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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/05/23 in tutte le aree
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Piastre molto molto belle. Questa la mia piastra di Francesco I del 1825. Ecco anche il dritto...5 punti
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Ci sono monetine che sono gioielli per esecuzione e rarità, anche se quest'ultima non sempre è riconosciuta. Ciò vale, ad esempio, per molti Giuli. Ne presento uno di papa Alessandro VIII (al secolo il veneziano Pietro Ottoboni) che il MIR classifica al nr. 2090/1 e considera R. In realtà la moneta è apparsa solo 2-3 volte in asta negli ultimi 20 anni, e sempre in conservazione medio-bassa; la rarità indicata è una specie di convenzione per il MIR, che a varie monetine "umili", ma decisamente rare, attribuisce una grado generico, quasi senza scala. L'esemplare proposto non è a mia conoscenza stato esitato in asta, ed è stato acquistato da un commerciante esperto ed appassionato. E' un "top pop" anche se mai chiuso in slab, a prescindere ...3 punti
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Una black-dark-horror che mi è stata regalata quasi liscia nel suo colore naturale Proveniente da un incendio? solitamente il suo colorito è questo: (da una mia moneta)3 punti
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https://www.vicuscaprarius.com/2016/02/01/il-tesoretto-del-vicus-caprarius/ E’ possibile quantificare il reale valore di una moneta antica? Quello economico, impresso in modo evidente su di essa, non ne è che una parte. Ogni moneta, più o meno preziosa che sia, è infatti una fonte preziosa di informazioni economiche, storiche e sociali. Ogni oggetto di proprietà ha due usi: l’uno è proprio, l’altro non è proprio dell’oggetto. […] In realtà di tutto si può fare scambio: esso trae la sua origine da un fatto naturale, che cioè gli uomini hanno di alcune cose più del necessario, di altre meno. […] Quando l’aiuto cominciò a venire da terre più lontane, mediante l’importazione di ciò di cui avevano bisogno e l’esportazione di ciò che avevano in abbondanza, si introdusse di necessità l’uso della moneta. […] Per effettuare il baratto si misero d’accordo di dare e prendere tra loro qualcosa che, essendo di per sé utile, fosse facile a usarsi nei bisogni della vita, come il ferro, l’argento e i metalli in genere, definito dapprima alla buona mediante grandezza e peso, mentre più tardi ci impressero anche uno stampo per evitare di misurarlo, e lo stampo fu impresso come segno della quantità. […] Taluni ritengono tuttavia la moneta un “non senso”, una semplice convenzione legale, senza alcun fondamento in natura, perché, cambiato l’accordo tra quelli che se ne servono, non ha più valore alcuno […]: certo, strana sarebbe quella ricchezza che, pur se posseduta in abbondanza, lascia morir di fame… (Aristotele, Politica 1, 9, 1257 a-b;). E’ la convenzione giuridica, secondo Aristotele, l’elemento che genera ed identifica la moneta. Porta il nome di “nòmisma” in quanto non prodotto di natura ma della legge (nòmos) (Aristotele, Etica Nicomachea 5, 5). L’importante non è, quindi, l’aspetto dell’oggetto, ma ciò che rappresenta: il rapporto di relazioni tra comunità diverse che il valore riconosciuto dalle stesse ad una moneta sintetizza. E che quindi, nel corso dei secoli, potrà tramandare. Lo studio delle monete antiche può perciò fornire informazioni molteplici: dati cronologici, storico-politici ed economici, ma anche di carattere artistico, architettonico o stilistico. Ciò che bisogna sempre tenere in considerazione durante l’analisi è che anticamente, a differenza di ciò che accade oggi, le monete rimanevano diffuse molto a lungo. Uscivano di fatto dalla circolazione quotidiana solo per casi accidentali (come un banale e semplice smarrimento, ad esempio) o se ufficialmente ritirate dalle autorità per essere cambiate con nuove emissioni. Così, nonostante venga spesso considerata dagli archeologi un reperto datante “per eccellenza”, il dato cronologico fornito da una moneta necessita comunque di ulteriori conferme. E nonostante per le monete imperiali romane la titolatura dell’imperatore consenta di determinare se non addirittura l’anno preciso di emissione quantomeno un periodo di anni ristretto, per una corretta ricostruzione storica rimane determinante il confronto con ritrovamenti particolarmente attendibili come