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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/15/23 in tutte le aree
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Buongiorno posto un paio di mezzi carlini di filippo III, la foto è vecchia, nel tempo sono riuscito ad aggiungerne altri 2 perlinati6 punti
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Ciao a tutti, oggi condivido con voi un mio sesterzio di Filippo II (247-249 d.C.) patina verde oliva smalto, provenienza Asta Inasta.5 punti
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Buongiorno Nessun errore di conio. Segni della macchina confezionatrice dei rotolini. Dal 2017 spero di ritrovarmi come resto qualche errorino interessante.....mai capitato. Sono eventi molto sporadici. Il mio" spero" scritto sopra non ti deve far pensare che se dovesse capitare in mano si è ricchi( assolutamente....tra l' altro il mio è puro interesse di passione e studio per la materia) . Le notizie del web sono pompose e acchiappa visualizzazioni. Anche guardando annunci, anzi pseudo annunci,trovi ogni tanto l' errore vero e bello(1 vero o di rilevanza,su 10mila),ma ti sparano cifre surreali,400/500 o anche 1000/5000 euro😅, specie da privati(che a loro volta prendono esempio da pseudo annunci altrui) 🤣. Roba da fantascienza. Nauseante. A quanto sembra negli anni,funziona la strategia dei siti del "clickbait", ovvero scrivo fesserie grosse(soldi facili a guadagnare/trovare nei cassetti...seee😅) per acchiappare visualizzazioni(che portano a LORO i soldini). Saluti😉5 punti
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Sono piuttosto orgoglioso del mio esemplare, raro (1735 NEAP:), patinato, pressochè FDC, proviene da una NAC di qualche anno fa, tra i pochi a non presentare alcun graffio al R/ (Sebeto) e solo pochissimi e lievi al D/. Mi spiace solo di non essermi aggiudicato anche la mezza piastra di quell'asta, ma ero già fuori budget. Un prezzo comunque molto più contenuto di quello fino ad ora raggiunto dalla piastra di ART-RITE.4 punti
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Verona - Dominazione austriaca (1509-1516). Massimiliano I Imperatore Sesino = Sei denari = Mezzo soldo. Descrizione dal CNI postata. Leggende del primo cristianesimo, testimonianze archeologiche romane, e piccole, ma raffinate strutture architettoniche romaniche: sono gli ingredienti di un angolo di Verona nascosta a pochi passi da Castelvecchio, lungo le regaste nell'itinerario turistico che porta alla basilica di San Zeno. Stiamo parlando della chiesetta di San Zeno in Oratorio, che la tradizione veronese chiama affettuosamente con il diminutivo vezzeggiativo di «San Zeneto». La leggenda vuole che in questa zona il santo patrono di Verona venisse a pescare nell'Adige, seduto su un sasso, conservato proprio nella chiesetta. Su di esso una scritta in latino che tradotta dice: «Sopra questo sasso che incombeva sull'onda del fiume, il padre Zeno prendeva con la canna tremula i pesci». Restando alla tradizione zenoniana, non va dimenticato che alcuni storici veronesi hanno collocato proprio a San Zeneto il più celebre miracolo zenoniano: un prodigio compiuto dal vescovo veronese dopo la sua morte e narrato per la prima volta, nel VI secolo, nientemeno che da papa san Gregorio I Magno. Nel 589, ha raccontato san Gregorio, proprio nel giorno della festa del santo, i veronesi si riunirono nella chiesa a lui dedicata per celebrarne la memoria, ma un'alluvione provocò lo straripamento dell'Adige e solo per l'intervento miracoloso di Zeno le acque si arrestarono alle soglie dell'edificio, risparmiando i fedeli.….. https://www.larena.it/argomenti/a-san-zeneto-il-sasso-del-patrono-1.25932952 punti
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Buonasera a tutti, contagiato dai vostri mezzi carlini ho tirato fuori i miei due esemplari. Posto Mezzo Carlino Filippo II Dovrebbe essere il Magliocca 88 di pagina 132 del Libro la Moneta Napoletana dei Re di Spagna nel periodo 1503 - 1680. Sigle IAF/cI Marchio al diritto corrispondente. Chiusura leggenda al rovescio come 88/2 e 88/4 Cosa ne pensate? Saluti Alberto2 punti
