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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/25/22 in tutte le aree
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Avete già detto tutto; ritengo ci sia poco da aggiungere salvo qualche sfumatura. Il tema dirimente per la tutela (e poi eventualmente per la valorizzazione) del patrimonio numismatico pubblico è lo studio e la pubblicazione. Perché non si pubblicano le sylloge greche delle collezioni di Siracusa e Napoli, solo per citarne un paio? Qual è il danno del non fare, anche solo in termini di conoscenza? Come si tutela il patrimonio se non lo si conosce? E ancora, se ad esempio il Jenkins non avesse studiato (e parzialmente pubblicato nel suo corpus) il Gela hoard (conservato al museo), che conteneva anche decine di esemplari di didrammi dallo stesso accoppiamento di conii, come faremmo a valutare la rarità e importanza per il patrimonio culturale italiano di una moneta di questa zecca? Infine non mi convince la tesi dei costi esorbitanti per la pubblicazione. Ritengo che si potrebbero trovare anche degli sponsor privati, peraltro. ES4 punti
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Salve @miroita, sempre un piacere risentirti. Confermo si tratta di un tre cavalli e non di un due cavalli. Provo a fare un po' la storia cronologica di questo nominale. Partendo dal Vergara la moneta viene indicata come un tre cavalli. La letteratura successiva invece, a partire dal Sambon, in base al peso, stabilì si trattasse di un 2 cavalli. E così, dal Cagiati, CNI, Pannuti/Riccio, Bovi, MIR ed altri si è seguito a definirlo un 2 cavalli. A tal proposito ritengo interessante un passaggio di Dell'Erba che testualmente riporta "Questo Due cavalli ha un peso medio di grm: 3,80, laonde erroneamente è stato ritenuto da molti per un Tre cavalli, tratti forse in inganno dal largo modulo che presenta, o non tenendo a calcolo i pesi dell'epoca rispetto a quelli posteriori". I dubbi però restano ed ecco che, anche se in maniera dubitativa, il due cavalli torna ad essere considerato un tre cavalli, nel 2018, nel lavoro The Italian Coin of Charles V di A. D'Andrea, A. Boroni e S. Realino. Idem per la parte da me curata (zecca di Napoli) nel volume The Italian Coins In The British Museum a cura di B. Cook, S. Locatelli, G. Sarcinelli e L. Travaini edito nel 2020. Per quanto mi riguarda più che un discorso di peso i dubbi si sono basati sull'impronta iconografica della moneta. Per chi conosce la monetazione di rame del regno di Napoli sa bene che la croce al R/ è sinonimo (in base al modulo) di un tre cavalli. Ciononostante, per smentire la letteratura precedente era necessaria una cosiddetta, passatemi il termine, "prova provata". Quest'ultima probabilmente è stata trovata dal Magliocca che nel suo volume afferma che si tratta di un tre cavalli e fu battuto dal novembre del 1535. Pare quindi che ogni dubbio sia fugato anche se quanto riportato è privo di fonte. La parola fine viene messa, come deve avvenire, con la pubblicazione di documentazione probante. In questo caso abbiamo l'importante lavoro Il fondo numismatico della Società Napoletana di Storia Patria in cui G. Rinaldi, nel descrivere questa moneta, riportando i dubbi passati, cita un inventario della strumentazione di zecca nel 1574 in cui si legge "uno ponzone con dui scudi che serve per li mezi tornesi". Queste poche parole chiudono definitivamente la diatriba su questo nominale. Ovviamente per chi non conosce approfonditamente la monetazione napoletana il mezzo tornese corrisponde al tre cavalli. Spero di essere stato esaustivo ed aver risposto appieno. Se c'è bisogno di riferimenti più dettagliati resto a disposizione.3 punti