i tesoretti monetali, gruppi di monete deliberatamente nascosti o sepolti insieme, solitamente all’interno di un contenitore. Proprio per quanto affermato prima, le monete all’interno di un tesoretto possono avere origini e datazioni molto diverse. Quindi, per stabilire la data del seppellimento, è necessario ricostruirne la cronologia: le emissioni più tarde indicheranno il terminus ante quem non, cioè il momento (più o meno approssimativo) in cui sono state nascoste. Nonostante risulti relativamente semplice ipotizzare quel possano essere state le cause dell’occultamento del tesoretto (la paura delle guerre, delle violenze e dei saccheggi ad esse collegati, ad esempio) è sempre difficile accertare il motivo originario della sua creazione. Nella maggior parte dei casi infatti i tesoretti non forniscono informazioni sul motivo dell’accumulo. Il tesoretto del Vicus Caprarius A seguito di un devastante incendio che colpì la domus intorno alla metà del V secolo (connesso, con ogni probabilità, al saccheggio di Roma del 455 da parte dei Vandali di Genserico) colpì la domus, il pianterreno della residenza fu abbandonato ed obliterato da una colmata di terra alta circa 4 metri. Da questo contesto gli scavi hanno permesso di portare alla luce un tesoretto di 873 piccole monete in bronzo (nummi, emissioni databili tra la fine del III e la metà del V secolo) e un asse dell’imperatore Claudio (41-54 d.C.). Su quest’ultima, ancora in circolazione dopo 400 anni (a riprova del “ciclo di vita” infinito delle monete antiche), fu incisa dalle autorità la contromarca LXII (corrispondente al valore di 42 nummi). Il “tesoretto monetale” del Vicus Caprarius – Foto di Andrea Manuti. Lo scarso potere d’acquisto che caratterizza il tesoretto del Vicus Caprarius nonostante il rilevante numero di monete (il nummus, infatti, nel sistema monetario dell’epoca al cui vertice era il solidus, la moneta d’oro, rappresenta il nominale di minor valore) ha fatto ipotizzare che il suo proprietario fosse uno dei dipendenti o, addirittura, dei servi che frequentavano la domus. Il tesoretto ha fornito informazioni utilissime per la comprensione delle strutture che caratterizzano l’area archeologica del Vicus Caprarius. La sua composizione e il luogo di ritrovamento (gli ambienti di servizio della domus) sono infatti testimonianze dirette di un periodo storico segnato da ripetuti saccheggi di cui furono proprio le residenze signorili a subire i maggiori danni. Ma soprattutto, le effigi degli imperatori, i resti di tessuto ancora aderenti ad alcune monete e riferibili verosimilmente al contenitore originario, consentono al visitatore di “affacciarsi” su una storia “non ufficiale”, quella delle persone comuni, interrotta duemila anni fa e riportata in vita dalle sapienti mani degli archeologi. Moneta con resti di tessuto del contenitore originario (“Tesoretto” del Vicus Caprarius) Le monete sono state oggetto di un accurato restauro, fortemente voluto dal Gruppo Cremonini e realizzato da Alessandra Barone e Barbara Gregni (Cooperativa Restauri Archeologici di Roma) sotto la guida del Dott. Fiorenzo Catalli, Direttore Archeologo della Soprintendenza Archeologica di Roma e, dal 19 dicembre 2006, fanno parte del suggestivo antiquarium allestito all’interno dell’area archeologica.3 punti
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È autentica, considerato anche l’autorevolezza e l’affidabilità del venditore, la cui identità senza sforzi è riconoscibile dallo sfondo usato per la foto. Va comunque vista in mano, però non ho motivi per dubitare ne’ della conservazione rappresentata ne’ tantomeno dell’autenticità . Non è strana.3 punti
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Ma come fa a sapere che quella moneta vale 3000 euro? Semplicemente perché ha deciso lui di venderla a quel prezzo su ebay E c'è anche chi ci crede petronius3 punti
