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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/28/23 in tutte le aree
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Ciao a tutti, oggi posto per condividerlo con voi, un un sesterzio di Treboniano Gallo con patina verde intonsa, proveniente dall' Asta Bertolami. Allego descrizione dell'Asta: Trebonianus Gallus (251-253), Sestertius, Rome, AD 251-253; AE (g 18,11; mm 29; h 12); IMP CAES C VIBIVS TREBONIANVS GALLVS AVG, laureate, draped and cuirassed bust r., Rv. VIRTVS - AVGG, Virtus standing l., resting hand on shield and holding spear reversed. RIC 126a; C 134. Untouched green patina.6 punti
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Ciao a tutti! Contribuisco anche io in maniera modesta a questo Topic che trovo molto interessante. Di seguito la mia prima napoletana, scelta anche in base ad una sorta di affetto/ammirazione per il personaggio al dritto.4 punti
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Per scambiarla alla Banca d'Italia non importa se il seriale è incompleto, l'importante è che il biglietto sia più del 50% e soprattutto che la striscia olografia sia presente. Potrebbe essere anche al 80/90%, ma se la parte presentata è senza l'ologramma (o la striscia olografica) il cambio diretto allo sportello non avviene. Sarà ritirata ed il presentatore avrà una regolare ricevuta, successivamente, se la commissione esaminatrice della BI la ritiene rimborsabile, al presentatore sarà riconosciuto il cambio, presentando l'iban l'importo sarà accreditato sul conto. Questo biglietto da 10 euro è semidistrutto e con parti mancanti, ma è presente la striscia olografica e quindi rimborsabile direttamente allo sportello BI.3 punti
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sesino di Bozzolo per Scipione Gonzaga: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-SCG2/31 Mario3 punti
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Buongiorno amici...oltre alle borboniche che prediligo, ho altri piccoli rami di collezione aperti, uno di questi riguarda le coniazioni avvenute nel periodo Napoleonico e delle occupazioni francesi...oggi condivido questo 2 soldi per la repubblica Piemontese, moneta in rame tra le più ostiche, in fior di conio io non l'ho mai vista, e di cui sono già rari gli esemplari in BB...ho aggiunto in collezione questa, che mi sembra un ottimo esemplare. Condivido le foto del venditore e a voi i pareri. Si dice che queste monete furono coniate con il rame/bronzo ricavato dalla fusione delle campane ritenute superflue x il culto. Dritto: in legenda NAZIONE PIEMONTESE al centro SOLDI DUE Rovescio: in legenda LIBERTA' EGUAGLIANZA al centro archipenzolo sormontato da berretto frigio tra due rami di quercia.2 punti
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https://numismatica-francese.collectorsonline.org/moneta/FR-6/10 Tipo empire ??2 punti
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Sai quante volte mi è capitato che le monete dal vivo fossero decisamente meglio che nelle foto della Casa d'Aste? Sinceramente di questa moneta ne avevo capito la bellezza, nonostante le foto pessime.2 punti
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Nessuna tecnica, le ho fatte al sole con una macchinetta fotografica da pochi soldi, impostata su macro digitale 👍2 punti
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Lo zucchero, la "spezia irresistibile" Nonostante il prezzo, durante il Medioevo questo alimento divenne sempre più comune sulle tavole dei ricchi Nel 1099 i crociati, giunti in Palestina per liberare la Terra Santa, avvicinandosi a Gerusalemme trovarono pianure piene di quelle che credevano «canne piene di miele», una pianta a loro sconosciuta con cui calmarono la fame che pativano da settimane. Così almeno racconta Fulcherio di Chartres, uno storico francese al seguito dei crociati, riportando un episodio che evoca un celebre passaggio della Bibbia, in cui si racconta come l’esercito israelita, capeggiato da Gionata, figlio di Saul, fosse giunto in un bosco «dove c’erano favi di miele sul suolo» (Primo Libro di Samuele, capitolo 14, 