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Buongiorno dentro un accumulo, ho trovato questa moneta (o pezzo di moneta, non saprei), che non riesco a identificare. Mi potete aiutare ?2 punti
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Non quello che pensi Posta la tua moneta in questo settore del forum, ti consiglieranno al meglio. Conservazione, restauro e fotografia - Lamoneta.it - Numismatica, monete, collezionismo2 punti
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E pensare che a me (profano in materia) guardandoli sembravano molto simili. Ma si sa .. ad una certa eta' cala la vista, cala l' udito, cala la memoria e per fortuna null'altro. Buona serata2 punti
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Chi ha visto direttamente l’esemplare ART-RITE me lo descrive lavato ma molto bello. I graffi sul Sebeto indubbiamente sono presenti ma l’impressione è decisamente buona. Da indiscrezioni filtrate temo, per l’acquirente, che il prezzo sia destinato a crescere …2 punti
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Usurpatore "partito" dalle Gallie... poteva non attrarmi? Aggiungo il mio piccolissimo (in tutti i sensi) contributo, un camp gate introdotto come divisionale, se non erro, nella fase finale della sua usurpazione: AE 4; 12 mm, 0,88 gr; Aquileia? D\ D N MAG MAXIMVS P F AVG; busto a destra drappeggiato e corazzato con diadema R\ SPES ROMANORVM; porta di campo con due torri e * nel mezzo; all'esergo SMAQ(P)? RIC IX 55 (?) L'attribuzione alla zecca è dubbia perché l'esergo purtroppo non è ben leggibile date le dimensioni del tondello e lo stato di conservazione. Ma azzarderei un Aquileia anche per similitudine con altri pezzi ben più conservati e centrati provenienti da questa zecca. E' notevole poi il colpo d'occhio con le emissioni "regular size" di Magno Massimo (gli AE 2), aggiungo foto al volo (perdonate la qualità) di tutti i miei Magno Massimo:2 punti
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Un Carlino di Filippo II con sigle IAF/CI trovato in un lotto ...sarà il Magliocca 78 ?2 punti
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bene che se ne parli, magari non quest'anno ma il prossimo introdurranno qualcosa; o magari quest'anno in forma grossolana per migliorare il prossimo anno. A mio avviso non è sufficiente ingaggiare una società di vigilanza/portierato e dare l'incarico come un fardello qualsiasi. In un posto così grande non si può tutelare tutto; va fatta un'analisi del rischio in base a cosa si vuole tutelare. I banchi degli espositori? ok, con quale priorità? Gli avventori? I parcheggi? Soprattutto analizzando cosa si vuole proteggere ci sarebbe meno dispersione di risorse vigilanti che si concentrerebbero su un dato obiettivo. Spesso si crede che dando questo incarico all'esterno, sia il fornitore a prendersi cura di questi aspetti, in realtà è onere di chi affida l'incarico dover spiegare e mostrare "casa propria". Dico quanto sopra perchè un profano potrebbe bussare ad un istituto di vigilanza che si frega le mani e spara una cifra a caso, mettendo tot numero di persone (50-100-1000 :-) ) quando invece ne bastano poche e ben indirizzate. Ci sono banchi che non hanno valori e movimenti tali da richiedere protezione se non quella del proprietario, altri in cui in 30 metri quadri si concentrano decine di migliaia d'euro di valore. Mi immagino una ipotetica banda di rapinatori cosa potrebbe fare nel giro di 5 minuti, uscendo indisturbata. Va beh, pensieri sciolti, era per farvi capire che va studiata bene... Ma soprattutto (e qui penso sia l'ente fiera che debba intervenire) identificazione delle persone all'ingresso!! Poi, mi viene in mente dalle mie esperienze... se sto facendo una transazione con un banco numismatico, la cosa più sgradevole che mi possa capitare è un visitatore che mi sfiora e sbraitando chiede informazioni al numismatico. Questo mi ha fatto desistere, in passato, dal concludere o avvicinarmi ad alcuni banchi... e qui basta davvero poco... tendinastro davanti ai tavoli con senso di entrata ed uscita e se devo fare una transazione da tot mila euro (esempio) il proprietario del banco può compartimentare per i minuti necessari fino alla conclusione. In questo caso non serve vigilanza, ma un po' di proattività2 punti
