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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/22/22 in tutte le aree
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In effetti sono oltre 600 anni che i collezionisti si interessano di monete da collezione, le studiano, le scambiano le regalano ai musei. Il collezionismo ( e lo studio) e’ nato molto prima di qualsiasi museo e le collezioni dei musei esistono perche esistono le collezioni dei privati che vi confluiscono ( per dono o acquisizione) - integrate eventualmente da qualche ripostiglio scavato da Archeologi. queste non sono opinioni bensi fatti. Ignorarli ( volutamente o meno) significa non conoscere e non riconoscere la storia Culturale del nostro Paese. come ho ripetuto spesso il danno piu’ grande lo fa chi - partendo da premesse errate - ignora come si sono formate le collezioni pubbliche e il contributo fondamentale che il privato ha dato al patrimonio culturale del Paese6 punti
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Ciao a tutti, dalle foto vedo che l'incontro è stato molto piacevole e fruttuoso, mi dispiace mancare nella foto di gruppo, ma chissà... forse in futuro? Mi scuso ora di abbassare il livello di questa discussione ma voglio farvi partecipe del mio ultimo acquisto: il mio primo album per banconote! che ho pure dovuto prendere con le tasche belle grosse, che se no certi fazzolettoni tedeschi dovevo piegarli in quattro. Mi sa che grazie a voi ho aperto un po' i miei orizzonti: vediamo se è il punto di partenza di qualcosa di nuovo? Alla prossima, Njk PS: comunque non preoccupatevi più di tanto, negli ultimi giorni ho comprato ancora ben TRE spille con monete (ed una medaglia) montate, non ho del tutto perso la mia strada.5 punti
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Buona sera a tutti. Ricordo a tutti che è stato imitato/contraffatto un quattrino da parte di Messerano il cui valore è di 2 doppi bagattini pertanto non mi stupirei che gli stessi abbiano imitato il frazionale. Per vostra informazione MESSERANO. Sulla zecca di questo feudo dei Fieschi, possediamo la pregevolissima memoria di D. Promis9, corredata dalle splendide tavole di monete disegnate dal compianto C. Kunz. Vincenzo Promis10, A. R. Caucich11, ed U. Rossi12, fecero conoscere altri prodotti di questa officina monetaria, che ci dimostrano la sua particolare attività specialmente nel falsificare le monete d’altri stati. Alle loro diligenti indagini credo che siano sfuggite due monetine, non affatto prive d’interesse che vengono ad aumentare la serie delle falsificazioni di monete veneziane. La prima si conserva nel museo civico di Trento, la seconda è della mia collezione. 4 – D/ – • S • THEONESTVS • PRO . . . VS. In doppio circolo di punti: Figura dei santo a sinistra che tiene una bandiera la cui asta è terminata da una croce. R/ – NON • NOBIS • D . . . O. In circolo di punti: Leone di S. Marco, in soldo. Rame. Peso Gram. 0,66. [p. 77 modifica]È una perfetta imitazione del quattrino di Venezia del doge Marino Grimani (1595-1605) che appare uscita dalla zecca di Messerano, sia per il nome del santo che si legge sul diritto, come per il motto del rovescio, usato frequentemente sulle monete dei Ferrero-Fieschi.4 punti
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Sempre presso l'ASN ho trovato un documento dove vengono elencati alcuni operai della zecca e anche qualche altra loro informazione. Siamo nel 1804.4 punti
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Le dieci monete auree erano nascoste in un vaso fittile ancora sigillato con un tappo in argilla, risalgono all’epoca dell’imperatore Costanzo II che visse nel IV secolo d.C. (7 agosto 317 – 3 novembre 361). Costanzo II governò l’impero dal 337 al 361, al tempo di Papa Atanasio Apostolico, il Papa Apostolico di Alessandria. https://mediterraneoantico.it/articoli/egitto-nelloasi-di-dakhla-scoperte-monete-doro-bizantine/3 punti
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Senza entrare nella problematica boutade non boutade, penso che per vendere bisognerebbe almeno avere un'idea di quel che si possiede, quindi ne riparliamo tra qualche decina d'anni......3 punti