25). La “canna di miele” era in realtà canna da zucchero, una pianta originaria della Nuova Guinea. Nel tempo, la sua diffusione si era estesa in tutta l’Asia, arrivando in Cina e in India, e grazie ai musulmani era giunta in Nordafrica e nella Spagna musulmana. Le tecniche che permettevano di trasformare il succo della canna in cristalli, sviluppate in India a partire dal V secolo, facilitarono il trasporto dello zucchero e favorirono di conseguenza l’aumento del suo consumo. Ma furono i crociati a introdurre definitivamente nell’Europa cristiana quel prodotto che presto venne conosciuto con la sua denominazione araba: sukkar, zucchero. Miele, il grande protagonista Tuttavia, il consumo dello zucchero non divenne immediatamente popolare. Come ogni prodotto importato,lo zucchero era costoso e, di conseguenza, per molto tempo fu alla portata di pochi. Il miele era il principale ingrediente con cui sin dall’antichità si dolcificavano i piatti, e continuò a esserlo per tutto il Medioevo, sia nel mondo cristiano, sia in quello musulmano. Con esso si preparavano salse, bevande e dolci. Si utilizzava anche a scopo medico, per la preparazione di sciroppi e di unguenti. Lo zucchero finirà gradualmente per sostituire il miele, ma non lo soppianterà mai del tutto. Alcune regioni disponevano di altri prodotti utili per addolcire, come il miele di datteri e il mosto. I dolcificanti avevano un enorme peso nella gastronomia medioevale. Il miele e lo zucchero erano utilizzati tanto per la preparazione di dolci – realizzati con diverse combinazioni di farina, uova, burro, formaggi e frutta secca, e a volte aromatizzati con spezie – quanto per le ricette a base di carne. Il biancomangiare, uno dei piatti più popolari della cucina medioevale, era composto da petto di pollo o di gallina, farina di riso, latte di mandorla e zucchero, ed era aromatizzato con acqua di rose o fiori d’arancio. Il miele si utilizzava nella maggior parte degli stufati e degli arrosti, sia nella cucina cristiana sia in quella musulmana ed ebraica, e si aggiungeva spesso all’impasto per fare il pan Con il passare del tempo lo zucchero divenne sempre più popolare e si estese l’uso di mescolarlo con il miele. Nelle salse, quasi sempre agrodolci, che potevano combinare ingredienti come cipolle, ribes, uova, birra o vino, non mancavano zenzero, cannella, pepe, sale e zucchero. Con preparazioni di questo tipo si accompagnavano le carni di manzo, maiale e agnello, i volatili, alcuni pesci e le ostriche. Può stupire che lo zucchero venisse utilizzato in piatti che oggi sono considerati “salati”, ma bisogna tenere presente che questa distinzione non era così netta sulle tavole di epoca medioevali. Bisogna considerare, inoltre, che lo zucchero era utilizzato in queste ricette in funzione di aromatizzante, come le spezie: infatti mitigava i sapori, alcuni dei quali potevano essere molto intensi per la mancanza di efficaci metodi di conservazione degli alimenti. Lo zucchero bilanciava inoltre il gusto delle spezie. A tutto ciò bisogna aggiungere il fatto che era facile da conservare. Fino al XVI secolo il suo utilizzo per la preparazione di confetture, marmellate, sciroppi e gelatine, che sono a loro volta tecniche di conservazione di alimenti, fu abbastanza limitato per via dell’alto valore del prodotto. Zucchero bianco, il più caro Con lo zenzero, il rabarbaro e la cannella, lo zucchero arrivava di solito dall’Oriente, era considerato esotico e si utilizzava in piccole quantità. Vi erano diverse qualità di zucchero. Oltre alla melassa e allo zucchero di canna, s'importavano zuccheri distinti a seconda del colore, che dipendeva dal grado di raffinazione. La logica era semplice: quanto più è bianco, più è puro e, di conseguenza, più è caro. Piatti come il già citato biancomangiare fondavano parte del loro prestigio sulla loro colorazione. Per le grandi occasioni venivano create figurine a base di zucchero mescolato con mandorle, riso e acqua profumata. Questi usi erano più comuni nel mondo musulmano, ma ci sono giunte testimonianze che i cristiani conoscessero il marzapane almeno a partire dalla fine del XII secolo. Trattandosi