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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/26/23 in tutte le aree

  1. Ciao a tutti, condivido volentieri con voi un altro mio Sesterzio patina cuoio di grosso modulo, proveniente dall'asta Naville Numismatics. Massimino I 235-238 d.C. D. 26,28 gr. 31,5x36 mm. RIC 81; BMC 148
    7 punti
  2. Tra i principali elementi "pacchiani" del falso LEU (ex Gillet): -la capigliatura del dio Gelas arzigogolata che scimmiotta quella del conio Jenkins 5 ì, ovviamente completamente diverso -l'assenza del taglio in rilievo della protome di Gelas -al dritto la mancanza del piede di sinistra del cavaliere sotto la pancia del cavallo -la lancia sghemba del cavaliere -le redini curve etc.... -la completa assenza di morbidezza e rotondità dei modellati al dritto ed al rovescio INSOMMA UNA PORCHERIA CHE NULLA A CHE VEDERE CON LA MAESTRIA DEL CONIO ORIGINALE. Odisseo Per un confronto (lato capigliatura) con il Jenkins 5 che però presenta un conio di rovescio (oltre ovviamente di dritto) diverso. Posto l'esemplare ex collezione Abecassis venduto dalla "vera" LEU con la vendita 81 del 2001 (lot. 48). Odisseo
    5 punti
  3. Ciao a tutti per condividerlo con voi, vi posto il mio ultimo acquisto effettuato dall'amico Mauro di "Numismatica Pirrone". Sesterzio di Gordiano III. Peso 23,61 gr. - RIC 294a Cohen 23. D/ Busto laureato dell'Imperatore, volto a destra. IMP GORDIANVS PIVS FEL AVG R/ Imperatore in armatura con globo seduto e volto a sinistra, attorno ad esso la legenda PM TRP III COS PP - SC La particolarità' di questo sesterzio che lo rende carino è il modulo di 36 mm non comune per Gordiano III
    3 punti
  4. Buonasera a tutti. @Liucksky03, @ART, @caravelle82, @nikita_.....un'altra vittima del serial killer🤕 stavolta ha usato un punteruolo ! Sul volto!
    3 punti
  5. Ciao @Hortenciamoneta che dimostra tutti gli anni che ha🙂. Da quando riesco ad intravedere dalle foto per me dovrebbe trattarsi di un sesterzio dell'imperatore Antonino Pio con la personificazione della dea Annona sul rovescio. In attesa di altre opinioni, ci abbiamo provato. Posto foto di esemplare che potrebbe essere della stessa tipologia. ANTONIO
    3 punti
  6. Buonasera a tutti, per la serie dei miei grani, in attesa del raro 1800 posto il mio modesto Grano 12 Cavalli 1798 di Ferdinando IV. Saluti Alberto
    2 punti
  7. Lo conosci, questo sito ? penso di si ma chissà https://sites.google.com/site/digitallibrarynumis/subjects/08-early-medieval-coins Poi c'è Academia.edu
    2 punti
  8. Io ti ho aiutato ma probabilmente non ti è piaciuta la mia risposta e non mi hai ringraziato, ma vedrai che la risposta sarà sempre la stessa, è un riconio che si vende ai mercatini a 3 euro al pezzo e anche meno ...
    2 punti
  9. Sarebbe da studiare perchè, a mio parere, ho qualche dubbio sull'autenticità. Il bordo sia del dritto che del rovescio non mi piace e anche per il nome dell'incisore MOTTI, che praticamente non si legge. Il 1919 SPIGA è una delle monete che rientrano nella fascia delle falsificazioni.
