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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/11/23 in tutte le aree
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Ciao a tutti condivido con voi un mio sesterzio di Marco Aurelio, patina verde proveniente da Asta CNG. Sesterzio Marco Aurelio 161-180 d.C. Zecca di Roma 180 d.C. - 23,10 gr. 30 mm. Riporto la descrizione dell'asta: Marcus Aurelius. AD 161-180. Æ Sestertius (30mm, 23.10 g, 12h). Rome mint. Struck AD 180. Laureate head right / Virtus seated right, holding inverted spear and parazonium. RIC III 1249; MIR 18, 468-6/30; Banti 504.4 punti
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Pio IX (1846-1878), Giovanni Mastai Ferretti. Medaglia annuale A. XII. D/ PIVS IX. PONTIFEX MAXIMVS AN. XII. Busto a destra con berrettino, mozzetta e stola; sotto, P. G. F. R/ PROVIDENTIA P.M. FERREA VIA ROMAM PROVINCII JVNGI CVRAVIT. Locomotiva con sopra un angelo seduto che regge un caduceo e indica la via ferrata; in basso, in esergo, AN . MDCCCLVI, sotto, P GIROMETTI AU. 52.70 g. 43.50 mm. Opus: P. Girometti. 39 esemplari coniati in oro. La prima linea ferroviaria italiana fu la Napoli-Portici, aperta nel 1839; a questa seguirono la Milano-Monza (1840), la Padova-Venezia, la Livorno-Pisa ed altre, per cui lo Stato Pontificio risultava, all'inizio della seconda metà del XIX secolo , buon ultimo nel campo dei trasporti ferroviari. A differenza di Papa Gregorio XVI, che aborriva le strade ferrate, Pio IX, già nell' Agosto 1846 aveva nominato una commissione incaricata di studiare e proporre progetti per la costruzione di linee ferroviarie nello Stato ecclesiastico. Questa medaglia celebra l'apertura del brevissimo tronco Roma-Frascati inaugurato il 6 Luglio 1856. Fu un avvenimento straordinario; le vetture e la vaporiera erano decorate con festoni e bandiere; cardinali e varie personalità presero parte a questo primo viaggio. Lo storico avvenimento fu festeggiato con un sontuoso banchetto a Villa Torlonia, e il segretario di Stato decorò dell'Ordine Piano, a nome del Pontefice, l'ing. York con i colleghi Harbing e De Vitry, esponenti della società concessionaria.3 punti
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Sperando di fare cosa gradita soprattutto tra gli amici appassionati lombardi: Nella scorsa estate il Museo Archeologico Nazionale della Lomellina a Vigevano aveva presentato un’anteprima della raccolta archeologica formata da Antonio Strada (1904-68), acquisita di recente dal MiC e da esso assegnata al museo vigevanese, che si apre nella più antica delle Scuderie del Castello. Fonte: https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/il-gusto-di-strada-per-le-antichit-patrie-/141465.html Coppa biansata in vetro soffiato in stampo, decorata a baccellature e girali vegetali: al centro la firma dell’autore Aristeas, secondo quarto del I secolo d.C. Fotografia Luciano Caldera e Luigi Monopoli, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese Da oggi 10 febbraio fino al 4 dicembre, la mostra «La Collezione Strada», curata da Emanuela Daffra, Rosanina Invernizzi, Elisa Grassi, Stefania Bossi, esibisce per intero, nel museo stesso, i 260 pezzi (tutti restaurati) che la compongono, fra i quali, come ha spiegato Emanuela Daffra, direttore regionale Musei Lombardia, saranno scelti gli elementi più significativi per inserirli nel percorso museale. La collezione riunisce reperti che vanno dalla preistoria al Rinascimento, ma i nuclei più ricchi datano all’età della romanizzazione della Lomellina, tra il II e il I secolo a.C., e alla prima età imperiale, tra il I e il II secolo d.C. Trovati in prevalenza nel corso di lavori agricoli e riuniti da più generazioni degli Strada nel loro Castello di Scaldasole ma giunti anche da collezioni (come la Steffanini di Mortara o la Volpi-Nigra di Lomello) acquisite da Antonio Strada, i reperti facevano parte di corredi funerari in cui figuravano ceramiche d’uso, terrecotte figurate, ornamenti, utensili, e soprattutto vetri. Tra questi s’impone per la sua eccezionale qualità una coppa di vetro verde chiaro (già in collezione Steffanini) del I secolo d.C., di origine mediorientale, decorata con girali d’acanto e tralci di vite, certo appartenuta a una famiglia locale molto facoltosa, che è firmata dal suo artefice, Aristeas, di cui si conoscono altri quattro soli pezzi, tutti mutili però. Fra tante meraviglie, non mancavano, come spesso accade, dei pezzi di dubbia datazione, ma un altro pregio di questi reperti è il racconto che ci tramandano del gusto per le «antichità patrie», così diffuso in Italia dopo l’Unità, nei decenni tra Otto e Novecento. Olpe costolata in vetro soffiato, I secolo d.C. Fotografia Luciano Caldera e Luigi Monopoli, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese Balsamario biansato in vetro blu con anse bianche, prima metà del I secolo d.C. Fotografia Luciano Caldera e Luigi Monopoli, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese https://www.informatorevigevanese.it/eventi/2023/02/09/event/la-collezione-strada-260-reperti-in-mostra-al-museo-archeologico-nazionale-della-lomellina-di-vigevano-555558/ "Il gioiello della raccolta" (fonte: Museo Archeologico Nazionale della Lomellina - Direzione regionale Musei Lombardia) L’oggetto più noto è l’eccezionale coppa biansata in vetro soffiato in stampo, decorata a rilievo, che reca la firma di Aristeas, databile al secondo quarto del I secolo d. C. La coppa, in vetro verde chiaro, con decorazioni a girali d’acanto e tralci di vite, fu rinvenuta ad Albonese alla fine dell’Ottocento ed entrò a far parte della collezione Steffanini, successivamente acquisita da Antonio Strada. L’eccezionalità di questo reperto non risiede però soltanto nell’alta qualità esecutiva e nella raffinatezza della decorazione, ma si deve soprattutto al fatto che si tratta dell’unico esemplare firmato da Aristeas giunto a noi integro. Di questo artigiano del vetro sono conosciuti infatti solo altri cinque manufatti, tutti pervenutici in condizioni frammentarie. La coppa, insieme ad altri esemplari firmati dal più noto Ennione, è stata esposta recentemente in due prestigiose occasioni al Metropolitan Museum di New York e al Corning Museum of Glass, acquistando fama internazionale tra gli studiosi. La coppa apparteneva ad una produzione di vasellame pregiato e destinato alle élites, opera di artigiani probabilmente mediorientali, di cui sono stati ritrovati alcuni esemplari in territorio pavese e piemontese: la loro presenza testimonia l’esistenza di vivaci scambi commerciali nell’area nel corso della prima età imperiale. Altre rarità, sempre tra gli oggetti in vetro, sono la pisside in vetro blu e un’anforetta porpora con decorazione piumata in bianco, mentre altri manufatti trovano riscontro nella ricca documentazione vitrea del territorio lomellino.3 punti
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Ciao a tutti, oggi vi posto un sesterzio di Erennio Etrusco di barra, patina azzurra intonsa, provenienza Tinia Numismatica. Erennio Etrusco 250- 251d.C. D/ Q HER ETR MES DECIVS NOB C - R/ PRINCIPI IVVENTVTIS S C 18,50 gr. 31mm. RIC171a.3 punti
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Ciao,sembra effettivamente un globetto/punto e non il solito esubero di metallo, sarebbe interessante vedere delle foto fatte da diversa angolazione... Per quanto riguarda la "segnatura"delle monete i punti/globetti non erano gli unici segni usati,ad esempio anche le aquilette rovesciate su alcune piastre di Ferdinando II appartengono,a mio parere,a segnature volutamente realizzate in zecca, quindi diciamo che probabilmente ogni evento poteva essere segnato in determinati modi,altri segni erano probabilmente apposti per riconoscere un conio o proteggerlo dai falsari... Ritornando al discorso del "conio"la questione è molto semplice,la moneta veniva realizzata da un conio che a sua volta veniva realizzato dal personale di zecca,in base a ciò che si va ad analizzare la paternità può appartenere solo ed esclusivamente o al personale di zecca se il segno o la variante è chiara, nitida e palese (vedi aquilette rovesciate) o al conio se non ci sono presupposti certi per attribuirla al personale della zecca,da qui non si scappa... Poi è ovvio che gli altri siano principalmente scettici quando viene mostrata una nuova variante presunta o meno, perché nella maggioranza dei casi,vuoi o non vuoi,la variante è scaturita proprio da un difetto del conio... Se dovessimo classificare con variante ogni piccola diversità allora tutte le monete rientrerebbero in questa categoria... È sinceramente sono contento che non sia così visto che ultimamente vengono spacciate come varianti anche le micro differenze,e in alcuni casi le vede solo chi ha la moneta in mano...3 punti
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Scoperte nell’antica città di Cales Un’antica scultura che ritrae due uomini alle prese con un bue è stato ritrovato e fotografato nel portale di un’abitazione a Calvi Risorta. Si tratta di parte di laterizi dell’antica città di Cales, la Pompei sommersa della provincia di Caserta.La scultura c’è da sempre perché dal Medio Evo gli abitanti del posto hanno usato materiale di epoca romana per costruire le abitazioni. La scultura in via N.Zitiello, una strada non percorribile con le auto tra via delle Acace e via Rinchiusa. Si tratta di un quartiere storico denominato Giudea che assieme ai Martini erano il nucleo storico dell’antica frazione Petrulo di Calvi Risorta. La ri-scoperta in seguito ad alcuni lavori di ammodernamento della rete elettrica. Cales: fu la più importante città dell’antico popolo degli Ausoni sulla antica via Latina, l’attuale Casilina, vicino alle montagne sannitiche, pochi chilometri a nord di Capua e poco a sud di Teanum Sidicinum (Teano). Conquistata dai romani fu abbandonata dagli abitanti ai tempi dei saraceni. La zona archeologica si trova a valle di fiumiciattoli a carattere torrentizio. Gran parte delle risorse archeologiche sono presenti nel sottosuolo. Probabilmente la città dopo essere stata abbandonata ha subito delle inondazioni. La città non è stata mai scavata se non oltraggiata da tombaroli. Recentemente il giornalista sportivo Silver Mele ha dedicato un libro all’antica città titolandolo per l’appunto “Il grande oltraggio”. https://www.napolipost.com/scoperte-nellantica-citta-di-cales/3 punti
