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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/26/22 in tutte le aree

  1. Rientro al volo sull'argomento perché sinceramente questa notizia mi ha incuriosito ed ho cercato, invano, di reperirne la fonte. Partendo dal presupposto che l'unico che in passato ha riportato la moneta come tre cavalli fosse il Vergara, sono andato a rivedere cosa avesse scritto. Il Vergara però afferma che questo tre cavalli è stato coniato in occasione della pace con il re francese: " ...che può dinotare da sopraccennata pace fatta col Rè di Francia". Quello che però mi è saltato all'occhio è che il Vergara subito dopo (capoverso successivo) accenna effettivamente alla guerra contro gli ottomani in cui partecipò di persona Carlo V ed il suo rientro a Napoli il 25 novembre 1535 ed il Vergara aggiunge che " ed in tale occasione furono battute le Monete differenti dall'altre che si veggono nelli disegni sequenti". Quindi, se la fonte dell'affermazione di cui sopra è il Vergara, ma sottolineo il se, quanto riportato non corrisponde al vero in quanto l'autore del passato ritiene coniate a seguito dell'entrata a Napoli di Carlo V, altre monete (quelle seguenti) ma non il precedente 3 cavalli sub iudice. Ovviamente questo solo se, come ipotizzato, la fonte storica è quella del Vergara. Se quanto scritto è corretto il 3 cavalli è da considerarsi coniato post agosto 1529, data della pace di Cambrai.
    4 punti
  2. Buonasera Lamonetiani. Quattro esemplari da 3 Cavalli del 1792, diverse spaziature nei numeri della data e diverse disposizioni nella punteggiatura al dritto. Il lavoro di censimento dei conii continua. 🤗
    3 punti
  3. La tua futura Collezione dovrà avere come motore il tuo cuore, come carrozzeria i luoghi a te cari o della zona dove sei nato e vissuto, lo sterzo dovrà essere un buon Catalogo o Manuale e il gusto i tuoi occhi per scegliere ciò che ti appaga e piace. .....in sintesi: Acquista un Catalogo numismatico, guarda tutte le tipologie e scegli quello che ti piacerebbe iniziare a collezionare.
    3 punti
  4. Dall'ultimo Veronafil un nuovo tassello per la mia collezione. Un lato in conservazione altissima con ottima patina di medagliere. L'altro lato purtroppo pulito qualche decennio fa probabilmente da una patina ormai troppo spessa. Moneta comunque di alta qualità.
    2 punti
  5. Gettone di rame da mezzo penny spendibile nel negozio di David Peters, un commerciante di vini e liquori a Perth, in Scozia. Sul rovescio è raffigurato lo stemma della città (Aquila araldica a due teste che regge uno stendardo con un ramoscello di fiori ad ogni estremità, agnello su scudo sul petto) e l’anno 1797. Sul dritto un alambicco per whisky e attrezzature associate. apollonia
    2 punti
  6. Quella croce si trova solitamente nelle monete della zecca del Cantone Svizzero di Coira.
    2 punti
  7. Ciao Laurala, il valore di questa tua moneta è quasi nullo, ma il suo valore storico è tanto. Erano gli spiccioli del Regno e ha svolto appieno il suo compito. Un caro saluto, Rocco.
