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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/14/23 in tutte le aree
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facile dirlo ora ma all'epoca pochi si sbilanciarono e buona parte della discussione era incentrata sull'autenticità o meno del pezzo. Personalmente quel pedigree cosi lungo, dettagliato e anche troppo pomposo mi suonava di artefatto. Mi autocito da quella discussione: Basta fare un controllo nelle principali opere antiche che trattano la numismatica romana, incluso i cataloghi della collezione Tiepolo ( ma anche della Farnese, il Vaillant, il thesaurus Morellianus e una buona dozzina di altre opere) che riportavano tutto il conosciuto dell’epoca e gli elenchi esaustivi delle prime grandi collezioni ( inclusa l’imperiale d’Austria). estremamente improbabile che di un esemplare del genere - presumably custodito da nobili e persone di cultura - non fosse stata data notizia in alcun modo.8 punti
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L home Land security da quando fa expertise affidabili sulle monete e la loro autenticità? A parte questo, l’hanno rilasciato immediatamente, quindi ….attendiamo almeno le udienze, anche se capisco che il tiro al numismatico è sempre uno degli sport preferiti dai talebani della cultura e anche di qualche collega o altro che ne vorrebbe beneficiare di questa situazione…. ma non fa assolutamente bene al mondo collezionistico questa caccia alle streghe, presunte o irreali che siano….già l’ambiente è mal visto, se poi gli diamo anche una mano noi stessi a classificarlo e incasellarlo come pozzo di nefandezze totale, poi non lamentiamoci dei sequestri arbitrari5 punti
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Buongiorno a tutti, ciao Beppe... Provo ad esporre il mio punto di vista, che può essere condivisibile o meno. Prendiamo in esame un campione di 18 Piastre 1836 (prese a caso) ed analizziamole solo al D/: Io, conto 13 diversi conii - ma potrei anche sbagliarmi e potrebbero essere 12 o forse 14. Bene, a mio avviso, si tratta quindi di tredici conii, tredici pezzi unici, effigi e legende con delle inevitabili - ma quasi impercettibili - differenze. Queste differenze di conio sono dovute al metodo artigianale di produzione dei conii, a parte alcuni piccoli dettagli - di cui abbiamo già largamente discusso - che potrebbero esser stati incisi con l'intento di poter riconoscere ogni specifico conio. Tredici DIFFERENZE DI CONIO e NESSUNA VARIANTE degna di nota. Ora, faccio un altro esempio ed allego la scansione di quattro mie Piastre 1836... Dalla scansione, dalle misurazioni e dalla comparazione tramite GIF, le differenze che si rilevano sono veramente minime e per questo, direi poco rilevanti, a parte la quarta piastra, che avendola in mano - già ad occhio nudo - è ben visibile un "taglio lineare" alla base del collo, anziché il "gradino" presente su tutte le Piastre degli anni'30. In questo caso quindi, io parlerei di tre teste "standard" e di una sola VARIANTE degna di nota, perché per l'appunto, la differenza dalle altre piastre dello stesso tipo è riconoscibile anche ad occhio nudo. Un saluto, Lorenzo4 punti
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Ho aggiunto in collezione una nuova moneta, come da titolo si tratta di un 5 soldi del 1697 di Vittorio Amedeo II. Fino ad oggi non ero ancora riuscito a trovare un esemplare che avesse un rapporto qualità/prezzo equo, o prezzi troppo onerosi per discrete qualità oppure veramente messi male come conservazione. Nonostante sia classificata con un grado di rarità R non se ne vedono molte in circolazione e veramente poche sono quelle degne di essere messe in collezione, vorrei conoscere se questa mia affermazione è condivisa dagli altri estimatori sabaudi, ma io ho notato che la tipologia seguente è molto più presente sul mercato rispetto a questa e si trova in migliore conservazione, sono stati coniati ovviamente più esemplari, per questo penso che non siano paragonabili come rarità. Mi sono dilungato anche troppo... Con un peso di 4,60 gr. Ecco la moneta!3 punti