di una merce pregiata, lo zucchero rappresentava un elemento di differenziazione sociale. Un testo arabo risalente al XV secolo narra di una battaglia fra gli alimenti consumati dai ricchi e quelli che erano alla portata dei poveri. In esso, gli eserciti del potente re Maiale, formati da carne di differenti tipi, pane raffinato e riso, combattono contro le truppe del re Miele, di cui fanno parte latte e derivati, burro, ortaggi e sottaceti. Lo zucchero, collocato fra i poveri al comando delle bevande, si lamenta nella storia di essere destinato solo alle medicine, e finisce per disertare e concedere la vittoria al re Maiale, che gli aveva offerto di essere messo a capo dei dolci, e che vinse protetto «da una corazza di zucchero bianca e dura». Produzione e vendita La lenta introduzione dell’impiego dello zucchero in cucina, soprattutto nelle case più umili, è dovuta da una parte al suo elevato prezzo e dall’altra al fatto che le abitudini alimentari cambiavano molto lentamente. Anche la produzione era influente: la canna poteva essere coltivata solo in alcuni luoghi, come la Sicilia o il sud della penisola iberica; in alternativa si poteva importare e lavorare dal Nordafrica e dal Mediterraneo orientale. Di conseguenza, non tutte le regioni d’Europa avevano la stessa accessibilità al prodotto. Inoltre, lo zucchero non era tutto della stessa qualità, poiché man mano che si estese il suo consumo se ne differenziarono le tipologie. Allo stesso modo, vi furono aree in cui l’utilizzo dello zucchero si diffuse prima che in altre, anche se a partire dal XV secolo era comune praticamente in tutto il continente europeo. Proprio in questo secolo la canna iniziò a essere coltivata nelle isole atlantiche – Madera, Azzorre e Canarie –, che da allora spagnoli e portoghesi iniziarono a occupare in modo permanente, anche se l’America non tardò molto a trasformarsi nel principale centro di produzione mondiale. A partire dal XVI secolo l’antico conflitto fra miele e zucchero si risolse in favore di quest’ultimo. Nei Paesi protestanti la produzione di miele decrebbe in conseguenza del decadimento dei monasteri, che durante il Medioevo avevano costituito dei grandi centri di apicoltori. Al contrario, lo zucchero divenne progressivamente più economico e il consumo crebbe notevolmente: durante il XVI secolo, per esempio, aumentò di diciotto volte. Allo stesso modo, cambiò l’uso gastronomico di questo prodotto: invece di essere aggiunto ai piatti principali come condimento per mitigare i sapori forti, si utilizzava negli antipasti dolci e nei dessert e per edulcorare caffè e tè, che in Europa divenne consuetudine bere a partire dal XVII secolo. In questo modo, quello che nel Medioevo era stato un alimento esotico, moderatamente utilizzato a causa del suo costo, finì per conquistare fra i dolcificanti un primato che conserva tuttora. Storia dello zucchero tra politica e cultura. Sidney W. Mintz. Einaudi, Torino, 2020 https://www.storicang.it/a/zucchero-spezia-irresistibile_16044 Raccolta della canna da zucchero. Miniatura dal Codex Vindobonensis. XIV secolo. Biblioteca Nazionale, Vienna Foto: Alinari Archives / Cordon Press Una donna cucina un pane preparato con zucchero. Biblioteca estense, Modena Foto: Dea / Album2 punti
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Fra i prodotti offerti dal commerciante si distingue lo zucchero. Miniatura. Biblioteca Nazionale di Francia, Parigi Foto: BNF / RMN-Grand Palais Zuccherificio nell'America spagnola. Incisione di Theodor de Bry. XVI secolo Foto: BPK / Scala, Firenze2 punti
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Ciao, se vuoi migliorare nell’arte fotografica c’è un post specifico sul forum con una breve guida introduttiva: Spero possa esserti utile Fabrizio2 punti
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Un minimo di presentazione ed educazione sarebbero ben accetti,ma vabbè... Per rispondere al tuo probabile quesito si tratta di una medaglia e non una moneta, Papa Pio XI, medaglia in alluminio (?),credo si riferisca ad un giubileo,in esergo al rovescio MCMXXV(1925)... Valore:0... E scusami per l'attesa...2 punti