    2 punti
  10. Diametro attorno ai 30 mm? Siamo un’altra volta in Cilicia, città di Laerte (ΛΑЄΡΤЄ- ΙΤΩΝ) e sempre per Valeriano. Un bronzo e una zecca non comuni e una rara indicazione di valore per una provinciale: IA al dritto, 11 assaria. https://www.acsearch.info/search.html?id=4798573
    2 punti
  11. riconoscimento arduo!!! Dal peso e dal diametro potrebbe essere un sesterzio. Al dritto per me irriconoscibile. Al verso ipotizzo una divinità (Fortuna) con timone e forse cornucopia, nel campo SC. Saluti Gordon
    2 punti
  12. Un saluto a tutti!! Oggi vorrei aggiungere questi 2 centesimi e mezzo?😅 olandesi del 1970.Mi sembrano abbastanza martoriati??
    2 punti
  13. va bene: allora cerco di spiegartelo. Per uno come me che non colleziona monete per investimento ma per puro piacere estetico, la ricerca di un eventuale errore di coniazione é il frutto di una lunga osservazione effettuata sulla moneta, osservazione fatta con mezzi di fortuna, non possedendo io sofisticati microscopi. La moneta la giro e rigiro tra le mani, studiandone ogni possibile dettaglio, compresi eventuali graffi e segni che la deturpano, dunque ne inficiano la bellezza. Dunque, la scoperta di un errore nella coniazione, pur piccola, non avviene all'insegna del valore economico che si potrebbe trarne, bensì dal solo frutto della ricompensa a così lunghe osservazioni.
    2 punti
  14. Un bel tremisse ostrogoto nel catalogo prezzo fisso di Tintinna. Questa la scheda: Monete Barbariche .Gli Ostrogoti in Italia Periodo Vitige (526-549) Tremisse al nome e con l'effigie di Giustiniano I databile al periodo 527-539 - Zecca: Ravenna o Roma - Diritto: busto diademato di perle, drappeggiato e corazzato di Giustiniano a destra - Rovescio: la Vittoria in cammino verso destra tiene una corona di quercia con la mano destra e un globo crucigero con la sinistra; nel campo, a destra, una stella - gr. 1,45 - Molto rara . Conservazione eccezionale per la tipologia, migliore di SPL Ranieri 296 Stupisce la schedatura col Ranieri (con tutto quello che c'è in giro) https://www.deamoneta.com/auctions/view/856/300
    1 punto
  15. La Piastra del 1837 è indubbiamente una delle più ambite dai collezionisti in quanto Rara e di non frequente apparizione nelle Aste o nei siti che noi tutti conosciamo. Negli ultimi tempi ho avuto il piacere di aggiungere alla collezione questa moneta: Nonostante l'interesse, è un millesimo da sempre considerato come normale, senza varianti o anomalie. E' invece doveroso notare in questo millesimo, che il numero “7” della data risulti il più delle volte ribattuto ( 66% su un campione di 29 monete ). Piastra con 7 NON ribattuto Piastra con 7 RIBATTUTO Per quanto riguarda il Rovescio, il D'Incerti aveva catalogato 2 Varianti: Non sono riuscito a trovare la 177b ( senza punto dopo HIER ) ma ho riscontrato alcune variabili non censite nei pallini dello Scudo del Portogallo, che sinteticamente si possono dividere in forma di: 1- Virgolette ( astine poste a 45° ). 2- Pallini con disposizione 1 ( il primo a destra ) - 1 ( il secondo a sinistra ) 2–2. (6 pallini? Usura sul settimo ? E' quella catalogata dal D'Incerti al 177a ?) 3- Lineette più o meno verticali. 4- Pallini normali ( grandi e piccoli ) con disposizione 2-2-2-1. PALLINI NORMALI GRANDI PALLINI NORMALI PICCOLI Sperando di non essere pedante e noioso inserisco una tabella che potrebbe essere utile per una cronologia dei conii usati. A questo punto avanzo alcune ipotesi sulla coniazione della Piastra 1837, considerazioni che vi sarei grato poteste correggere, integrare o confutare. 1- Probabilmente si iniziò con una partita di monete con il 7 normale ed i Pallini 2-2-1 rotondi al rovescio. In seguito il conio del D/ ebbe qualche problema e fu aggiustato ribattendo il “7” 2- si aggiustò più volte il R/ soprattutto nella zona dello Scudo del Portogallo venendosi a creare le variabili sopra esposte. Un'ultima considerazione: il fatto che le monete con il “7” ribattuto siano la maggioranza, potrebbe essere testimonianza dell'esiguità della coniazione di questo millesimo ( classificato R ma più probabilmente dovrebbe essere considerato R2 ), in quanto è ipotizzabile che proseguendo la battitura, il conio sarebbe stato totalmente sostituito e non solo corretto. Come sempre sono ipotesi personali, vi invito gentilmente a postare le vostre Piastre 1837 e le vostre considerazioni in proposito. Buona Serata, Beppe