    2 punti
  8. Buongiorno a tutti, prova a cercare qui. http://www.sportstune.com/chinese/coins/index.html Saluti Alberto
    2 punti
  9. Ciao, se capovolgiamo l'immagine di una delle due facce che hai postato, sembrerebbe questa moneta dell'area tedesca: https://en.numista.com/catalogue/pieces109490.html
    2 punti
  10. Ciao, come da tua identificazione si tratta di un asse con la Concordia sul rovescio, che in questo caso si rivolge all'esercito come segno di riconoscenza e rispetto da parte dell'imperatore. I buoni rapporti tra imperatori ed esercito era alla base del buon governo dell'impero e sappiamo che spesso i militari hanno avuto un ruolo fondamentale nella sostituzione di un imperatore con un altro. Non nel caso di Antonino Pio, ottimo reggente, apprezzato dal popolo e dall'esercito che morì di vecchiaia(furono pochi gli imperatori che ebbero questo "privilegio"). Per me è un bellissimo asse che non ha, sempre secondo me, circolato molto ma che inevitabilmente porta I segni del tempo e del luogo dove è stato ritrovato. Per la catalogazione dovrebbe essere RIC 678. Attendiamo altri pareri 🙂 ANTONIO
    2 punti
  11. Oggi il Giappone ha sconfitto la Germania! Ma in tempi non sospetti qualcuno lo aveva già detto e fatto... E adesso in virtù delle ore trascorse da bambino a vedere Holly e Benji, io tifo la squadra nipponica. Forza Giappone! Che il vento divino si abbatta sulle squadre avversarie!
    1 punto
  12. Da un vecchio libro di storia, forse segnalibro, forse un ricordo, una vecchia banconota .
    1 punto
  13. In realtà, l'affondamento di un vascello era un evento raro, tanto che Tucidide Un bel po' prima dei nostri fatti riferisce sempre di navi poste fuori combattimento o allagate, e non semplicemente di navi affondate. Parlando di speronamento se la nave attaccante riusciva a colpire l'avversaria perpendicolarmente, era sufficiente una velocità anche di soli 2 o 3 nodi per provocare gravi danni. La velocità necessaria per effettuare un attacco di speronamento, invece, aumentava al crescere dell'angolo di impatto: dai 4 nodi necessari con un angolo di 60°, ai 5 nodi per i 45° e agli 8 nodi per un angolo di 30°. La quantità di acqua che poteva entrare in uno scafo attraverso un foro rettangolare aperto al di sotto della linea di galleggiamento di, poniamo, 'b' metri di larghezza e 'h' metri di altezza sarebbe approssimativamente di 100 b (3/2h) tonnellate al minuto. Quindi se la falla sotto il galleggiamento è di 1 metro per 1 metro, l'acqua entrerebbe nell'imbarcazione alla velocità di circa 150 tonnellate al minuto. Ma questo afflusso si stabilizzerebbe ben presto ad un livello insufficiente a superare la galleggiabilità naturale dello scafo, calcolabile in circa il 40% del suo peso. Nei fatti, più acqua penetrava nello scafo, più la nave colpita si abbassava nell'acqua, rendendo meno efficaci i remi e la nave meno maneggevole e più instabile, sbandando notevolmente ad ogni spostamento dell'equipaggio a bordo. Alla fine sarebbe stata praticamente immobilizzata ed esposta ad ogni minima bizzarria delle onde. Catturarla come bottino prima che un'onda un po' più forte completasse quello che il rostro aveva cominciato era quindi un imperativo. Ecco, quindi il perché le fonti parlano di tante catture durante la battaglia. Tornando ai rostri affondati ed alla moneta del post 55 essa è di 250 anni più antica della battaglia in oggetto In ogni caso anche nella moneta di Phaselis si nota la prominenza del rostro metallico oltre il dritto di prua ed il fatto che sia una continuazione della chiglia della nave. In queste monete della serie semilibrale di poco posteriori alla battaglia delle Egadi si vede perfettamente il "nostro" tipo di rostro. La forma è esattamente quella, con particolareggiati gli antenati dei deviatori di flusso. L'analisi dei rostri rinvenuti e dei chiodi di fissaggio mostra come il rostro (che non era pieno ma, col suo spessore max di ca. 2 cm rivestiva il legno dello scafo) fosse fissato