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Osservando le ombre, i “puntini” (quelli di destra in alto) parrebbero essere in rilievo ed anche presentare tracce di uno scivolamento di conio. Il condizionale è d’obbligo naturalmente. Ps: grazie @dracma per avere condiviso al post 7 l’esemplare ribattuto sul didrammo di Akragas. Mi era sfuggito questo passaggio. Tra l’altro mi pare che si possa identificare il rovescio del sottotipo con il conio R20 del corpus della professoressa Westermark, azzarderei l’accoppiamento 43 (O21-R20), ma dell’aquila resta ben poco. Siamo nel momento del passaggio alle emissioni con tondello più spesso all’interno del gruppo I. Scusandomi per l’offtopic (non ho saputo resistere!) posto i particolari a confronto della moneta Heritage e dell’esemplare Westermark 43.15 al British Museum, acquisito da Rollin & Feuardent nel 1874, dalla collezione Addington.3 punti
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L’importante è che non ti fai contagiare in modo pesante come hanno fatto con me che ogni giovedì ho paura di spendere grosse cifre il giorno dopo 😂 Cedole del Banco giro di Venezia docet!3 punti
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Ciao @Oppiano. Ti ringrazio vivamente per i complimenti e ci tengo a dire che anche per me è stato un vero piacere incontrarti in quel di Verona. Venendo alla tua domanda, purtroppo, non ho idea da dove nasca esattamente la consuetudine di annoverare Maria Luigia tra i napoleonidi. A mio avviso, si tratta semplicemente di una situazione nata da due fattori in particolare: 1. Fu moglie di Napoleone e sicuramente, ad oggi, viene ricordata più come imperatrice di Francia che non come duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla. 2. Le sue monete sono, come detto, molto simili per stile a quelle del Regno d’Italia napoleonico e, inoltre, le prime riportano come data il 1815 (anche se, come abbiamo visto, vennero coniate non prima del 1819). Il 1815 è l’ultimo anno di gloria di Napoleone, quello dei celebri 100 giorni nei quali riconquistò la Francia senza colpo ferire, prima di essere definitivamente sconfitto a Waterloo. Ciò potrebbe essere stato un elemento fuorviante per molti… Sicuramente anche questo è tema molto importante. Credo che, ad oggi, ci sia molta confusione non solo tra semplici appassionati e collezionisti amatoriali ma anche tra periti e case d’asta e, a volte, noto che si tende un po’ a generalizzare o ad utilizzare termini impropri. Per quel che mi riguarda, seguo una mia personale classificazione, basata su quattro categorie: - Napoleoniche: considero appartenenti a questa categoria le sole monete con impresso o il volto di Napoleone o le sue iniziali. Rientrano, quindi, le monete del periodo consolare, dell’Impero francese (con tutte le varie zecche), del Regno d’Italia e, se vogliamo, anche le ossidionali. In sostanza, annovererei tutte quelle monete coniate a nome di Napoleone. - Napoleonidi: rientrano le monete coniate per conto di parenti diretti o acquisiti di Napoleone e sotto la sfera d’influenza francese. Abbiamo, quindi, le monete di Murat (Berg e Napoli), della sorella Elisa (Lucca e Piombino) e dei fratelli Luigi (Olanda), Giuseppe (Napoli e Spagna) e Girolamo (Westphalia). - Del periodo napoleonico: appartengono a questa categoria tutte le monete coniate in Europa tra il 1796 ed il 1815, da stati alleati o nemici della Francia. Ciò che conta è semplicemente il contesto storico. Rientrano, quindi, sia le monete delle Repubbliche sorelle, sia, ad esempio, le monete di Ferdinando IV risalenti agli anni delle guerre napoleoniche. - Post napoleoniche: monete che possono avere un legame storico con la figura di Napoleone ma che sono state coniate dopo il suo esilio a Sant’Elena, negli anni della Restaurazione. Possiamo includere in questa categoria le monete di Maria Luigia e Bernadotte. Ovviamente, non ho la presunzione d’imporre questo schema al mondo numismatico ma, a mio avviso, è già più chiaro e rigoroso rispetto al buttare tutto nell’enorme calderone delle “monete napoleoniche” (o, peggio ancora, definire come napoleonidi certi sovrani).3 punti
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Quando si parla di regolamentare il bene numismatico mi viene in mente un caso che alcuni anni fa fece molto scalpore ma di cui sembrerebbero essersi perse le tracce. https://bertolamifineart.com/un-ripostiglio-di-monete-incuse-della-magna-grecia-coniate-tra-il-vi-e-il-v-secolo-a-c/2 punti