    1 punto
  16. Le righe sembrano già patinate.... punteruolo d'epoca?
    1 punto
  17. Non vorrei sembrare un guastafeste ma al D questa moneta non arriva a MB.
    1 punto
  18. Gran (in questo caso, in tutti i sensi!) bel sesterzio, assieme al precedente di Gordiano III fanno una coppia fantastica!
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  19. Buonasera a tutti, complimenti! @magicoin Questo conio al D/ - a parte il 7 della data non ribattuto - è caratterizzato da un'effige con la punta del collo "particolarmente voluminosa" - punta del collo che arriva a toccare la linea di margine della legenda (cioè la parte alta della "X"). Siccome fino ad oggi abbiamo differenziato i conii al D/ semplicemente come - "7 ribattuto" e "7 non ribattuto" - penso che questo dettaglio dell'effige con il "collo diverso" - potrebbe aiutarci a distinguere questo conio - da un altro conio con il 7 non ribattuto, per quanto quest'ultimo risulti essere di estrema rarità. Allego una rara piastra 1837 con il 7 non ribattuto e con la punta del collo che termina circa a 3/4 della X (con dei dettagli utili al riconoscimento). Allego anche un'immagine comparativa dei tre diversi conii al D/ .
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  20. Chiedo gentilmente aiuto per identificare questa moneta. Un grosso Grazie a tutti coloro che mi risponderanno.
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  21. ah ok. Non ho avuto tempo di leggere tutto. sono parecchio preso con lavoro. grazie ciao skuby
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  22. @dupondio Complimenti anche da parte mia. Io colleziono prevalentemente piccoli bronzi, ma devo dire che quando guardo questi grossi moduli (e questo lo e' particolarmente) sono sempre colpito. Io, nel mio raccoglitore, ho caselle da 35 mm, quindi manco ci starebbe😄! Però del caso, un posto glielo troverei comunque😉. Questa moneta ha un dritto davvero molto bello, con una effigie assai espressiva, godibile nei dettagli. Credo che si possa definire laureato, drappeggiato e corazzato (si vede in primo piano uno degli pteruges). Togato penso si riferisca alla effigie di rovescio. Guardando la moneta mi pare di rilevare una lieve doppia battitura sia sul dritto che sul rovescio che non inficia affatto la bellezza del pezzo. Il RIC, a proposito del rovescio, recita che Gordiano porti uno scettro nella mano sinistra, ma a me, guardando anche altri esemplari in rete, pare piuttosto un parazonio. Voi cosa ne pensate? Buona serata da Stilicho
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  23. Per le mie schedature relative alla monetazione ostrogota io (che sono diventato un maniaco e che - sigh - non ho una gran biblioteca a disposizione e mi arrabatto con quello che sono riuscito a comprare e trovare in rete in questi due ultimi anni) per i riferimenti cerco di incrociare: BMC Vandals = Wroth W. 1911, Catalogue of the Coins of the Vandals, Ostrogoths and Lombards... in the British Museum, London. MIB, 1 = Hahn W. 1973, Moneta Imperii Byzantini, Wien MIB, 2 = Hahn W. 1975, Moneta Imperii Byzantini, Wien MIBE, 1 2013 ed2 Hahn Metlich Money of the Incipient Byzantine Empire (Anastasius I-Justinian I, 491-565), Wien MEC, 1 = Grierson P., Blackburn M. 1986, Medieval European Coinage, vol. I, The Early Middle Ages (5th-10th centuries), Cambridge. COI = Metlich M. A. 2004, The coinage of Ostrogothic Italy, Wien. Arslan, (vari lavori a partire dal catalogo di Milano del '78 fino alla sua normalizzazione delle emissioni bronzee del '22 su Acta Numismatica). Questo per cercare di essere esaustivo tentando di restare scientifico. Il mio rischio è quello di essere troppo puntuale e lungo, lo so