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Oltre all'impeccabile spiegazione del generale @Stilicho aggiungo, pedissequamente, che trattasi di un denario databile al 231-235 d.C. D) IMPALEXANDERPIVSAVG Testa di Alessandro Severo, barbuto, laureato, drappeggiato sulla spalla sx, a dx R) PROVID E NTIAAVG Providentia (o Annona), drappeggiata, stante a sx, tiene nella dx due spighe e nella sx una cornucopia; a terra, a sx modius RIC IV 250 Alessandro ricevette il titolo di Pio (Pius) nel 231. In cambio, abbandonò il suo praenomen Severus nel titolo monetario. Il tipo Providentia è stato prodotto tra la quindicesima e la diciottesima emissione. Al momento non c'è modo di separare le monete da queste emissioni. Per convenzione attribuiamo quindi tutte queste monete alla quindicesima emissione. Nella mente dei romani, era la Provvidenza a dirigere il destino di tutti, come una nave. Providentia tiene un timone o un'ancora. Ma qui la Provvidenza assume i tratti dell'Annone. Aggiungo immagini di altri esemplari per mostrare le differenze di realizzazione del rovescio rispetto alla tua bellissima (complimenti) moneta.3 punti
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Verissimo Dracma e pensiamo che l’IIN non ha quasi praticamente fondi . I suoi responsabili a volte si trovano ad anticipare i soldi che servono per riparare le fotocopiatrici. Un istituto culturale nato cent’anni fa che ha fatto e fa ancora oggi ricerca numismatica di altissimo livello - a volte penso che in Ghana siano messi meglio.. Riprendendo quanto suggerito da Emilio Siculo ci vorrebbero delle iniziative come questa o come quella dei Bollettini dell’MNR - partnership Pubblico - Privato - per ogni grande collezione da pubblicare . a cominciare da Napoli ( fondamentale - ed e’ uno scandalo che non si sia fatto nulla per un secolo e mezzo!) a Palermo, Siracusa, Agrigento, Taranto etc. Ma anche le grandi collezioni del nord non hanno cataloghi ne’ cartacei ne’ on line: Archeologico Milano/Brera ( eccetto per i lodevolissimi cataloghi promossi da Arslan), Padova, Venezia / Correr ( ha il vecchio Castellani pregevole ma con pochissime tavole e bisognoso di revisione) . Uniche eccezioni Bologna e Firenze che si sono date molto da fare e il cui esempio andrebbe seguito.3 punti
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Buonasera, leggo sempre con molto interesse le vostre discussioni. Gli incusi di Metaponto sono davvero affascinanti. Condivido questo obolo entrato di recente in collezione: Zecca: Metaponto Anno: 470-440 A.C. Classificazione: HN Italy 1489 Peso: 0.41 g Diametro: 8 mm Un caro saluto, Τάρας3 punti
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Segnalo questo webinar sulla cronologia delle monete (e dei Re) di Lidia, tenuto da Wolfgang Fischer-Bossert il 5 dicembre 2022, a partire dalle ore 12. Nella locandina allegata è presente il link a cui ci si potrà registrare. Scrivero a Fischer-Bossert per sapere se seguirà una qualche pubblicazione di quanto verrà discusso. Un saluto a tutti. Early_Lydian_Coinage_and_Chronology.pdf2 punti
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Buonasera, Dalle stesse impronte di dritto e rovescio dell’esemplare dì apertura, nella prossima asta Solidus Numismatik 109/1015. 25 mm, 7.78 g. https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=6320&lot=1015 Da notare alcune piccole apparenti differenze (asta verticale della T al rovescio) ed altre curiose corrispondenze (alcune delle irregolarità dei rilievi sulla spiga al dritto).2 punti
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Buon giorno. Per la descrizione completa della moneta occorre anche la descrizione del bordo che può essere liscio o rigato. In questo stato di conservazione, direi nell'ambito del qBB, comunque la distinzione serve a poco poiché la moneta in ambo i casi(liscio o rigato) ha valore economico basso, direi massimo poche unità di euro. Cordiali saluti. Gabriella2 punti
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Ricognizioni importanti ed interessante e dettagliato da seguire, il sito del diario delle operazioni in divenire .2 punti