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L'ha toccata piano... Personalmente poi sono d'accordo che l'Italia riesca ad acquistare una moneta come quella citata proprio perché di vera rarità ed interesse culturale (e non ultimo di possibile richiamo turistico) in uno scenario di un patrimonio archeologico STERMINATO in possesso ed in gestione talvolta mala ma spesso eroica da parte di appassionati funzionari.2 punti
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Ne aveva parlato Roberto Ganganelli su Cronaca Numismatica sempre ad aprile: https://www.cronacanumismatica.com/collezionismo-privato-e-tutela-delle-monete-pubbliche-precisazioni-e-riflessioni/ E non dimentichiamo che proprio Margherita Corrado aveva posto in un interrogazione la questione di un eventuale acquisto dell’aureo EID MAR nell’asta NAC 132/474: https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=18&id=1348565 Insomma, all’assalto in Italia ma in affari all’estero.. E su Facebook un post di marzo 2022 che la dice lunga sulla visione personale della ex senatrice: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0aN3C3Dj4xwpCEKF4swsEL4LodxwktwNJrckABq2QtkbpHL4SxoF2V6Sky8xotdQYl&id=100058012031617 Personalmente non sono sorpreso dalle posizioni della ex parlamentare, la sua culla politica ha lastricato di buone intenzioni chilometri e chilometri di strade..2 punti
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Purtroppo la visione al pc di una fotografia può in certi dettagli ingannare e la descrizione della casa di aste non aiuta perchè non indica se i 6 puntini siano in rilievo od in incavo . Se in rilievo, forse più probabilmente coevi per la non semplice aggiunta a posteriori : se in incavo di facile realizzazione in qualsiasi tempo .2 punti
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La questione in realtà è molto più complessa. Dubito che le due serie puntinate al rovescio siano riferibili ad eventuali elementi previsti dall’incisore ma non portati a compimento. Nelle serie iniziali degli incusi metapontini la legenda compare generalmente solo al D/ e i simboli non risultano attestati prima della classe V Noe-Johnston. Potrebbe trattarsi di aggiunte successive? E se sì, a quale scopo? Il fatto che si trovino sia a destra che a sinistra esclude la finalità di segni preparatori per l’incisione di elementi grafici in quanto non risultano attestate monete incuse di Metaponto con duplice simbolo al rovescio né tantomeno con legenda bipartita, ad eccezione della classe IV (ME//TA) dove però l’etnico è posto sempre al D/. L’unica informazione disponibile è relativa ad una “European collection formed before 2005”, pertanto non conosciamo eventuali precedenti passaggi di mano che potrebbero aver in via ipotetica “alterato (?)” il conio originario. In caso contrario risulterebbero poco chiari i motivi che indussero a “puntinare” il conio, potendosi escludere un mero intento decorativo che, a quanto mi risulta, resterebbe privo di confronti. I dubbi tuttavia persistono e su più fronti. La stessa classificazione della moneta come variante della serie n. 54 Noe potrebbe forse non essere del tutto appropriata per vari motivi. Il modulo di 26 mm non è infatti un elemento dirimente in quanto tondelli fino a 26 mm si riscontrano, ad esempio, all’interno delle citate serie nn. 192-4 Noe (classe IX: tondello medio) che sia per elementi epigrafici (legenda retrograda a d.) che stilistici (spiga con 6, 7 o 8 grani) sembrerebbero meglio confrontarsi con l’esemplare in oggetto. Paris, BN, FG 1129 BMC 239 Un esemplare del ripostiglio di Curinga (IGCH 1881) battuto dall’accoppiamento Noe D/193-R/194 presenta ad esempio un modulo di 26 mm. Da Spagnoli 2004, p. 106, tav. VI, 56 Un elemento di ancoraggio potrebbe riscontrarsi nella citata riconiazione sull’undertype corinzio che, se accertata, rimanderebbe ad un orizzonte temporale successivo alla fine del VI secolo e, quindi, sequenziale alla fine della coniazione a tondello largo. Si tratta peraltro di serie non nuove alla pratica della riconiazione. Lo scorso anno un esemplare simile ma di conio diverso con tracce di tipi precedenti veniva segnalato sul mercato antiquario (Heritage 232109/61012). Heritage 232109, 2021, 61012 (riconiato) Va però osservato che un elemento di differenziazione rispetto alla classe IX è costituito dal decoro del bordo del D/, che appare perlinato entro duplice circolo lineare e non