all'asse della chiglia che è il perno di solidità dello scafo della barca, e saliva a rinforzare il primo tratto del dritto di prua. Era letteralmente fissato da 4 chiodi di bronzo per lato. Quindi nel caso di un urto violento la chiglia avrebbe sostenuto il colpo ed il fatto di effettuare un colpo in diagonale avrebbe permesso al rostro di sfondare il fasciame della nave e, perché no, anche le ordinate e, nel migliore dei casi, di strapparsi e nel migliore rimaner conficcato nelo scafo dell'avversario senza inficiale la capacità di navigazione dell'unità attaccante. Ma lo speronamento con distacco del rostro non avveniva evidentemente sempre in un attacco nave vs nave. Mi viene in mente, per fare un paragone "blasfemo" che il rostro stava alla nave come il pilum stava al legionario. cito da wikipedia: "La conferma dell'ingegnosità dell'arma era nella sua progettazione: la parte finale del pilum era costituita da ferro dolce (tranne la punta) cosicché, piegatosi dopo aver trafitto lo scudo del nemico, lo rendeva difficile da maneggiare e induceva il nemico a liberarsene e quindi a combattere senza protezione. Inoltre, una volta piegata, l'arma non poteva essere utilmente rilanciata dal nemico contro i Romani. Altri pila, con lo stesso principio (su volere di Gaio Mario), avevano la punta di ferro incernierata all'asta di legno a cui era fissata con un fragile perno di legno che si rompeva all'urto: l'arma si piegava con le stesse conseguenze sul nemico". «I Romani, lanciando dall'alto i giavellotti, riuscirono facilmente a rompere la formazione nemica e quando l'ebbero scompigliata si gettarono impetuosamente con le spade in pugno contro i Galli; questi erano molto impacciati nel combattimento, perché molti dei loro scudi erano stati trafitti dal lancio dei giavellotti e, essendosi i ferri piegati, non riuscivano a svellerli, cosicché non potevano combattere agevolmente con la sinistra impedita; molti allora, dopo aver a lungo scosso il braccio, preferivano buttare via lo scudo e combattere a corpo scoperto.» da Cesare, De bello Gallico, I, 25 L'opinione fra gli archeologi più comune in passato era che la principale funzione del gambo fosse quella di rendere inutilizzabile il pilum piegandosi, ma ora si pensa che il pilum fosse progettato principalmente per uccidere, con l'aspetto del 'non-ritorno' come un bonus aggiuntivo. Quindi il fatto che il rostro rimanesse in qualche modo conficcato nella nave avversaria era un "bonus". Parere personale
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  14. Ciao @DOGE82, mi ha fatto piacere conoscerti al Veronafil. Ecco la foto del Lotto 333 dell’asta NAC 90 del 14/05/2016. Saluti, Domenico
    1 punto
  15. Interessante @Vel Saties l' ipotesi di rostri ' a perdere ' e dunque da rimpiazzare, che nel caso richiederebbero anche una particolare ingegneria costruttiva almeno della prua della nave . La bella moneta in post 55 da Phaselis, propone una prua con una architettura disegnata ad inglobarvi il rostro come grugno di un cinghiale e dunque probabilmente forse solo sostituibile in caso di danneggiamento dopo manovre di speronamento .
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  16. Ciao, benvenuto nel forum e nel mondo della psicopatologia chiamata "collezionismo"! Premesso che io non colleziono monete ma cartamoneta, ti dico come la vedo io: cominciare con monete rare e costose è pericolosissimo, lascerei stare le aste on line e dal vivo e mi dedicherei piuttosto a rovistare nelle ciotole dei mercatini (ce ne sarà qualcuno vicino a casa tua..) Poi, raccolto qualche pezzo a pochi euro (fondamentale non spendere tanto all'inizio!!!!), con calma a casa me le studierei con l'aiuto di cataloghi (magari on line all'inizio..) e cercherei di scoprirne la storia, i segreti e le diverse varianti. Se poi sboccia l'amore allora vedrai che non avrai più il dubbio su cosa comprare, piuttosto avrai solo l'imbarazzo della scelta... E il difficile diventerà capire cosa NON comprare!
