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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/26/23 in tutte le aree

  1. Trovato nelle ciotole qualcosina per 3 euro totali, due mancanti ed una estrema curiosità Una moneta in nickel giapponese sino ad ora mai rinvenuta in ciotola, si tratta di un 50 yen showa 31 (1956) 3 x 10 + 1 = 31 (primo anno dell'era showa = 1926) Due dollari dello Zimbabwe del 1991 e un falsone del 500 lire caravelle in metallo chiaro, avranno avuto seri problemi durante la produzione
    4 punti
  2. Buonasera a tutti, @fricogna come ti dicevo qualche post fa.. @giovanni0770 Mi hai fatto venire voglia di prendere i miei 9 cavalli di Ferdinando IV. Ho tutte le annate da bravo accumulatore seriale. 😀 Però per le mie più belle posto la mia tris del 90. Saluti Alberto
    3 punti
  3. Ciao @fapetri2001 perché dici di non saperla catalogare.... il bello inizia adesso avendo individuato di che moneta si tratta sta a Te capire e studiare la moneta a fondo per classificarla con libri cataloghi e ricerche varie almeno per me è il gioco più bello.... Saluti Latino
    3 punti
  4. Ciao a tutti . Io aggiungerei questo 10 centesimi Napoleone 3º e 2 centesimi 1862 Vitt.em 2º. forata così non L ho mai vista … forse con qualche pressa?? Si è deformato anche un po’ il metallo.
    3 punti
  5. Si può definire 'orrore' questo falsone in metallo chiaro? problemi di produzione? doppia battitura?
    3 punti
  6. Ciao @danilo1965 il 5 lire del 1901 è la moneta più iconica di Vittorio Emanuele III ed anche “una” (non “la”) delle più costose. Come già scritto molte volte in questo (ed altri) contesti numismatici, tutti gli esemplari autentici presenti sul mercato, poche decine, hanno una provenienza controllata, una perizia solida e un pedigree lungo come la fame. 😁E, di converso, tutti i numerosissimi esemplari rinvenuti nei cassetti, sacchetti, tiretti, pacchetti di nonni, nonne, zii, zie, cugini, parenti e affini 🤣 sono invece inesorabilmente dei falsi, fatti più o meno male, ma al 100% (non 99,99%, 100%) riproduzioni senza valore. E la tua rientra tra queste.
    2 punti
  7. Molto dipende dal potenziale acquirente, ma credo che il "prova piccolo" sia di un ordine di rarità superiore agli altri (personalmente non ne ho mai visto uno...) e, di conseguenza, raggiunga un valore maggiore. Quanto a: Riporto la "briciola" apparsa sul Gazzettino di Quelli del Cordusio #4 del gennaio 2019:
    2 punti
  8. Buonasera. Confermo che si tratta effettivamente di due riproduzioni
    2 punti
  9. Buonasera a tutti, @Stilicho @gpittini leggo con piacere i vostri interventi , io non ho ancora le competenze giuste e credo di avere ancora tanto da imparare. Continuo con le mie Fel temp reparatio e posto uno degli ultimi arrivati in collezione sempre della serie falling horseman. Saluti Alberto
    2 punti
  10. Più osservo queste caravelle e più sono convinto che sia una moneta rara nel suo genere....o sono io che ho problemi di vista: uhm...🤔 forse non è un falso ma dovrebbe essere la 500 lire caravelle emessa per i giochi olimpici del 1960: @nikita_è il solito fortunato ... che colpo preso in una ciotola🤣
    2 punti
  11. Se troverai un 500 Lire di tuo interesse, tieni presente che esistono tre varianti: da: ANDREA DEL PUP, perito numismatico specializzato in varianti, errori e tecniche di coniazione.
    2 punti
  12. Di non frequente presenza sul mercato, vale comunque uno sguardo un esemplare di decadrammo di Siracusa a firma Euainetos . Sarà il 14 Marzo in vendita BeaussantLefevre al n. 9 .
    2 punti
  13. Credo che la medaglistica Pontificia potrebbe trarre notevole giovamento da una qualche pubblicazione che affronti il tema spinoso delle coniazioni, originali e riconi, per le varie tipologie, individualmente. Purtroppo il tutto è reso difficile dalla consuetudine che i conii, fino a Francesco Mazio (che li acquistò ed acquisì per conto della Zecca di Stato), restassero di proprietà dell'incisore che poteva riusarli o anche venderli. I riconi Mazio (ultimi tra quelli noti) abbinarono una meritoria opera di restauro ad un'azione strettamente commerciale quantunque ufficiale e, credo, dopo l'entusiasmo dell'epoca, siano stati i principali responsabili del disinnamoramento alla medaglistica papale. Inoltre i grandi studiosi e pubblicisti italiani in questo campo (Modesti, Bartolotti, Turricchia) sono scomparsi negli ultimi 10 anni .... Le medaglie papali (ma non solo) rappresentano probabilmente l'apice dell'arte incisoria nelle zecche del nostro Paese.