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Direi che si tratta di un'ottima notizia. Inventare di sana pianta provenienze false per creare un background fittizio alle monete è una truffa di cattivo gusto verso la clientela. Ricordo la discussione che facemmo in questo forum a proposito della provenienza dell'aureo e non pochi espressero parecchi dubbi su una moneta proveniente da un collezione di un non meglio definito barone e spuntata dal nulla dopo secoli. Ora è uscito fuori che Roma Numismatics, probabilmente (il tutto se non ho capito male andrà poi dimostrato in sede processuale) ci ha preso tutti per il . Chiaramente il mio pensiero va principalmente agli acquirenti, che mi augurano non abbiano rogne per incauto acquisto. Allego la "probabile" supercazzola. qui la discussione in cui ne avevamo parlato.3 punti
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https://www.artnews.com/art-news/news/worlds-most-expensive-coin-fake-provenance-roman-eid-mar-1234659762/?fbclid=IwAR3ELX7fb-ez8-fHrGiXA8IP7YU7_Rh_DGMNY4ALQ69dqiHNjPtfgnYQ76o Il link sopra è quello di www.artnews.com che ha dato la notizia In sintesi il proprietario della casa d'aste, con sede a Londra, Roma Numismatics ,lui o chi per lui avrebbe falsificato la provenienza dell'aureo EID MAR ,che fu venduto dalla sua casa d'aste qualche anno fa ,per aggirare le leggi sulle esportazioni di beni culturali. odjob2 punti
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Alessandro Severo Marco Aurelio Severo Alessandro Augusto (in latino Marcus Aurelius Severus Alexander Augustus , nato ad Arca Caesarea il 1º ottobre 208 e morto a Mogontiacum l 18 o 19 marzo 235), nato come Marco Bassiano Alessiano (in latino Marcus Bassianus Alexianus) ma meglio noto semplicemente come Alessandro Severo (Alexander Severus). E' stato imperatore romano appartenente alla dinastia dei Severi, che regnò dal 222 fino alla sua morte avvenuta nell'anno 235. Adottato dal cugino e imperatore Eliogabalo, dopo il suo assassinio Alessandro salì al trono. Data la sua giovane età (fu imperatore a tredici anni), il potere fu effettivamente esercitato dalle donne della sua famiglia, la nonna Giulia Mesa e la madre Giulia Mamea. Passato alla storia come esempio di buon imperatore, rispettò le prerogative del Senato e si prese cura dei sudditi, non aumentò il carico fiscale e favorì il sincretismo religioso, infatti nel suo larario trovò posto anche una statua di Gesù Cristo, insieme a quella di Abramo. Come Antonino Pio, di carattere fu mite e buono, ebbe nobili inclinazioni. Anche quando giudicò su colpe gravissime, non inflisse la pena di morte. L'imperatore non fu però all'altezza dei problemi militari che dovette affrontare. Nel 229 la dinastia dei Sasanidi incominciò un'offensiva che strappò ai Romani la Cappadocia e la Mesopotamia, fino a minacciare la Siria. Severo riuscì ad arginare l'invasione, ma dovette rapidamente trasferirsi sul fronte del Reno per difendere la Gallia dall'aggressione dei Germani. Nel 235 fu assassinato dai suoi stessi soldati durante una campagna contro le tribù germaniche in quanto stava trattando un accordo col nemico ed essi trovavano troppo esitante la sua condotta in guerra. Al suo posto salì al trono un generale di origine barbarica e di grandi capacità militari, Massimino il Trace. (Fonte Wikipedia) Valore nominale: Sesterzio Diametro: 29 mm circa Peso: 19,74 gr Metallo: Bronzo Dritto: IMP SEV ALE-XANDER AVG (Imperator Severus Alexander Augustus), testa laureata dell'imperatore volta a destra con paludamento sulla spalla destra Rovescio: P M TR P VIII COS III P P (Pontifex Maximus Tribunicia Potestate octavum Consul tertium Pater Patriæ), Alessandro su quadriga al passo verso destra, con le redini dei cavalli nella mano destra e lo scettro con l'aquila in cima nella sinistra, S - C in campo Zecca: Roma Officina: Emissione: Anno di coniazione: 229 Riferimento: RIC 495, Cohen 377 Rarità: R2 Note: Sesterzio di barra Altro dei miei sesterzi di Alessandro Severo. Pur non in ottima conservazione soprattutto al rovescio (lo scettro, al r., è scomparso. 😞) l'iconografia illustrata su questo sesterzio mi piace tantissimo. Così come trovo fantastiche anche le monete degli altri imperatori hanno coniato sesterzi con l'imperatore alla guida di una quadriga come, ad esempio Antonino Pio, Commodo, Massimino il trace... Pareri? Commenti? Ave! Quintus2 punti