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  17. È sempre emozionante trovare oggetti all'interno dei libri. E ancor di più, per noi, se si tratta di una banconota anche se comune.
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  18. Affiorate da vecchie carte, 2 lettere dal Regno Lombardo Veneto, di quando non usava ancora mettere le lettere in busta e di quando i francobolli non erano ancora dentellati .
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  19. @fricogna l'ho visto fare in un tutorial: lo slab va avvolto in una tovaglia e poi si danno colpi di martello agli spigoli dello slab.In tal maniera si apre facilmente ed in sicurezza(non ti fai male)e non si danneggia la moneta. odjob
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  20. Stupenda medaglia, complimenti! Per il matrimonio tra Maria Luigia e Napoleone vennero coniate diverse tipologie di medaglie, in vari metalli e moduli. Furono attive, per ovvie ragioni, in particolare le zecche di Parigi e Vienna. L'esemplare da te mostrato, invece, venne coniato a Lione. Personalmente, però, il mio preferito rimane quello di Milano, opera del Manfredini. Mostro un esemplare in bronzo in ottima conservazione, battuto nell'asta NAC-Varesi del 2019.
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  21. Proprio il ritrovamento e lo studio di tutti questi rostra hanno portato a ipotesi del loro utilizzo. Innanzitutto erano disposti al pelo dell'acqua e quindi servivano per andare a colpire le navi in corrispondenza della linea di galleggiamento nella cosiddetta opera viva. L'analisi dei danni su rostra ha mostrato che erano presenti segni importanti di colpi sui lati il che fa supporre che lo speronamento non avvenisse pependicolarmente alla nave attaccata come ci han sempre fatto vedere i disegni sui libri o i film in costume, bensì in diagonale. Questo per massimizzare l'efficacia del colpo che non praticava solo un foro ma, grazie all'abbrivvio dell'imbarcazione, o la somma vettoriale degli abbrivi qualora le untà stessero procedendo in direzioni contrarie, sfondava una pare maggiore dell'opera viva creando una falla più importante. Effetto Titanic, per intenderci. Inoltre, e qui la novità, è stato quanto meno ipotizzato, se non effetivamente provato che questi rostra erano prevalentemente monouso. Nel senso che rimanevano conficcati nella nave avversaria e, col loro peso di circa 250/300 Kg facilitavano lo sbandamento dell'imbarcazione colpita permettendo l'afflusso dell'acqua ed il conseguente affondamento. Consideriamo, poi, che la composizione della flotta cataginese in tale occasione presentava un folto gruppo di navi onerarie che portavano rifornimenti alle truppe assediate ad Erice. Ecco il perché di un maggior numero di rostra romani ritrovati. E chissà quanti ce ne sono ancora nascosti. Vorrei inoltre sottolineare il fatto, meraviglioso, del sito di posta della flotta romana sotto Capo Grosso a Levanzo dove si trovano ancora i ceppi delle ancore che sono stati abbandonati per una partenza immediata e per sfruppare la possibilità diportarsi immediatamente in assetto di navigazione portante col vento che veniva da W. Pare di vedere la scena se ci si pensa....
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  22. Salve, la seconda (tessera toscana) è senz’altro riconducibile al Tipo 105 del testo del Banti (BANTI Alberto.Tessere mercantili italiane in uso fra i secoli XIII- XV. Firenze 2000). Saluti, Domenico
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  23. Aggiornamento: Mezza Piastra 1855 Ottenuta per fusione,
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  24. Per ricordare la Maria Luigia, un bell’esemplare di medaglia a ricordo del matrimonio con Napoleone. Saluti, Domenico
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  25. Ciao. Per prima cosa dovresti ragionare se A) lo fai per motivi di investimento economico oppure B) per passione. Se A) dovresti andare a vedere o chiedere lumi sui migliori investimenti sia dal punto di vista della moneta come bene-rifugio che come rivendibilità della stessa e di possibile guadagno. Se B) devi capire tu cosa ti piace e cominciare a studiare un po' prima di investire a caso. Sia per A che per B il punto di partenza è un'analisi di quello che vuoi, delle tue finanze e poi uno studio preliminare sulla materia per evitare "facciate" e massimizzare la tua passione e/o il tuo investimento. Dovessi acquistare a me cambierebbe parecchio se fossi uno sceicco di Dubai o un qualsivoglia Vel Saties della porta accanto.