    2 punti
  14. È un intento davvero commendevole questo di tramandare ai nostri discendenti la nostra comune passione, non da tutti, quindi complimenti! 👏🏾
    2 punti
  15. Senza speculazioni e senza progetti di investimento. È pura passione.
    2 punti
  16. DE GREGE EPICURI Noto però che la moneta del post 1 e quella di fig.1 del post 3 richiamano non un GLORIA ROMANORUM ma il bronzo di Costante TEMP FEL REPARATIO, imperatore su nave con fenice o vittoria nella dx, stendardo nella sin., e la vittoria dietro di lui. Poi, tutta la questione di CENSERIS, collegato o meno ad un Carausio 2°, mi era sconosciuta. Si potrebbe sospettare un eccesso di fantasia campanilistica negli studiosi inglesi, però il nome sembra ricorrere in molti esemplari e suggerisce di essere prudenti. Chissà, forse compariranno altri esemplari in grado di illuminarci.
    2 punti
  17. https://it.wikipedia.org/wiki/Bratteato Un bratteato (dal latino bractea, sottile pezzo di metallo) è una moneta piatta, sottile, battuta su una singola faccia in oro o argento. I bratteati furono prodotti principalmente in Europa centro-settentrionale durante la Tarda antichità e il Medioevo. TARDA ANTICHITÀ E ALTO MEDIOEVO Dischi circolari battuti solo da un lato ed emessi nel V e VI secolo, i bratteati hanno la loro origine nell'imitazione dei medaglioni imperiali romani del basso impero. I bratteati tardo-antichi fin qui trovati provengono dalla Danimarca (circa 300), dalla Norvegia (390), dalla Gran Bretagna (30) e da vari Paesi europei a sud della Danimarca (20). Accanto alle figure umane si trovano anche rappresentazioni di animali, tra cui animali con pelliccia, uccelli, cavalli e animali di fantasia; le immagini di cavalli sono le più rappresentate. Circa un terzo dei bratteati presentano iscrizioni in alfabeto runico, interpretate solo in parte. Nonostante questo, per lo studio della mitologia nordica sono tuttavia di scarsa rilevanza, specialmente perché nella rappresentazioni l'imitazione dei ritratti imperiali romani prevale sulla rappresentazione di modelli tipicamente nordici. Si ha inoltre sì un'abbondanza di materiale pittorico, ma senza un reale riscontro nei testi. Attualmente i bratteati altomedioevali noti, circa 950 esemplari, sono suddivisi in sei categorie: bratteati A (87 esemplari): mostrano un volto umano, su modelli ripresi dalle antiche monete imperiali; bratteati B (88 esemplari): da una a tre figure umane in posizione in piedi, seduta o in ginocchio, spesso accompagnata con animali; bratteati C (il gruppo più numeroso con circa 400 esemplari): una testa maschile sopra un quadrupede; bratteati D (336 esemplari): vari animali; bratteati F (14 esemplari): sottogruppo dei bratteati D, mostrano animali fantastici; bratteati M (17 esemplari): imitazioni dei medaglioni imperiali romani Il termine "bratteato" è utilizzato anche per indicare un certo tipo di monili, fatti principalmente tra il V e il VII secolo, rappresentati da alcuni esemplari d'oro. Forati venivano portati, sospesi al collo, presumibilmente come amuleti. BASSO MEDIOEVO I bratteati furono il tipo principale di moneta battuta nelle aree di lingua tedesca, con l'eccezione della Renania, dalla metà del XII secolo a tutto il XIV. In alcuni cantoni svizzeri sono state prodotte fino al XVIII secolo monete simili ai bratteati (rappen, heller e angster). La tecnica di produzione variava secondo la regione e l'epoca. I tipi originali erano per lo più rotondi e relativamente larghi. Venivano frequentemente usati anche dei tondelli quadrati, cosicché dopo la battitura si aveva una forma quadrangolare. Un tipo frequente - più tardo - era il Hohlpfennig ("pfennig concavo"), detto anche Schüsselpfennig ("pfennigscodellato"), che ha il bordo curvato a forma di piatto. Una monete sottile, battuta su entrambi i lati in modo tale che l'immagine sia visibile da tutte e due le parti, è detta Dünnpfennig ("pfennig sottile") o Halbbrakteat ("mezzo bratteato"). A volte nel processo di battitura venivano sovrapposti più tondelli e si producevano monete dal disegno indistinto. L'abitudine di dividere i pezzi derivava dal valore dell'argento, che era necessario per effettuare un dato pagamento. Dato che pezzi simili si ritrovano in tesori nascosti, si può ritenere che questa prassi era diffusa e non portava a una perdita di valore. I bratteati erano solitamente richiamati dagli emittenti in modo regolare, circa una volta o due volte l'anno, e potevano essere scambiati per nuove monete con una detrazione del valore (Renovatio Monetae). Questo sistema ha funzionato come il demurrage: la gente non poteva accumulare le proprie monete, perché perdevano valore. Quindi questo denaro è stato utilizzato più come mezzo di scambio che per lo stoccaggio di valore. Ciò ha aumentato la velocità del denaro e stimolato l'economia.