a treccia. In assenza di ulteriori riscontri si può solo ipotizzare che si tratti di un esemplare inquadrabile in una fase di transizione dal tondello largo al medio in quanto conserva elementi propri di entrambe le serie. Si tratta in ogni caso di un pezzo di notevole interesse e che impone, forse, di rivedere e aggiornare la sequenza della Johnston non solo per la notevole quantità di esemplari apparsi dopo l’ormai datata edizione del corpus (1984) ma anche (e soprattutto) perché la studiosa si basa su una documentazione numericamente esigua, senza tener conto che molte “classi” di produzione andrebbero riviste e collocate in modo diverso.2 punti
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Condivido in pieno le osservazioni espresse da @Archestrato L'esemplare presenta alcune anomalie tra cui il modulo di mm 26 che non trova corrispondenza nella classe I Noe-Johnston, all'interno della quale dovrebbe inquadrarsi tipologicamente la moneta per la presenza delle foglie alla base della spiga (Noe, classe I, nn. 1-21). Tuttavia non si può escludere che il dettaglio stilistico sia stato ripreso in una fase lievemente seriore. Non a caso gli editori suggeriscono per il D/ un confronto con la serie iniziale della classe III Noe-Johnston (n. 54). L'osservazione è puntuale in quanto l'etnico di quattro lettere (META) disposto a destra con andamento retrogrado non trova riscontro nelle classi precedenti, mentre costituisce un elemento di innovazione nella classe III per poi ripetersi sulla IX (tond. medio: nn. 192-4). Potrebbe quindi trattarsi di un nuovo accoppiamento di conii che in tal caso si collocherebbe nella fase di transizione tra le classi II-III per le quali, come già evidenziava la Johnston, la sequenza dei conii non corrisponde ad una successione rigidamente cronologica in quanto bisogna anche prevedere tratti di coniazione paralleli. In ogni caso la resa della spiga, i caratteri epigrafici e le dimensioni del modulo non sembrerebbero deporre a favore di una collocazione di questo esemplare nel momento iniziale della produzione (classe I) bensì in una fase lievemente successiva, benché ancora ascrivibile alla fase a tondello largo e sottile, come documenta il modulo. Per quanto concerne i segni visibili al D/ non è improbabile che vadano riferiti ad una riconiazione su un pegaso corinzio con testa di Athena, di cui sembrerebbe visibile il profilo dell'elmo. Servirebbe però un controllo autoptico.2 punti
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Banias è un sito nelle alture del Golan vicino alla sorgente naturale del fiume Banias, un tempo associata al dio greco Pan, uno dei principali affluenti del fiume Giordano. Gli archeologi hanno scoperto un santuario dedicato a Pan e divinità correlate, e i resti di un'antica città fondata qualche tempo dopo la conquista di Alessandro Magno e abitata fino al 1967. L'antica città è stata menzionata nei Vangeli di Matteo e Marco, con il nome di Cesarea Philippi, come il luogo in cui Gesù confermò l'ipotesi di Pietro che Gesù era il Messia. La prima menzione dell'antica città durante il periodo ellenistico fu nel contesto della battaglia di Panium, combattuta intorno al 200-198 aC. tra Seleucidi e Tolemei nel corso della quinta guerra siriaca (202-195 a.C.). Banias fu poi parte della provincia romana della Siria, della parte orientale dell’impero romano d’Oriente, e cadde in mano araba con le conquiste del VII sec. d.C. Durante scavi archeologici nel quartiere residenziale a nord-ovest del sito che hanno portato alla luce resti di edifici, canali d’acqua, tubi idraulici, un forno in ceramica, frammenti di ceramica, oggetti in vetro e metallo e monete in bronzo databili entro un range cronologico che va dal VII sec. d.C. all’XI-XII sec. d.C. è stato rinvenuto un tesoretto di 44 monete auree coniate durante i regni degli imperatori Foca (602–610 d.C.) ed Eraclio (610–641 d.C.) occultate probabilmente in concomitanza dell’arrivo degli arabi nel 635 d.C. https://mediterraneoantico.it/articoli/44-monete-doro-puro-scoperte-nel-sito-archeologico-di-banias/1 punto
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Salve, non conoscendo la monetazione Toscana sarei curioso di sapere se questa è la moneta tipo o una contraffazione. Vedendo il cartellino del vecchio collezionista sembrerebbe di leggere Messera da un lato... Grazie x i vostri pareri1 punto