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Prima foto a SX fatta da me al sole, le altre due foto fatte dal fotografo della casa d'Aste. Questo fa capire quanto una foto fatta male, possa penalizzare una moneta e scoraggiare le offerte dei vari collezionisti.1 punto
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Hai un occhio formidabile e sicuramente metodo e pazienza, oltre al gusto (non è questione di portafoglio 😉). Chiunque è in grado di comprare un rolex, o cose del genere di riconosciuto, indotto "prestigio", non dissimile dall'acquistare un sesterzio bulinato secondo canoni di gusto superficiale ma di ampio consenso, pure a rate. Poi tutti i gusti sono gusti, la mia è una semplice e banale opinione personale. Chissà come sembriamo sfigati noi appassionati di antichi bronzi Romani agli occhi di altri! 😂1 punto
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Tranquillo anzi,esponi sempre roba molto interessante e qui,tutto ciò è sempre benvenuto😁1 punto
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....prova a portarlo al cambio in Banca d'Italia vedi se sanno di che si tratta🤣 ...francese?1 punto
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L'usura in questa tipologia non si vede bene in foto ma credo che sia un qSPL/BB+ o nell'insieme un qSPL? O BB+? Mi piacerebbe vedere un FDC in mano o con foto professionali perchè ancora non ne ho visto uno. Una moneta che, catalogata, è passata dalla Repubblica Subalpina alla Repubblica Piemontese.......1 punto
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Per le monete danneggiate c'è una diversa normativa, in modalità concisa: Le monete non adatte alla circolazione possono essere presentate per il cambio alle Filiali della Banca d'Italia. Le monete vengono rimborsate immediatamente allo sportello nei casi in cui l'inidoneità alla circolazione sia dovuta al fisiologico logorio delle monete per prolungato utilizzo Se sussistono dubbi sull'origine del danneggiamento, la Banca d'Italia ritira le monete senza rimborsarle, rilasciando al presentatore una ricevuta. O puoi leggerti l'intera tiritera: Banca d'Italia - Cambio di banconote e monete (bancaditalia.it)1 punto
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Bellissimo esemplare, forse tra i migliori visti. Bellissima patina ed eccezionali rilievi … da sbavare 🤣🤣1 punto
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Fantastica...! È un piacere fotografarle certe monete, non è che hai anche le foto della Casa...giusto per vedere le differenze..ciao.1 punto
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taglio: 2 euro paese:Lettonia anno: 2016 (Settore agro alimentare) tiratura: 1.015.000 condizioni:bb+ città: Trieste taglio: 2 euro paese:Grecia anno: 2010 (Maratona) tiratura: 2,5 milioni condizioni:bb+ città: Trieste1 punto
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Peccato per i graffi presenti ma visto la loro rarità di reperimento, bellissime monete. Per la conservazione direi sul BB + e forse qualcosa in più.1 punto
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È un AE 2 di Magnenzio con VICT DD NN AVG ET CAES. Zecca illeggibile. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Ad oggi, però, nessun esemplare ce lo conferma… pertanto direi che i dubbi , interpretativi e no, sono più che dovuti. Nonostante quello che ha scritto Umberto1 punto
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Ciao @Mnelao, Hai ragione tu, è Costanzo, RIC VI 33a per Alessandria, quinta officina (epsilon) 302/303 d.C. https://www.acsearch.info/search.html?id=87900721 punto
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Sto preparando un catalogo dei talleri di/per Pisa che, lentamente, molto lentamente, sta prendendo forma1 punto
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Ciao , questi sono i miei 50 centesimi. Venivano usati da alcuni negozi di questi comuni come prova verso L euro. Qui sul forum c è una discussione dove vengo spiegate un po’ di cose.1 punto