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  24. A differenza della altra banconota con 6 sei consecutivi la tua ha un codice corto "sporcato" dal 4 e il 2. Fosse da 5 euro ti direi di tenerla... Non essendo nemmeno FDS non so cosa consigliarti (io la metterei nel portafogli)
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  25. File di piante (fiAle dipinte) buona serata
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  26. Bronzo: diametro 70 mm Fisch sul contorno (firma dell’incisore Antoine Fisch, Belga, 1827–1892). Il disegno iniziale risale a un Rotary club di Chicago dal cui emblema – la ruota di un carro – trassero ispirazione altri club e lo stesso Rotary International. Emblema del Rotary Club di Chicago, 1906 circa. Nel 1911 il Segretario generale Chesley Perry propose a tutti i club di adottare la ruota come elemento comune da inserire nei loro emblemi, con questa descrizione ufficiale: “L’emblema consiste in una ruota con denti d'ingranaggio sul bordo esterno. […] I raggi devono dare l’idea di forza, mentre i denti dell’ingranaggio hanno il duplice ruolo di rendere dinamico il disegno e simboleggiare la potenza”. Nella parte superiore della ruota appariva il nome “Rotary”, mentre nella parte inferiore era riportata la scritta “International Association” (il Rotary divenne un’organizzazione internazionale nel 1912). I club furono invitati ad adottare un disegno simile, sostituendo la scritta “International Association” con il nome della propria città. Per l’emblema ufficiale unico che doveva essere adottato dall’intera organizzazione, la ruota fu ridisegnata con un aspetto più robusto e più credibile come ingranaggio, con sei raggi e ventiquattro denti come nella medaglia. L’emblema disegnato da Bjorge e pubblicato su The Rotarian nel gennaio 1920. Il disegno subì ulteriori modifiche in seguito all’obiezione di Will Forker, socio del Rotary Club Los Angeles, secondo il quale il disegno di Bjorge rappresentava una ruota disaccoppiata dall’albero motore, per cui non sarebbe stata possibile alcuna trasmissione di energia. Forker suggerì di ridisegnare il mozzo aggiungendo una sede per chiavetta; si sarebbe ottenuto così un ingranaggio attivo, più vicino all’immagine del Rotary quale “forza vitale”. Nel gennaio 1924 il Consiglio centrale approvò formalmente il nuovo disegno. Per fugare una volta per tutte la confusione causata dalle descrizioni rilasciate tra il 1912 e il 1929, le specifiche ufficiali della nuova ruota, meccanicamente corretta, furono approvate al Congresso 1929. Sino al 2013 la ruota del Rotary ha costituito l’unico elemento del logo sino al 2013, anno in cui si è deciso di affiancare al disegno la scritta “Rotary” in quanto le parole “Rotary International” non erano facilmente visibili a distanza. L’emblema del Rotary oggi. La ruota continua anche oggi a rappresentare il marchio d’eccellenza. È possibile ingrandirla per ottenere un impatto maggiore o riprodurla separatamente dal logo purché in sua prossimità. Fonte https://www.rotary.org/it/history-how-rotary-emblem-evolved apollonia
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  27. Si tratta di "conio ostruito", ossia un pò di polvere metallica ha riempito la cavità della stellina e la battitura non l'ha impressa sulla moneta. E' un inconveniente normale che non accresce il valore della moneta, che resta il facciale. Da tenere come curiosità. saluti
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  28. Buongiorno Amici, dalla meraviglia di @Scudo1901 ad uno spicciolo del popolo : Grano 1789, in conservazione superiore.