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Tornando pacatamente sull'argomento. Finora oltre al dubbio 2 cavalli/ 3 cavalli sciolto dal documento pubblicato dal Rinaldi, da come mi pare di capire ora vi è il dubbio se la moneta sia stata coniata in occasione della pace di Cambrai o per la venuta di Carlo V a Napoli? Tutti i testi, se non vado errato, riportano la moneta coniata in occasione della pace di Cambrai stipulata il 5 agosto 1529. Magari si saranno tutti sbagliati e la moneta è stata coniata come scritto da Magliocca per la venuta di Carlo V a Napoli il 25 novembre 1535. Non conoscendo la fonte di quest'ultima affermazione in quanto non è stato indicato il riferimento, ho cercato di ritrovarla anche perchè la "novità" mi sembrava degna di nota e meritevole di approfondimento senza però trovare nulla in merito. L'unico spunto trovato, come indicato nel post 16 di questa discussione. Lo scritto del Vergara. Confrontando di quanto scritto dal Vergara con la nota del Magliocca di pag. 74, appare evidente che quanto riportato in nota possa essere stato ripreso dal lavoro del Vergara. E, se la mia ipotesi è corretta, c'è stata confusione perchè appare evidente che il periodo del Vergara in cui si parla del re di Algeri fa poi riferimento alle monete "sequenti". Se a questo poi si aggiunge l'iconografia della moneta, cioè il trofeo d'armi, con la legenda "LA PACE DEI RE" io sono dell'avviso che il tre cavalli si riferisca proprio alla pace di Cambrai. Ma è e rimane il mio umile pensiero. Non sono abituato a criticare, specie pubblicamente. In questo post sono stato chiamato in causa ed ho cercato di rispondere in maniera esaustiva riportando quanto finora noto su questa moneta. Se questo ha dato fastidio a qualcuno me ne scuso. Ma vi prego, se volete provocare, fatelo in maniera costruttiva. Cerchiamo di confrontarci pacatamente evitando di mettere in discussione quanto da me ipotizzato sulla base di caratteri tipografici usati nello scritto del Vergara. Ecco la cosa che mi ha dato fastidio ed il motivo di una mia risposta a tono. Poi se le critiche debbano andare in un unico senso allora ne prendo atto. Buona giornata a tutti.3 punti
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Buongiorno, dovrebbe essere un tetrassarion di Valeriano per Berytus (Colonia Iulia Augusta, l'attuale Beirut). Al rovescio, Astarte di fianco ad una colonna con piccola Nike. È una moneta che non si vede spesso, con una bella patina. Filippo3 punti
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Bellissimo questo giulio caro Giovanni! Davvero un piccolo gioiello per conservazione e patina. Sono d'accordo con te che molto spesso l'assegnazione dei gradi di rarità del MIR ai piccoli moduli papali, sembra fatta "per convenzione", con indicazioni che spesso sono decisamente sottodimensionate rispetto alla realtà. A proposito di giuli, nella prossima Nomisma ci sono senza dubbi diversi esemplari interessanti... Michele3 punti
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Salve @miroita, sempre un piacere risentirti. Confermo si tratta di un tre cavalli e non di un due cavalli. Provo a fare un po' la storia cronologica di questo nominale. Partendo dal Vergara la moneta viene indicata come un tre cavalli. La letteratura successiva invece, a partire dal Sambon, in base al peso, stabilì si trattasse di un 2 cavalli. E così, dal Cagiati, CNI, Pannuti/Riccio, Bovi, MIR ed altri si è seguito a definirlo un 2 cavalli. A tal proposito ritengo interessante un passaggio di Dell'Erba che testualmente riporta "Questo Due cavalli ha un peso medio di grm: 3,80, laonde erroneamente è stato ritenuto da molti per un Tre cavalli, tratti forse in inganno dal largo modulo che presenta, o non tenendo a calcolo i pesi dell'epoca rispetto a quelli posteriori". I dubbi però restano ed ecco che, anche se in maniera dubitativa, il due cavalli torna ad essere considerato un tre cavalli, nel 2018, nel lavoro The Italian Coin of Charles V di A. D'Andrea, A. Boroni e S. Realino. Idem per la parte da me curata (zecca di Napoli) nel volume The Italian Coins In The British Museum a cura di B. Cook, S. Locatelli, G. Sarcinelli e L. Travaini edito nel 2020. Per quanto mi riguarda più che un discorso di peso i dubbi si sono basati sull'impronta iconografica della moneta. Per chi conosce la monetazione di rame del regno di Napoli sa bene che la croce al R/ è sinonimo (in base al modulo) di un tre cavalli. Ciononostante, per smentire la letteratura precedente era necessaria una cosiddetta, passatemi il termine, "prova provata". Quest'ultima probabilmente è stata trovata dal Magliocca che nel suo volume afferma che si tratta di un tre cavalli e fu battuto dal novembre del 1535. Pare quindi che ogni dubbio sia fugato anche se quanto riportato è privo di fonte. La parola fine viene messa, come deve avvenire, con la pubblicazione di documentazione probante. In questo caso abbiamo l'importante lavoro Il fondo numismatico della Società Napoletana di Storia Patria in cui G. Rinaldi, nel descrivere questa moneta, riportando i dubbi passati, cita un inventario della strumentazione di zecca nel 1574 in cui si legge "uno ponzone con dui scudi che serve per li mezi tornesi". Queste poche parole chiudono definitivamente la diatriba su questo nominale. Ovviamente per chi non conosce approfonditamente la monetazione napoletana il mezzo tornese corrisponde al tre cavalli. Spero di essere stato esaustivo ed aver risposto appieno. Se c'è bisogno di riferimenti più dettagliati resto a disposizione.3 punti