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Buon giorno a tutti, Il Circolo Numismatico Romano-Laziale è lieto di annunciare che il 28 aprile 2023, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, si terrà la Giornata di Studi: La Moneta a Roma: dai Barbari all’Era Moderna L’evento è organizzato dal Circolo Numismatico Romano-Laziale, promosso dalla Presidenza dell’Assemblea Capitolina e patrocinato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma Programma Moderatore: Riccardo Sideri Ore 10:00 - Saluto della Presidente dell’Assemblea Capitolina: Svetlana Celli Ore 10:15 - Riccardo Sideri: Saluti e apertura del Moderatore Ore 10:30 - Bernardino Mirra: La Moneta a Roma, 25 secoli di Storia Ore 11:00 - Fabio Scatolini: Invicta Roma: le emissioni dalla caduta dell’Impero Romano alla fine del periodo bizantino Ore 11:45 - Giorgio Fusconi: Le prime emissioni pontificie: gli Antiquiores Ore 12:30 - Eventuali domande del pubblico Ore 13:00 – Pausa pranzo Ore 15:00 - Gianluca Mandatori: Da Provins al Campidoglio: fortuna, evoluzione e diffusione del denaro provisino Ore 15:45 - Bernardino Mirra: Gli Hamerani, una dinastia di incisori Ore 16:30 - Davide Fabrizi: Presentazione del volume “Lo Duca de Sora” Ore 17:15 - Eventuali domande del pubblico Per qualsiasi informazione contattare: [email protected]2 punti
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Ciao, oggi condivido un antoniniano di Gordiano lll (238-244 d. C) coniato a Roma nel 241-243 d. C., che chiude la mia raccolta di monete che riguardano questo imperatore . È il primo (spero di una lunga serie 🙂) e non poteva essere altrimenti vista la quantità e qualità delle tante monete rinvenute ed arrivate fino a noi. Si tratta come sempre di una moneta molto comune recante sul rovescio la personificazione della Letizia (Laetitia) in questo caso raffigurata stante con ancora e corona. Rappresentava per i romani la "gioia" di vivere in senso lato ma anche quella elargita loro dagli Augusti (il primo a farla rappresentare sulle monete sembra fu Marco Aurelio) attraverso giochi e feste per il popolo. Da esame diretto risulta coniato, ben centrato ed ha circolato abbastanza svolgendo la sua funzione. Grazie ed alle prossime ANTONIO 23 mm 4,10 g RIC 86 Posto foto delle mie monete, un sesterzio, due antoniniani il primo coniato a Roma ed il secondo ad Antiochia e tre denari coniati a Roma 🙂2 punti
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Ciao @favaldar la norma è che dopo HIER - HIERVS e HIERVSAL deve esserci il punto d'abbreviazione. Da una rapida ricerca penso di confermarlo, in quanto non ho trovato nessuna moneta senza punto. Anche il D'Incerti non la descrive. Quindi Complimenti per la variante! Buona Serata, Beppe2 punti
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Questo, più che il colore della patina , sembra il colore dellincrostazione lasciata dal terreno di giacitura2 punti
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Buona sera al Forumo e scusate l'intromisione; uno studioso di numismatica le monete non le vende; il costo è conseguente alle disponibilità per lo studio intrapreso e rimane un tesoro di cultura per quelli della famiglia che, "considerata la loro semenza, fatti non sono a viver come bruti ma per seguir virtude e conoscenza" ( un pochino di Dante mi ci stava beneI) si troveranno una base per progredire nella ricerca e nelle conoscenze storiche di cui la moneta è una fedele alleata. Grazie per avermi consentto di esprimermi in merito e buona serata da nonno cesare2 punti
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Delle cose non dissimili che ho visto qualche tempo fa sono anche le coppe di Ennione al museo di Adria Che emozione vedere la firma : εɴɴɩωɴ εποιHcεɴ = Ennion Epoiesen = Ennione fece Le coppe firmate dal maestro vetraio Ennione Le due coppe blu di Adria sono firmate da Ennione. Un vero artista dell’arte vetraria vissuto nel I secolo d.C. che usava firmare le sue opere. Per questo utilizzava la lingua greca in quanto nella parte orientale dell’impero la lingua latina non era frequentemente utilizzata. Era noto in tutto il Mediterraneo toccato dalle rotte commerciali per i suoi vetri colorati. Ennion o Ennione, era, nativo della fenicia città di Sidone (oggi in Libano). Le sue opere furono trovate un po’ dovunque: in Italia (in particolare ad Adria), Cipro, Panticapeo (Crimea). Nella sua officina probabilmente inventò la tecnica della soffiatura a stampo chiuso. Questa tecnica, introdotta in Italia settentrionale dallo stesso Ennione, consentiva di ottenere superfici decorate a rilievo e forme dai profili articolati. Nei primi anni del ‘900 una preziosa scoperta Tra gli oggetti esposti, tutti di grande pregio, spiccano due coppe di un blu cobalto trasparente del maestro vetraio Ennione, ritrovate a nord di Adria. Vengono ritrovati i più bei vetri esposti al Museo Archeologico di Adria. Siamo nei primi anni del ‘900 in una località detta Cuora. In un terreno di proprietà della signora Paolina Zatti Sartori, affittato ai signori Patrignani (o Patergnani) detti Mazzin, si scoprirono nove tombe romane a cremazione. La tomba più importante conteneva un’olla di vetro soffiato con le ceneri, sei coppe tra cui le due esposte al Museo, due meravigliose scodelle a filigrana, cinque coppe a nastri multicolori. Gli oggetti furono venduti. Per conto del museo di Este il Governo acquistò circa 26 pezzi. Questi, oggi, si possono ammirare al museo di Adria. Altri finirono al Museo vetrario di Murano. Alcuni partirono per l’America.2 punti