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Sono piuttosto orgoglioso del mio esemplare, raro (1735 NEAP:), patinato, pressochè FDC, proviene da una NAC di qualche anno fa, tra i pochi a non presentare alcun graffio al R/ (Sebeto) e solo pochissimi e lievi al D/. Mi spiace solo di non essermi aggiudicato anche la mezza piastra di quell'asta, ma ero già fuori budget. Un prezzo comunque molto più contenuto di quello fino ad ora raggiunto dalla piastra di ART-RITE.2 punti
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Grazie a tutti per i complimenti! Allego le foto del mio 5 sols del Giuramento, secondo tipo. 🙂2 punti
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Allora, se queste sono le le premesse, il silenzio è d’oro e l’esposizione mediatica fa solo male a tutti… come diceva Socrate : se non puoi dire niente di buono, non parlare di tizio2 punti
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La moneta é immagine dell’autorità e la prerogativa di battere moneta é tradizionalmente dell’imperatore. Sulle monete ostrogote appare quindi sul diritto il nome e il ritratto dell’imperatore bizantino contemporaneo del sovrano ostrogoto, che emette moneta a nome dell’imperatore, avendone ricevuto la delega. Mantenere la stessa tipologia delle monete dell’imperatore di Bisanzio garantiva inoltre una buona accettazione della moneta ostrogota, soprattutto d’oro, destinata agli scambi internazionali di alto livello. Ne sono passate in asta recentemente sia da InAsta che da Aurora. Probabilmente coniata a Ravenna.2 punti
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Mi ricordo di essere intervenuto nella vecchia discussione, chissà se a sproposito. Premesso che tutti i fatti andranno provati in un eventuale processo, aldilà della finta documentazione (prassi assolutamente inaccettabile, ma temo assai comune nel mondo dell'arte), sarebbe quasi comico se le monete fossero degli ottimi falsi. Intendiamoci, non ho nessuna base per sostenere una cosa del genere (anzi), però troverei persino divertente una situazione del genere. E non sarebbe la prima volta, peraltro, sono convinto (parlo in generale). Perdonatemi la facezia.2 punti
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Messina, viaggio nei sotterranei del Museo: i tesori salvati dopo il terremoto del 1908 L’idea è stata di quelle che lasciano il segno. Entrare nella suggestione di quel disastro, che a Messina il 28 dicembre del 1908 arrivò dalla terra e dal mare, è stato un attimo. Con sapienti giochi di luce e buio, l’atmosfera, per i 40 spettatori limitati per ognuna delle due serate, si è creata in un attimo, generando quel pathos necessario per quanto da lì a poco si sarebbe potuto vedere. Nei sotterranei, solitamente inaccessibili al pubblico, gli attori hanno condotto i visitatori in un percorso surreale. A fare da guida Antonio Salinas, impersonato da Fortunato Manti, direttore dell’epoca del museo archeologico nazionale di Palermo e soprintendente dei monumenti, musei e gallerie di Sicilia. Quando partì per Messina per salvare il salvabile aveva 67 anni. Moltissimo di quanto è stato possibile ammirare nei sotterranei umidi fu salvato da Salinas e dai suoi più stretti collaboratori, primo fra tutti il suo assistente professore Gaetano Mario Columba. Delle 91 chiese ispezionate rimase ben poco. S. Elia, S. Elisabetta, S. Giovanni Decollato, S. Maria del