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Buona domenica al Forum, oggi posto questa monetina che sembra in ottone? leggo una scritta Marcus, ha un peso di gr.1,68 e diametro mm.18, grazie per un vostro aiuto ad identificarla, saluti F.P.2 punti
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Ecco, a mio avviso, un bel esemplare del Doge Pietro Lando, 1539-1545. Trattasi di un Mocenigo o lira di recente acquisizione. AR 6,54 g. D/ PETRVS - LANDO - SM VENET S. Marco nimbato, stante a s., porge il vessillo al doge genuflesso; lungo l'asta, D V X. R/ TIBI SOLI - GLORIA II Redentore stante di fronte, benedicente, tiene il globo crucigero nella s. Sul piedistallo, V - S.2 punti
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Ciao a tutti, se mai qualcuno passa dalle parti della Baviera, gli consiglierei di fare una tappa in questa ridente cittadina, conosciuta in tutto il mondo per la sua birra ed i corrispettivi "Biergarten", come questo: dopo esservi ristorati: consiglio di fare una passeggiata fino alla chiesa di Nostra Signora, la Frauenkirche: e dopo averla visitata, magari fare un saltino da Künker dove volendo si può prendere un piccolo souvenir della vostra gita: Tornati a casa, avrete così un perenne ricordo della bella giornata! (la capsula la ho proprio incastonata nel sottobicchiere, qui anche il lato B) Per chi non ha a portata di mano una lente di ingrandimento, qui uno zoom: Ludwig Re della Baviera / Salute (onore) al Re - 1825 Buona gita a tutti! Servus, Njk2 punti
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La posseggo sin dall'inizio degli anni '80 (spesi 50 o 100 lire), a suo tempo la consideravo sin troppo moderna, del resto aveva solo una sessantina d'anni, ero molto più affascinato dalle monete che superavano quantomeno il secolo di vita. Tra un anno questa presentata da @Meleto raggiugerà quel traguardo, la mia del 1921 l'ha già superato, ora entrambe sono proprio vecchie........ quanti ricordi2 punti
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Buonasera a tutti, @Releo il primo tranne diversa attaccatura di leggenda al rovescio sembra essere proprio il 39 di pagina 176. Il secondo che è di Filippo II e non III sembra più 88/2 di pagina 132. Saluti Alberto2 punti
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Tranquillo capita. Non è assolutamente necessario scusarsi. Ottimo acquisto! Complimenti.2 punti
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Salve a tutti! Oggi deludente giro al mercatino domenicale, purtroppo non ho trovato quasi niente se non questa moneta da 20 haleru 1924, strapagata oltretutto (1€) ma la voglia di non tornare a casa del tutto a mani vuote ha prevalso.. Non può andare sempre beneSpero prossimamente di portarvi qualcosa di un po' più interessante2 punti
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Purtroppo le abitudini cambiano nel tempo , ma vale la pena ritornare Si e' la Chiesa che si trova quasi all' angolo di Via del Corso con Via Tomacelli , nei paraggi furono trovati anche i resti dell' Ustrinum usato da Augusto fino a Nerva . Sotto la Chiesa di San Rocco , vicinissima all' Ara Pacis , venne trovato uno dei due obelischi che erano ai lati dell' ingresso del Mausoleo di Augusto , uno si trova oggi all' Esquilino dietro Santa Maria Maggiore , l' altro a Piazza del Quirinale .2 punti
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ciao a tutti quattrino da 4 bagattini, legge 30/07/1604 per Verona e 05/02/1605 per Brescia. so che è un pezzo comune, ma mi piacerebbe sapere cosa pensate della conservazione. Grazie alvixe2 punti
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Un esemplare delle non comuni dracme tra le prime emissioni di Zancle, con al diritto delfino in nuoto con etnico ed al rovescio piccola ostrica al centro di un quadrato incuso diviso in 9 parti . Sarà il 23 Marzo in vendita Harlan J.Berk 222 al n. 26 .2 punti