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M scuso per il ritardo ma ho dovuto documentarmi. L'opera di riferimento per la zecca di Modena è ancora oggi la monografia pubblicata nel 1884 da Arsenio Crespellani; le opere che sono seguite (Zocca, CNI, Bollettino di Numismatica 30-31, MIR Emilia) hanno mutuato molto dal Crespellani e non hanno aggiunto nulla ai dati storici (ordini di battitura, grida, ricerche d'archivio) sulla zecca di Modena. Ho verificato su Nobilita Estensis, Conii, punzoni e monete del Medagliere Estense (1998, IPZS) se fossero disponibili le immagini dei conii di sesini, soldi e bolognini (le monete in rame puro) ma senza successo... Il Crespellani descrive e documenta la ribattitura dei sesini emessi a nome di Rinaldo I. Da quanto scrive il Crespellani risulta quindi evidente che diverse tipologie di monete (Cappelloni, Giorgini, Muraiole e Sesini) vennero ritirate dalla circolazione per essere squagliate e utilizzate per riemettere gli stessi nominali ma con intrinseco in argento decisamente inferiore. Mi pare ovvio che per le tipologie con intrinseco già limitatissimo (le muraiole) o in puro rame (i sesini) procedere alla loro fusione per riemetterle con lo stesso tenore di metallo prezioso doveva risultare antieconomico e per questo motivo si dovette procedere alla loro sovrastampa. Si conoscono infatti sia muraiole che sesini di Rinaldo I sovraimpressi con i tipi di Francesco III. Il Crespellani purtroppo non descrive le tecniche utilizzate per tali operazioni ma è ovvio che riconiare singole monetucole come i sesini e le muraiole poteva essere possibile solo procedendo manualmente a martello o, forse, al torchio; di sicuro non in lamine e con conii a rullo o oscillanti. Ho potuto verificare una quindicina di esemplari di normali sesini emessi a nome di Francesco III e di sicuro si può affermare che presentano una notevole variabilità stilistica nelle forme e nelle dimensioni dello scudo estense e nella qualità del ritratto del duca, incompatibili con la ripetitività di impronte impresse su rulli (ma il campione è sicuramente troppo limitato). Nessuno degli esemplari che ho potuto verificare inoltre presenta la tipica scodellatura presente nei sesini fustellati da una lamina, nè presentano le frequenti tracce della cattiva sincronizzazione dei conii. Alcuni (2) presentano invece le tipiche tracce di un salto di conio... insomma tutto compatibile con produzione manuale... ma, come detto sopra, il campione verificato è limitato e, in mancanza di documentazione, si possono fare solo delle ipotesi. Interessante infine l'anomala particolarità di due sesini per Francesco III tagliati e/o squadrati a cesoia sulla falsariga di simili esemplari emessi a Piacenza con i conii di Maria Teresa e di Francesco Farnese... ciao Mario2 punti
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La Providentia e' abitualmente rappresentata con un globo (che indica il mondo) nella mano destra o ai suoi piedi (in questo caso indicato con un bastone) e con uno scettro nella mano sinistra. Qui la legenda si accompagna, però, ad una figura femminile che tiene spighe nella mano destra con cui riempie un moggio ai suoi piedi ed una cornucopia nella mano sinistra. Questi sono attributi più tipici della Annona. Qui probabilmente si vuole alludere alla rassicurazione, alla garanzia da parte del sovrano che sarà in grado di "provvedere" (uno dei significati di Providentia, qui accompagnata appunto alla parola "augusti") al regolare approvvigionamento di grano dell'impero. Inoltre, la stessa cornucopia indica, in generale, che l'imperatore e' in grado di provvedere alla prosperità ed alla ricchezza dello stato. MI complimento, una bella moneta. Ciao da Stilicho2 punti