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  26. r-29 Posta sempre e comunque anche l'altro lato
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  27. ecco... ti sei dato la risposta da solo. Un po' come la personificazione di Roma nelle monete di Costantino o quelle ostrogote riporta una raffigurazione di tipo "classico". Ma c'è anche un motivo molto pratico: conformare la spada raffigurata sul rostro alla forma del rostro stesso. Infatti sopra e sotto sono mostrate due spade ad un solo taglio con la lama ingrossata atte a combattere tramite fendenti proprio per conformare la decorazione alla forma del rostro
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  28. Grazie per la conferma del post di Mnelao saluti F.P.
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  29. Ciao! Certamente Andrea, potrebbe essere così e la cattiva impressione potrebbe essere anche determinata dal fatto che la foto della moneta è molto ingrandita e quello che sembra grande, è in verità appena visibile .... per questo motivo ho aggiunto che è una moneta da vedere de visu. saluti luciano
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  30. Buongiorno, come promesso ho visionato i miei esemplari,eccone uno con la variante in legenda "SI" anziché "SIC"...
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  31. Sì, e mi hai... contagiato! Buon weekend apollonia
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  32. Aggiungo testo e tavole dal catalogo della Johnston (1984):
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  33. Vale la pena menzionare quanto riporta il Noe sugli esemplari 461-462-463, dato che le lettere sotto il collo di Apollo, ascritte al nome dell’incisore, erano per me difficilmente individuabili sui vari esemplari. Circa la scritta AΠOΛ sotto il taglio del collo , menziona come negli esemplari catalogati ai numeri 462-463, essa si sia deteriorata al punto che E. S. G. Robinson in “Ancient Greek coins in the possession of William Harrison Woodward” legge tali lettere come ΓAP, esemplare Noe 463g (ex Mathey). Noe sostiene che sia lo stato di usura o un intervento di riparazione del conio ad avere creato questa particolarità. Anche perché rileva come l’incisione dei caratteri risultasse già poco leggibile su esemplari battuti con conii ancora nelle fasi iniziali di utilizzo. Aggiungo l’immagine dal catalogo di vendita dell’esemplare Naville I ex collezione Pozzi lotto 172, Noe 461q.