Bosco, S. Filippo Neri, una carneficina di monumenti e opere d’arte. Marmi, gessi, stoffe, tavole e tele recuperati e ammassati in quei sotterranei sembrava potessero raccontare quanto vissuto a chi, in quei momenti di religioso silenzio, procedeva ammutolito in quegli spazi fisici. Uno spettacolo nello spettacolo, scritto dal direttore del Museo, Orazio Micali, attraverso le parole che Salinas riportò di suo pugno, in alcuni appunti, a testimonianza di quel lavoro di recupero. Commozione e amarezza è stata espressa da un interessato pubblico che non conosceva quanto Antonio Salinas avesse fatto per la città di Messina, una città che lo ha dimenticato troppo in fretta. «Nemmeno una strada, una piazza a lui intitolate, una targa a testimonianza della sua dedizione a questa città», hanno espresso con enfasi. Anche Orazio Micali nella sua presentazione ha puntualizzato come questo studioso meriti di essere scritto nel libro dei Giusti. Registi dello spettacolo “La ricerca del patrimonio sepolto” Giovanni Maria Currò e Mauro Failla, del ClanOff che organizza gli spettacoli al MuMe. Le letture sono state a cura di Gabriele Giliberto. Quello di venerdì e sabato è stato il primo di un ciclo di tre rappresentazioni sceniche prodotte dal Museo regionale di Messina, in collaborazione con il Clan degli Attori, che si svolgeranno nell’allestimento teatrale che si trova all’interno del MuMe. Opere che ripercorrono alcune delle tappe più significative della storia del teatro, messe in scena attraverso testi che raccontano storie e personaggi per un pubblico da emozionare e interessare. https://messina.gazzettadelsud.it/foto/cultura/2023/03/13/messina-viaggio-nei-sotterranei-del-museo-i-tesori-salvati-dopo-il-terremoto-del-1908-6339a32c-aa82-4701-886e-f7905513bbb3/15/2 punti
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Gentile @Auriate ci sfugge il motivo per cui sia andato a ripescare una discussione vecchia di ben 14 anni per inserirvi un suo sfogo, che riteniamo francamente fuori luogo. Se ha delle rimostranze da fare sulla conduzione del forum, potrà contattare in pvt, come da regolamento, i moderatori o gli admin, quanto a questa discussione, che numismaticamente ha detto ormai da molto tempo quel che aveva da dire, non resta che chiuderla.2 punti
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A proposito di effigi diverse, avevo già postato una Piastra 1836 con il naso più piccolo ed affilato. Devo dire che allora non aveva avuto molto successo ed i commenti erano stati pochissimi. Ho cercato nei vari archivi numismatici un riscontro e monete con queste caratteristiche ne ho trovate altre 4 oltre la mia. Pertanto la ripropongo sperando che qualche amico del Forum fornisca il proprio prezioso parere. Tengo a sottolineare che il peso è di 26,48 g ed il contorno non presenta anomalie, pertanto, a mio modesto parere, la moneta è originale. Questo è il confronto tra una 1836 normale ed altre 3 che presentano le stesse caratteristiche Grazie, Buona Serata, Beppe2 punti
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Ciao LOBU, anche per me si tratta di un' effige diversa. Si notano delle differenze: ciuffo che non si chiude a ricciolo ( come nella norma), naso, taglio delle labbra, barba sotto il mento diverse. Complimenti per la scoperta.2 punti
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Si chiama "esperienza", quando vedi migliaia di monete con errori genuine e false da periziare, lo capisci anche da piccoli particolari senza dover vedere la moneta nel suo complesso2 punti