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Ciao a tutti. Devo ringraziare moltissimo @petronius arbiter e @Cremuzio. La visita al vicus Caprarius è commovente ed è corredata da un piccolo tesoretto monetale interpretato come i resti delle mance di un dipendente o servus della domus. Inoltre è presente un asse di Claudio con una "contromarca" LXII di età ostrogota. Per quanto riguarda l'horologium augusti non mi hanno fatto entrare: Sono andato alle 10 della mattina circa e Il sacrista mi ha detto di mandare una mail e nella mail mi hanno scritto che "La mattina alle 10,00 puoi venire ogni giorno feriale. Chiedi in sacrestia del sacrestano Bruno". Mi pare il paradosso dell'ordine 22: «Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo.» A parte ciò, ritornerò, ho scoperto che l'ara pacis è stata rinvenuta sotto il palazzo nobiliare a sx della chiesa.2 punti
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Buona Domenica @VALTERI, Personalmente mi ha sempre incuriosito la figurazione del dritto delle prime monete dell’odierna Messina. Zankle (Dankle sulle monete), nome che i coloni calcidesi avrebbero preso in prestito per la loro fondazione, è un termine di origine indigena (sicula) che significa falce e che sarebbe riferito alla particolare forma del porto di questa polis. Il fascino di alcune emissioni particolarmente rare di dracme risiede nei dettagli che vennero aggiunti nella figurazione del porto, esso è rappresentato in questi casi non da una semplice linea curva (come nel pezzo di apertura) ma da una fascia più ampia in cui trovano sistemazione alcuni elementi rettangolari che dovrebbero indicare gli edifici che si affacciavano sulle banchine. Del resto un così buon approdo in un punto di passaggio tanto trafficato quanto lo stretto di Messina ben meritava di essere un emblema evidenziato con ulteriori particolari. EX NAC 27/90 del 12-05-2004, con etnico abbreviato DANK, 5.75 grammi: Circa il mollusco raffigurato al rovescio non è semplice identificarlo, io penserei ad un cardio (meno ad un pettine) data la nitidezza delle coste in esemplari di buona conservazione. Ma sono sempre ipotesi su piccole incisioni di 2500 anni fa. NAC del resto nella descrizione della moneta qui sopra parla di “mussel”.2 punti
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Collegato a ciò c'è anche: An important Gallo-Roman worship complex was discovered near Rennes, France An essential Gallo-Roman worship complex was unearthed by Inrap (National Institute for Preventive Archaeological Research) archaeologists at Chapelle-des-Fougeretz (Ille-et-Vilaine), near the city of Rennes in northwest France. The site in the village of Chapelle-des-Fougeretz has been slated for development, triggering a comprehensive preventative archaeology excavation of more than seven hectares of the site. Excavations began in March, and archaeologists have unearthed the remains of a Gallo-Roman worship complex built just after the Roman conquest in the 1st century BC. The sanctuary was originally established in the period following the Roman conquest in the 1st century BC and operated for at least five centuries until the 4th century AD. Sanctuary illustration. © Marie Millet, Inrap Located only 10 km from Condate, the sanctuary was visible from afar. It faces the Flume valley to the west, the Rennes basin to the east, and the great Roman road connecting Rennes to Corseul to the north. The discovery could shed light on the lifestyles of the time. The discovery may provide insight into how local Celtic populations gradually integrated the Roman religious and social practices of the Riedones. The worship complex consists of a large sanctuary, bounded on either side by a 60 m columned gallery. Two temples, one larger and one smaller, were built-in typical Romano-Celtic fanum style (ie, a square masonry temple with a central cella inside a square gallery). A cult figure of a deity inhabited the cella. The faithful would offer their prayers and votives in the gallery. The large temple was dedicated to the sanctuary’s primary deity (or deities); the smaller to deities of secondary importance. Welcoming pilgrims to the sanctuary was a forecourt with a well and two small chapel-like structures. Bronze figurine representing the god Mars. Photo: Emmanuelle Collado, Inrap Also, during the excavation of the Chapelle-des-Fougeretz, a small