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Vale la pena menzionare quanto riporta il Noe sugli esemplari 461-462-463, dato che le lettere sotto il collo di Apollo, ascritte al nome dell’incisore, erano per me difficilmente individuabili sui vari esemplari. Circa la scritta AΠOΛ sotto il taglio del collo , menziona come negli esemplari catalogati ai numeri 462-463, essa si sia deteriorata al punto che E. S. G. Robinson in “Ancient Greek coins in the possession of William Harrison Woodward” legge tali lettere come ΓAP, esemplare Noe 463g (ex Mathey). Noe sostiene che sia lo stato di usura o un intervento di riparazione del conio ad avere creato questa particolarità. Anche perché rileva come l’incisione dei caratteri risultasse già poco leggibile su esemplari battuti con conii ancora nelle fasi iniziali di utilizzo. Aggiungo l’immagine dal catalogo di vendita dell’esemplare Naville I ex collezione Pozzi lotto 172, Noe 461q.1 punto
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Prescindendo dalle particolarità stilistiche che hai opportunamente rilevato (e che a mio parere inducono a riflettere), uno degli aspetti che più mi colpisce è la scheda dell'esemplare. Lukanien. Metapont. Stater (Silber). Ca. 540 - 510 v. Chr. Vs: Getreideähre, im Feld rechts META. Rs: Inkuse Getreideähre; im Feld rechts META retrograd. 25 mm. 7,78 g. HN Italy 1482; Noe (1984) Cass IX, 179. Fast vorzüglich. Non solo infatti viene proposto un confronto con la serie Noe 179 (classe IX: tondello medio) che tuttavia, a parte la disposizione della legenda, si diversifica nettamente dalla moneta in oggetto, ma addirittura si data l'esemplare al 540-510 a.C., ossia nella fase di coniazione a tondello largo, il cui momento conclusivo nella riedizione del corpus metapontino a cura della Johnston del 1984 - a cui fa riferimento la scheda - è peraltro abbassato al 500. Noe 179 https://www.acsearch.info/search.html?id=67362721 punto
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Un ulteriore esemplare al BM: https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_1841-B-1021 punto
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Buongiorno a tutti, oggi vorrei porre alla vostra attenzione questo denario di Alessandro Severo. Avendo iniziato a collezionare da pochissimo monete Romane volevo sapere se qualcuno poteva darmi maggiori informazioni su questa moneta. Lo stato di conservazione è ottimale (spl). Grazie a tutti quelli che risponderanno.1 punto
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Buona sera Riapro presta discussione di alcuni mesi fa per aggiungere un particolare utile per il riconoscimento dell'autenticità della moneta: Come giustamente già detto si tratta di una moneta falsa. Da alcune ricerche fatte, risulta un falso del 2° tipo che spesso ripete uno sfregio al centro della croce, presente anche nella moneta postata dall'utente titolare della discussione. Particolare molto utile perché questo 2° tipo è fatto benino... saluti1 punto
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Ciao a tutti, rarità e valore sono per me relativi, quando una cosa è interessante e questa medaglia sembra esserlo proprio. Se ho capito bene, ce n'è addirittura tutta una serie, in bronzo e anche stagno, sul completamento della cattedrale realizzata dal medaglista belga Jacques Wiener, che mostra le varie fasi della costruzione fino al completamento. qui due che ho trovato: e adesso ricercare anche le "sorelline" per completare la serie? Servus, Njk https://it.wikipedia.org/wiki/Duomo_di_Colonia https://www.ksk-koeln.de/content/dam/myif/kskkoeln/work/pdf/Internetfiliale KSK/Meine Sparkasse/Geldgeschichte/DasFenster/Das_Fenster_107.pdf?n=true1 punto
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Il Ministero emette il 25 novembre 2022, sei francobolli ordinari appartenenti alla serie tematica le Eccellenze italiane dello spettacolo dedicati a Lina Wertmüller, Raffaella Carrà, Franco Battiato, Milva, Carla Fracci, Monica Vitti, con indicazione tariffaria B. Le vignette raffigurano rispettivamente: • un primo piano della regista Lina Wertmüller; • un ritratto della showgirl Raffaella Carrà; • il cantautore e compositore Franco Battiato durante una performance musicale, delimitato, a sinistra, dal particolare di un disco in vinile; • la cantante Milva durante un’esibizione musicale, delimitata, a destra, dal particolare di un disco in