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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/29/22 in tutte le aree
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Con un pò di fatica ieri sono riuscito ad acquistare, da Antium Numismatica, una moneta da un grano del 1608 coniato a Messina sotto il regno di Filippo III. La moneta è relativamente comune, ma estremamente difficile da reperire in queste condizioni. La data si legge abbastanza bene e tutte le figure sono molto ben dettagliate. l'aquila mostra un discreto piumaggio e le sigle dello zecchiere D-C (Decio Cirino, attivo dal 1608 al 1611) sono sovrapposte alle ali in maniera netta e chiara. Il tondello è largo a sufficienza da permettere di leggere o quantomeno intuire gran parte della legenda (il tondello in queste emissioni è più piccolo del conio). Si tratta in parole povere di una moneta che ha circolato abbastanza poco e coniata bene per il tipo di moneta. Il grano, in queste condizioni, è assimilabile ad un BB+, come da descrizione del venditore. Quando scrivo che la moneta ha circolato abbastanza poco intendo che ha svolto il ruolo di moneta per pochi o pochissimi anni, prima di essere persa o nascosta da qualche parte, mentre le sorelle coniate insieme a lei continuavano la loro vita in circolazione per ulteriori lunghi decenni. Questa moneta era infatti la moneta del popolo per eccellenza, assieme al 3 piccioli, necessaria per i bisogni quotidiani e coniata in enormi quantità per soddisfarne le necessità. La coniazione di questa tipologia di monete cominciò copiosamente nel 1608 per continuare nei decenni successivi, sostanzialmente inalterata, sotto il regno di Filippo IV e la prima parte del regno di Carlo II. Durante il regno di Carlo II, a partire dal 1665, la coniazione di grani rallentò (l'ultima coniazione rilevante nella zecca di Messina fu nel 1670), per cui le monetine dei regnanti precedenti dovettero sopperire alla mancanza di circolante. Nel 1686-1687 vennero coniati dei nuovi grani nella zecca di Palermo, tipologicamente simili ai precedenti. Solo a partire dal 1698, 90 anni dopo le primi emissioni di questa tipologia, una nuova e finalmente cospicua coniazione di grani e 3 piccioli, di ottima fattura e con un design barocco adatto ai tempi nuovi, cominciò finalmente a mettere in pensione questa emissione (o almeno una parte di questa). 90 anni di circolazione continuativa, nonché la qualità pessima sin dall'origine di tondelli e conii, rende quindi la ricerca di esemplari ben coniati e ben conservati del tutto simile ad una lotta contro i mulini al vento. Mai visto uno Spl nè tantomeno un FdC in vita mia. Ed ecco di seguito il mio fantastico BB+, del peso di 2.68 g6 punti
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È un ducale in argento del duca normanno Guglielmo I battuto a Palermo tra il 1154 e il 1166.3 punti
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Taglio: 2 euro cc Nazione: Estonia anno: 2021B Tiratura: 988.000 Condizioni: qSPL Città: Milano Note: NEWS!!!3 punti
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E ci mancherebbe … ho solo provato ad affrontare la questione con un po’ di logica stiamo parlando di un pezzo di tutto riguardo e rispetto, non di una moneta esitata in asta, senza provenienza, dove i pareri possono fioccare e ognuno dice la sua. Questo e’ comunque un esemplare acquisito, riconosciuto dalla critica come buono, appartenente ad una delle prime collezioni europee con una provenienza acclarata. dubito francamente ci sia qualcuno che non ci spenderebbe l’argento in esso contenuto mentre sono certo che se messa sul mercato farebbe piu’ di 1 milione di €. non voglio convincere nessuno, tantomeno gli scettici mi interessa di piu’ che si applichi un metodo rigoroso per l’analisi e che vi sia competenza per Arka : che piakos la ritenesse falsa aggiunge probabilmente un punto a favore della sua autenticità 😅😊2 punti