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Non e' possibile fare un paragone con monete moderne, da escludere a tutti gli effetti, sappi che per le monete romane ad esempio si guardano tanti aspetti, fra cui centratura, qualita' del tondello, stile, patina, coniazione2 punti
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Buonasera a tutti, condivido un altro dei miei Denari di Giulia Domna, stavolta con al rovescio la personificazione della Letizia. Antonio @Pxacaesar ma anche gli altri cosa potremmo aggiungere? Julia Domna (Augusta, 193-217). AR Denario (19mm, 3.00g). Laodicea, 198-202. R/ Laetitia RIC IV 641 Saluti Alberto1 punto
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Ciao @Litra68è una bellissima moneta per me, con il ritratto caratteristico tipico della Zecca di Lodicea a Mare dove è stato coniato. Sembra aver circolato anche molto poco. Complimenti 🙂 ANTONIO1 punto
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Trovare il 2.014 è difficile, comunque cerca on line dovresti trovare ancora il vecchio prezzo di vendita negli shop maggiori, confronta e fatti un'idea.1 punto
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Tra le varie consiglio una lettura dell'ultimo articolo di Demo e della bibliografia citata.... Non come vangelo ... Ma giusto per aprire qualche orizzonte.....1 punto
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Ho ricontrollato bene, con lente più potente e il punto c'è anche se piccolo ma ce né uno anche dopo ET. HIER . Sono leggermente più piccoli degli altri. Come posso riprovo a fare foto migliori. Scusate e grazie ☺️1 punto
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Bisogna capire di quali monete si tratta e,di conseguenza,ci si regola sull'apprezzarle ed .in ultimo,vedere come porle sul mercato. Se hanno valore affettivo e storico ma non molto valore commerciale seguirei,a maggior ragione il consiglio dato da Cesare Augusto Salutoni odjob1 punto
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Posto tanto per il gusto di farlo il link al catalogo del forum https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-I2/37 Interessante il peso: esemplare di Denarivs 3.83 g, esemplare indicato da @littleEvil 3.1 g. Comunque il tutto appare senza senso a meno di ammettere siano cloni, e dunque falsi entrambi.1 punto
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Quando sono posticce risultano pasticciate/lisciate,queste sono inglobate/compatte,con affioramenti di patina(malachite).mi scuso se mi sono permesso di esprimere un parere anche se non non era rivolto a me.1 punto
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tanto per capirci, vediamo di gocare a carte scoperte https://www.ebay.it/itm/AR-Denar-Julius-Caesar-BC49-44-/325461832822?hash=item4bc7097476%3Ag%3AcxwAAOSwtLZjmHK3&nma=true&si=mkJtfC%2F3BPXV11ktIeTkX0yXo5I%3D&orig_cvip=true&nordt=true&rt=nc&_trksid=p2047675.l2557 la vendita à stata chiusa il 3 gennaio '23 Who is Jim? ======================= quando vedo certe foto non mi sbilancio: se volete faccio tre foto ad una moneta cambiando un po' i parametri e l'angolazione e una poi sembra d'oro, l'altra d'argento e la terza di mirra Dovendo dire la mia e credendo che la prima moneta del post è che è stata aquistata, io parlerei di cloni: quella di Jim poi sembra pulita, quella altra sembra avere dei residui in superficie: che l'abbiano ritoccata un pelino? Però... senza sapere nulla del pedigree della stessa e mettendo tulle le foto affiancate, direi che all' 99% si tratta della stessa moneta, ci sono troppi piccoli dettagli che si sovrappongono. Foto migliori aiuterebbero. Servus Njk1 punto
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Per oggi vi posto un nuovo arrivato,non è alta conservazione ma per me va bene.1 punto
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Mi è capitato varie volte... L'ultima è stata il 1 gennaio 2023...e il venditore mi ha risposto dopo solo 1 ora (con mia somma sorpresa e gioia) e ci siamo pure messi d'accordo. A chi non è mai capitato di finire nelle grinfie di un commerciante molto insistente ?1 punto