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Condivido questo grano 1622 di Filippo IV inedito per la presenza della sigla del maestro di prova Costantino Di Costanzo ( "C" ) insieme a quello del maestro di zecca Michele Cavo ( "MC" ). E' recensito magistralmente da Davide Fabrizi nelle pagine 262/263 dell' interessantissimo volume " Appunti numismatici, XI Quaderno di Numismatica 2023 ", edito dal Circolo Numismatico Romano-Laziale. Riporto fotograficamente quanto presente nel testo, perché non oso modificare neanche una parola della perfetta e circostanziata esposizione di Davide. Abbiamo veramente a che fare con un approfondimento completo ed esaustivo in ogni sua parte. Non posso che ringraziare Davide. P.S. : Per permettere una migliore lettura (speriamo!), ho diviso il testo integrale in più parti, da leggere, comunque, consecutivamente. Grazie.1 punto
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Buon pomeriggio a tutti gli amici del forum, parto subito nel dire che sono davvero contento che la discussione sul 10 mon "Hōei Tsūhō" sia stata particolarmente apprezzata e vi ringrazio tantissimo per questo! Oggi invece parlerò di un'altra moneta giapponese, decisamente più caratteristica rispetto ai 10 mon e secondo me la storia che gli gira intorno rappresenta bene sia il tentativo di risollevare l'economia giapponese che la successiva crisi del governo militare dello shogun: i 4 mon "Kan'ei Tsūhō". Immagine 1: Mon (emblema) del clan Tokugawa. Nel 1768 il ciambellano e consulente dello shogun Tokugawa Ieharu, Tanuma Okitsugu, commissionò la creazione di una moneta Kan'ei Tsūhō dal valore nominale di 4 mon per cercare di risolvere i problemi economici dello Stato. La prima versione fu lanciata presso la zecca di Fukugawa o di Kameido (al giorno d'oggi sono quartieri di Tokyo) nella capitale Edo, caratterizzata da un design iconico con 21 onde (Nami) sul rovescio. Le monete erano fatte in ottone con rapporto 68:24:8 tra rame, zinco e stagno. Immagine 2: 4 mon "Kan'ei Tsūhō" del primo tipo a 21 onde (Nami) con patina arancione (fa parte della mia piccola collezione). Nel 1769 il design del rovescio fu variato con uno stile più semplice di 11 onde e che non cambierà più nelle emissioni successive. La moneta da 4 mon è solamente 2 -3 millimetri più grande (circa 27 mm) della moneta da 1 mon "Kan'ei Tsūhō" (circa 24 - 25 mm) ed era molto economica da produrre. A causa dell'esaurimento delle miniere di rame giapponesi le monete "Kan'ei Tsūhō" da 4 mon vennero prodotte in quantità elevate (per esempio la produzione alla zecca di Kameido cessò nel 1788, con un totale di ben 157.425.360 monete coniate) grazie anche alla loro relativa efficienza in termini di costi rispetto alle monete da 1 mon. Mentre l'economia era ancora in crescita, la popolazione giapponese accettò queste monete al loro valore nominale visto la forte emissione e circolazione. Immagine 3: 4 mon del secondo tipo a 11 onde (immagine presa online) Tra il 1821 e il 1825 il governo dello shogunato Tokugawa commissionò un gran numero di monete da 4 mon. Poiché la produzione rientra nel periodo Bunsei (1818 - 1830), le monete sono soprannominate proprio "mon Bunsei". Rispetto alle monete in ottone del periodo Meiwa (1764 - 1772) prodotte in precedenza, le monete da 4 mon "Bunsei" tendono ad avere un colore più rossastro a causa dei metalli diversi rispetto al rame. Immagine 4: un 4 mon "Bunsei" (immagine presa online). Nel 1860 il governo Tokugawa autorizzò la produzione di monete in ferro da 4 mon "Kan'ei Tsūhō" a causa delle difficoltà finanziarie estreme, ma il tentativo di coniare monete con questo metallo non riuscì visto che il ferro è incline all'ossidazione rendendole quindi difficili da usare. Alla popolazione giapponese non piaceva scambiare le monete contenente rame con quelle in ferro perché non apprezzavano questo tanto quanto il rame. La produzione economica delle monete da 4 mon comportò a molte contraffazioni che venivano prodotte da zecche illegali e da quelle gestite dai vari domini controllati dai daimyo. Nel 1866 il governo iniziò a dare ai domini il permesso ufficiale di emettere i 4 mon "Kan'ei Tsūhō" con le proprie finanze (queste monete hanno spesso dei segni di zecca sul retro che le rendono abbastanza facili da identificare), una scelta drastica che influenzerà le dimissioni dell'ultimo shogun Yoshinobu Tokugawa e la caduta del