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Buongiorno a tutti, oggi vorrei porre alla vostra attenzione questo denario di Alessandro Severo. Avendo iniziato a collezionare da pochissimo monete Romane volevo sapere se qualcuno poteva darmi maggiori informazioni su questa moneta. Lo stato di conservazione è ottimale (spl). Grazie a tutti quelli che risponderanno.1 punto
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Presento il volume: Numismatica e Archeologia. Monete, stratigrafie e contesti. Dati a confronto - Workshop Internazionale di Numismatica. Nel volume si pubblicano i risultati dei lavori del I Workshop Internazionale di Numismatica (WIN), tenutosi a Roma dal 28 al 30 settembre 2011 e organizzato dal Dipartimento di Scienze dell’Antichità di Sapienza-Università di Roma in collaborazione con il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Salerno, il Dipartimento di Scienze del Mondo Antico dell’Università degli Studi della Tuscia (Viterbo), l’Istituto Italiano di Numismatica e i Departments Coins and Medals e Prehistory & Europe, del British Museum di Londra. Si tratta di un convegno internazionale concepito con l’obbiettivo di stimolare la riflessione di studiosi di diversa formazione – numismatici, archeologi e storici – sui diversi metodi impiegati per la lettura e l’interpretazione dei ritrovamenti monetali in relazione ai loro contesti di provenienza. Le numerose relazioni presenti nell’opera (oltre 40) illustrano e discutono gli esiti di ricerche in cui lo studio delle monete è stato condotto in parallelo a quello degli altri materiali e integrato nell’analisi del contesto nel suo complesso, in una prospettiva estesa a tutto il bacino del Mediterraneo, dall’antichità classica fino al mondo medievale e moderno, secondo un percorso che, affrontando i rinvenimenti monetali in siti differenti per funzione e durata di frequentazione, procede da Roma e l’Italia, per estendersi all’Occidentee arrivare fino all’Oriente. Il volume costituisce un’ulteriore e importante contributo che ha l’intento di far emergere e divulgare l’immenso patrimonio numismatico proveniente da scavi archeologici e di stimolarne lo studio e la riflessione, ai fini di una sintesi sul dibattito attuale relativo ai rinvenimenti monetali e ai ‘diversi metodi’ elaborati per lo studio della moneta proveniente da indagini archeologiche condotte in siti pluristratificati, per una migliore comprensione del contesto storico, culturale ed economico che ha prodotto la moneta, l’ha utilizzata ed infine l’ha perduta o scartata. Acquistabile qui per 40€: https://edizioniquasar.it/products/651 punto
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LA PIÙ GRANDE STATUA MAI CONOSCIUTA DI ERCOLE È STATA TROVATA DAGLI ARCHEOLOGI Il mese scorso, il Ministero della Cultura e dello Sport greco ha rivelato la scoperta di una grande statua risalente a 2000 anni fa, raffigurante un personaggio ben noto della mitologia greco-romana: Ercole. A ritrovare il reperto sono stati gli archeologi dell’Università Aristotele di Salonicco, mentre conducevano degli studi nell’antica città di Filippi. Secondo questi, la composizione sarebbe la più grande rappresentazione del guerriero che conosciamo; tuttavia, ci è giunta a pezzi. Si ritiene, infatti che il giovane tenesse una mazza, una ghirlanda e una pelle di leone, cioè tutti simboli associati a Ercole. La statua è stata trovata sul sito ove un tempo sorgeva un palazzo imponente, che risale al periodo bizantino, mentre la realizzazione dell’opera d’arte è da collocare nel II secolo d.C. Ercole è un semidio audace, forte e coraggioso, figlio di Zeus e Alcmena. La caratura del personaggio si evince già dai racconti concernenti la sua infanzia: Era, gelosa del padre degli dèi, decide di mandare due serpenti nella culla del pargolo, per eliminare il frutto della passione adultera di Zeus; tuttavia, l’infante riuscirà ad uccidere i rettili con facilità. Delle vicende biografiche del semidio, l’impresa delle Dodici fatiche è senza ombra di dubbio la più famosa. Ercole, in balia dell’influenza di Era, uccide sua moglie e i loro figli. Per redimersi decide quindi di affrontare un epico viaggio che si concluderà con lo scontro con Cerbero, il cane a tre teste che custodiva i cancelli dell’Ade. Secondo gli archeologi, il sito di Filippi rappresenta una “miniera d’oro” di scoperte storiche. L’area un tempo era nota con il nome di Crenides, in Macedonia, quando fu colonizzata dai thasiani, nel 380 a.C. Diversi anni dopo, il padre di Alessandro Magno, Filippo II di Macedonia, ribattezzò la città con il suo nome. In caso di ulteriori aggiornamenti provenienti da Filippi, città Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco dal 2016, vi aggiorneremo. https://tech.everyeye.it/notizie/statua-conosciuta-ercole-trovata-archeologi-619475.html1 punto
