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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/02/22 in tutte le aree
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vi è raffigurata una lancetta o meglio fiamma, strumento chirurgico usato da medici e veterinari. Le lame potevano essere di diversa fattura. Questa è mia.5 punti
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Buonasera, Aggiungo un nuovo capitolo a questa breve rassegna di monete le cui vicende storiche recenti si ammantano di nebbie. Come temporanei mantelli esse si sollevano davanti allo sguardo che non arretra, se gli incerti raggi la ricerca affonda nel bianco opaco dell’oblio. Tendo a dimenticare che non di sole monete vive un numismatico e lo studio delle provenienze serve da stimolo a rammentare che ci sono persone dietro l’oggetto fisico. Siano essi antichi tiranni o capi democratici, uomini di scienza o cinici mercanti, collezionisti umili o facoltosi, eredi di grandi tradizioni o nomi altrimenti sconosciuti, che importa? Mi chiedo, sempre: chi erano costoro? Il più delle volte è difficile se non impossibile dare un volto ed un nome a tali individui, ma succede che l’eccezione si ripesenti, che la moneta in sé ci porti a ripercorrere le vite di chi la frequentò, prima di separarsene. Oggi un didrammo di Akragas mi dá modo di accennare ad un padre ed un figlio, commercianti numismatici, provenienti da una lunga e fiorente tradizione familiare nel settore. La moneta appartiene al terzo gruppo del periodo I della monetazione di Akragas (488/485-480/478 a.C.). Essa proviene quindi da una fase di riorganizzazione della zecca connotata da un signicativo incremento della produzione (ben rappresentato da un maggiore numero di combinazioni di conii rispetto al gruppo precedente, 84 contro 65), da un miglioramento nella qualità artistica delle incisioni e da un un maggior equilibrio in riferimento ai pesi teorici. Non solo questi particolari, ma anche la datazione di ritrovamenti come il Gela Hoard del 1956 portano, appunto, a posizionare cronologicamente questa fase produttiva nella prima metà del periodo della “tirannide illuminata” (488-472 a.C.) dell’emmenide Terone. Quando Akragas raggiunse l’apice del suo potere, sottomettendo Himera (483/482) ed infliggendo una rovinosa sconfitta alle forze cartaginesi nei pressi di quella polis (480), grazie all’alleanza con la Siracusa del genero Gelone e ad altre forze dei sicelioti giunte in aiuto. La moneta, venduta nella recente asta Künker 376 al lotto 4293, é classificabile come Westermark 167, più precisamente sono giunto alla conclusione che si tratti dell’esemplare 167.8, cosa non notata da Künker: ex asta Felix Yoel Schlessinger 13 lotto 220, del 1935 a Berlino (doppi del museo dell’Hermitage di San Pietroburgo), ex asta Waldemar Wruck 20 lotto 22, del 1970 a Berlino ed ex Schweizerischer Bankverein 38 lotto 44, del 1995 a Zurigo. Anche se purtroppo non ho potuto verificare le ultime due provenienze sarebbe un gradito apporto se qualcuno possedesse i relativi cataloghi e volesse condividerne immagini e note di catalogo. Alcuni elementi della descrizione tratta da The Coinage of Akragas mi hanno fatto inizialmente dubitare: il peso noto di 8.00 grammi contro gli 8.09 dichiarati da Künker e la menzione di una leggera doppia battitura del rovescio col granchio. Se il peso può essere giustificato da una lieve imprecisione della bilancia usata nel 1935 (il peso allora dichiarato era appunto 8 grammi), più difficilmente si può spiegare la doppia battitura che non pare per nulla evidente, ancorché leggera. La motivazione può essere, paragonando l’immagine del calco in gesso della moneta nel catalogo di Schlessinger con la foto di Künker, che fossero dei depositi di ossido/patina a dare una tale impressione, e che gli stessi siano stati successivamente rimossi/alterati con una pulizia/restauro professionale per migliorare l’aspetto. Le aree interessate sarebbero in questo caso quelle sottostanti gli arti di sinistra del granchio, anche se il dritto parrebbe essere stato ugualmente oggetto di una qualche pulizia (vedi dorso del rapace e la zona tra la N dell’etnico ed il bordo). In alternativa potrei ovviamente pensare ad un qualche genere di difetto/artefatto visivo generato in fase di produzione del calco in gesso. A convincermi definitivamente della effettiva corrispondenza dell’esemplare in questione con il Westermark 167.8 sono alcuni difetti superficiali (perfettamente corrispondenti) presenti sotto e nel campo a sinistra delle zampe dell’aquila al dritto, nonché la rientranza presente al bordo del tondello da ore sette ad ore dieci sempre del dritto. Vedi foto. Ma, non mi sono dimenticato, chi erano il padre ed il figlio di cui facevo cenno in apertura? Sono Felix Yoel Schlessinger (1879-1944) e Max Mordechai Schlessinger/Mark Salton (1914-2005), entrambe di religione e cultura ebraica, il primo tragicamente assassinato insieme alla moglie Hedwig dai nazisti nel campo