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  29. Manica larga (manca la rIga) buona giornata
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  30. Assolutamente sarà quello. Mi pare veramente scontato
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  31. la seconda foto va quindi ruotata. trattasi di questa variante:
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  32. https://numismatics.org/ocre/id/ric.3.m_aur.862 non leggo bene la legenda e dovresti mandare peso e foto un pochino più vicine! Comunque nel retro c’è Marte
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  33. Visto il tema, mi sa che non è nemmeno quotata La creazione di Adamo nella volta della Cappella Sistina, da quanto è scontato che sarà il capolavoro rappresentato sulla moneta
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  34. E per finire una serie di esemplari autentici di Jenkins 3 tra cui il pezzo del British Museum (BM) pubblicato come plate coin da Jenkins e il pezzo ex Pennisi, acquistato alla mitica asta 98 del 1933 esitata da Hamburger con una favolosa collezione di monete siciliane, e riapparso nella vendita Spink del monetiere di Robert P. Ball. Odisseo Altro esemplare autentico venduto da Gorny nel 2008 (Auktion 164 lot. 48) Odisseo
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  35. Le foto del pezzo LEU prima della rimozione della patina posticcia, come risulta dalla foto del photofile della collezione Gillet di cui possiedo gelosamente uno degli originali regalatomi da un noto commerciante ormai scomparso ed amico di Silvia Hurter che lo realizzò prima della famosa vendita Kunstfreund 1974 in cui vennerò poste all'incanto le monete migliori della collezione. Odisseo Ora, allego le foto del clone gemello pubblicato da Jenkins nel suo Corpus con relativa descrizione della forgery 1. Odisseo Un confronto tra i due falsi: LEU FPL 1 già Lansky e Gillet collection e il F1 di Jenkins. Odisseo
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  36. La risposta è che non vi è un criterio univoco. Alcune case d'asta inseriscono basi molto al di sotto del reale valore del lotto in asta. Si tratta generalmente di case con enorme visibilità e che con le basi ridicole cercano di attrare l'attenzione di una vasta clientela, sicuri, data la loro visibilità, che il lotto non sarà mai svenduto. Altre case d'asta inseriscono un valore coincidente o quasi con il valore atteso per la vendita. Si tratta generalmente (ma non sempre) di case d'asta più piccole e/o con scarsa visibilità, timorose di svendere il loro materiale. Ovviamente vi sono anche case che hanno una politica intermedia, con prezzi che partono da una frazione poco al di sotto (intorno all'80%) del valore di catalogo. Personalmente preferisco le aste che utilizzano quest'ultimo approccio. A complicare ulteriormente le cose ci possono essere le richieste del committente, che può esplicitamente richiedere una determinata base d'asta. Il potere del committente è tanto più forte quanto sono importanti le monete che vuol porre in vendita e tanto più la casa d'aste è piccola. p.s. credo che la discussione vada spostata in piazzetta @CdC.
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  37. Questo falso è il primo che vedo ma mi sembra abbastanza pacchiano. Cosa hanno fatto ai capelli del re? 😂
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  38. Anziché a un'abrasione del segno del trifoglio, che in effetti non sarebbe ben spiegabile, non conviene pensare a una debolezza di conio? In questo esemplare non mancano altri punti in cui il metallo non è entrato bene in tutti i dettagli del conio (vd. il fiore a ore 11 al dritto e la croce a ore 14 al rovescio).