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Segnalo agli appassionati di monetazione marchigiana e a tutti gli appassionati e curiosi numismatici la recentissima pubblicazione da parte di Nomisma della monografia sulla zecca di Recanati. Nell'opera, curata da Lorenzo Bellesia, viene rianalizzata l'intera monetazione di Recanati e la relativa documentazione disponibile. Allego immagine della copertina ed estratto descrittivo. A distanza di quasi un secolo dalla pubblicazione del CNI XIII, Marche, e di due secoli dallo studio di Monaldo Leopardi, sarà sicuramente molto interessante leggere le considerazioni e le conclusioni dell'autore con cui voglio complimentarmi. Estratto dalla presentazione: 80 pagine, completamente a colori Formato 21 x 29,7 cm (A4) Copertina rigida Nomisma Editore - Gennaio 2023 Le monete di Recanati furono classificate per la prima volta nel 1822 da Monaldo Leopardi, il padre del celebre poeta Giacomo. Ora appare un’opera che riconsidera l’intera monetazione recanatese ordinandola cronologicamente dalla prima emissione da collocarsi con precisione, grazie ai documenti, al 1450, per proseguire sporadicamente per il resto del secolo. La monetazione di Recanati si colloca quindi nel contesto della ricchissima monetazione marchigiana del XV secolo insieme ad Ancona, Camerino, Fermo, Macerata ed Ascoli. L’opera di Lorenzo Bellesia riconsidera l’intera materia ripercorrendo anche tutta la precedente letteratura. Buona lettura Mario1 punto
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Caspita è proprio quello che ho pensato quando l'ho vista: sembra fatta di turchese (quello vero, non pasta).1 punto
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D/ CAROLVS REX HISPANIAE DVXIT ANNAM NEOBVRGIAE. Busti affacciati del Re e della Regina. R/ INFANTES MARI-ANNA DABIT, QVOD GANDA PRECATVR. I loro stemmi posti su un piedistallo, sostenuto da due amorini e sormontato da una corona. Es./ MDCLXXXIX Traduzione Dritto: Carlo re di Spagna sposa Anna di Neuburg Rovescio: Maria – Anna darà dei figli (al Re suo sposo) * Questi sono i desideri della città di Gand. Bronzo argentato: 47,0 g, diametro 55 mm; provenienza asta Rlsen 153. Histoire métallique des XVII provinces des Pays-Bas: da https://books.google.it/books?id=StBdQFAJKzUC&pg=PA433&lpg=PA433&dq=CAROLVS+REX+HISPANIAE+DVXIT+ANNAM+NEOBVRGI&source=bl&ots=CM3eEiHC2q&sig=ACfU3U0m-2-V1-X36SYtLNEjViKvmTw-yg&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwj1uszk_4v9AhXKCOwKHdHVBgsQ6AF6BAgIEAM#v=onepage&q=CAROLVS REX HISPANIAE DVXIT ANNAM NEOBVRGI&f=false apollonia1 punto
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Ho grosse difficoltà a credere che entrambi provengano dalla stessa zecca. Arka Diligite iustitiam1 punto
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La preside contro Blanco: “A scuola l’avrei espulso. Ridatemi indietro i soldi del canone. Offesa da lui e da Ferragni” Il mondo della scuola interviene dopo il gesto irrispettoso del cantante Blanco sul palco di Sanremo. Su Facebook arriva la dura presa di posizione della dirigente dell’Ite Tosi di Busto Arsizio, Amanda Ferrario. La dirigente scolastica si scaglia contro Blanco e Ferragni: “Il nulla cosmico della televisione italiana, quella a pagamento obbligatorio con il canone Rai. Se avessi vent’anni, oggi, mi sentirei profondamente offesa. Sono boriosi e vuoti come il guscio di un paguro abbandonato sulla spiaggia durante un nubifragio”. Poi aggiunge:“Di ventenni ne conosco tantissimi. Spesso impegnati in mille attività, forse, a volte, fragili, ma intelligenti, brillanti, educati, capaci di parlare lingue e linguaggi sconosciuti, con tanta voglia di dare e fare. Li vedo ogni giorno, a scuola, nella mia città, in giro. Studiano. Fanno sport. Volontariato. Collette alimentari. Si battono per i diritti degli ultimi. Con ardore. Dignità. Competenza. Dibattono con tale entusiasmo e argomentazioni così ricche…” La preside, risentita, attacca: “Il gesto di Blanco si commenta da solo: maleducazione, vandalismo, delirio di onnipotenza. Fosse mio figlio, oggi avrebbe la faccia gonfia di schiaffoni. O forse no, li avrebbe avuti per tempo. Fosse un mio alunno e avesse fatto questo a scuola sarebbe stato denunciato ed espulso. Ridatemi i soldi del canone”. https://www.orizzontescuola.it/la-preside-contro-blanco-a-scuola-lavrei-espulso-ridatemi-indietro-i-soldi-del-canone-profondamente-offesa-da-lui-e-da-ferragni/1 punto
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Alcune considerazioni: 1) ho ricercato nei database commerciali di monete provenienti da aste e non ho trovato nè questo esemplare nè monete Crawf. 467/1 provenienti dalla stessa coppia di conii; quindi l'asta inglese doveva essere quantomeno minore o la moneta maldescritta o altro. 2) il confronto al #33 lascia vedere che non si tratta di un unico esemplare ma di 2 (vedi in particolare il rovescio); inoltre chi potrebbe aver ricavato nuove foto dalla moneta in possesso di @Denarivs? 3) Denarivs mi pare in buona fede: chi "ci prova" sul forum lancia il sasso e poi sta a guardare; Denarivs invece è intervenuto ripetutamente ... 4) capisco bene le osservazioni di @babelone: la cosiddetta "cristallizzazione dell'argento" è un fenomeno elettrochimico per cui monete rimaste a lungo nel terreno presentano una separazione della lega (in particolare una migrazione del rame) che comporta un aspetto spesso a "ragnatela" della superficie della moneta ed una sua spiccata fragilità. Nello specifico quella che intravvedo (le foto sono a bassa risoluzione e parzialmente sfuocate) mi pare più corrosione e affumicatura che cristallizzazione ... 