di sterminio di Auschwitz ed il secondo rocambolescamente salvatosi dal medesimo destino (come la futura moglie Lottie) per poi emigrare negli Stati Uniti d’America e cambiare nome in Mark Salton. Provengono da quella che fu una delle più grandi “dinastie” di numismatici commercianti tedeschi, dalla famiglia Hamburger a quella Schlessinger. Potrei scrivere molto su di loro, ma siccome quanto potrei riassumere proviene da una brochure (termine che temo suoni troppo restrittivo al lettore italiano, sono 116 pagine con la copertina) ad opera di Ursula Kampmann dal titolo “Origins of the German Coin Trade: the Hamburger and Schlessinger families”, vi rimando a questa stupenda lettura densa di dati e profondi significati, per scoprire chi erano queste persone, come funzionava il mercato numismatico tedesco nella prima metà del ‘900 e per ricordare, come cita il testo: “Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo”. In eterno aggiungo io.. La brochure ed una versione podcast sono disponibili sul sito di Künker, ma li allego in link, per comodità, di seguito insieme ad una conferenza online sul medesimo argomento pubblicata dalla American Numismatic Society, tutto rigorosamente in inglese, purtroppo per chi non lo legge o comprende: https://www.kuenker.de/data/kataloge/Kuenker_Broschuere_Salton-Collection_en.pdf Prima delle immagini del didrammo un’ultima considerazione personale, un po’ “romantica” se volete. A me pare davvero un felice segno del destino che proprio mentre Künker (in collaborazione con Stack’s Bowers Galleries) sta offrendo al mercato la collezione di Mark Salton/Max Schlessinger e della moglie Lottie, una delle monete che Padre e Figlio avevano posto in vendita 87 anni orsono faccia capolino, non notata, nella medesima serie di vendite. Come a dirci che i legami umani superano, coraggiosamente, i limiti dello spazio e del tempo, che ciò che è stato separato una volta tornerà ad unirsi ancora. Ciò che gli esseri umani dimenticano, le monete continuano, silenziosamente, a portarlo con loro.. ed a raccontarcelo se le ascoltiamo attentamente. https://www.kuenker.de/en/auktionen/stueck/3344304 punti
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la cosiddetta patina deserto è una delle più facili da riprodurre artificialmente e copre molte imperfezioni, soprattutto esalta i rilievi anche bassi.... con questo non dico siano tutte false...ovvio3 punti
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Cari amici come promesso condivido il primo dei tre lotti aggiudicatimi all’asta 2 Nomisma Aste della scorsa domenica 23 ottobre. Siamo al lotto 997, piastra del primo anno di pontificato di Innocenzo XI, al secolo Benedetto Odescalschi, Como 16 maggio 1611, Roma 12 agosto 1689, 240mo papa della Chiesa cattolica, proclamato beato da Pio XII nel 1956. L’esemplare pesa 32,09 grammi per 44,6 mm di diametro e non presenta segni di usura. Si scorgono ancora fondi brillanti su una marcata patina d’epoca al D, meno decisa al R. Niente appiccagnoli, flan ampio e regolare, nessun graffio di conio o successivo, qualche lieve screpolatura solo al R sul braccio di San Matteo. La rappresentazione al rovescio secondo me è affascinante. Non è una delle piastre rare, secondo il Muntoni, che la classifica al n. 41, ma non me la sono lasciata sfuggire per la notevole qualità. Buona serata a tutti2 punti
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Salve, condivido questo esemplare di Osella, coniata nell'anno 1690 sotto il "Peloponnesiaco" Doge Francesco Morosini (https://www.francescomorosini.it/). Secondo il Werdnig (edizione italiana) l'avvenimento illustrato in quest'Osella si verificò nell'anno 1689, un anno prima della data impressa sull'Osella. In quel periodo, era Papa Alessandro VIII, un veneziano della nobile stirpe degli Ottoboni. "Onde istigare i veneziani a continuare la guerra" contro gli "Infedeli", Papa Alessandro VIII inviò il 6 maggio 1689 un "dono d'onore" al Doge, "costituito da una spada consacrata e da una berretta", doni che i papi usavano fare solo a principi che si fossero distinti a pro della Chiesa nella battaglia appunto contro gli Infedeli. La solenne consegna dei doni avvenne nella Chiesa di San Marco. In un certo senso, quindi, il Morosini "onde mostrarsi grato nei riguardi" del Papa Alessandro VIII, fa sì che nell'Osella fosse riportata la legenda in oggetto che -sempre nell'edizione italiana del Werdnig- viene tradotta in "Il vittorioso non gioisce di altra lode". In punto, il Jesurum traduce la legenda invece in questo modo: "D'altra lode non gode la vittoria". Dalle notizie ricevute, la berretta è andata persa, mentre la spada, istoriata con lo stemma del Doge e la legenda dorata "ALEXANDER VIII PONT MAX" e "PONTIFICATVS SVI ANNO I", nonché la cintura, sarebbero custodite ancora oggi (a detta del Werdnig) nel "Tesoro di S. Marco". E veniamo al "Tesoro di S. Marco". Da "Il tesoro di San Marco in Venezia" illustrato da Antonio Pasini, leggiamo che si dovrebbe