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Sicilia periodo Normanno Guglielmo I Ducale D/Guglielmo con corona bizantina in piedi con lungo abito alla destra il figlio Ruggero con berretto e la mano destra sull'elsa della spada entrambi tengono un'asta sormontata da doppia croce WREX in centro R DVX FI LI VS EIV S R/ busto del redentore con sigle IC XC Spahr 94 vedi anche nei cataloghi di la moneta Ciao Mauro2 punti
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Seee vabbeeee😁 Dai,diciamo che quando vi è attitudine e passione in noi stessi,basta seguire e cimentarsi un poco,che col passar del tempo si prende confidenza. Poi si sa,l' entusiasmo fa tanto e tu ne hai tanto e ti aiuta 😉 @Franks, come aiuterá anche @Liucksky032 punti
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posso solo dirti che...... senza @caravelle82 la mia passione da neofita potrebbe essere paragonata ad un marinaio in mezzo all'oceano Atlantico senza bussola , con motore di bordo in avaria, senza radio satellitare, né giubbotto salvagente...... che dire...il Top......😉😉😉2 punti
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Perfetto,un ottimo passo,in quando un grande riferimento conoscitivo. Col tempo si impara,non sono frasi fatte ad effetto,è vero🥳🤣2 punti
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La romanità di Valbandon in tutta la sua magnificenza Presentati ieri alla stampa i risultati delle ultime scoperte archeologiche: una testa marmorea di Apollo e tre erme, di cui due bifronti, quali testimonianze dell’esistenza di un filare da giardino, parte integrante di un complesso architettonico appartenuto a una villa marittima frequentata dal I secolo a.C. al IV-V secolo d.C. La romanità di Valbandon, è emersa in tutta la sua magnificenza, dopo le ultime singolari scoperte archeologiche avvenute strada, o meglio muro, facendo, nell’insenatura portuale del luogo: una bellissima testa marmorea del dio Apollo e tre erme, di cui due bifronti, quali testimonianze dell’esistenza di uno stupendo filare da giardino, parte integrante di tutto un complesso architettonico appartenuto a una villa marittima di lusso frequentata, senza soluzione di continuità, dal I secolo a.C. al IV-V secolo d.C. Parola di esperti: per quantità e anche qualità, un rinvenimento del genere non troverebbe eguali in alcuna altra parte della penisola istriana né lungo tutta la costa dell’Adriatico croato. Una parte più rappresentativa di questo lauto patrimonio antico-romano e tardoantico spuntato in una località di provincia, che era evidentemente eletta a idillio balneare più di duemila anni fa, è stata ieri esibita con orgoglio dalla direzione e dai ricercatori e restauratori del Museo archeologico istriano di Pola. Un segreto… nascosto Sono oggetti già in fase di restauro e di desalinizzazione da laboratorio. Ma, perché delle scoperte così eclatanti sono state tenute segrete? La sovrintendenza e le indagini archeologiche erano iniziate ancora lo scorso settembre per venire ultimate nel mese in corso, mentre questo fior di reperti era finito già da tempo in mano esperta, per essere scrostato ed esaminato. Il velo di silenzio è stato tolto appena adesso che la zona portuale, interessata dagli interventi infrastrutturali, è stata messa in sicurezza a lavori terminati. Semplicemente, l’ente museale e gli addetti alla conservazione del patrimonio storico-monumentale non avevano di certo potuto correre il rischio di lasciare spazio a incursioni di cacciatori di tesori, tipo Indiana Jones o presunti tali, ergo le ragioni dell’occultamento provvisorio si sono rivelate oltremodo logiche e giustificate. Esattamente nel punto dove sorgeva la struttura settentrionale della villa marittima, le vestigia della Valbandon romana sono state esibite da una task force di archeologi e sovrintendenti, direttore del Museo archeologico Darko Komšo in primis, affiancato per l’occasione anche da Dalibor Brnos, direttore dell’Autorità portuale che ha gestito l’avvio dei lavori di bonifica delle strutture murarie del porticciolo nautico a sud e nord del suo molo. Si voleva fare bella figura, completare l’opera per regalare una