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  39. Gran libro sui 'parenti' piu' o meno lontani (in ogni essere umano attuale c'e' dal 2 al 4% di dna neandertaliano), libro che davvero ".. sintetizza migliaia di studi accademici in un unico, accessibile racconto" (The New York Times)
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  40. Personalmente non capisco tanto questa smania di individuare errori di conio, leggerissime differenze nelle date, o magari nella firma dell’incisore, sedicenti varianti, che tali non sono proprio perché possono capitare nelle coniazioni dei disallineamenti casuali, che non solo non sono interessanti, ma non costituiscono neanche delle curiosità. Forse dipende dal desiderio di trovare qualcosa che non esiste. Le varianti riconosciute dal mercato sono poche, e selezionate, e non necessariamente ricercate, tranne alcune eccezioni, in ogni monetazione.
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  41. Salve, Stimolato dalla questione sul perché si decise di coniare una nuova moneta, la Dena per appunto, mi son riletto quello che riporta il Galeotti sulla questione. In sintesi: oltre alla volontà di uniformarsi al sistema metrico decimale si volle introdurre una nuova moneta anche per ragioni di convenienza economica. In effetti il promotore della riforma fu il direttore della zecca Fabbroni intenzionato a ripianare i deficit che la zecca aveva accumulato negli anni precedenti anche per il mutato costo dell'argento. Fu infatti deciso di battere la Dena con il titolo dell'antico argento "popolino" di 11 once e mezzo d'argento per libbra, rispetto alle 11 once per libbra dei francesconi, ma la valuta fu aumentata più che proporzionalmente passando dalle 6 lire 13 soldi e 4 denari dei francesconi alle dieci lire tonde della Dena. Mi son fatto una paginetta di conti (che vi risparmio altrimenti mi odiate🤣) e, se non ho fatto troppi errori, in zecca dallo stesso quantitativo di argento contenuto in una libbra usata per monetare francesconi si sarebbero ottenuto un corrispettivo di 79,17 lire anziché di 75,70 se avessimo deciso di coniare Dene. Lo stesso Fabbroni nelle sue memorie giustifica questa scelta dicendo "esser provato che la nostra zecca trova maggior utile nel convertire un dato peso di argento fino piuttosto in Dene che in Francesconi". Ma allora perché non abolire del tutto le vecchie monete e passare al nuovo sistema di conto? Probabilmente mancò il coraggio, nella consapevolezza che si sarebbero stravolte abitudini consolidate e temendo una reazione negativa del popolo. Si potevano però coniare francesconi con il nuovo titolo d'argento rivalutandoli? Teoricamente si, il francescone sarebbe diventato un sottomultiplo di un sistema integrato e coerente ma si decise di continuare a coniarlo con lo stesso titolo, come ci dice ancora il Fabbroni "perché riescendo necessariamente più piccolo e più leggiero [il Francescone] sarebbe stato non bene accolto dalla gente idiota" Un ultima considerazione: sulla legenda della Dena compare la dicitura Florentiae prima della data anziché il Pisis dei Francesconi, questo cambiamento riguarda proprio il mutato titolo dell'argento. Entrambe le monete sono coniate nella zecca di Firenze ma sul dieci paoli si decise di inserire il Pisis proprio ad indicare che l'argento contenuto aveva lo stesso titolo delle vecchie coniazioni della zecca di Pisa e non il consueto titolo dell'argento popolino che da sempre usava la zecca di Firenze. Un saluto dimenticavo, la fonte che ho usato è: Arrigo Galeotti 'Le Monete del Granducato di Toscana'