Bakufu (shogunato) nel 1867 da parte dei domini (il più importante fu quello di Satsuma) guidati dall'imperatore Mutsuhito, dando così inizio alla famosa "Restaurazione Meiji". Immagine 5: 4 mon in ferro, emissione ufficiale del Bakufu (immagine presa online). Immagine 6: 4 mon in ferro emesso dal dominio di Aizu. Il segno di zecca èノ (immagine presa online). Spero che anche questa discussione sia di vostro gradimento! Purtroppo il sito non mi fa postare la mia moneta da 4 mon con le 11 onde, quindi aggiungerò le immagini successivamente tramite un commento. Per quanto riguarda l'idea della piccola guida sulla monetazione bronzea (vale anche ottone e ferro) Tokugawa mi servirà molto tempo in quanto vorrei prendere più materiale possibile (principalmente monete) in maniera tale da renderla completa e decente. Buona giornata a tutti e alla prossima! Xenon971 punto
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Buona sera, si tratta di una moneta bizantina coniata sotto Anastasio, Giustino I o Giustiniano e contromarcata per la circolazione in Sicilia sotto il regno di Eraclio. Al dritto, sopra la testa del sovrano della moneta sottostante, è rappresentato la contromarca contenente la figura di Eraclio. Al rovescio il segno SCLS, che dovrebbe stare per Esercito di Sicilia. Per capire il tipo sottostante conviene leggere la legenda dal vivo. In foto non mi è molto chiara, ma generalmente non è complicato dal vivo. Un esperto dovrebbe comunque ricondurla al sovrano in base ai simboli al rovescio (stelle ai lati della grande M e croce al di sopra).1 punto
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Come nel design della nuova serie di fiori si vede una nuova rappresentazione di effigie di un sovrano, senza corona. Infatti La Royal Mail ha diffuso l’immagine dei nuovi francobolli, di prima e seconda classe, che avranno, come protagonista, re Carlo III e che verranno messi in circolazione dal 4 Aprile. Osservando il disegno si nota l’assenza di un accessorio: la corona. Un’importante rottura con la tradizione che manifesta anche la volontà di dare un’immagine precisa ai sudditi dell’attuale sovrano. Da un lato mantenere la continuità con il passato senza stravolgimenti (stessi colori di fondo dei francobolli utilizzati per la regina Elisabetta II) ma cercando di modernizzare la monarchia mostrando solo il volto (rivolto sempre a sinistra) della persona, dell'uomo su un semplice sfondo, una scelta rivoluzionaria per dare l'idea di maggiore umiltà e di un re al servizio del popolo. L’immagine di Carlo III sui francobolli è un adattamento del ritratto disegnato dallo scultore inglese Martin Jennings per le nuove monete emesse dalla Royal Mint.1 punto
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Mi permetto di rispolverare questa discussione, sperando di fare cosa gradita, per mostrare i due esemplari della mia collezione corrispondenti a quelli pubblicati dal Mitchiner. il primo: il secondo, speculare:1 punto
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Io intervengo, ma non conto... 🤣 Anche a me sembra una moneta decisamente coniata, credo che la sensazione "negativa" che anch'io provo (al netto del fatto che non compaia sul RIC e sugli altri cataloghi) dipenda dal "contrasto" tra la nitidezza di immagini e legende (usura quasi nulla, o comunque molto limitata) e i "danni" che si vedono sul tondello (crepe, lacune,...). Cioè, da un lato sembra una moneta che abbia circolato pochissimo, e dall'altro invece molto "vissuta"... Questo non toglie che possa tranquillamente essere buona.1 punto
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No, hanno solo ipotesi e teorie( parecchio campate in aria) …. Aspettiamo l’otto di maggio per seppellirlo? Anche il dentista americano sembrava lo fucinassero, e invece fa ancora aste… non siamo in Italia, per fortuna…1 punto