bella passeggiata litoranea, però la prepotente presenza del passato nel sottosuolo e nel fondale marino ha imposto la riscrittura del progetto di costruzione, fino a dover accorciare anche di una quarantina di metri la lunghezza del muro costiero. Percorso più breve per la ricreazione ma in compenso più generoso per la narrazione della più remota storia di Valbandon. Un complesso a 5 stelle L’area appena messa in ordine con un intervento infrastrutturale da 6,5 milioni di kune, esibisce già la copia fedele degli stupendi tre mosaici appartenuti alla villa romana e ora, in accordo con l’amministrazione locale di Fasana e la Pro loco, si potrà ragionare in merito alle future modalità di presentazione dei reperti. Reperti che, da quanto sentito, anche prima di un’analisi consuntiva approfondita riscrivono e correggono le informazioni di storia tramandate lo scorso secolo dall’austriaco Anton Gnirs e dal triestino Attilio de Grassi. L’intera faccenda è stata illustrata al dettaglio da Aleksandra Mahić, coordinatrice del progetto di ricerca, da Dunja Martić Štefan sua vice e da Ida Končani Uhač, esperta in archeologia subacquea. Erra chi crede che si parli di un villino in riva a mare per il weekend. Qua si ha a che fare con un intero complesso da villeggiatura a cinque stelle, che come appurato da ricerche più capillari era costituito da due grandi componenti architettoniche estese da una e dall’altra parte dell’insenatura, in collegamento fra loro attraverso strutture ancora sopravvissute sotto la melma dei fondali. Ed ecco la scoperta di oggi, ossia l’elemento nuovo che finisce per smentire il de Grassi: quello che era stato interpretato come elemento di una diga altro non sarebbe se non il passaggio da una all’altra ala del grande complesso residenziale. L’indagine subacquea appena compiuta ha individuato la struttura appartenente al percorso di passeggiata, lunga 50 e larga 4 metri e mezzo. Una collezione cospicua Più che la sponda meridionale del porticciolo e le testimonianze dei suoi peristili e cisterne antiche, ora interessa la sponda settentrionale con i resti di spazi semicircolari rivolti verso il mare, che con molta probabilità erano uniti da una passeggiata arricchita da fior di elementi architettonico-scultorei decorativi. E qui il discorso si associa alle erme. Il Museo ha fatto incetta di basamenti con tanto di teste scolpite che un tempo formavano un tutt’uno decorativo. Secondo la spiegazione, Valbandon si ritrova custode di quelle erme costituite da un pilastrino di sezione quadrangolare, sormontato da una testa scolpita a tutto tondo che nell’antica Grecia (soprattutto in Attica) raffigurava Ermes (da cui il nome). Le erme erano collocate lungo le strade, ai crocevia, ai confini delle proprietà e davanti alle porte per invocare la protezione di Ermes, sui confini in genere, quindi a guardia di ladri e di incidenti. L’altezza era variabile da un metro a un metro e mezzo e le più antiche conosciute risalgono alla fine dell’età arcaica (ultimo quarto del VI secolo a.c.). L’erma deriva da una delle prime forme arcaiche di rappresentazione delle divinità, il cosiddetto betile posto a protezione delle vie e delle soglie. L’antica Roma, poi, cambiò le carte in tavola alla tradizione greca e introdusse la tradizione delle erme raffiguranti non solo deità, ma anche comuni mortali. Valbandon ha ieri esibito l’erma bifronte, a due teste (che come Giano bifronte stava a significare l’inizio e la fine di un ciclo), raffigurante niente meno che Giove barbuto, deità suprema dell’Olimpo e una Cerere riccioluta, dea della fertilità e della vita. Interessante anche il piedistallo appartenente alla testa che raffigura le spighe di grano (ecco l’associazione a Cerere), il rilievo della Vittoria alata, i fulmini (l’associazione a Giove) con il simbolo fallico (nel nostro caso piccolino), tipico delle erme, giacché testa e pilastrino costituivano un intero corpo decorativo stilizzato. La bellezza di Apollo A differenza delle erme, la testa in marmo proconnesio di Apollo, un