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  42. La prima è un follis per Elena, la madre di Costantino, e la PAX PVBLICA sul rovescio. Zecca di Roma. La seconda è un AE 4 di Teodosio I con due Vittorie sempre per la zecca di Roma. Arka Diligite iustitiam
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  43. Non c'è speranza per questa moneta insomma 🤣
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  44. Per quanto mi riguarda non ha nulla di cui scusarsi. Porsi delle domande e rivolgerle agli altri, dalla risposta banale o complessa che siano (ma questo è relativo e dipende sempre e soltanto dalla prospettiva in cui si pone chi quei quesiti li riceve), non è mai una perdita di tempo denotando, per contro, curiosità e voglia di comprendere (qualità rare di questi tempi). Ciò che è pericoloso, invece, è non porsi domande e agire a "sentimento". Ma bisogna anche avere il buon senso di capire che le risposte offerte sul forum possono rappresentare solo lo spunto per una riflessione che, se vuole pervenire alla risoluzione concreta (quando possibile) di un problema o un dubbio specifico, deve necessariamente passare attraverso l'approfondimento e lo studio personale, ove occorra anche ricorrendo all'ausilio di professionisti (e possibilmente lasciando a internet un ruolo del tutto marginale nella ricerca di risposte). @Scudo1901 è stato forse un tantino duro nel commento, soprattutto alla luce dell'educazione mostrata da @fornari nel domandare. La mia non vuole essere una critica, ma così si rischia di disincentivare la partecipazione attiva al forum anche di quegli utenti che - almeno all'apparenza - manifestano un approccio apprezzabile (ma questo è un argomento che ormai sempre più spesso forma oggetto di discussione). Come sempre, si tratta solo del mio punto di vista. Saluti.
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  45. Nei "Termini e condizioni di Catawiki" leggo: "Catawiki non interviene come parte nel Contratto di Vendita. Gli Acquirenti stipuleranno automaticamente un accordo di acquisto (“Contratto di Vendita”) con il Venditore di uno specifico Lotto per l’importo dell’Offerta più alta (il “Prezzo di acquisto”)". Se il contratto sorge solo con l'aggiudicazione, solo in quel momento vengo a sapere che il lotto necessita di esportazione, cioè solo se l'acquirente è straniero; anzi, questo non è sufficiente, posto che Catawiki aggiunge: " Consegna e presa in consegna dei Lotti 10.1 Salvo il caso che l'Acquirente e il Venditore convengano che l'Acquirente prenda in consegna il Lotto presso il Venditore, il Venditore deve inviare e consegnare il Lotto all'Acquirente in conformità al Contratto di acquisto e alle condizioni previamente comunicate dal Venditore.". Quindi anche lo straniero può prendere in consegna il lotto in Italia; e se lo vuole portare nel suo paese, sarà lui a preoccuparsi di chiedere l'ALC. Pretendere che il venditore abbia acquisito preventivamente l'ATC mi sembra illogico e sovrabbondante. In ogni caso Catawiki aggiunge: "l'Acquirente riconosce e accetta che in caso di Contratti di acquisto transfrontalieri possano valere speciali norme e condizioni per l'importazione di Lotti, tra le quali – senza limitazione – dazi doganali, I.V.A., prelievi all'importazione e spese di sdoganamento. L'Acquirente si deve informare su tali norme e condizioni prima di concludere il Contratto di acquisto. Eventuali spese aggiuntive in relazione a quanto sopra vanno esclusivamente a carico dell'Acquirente.". Gli oneri relativi a un invio all'estero sembrano, quindi, più a carico dell'acquirente che del venditore.