5) oltre alle ipotesi formulate al #32 da @azaad ve ne sono di conseguenza altre. In particolare se le monete sono 2 e sono pressochè identiche (si vedano i particolari indicati proprio da babelone al #30), non può trattarsi di altro se non di cloni (e le pseudo-cristallizzazioni non sarebbero altro che bolle in positivo, come indicato da @Pxacaesar al #7 che condivido appieno, compresa la mancanza di segni di coniazione). Il mio parere è che la moneta con alta probabilità (rimando al test descritto nel libro di Fabrega "E' falso il mio denario?") sia un falso fuso (o pressofuso); il codolo potrebbe trovarsi sul bordo in corrispondenza della irregolarità del contorno del diritto ad ore 10.1 punto
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Personalmente non so cosa ci sia dietro la storia di questa moneta, lo può sapere solo @Denarivs e credo che a questo punto sia doveroso un chiarimento da parte sua..... Detto questo, in allegato il confronto delle monete che dimostra che si tratta della stessa moneta fotografata con diversa angolazione di prospettiva e filtrata nel contrasto e nella nitidezza. La modifica della foto per cercare di minimizzare le corrosioni postata da littleEvil la si può notare soprattutto nell'inversione dei chiaroscuri difatti, soprattutto nelle lettere si nota che il nero è diventato bianco ed il bianco nero a riprova dell'inversione dei chiaroscuri Pertanto, caro @littleEvil non parlerei di conio ma parlerei bensì di moneta perchè come sicuramente saprai le coniature non sono mai uguali tra di loro ed in questo caso il termine conio mi sembra improprio, inoltre, inoltre, mi piacerebbe sapere il finale della presunta vendita di dicembre All'amico @Pxacaesar alla luce di quanto da me documentato con foto dei particolari nel mio post iniziale ed adesso con l' analisi di questi ultimi dati, gli chiedo di dimostrare con riscontri oggettivi, possibilmente con foto dei particolari, quello che lui afferma sopra in merito alla genuinità della moneta oggetto della discussione. Personalmente sulla moneta iniziale confermo il mio giudizio di autenticità e rimango della mia opinione, al fatto che stiano circolando in rete tutte queste foto modificate della stessa moneta con il tentativo di vendita non so dare una spiegazione e non riesco ad immaginare neanche cosa ci possa essere sotto; questo può solo saperlo @Denarivs al quale vorrei però fare una domanda... puoi dirci in che asta hai comprato la moneta e se la foto del post iniziale è quella della casa d'asta? Buonanotte!!!!1 punto
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Brescia. Gabriele D'Annunzio. 1863-1938. Poeta. Medaglia 1935. Ae. Inc. Renato Brozzi. Diametro mm. 77. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME66C/188 Auction: 344 - The Numismatic Collector's Series Sale at Grand Hyatt, NY INC Lot: 704 Italy. Vittorio Emanuele III (1900-1946). Teneo Te Africa, Gabriel Nuncius, 1937. Medal. Bronze, 77mm. Unsigned (by sculptor Renato Brozzi). Elephant striding ¾ right, head slight left; SVIS VIRIBVS POLLENS - TENEO TE, AFRICA (Gabriele D'Annunzio's favorite quote, and the title of his 1936 book), rev. Elephant left, head reverted; GABRIEL.NVNCIVS ANNO.MCMXXXVII. Some small marks on edge. Extremely Fine and Rare. https://www.spink.com/lot/3440007041 punto
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a parer mio non si puo paragonare il metodo di stima di una moneta romana o greca con una "contemporanea". relativamente poi ai prezzi, oggi, come non mai, il prezzo lo fa il mercato...1 punto
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Sicuramente è una dramma di Alessandro Magno, ma l’attribuzione sicura a una zecca dal rovescio che vedo è praticamente impossibile. Posso fare delle ipotesi basate sullo stile di Zeus e da ciò che si intravede sotto il trono su cui siede, che mi indirizzano alla zecca di Sardi, quella del mio esemplare proveniente dalla Gorny & Mosch 170. La rosa come unico simbolo di controllo lo contraddistingue come Price 2571, Müller 117. Questo naturalmente in assenza di simboli o monogrammi nel campo a sinistra del rovescio, che nella tua moneta potrebbero anche esserci. In particolare: apollonia1 punto