po’ più piccola della grandezza naturale, si mostra già quale esempio di eccellente fattura appartenuta a una scultura a figura intera, purtroppo non sopravvissuta nel tempo. Il giovinetto della bellezza, si mostra tipicamente romano: lineamenti graziosi, capelli corti e ondulati, raccolti morbidamente sopra la fronte. Dopo il rinvenimento della testa di Agrippina (1989), nelle immediate vicinanze del foro romano di Pola, sono passati trent’anni che l’Istria meridionale non ha dato alla luce un reperto del genere. A questo punto non provoca nemmeno stupore il fatto che i nostri ricercatori abbiano fatto anche incetta di elementi architettonici: colonne, basamenti, capitelli corinzi anche ben integri, elementi di portici, tegole, elementi di pavimentazione in marmo, inventario minuto costituito da frammenti di ceramica, vasellame, anfore per vino, olio e prodotti ittici, mentre l’archeobotanica ha individuato resti di erbe, pinoli, viti, olive, grano, noci, fichi e via scoprendo gli ingredienti della cucina mediterranea. Persino pezzi di ceramica e una pipa dello stesso materiale databile tra il XV e il XIX secolo stanno a dimostrare tutta la continuità della presenza umana nell’area portuale. https://lavoce.hr/cronaca/cronaca-polese/la-romanita-di-valbandon-in-tutta-la-sua-magnificenza Un capitello con eleganti forme vegetali in pietra calcarea. Foto: Sasa Miljevic/PIXSELL Un Giove pluvio… barbuto. Foto: Sasa Miljevic/PIXSELL . . Ida Končani Uhač, Darko Komšo, Dalibor Brnos, Aleksandra Mahić e Dunja Martić Štefan davanti ai reperti. Foto: SASA MILJEVIC/PIXSELL2 punti
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E’ online il numero 9 del Gazzettino di Quelli del Cordusio a disposizione di tutti sul nostro sito di academia.edu, buona lettura e buon anno ! https://independent.academia.edu/QuellidelcordusioGazzettini1 punto
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Buonasera, chiedo supporto per identificare la moneta scodellata in foto. Il diametro è 2 cm, il peso è 2.3 g ed il metallo sembra argento. Al rovescio presenta delle incrostazioni rossastre che nascondono la figura a destra. Grazie in anticipo a chi potrà aiutarmi.1 punto
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Buona sera , non sono pratica di prezzi ma sono monete inserzionate da tempo .... quindi il prezzo non è corretto altrimenti erano già vendute . Probabilmente molti venditori non hanno fretta di realizzare , quindi se non è oggi sarà domani ma la vendono ! Come diceva il nonno , " chi va con lo zoppo impara a zoppicare " , sembra assurdo ma inizio ad apprezzare le monete in condizioni eccellenti ; è il principio della pubblicità .... se guardo sempre foto di monete fdc , prima o poi ne porto a casa una ! Il nostro e il loro problema credo sia la dogana .... buttare 300 euro per sdoganare una moneta non rara è una pazzia , poi la piattaforma la perizia e la spedizione si mangiano altri 300 euro ! Alla fine dei conti si arriva a 600 euro e non mi sembrano così esagerati per una moneta quasi FDC. Io non posso permettermela , altrimenti l'avrei acquistata subito .... guardi che spettacolo i rami vicino al nodo1 punto
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Buonasera @dareios it, grazie tante per l'aiuto, sei stato gentilissimo.1 punto
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Caro Antonio - massimo rispetto per tutti Pero' se uno comincia a contestare la paternità di Michelangelo della Pietà Rondanini ed esprime non tanto dubbi quanto certezze che vanno contro il parere di autorevoli storici dell'arte mi aspetto che possano essere prodotti degli elementi validi a supporto. Perche se uno indica che secondo lui il lembo del velo della Madonna che regge il corpo del Cristo doveva avere un risvolto sinistro invece che destro - e basa i suoi dubbi di paternità solo su questo - beh forse allora è un po' pochino non trovi ? Mettiamola in altro modo - seguimi - mettiamo che tu debba scrivere un articolo - da pubblicare su rivista scientifica - che contesti l'autenticità