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  46. Il 22 marzo del 1963 a seguito di alcuni lavori lungo la A45 circa a mezzo miglio a est di Chester House Farm (vedi link: http://www.chesterfarm.co.uk/Pages/home.aspx), verso il ponte sopra la ferrovia, venne scoperto un grosso contenitore in terra cotta contenente circa 42.000 antoniniani risalenti al III secolo d.C. Il vaso venne rotto durante i lavori di scavo e abbondante parte del contenuto di monete si sparse nel terreno. Altra parte era invece ammassata in blocchi poi separati e puliti. David Dickinson, il "farm manager" della Chester Farm (per il periodo 1958-1972), venne chiamato dagli operai che trovarono il deposito e appurò che la giara contenente le monete era interrata a una profondità di circa tre piedi e coperta con una lastra di pietra di tipo Collyweston (una particolare roccia stratificata che si trova nell'Inghilterra centrale e che tradizionalmente viene impiegata per la copertura dei tetti nei villaggi rurali). Dopo una prima analisi, il sig. Dickinson acconsentì per il trasferimento di tutto il materiale, recipiente compreso, al museo di Northampton. In seguito, quando fu deciso di trattenere ed esporre solamente il recipiente e parte del ripostiglio, il quantitativo rimanente fu venduto. Una buona parte delle monete venne pulita e il ripostiglio risultò coprire un arco temporale che va da Valeriano I a Probo con una data di chiusura presumibilmente di poco successiva al 282. Le monete di Probo infatti, stando a quanto riporta Bland nella tabella allegata al suo saggio "Hoarding in Britain: an overview" sono 26 e in particolare: 25 della zecca di Lugdunum, inclusi 4 esemplari della nona emissione secondo Bastien (databili appunto al 282) e 1 della zecca di Ticinum (PROVIDENT AVG -- //B, RIC 551, sesta emissione). Attualmente quanto venne trattenuto è esposto al Wellingborough Museum: Le foto mi sono state inviate direttamente dal museo... e devo dire che l'immagine del vaso con dentro le monete è d'effetto! Dopo questa doverosa premessa, passo a farvi vedere invece questi pezzi recentemente acquistati e provenienti dal ripostiglio in oggetto: 1) VICTORINVS - PIETAS AVG 2) VICTORINVS - SALVS AVG 3) TETRICVS I - LAETITIA AVG N 4) TETRICVS I - SALVS AVGG 5) TETRICVS II - SPES PVBLICA Nell'inserzione di vendita mancavano i riferimenti all'hoard... ma mi si è aperto un cassetto della memoria, una vecchia inserzione vista su vcoins: quei cartellini tondi mi parevano assai simili a quelli nella foto qui sopra (ex Irchester Hoard), così ho chiesto al venditore che provenienza avessero: presto detto, fatture d'acquisto alla mano il venditore attuale mi ha detto che si tratta di una serie di monete acquistate in vari lotti a un'asta del 2009 in cui è stata venduta la collezione Chubb (collezione iniziata a partire dagli anni '40 del '900) di cui questi esemplari facevano parte e... nell'asta in questione erano indicati come ex Irchester Hoard, proprio come i sei esemplari venduti da Den of Antiquity che in descrizione citava: In letteratura il ripostiglio in questione è citato al numero 755 del testo di A. S. Robertson "An Inventory of Romano-British Coin Hoards", ed. Royal Numismatic Society, 2000. Spero di non avervi annoiato con l'ennesimo ripostiglio del III secolo, ma - se non si era capito - ultimamente la mia collezione si sta indirizzando abbastanza verso questa tematica strettamente collegata alla storia dell'Impero Gallico
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  47. Dal libro " Le monete al Tempo di Gesù " il Prof. Luigi Conti da per assodato che i 30 denari in realtà fossero 30 sicli di Tiro o di tetradrammi di Antiochia ,Tiro perchè era la moneta accettata,per il tributo annuale al Tempio , secondo le fonti della Mishna nella misura di mezzo siclo di Tiro a persona ,Antiochia perchè era la moneta più diffusa in quel tempo in Palestina, mettendo anche in relazione ritrovamenti sul monte Carmelo , e come è già stato fatto notare , dalla somma pagata per il "campo del Vasaio" che ben si adatta al controvalore di quasi mezzo chilo d'argento, contro i 120g di 30 denari. Questo chiaramente non esclude nessuna ipotesi ,aggiungo che ...non ricordo dove ..ma tempo fà ho letto che negli scavi archeologici nel Tempio di Gerusalemme, la moneta che più frequente veniva trovata , era il denario di Augusto con Caio e Lucio nel rovescio..... il mistero continua................
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