    2 punti
  18. Buongiorno. Sperando di fare cosa gradita vi segnalo che nella prossima asta ROMA NUMISMATICS asta XXVII 22 e 23 marzo 2023, al nr di lotto 764 compare questa interessante moneta "imitativa" del tipo GLORA ROMANORUM. @grigioviola spero che possa interessarti. Description "Censeris" Æ 18mm. Uncertain (British?) mint, circa AD 354-358. [..]NSERI[..], diademed, draped and cuirassed bust to right / COHTATI[...]S, emperor standing to left on galley, holding phoenix and standard with Chi-Rho on banner, Victory seated behind, steering ship. Cf. C.H.V. Sutherland, "Carausius II", "Censeris", and the Barbarous FEL. TEMP REPARATIO Overstrikes in NC Vol. 5 (1945), No. 3/4 , pp. 125-133, 6; cf. BM 1971,0318.1 = R.A.G. Carson and J.P.C. Kent, ‘A Hoard of Roman Fourth-Century Bronze Coins from Heslington, Yorkshire’ in NC Vol. 11 (1971), p. 225. 1.91g, 18mm, 12h. Good Very Fine. Very Rare. From a private UK collection. Fin qui i dati. Di seguito propongo la traduzione della descrizione Nel 1887 Sir Arthur Evans pubblicò una notevole copia di un FEL TEMP REPARATIO Æ romano trovato a Richborough recante la legenda DOMINO CARAVSIO CES (NC Vol. 7, pp. 191-219). Evans ha sostenuto che la moneta non era semplicemente una barbara imitazione, ma quella di un sovrano del quinto secolo altrimenti non registrato della Gran Bretagna meridionale di nome Carausius. La moneta pubblicata da Evans condivide lo stesso tipo di rovescio del presente esemplare e allo stesso modo reca una versione confusa del nome Costanzo (che fu interpretato erroneamente come Costantino da Evans) sul rovescio. Ciò portò Evans a concludere che questo nuovo Carausius fosse associato a Costantino III, sia come usurpatore indipendente che chiedeva il riconoscimento sia come effettivo candidato del legittimo imperatore. La questione venne riaperta nel 1945 da C.H.V. Sutherland che poté pubblicare ulteriori esemplari rinvenuti a Richborough oltre ad altri di provenienza incerta. I nuovi esemplari erano tutti del tipo "cavaliere che cade", tuttavia condividevano tutti una somiglianza di stile con l'esemplare di Evans, nonché caratteristiche chiave come il nome confuso di Costanzo sul retro. Sebbene le loro leggende fossero incomplete, c'erano prove sufficienti per Sutherland per concludere che Carausius fosse il probabile nome indicato su tre dei nuovi esemplari che pubblicò. Sutherland rifiutò l'attribuzione di Evan di questa monetazione al V secolo e stabilì che furono coniati durante gli anni 350, una visione successivamente supportata da Kent che sostenne che quasi certamente possono essere assegnati agli anni 354-8 (NC Vol. 17, pp. 78- 83). Gran parte degli studiosi successivi, tra cui Kent e più recentemente Casey, si sono concentrati sulla potenziale esistenza di un "Carausius II" e ha trascurato quasi del tutto una delle scoperte di Sutherland. Tra le monete incluse nel suo articolo del 1945 ce n'era una trovata a Richborough che portava il nome di un potenziale sovrano completamente diverso, il cui nome può essere letto come Censeris o forse Genseris (DOMINO CΛ[…] CENSERIS). Sebbene frustrantemente incompleto, è probabile che il presente esemplare porti anche il nome Censeris (..NSERI..) data anche la somiglianza nello stile e nella tipologia con gli esemplari pubblicati da Sutherland. Sutherland era convinto che entrambi rappresentassero emissioni di governanti minori che affermavano di essere colleghi di Costanzo II e potessero essere attribuiti al periodo (o alle conseguenze) dell'usurpazione di Magnenzio quando Costanzo non deteneva il controllo totale sulla Gran Bretagna. Non ci sono prove storiche, tuttavia, dell'esistenza di una persona o di un dominio semi-indipendente. Anche lo storico Ammiano Marcellino tace sulla questione nonostante abbia fornito quello che sembra essere un resoconto completo degli eventi in Gran Bretagna durante questo periodo. Inoltre, gli argomenti altamente tecnici e convincenti di Kent per isolare la datazione di questi problemi agli anni 354-358 li collocano durante un periodo in cui Costanzo deteneva il controllo indiscusso sull'impero e i suoi agenti erano particolarmente attivi nel punire i dissidenti in Gran Bretagna. Mentre gli scettici potrebbero ignorare questi problemi come semplici copie, Casey osserva che mostrano un grado di originalità che va ben oltre i loro prototipi (Carausius e Allectus: The British Usurpers, London, 1994, p. 167). Se queste monete sono semplicemente copie, allora perché tentare di incidere i nomi "Carausius" e "Censeris"? Perché incidere DOMINO invece della sigla che troviamo sugli originali e sostituire la legenda al rovescio con qualcosa di completamente diverso? Queste domande rimangono irrisolte e il caso di Carausio e Censeris rimane non provato.