vinile; • un primo piano della danzatrice classica Carla Fracci che si staglia su una scena che la vede protagonista ne La Sylphide, uno dei balletti più famosi; • un ritratto di Monica Vitti su cui campeggia, a sinistra, la sua firma autografa. Completano i francobolli le legende “Lina Wertmüller” “1928 - 2021”, “Raffaella Carrà” “1943 2021”, “Franco Battiato”, “Milva”, “Carla Fracci” “1936 - 2021” e “Monica Vitti” “1931 - 2022”, la scritta “Italia” e l’indicazione tariffaria “B”. Tiratura: trecentocinquantamila dieci esemplari per ciascun francobollo Foglio: quarantacinque esemplari bozzetti: a cura del Centro Filatelico della Direzione Operativa dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato SpA per i francobolli dedicati a Lina Wertmüller e Monica Vitti; Fabio Abbati per il francobollo dedicato a Raffaella Carrà; Claudia Giusto per il francobollo dedicato a Franco Battiato; Tiziana Trinca per il francobollo dedicato a Milva; Maria Carmela Perrini per il francobollo dedicato a Carla Fracci. Caratteristiche dei francobolli I francobolli sono stampati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato SpA, in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura 90 g/mq; supporto: carta bianca, kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità da 20 g/mq (secco). Per i francobolli dedicati a Lina Wertmüller e Monica Vitti formato carta: 30 x 40 mm; formato stampa: 30 x 36 mm.; formato tracciatura: 37 x 46 mm.; dentellatura: 11 effettuata con fustellatura. Colori: uno per il francobollo dedicato a Lina Wertmüller; cinque per il francobollo dedicato a Monica Vitti. Per il francobollo dedicato a Raffaella Carrà formato carta: 30 x 40 mm.; formato stampa: 26 x 38 mm.; formato tracciatura: 37 x 46 mm.; dentellatura: 11 effettuata con fustellatura. Colori: tre. Per i francobolli dedicati a Franco Battiato, Milva e Carla Fracci formato carta e formato stampa: 30 x 40 mm.; formato tracciatura: 37 x 46 mm.; dentellatura: 11 effettuata con fustellatura. Cinque per cinque per i francobolli dedicati a Milva e Carla Fracci, tre per il francobollo dedicato a Franco Battiato. Note: La foto di Lina Wertmüller è stata riprodotta per gentile concessione della figlia Maria Zulima Job; per la fotografia che ha ispirato il ritratto di raffaella Carrà © Marinetta Saglio; per la fotografia che ha ispirato il ritratto di Milva © Marco Caselli Nirmal/Archivio Fotografico Fondazione Teatro Comunale di Ferrara; per la fotografia che ha ispirato il ritratto di Carla Fracci © Fiorenzo Niccoli; per la fotografia che ha ispirato l’immagine di Carla Fracci sullo sfondo © Luciano Romano; per la fotografia di Monica Vitti © Roberto Russo.1 punto
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Ammettiamo per ipotesi che sia del secondo/terzo secolo, ammettiamo che quei quattro pallini stiano a significare quattro assi, ovvero un sesterzio, il peso rientrebbe benissimo, anche in considerazione che da nuovo molto probabilmente pesava 20 grammi tondi..1 punto
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"La moneta venne battuta in occasione della permanenza di Carlo V nella città di Napoli,per circa quattro mesi,dal 25 novembre 1535,khayr al din Barbarossa, detto Ariadeno Barbarossa, corsaro e ammiraglio ottomano, comandante della flotta navale ottomana, nell'estate dell'anno 1534 compie una terribile incursione sulle coste tirreniche alla testa di 82 galee da guerra, effettuando saccheggi in numerose città della costa: Capri, Procida, Gaeta, Sperlonga, Fondi, Terracina.Successicamente sì dirige verso le coste della Tunisia e conquista le città di Biserta e Tunisi.La reazione di Carlo V non si fa attendere e armata una flotta di 82 galee e 200 vascelli da guerra, affidando il comando ad Andrea Doria, riconquista Tunisi.Al suo ritorno,dalla guerra,dopo essersi fermato per circa un mese in Sicilia,giunse a Napoli,il 25 novembre dell'anno 1535,ed è proprio in tale occasione che vennero battute nella zecca della città le suddette monete dal valore di tre cavalli." da: LA MONETA NAPOLETANA DEI RE DI SPAGNA NEL PERIODO 1503-1680 di Pietro Magliocca...1 punto