del tetradramma. Uno dei tuoi argomenti è il risvolto dell'Hymation, e va bene. Ma poi ? Non pensi servirebbero altri elementi ? Prendiamo lo stile ? Questo è un terreno minato perche' dovresti portare delle evidenze di altri pezzi ove si riconosca la stessa mano dimostrando che siano attribuibili ad un falsario. Invece lo stile del Sileno - guarda caso - è estremamente simile a quello che si riscontra nelle litre che sono invece assolutamente autentiche. Dovresti fare un'analisi dell'argento per vedere se la sua composizione titolo e dispersione fosse coerente con quella di esemplari coevi (ad es. i tetra di Naxos provenienti da ripostiglio e quindi autentici). Alcuni potrebbero poi dirti che l'analisi non è dirimente perche oggi si riconia a freddo su tondelli autentici di altri tetradrammi (ma nel 1867 no). Si potrebbe sottoporre il tetra ad altri esami - molto sofisticati - si ma per farlo occorre avere preparazione, appoggiarsi a strutture scientifiche , fare un'analisi accurata con cognizione di causa. Ho appena elencato alcune, poche, delle prove/analisi che dovrebbero essere fatte se uno volesse affrontare - con rigore - uno studio accurato del pezzo. Ecco perché ho detto che lascia il tempo che trova menzionare come errato un elemento stilistico come il lembo di un mantello per il quale nessuno ha mai eccepito in precedenza. Tutti possono avere un'opinione - l'importante è motivarla con elementi concreti e sostenibili. Sono convinto che tutto possa essere messo in discussione in principio ma per farlo occorre conoscenza, serietà professionale e anche molta onestà intellettuale, altrimenti si fanno (perdona - lo dico in generale) solo chiacchiere..1 punto
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Hai ragione,è bellissima. Sul fdc,non ne troverai neanche una,quello sicuro,visto i tempi,sarebbe impossibile. Sullo spl,ho anche i miei dubbi,come hai ben spiegato tu. Bellissime monetine queste,la tua "brilla di luce propria" 😉1 punto
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Buonasera @peppinocarrozza. Dovrebbe trattarsi di un 6 ducati in oro di Ferdinando IV del 1777. Nonostante le foto non siano il massimo, a prima vista mi pare che si tratti di un esemplare autentico ed in buone condizioni per la tipologia. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIV1/46 Sposto, comunque, la discussione nella sezione napoletana, cosicché gli esperti di questa monetazione possano esprimersi a riguardo.1 punto
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La moneta - con una storia ricostruita a partire dal 1867 e osservata dai migliori numismatici (inclusi importanti commercianti ) che si sono succeduti negli anni - ha tutti i crismi dell'autenticità come messi peraltro in rilievo e ripetuti anche in questa discussione. A questo punto o si portano analisi serie - dirimenti - a sostegno di una sua ipotetica falsità oppure appellarsi alla presunta incongruenza di alcuni elementi come la presenza della raffigurazione dello scarabeo o il presupposto panneggio errato del risvolto di una tunica lascia - credo anche giustificatamente - il tempo che trova....1 punto
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Buongiorno, la moneta quadrata è sicuramente un 2 denari Savoia. Dato che è quadrata penso che sia della fine del seicento o dei primi del settecento. Comunque una moneta neanche troppo comune, peccato per lo stato di conservazione.1 punto
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Vi ringrazio per L incoraggiamento, Ora…per aiutare gli altri parliamone..😂😂, piano piano sto capendo sbirciando post qua e là…1 punto
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io eviterei monete di omaggio a personaggi attuali. Saranno storia sì, ma sono troppo recente e le monete risultano estremamente contemporanee (l'iconografia). In Italia abbiamo importanti castelli e avuti personaggi storici meravigliosi; come Sigismondo Pandolfo Malatesta, Leon Battista Alberti, Pico della Mirandola e, se proprio si vuol omaggiare lo spettacolo, che si renda omaggio a Ghetanaccio (burattinaio nello Stato pontificio, a cavallo fra XVIII e XIX secolo) come ad Ettore Petrolini, a Ghione, a Rodolfo Valentino. Artisti morti e sepolti che hanno vissuta un'epoca passata e quindi che rientrano pienamente nella storia.1 punto