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Io non offro di più, ma propongo il mio esemplare per confronto, ugualmente periziato FDC e acquistato pochi anni fa, vi giuro a meno di un terzo di quanto l’attuale offerente, diritti inclusi, dovrà sborsare per avere l’esemplare offerto in asta. Certamente non è un esemplare eccezionale. Ed è di qualità inferiore anche solo per i graffietti di conio al R, ma…tenuto conto di tutto, sapevo di aver fatto un affare ai tempi, ora, a vedere questi prezzi, ne sono ancora più convinto. 🤷🏽♂️2 punti
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[La ragione di chi non è specificata, credo si intenda quella dello stato emittente. E se poi ha torto? Ma questa è un'altra storia.] Ciao a tutti, chi ha avuto occasione di leggere alcuni dei miei post avrà notato che ricerco anche monete "snaturate" (decorate, seghettate, montate a spilla) come questa new entry: insieme "panamericano" di argenti: una statunitense tra due cilene e sotto una canadese. Per complicare le cose - qui la foto dell'inserzione - nell'ago si era intrufolata un'olandese! Che ci fa lì la Wilhelmina? Ci sono regine (europee) e repubbliche (americane) mischiate insieme. Sarà solo un caso, e qualcuno nel passato ha solo cercato monetine simili (tutte argento, tra 1,16 e 1,40 grammi, diametro 15/15,5 mm) per farne una bella decorazione? Perchè in alto sul davanti ci sono tre ghirlande ed in basso c'è la Victoria? Bastava anche girare la canadese per avere un insieme di quattro ghirlande! E pure l'olandese è ghirlandata: questo è anche un motivo comune a tutte e quattro. Troppe domande e nessuno che possa rispondere! Avendo molto tempo ed ancora più soldi, si potrebbe saggiare l'argento usato per le saldature e la catenella per vedere da dove viene (ci manca solo più che sia giapponese). Il mio problema attuale è un altro: di solito prendo anche delle monete uguali a quelle montate, la Wilhelmina - anche se un po' invecchiata: è del '38 - per caso ce la avevo già: ma mi sa che le altre - almeno per i miei parametri di esborso - sono più impegnative da trovare, soprattutto quella "Made in USA". Chi vivrà vedrà Servus Njk1 punto
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Il valore ufficiale è 2 €, il valore religioso molto più elevato: quello di DIO DENARO onnipotente in una delle sue più pregiate e diffuse manifestazioni fisiche (la valuta Euro).1 punto
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Si normale in tal caso. Anche qui un valore da prezzo ciotola da 50 cent. Saluti1 punto
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Intanto, se questo è il tuo primo post, allora benarrivato con noi : poi qualcuno che sa di monete della nostra Repubblica ti risponderà1 punto
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Ciao Vale sempre e comunque 1€, circolata(come questa) e fdc. Prego.😉 Fa parte di un' emissione regolare. Occhio agli pseudo annunci dal web che sviano😉1 punto
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Anche con un quarto di quei pax cui hai fatto riferimento,si potrebbe ben navigare.😉1 punto
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Costantino II, da Cesare (ovvero durante il regno di Costantino I), al rovescio VOT X in ghirlanda (legenda CAESARVM NOSTRORVM), zecca di Siscia (Sisak)(SIS all'esergo). Una di quelle che trovi a questa pagina: Online Coins of the Roman Empire: Browse Collection (numismatics.org) Non conosco esattamente le differenze tra di esse, molto probabilmente il segno di zecca; se le verifichi una ad una probabilmente trovi la tua, sempre se riesci a vedere bene cosa c'è all'esergo (prima e dopo SIS).1 punto