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  34. Salve @miroita, sempre un piacere risentirti. Confermo si tratta di un tre cavalli e non di un due cavalli. Provo a fare un po' la storia cronologica di questo nominale. Partendo dal Vergara la moneta viene indicata come un tre cavalli. La letteratura successiva invece, a partire dal Sambon, in base al peso, stabilì si trattasse di un 2 cavalli. E così, dal Cagiati, CNI, Pannuti/Riccio, Bovi, MIR ed altri si è seguito a definirlo un 2 cavalli. A tal proposito ritengo interessante un passaggio di Dell'Erba che testualmente riporta "Questo Due cavalli ha un peso medio di grm: 3,80, laonde erroneamente è stato ritenuto da molti per un Tre cavalli, tratti forse in inganno dal largo modulo che presenta, o non tenendo a calcolo i pesi dell'epoca rispetto a quelli posteriori". I dubbi però restano ed ecco che, anche se in maniera dubitativa, il due cavalli torna ad essere considerato un tre cavalli, nel 2018, nel lavoro The Italian Coin of Charles V di A. D'Andrea, A. Boroni e S. Realino. Idem per la parte da me curata (zecca di Napoli) nel volume The Italian Coins In The British Museum a cura di B. Cook, S. Locatelli, G. Sarcinelli e L. Travaini edito nel 2020. Per quanto mi riguarda più che un discorso di peso i dubbi si sono basati sull'impronta iconografica della moneta. Per chi conosce la monetazione di rame del regno di Napoli sa bene che la croce al R/ è sinonimo (in base al modulo) di un tre cavalli. Ciononostante, per smentire la letteratura precedente era necessaria una cosiddetta, passatemi il termine, "prova provata". Quest'ultima probabilmente è stata trovata dal Magliocca che nel suo volume afferma che si tratta di un tre cavalli e fu battuto dal novembre del 1535. Pare quindi che ogni dubbio sia fugato anche se quanto riportato è privo di fonte. La parola fine viene messa, come deve avvenire, con la pubblicazione di documentazione probante. In questo caso abbiamo l'importante lavoro Il fondo numismatico della Società Napoletana di Storia Patria in cui G. Rinaldi, nel descrivere questa moneta, riportando i dubbi passati, cita un inventario della strumentazione di zecca nel 1574 in cui si legge "uno ponzone con dui scudi che serve per li mezi tornesi". Queste poche parole chiudono definitivamente la diatriba su questo nominale. Ovviamente per chi non conosce approfonditamente la monetazione napoletana il mezzo tornese corrisponde al tre cavalli. Spero di essere stato esaustivo ed aver risposto appieno. Se c'è bisogno di riferimenti più dettagliati resto a disposizione.
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  35. Ciao, oggi condivido un antoniniano molto comune di Erennia Etruscilla (249/253 d. C) Augusta e moglie dell'imperatore Traiano Decio recante sul rovescio la rappresentazione della Pudicizia stante, velata e con scettro, coniato a Roma nel 249/251 d. C, (mi auguro 🙂) catalogato RIC 58b. Divinità che rappresentava la moralità e la fedeltà coniugale femminile a cui dovevano ispirarsi tutte le donne, in particolare quelle di ceto sociale più elevato. La moneta è in mio possesso da più di un anno (è stato uno dei miei primi acquisti presso un negozio di numismatica, dove il proprietario e la figlia sono persone a modo e competenti). Nessun dubbio che sia coniata, ben centrata e con un bel ritratto dell'Augusta. L'usura da circolazione, che mi sembra non eccessiva, dimostra che ha svolto la funzione per cui è stata creata. Pongo alla vostra attenzione due incrostazioni che si vedono su alcune lettere del rovescio( che evidenzio con foto) che sembrano avere le caratteristiche della cuprite (formatesi per affioramento in superficie dei metalli meno nobili che compongono il metallo del tondello) visto il colore rosso/arancio e presenti già al momento dell'acquisto. Gli antoniniani di questo periodo avevano un contenuto di argento molto ridotto, circa il 40%, percui come anche per molti denari a basso contenuto di argento camei o macchie più estese di malachite e cuprite si formano spesso in determinate condizioni. Nel corso di più di un anno non sono assolutamente cambiate nell'aspetto e penso che siano naturali e formatesi nel corso di molto tempo. Su questo ho moltissimo da imparare percui chiunque vuole aggiungere una sua opinione farà cosa molto gradita. Grazie ed alle prossime ANTONIO 22mm 4,58g RIC 58b
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  36. Al 99% 1873 Acchiappi sensazionali ! nel prossimo veronafil mi porto via tutto! 100 euro 100 monete!