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Buongiorno Si mi sono da poco avvicinato a questo mondo e mi piacerebbe continuare una collezione lasciata da mio nonno…(anche se sono poche in realtà e un po’ sciupate). Per quanto riguarda rompere le scatole guarda, penso lo sto facendo da un po’ ..😅😅subito dopo i primi post comunque ho ricevuto consigli e informazioni utili da tutti infatti vi ringrazio. 🤣🤣 Ma guarda in alcuni post di altri ho provato a cimentarmi…ma neanche vicino ci sono andato 😁 Per quanto riguarda il catalogo L ho ordinato ieri preciso..oggi dovrebbe arrivare.1 punto
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Fa già notte - Musica negra - Nave spaziale - Prelati greci - Cognato canuto - Piccoli bricconi - Gli onerosi lavori - Energica presa - Pecora nera - Nocchieri lesti1 punto
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In ogni caso, credo che essere tranchant sul definire o meno una prova sia quantomeno un giudizio opinabile. aggiungerei solamente una cosa, dopodiché lascerei a ognuno le proprie considerazioni: oggi abbiamo strumenti che in passato non avevano, l’evoluzione ci porta conoscenza. Dire che qualcuno ha definito qualcosa come “prova” non vuol dire che lo sia, e una rilettura dei materiali potrebbe portare a tutt’altra soluzione del quesito. N.1 punto
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Ciao @Archestratoavevo letto anche il link da te postato oltre a vedere la foto della dracma 🙂. La rappresentazione dell'himation indossato mi sembra più realistico. Nel tetradramma della discussione quel drappo di stoffa che spunta da dietro il braccio destro stride un poco (è presente anche nei tetradrammi falsi postati nella discussione, con questo non voglio dire che lo sia anche quello del post, meglio specificarlo). È semplicemente un particolare un po' strano. Posto foto di come si indossava l'himation. Che potrà anche non significare niente ma anche si. ANTONIO1 punto
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Scusatemi l'intromissione nella discussione, il grosso di Venier in mio possesso è da considerarsi raro dato che ha la stella a cinque punte ? Vi ringrazio1 punto
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Pulita, ma non reincisa. i colori sono complementari alle sostanze di ossidazione presenti1 punto
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Buonasera, aggiungo a questa discussione anche il mio esemplare di Cinquina per Ferdinando II .1 punto
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Conosco la moneta citata e rientra in quella categoria di cavalli attribuiti Ferrandino ma a mio parere dubbia. Con questo non voglio assolutamente pretendere di avere ragione anche perchè il ritratto è diverso dai soliti ritratti di Ferdinando I (pare molto più giovane) ma allo stesso tempo è molto lontano dal ritratto brindisino di Ferrandino. Insomma con questi presupposti io sarei cauto nell'attribuzione senza però avere la pretesa di escluderla. Per quanto riguarda il carlino concordo con quanto scritto. Gli esemplari sono veramente pochi e credo si possano contare sulle dita di una mano. Per gli esemplari del passato non è possibile in maniera certa stabilire se fossero diversi o sempre gli stessi a passare di mano, Esemplari che a quanto pare risultano accasati visto che sono spariti dalla circolazione. Probabilmente sono confluiti nella Collezione Reale (due gli esemplari riportati nel CNI). Sempre dal CNI si conoscono altri due esemplari descritti dal Cagiati: uno nella collezione Colonna; uno nella collezione Fusco. Nel catalogo della vendita della collezione Fusco però troviamo la presenza di due esemplari. Ultimo quello presente nella collezione Prota. Di recente se non erro se ne è visto uno solo in diversi passaggi d'asta (se non erro almeno due) con, credo, una pulizia fra la prima e la seconda ma qui vado a memoria e, vista l'età che avanza, prendetela col beneficio del dubbio. Rimane comunque una rarità assoluta della monetazione aragonese che rappresenta un sovrano sfortunato che ha regnato per pochissimo tempo e in lotta per il suo regno, morendo in giovane età. Mi rendo conto di non aver risposto in maniera esaustiva e forse ho alimentato ancora di più i dubbi ma, non essendoci ed non avendo certezze, credo che di più non si possa affermare.1 punto