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In legenda: D/ PAX REGVM / Trofeo d'armi R/ REX IVSTVS croce potenziata accantonata da 4 crocette1 punto
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Riguardo alle riconiature eseguite sotto Francesco III d'Este ricordo un soldo di Mantova utilizzato come tondello per ottenerne un bolognino... quindi sicuramente vennero utilizzati come tondelli tutte le monete compatibili per peso e diametro alla tipologia da realizzare, indipendentemente dall'autorità emittente originale.1 punto
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Salve. Con piacere vengo ancora a condividere due monete reimpresse: una piastra 120 grana del 1817 ed una piastra 120 grana del 1818. La 1817 mi sembra sia stata impressa su un 12 carlini, per la 1818, invece, brancolo nel buio. Sono certo, comunque, che saprete chiarirmi la situazione. Vi ringrazio e vi saluto caramente.1 punto
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Ciao @SAURON05il tuo denario appartiene ad una tipologia (providentia) molto comune per questo imperatore. I conii utilizzati per battere le monete venivano realizzati a mano da diversi maestri incisori percui differivano sempre per qualche particolare (nel tuo caso la E, che per questione di spazio è stata collocata in quel posto) gli uni dagli altri. Erano soggetti a rotture e consunzione percui venivano cambiati spesso. Saranno stati utilizzati per questa tipologia tantissimi conii diversi. Quindi niente di anormale 🙂. ANTONIO1 punto
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Vorrei continuare la discussione postando un altro esemplare di mezzo baiocco, questa volta per Clemente X, che al mio occhio inesperto di questa monetazione sembra un altro falso. Oppure è possibile che, incidendo i coni a mano, venissero emesse ufficialmente monete cosi brutte? Sicuramente la scarsa conservazione denota che comunque hanno circolato molto . Sono monete poco collezionate penso, anche perchè è molto difficile trovare esemplari piacevoli, che però possono dare qualche sorpresa e soddisfazione. Saluti1 punto
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Buongiorno, ecco il mio esemplare con contromarca, simile a quella posseduta da Numi 62 Cordiali saluti1 punto
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A me interesano tantissimo le tessere ma per quanto riguarda la tua domanda allo stato attuale cosa si sa dell'utilizzo di queste tessere? è una questione spinosa. Ne sono state rinvenute a valanghe ma sono sempre state snobbate. Si ritiene abbiano usi vari che vanno dall'essere pedine di gioco , al biglietto per entrare ad uno spettacolo, o ad una tessera per ritirare beni di consumo offerti come donativi, etc etc Alcune, sono votive e/o devozionali. ce n'è una serie in bronzo i cui esemplari presentano tutti dei fori passanti per essere appese. POi c'è da dire che tutto il mediterrano ne ha prodotte ed anche a differenza ci area geografica potrebbe comportare un diverso uso di oggetti simili. il mondo anglosassone le definisce tesserae or tokens proprio per sottolineare la loro natura ancora indefinita... Potresti leggerti: Tokens Culture, Connections, Communities, ed Crisà, Gkikaki, Rowan, Royal Numismatic Society, London 2019 e vuoi una cosa più veloce in questo topic avevo segnalato la storia di una tessera:1 punto
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Buongiorno, segnalo un link alla pagina del parco archeologico del Colosseo. Nello specifico, settimanalmente, viene aggiornata con i lavori di scavo lungo la piazza del Colosseo del settore a Sud e dei due ambulacri crollati del Colosseo. Un interessantissimo diario settimanale. https://parcocolosseo.it/evento/tutela-piazza-colosseo-scavo-settore-sud/1 punto