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Bel Mistero.... la moneta sembra proprio la tua, credo comunque che @Pxacaesar si riferisca alla prima orrenda foto del post 19 che è stata ritoccata e filtrata facendo scomparire tutta la granulosità dei piani. Comunque, ritornando alla moneta ed analizzando nei particolari la " tua foto " di inizio discussione,ti evidenzio i particolari che ne dimostrano la sua autenticità: nella prima foto sulla guancia si nota una area di corrosione che fa rilevare la retinatura ( le microsferette ) dell'argento sottostante. Questo fenomeno si rileva su monete autentiche con argento cristallizzato originato sia dal fenomeno che ho spiegato nel mio post precedente, da elettrolisi naturale con minerali e umidità del terreno oppure da una pulitura aggressiva. nella seconda foto si rileva un area di corrosione naturale che probabilmente si è originata perchè ha intaccato i metalli più deboli. Le sfere sui piani come in questo caso, si formano per la fusione dei metalli con punto di fusione più basso che tendono a lievitare sui piani e sono diverse dalle sfere che si possono vedere nelle monete fuse. Rispetto il parere che hai avuto su facebook ma non lo condivido,bocciare una moneta per i bordi arrotondati mi sembra alquanto superficiale, le monete hanno tre facce, i bordi,i piani ed i rilievi e per arrivare a conclusioni bisogna analizzarle tutte e tre. Rispetto anche il parere di Pxacaesar che rimanda sempre a far visionare le moneta dal vivo da un perito, però mi permetto di ricordargli,visto che lui frequenta da poco il forum, che su questo forum ci sono grossi esperti che anche da foto riescono a capire se una moneta è autentica o meno sbagliando pochissime volte tanto è che spesso anche dalla visione della foto hanno fatto ritirare monete del valore di migliaia di euro. Buona Giornata!!! PS. sono curioso di conoscere il paradosso della moneta in vendita1 punto
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Anche secondo me i capelli non hanno subito interventi, l'ultima foto è molto chiara. La pettinatura nelle consecratio di Pio mostra spesso uno stile particolare, quasi barocco, lontano dallo stile classico dei ritratti da vivente.1 punto
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Buongiorno, vi comunichiamo la lista degli espositori presenti a Salerno, sabato 11 e domenica 12 febbraio, dalle ore 9 alle 19 per entrambi i giorni, all'interno della stazione marittima in via Molo Manfredi. L'esposizione si dividerà su due piani, per qualsiasi ulteriore informazione, siamo a disposizione, vi aspettiamo per accogliervi con grande entusiasmo. Esposizione al piano terra 1. ACM Aste – Neacoins - Cava Antonio 2. Associazione Filatelica Numismatica Partenopea 3. Philcart Collector - Esposito Luciano 4. Studio peritale filatelico Fabris Daniele 5. Filatelia Ravel - Riccio Adriana 6. Bertolami Fine Arts Casa d’Aste 7. Cerchiara Saverio 8. CCNI - Fratello Roberto 9. Cotrufo Francesco - Hyseni Dino 10. De Rosa Domenico 11. D’Errico Salvatore 12. Di Canosa Michele 13. Epoca d’Oro 14. Ferrucci Stefano 15. GMA Numismatica 16. Il Reale Collezionismo 17. Lo Tauro Michele 18. Nomisma Aste 19. Numismatica Bardulia 20. Numismatica Cavaliere 21. Numismatica Felsinea 22. Numismatica Fonseca 23. Numismatica Katane 24. Numismatica Marino 25. Numismatica Raponi 26. Omodei Glauco 27. Petrino Tommaso 28. Roccaro Collezioni 29. Santini Andrea 30. Scacchetti Paolo 31. SNI – Studio Numismatico Italiano 32. Studio Benedetti Pierluigi 33. Studio Numismatico Anzilotti 34. Trinca Sante 35. Trombetta Giuseppe – Ferrando Josef 36. Tutto Collezioni 37. Valentecoins 35. Vea Numismatica 39. Zilli Santino Esposizione al piano sopraelevato 1. Di Giacomo Ilaria 2. Etrip SRL 3. Vintage Corner Lucia di Ferrara Lucia 4. Izzo Lisa 5. Vecchi Libri - Libreria Antiquaria 6. Mangeri Mariangela 7. Tarulli Mariano 8. Bruno Anna1 punto
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Ciao, oggi condivido il mio ultimo acquisto del 2022. Si tratta di un sesterzio dell'imperatore Massimino Trace (235-238 d. C) abbastanza comune con la personificazione della Pace (Pax Augusti) nella sua raffigurazione più classica, stante, con scettro a sinistra e ramoscello di ulivo retto con la destra. Rappresentava la rassicurazione da parte dell'Augusto di serenità e pace a tutti gli abitanti dell'impero. Possedendo anche alcuni denari ed avendo visionato tantissimi esemplari sia di denari che di sesterzi ho notato l'enorme differenza di rappresentazione dei ritratti sulle sue monete ed a tal proposito faccio alcune considerazioni. Primo imperatore di origine barbara che pur non avendo cittadinanza romana e non essendo mai stato eletto senatore grazie all'appoggio della maggior parte dell'esercito che guidava nelle battaglie di confine riuscì a salire al potere governando l'impero per circa tre anni. Ottimo stratega e combattente, proprio perché impegnato nelle campagne militari sopratutto contro i popoli germanici non mise mai piede in tre anni nella città di Roma. È qui mi ricollego alla notevole diversità dei suoi ritratti sulle monete per cercare una spiegazione. Nel primo anno, 235-236 d. C, la sua immagine è molto più lineare ed i difetti che aveva molto poco appariscenti. Forse perché i maestri incisori lavoravano sul racconto di come si presentava il suo aspetto. Nei due anni successivi invece il suo ritratto è molto diverso ed è quello che secondo me più rispecchia la realtà. Alcuni maestri incisori che avevano visto dal vivo l'imperatore riportandolo fedelmente sui conii fecero da scuola a tutti gli altri? Massimino era molto alto, ben oltre i due metri, cosa molto rara a quei tempi percui alcuni studiosi sostengono fosse affetto da gigantismo ed anche acromegalia (una malattia degenerativa) che comportano