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  19. Gesto più che lodevole..
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  20. Non sono un grande esperto, ma direi riproduzione anche questa
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  21. Bene bene Abbiamo un horror nature ed uno artefatto😏 Due bei mostriciattoli😁
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  22. Come già detto da @latino si tratta di un quattrino di Papa Pio V per la zecca di Ancona. Ti passo la scheda del Catalogo. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-SPIOVA/5 Considerato lo stato di conservazione della moneta, credo sia impossibile stabilire quale sia la piccola variante a cui fare riferimento.
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  23. La proliferazione di aste e, di conseguenza, di commercianti ed "esperti" improvvisati, causa questi errori. Arka Diligite iustitiam
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  24. In realtà le varianti sono 1 (PROVA in piccolo) e 2-3 (PROVA in caratteri di maggiori dimensioni). Le seconde (2-3) si differenzierebbero tra loro per la reticolatura che separa gli scudetti, ed in particolare per il filo inferiore che ne unisce le estremità di quasi tutti (1 e 2) o solo di alcuni 3. Ma queste differenze sembrano più dovute a una maggiore o minore forza (usura?) del conio. L'ordine degli scudetti (due di essi sono invertiti) differenzia il '57 (prova) da tutti gli altri (emissione ordinaria).
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  25. Al momento non ho notizia di studi specifici sulla monetazione di Thurium. Il catalogo di riferimento resta pertanto quello di Rutter, che tuttavia andrebbe aggiornato sia in quanto numerose varianti enee non vengono prese in esame né dallo studioso né dalla Polosa (ad esempio quella siglata con A, già nelle raccolte del British Museum) e sia perché ad oltre vent'anni dalla sua edizione nuovi esemplari sono apparsi sul mercato antiquario. Solo per citare qualche esempio si può ricordare il conio con gamma al R/ o quello con simbolo della foglia al D/, giudicato inedito dagli editori della NAC. Tauler & Fau Subastas 78, 2021, 1013 (2,69 g) NAC 64, 2012, 2045 (3,47 g)
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  26. Ciao @Litra68il tempo indubbiamente ci vuole, ed essendo solamente una passione, dobbiamo cercare di ritagliarcelo nell'arco delle 24 ore (purtroppo tanto durano le giornate ) sempre compatibilmente con tutti gli altri impegni della nostra vita. In quanto al livello che mi attribuisci ti assicuro che è bassissimo . Mi sono avvicinato a questa monetazione meno di tre anni fa' percui sono solo alla A dell'alfabeto. Ho tutto da imparare. Stessa cosa per le monete che ho deciso di raccogliere, molto modeste dal punto di vista del valore economico ( parliamo di monete da poche decine di euro) ma per me di grandissimo ed inestimabile valore storico. La passione penso sia il motore di tutto, che nel mio caso aumenta ogni giorno di più, quindi che dire sfruttando quest'ultima, nel tempo (perché in Numismatica come in tutte le altre cose della vita non si finisce mai di imparare) penso che tutti noi, a piccoli passi, possiamo raggiungere gli obbiettivi che ci siamo prefissati. Quindi in bocca al lupo a tutti noi non solo per la Numismatica, che ci accomuna, ma per tutto nella vita 🙂 ANTONIO
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  27. Buonasera, complimenti Antonio @Pxacaesar bel denario di Caracalla , anzi tutti belli, mi piace anche l'idea di affiancare un Sesterzio. Ci sto pensando anche io , solo che la vedo lunga la cosa . Non sono ai tuoi livelli. Saluti Alberto
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  28. Per quanto mi riguarda il plusvalore lo da proprio il cartellino di De Falco Grazie mille, Anche tu hai bei pezzi e con l’occasione ti rinnovo l’interesse per le Sebeto, Grazie, Buon proseguimento