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Bello. non conoscevo il sito ma avevo visto settimana scorsa che stavano facendo cose. D'altronde quella zona è un parco giochi per archeologi... ❤️1 punto
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Buon giorno. Vedo che ogni tanto riemergono vecchie discussioni, buon segno, si vede che anche le cose vecchie vengono lette con attenzione. Il penultimo intervento di euenigma in questa discussione, rivangando cose scritte nel 2012, conterrebbe una imprecisione, infatti le 2 lire del 1936 sono lisce e non rigate. (Tutte) Per riportare il discorso sui 20 centesimi liscio postato dall'amico Buzzoni Giovanni sembra avere il bordo, a tratti, molto sottile da risultare quasi manomesso. E' altrettanto vero che è corredato da cartellino che garantisce la visione fatta da persona esperta. Vedo che il peso riportato sembra congruo, ho però personalmente verificato una notevole variabilità dei pesi di questa monetazione, sono infatti in possesso di un 20 centesimi del 1943 che pesa 4,30 grammi (sulla cui autenticità giurerei) e come estremo opposto di un'altra data del peso intorno ai 3,85. Tutto ciò mi porterebbe ad una illazione, non potrebbe trattarsi di un esemplare eccessivamente pesante, anche più di gr. 4,30, e quindi tornito per creare una rarità? Con tutto il rispetto per il certificatore, la cosa non potrebbe far sorgere qualche dubbio? Sarebbe interessante anche verificare la misura del diametro, cosa che però non si può fare senza manomettere i sigilli. Sarei grata a chi volesse partecipare, riprendendo questa vecchia discussione, per dare il suo parere. Cordiali saluti. Gabriella1 punto
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e poi ci sarebbe da risolvere il problema di cosa ci fa il rovescio di un denario del 135 A/C su questa moneta. da notare anche che il dritto del denario del 135 A/C ha ispirato il dritto delle altre due monete d'oro di Filippo.1 punto
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Ulteriore esemplare in bronzo dorato e forato esitato nel luglio scorso. Saluti, Domenico1 punto
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Un pò come Silbannaco: per lungo tempo Silbannaco è stato noto per una singola moneta, un antoniniano che si dice sia stato trovato in Lorena ed è ora al British museum. Il dritto della moneta porta il ritratto dell'imperatore, raffigurato con la corona radiata solare, un drappeggio e la corazza, e tutto intorno la legenda IMP MAR SILBANNACVS AVG; il rovescio celebra le vittorie dell'augusto, mostrando Mercurio che regge una Vittoria e un caduceo, con la legenda VICTORIA AVG. Basandosi sul luogo di ritrovamento e sullo stile di questa moneta, oltre che sul fatto che il nome 'Silbannacus' mostra una origine celtica (come suggerisce il suffisso "-acus"), si è ritenuto a lungo che Silbannacus fosse un comandante militare in Germania superior, probabilmente rivoltatosi contro Filippo l'Arabo e soppresso da Decio, in quanto Eutropio riferisce di una guerra civile soppressa in Gallia da quest'ultimo. Un secondo antoniniano è stato pubblicato nel 1996, e riporta la legenda, accorciata in maniera scorretta, MARTI PROPVGT. In base allo stile, è stato concordato che questa moneta fu coniata a Roma; visto che questa legenda errata è presente su una moneta di Emiliano del 253, è stata avanzata l'ipotesi che Silbannaco si sia ribellato nella capitale in quell'anno, e che abbia tenuto il potere durante la marcia dell'imperatore Valeriano fino alla capitale. Una possibile ricostruzione dei fatti è che Silbannaco fosse un ufficiale lasciato da Emiliano a guardia della città, mentre l'imperatore si mosse incontro a Valeriano, acclamato imperatore dalle truppe. Dopo la sconfitta e la morte di Emiliano nel settembre 253, Silbannaco si sarebbe proclamato imperatore, col sostegno delle truppe rimaste a Roma (fatto che gli diede la possibilità di coniare monete con il suo nome), prima che Valeriano lo eliminasse. In questo caso le monete sono coniate e lo stile è coerente, questa è quella conservata al British museum:1 punto