nel tempo cambiamenti somatici molto rilevanti. Non ci sono note storiche a tal proposito di autori a lui coevi, quindi non c'è certezza di questi suoi problemi di salute, ma si possono ritenere possibili. Parere personale, quindi opinabile ed ogni intervento a tal proposito sarà da me gradito, penso che la diversità dei ritratti riscontrabili sulla sua monetazione non sia dovuta a una sua trasformazione dovuta alle malattie (pochi mesi non sono compatibili alla degenerazione) ma alla non conoscenza diretta dell'imperatore durante i primi mesi di coniazione e che il suo aspetto reale sia stato sempre quello riportato sulle monete coniate nei suoi ultimi due anni di regno. Il sesterzio da esame diretto risulta coniato (spero ai tempi di Massimino 🙂), ben centrato, con ritratto tipico delle prime coniazioni(235-236 d. C) è con metallo abbastanza integro. Non sembrano esserci ritocchi, almeno credo, ed ha circolato visti i segni di consunzione visibili sulle parti più sporgenti percui ha svolto la sua funzione di moneta. Grazie ed alle prossime ANTONIO 33 mm 20,79 g RIC 58 I diversi ritratti che si trovano sulle sue monete. Dei primi tempi del suo regno e dei due anni successivi.1 punto
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Buongiorno a tutti, riprendendo questo discorso... Mi rendo conto che - di fronte a qualcosa di nuovo - sia difficile esprimere un giudizio... ma mi sarei aspettato qualche reazione, qualche commento, almeno dagli utenti più attivi, da coloro che hanno più esperienza o conoscenza in merito alle Piastre di Ferdinando II, dagli utenti storici e senior... per questo, oggi mi permetto di taggare qualcuno... @caravelle82 @El Chupacabra @fedafa @gennydbmoney @giuseppe ballauri @Litra68 @odjob @paoloilmarinaio @Rocco68 @borbonik @lamanna921 @magicoin @motoreavapore @Raff82 @Releo @Rex Neap e scusate se ho dimenticato qualcun altro... Comunque, alcune volte, può esser più esplicativa un'immagine, che mille parole... allego alcune immagini comparative tra, il "tipo base" - effige 1831 - ed il "nuovo tipo" che chiameremo "collo a punta stretta". Confido in un vostro parere sull'argomento.1 punto
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Per completezza, riporto un esempio di queste varianti di cui ho accennato sopra. Questo é un tipo di taglio abbastanza comune, con la punta del collo (cioé la zona tra il dosso della clavicola ed il petto) a forma di una lancia (punta sottile - angolo di 45°) - questa variante é presente su tutti e tre i nominali - e si distingue dal tipo di collo "base" per la punta del collo più sottile appunto, che richiama alla memoria una preistorica lancia di pietra - (il collo base ha un angolo di circa 60°). Siccome la mia ricerca consiste nel cercare di riconoscere la mano dei diversi incisori e, posso affermare con estrema certezza che, quello che accomuna tutte le monete riportate su quest'immagine, é proprio l'artista, l'incisore, la stessa mano che ha eseguito i ritratti per questi conii. - sui 10 Tornesi, questo taglio del collo si trova solo ed esclusivamente nella data 1833 - abbinato sempre la con stella a cinque punte (stella dritta - non capovolta) e mai con la stella a sei punte. - sulle Piastre, questo taglio compare solo nelle date 1834 - e 1835 legenda continua - Nota: di questo particolare taglio, solo per le Piastre 1834 se ne riscontra un sottotipo raro, dove la punta della "lancia" é leggermente più piccola. - sulle Decuple, questo taglio alla base dell'effige é presente solo nella data 1835.1 punto
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Grazie Raffaele! Vale lo stesso discorso per le piastre 1831 e 1836 con il taglio lineare... sovrapponendo la '31 e la '36 sono diverse tra loro e, sovrapponendole con queste del '34, sono sempre e comunque diverse. In merito a questo tipo di varianti, ho trovato anche la foto di un 10 Tornesi 1831 con lo stesso taglio lineare alla base del collo... e mi sono tornate in mente le parole scritte da Rocco come risposta alla mia domanda su "varianti" e "tipi", in quella vecchia discussione in cui presentavo la mia strana piastra del '34: "Se fosse una tipologia di busto la troveremmo anche nei 30 Ducati e nei 10 Tornesi. Magari se in un futuro avremmo un riscontro simile di busto anche in questi nominali, potremmo definirlo un tipo". Per questo, sono portato a credere che, queste particolari varianti con differenti tagli alla base del collo, quando si trovano in diversi nominali, siano più importanti di quanto si possa pensare. Da qui, mi si é aperto un mondo ed ho cominciato a studiare e comparare le teste giovanili di tutte le monete anni '30 - oro, argento e rame (ovvero Decuple, Piastre e 10 Tornesi). Ad oggi, il risultato di questa ricerca (ancora "work in progress") mi ha portato ad individuare alcune varianti - nello specifico, a catalogare (senza alcuna pretesa e solo a scopo di studio), degli altri differenti tipi di taglio alla base del collo, presenti solo su determinate date ma, facilmente riconoscibili ad occhio nudo.1 punto
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