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Capito, pero' posso comunque farla valutare... Anche se nn credo valga tanto insomma... Con tutta onesta' a me piace di piu' tenerla che venderla, e' un pezzo di storia abbastanza lungo,e questo mi Basta1 punto
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Ma era slabbata ! Vuoi mettere..... Da aurora mi pare di averne vista una a 1100 ( più che onesta, direi) Poi la si fa slabbare ed ecco la moltiplicazione degli euri...Miracolo !1 punto
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L'ho fatto (ed anche varie volte), ma non sempre nel forum riesce questa operazione (così come altri piccoli difetti di formattazione o altri problemucci come il corretto che vive di vita propria...).1 punto
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Altra moneta che mi sembra stia raggiungendo cifre pazzesche è il Sebeto. Ieri, sfogliando internet e i cataloghi d'asta, ho riscontrato costi sulle migliaia di euro. Saranno pure monete ad alta conservazione, non lo metto in dubbio, ma con 7000/10000 euro ci compri un'automobilina. E, oltretutto, ne circolano anche parecchie, non è che siano particolarmente rare! Vedremo...Saluti.1 punto
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Se sei interessato, ti segnalo questo link: https://www.erroridiconiazione.com/1 punto
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Questi oggetti in piombo sono comunissimi. Ne ho rinvenuti e catalogati a bizzeffe. Sono classici ritrovamenti che vengono effettuate nella campagne dove sorgevano ville o vici oramai dimenticati. Sono identificati come pesi da piccola stadera (quindi servivano come contrappesi per delle bilance) di questo peso e dimensioni non possono essere pesi da telaio. In forma subsferica, "a campanella" cilindrica, di anfora, di testa umana magari elmata, etc, di solito presentano un foro passante per essere appese oppure venivano poste sul piatto per la controbilanciatura. Poi ci sono i pesi da filo a piombo ma quelli sono di forma conica con anello alla base1 punto
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Infatti il mercato odierno è impazzito, personalmente mi sono dato alla lettura 😅1 punto
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Io ne ho due: Kunker nel 2008 e NAC nel 2000. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Per noi appassionati questi dischetti di metallo raccontano infinite storie..1 punto
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Grazie. È un bel pensiero avere una moneta nella mia collezione che è molto rara, la terrò io stesso. grazie a tutti 🙂1 punto
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In effetti in CH vi sono state una serie di collezioni storiche e soprattutto di vendite strepitose con case d’aste e commercianti che hanno fatto la storia della numismatica: Muenzen und Medaillen Bank Leu Strohelin Ars Classica Hess Hess-Divo NG Nomos Ratto Kunst und Munzen per non citare che le principali caee e potrei continuare con i selezionati collezionisti svizzeri o che hanno venduto le loro coll attraverso mercanti svizzeri : Gillet Abecassis Denise Berend Moretti Levante Kaeppeli Schultess Morel Fatio Dolivo Fassio Gavazzi dove ognuna di queste provenienze rappresenterebbe un fiore all’occhiello nella propria collezione oggi la legislazione svizzera impone impone un riconoscimento come bene o ‘non’ bene culturale per qualsiasi opera d’arte ( incluse monete e kibri antichi) che entri in CH. Le monete - identificate come oggetti seriali non vengono ( salvo eccezioni per le quali viene richiesta lic di esportazione dal paese da cui si impirta) sottoposte a vincoli. A differenza dell’Italia ( ma lo stesso vige in UK, D , Spagna e Francia etc non in Grecia pero’) la legislazione e’ chiara, sintetica e di facile applicazione. esistendo tale legislazione da meno tempo che in Italia e in altri Paesi nell’espressione ‘from an old Swiss collection ‘ ( un po’ abusata