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  29. “Sono tornato nel parco di famiglia con la mappa di mio padre. E ho trovato il tesoro sepolto 80 anni fa” “Dopo ripetute richieste, mio padre, nei suoi ultimi anni, mi ha consegnato una mappa disegnata a mano di un luogo nell’Europa orientale sul fiume Dnestr, che serpeggia verso il Mar Nero. – dice Jan Glazewsky, docente universitario, in pensione, di origine polacca, residente in Sudafrica – La mappa arrivava con una pagina e mezza di istruzioni intitolate Rotta per Toporowno , dattiloscritte con la sua vecchia macchina da scrivere Olivetti, dove le s uscivano sempre sbiadite. Le istruzioni erano datate giugno 1989, quindi Tatusz (papà) ha disegnato la mappa a memoria cinquant’anni dopo essere fuggito dalla tenuta di famiglia allo scoppio della seconda guerra mondiale. La mappa mostrava il luogo in cui lui e i suoi fratelli avevano seppellito l’argento di famiglia prima della loro frettolosa partenza”. “In quella tarda estate del 1939, mio nonno si era da poco ritirato da Lwów nella fattoria di famiglia dove mio padre – appena sposato, terminati gli studi di agraria – aveva iniziato a coltivare. I tre fratelli di mio padre venivano a trovarli per le vacanze. La famiglia si stava godendo il pranzo domenicale quando un fratello ha sentito alla radio che i russi stavano per invadere la Polonia orientale proprio vicino alla loro fattoria. Lasciando il pranzo in tavola, mio padre, la sua nuova moglie e i suoi fratelli attraversarono il confine meridionale con la Romania. Avevano cercato di convincere mio nonno ad andare con loro, ma si rifiutò di lasciare la sua patria”. La villa di famiglia. L’elegante edificio venne raso al suolo dall’Armata russa @ Foto Jan Glazewsky Temendo l’esercito nemico, i fratelli, prima di fuggire cercarono di mettere in salvo i preziosi. Per i fucili da caccia e l’argenteria e gli oggetti più ingombranti pensarono di scavare una buca nel parco, lasciato crescere romanticamente come un bosco. Tutto fu inserito in una borsa. Poi sepolto. I fratelli ritenevano che si trattasse di aspettare qualche settimana per rientrare a casa. Invece la guerra precipitò. Il padre di Jan ricordava con estrema nostalgia i luoghi della propria infanzia. E avrebbe voluto che, un giorno, i propri figli tornassero là, almeno per recuperare gli argenti della nonna. Jan, impegnato con il lavoro, riconsiderò la mappa soltanto anni dopo, quando gli impegni all’Università si diradarono, grazie alla pensione. Jan Glazewski è professore emerito di diritto che si è occupato, in particolar modo di giurisprudenza e cambiamenti climatici, di diritto dell’energia e do diritto ambientale. Le sue pubblicazioni recenti e i rapporti riguardano l’area della responsabilità del cambiamento climatico. Jan è stato consigliere speciale dell’ex ministro per gli affari ambientali e il turismo, Mohammed Valli Moosa, nel 2003/4. Jan Glazewsky Il professore, riducendo gli impegni, decise di pianificare il ritorno per il recupero di quegli oggetti affettivamente così cari. Non fu un’impresa facile. La grande villa era stata rasa al suolo dall’esercito russo. Jan e la sorella riuscirono a farsi riconoscere da alcuni abitanti del villaggio ed ebbero indicazione del punto in cui sorgeva il palazzo. Trovarono una cantina e le fondamenta. Grazie alla posizione di ciò che restava dei muri, nel terreno, e alla mappa fu identificata l’area in cui doveva essere stata sepolta la borsa. Ebbero la possibilità di coinvolgere due persone dotate di un metal detector2. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, i rilevatori dei metalli iniziarono a segnalare vigorosamente la presenza di metallo nel sottosuolo. Si iniziò così a scavare nel terriccio ed emerse un candelabro d’ottone. “Il successivo pezzo è stato è un altro candelabro, questa volta d’argento. – dice Glazewsky – L’argento scintillante contrasta con la terra scura. Mi meraviglio delle buone condizioni in cui si trova. Appaiono altri oggetti e poi monete. Mi viene consegnato un cucchiaio avvolto in un giornale ingiallito; il manico d’osso è consumato. Mi meraviglio che il giornale fosse ancora chiaramente visibile e leggibile. Layla ora è immersa fino alle ginocchia nella buca appena scavata e continua a rimuovere delicatamente il terreno. Si toglie un calice d’argento, un candelabro e poi mi porge un portagioie quadrato in argento. Con mani tremanti, lo apro