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  37. I nostri più sentiti ringraziamenti e gratitudine a tutti i nostri soci e partecipanti che ancora una volta generosamente ci hanno dimostrato disponibilità, presenza e coinvolgimento. Siamo giunti alla 56° edizione, prossimi a festeggiare i 30 anni della fondazione dell’Associazione Circolo "Tempo Libero", un traguardo fatto di sacrifici, difficoltà, ma allo stesso tempo un lungo percorso di emozioni e soddisfazioni. Nella speranza di mantenere con ognuno di voi non esclusivamente un rapporto professionale, ci auguriamo nei prossimi incontri, di avere uno scambio di idee, progetti futuri, che siano concreti e positivi. Abbiamo apprezzato particolarmente anche le critiche, costruttive e indispensabili per il proseguimento della nostra attività. Ringraziamo il gruppo Nomisma per l'ottima iniziatica di omaggiare i presenti gratuitamente con la rivista Panorama Numismatico, il gruppo Quelli del Cordusio con il caro amico Mario Limido con la rivista Il Gazzettino, il gruppo Unificato, le Edizioni D'Andrea, La Gazzetta dell'Antiquariato con la cara amica Sabina Rattini, Il Postalista, gli amici di Libero Ricercatore, L'Arte della Lira, Positanok con il caro amico Giuseppe Starace, Collezionare, per il grande sostegno, parte fondamentale dell'evento tutti i giornali e i siti che ci ospitano e ci rendono visibili, citarli tutti sarebbe impossibile, ma sappiate che la nostra riconoscenza sarà infinita. Sono stati dei giorni di intensa attività e ci scusiamo con tutti indistintamente per la mancata presenza di Attilio Maglio, per un problema di salute momentaneo, sabato mattina, ma la manifestazione è stata coordinata in modo egregio e impeccabile da Alessia Mele e Ugo Correale, che ringraziamo per l'impegno e la passione. Vi salutiamo con questo video che descrive in modo ottimale lo spirito del Memorial Correale e vi comunichiamo, invitandovi a partecipare, le prossime date che saranno sabato 11 e domenica 12 febbraio 2023...Ex nihilo nihil fit – Niente viene dal nulla! Grazie a tutti voi il Memorial Correale esiste!
    1 punto
  38. Buongiorno, Con il permesso del possessore, inserisco in discussione un altro rarissimo Grano Cavalli variante SICILAR.
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  39. non credere.... non credere..... cioé non farla così semplice, ci sarebbe sa sfidare uno di questi collezionisti "con base minima" e vedere quante ne indovina di false... peraltro la discussione di cui sopra cita: David Hendin....... He recounts all the old dealers in Jerusalem. He said every dealer in the old city "patinates" their coins. He even tells you how they do it. devo ancora vederlo, quindi cito senza aver approfondito... ecco il link
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  40. Non te la prendere Diamante, cerco di spiegarti qual è il problema. Il bello di questo sito è che permette in maniera gratuita e pressoché immediata di ottenere pareri numismatici da persone che sono dei veri maestri in questo campo. Spesso passano anni interi della loro vita a studiare monete. Se come risposta alla loro valutazione (sempre gratuita e sempre immediata e in questo caso - purtroppo per te - impeccabile) ottengono un “ma come fa ad esserne così sicuro?” allora ci sta che parte il sarcasmo. Ripeto, non te la prendere. Il problema è che qua non sei su Google: stai interagendo con delle persone. (A proposito, “buongiorno”, “ho trovato ieri questa a casa del nonno”, “grazie a chi vorrà aiutarmi”, sono parole che fanno sempre piacere ?)