bronze statuette of the god Mars was uncovered, suggesting that at least one of the temples was dedicated to him. In Roman Gaul, God Mars was not the bloodthirsty god of war so much as a benevolent figure and a protective healing deity. Another sacred object unearthed, a remarkable bronze vessel has a Jupiter-themed decoration (eagle and lightning bolt figures on both handles). The cup was found upside down and intact with its two ornately decorated handles still attached. One side of the handle is carved with the relief of a face of a Cupid. Two wings are engraved on each side of the face. The other end of the handle mounts is decorated with reliefs of eagles in profile. The curved part of the handle between the terminals features stylized thunderbolts. Such a rich offering suggests Jupiter may also have been worshipped at the sanctuary. Bottom view of the bronze bowl with its two handles. Photo: Emmanuelle Collado, Inrap In addition to the two temples, habitats have been unearthed as well as 120 m2 baths. Symbols of a Roman way of life, the baths were probably intended for public use and for the faithful of the sanctuary. https://arkeonews.net/an-important-gallo-roman-worship-complex-was-discovered-near-rennes-france/2 punti
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Questione annunci su piattaforme: sará sempre peggio! Certo,a mio avviso il lettore,dovrebbe informarsi su piattaforme SPECIFICHE che operano nel campo. È una catena che smuove facili entusiasmi qua e la e che non fa altro che crescere. Uno vede/copia dall' altro,si entusiasma e posta scempi. Cosí è,cosí ahimè sará. Poi in parte passeranno da qui e chiederanno conferme. Ecco,qui almeno stiamo noi. Meglio di cosí,"nun se pò"😁2 punti
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Salve a tutti. In asta oggi da NumismatiK Naumann questo bronzo di Kroton con questa descrizione: Obv: Eagle standing right, head reverted; ΣΛ above. Rev: KPO.Tripod; marsh-bird to right. e con questa classificazione: HN Italy 2216 var. (no letters on obv.); SNG ANS 442-3 var. (same). Rare Weight: 3.98 g. Diameter: 15 mm. . Interessanti le lettere al dritto sopra l'aquila, esempio dell'uso dei globetti traccianti trattati in un articolo da Giovanni Santelli e Alberto Campana sul n. 63 , Maggio-Giugno 2012, di Monete Antiche. Mentre la lettera "sigma" è chiara, qualche dubbio mi viene per la lettera "lambda" che potrebbe essere , visti i tre globetti, anche una lettera "delta". Non avendo trovato questa variante in sillogi od aste recenti, chiedo agli amici del forum se sono a conoscenza di esemplari dove le lettere in questione sono chiaramente individuabili ed eventualmente anche il loro possibile significato. Come sempre , un grosso grazie a chi vorrà intervenire. PS. Nella descrizione del rovescio non vengono citate le lettere sigma ed omega in esergo , sotto il tripode.1 punto
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Attianese nel suo volume Kroton. Le monete di bronzo (2005) riporta alcuni esemplari "da scavo" ed interpreta le sigle come e .1 punto
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Allora ti consiglio di fare il giro al contrario! 😁 O se no chiamiamo @wstefano che ci da una mano: prima e poi Servus Njk1 punto
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Ciò che segnalo con le freccette sembrano proprio la parte alta di un 8 e di uno 0, credo proprio che sia un 1680...1 punto
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Ho molti dubbi che riuscirò ad alzarmi da quel tavolo....semmai una bella sdraio e buonanotte🤣1 punto
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Mi sa che tuo nonno lo sapeva infatti😉 Ha fatto e fará sempre piacere anche a noi💪1 punto
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Alcune bollicine presenti sulla superfice confermerebbero l'incendio. Si i dati ponderali combaciano, addirittura con i suoi 18 grammi, nonostante sia quasi liscia, supera la media dei pesi per questa tipologia:1 punto