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Ciao Giovanni e ... buon anno Conosco lo scritto del Papadopoli che hai richiamato ed i nomi fatti sono quelli conosciuti; non ci sono altri scritti che aggiungono nomi di ulteriori incisori; tra l'altro è vero che manca il nome di Michele du Bois, ma anche quello di Antonio Schabel, suo sostituto, che provvide poi a disegnare ed incidere i conii del tallero per il levante e relativi sottomultipli e cosa strana, a firmarli con le sue iniziali. E' assodato che tanti intagliatori di conii di monete e medaglie fossero anche (e forse prima di diventare intagliatori) orafi e taluni non lavorarono esclusivamente per la zecca veneziana. Sappiamo anche che l'iconografia delle monete veneziane è abbastanza "ingessata", salvo rare eccezioni e con piccoli dettagli, non si è mai discostata molto da una volontà di conservazione dei tipi. A decidere l'iconografia non poteva essere l'intagliatore di turno od il massaro che, forse, avevano solo una voce consultiva; ma il Doge con i suoi consiglieri e la Signoria prima e successivamente il Consiglio dei X. Qualche maggior libertà - personalmente - ce la vedo nella creazione delle oselle degli ultimi decenni, quando anch'esse si sono trasformate e mutate le immagini ingessate in veicolo conoscitivo di quanto fatto di importante durante un dato dogato. E' il caso della osella con le rose da te citata, che ricorda il dono della rosa d'oro a Venezia dal Papa Clemente XIII Pensiero tutto mio, ma essendo un dono del Doge, forse, quest'ultimo è riuscito (ma non sempre) ad indirizzare determinate decisioni; è un caso che nelle oselle dei Mocenigo venga spesso impresso il disegno di una rosa, fiore presente anche sul loro stemma araldico? Lo stesso può essere detto per l'osella dell'anno I a nome del Doge Bertucci Valier, dove si vede l'aquila ad ali spiegate che attacca il drago; aquila anch'essa presente dello stemma araldico dei Valier. Che dire poi delle oselle del Doge Francesco Morosini, dove buona parte delle oselle a suo nome sono un tripudio alla sua persona ed alle sue vittorie e su quelle vediamo la sua spada, le sue insegne di ammiraglio, il suo busto voluto dal senato. Riguardo alla presenza di capitelli, altari e colonnati, io credo sia testimonianza del barocco e della relativa architettura; non sono però uno studioso d'arte e forse qualcuno più ferrato di me potrà essere più esaustivo ... @Terkel? cari saluti luciano1 punto
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Salve, sul Gazzettino del Cordusio n. 9 disponibile online è presente un mio breve articolo sui cavalli di Ortona falsi moderni : https://independent.academia.edu/QuellidelcordusioGazzettini1 punto
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Doveroso ricordare la figura del protagonista. https://www.complianceturin.it/autoreeopere/ Biografia Paolo Pitotto (21/12/1952-09/04/2016) Nato e vissuto a Torino, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina del Lavoro. Ha lavorato come MMG convenzionato ASL, medico aziendale, CTU per il Tribunale di Torino e da ultimo consulente per l'ONA di Roma, con cui ha svolto un'intensa attività in difesa delle vittime dell'amianto. Nel 1997 si accosta casualmente alla numismatica e si appassiona allo studio dei "gettoni", di cui diventa un infaticabile collezionista. Frequenta assiduamente le fiere e i mercatini dell'antiquariato, dove partecipa con fervore a discussioni, scambi e trattative. Nei