da Roma e altre case) si faccia riferimento a collezioni ove - all’epoca vi era meno controllo sulle provenienze a differenza pero’ di oggi ove ka situazione e’ cambiata. vi e’ solo da ricordare pero’ che le collezioni italiane o vendute da commercianti italiani nella prima metà del Novecento contenevano moltissimo materiale classico per il quale nessuno si e’ mai sognato di dire nulla. Eppure con vendite come la Strozzi, Caruso, Hartwig, Martini, ( sono tantissime le non citate esplicitamente) ci si sarebbe potuto costruire un museo tanto erano ricche. Era un’epoca liberale - con regole del gioco chiare e rispettate da tutti - che ha portato alla formazione di grandi raccolte private che poi hanno alimentato le Pubbliche che ahime’ ora non e’ piu’.1 punto
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Un tondello strano in effetti. La mia opinione. I rilievi al netto di minimi segreti sono eccellenti, i fondi sono quasi lucenti anche se segnati dagli "airlines" trasversali al D, mentre all'R sono opachi e rugosi: sembra appunto un difetto del tondello (della lega che lo compone) che per via delle micro asperità non può dare luogo a un vero "lustro".1 punto
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https://www.stilearte.it/tag/mamma-di-leonardo/ Lo dicevano già un paio di anni fa. All’Università di Chieti, dopo anni di ricerche su oltre 200 impronte lasciate su 52 fogli leonardeschi è stata ricostruita, con sofisticate tecniche dattiloscopiche, l’impronta di un polpastrello del genio di Vinci, forse l’indice della mano sinistra. Il dermatoglifo rivela caratteristiche arabe, la struttura risulta tipica in due terzi della popolazione, per l’esattezza il 65%. Stile aveva pubblicato in proposito due ampi servizi nel dicembre 2004, quando le ricerche erano agli inizi. “La trama dei polpastrelli – scrivevamo allora – avrebbe una tipologia orientale; ciò potrebbe confermare che la madre del pittore fosse una schiava venuta da lontano”. Sangue mediorientale nelle vene di Caterina, madre di Leonardo? Da un pezzo lo si diceva, senza dar eccessivo credito alla storia. Ora c’è un motivo in più per tornare a parlare delle origini orientali di quella donna: non una contadinotta della campagna toscana ma una giovane levantina che avrebbe avuto una relazione con ser Pietro, il padre del futuro genio da Vinci. Già molti anni fa si diceva che la mamma fosse una delle tante schiave che nel ’400 erano state portate a lavorare in Toscana: una poveraccia senza alcun diritto, senza un patronimico, forse appena convertita. Una serva chiamata come mille altre: Catharina. Uno studioso toscano aveva frugato negli archivi per cercare contratti d’acquisto di schiavi. Voleva raccapezzarsi in questo mistero. Aveva ripercorso i vari flussi migratori ipotizzando che la donna fosse ebrea, circassa, araba. Negativi i risultati. E così, ai tanti misteri della vita di Leonardo, si aggiunse anche questo della madre, la povera Caterina, con la quale il donnaiolo ser Pietro faceva bellamente all’amore, nonostante stesse per portare all’altare Albiera, figlia dell’Amadori, notaio. La storia dice poco. Si sa solo che quando la serva fu mandata – secondo il costume dei paesi sulle colline toscane – a sgravarsi nel casale che ancora oggi esiste, era l’aprile del 1452. Una camera dal soffitto basso con pagliericcio, attaccata alla cucina col camino, poche nicchie nel muro per riporvi ramaiole, caldaie e il pennato: qui la giovane Catharina attese, assieme alla levatrice, che si rompessero le acque. Non era misteriosa la relazione del giovane ser Pietro, uno dei tanti borghesi di Vinci, la cui casata sfornava rampolli notabili che alternativamente venivano avviati alla carriera legale o alla vita ecclesiastica. Per i casi della vita la nascita del genio venne messa – nero su bianco – da Antonio, il nonno. “Nachue (nacque) un mio nipote, figliuolo di ser Piero mio figliuolo, a dì 15 d’aprile (1452) in sabato a ore 3 di notte. Ebbe nome Lionardo…”. Il resto si può immaginare: quattro soldi di dote per mandar via Caterina contenta e poi il battesimo, senza nemmeno la mamma. Lo sappiamo ancora dal nonno, che ebbe a registrare con precisione i presenti attorno a quel fonte di pietra, tuttora intatto. “Battizzollo Piero di Bartolomeo da Vinci, in presenza di Papino di Nanni, Meo di Torino, Pier di Malvolto, Monna Lisa di Domenico di Brettone”. Insomma c’erano tutti: prete, testimoni e intimi. Mancava Caterina, che ritroveremo poi sposata a tale Antonio del Vacha, detto Accattabriga, soprannome che non prometteva nulla di buono. In gioventù doveva essere stato un soldataccio di ventura. Nelle note del catasto di Vinci per l’anno 1457 si trova che nonno Antonio, di 85 anni, abitava nel popolo di Santa Croce, era marito di Lucia, di anni 64, e aveva per figli Francesco e Piero, d’anni 30, sposato ad Albiera, ventunenne. Convivente con loro era “Lionardo figliuolo di detto ser Piero non legiptimo nato di lui e della Chatarina, al presente donna d’Achattabriga di Piero del Vacca da Vinci, d’anni 5”. Albiera non poteva avere figli e Piero aveva accolto in casa l’illegittimo. Intanto Caterina lavorava con il marito un piccolo appezzamento di proprietà e i campi delle suore del convento di San Pier Martire. Nonno Antonio morì novantaseienne, nel 1468, e negli atti catastali di Vinci Leonardo, che ha diciassette anni, risulta suo erede insieme con nonna Lucia, il padre Piero, la matrigna e gli zii Francesco e Alessandra. L’anno dopo, la famiglia del padre, divenuto notaio della Signoria fiorentina, e quella del fratello Francesco, che era iscritto nell’Arte della seta, erano in una casa di Firenze, abbattuta già nel Cinquecento, nell’attuale via dei Gondi. Dell’Accattabriga si hanno invece notizie da un verbale di citazione durante un processo alla Curia vescovile di Pistoia. La data è il 26 settembre 1470, dopo i disordini verificatisi all’inizio del mese nella pieve di Santa Maria di Massa Piscatoria, nella palude di Fucecchio. Alcune persone, armate di lancia, capeggiate da due preti (uno della diocesi di Lucca, l’altro sotto la potestà del vescovo di Firenze) avevano disturbato la celebrazione durante la festa in onore della Madonna e interrotto la Messa. Antonio fu chiamato a testimoniare ma non si presentò. Di Caterina si sa che fu donna prolifica, e da Accattabriga ebbe sicuramente almeno quattro femmine e un maschio. Rimasta sempre lontana da Leonardo, si ricongiungerà al figlio – pare certo – nel 1493 a Milano. E in una casa di Porta Vercellina, nel territorio della parrocchia dei Santi Nabore e Felice, morirà il 26 giugno 1494, dopo lunga malattia. Per le cure prima e poi per i funerali, Leonardo annotò le spese (eccessive per una servente, non certo per una madre): “Quattro chierici, cinque sotterratori, un medico, le candele…”. Oggi Caterina ritorna in scena. A parlarci di lei sono le impronte digitali del figlio, quei polpastrelli che hanno creato uno sfumato magico, inimitabile. Evocano la donna, quelle ditate rimaste fra il cielo e il fogliame che fa da sfondo al ritratto di Ginevra Benci o su un disegno della Battaglia di Anghiari, fra i capelli di Cecilia Gallerani o sulle pagine dei Codici voltate con mani sporche. Gli studi sulle impronte di Leonardo sono stati illustrati da Luigi Capasso, direttore dell’Istituto di antropologia e del Museo di storia delle scienze biomediche dell’Università di Chieti e Pescara, e da Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale di Vinci. “Sulle pagine e sui dipinti di Leonardo – ha detto Capasso – possiamo trovare tantissime tracce, non necessariamente dell’epoca, come per esempio macchie, aloni e tracce biologiche. Il nostro primo compito è stato quello di distinguere le tracce sincroniche da quelle non sincroniche e ci siamo concentrati sulle macchie d’inchiostro, dato che è stato più semplice stabilire se la macchia derivava dallo stesso inchiostro usato per vergare le frasi”. Proprio nelle macchie d’inchiostro sono state scoperte numerose impronte digitali, anche se parziali, che hanno portato alla ricostruzione di un intero polpastrello dell’artista. “L’impronta – ha aggiunto Capasso – ha tra l’altro una struttura a vortice con diramazioni a y, dette triradio: tale tipologia di impronte è comune a circa il 65% della popolazione araba”. “A questo punto – ha affermato Vezzosi – si rafforza l’ipotesi che la madre del genio fosse orientale: nello specifico, secondo i miei studi, una schiava”.1 punto