delicatamente. All’interno ci sono alcuni oggetti più piccoli: una brocca per il latte d’argento e un portagioielli molto più piccolo, forse rivestito di ebano, all’interno del quale ci sono alcuni ninnoli e una sorprendente croce d’oro incastonata con ametista. Sento una strana sensazione alla bocca dello stomaco. La mia profonda consapevolezza inconscia che questi erano di mia madre non si è ancora registrata. Questi oggetti sono stati toccati per l’ultima volta da lei, imballati in fretta e riposti con cura in una borsa che è perita nel tempo. Questi sarebbero stati poi portati da mio padre sul campo, giù per il pendio per essere rapidamente seppelliti insieme all’argento di famiglia e ai suoi fucili da caccia”.
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  30. Anche se scritto in greco, il valore lo si capisce facilmente @Rocky06 non dar retta a certi tentativi di vendita su ebay, o agli articoli che ti arrivano in automatico sullo smartphone, il 99,99999% delle monete in euro nate per circolare (come questa), ed effettivamente circolate (come questa), non valgono oltre il facciale. Compresi i "rarissimi, forse unici" errori di conio, che spesso e volentieri non sono tali, e quando lo sono non valgono più di qualche decina di euro (a trovare chi te li dà ). petronius
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  31. Credo che le 500 Lire "controvento" siano una l'unica moneta iconica della Repubblica. Quando realmente FDC (!!) il loro valore attuale permane sopra i 9-10.000 Euro nelle aste. Certo agli albori dell'Euro valeva un 40-50% in più. Giocava su questo apprezzamento l'emozionalità del passaggio all'Euro e la speculazione che si incentrò su questa moneta (in particolare da parte di una Ditta Numismatica dell'Italia Settentrionale); nel 2009 venne pubblicato il libro di Luppino "Indagine sulla Numismatica" dove l'autore rimodulò i dati "acquisiti" sulla tiratura di questa moneta, che da 1004 esemplari passò ad oltre 2.500 (ib. p. 109). Ciò ovviamente portò ad un suo deprezzamento.
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  32. Acqua... siamo a Mantova ma nel periodo di Carlo I Nevers.... sesino https://catalogo-mantova.lamoneta.it/moneta/MN-MNO/2 Mario
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  33. Ringrazio Renzo per la risposta. Tre mesi fa acquistai via internet da un noto negozio numismatico del nord Italia quattro medaglie annuali di pio xi, tutte in argento, tutte Fior di Conio, tutte patinate. Da parte del numismatico/venditore servizio ineccepibile: invio delle medaglie contestualmente al ricevimento del bonifico, avviso immediato da parte sua (via e mail) dell'avvenuta spedizione per la tracciabilità , regolare scontrino fiscale della spesa sostenuta, totale euro 540 complessivi comprese le spese di spedizione. All' arrivo del pacco grande considerazione (come sempre avviene) da parte di mio nipote Lorenzo e da parte mia la soddisfazione per la qualità dell' acquisto. Ma c'è un ma: due di queste, bellissime medaglie (di anni importanti per il pontificato) con una splendida patina iridescente avevano, nella bustina trasparente che le contenevano, sotto il cartellino identificativo del numismatico che me le aveva vendute, un altro cartellino: Asta numismatica 58 Lotto 1626 e lotto 1627. Sono andato a controllare su internet: asta del 6 e 7 nov. 2018, aggiudicate ciascuna al prezzo di euro 100 + Diritti. Chiaramente non so se l'aggiudicatario dell' asta fosse stato il numismatico o un altro soggetto, però risulta evidente che il numismatico ha tenuto nel suo negozio queste due bellissime medaglie per tanto tempo (erano parecchi mesi che le avevo osservate in vendita) senza praticamente guadagnare nulla. La considerazione che faccio è: se non ha guadagnato nulla lui, che ha tante vetrine a disposizione, io da semplice appassionato, se dovessi venderle in un prossimo futuro, riuscirò a compensare perlomeno la spesa dell' acquisto? Per fortuna ho un nipote che mi segue nel mio percorso (lo porto sempre con me quando vado nel mio negozio numismatico di riferimento) e spero che nei prossimi decenni (che io non vedro') qualcosa cambi, diversamente rimarrà solamente (oltre alla bellezza della medaglistica papale) solo una cassetta di sicurezza in banca da pagare. Comunque concordo con la considerazione che è un settore nel quale si può acquistare senza speculazioni.