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Purtroppo il difetto è deturpante. Non capisco il metallo: l'esubero dovuto certamente a frattura di conio, lascia intravvedere un colorito simil zinco, per cui potrebbe essere metallo bianco ramato. Comunque non mi porrei proprio il problema ... medaglia brutta e dubbia.1 punto
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Mikael Allora.... Intanto benvenuto nel forum. Quest' ultimo rappresenta una piattaforma ben definita lontana anni luce da altri tipi di format di altri social (senza screditar nulla e nessuno),indi percui ci si pone in una maniera consona e si espone il quesito con ordine e nel rispetto delle regole (è fondamentale leggere il regolamento ed altro quando ci si iscrive). Ti ha giá detto tutto il buon Genny @gennydbmoney per la tua medaglia. Ti saluto😉1 punto
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Guarda , non mi piace parlare di soldi ( moderni), ma a mio modesto avviso la sola Scantilla supera abbondantemente il valore dell intero lotto..penso che al giorno d oggi è possibile ancora di tanto in tanto fare qualche affare solo con monete non attribuite..1 punto
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Ok, grazie; si sa nulla sulla sua datazione? La "parte rotonda" è il cd. scudetto sul tutto, ossia uno stemmino posto sopra le altre figure dello stemma. In questo scudetto sul tutto è contenuta la fascia che è lo stemma originario (e più antico) dei Giustiniani. Su due piedi, circa l'aquila bicipite non ho certezze: dovrei cercare, ma di sicuro posso dire che è una delle relativamente rare "trasgressioni" araldiche di area veneziana. La Serenissima imponeva che gli stemmi delle famiglie veneziane non dovessero contenere figure araldiche "foreste", di nessun tipo e di nessuna nazionalità. Quindi nemmeno aquile bicipiti, che veneziane non sono. Purtroppo l'assenza dei colori impedisce di avere ulteriori certezze. Però questa, avendo le teste coronate, potrebbe (sottolineo potrebbe) essere d'oro in campo di rosso: se così fosse, sarebbe l'emblema di Bisanzio.1 punto
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Quanti ricordi mi avete risvegliato. Girare con il "pacchetto" dei miniassegni e stare attenti a non lasciarli nei pantaloni altrimenti, in lavatrice, andavano in pappa. Si era ricchi con i miniassegni. Anche se non sono più considerati, credo che di diritto debbano entrare in una collezione di cartamoneta, più o meno estesa, in qunato hanno fatto parte dell'economia, sono state "denaro" circolante che hanno svolto una funzione ben precisa.1 punto
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Non sono riuscito a reperire l'articolo citato nella descrizione: "Shanghai Symposium, The Bai Jin San Ping Coinage of Han Wudi: Early Influences From the Silk Road by James T. Anderson". In ogni caso, mi pare probabile che il compilatore abbia attinto anche da questo noto sito di monete cinesi: https://chinesecoins.lyq.dk/BaiJinSanPinNetside/index.html L'autore del sito cita l'esistenza di tre tipologie di questa emissione (cavallo, drago e tartaruga) di cui riproduce anche le immagini. Sostanzialmente sembrerebbe probabile che queste emissioni fossero state create per favorire i commerci con la Battriana, come desumibile dai caratteri greci presenti sulla moneta della tipologia del "drago" (sebbene siano, in realtà, privi di significato). Altre informazioni sono reperibili in questo articolo: https://issuu.com/jeandigitala1/docs/the_fourteenth_issue_of_jean Pare che l'autore fosse a conoscenza di fonti antiche che parlavano dell'esistenza di queste tipologia di monete, ma in metallo nobile, di cui, tuttavia, non abbiamo traccia.1 punto