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Medaglia ricordo e di protezione, metallo bianco o zama, anni - 1960- 1968. produzione italiana. D/ S. Bernardo da Mentone con catena e bastone , trafigge il dragone.- R/ Solitamente e rappresentata una località turistica di montagna con ornati vari, qui si nota una stella alpina a DX la località non è distinguibile? Questo Santo è patrono degli alpinisti e protettore dei , montanari e sciatori.- Ciao Borgho1 punto
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Complimenti @LOBU, come sempre hai fatto un gran lavoro! Il collo "lineare" è evidente ed, a mio modesto parere, andrebbe considerato come Variante. Noto anche che il ricciolo frontale ( quello vicino alla "D" ) può essere chiuso o meno. In questo caso non penso si possa parlare di Variante, in quanto la differenza è minima, dovuta probabilmente ad un ritocco del punzone quando è stato cambiato. Altre differenze evidenti non le noto ( se non una diversa disposizione e/o spaziatura della Legenda). Scusa però se ritorno sulla Piastra "naso sottile" che ho postato. Cosa ne pensi ? A mio parere è una differenza evidente che compare in altre 4 conii. Si potrebbe parlare di Variante oppure è una semplice curiosità ? Grazie e Buona Serata a Tutti, Beppe1 punto
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Ciao @Zenzeroavendo un po' di tempo a disposizione ho fatto una ricerca ed ho trovato altri esemplari che presentano dritto e rovescio identici al tuo denario. Non essendo tale tipologia presente in RIC,per i dubbi che ho evidenziato nei miei post e la presenza di esemplari identici su siti che riportano monete false, purtroppo anche la tua moneta risulta fortemente indiziata. Le foto non sono perfette ma si può vedere che hanno identici conii (indipendentemente se ottenute per coniazione o altre tecniche), percui. Lascio la parola ad altri. ANTONIO1 punto
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Ciao a tutti, buona domenica, oggi condivido volentieri con voi un mio sesterzio di Alessandro Severo patina verde oliva smalto non toccata, proveniente dall'asta HD Rauch Descrizione della moneta dell'Asta: RÖMISCHE KAISERZEIT Severus Alexander (222-235) (D) Sestertius (16,78g), Roma, 231-235 n. Chr. Büste mit Lorbeerkranz und leichter Drapierung an linker Schulter / Spes mit Blume. RIC 648, C 547var (Büste).1 punto
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qualcuno di voi ha mai fatto una proposta all'associazione scaligera? E se si, cosa si sono sentiti rispondere? Secondo me bisognerebbe partire da qui'.. e fare una proposta serie come associazione numismatica, e se tutti d'accordo farla rientrare nelle riunioni che di tanto in tanto si fanno alla scaligera. Come ricordo, la maggior parte e' costituita ( e nata ) come associazione filatelica e se la vogliamo vedere dalla loro parte il problema furti in filatelia e' ancora gestibile. Detto cio' è comunque interesse dell'associazione risolvere il problema..anche perche' senza la numismatica, ( che ora mai la fa' da padrona nella manifestazione ) il convegno numismatico e' destinato a chiudere i battenti, questo a causa della rinuncia dei commercianti numismatici.. che a causa dei continui furti subiti molleranno la presa. Probabilmente si vedranno sempre piu' case d'asta con volantini, che pubblicizzeranno la loro asta. Detto questo, se si vuole ottenere qualche cosa, serve una proposta corale e condivisa..altrimenti ognuno va' per se' e tutto rimane come era prima.1 punto
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