!!! La particolarità, questa volta, è costituita dalla scritta del taglio: la parola "PROVIDENTIA" è chiaramente riportata come "PROVIDENTTIA". Provate a reperirne sul mercato un'altra identica, con la stessa caratteristica. Ci sarà pure, ma non sarà certo impresa molto facile! Di monete ad alta conservazione, che paghiamo somme vertiginose, siamo sicuri che faremo altrettanta fatica a trovarne altre di pari livello? Un caro saluto a tutti.1 punto
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Sono perfettamente d'accordo. Senza alcuna polemica, meglio ovunque, dove può essere valorizzata al meglio. Non è stato possibile, evidentemente, in Italia ed allora starà degnamente in un museo francese. Le opere d'arte, d'altra parte, sono patrimonio immateriale di tutta l'umanità.1 punto
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Ciao a tutti, ho trovato una differenza significativa tra due dei campioni. A sinistra è dell'ANPB. Quella a destra è della Collezione Formosa, che è mia. Ho indicato la differenza tra i due utilizzando pennarelli rossi. @lorluke1 punto
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Attention, je ne dis pas que la monnaie est fausse mais qu’elle n’est pas marseillaise.1 punto
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Buona sera. Mi sembra che la moneta in questione sia quella offerta nell'asta Varesi 81 del 9/5/23 lotto 658. In merito al prezzo si potrà vedere come andrà a finire! Buona sera o quasi notte. Gabriella1 punto
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quelle righe presenti al rovescio sembrano più spazzolatura di conio.. se si guarda con attenzione le righe non continuano sul mantello della figura femminile1 punto
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Intanto ha già un'offerta,moneta importante e non per tutti...1 punto
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Buondi' La Napoletana di oggi è un'altra Piastra "cerchietti e quadratini" nel taglio, millesimo 1787.. bruttina ma molto rara.1 punto
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