week-end si alza presto, prepara lo zaino e raggiunge le piccole località del Piemonte, della Liguria e dell'amatissima Toscana, sede abituale delle sue vacanze estive. Di temperamento curioso ed eclettico, si interessa alle tematiche più svariate (pesi e bilance, telefonia…) ed approfondisce in modo particolare alcuni argomenti di carattere socio-sanitario (es. le SOMS, le Cooperative e la lotta alla TBC). Nel 2005 allestisce in un sottotetto della precollina un piccolo centro del collezionismo, denominato Compliance, dove organizza incontri e piccole mostre pertinenti ai suoi filoni di ricerca. Diventa collaboratore di riviste specialistiche e autore di numerose pubblicazioni. Muore improvvisamente un sabato mattina, vigilia del "Gran balôn", all'età di 63 anni.1 punto
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Medaglia devozionale ottagonale, bronzo/ottone, ultimo quarto del XVII sec., - D/ Capo di Gesù (pantocratore) con nimbo crociato al tipo bizantino, la scritta non sono in grado di decifrarla ? Sotto potrebbe esserci una data o il riferimento a un versetto biblico o del vangelo?- R/ S. Rocco con il bastone da pellegrino o bordone, e il cane (suoi attributi). medaglia rara e la prima che mi capita di vedere!- Sentiamo anche altri pareri? - Ciao Borgho1 punto
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Buonasera a tutti, Ogni tanto mi piace rileggere questa interessante discussione... Ed oggi vorrei mostrarvi uno dei miei ultimi arrivi: un 10 reali del II tipo (Piras 46). Un po' vissuto, con qualche schiacciatura di conio ed una piccola frattura del tondello, ma in mano è una bomba! Le differenze rispetto al primo tipo sono molteplici e tali da far meritare a questa emissione una distinta classificazione.1 punto
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Franco Rossi "Melior ut est florenus" Note di storia monetaria veneziana1 punto
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Io con il 2023 chiuderò acquisti IPZS : completerò il trittico Dante au e ag, qualche altra moneta come Aeronautica Militare ( mio padre era maresciallo nella Forza Armata) poi chiudo: sono molti anni che acquisto qualcosa, mio figlio non appare interessato, ho perso entusiasmo nel collezionismo in genere. Sarà l'età , pensionato da qualche anno. Buone feste a tutti ed un felice Anno Nuovo. Ringrazio per le notizie che vengono comunicate. Un caro saluto a tutti e auguri di ogni bene.1 punto
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Taglio: 2€ CC Paese: Malta Anno: 2014B Tiratura: 400.000 Condizioni: BB Città: Bibione (VE)1 punto
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Acquisto compulsivo . Ha avuto più peso il gesto che il risultato. Fare attenzione.1 punto
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Guarda @apollonia che i romani non c'entrano. E se accetti Ag (il simbolo chimico dell'argento è Ar), non capisco perchè non puoi accettare Av. 😉 Arka Diligite iustitiam0 punti
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Beh, non usare la convenzione è un conto, ma ritenere in errore chi non la usa scrivendo “Oro 900‰ (Au)” invece di “Av” è un altro. Ho visto che secondo la terminologia numismatica in rete (Wikipedia), le monete d’oro possono essere indicate con la sigla (non il simbolo!) AV (non Av!) dal latino aurum scritto AVRVM, con la doverosa precisazione che in chimica il metallo è indicato con Au. La sigla AV, che si trova nella descrizione delle monete in lingua inglese di alcune case d’asta, ha la sua origine dal fatto che i latini avevano in età classica la sola lettera V, sia con il valore vocalico della u italiana di uno, sia con quello semiconsonantico della u italiana di quale. La forma U della lettera V comparve nelle iscrizioni latine fin dal 2° sec. d.C. e nel tardo Medioevo si diffuse l’uso della forma v, V come minuscola iniziale di parola e come maiuscola in ogni caso, e della forma u come minuscola interna o finale di parola. apollonia0 punti
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