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Ciao Cosa abbastanza normale in queste monete di conio basso trovare le legende mal impresse e con mancanze, penso si tratti più che ad un tondello fine sui bordi ad una battitura poco accurata, infatti diversi esemplari sono anche parecchio decentrati. Ti porto un esempio preso dai volumetti del Traina ... bella conservazione ma legende sfuggenti.1 punto
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Buongiorno, più che rovinata la considererei martoriata.1 punto
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Ciao L' unico errore,lo ha fatto chi l' ha maneggiata.Ha dato dei colpi sensa senso,a rischio di farsi anche male😑 Saluti😉1 punto
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Ciao, bellissimo falso, a suo tempo mi ero perso questa discussione, grazie Fabrizio di averla riattualizzata. Posso solo aggiungere a tutto quanto già detto da voi che noto una grande differenza di carattere nella cifra 7: La metto a confronto con la mia 50 lire matrice del 1935 vera e vi chiedo se x caso nel corso degli anni e delle emissioni hanno cambiato i font delle cifre.. Anche il pattern puntinato di sfondo mostra una irregolarità che non si riscontra invece nell'originale.. Altro dettaglio: a fronte di un'ottima riproduzione del disegno, sia del fondino che del primo piano, noto una grande approssimazione dei caratteri nella scritta del decreto:1 punto
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Un’osservazione sui suberati Non sono in grado di giudicare l’autenticità o meno della moneta, mentre posso affermare che un suberato può pesare come o anche più della moneta in buon argento dello stesso volume. Solitamente un suberato è costituito da un nucleo di rame o bronzo rivestito da un sottilissimo strato dì argento. Dalle espressioni della densità del rame (o bronzo) e dell’argento d(Cu,bronzo) = 8,9 g/cm3 d(Ag) = 10,5 g/cm3 si vede che, assumendo unitario il volume delle due monete, il valore numerico della massa coincide con quello della densità e quindi il suberato pesa ca. 9 g e la moneta autentica ca. 10,5 g. Se la densità del metallo povero fosse come quella dell’argento, il suberato peserebbe come la moneta autentica e ciò si può realizzare con una lega di piombo (d(Pb) = 11,3 g/cm3) e rame. Se poi il metallo povero del suberato fosse tutto piombo e il volume della moneta fosse sempre di 1 cm3, il suberato peserebbe ca 8 dg in più della moneta autentica. apollonia1 punto
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Arco di Trionfo di Traiano 1 Anche l’arco di Traiano è avvolto nel mistero. Dell’arco si hanno notizie solo letterarie e monetali. La collocazione e l’anno della sua edificazione sono incerti. Secondo i Cataloghi regionari venne eretto nella Regio I Porta Capena. La Regio I Porta Capena era la I delle 14 regioni di Roma augustea classificata poi nei Cataloghi regionari della metà del IV sec.. Prese il nome dalla porta delle mura serviane da cui entrava in città la via Appia e si estendeva nella valle da questa percorsa a sud del Celio lungo la via Latina, fino oltre il successivo percorso delle mura aureliane. Qui si estendeva dalla Porta Appia, fino alla Porta Metronia, includendo la Porta Latina, ed oltre le mura il fiume Almone (nei pressi del quale sorgeva un tempio di Marte). Si fa riferimento all’arco di Traiano anche quando viene citato in un decreto del Senato nel 117 d. C.. Durante il XIX secolo gli studiosi formularono varie ipotesi sulla sua collocazione, che sembrava più probabile entro il Foro di Traiano stesso. Per quanto riguarda l’arco rappresentato sulle emissioni monetali, ne viene rappresentato di due tipologie, forse perché ce n’era più di uno. Il primo arco di Traiano è inciso su un sesterzio coniato nel 100 d. C.. In questo caso l’arco è a tre fornici, presenta quattro colonne sul fronte ed è sormontato da dodici cavalli. Il secondo arco si trova su un aureo ed è a fornice unico e sormontato dal carro trionfale imperiale (trainato da sei cavalli). Accanto al fornice centrale sono raffigurate due nicchie con timpano