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Ribattuto di sicuro e Giovanni Corner è effettivamente molto probabile. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Siamo volubili. Per fortuna Nico ha Martina che lo aiuta a stare con i piedi per terra.😇1 punto
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La richiesta che viene dal mondo del collezionismo è la modifica della normativa in merito ai ritrovamenti e al possesso di materiale numismatico che criminalizzano all'inverosimile il collezionista e rendono la vita difficile ai commercianti. E nessuno chiede un liberi tutti, ma semplicemente una normativa che sia non tanto meno restrittiva, quanto più chiara e coerente con gli obiettivi di tutela del patrimonio artistico e culturale. In questo momento se perdo una ricevuta di una monetina romana da 20 Euro rischio di essere rovinato, in quanto mi si chiede in continuazione l'onere di provare la legittima acquisizione del bene, anche in assenza di prove che dimostrino il contrario. Per lo stesso motivo i commercianti nostrani si trovano impossibilitati a competere con la concorrenza estera per la burocrazia le tempistiche necessarie all'invio all'estero di monete anche di valore scarso o nullo, incompatibili con un'attività commerciale. p.s. Casomai la richiesta che si fa ai musei è quella di valorizzare le monete in loro possesso, generalmente chiusi negli scantinati e/o difficilmente accessibili.1 punto
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Sono d’accordo. La situazione è complessa e sembra che la direzione intrapresa negli ultimi anni non sia propriamente a favore dei collezionisti… Volevo solo sottolineare che la notizia risaliva ad alcuni mesi fa e che la senatrice in questione, attualmente, non siede più in parlamento (essendo cambiata la legislatura).1 punto
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Concordo sul fatto che la richiesta sia meritevole di tutta l'attenzione possibile. Sposto direttamente nella sezione "altre monete medievali", con la speranza che se ne possa venire a capo.1 punto
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Forse la senatrice si riferisce a quanto più volte auspicato anche qui, ma da quando un auspicio è "una pesante pressione"? petronius1 punto
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Ciao! mi è venuta in mente una vecchia discussione che riguardava le oselle ed i multipli di zecchino. In particolare la pag. 2 post 45, che ripropongo. Saluti luciano1 punto
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Buonasera Qui non vi è nessuna particolaritá per il seriale. Certo,in situazioni affermative,la banconota comunque dovrebbe trovarsi un buono stato per esser appetibile. Saluti1 punto
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Interessante discussione che leggo solo oggi. Concordo sui dubbi per Maria Luigia. Ho sempre considerato la monetazione NAPOLEONICA come quella sopra indicata da @lorluke, e cioè relativa ai territori e ai tempi sotto il governo diretto di Napoleone (console, re o imperatore). Ritengo invece il termine NAPOLEONIDE più ampio e comprensivo, in grado di descrivere la monetazione di territori, regnanti e governi in qualche modo legati a Napoleone. Pertanto le coniazioni delle Repubbliche sorte negli anni della Campagna d'Italia e quelle degli Stati affidati da Bonaparte ai suoi parenti ricadono in questa definizione. D'altra parte, come è già stato detto, le monete di Maria Luigia presentano uno stile assolutamente comparabile a quelle del "Regno d'Italia" e ciò, unitamente all'unico incisore e al legame che univa i due coniugi, me le fa considerare affini e dunque comprese in tale termine. Invece con "periodo napoleonico" e "post-napoleonico" intendo solo un ambito storico e non numismatico, e non mi sentirei di complicare ulteriormente questa semplice classificazione binaria, che vorrei definire pragmatica e che lascia a ciascuno lo spazio per comprendervi quanto desidera.1 punto