    1 punto
  41. ah! Allora potrebbe essere la rarissima versione coniata in Australia
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  42. Ciao, buongiorno, grazie, prego, falso
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  43. @arrigome Grazie per aver messo a disposizione l’articolo di Nicolò Spada veramente interessante. Il ‘bastone della teriaca’, che la tradizione vuole fosse usato nella cerimonia della confezione della teriaca (anche se non c’è documentazione specifica), è quindi un bastone di circa un metro di lunghezza che ha come impugnatura la testa di un’aquila stretta alla gola da un serpente uscente da quattro foglie di acanto. Nulla a che vedere con il bastone di Esculapio dove il serpente è avvolto attorno al bastone stesso, mentre qui costituisce il corpo stesso del bastone che termina all’impugnatura con la bocca spalancata del rettile dalla quale emerge la testa dell’aquila. Rimane pur sempre il significato simbolico del bastone come il veleno (rappresentato dal serpente) che uccide la malattia simboleggiata dall’uccello rapace, che ben s’adatta alla teriaca che contava tra i suoi componenti la vipera dalle proprietà terapeutiche ritenute portentose. Da rilevare che nella teriaca veneziana si doveva usare carne di vipera dei Colli Euganei, femmina, non gravida, catturata qualche settimana dopo il letargo invernale, privata della testa, della coda e dei visceri, bollita in acqua di fonte salata ed aromatizzata con aneto, triturata, impastata con pane secco grattugiato finemente fino a completa amalgamazione, lavorata in forme tondeggianti della dimensione di una noce e posta ad essiccare all’ombra. @ilehafatto Si tratta dell’inaugurazione di una collezione di gioielli e “LA THERIACA” è il nome della collezione stessa. apollonia
    1 punto
  44. @arrigome Sul "bastone per la mostra della teriaca".... qualcuno ne ha mai sentito parlare? E’ la prima volta che ne sento parlare, ma ricordo questa illustrazione in copertina de ‘I Discorsi’ di Pietro Andrea Mattioli sopra i sei libri di Pedacio Dioscoride, dove l’autore, nella dedica a Caterina regina di Polonia, dopo gli elogi della teriaca faceva notare come fosse impossibile ai suoi tempi (1559) procurarsi alcuni ingredienti che all’epoca di Galeno provenivano dai confini dell’impero. Si può trovare un’analogia con il bastone di Esculapio (nome latinizzato di Asclepio, il dio della salute nell’antico pantheon greco), il simbolo greco associato alla medicina che consiste appunto in un serpente attorcigliato attorno a una verga. Si deve tener presente che la vipera è anche un simbolo della teriaca dopo che Andromaco il Vecchio, medico di Nerone, aveva rielaborato la formula di Mitridate aggiungendovi soprattutto la carne di vipera, secondo il concetto base dell’assuefazione che il veleno è antidoto a sé stesso (similia similibus curantur). Senza dimenticare che con la carne di vipera si facevano i trocisci, i quali poi servivano per confezionale la teriaca cosicchè li possiamo considerare i precursori delle nostre pastiglie. apollonia
    1 punto
  45. Ciao tutti i specialisti di teriaca, non sono Italiano ed il mio "Italiano" purtroppo è difettoso e "brutto". Ma spero che è possibile per Lei di capire che vuolo dire. Oltre al articolo di Giampiero Bettinetti (partecipe importante in questa discussione) e Paolo Pitotto, Le Marche della Teriaca, Il Curioso 10, (giugno) 2009, no. 58, p. 48-51, molti esempi per il tappi di triaca sono radunati ed illustrati in due articoli di Ulrich Klein nella rivista "Schweizer Münzblätter" (Gazzetta Numismatica Svizzera): Von Paradies zu Paradies: Theriak und Theriak-Kapseln, SM/GNS 55, (giugno) 2005, no. 218, p. 35-42 (ca. 15 pezzi) e Weitere Theriak-Kapseln, SM/GNS 60, (settembre) 2010, no. 239, p. 71-79 (ca. 30 pezzi). Il tappo della farmacia "All'Umiltà Coronata" con l'inscrizione TRIACA FINA IN VENEZIA (senza menzione del nome della farmacia!) si trove per esempio in SM/GNS 218, fig. 12, e SM/GNS 239, fig. 9. Uno contenitore completo si trova per esempio nella pagina-internet dello "Science Museum" di Londra sulla cherca "theriac" - "pewter theriac container"). Vedi inoltre anche la discussione "Il fascino discreto dei gettoni di piombo" in questo foro. Tanti saluti
    1 punto
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