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Ma Archimede era anche un matematico, come dimostrò quando Gerone, come ricompensa per aver costruito il suo grande palazzo in poco tempo grazie all’utilizzo della leva da lui inventata, gli disse che sarebbe stato lieto di concedergli qualunque cosa egli avesse desiderato. Archimede pensò un attimo, poi disse: «Maestà, il primo piano del vostro palazzo ha 64 camere e mi conceda un chicco di grano per la prima camera, due chicchi per la seconda, quattro per la terza, otto per la quarta, e così via raddoppiando fino alla sessantaquattresima». Il Re fu sorpreso della richiesta dello scienziato, che gli parve molto modesta... e non vide così esprimendosi, il risolino che si perdeva fra la barba di Archimede. Ma quando diede al suo Intendente l’ordine di provvedere ed ebbe da questi le cifre che alla richiesta si riferivano, non sorrise più... e cercò di accomodare la faccenda con lo scienziato che, come tutti gli uomini di studio, non era attaccato al danaro e alla ricchezza. Tralasciando il calcolo matematico che porta al risultato, il numero di chicchi di grano che Gerone avrebbe dovuto consegnare ad Archimede è 18.446.744.073.709.551.615: un numero di venti cifre che avrebbe procurato un disastro al regno di Siracusa. Per aver un’idea del dramma, il valore in lire italiane del grano sarebbe stato di cinquantacinque milioni di miliardi. Immaginate la faccia di re Gerone quando l’intendente incaricato di soddisfare la richiesta di Archimede gli avrà riferito di che cosa si trattava! - Ah! questi matematici! - avrà esclamato - che razza di filibustieri! E il buon Archimede intanto, si stava forse facendo fra la barba, le più allegre risate... apollonia1 punto
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È noto il rapporto di amicizia (e forse anche di parentela) fra Archimede e Gerone II che chiamò lo scienziato per difendere la città dalla conquista romana con le macchine da guerra da lui costruite. Ma Archimede mise a disposizione la propria genialità anche per risolvere qualche problema personale postogli da Gerone come quello della corona d’oro che il re si era fatto costruite da un artigiano al quale aveva consegnato la quantità d’oro necessaria. Quando ricevette la corona, Gerone ebbe il sospetto che l'artigiano avesse costruito una corona d'argento ricoperta d'oro e non di oro puro. Chiese allora ad Archimede di verificare che l'artigiano avesse effettivamente utilizzato tutto l'oro che gli aveva dato senza mescolarci altri metalli meno preziosi come l'argento, allo scopo di impossessarsi di una parte dell'oro. Archimede, che in quel periodo stava studiando le leggi fisiche del galleggiamento, trovò la soluzione. Immerse la corona in acqua e si accorse che il volume di acqua spostato era maggiore di quello che avrebbe spostato una quantità in oro uguale al peso della corona. L'argento, a parità di peso, occupa un volume maggiore (ha cioè una densità minore) e quindi l'esperimento dimostrò che la corona non era composta di oro puro come richiesto dal sovrano. E così, come si conclude la leggenda, l'orafo venne giustiziato. apollonia1 punto
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Questo problema ciclico dei cataloghi non ha proprio senso. Se noi semplici appassionati, dopo un paio di anni di interesse, abbiamo un' idea dei VERI valori di una moneta, non capisco proprio perché dei professionisti non potrebbero dare un servizio decente, al posto di far fare brutte esperienze ai neofiti e grasse risate agli altri. Il catalogo si paga, che diano un servizio veritiero non mi sembra chiedere troppo.1 punto
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La domanda dell'utente in realtà non è così banale come sembrerebbe dal titolo... Il titolo di fatto appiattisce la questione in un semplice "chi è meglio" ma in realtà la domanda dell'utente è sul perché Dante ha ricevuto più celebrazioni monetarie di Leonardo. Questa domanda in realtà penso sollevi una questione interessante che è quella della differenza tra Dante e Leonardo nel ruolo che hanno nella costruzione identitaria italiana. Dante ha un uso pubblico maggiore, secondo me, perché è considerato il padre dell'italiano mentre Leonardo è una figura con un ruolo meno chiaro e meno "nazionalizzabile". È un tema secondo me molto storico questo dell'uso di una figura d'importanza del passato in una narrazione nazionale e mi interesserebbe sapere da lei @Gallienus cosa ne pensa visto che da quel che ricordo insegna storia 🤔. Mi scuso per la curiosità ma essendo io uno studente universitario di una magistrale di storia questi temi mi appassionano molto!1 punto
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