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Buonasera a tutti, stasera parliamo di un altro interessante titolo da inserire nella propria biblioteca monografia in 2 volumi: VOL.1 - Banca d'Italia Museo della Banconota: Cento Anni di Storia; - autore: Silvana Balbi de Caro - editore: IPZS - pagine: 280 illustrate VOL.2 - Banca d'Italia Museo della Banconota: I Biglietti della Banca d'Italia (atlante/normativa) - autore: Silvana Balbi de Caro - editore: IPZS - pagine: 195 illustrate con cd-rom I due volumi sono racchiusi in una bella custodia. In questi due volumi pubblicati dal Bollettino di Numismatica del Ministero per i Beni e le Attività Culturali viene ricostruita la storia della Banca d'Italia in quanto Istituto di emissione. Storia di uno stabilimento industriale, di un metodo di lavoro, delle innovazioni tecnologiche ma in particolare storie di uomini e maestranze che delle macchine furono motore ed anima. VOLUME 1: SOMMARIO Capitolo I ANNO 1893: NASCE LA BANCA D'ITALIA -La legge 10.8.1893 n.449 -Il palazzo di via Nazionale -Le emissione del periodo 1894-1896 Capitolo II LA PRIMA SERIE 1896-98 -I biglietti disegnati da Rinaldo Barbetti -L'officina Carte Valori Capitolo III I BIGLIETTI DI NUOVO TIPO 1915-1933 -Si progetta una nuova serie di banconote -Il biglietto da Lire 50 del 1915; -Una emissione straordinaria: il biglietto da Lire 25 del 1918; -Il biglietto da Lire 500 del 1919 -Il biglietto da Lire 1.000 del 1930 -Il biglietto da Lire 100 del 1931 -Il biglietto da Lire 50 del 1933 Capitolo IV LE OFFICINE DELLA BANCA D'ITALIA -La Cartiera -L'Officina Carta Valori Capitolo V LE EMISSIONI PER I TERRITORI D'OLTREMARE -Somalia Italiana -Africa Orientale Italiana -Albania Capitolo VI GLI ANNI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE 1940-1945 -Lo Stabilimento de L'Aquila (1939-1944) -L'Istituto Poligrafico dello Stato -La circolazione cartacea nell'Italia centro meridionale -A Roma, negli anni 1944-1945 -I biglietti della Banca d'Italia stampati negli anni della guerra Capitolo VII IL DOPO GUERRA -I biglietti prodotti nel periodo bellico: un problema di quantità -La serie del 1944 -I titoli provvisori al portatore -I nuovi biglietti da 500 e 1000 Lire "tipo 1946" -I nuovi tagli massimi -La fabbricazione dei biglietti e la loro sostituzione nella circolazione -Fuori corso e prescrizione Capitolo VIII LA SERIE DEGLI UOMINI ILLUSTRI -Tipi e tagli dei biglietti -La serie degli uomini illustri -I nuovi tagli massimi -Si rinnovano i biglietti da Lire 1.000 e 5.000 -I tagli intermedi da Lire 2.000 e da Lire 20.000 -Le Officine Carte Valori Capitolo IX LA PRODUZIONE DEL PERIODO 1975-1999 -Le emissioni della seconda metà degli anni '70 -Le emissioni degli anni '80 -Le emissioni degli anni '90 -Una contraffazione storica (di G. Fina) Alcune immagini della monografia: VOLUME 2: Questa monografia è composto da 61 schede analitiche dei biglietti emessi dalla Banca d'Italia nel periodo 1894-1999: A corredo del volume anche l'ampia normativa e leggi. Per migliorare la consultazione è stato realizzato un CD-ROM con la presentazione del museo e con la possibilità di consultare tutte le schede analitiche dei biglietti con relativa normativa digitalmente: Questo lavoro, come l'allestimento dello stesso Museo della Banconota, è stato possibile grazie al grande impegno profuso dalla Prof.ssa Silvana Balbi de Caro e la collaborazione di Giovanni Fina con l'obiettivo di ripercorre più di cento anni di storia italiana attraverso l'esposizione di biglietti, bozzetti, esemplari di falsi, materiale e attrezzature di stampa raccontando il costume del Paese. Grazie e Buona lettura numys1 punto
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"The Dark Side of the moon". Questa sarebbe stata ottima come copertina del famoso album dei Pink Floyd!1 punto
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Buonasera Scrivere su un forum a volte potrebbe far travisar le cose.....a parlar ci si capisce meglio sicuramente e senza fraintendersi. Di mio, stando qui sul forum da qualche annetto, oramai conosco modi ed espressioni di un bel pò di amici/utenti/lamonetiani,indi percui,mi permetto di insistere,come prima,che Massimo @Scudo1901, non voleva affatto offendere o prender in giro. Come avrai notato,porta anche il nick della moneta in questione e da amante del Regno d' Italia,"qualcosa" la conosce. Bene,egli è intervenuto bonariamente,visto che questa moneta è praticamente introvabile,esternava con emoticon di sorrisi e altro la sua tesi. Gli interventi ironici a presa in giro,sono ben altri fidati. Anzi,ci tengo a precisare che sono uno dei primi a "coccolare"(permettetemi il termine) i nuovi arrivi,difendendoli spesso,alla luce del sole e nell' ombra,ed aiutandoli. Detto ciò mi fermo,che stiamo a fa off topic "ca pala". Saluti Riccardo1 punto