per ciascun lato, dove si suppose che fossero conservate le statue dei prigionieri Daci (rimpiegati in seguito nell’arco di Costantino). In verità si è appurato che la raffigurazione sull’aureo non rappresenti nemmeno un arco, bensì la recinzione meridionale del Foro di Traiano come recita la scritta all'esergo del rovescio. Potrebbe comunque essere plausibile che l’accesso sud alla piazza fosse stato monumentalizzato come arco trionfale e dedicato poi effettivamente come tale dal Senato al Traiano, eventualmente con la semplice aggiunta di un’iscrizione dedicata all’imperatore. --- Voce da terminare ---1 punto
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Arco di trionfo di Gallieno - Parium in Mysia Arco di trionfo a tre arcate. Quelle laterali, più basse della centrale, paiono sormontate da ulteriori archetti. L'arco è sormontato al centro da una quadriga (?) di elefanti su podio incoronata da vittorie ai lati Roma Numismatics Ltd - E-Sale 101, Lot 846 Gallienus Æ 25mm of Parium, Mysia. AD 253-268. IMP C GALLIENVS, laureate, draped and cuirassed bust to right / Triumphal arch with three arches; quadriga of elephants on top of central arch, Victories on outer two arches; CGHIP in exergue. SNG BNF 1536. 8.15g, 16mm, 12h. Good Very Fine. Rare. From a private UK collection. Estimate: 75 GBP... ... Voce da terminare ....1 punto
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Il consiglio di @Adelchi66 è perfetto: il prezzo è elevato per quello che afferma di essere il venditore, quindi fra qualche tempo potrebbe ricontattarti lui.... Poi nel frattempo guardati in giro: aste, convegni,...1 punto
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Buongiorno a tutti. Allego la scansione (no foto - no prospettiva) di due mie Piastre del 1843. Comparando le due effigi, a parte l'elemento più "eclatante" e cioè, una testa più o meno voluminosa, si possono notare anche delle altre differenze: la forma del naso; la dimensione del mento; la larghezza del collo; etc. Secondo voi, si tratta di debolezze di conio o di un'effige diversa e "ridimensionata"?1 punto
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Molto bello e interessante, non conoscevo la storia di questa monetazione. Grazie Xenon97!!1 punto
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Placchetta in argento del SAN CARLONE DI ARONA - misura mm. 71x127 - la statua altezza senza piedestallo metri 23,401 punto
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Ricevuto ora l’utilissimo e molto bello, come sempre, aggiornamento di Bibliografia Numismatica Italiana per il periodo 2015 - 2022, complimenti all’autore Bernardino Mirra per questa ulteriore opera. Lo consiglio a tutti quelli che vogliono iniziare un lavoro più o meno importante di numismatica per consultare le fonti già pubblicate, da qui si deve partire !1 punto
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taglio: 2 euro cc paese: francia anno: 2022 A tiratura: 9.020.000 condizioni: spl ccittà: trieste note: NEWS!!! taglio: 2 euro paese: lituania anno: 2021 tiratura: 5.000.000 condizioni: bb+ città: trieste note: NEWS!!1 punto
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Pesare con bilancia eletronica. Probabilmente verniciata è. Bomboletta o polveri. Prova acetone vedere se toglie strato superficiale.1 punto
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Le risposte sono state date ma non soddisfano i richiedenti. Si preferisce pensare al mistero e al complotto piuttosto che accettare una semplice verità. O forse la psicopolizia gestisce l'omertà per evitare che tutti sappiano delle poche rarissime monete contenute nel Sacro Graal? Tennison1 punto
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giudizi? il prezzo interessante mi ha letteralmente invogliato, per non parlare della immane soddisfazione di poter avere nella mia modesta collezione anche un pezzo proveniente da NAC...1 punto
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