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Il Ministero emette il 22 novembre 2022, quattro francobolli ordinari appartenente alla serie tematica Il Patrimonio naturale e paesaggistico, serie turistica, dedicati a Riccione, Candelo, Siracusa, Venafro, con indicazione tariffaria B. Le vignette raffigurano rispettivamente: Riccione - La spiaggia di Riccione con la cittadina romagnola sullo sfondo. Candelo - Panoramica dall’alto del Ricetto di Candelo, borgo medioevale fortificato, con le Alpi biellesi sullo sfondo. Siracusa - Uno scorcio del Castello Maniace che si affaccia imperioso sul Mar Ionio. Venafro - Un panorama di Venafro, co i campanili delle chiese di Cristo e della Santissima Annunziata, il Castello Pandone e, in primo piano, un particolare del Parco Regionale Storico dell’Olivo di Venafro. Completano i francobolli le rispettive legende “Riccione”, “Candelo”, “Siracusa” e “Venafro”, la scritta “Italia” e l’indicazione tariffaria “B”. Bozzettisti: Tiziana Trinca per il francobollo dedicato a Riccione; Simone Emma per il francobollo dedicato a Candelo; Maria Carmela Perrini per il francobollo dedicato a Siracusa; Giustina Milite per il francobollo dedicato a Venafro. Tiratura: duecentocinquantamila dodici esemplari per ciascun francobollo Foglio: ventotto esemplari I francobolli sono stampati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato SpA, in rotocalcografia su carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco); formato carta e formato stampa: 48 x 40 mm; formato tracciatura: 54 x 47 mm; dentellatura: 9 effettuata con fustellatura; colori: cinque.1 punto
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Medicina e Chirurgia... e faccio il medico! vero, un bel mistone di studi e professioni... La numismatica è una passione trasversale, a quanto pare!1 punto
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E' l'eterno dilemma che si presenta quando una moneta, sicuramente non circolata, e a mio parere questa è non circolata... presenta dei segni di contatto dovuti a caduta durante la coniazione oppure, conservata male, nel tempo, non come facciamo noi adesso che la adagiamo nel vassoio di velluto con la coperta di cachemire😉. A mio parere la moneta è FDC con piccoli colpi.1 punto
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Buongiorno, ha già postato questa moneta per avere notizie a riguardo e le hanno dato anche delle risposte, credo sia inutile riproporla, a meno che volesse postarne una differente, saluti F.P.1 punto
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Il peso è la forza di gravità su una massa e la relazione fra le due grandezze espressa dalla seconda legge di Newton è F = m•g dove F è il peso, m la massa e g l’accelerazione gravitazionale, cioè l’accelerazione prodotta dalla forza di gravità sulla superficie di un pianeta. Assumendo 9,81 m/s² come valore normalizzato dell’accelerazione sulla Terra, il peso in newton (simbolo N) sul nostro pianeta si ottiene moltiplicando 9,81 m/s² (= 9,81 N/kg) per la massa in chilogrammi. Quindi potremmo aggiungere alla tabella anche la colonna dei pesi delle monete in newton moltiplicando le rispettive masse per 0,00981. apollonia1 punto
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Bellissimo video e complimenti a @tempolibero per tutto quello che fa e anche per aver divulgato il nostro Gazzettino anche al Memorial Correale !1 punto
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la foto non mi sembra essere ottimale... ci vorrebbe una migliore definizione dell'immagine... forse l'obiettivo era troppo lontano dalla moneta nonostante l'ingrandimento..1 punto
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Nella pizza c'è mancato poco ci finisse tutta una mazzetta da 500 Pesetas del 311 punto
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Bene ragazzi. Direi che è il momento di iniziare a pubblicare i nostri acquisti di questa edizione di Novembre del Veronafil. Che ne dite? Oggi è stato il primo Giorno e io ne ho approfittato per fare un giretto e cominciare a vedere cosa prendere domani. Nel frattempo mi sono portato a casa un biglietto della cassa veneta dei prestiti da 10 lire. L’ho cercato da più parti e purtroppo ho dovuto costatare prezzi veramente molto alti (non solo di questo biglietto ma un po’ di tutte le banconote esposte). Alla fine ho trovato un compromesso tra qualità e prezzo . A domani per nuovi acquisti (Si spera 🤪)1 punto