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L'importante è che ti manca, se non è una moneta doppia in certe magre occasioni è pur sempre un successo1 punto
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Questo è il punto,per la mia esperienza e come sopra citato,le Preunitarie per via di come funzionavano i lavori nelle Zecche statali e non , i coni avevano spesso delle piccole differenze alcune molto evidenti altre molto meno. Nelle Napoletane che sono state le più coniate come numero di pezzi, se non sbaglio 3 volte maggiori di tutte le altre del resto d'Italia non ancora unita, solo adesso vengono censite con i vari incroci e diversità di coni dello stesso anno o dello stesso "tipo".1 punto
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Ciao, Non sono un esperto… somiglia molto a questa tipologia.https://www.cgbfr.it/michel-iv-le-paphlagonien-follis-tb-ttb,bby_224095,a.html saluti1 punto
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In realtà nelle monete del periodo non si faceva caso all'orientamento dei conii, che tranne rarissimi casi era del tutto casuale.1 punto
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Un'altra bella monetina, per vari motivi accostabile a quella sopra presentata, è un giulio dell'anno successivo, 1691. Cambia l'anno e cambia anche il pontefice, questa volta Innocenzo XII. Non è mia, ma ho tratto le foto dal mio archivio: ex Numismatica Picena 11 del 2022 (base € 800, realizzo € 2500 + diritti). Il rovescio può sembrare lo stesso ma la figura di S. Paolo è stata reincisa: il volto è radiato e non col nimbo, e viso, capelli barba e mantello sono differenziabili, variati gli arbusti di sfondo.1 punto
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Buongiorno @SemperFidelis Ovviamente ognuno conserva i suoi "tesori" come predilige, i vassoi in velluto sono , a parte mio, il "top" specie per l'argento. Porta col tempo al formarsi della patina "giusta" e ti permette un contatto diretto con "l'amata" che le capsule non ti consentono. Io uso i vassoi della NOVA , mi trovo bene con quelli... ....ma l'altra faccia della liretta??1 punto
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Non è questo il modo di rispondere a chi cerca di farti capire un concetto, ovviamente per chi è abituato a parlare e discutere di monete basta il colpo d'occhio per riconoscere un falso da bancarella, questo devi concederlo a chi ha perso tempo a risponderti e segnalarti dove è il problema.. Comunque la tua pseudomoneta ha delle differenze enormi da quella originale Il bordo stretto, la scritta FERT nel contorno diversa da quella originale, il colore, il materiale, l'impronta di conio più sfocata, il peso sicuramente e mille altre cose... Per gli esperti o conoscitori è ovvio a prima vista, per chi non è esperto no, ma anche se non era stato fatto un elenco delle incongruenze non era necessario rispondere male!1 punto
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ok, che è falsa lo avevo già capito. Ma dire che è falsa anche senza vederla solo perchè ne esistono poche e perchè tanti ne hanno scritto, non mi sembra risponda alla mia domanda. Chiedevo solo di capire da cosa si evincesse. Tutto qua. Forse è stato più facile scrivere tutto quel testo e farsi due risate su chi umilmente ha detto subito di essere ignorante in materia. Ma l'umiltà è rara... forse più della moneta del 1901. Buona serata1 punto
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Per me non ha senso indicare la rarità delle monete in base alla conservazione. La rarità è oggettiva e dipende dalla tiratura e dal numero di esemplari che sono giunti sino a noi, oltre ovviamente alla domanda del mercato per la data monetazione e/o tipologia. Cosa ben diversa è la conservazione che, a mio modesto avviso, influisce giustamente solo sull'aspetto economico. Ci sono ovviamente dei casi in cui monete estremamente comuni in BB diventano molto meno reperibili in FDC (oltre ai 50 centesimi Leoni già menzionati mi vengono in mente le 50 e 100 lire in Acmonital della Repubblica dei primi anni '50) ed è giusto notarlo anche nei cataloghi, ma, lo ripeto sempre a mio modesto avviso, si tratta, tutt'al più di una forma di "rarità relativa".1 punto
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Buongiorno e buone fatte feste... 😅 Mi faceva piacere condividere con voi questo tarì di Filippo II 😜 bruttino, ma va beh1 punto
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