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  34. Salve. Posto i miei Gigliati. Di Gigliati ne so veramente poco ed allora li pubblico sperando che qualche collezionista appassionato ed esperto sappia individuarne qualcuno importante o qualcuno...falso. Sarei veramente felice di avere dei pareri su queste mie monete, pronto ad inviare tutti i dati che eventualmente mi verranno richiesti. Ringrazio fin da ora chi vorrà venirmi incontro. Grazie. Un caro saluto.
    1 punto
  35. Anche secondo me il suberato è degno di entrare in collezione, specie quando ancora in conservazione dignitosa, allego qui un mio post nel quale alla fine di una riflessione decidevo di cercare un denario suberato per Claudio , essendo esageratamente caro quello ufficiale, all inzio ero pure tentato di effettuare una forzatura mettendo una dracma di Cappadocia , visto che comunque, nonostante fosse una provinciale, utilizzava lingua latina, ma poi prevalse l idea del denario suberato, proprio perché per me ha dignità di essere inserito: Poi comunque non è del tutto assodato che le monete suberate provenissero da zecche private clandestine .. Questo l ho trovato in rete, sul portale di Moruzzi: Il fatto che i denari suberati siano stati in buona parte prodotti dallo stato e non da falsari privati è ormai appurato senza ombra di dubbio. Lo attesta Plinio il Vecchio in due noti passi riferentesi al tardo periodo repubblicano, passi che non sembrano lasciar adito a dubbi interpretativi (Plinio, Storia naturale, XXXIII, 13 e Plinio op. Cit. XXXIII, 46.). Ma sopratutto lo attestano la qualità accurata del lavoro e la relativa complessità tecnica del processo di suberatura stessa, nonché l'utilizzazione, a volte, degli stessi conii usati anche per produrre monete "buone". Non è pensabile che dei falsari, costretti ad operare in officine clandestine, con il continuo timore di essere scoperti, si impegnassero in una produzione tecnicamente raffinata quale quella riscontrabile in gran parte dei suberati; certo esistono anche falsi di fattura dozzinale, che associano a volte un diritto e un rovescio di epoca diversa o che presentano grossolani errori nelle leggende e questi denari sono certo frutto dell'opera di falsari privati, ma l'aspetto generale e la scadente qualità li distinguono da quelli di emissione per così dire "ufficiale".
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  36. Intendi 1989? Cmq in fdc, periziato sui 20 euro comprese spedizioni si vende su ebay. Senza perizia in fdc, stiamo intirno ai 10 euro
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  37. Salve. La principessa Astrid di Svezia (1905-1935) sposò Leopoldo III del Belgio nel 1926. Morì in un incidente stradale nei pressi di Krüssach nel 1935. D/ Ritratto a mezzo busto a sinistra. Firma G. DEVREESE in basso a sinistra R/ ASTRID / BELGARUM REGINA / MCMV-MCMXXXV / BREVIS VITA / AT MEMORIA BENE / REDDITA VITA / SEMPITERNA Bronzo: 110,8 g; diametro 70 mm; sul contorno J. FONSON in incuso; provenienza asta Elsen 153. apollonia
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  38. Salve. Dedicata dal Belgi al loro sovrano per ricordarne l’incomparabile coraggio e la devozione nel 1914-15. D/ ALBERT ROI DES BELGES Busto del sovrano in uniforme a sx. Firma J. FISCH lungo il bordo in basso a dx. R/ QUE LES BELGES / SE SOUVIENNENT / A JAMAIS / DU COURAGE ET DU DEVOUEMENT / INCOMPARABLES / DE LEUR SOUVERAIN / BIEN-AIME / 1914-1915 tra un ramo di foglie di quercia e un ramo di foglie d’alloro uniti alla base. Firma J. FISCH lungo il bordo in basso a dx. Bronzo: 66,1 g; diametro 60 mm; provenienza asta Elsen 153. apollonia
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  39. Ciao a tutti, la Spagna ha annunciato l'emissione di una seconda moneta commemorativa per il 2023 e il tema sarà la presidenza spagnola del Consiglio UE. Vedremo come interpreteranno questa commemorativa.