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Sicilia sempre più attiva nei convegni numismatici !1 punto
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Ancora non sono arrivato a sostenere che siano falsi moderni ( che comunque per moderno si intende di 3 secoli fa), per quanto potrebbe essere un ipotesi, nel periodo in cui i collezionisti cercavano a tutti i costi esemplari rari fiorivano le falsificazioni, dico solo che non è coniata ma fusa.. potrebbe essere anche un falso barbarico coevo, chissà, ma non è coniata..1 punto
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Ciao,la mia idea, quindi del tutto personale ed ovviamiente opinabilissima è che in realtà non lo si voglia proprio fare perché fa comodo così... Non ci vogliono miliardi di euro per farlo, ma un po' di organizzazione, tanta volontà e naturalmente tempo. A chi giova questa situazione di stallo ? Francamente mi risulta un po' difficile individuarlo con precisione , anche se una piccola idea me la sono fatta..... 🙂 ANTONIO1 punto
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Devo ammettere che io sarei stato probabilmente tra quelli che l avrebbero presa per non autentica, per questioni stilistiche in primis, ma anche per quelle bollicine..1 punto
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Non solo nei più piccoli , fidati1 punto
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DE GREGE EPICURI Ancora un grande grazie ad Alessandro Toffanin! @ciosky68Il CD del circolo ha deciso recentemente che le registrazioni,quando effettuate, saranno riservate ai soci (motivi: l'impegno richiesto, che comporta anche qualche spesa).1 punto
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Ferdinando II Tarì 1856 @ferdinandoII, tu che sei aggiornatissimo: quante varianti per questo millesimo ?1 punto
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Il Notiziario del Portale Numismatico dello Stato sul tesoro di COMO versione in pdf https://www.numismaticadellostato.it/pns-pdf/notiziario/Notiziario_16_2022.pdf Link al Poligrafico e Zecca dello Stato per l'acquisto del volume cartaceo https://www.shop.ipzs.it/il-tesoro-di-como-via-diaz-20183000045914.html1 punto
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Buonasera ragazzi, Pensavo di aver visto tutto quel che c'era da vedere per quanto riguarda i Grani Cavalli di Ferdinando IV, ma mi sbagliavo! ? La mia "sete" Numismatica mi porta a ricercare nuove varianti in qualsiasi luogo.... Sia aste, listini di vendita e siti online. Immaginate il mio stupore nel trovarmi di fronte a un Grano "informe", chiuso in bustina con foto solo del rovescio..... da fare schifo... Per il riflesso, senza indicazioni di diametro e di peso. Come mia abitudine richiedo nuove foto di entrambe le facce...... Ma niente. Sembrava un falso o un pezzo realizzato per fusione, Dovevo solo attenderne l'arrivo. Arrivato, studiato e pesato. L'ipotesi più verosimile è che sia uno "scarto di zecca" coniato su un tondello non a peso corretto.... pure decentrato. La moneta era all'asta in Canada, aspetto la chiusura e me l'aggiudico per soli 10,00 euro circa....spedizione compresa. Eccolo. Grano Cavalli 1793 Peso 3,10 grammi. Cosa ne pensate? Mi farebbe un gran piacere leggere i Vostri commenti. Grazie a chi vorrà intervenire.1 punto
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@margheludo Ciao. Premetto che non sono un grande esperto di Arezzo . In effetti i dati ponderali sono leggermente in eccesso per gli estremi del tipo. Tuttavia, trattandosi di mistura i margini di tolleranza sono abbastanza ampi. Escluderei (non ne vedo il senso...) l'utilizzo di un tondello precedente di molti anni. Almeno, personalmente non sono a conoscenza di tale utilizzo. Comunque a mio parere, hai fatto un buon acquisto. La moneta è rara di suo e in più ha la ribattitura e un modulo intrigante che la rendono ancora più interessante. Bella moneta saluti a tutti1 punto
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