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O si è rovinato il conio per usura (più plausibile), oppure "qualcosa" si è interposto tra conio e moneta.1 punto
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Sì, anch’io ho il “Les Monnaies Napoléoniennes” e so bene che sono riportate praticamente tutte le monete coniate in Europa dal 1795 al 1815, fatta eccezione per Inghilterra, Austria, Prussia, Russia e loro alleati. Secondo me, da un punto di vista prettamente storico, Maria Luigia non è una napoleonide e credo di averne spiegato ampiamente le ragioni. Se poi si continuerà a classificarla come tale, non posso farci niente… Lo scopo della discussione non è attuare una piccola rivoluzione copernicana in ambito numismatico ma chiarire la mia posizione su questo tema (peraltro mai trattato sul forum, almeno da quel che mi risulta). Ciò che mi auguro è che quante più persone possibili, leggendo quanto scritto, provino a ragionare di testa propria, scrollandosi dalle spalle decenni di consuetudini consolidate. Poi si può essere d’accordo o meno con le mie conclusioni ma l’importante è sempre ragionare da un punto di vista storico e non rifacendosi alle tradizioni tramandate numismaticamente di generazione in generazione.1 punto
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Qui trovi tutto: https://eurocollezione.altervista.org/_Prezzi_Emissione_Vaticano.htm1 punto
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Buonasera @VALTERI, Innanzitutto grazie per la considerazione. Non possiedo il testo sulla monetazione di Metaponto di Sydney Philip Noe purtroppo, ma la parte I (1927) e II (1931) sono consultabili online ai link seguenti: https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=inu.30000092058902&view=1up&seq=5 https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=inu.30000104994359&view=1up&seq=7 Qui la terza parte di Ann Johnston del 1990: http://numismatics.org/digitallibrary/ark:/53695/nnan4380 In attesa delle osservazioni di chi meglio di me conosce le serie metapontine incuse, esprimo alcune considerazioni. In generale è una moneta davvero particolare, che racchiude in se elementi oggettivi che il Noe (ormai quasi un secolo fa) assegnava a due classi di monete distinte tra loro. 1 - Le due piccole foglie (brattee) visibili alla base della spiga al dritto del pezzo Leu appartengono solamente alla classe I (1-36), quella più antica delle serie incuse. Le successive non presentano questo particolare. 2 - Il diametro dichiarato da Leu, se confermato essere 26 millimetri, corrisponde a quello di esemplari di modulo ridotto, che non compaiono prima della fine delle classe IV (che copre i numeri 85-99) e che comunque diventa “standard” solo nelle classi da V a VII, vale a dire poco prima del passaggio alle emissioni a tondello stretto e spesso (classe IX). Noto inoltre alcuni aspetti curiosi oltre i singolari 6 punti al rovescio. Ad esempio al dritto sembrerebbe essere visibile una parte di resta non collegabile a nessun chicco della spiga (in basso a sinistra). E non mi sembrerebbe probabile che il lieve scivolamento di coniazione visibile in diversi particolari abbia creato uno scostamento così pronunciato solo in quell’area, forse è un difetto causato dalla pesante pulizia di cui parla il catalogo di vendita (?). E quella traccia curvilinea nel campo a sinistra, sempre al dritto? Difetto, frattura, o che sia il resto di un simbolo (delfino?)? Tracce di un qualche sottotipo da ribattitura? La pulizia eccessiva non aiuta, anzi fa porre interrogativi ulteriori, come le tracce di “limatura” tra ore sette ed ore otto al bordo del dritto. Venendo al dunque, dei sei globetti in rilievo al rovescio mi pare Noe non li menzioni. Leggendo però la sezione del testo sulle tecniche produttive e sulle alterazioni dei conii non ho potuto fare a meno di pensare se essi non avessero un qualche fine pratico. Sembrerebbe di intuire una qualche sagoma intorno ad essi, ma non mi sentirei di azzardare ipotesi, rischierei di cadere nella pareidolia e potrei essere ingannato dalla pulizia delle superfici. @dracma che ne dici?1 punto
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