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  40. Inutile cercare fdc senza un'adeguata esperienza: antoniniani di Gordiano III piacevoli (anche senza essere fdc) passano sul mercato per alcune decine di euro. Questo è stato venduto a 60 euro + diritti, e ha un ottimo ritratto su fondi ancora brillanti.
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  41. “Ovvia e notissima moneta veneziana è lo sesino, il quale, come dinota il nome, ebbe valore pari a 6 bagattini o a due quattrini. Introdotto per la prima volta nell'anno 1545, sotto il dogado di Francesco Dona continuò a battersi dai susseguenti dogi, escluso Marcantonio Trevisan, fino all'anno 1603, in cui sotto il doge Marino Grimani, ne cessò la fabbricazione e si bandí dagli Stati della Repubblica, per le innumerevoli contraffazioni ch'eransi introdotte dall'estero.” (C.Kunz)
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  42. Ci provo anch'io, ma non sono al tuo livello!!! La mia è un'ammucchiata amatoriale...
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  43. Di ignota zecca, forse della Lydia anatolica, una piccolissima frazione con al diritto protome di cinghiale ed al rovescio particolare uccello con testa di uomo, in cornice puntinata ed in quadrato incuso . Sarà il 26 Febbraio in vendita N&N London 13 al n. 45 .
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  44. Aggiungo alcune mie considerazioni personali - direi suggestioni e nulla di più, ma spero che almeno in parte le condividiate o che almeno vi stimolino: - Eracle contro il toro richiama da vicino l'Eracle contro la regina delle Amazzoni, Ippolita, come rappresentato nelle metope di Selinunte. In particolare guardate la resa dei capelli riccioluti - l'airone è un diretto riferimento alle zone di salmastre del Belice, dove ancora oggi dimora l'airone cenerino. Notate il particolare ciuffetto che rimane dietro la testa dell'airone, e che tale dettaglio è stato reso dall'attento incisore... - la divinità fluviale Hypsas, che offre su altare, mi piace pensare che sia ricordata da "u pupu", la statuetta efebo selinuntino. Ma quest'ultima è pura fantasia ahimè
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  45. Un esemplare di triemiobolo da Delfi Di Focide, con teste di caprone e delfini sia al diritto che al rovescio . Sul mercato da circa 100 anni, sarà il 16 Marzo in vendita Kunker 382 al n, 108 .
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  46. E' gratificante constatare che esistono persone ancora affascinate dalla bellezza e non solo dal valore economico di un determinato oggetto. La descrizione del tuo viaggio sentimentale è da me condivisa e rappresenta una parte dei valori che io cerco di trasmettere al mio piccolo nipote. Grazie
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  47. RICORDO. Ai tempi abitavo a Milano e per recarmi al liceo prendevo la "mitica" 61, l'autobus che da largo Murani tagliava tutta la città fino a piazza Firenze. Allora vi era ancora (primi anni '70) il bigliettaio accanto alla porta posteriore adibita a "salita", davanti a lui seduto, troneggiava il monetiere diviso in reparti. Una volta questi contenevano gli spiccioli suddivisi in 5, 10, 20, 50 e 100 Lire, ma in quel periodo avevano lasciato il posto a caramelle, chewing gum, gettoni telefonici, francobolli e ad ogni altra sorta di sostituti: le monete erano poche o niente. al tramonto del 1975, i miniassegni furono un notevole sollievo per chi era stufo di trovarsi le tasche piene di dolciumi e cianfrusaglie varie. Fu allora che cominciai a tenere da parte quelli ancora FDS o quasi... Uno dei primi miniassegni emessi. Fu l'Istituto San Paolo di Torino col taglio da 100 Lire il primo ad immettere nella circolazione un Miniassegno.
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