trattare del c.d. "Stocco del Peloponesiaco", uno spadone d'onore, lavorato a Roma nell'anno 1689, che fu appunto benedetto da Papa Alessandro VIII. È tutto (eccetto la lama) d'argento dorato con ricchi fregi, con angelini e stemmi del pontefice, tanto sull'elsa quanto sulle due facce della guaina. L'elsa crociata, alta cinque decimetri e poco meno larga, ha nel pomo due angioletti, i quali tengono le chiavi apostoliche. Sulla lamina d'acciaio, bellamente adorna ma a mezzo irrugginita, leggesi da una parte: ALEXAND. VIII. PONT. MAX. e dall'altra : PONTIFICATVS. SVI. ANNO. I. La lunghezza totale dello Stocco è di metri uno e settantatrè centimetri; quanto al peso, raggiunge i nove chilogrammi e mezzo. Una fascia di seta rossa, strariccamente ricamata in oro e con grande e bella fibbia, alta sei centimetri e lunga decimetri diciotto, dovrebbe essere la cintola da cui penderebbe Io stocco, se vi fosse uomo atto a portarlo al fianco. Il lavoro si risente dell'influenza del secolo nel quale si faceva. Non è presente la Lettera, con cui Papa Alessandro accompagnava il dono all'eroe Peloponesiaco. Nel testo illustrato dal Pasini si dice che "è proprietà degli eredi della contessa Loredana Gatterburg-Morosini". Chissà oggi!! Ancora sullo Stocco e sul Pileo in ripresa dal Pasini: Saluti. P.S.: L'esemplare raffigurato in discussione si riferisce al Lotto 908 Nomisma Aste Srl.2 punti
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Con quel diametro non è un birr ma un gersh (un sedicesimo di birr) di Menelik II (1903) come giustamente segnalato nel precedente post #22 punti
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In questi periodi, @ZuoloNomisma, la tolleranza sul peso di ogni singola moneta è molto variabile, contava il numero di pezzi prodotti con un Marco, penso che il peso il mio amico @durous Éric non abbia problemi a fornirlo, ma in questo singolo caso penso, non avendo visionato la moneta in mano, che si tratti di un tondello stretto, e probabilmente anche leggero perché non mi pare dovuta ad usura la mancanza di impronta centrale sia al diritto che al rovescio, ma a una debolezza di conio, visto il bel rilievo che hanno le lettere delle legende...2 punti
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Ciao, a me ricorda una moneta che ho vista solo disegnata sul MIR: il denaro di Astorgio I Manfredi per Faenza!2 punti
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I volumi che ti riferisci sono: COLLEZIONE JOHNSON DI MEDAGLIE, 3 volumi, riporto la scansione che avevo mandato in privato Purtroppo la foto della medaglia anche sul volume non è delle migliori.2 punti
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Ave Novembre! Nono mese dell'originario calendario romano, poi divenne l'undicesimo, ma mantenne (insieme a settembre, ottobre e dicembre) la denominazione legata alla numerazione. Durante il mese si festeggiavano gli importantissimi ludi plebeii, dal 4 al 17 novembre, sia ludi scaenici (teatrali) che atletici, sotto il patrocinio degli edili plebei, probabilmente nel Circo Flaminio, costruito da Gaio Flaminio nel 220 a.C.; successivamente si teneva una festa di Giove, l'Epulum Iovis, con parate di cavalleria e dei ludi circenses, ossia corse di carri. Il 24 invece si festeggiavano i Brumalia, che duravano un mese fino ai Saturnalia. Era sostanzialmente una festa che introduceva al periodo invernale, ricca di auspici per il periodo che stava arrivando. Tratto da https://www.facebook.com/storieromane Ciao Illyricum2 punti
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Visto che si parlava altrove di "patina deserto", cito una nota di Lars Ramskold che riporta come questa moneta dia passata dal 1500 $ a 5900 $ grazie a una patina deserto applicata con i metodi a colla...che citavo che bella patina deserto.... chissà da dove viene la moneta??? Scrive Lars: Imagine that a poorly preserved coin is sold for USD 1,500. The buyer then applies a thick artificial patina to hide the corroded surface and made to mimic sandy patina (aka Syrian patina). Imagine that the artificial patina is made of sandy patina scraped off from genuine coins and then made into a glue which is painted on the corroded coin. Imagine that the price is now raised from USD 1,500 to USD 5,900. Do collectors still want the coin with the fake patina if they know what the coin really looks like? The coin posted here is now for sale. The upper photos are from the Heritage auction 21-22 Jan this year. The lower photos show the same coin as it is being offered now by a well-known seller. The seller does state “earthen patina applied”, which is true. The quality is given as “Choice VF” which is in any case very subjective. DA NOTARE che nella medesima discussione, un utente dice "I don't think the "enhanced" patina is terrible or criminal" ... e io qua dico !!!!!!!!!!!!!!!!! un altro: "I agree with previous posters here that nothing criminal or fraudulent occurred in this situation. The dealer did disclose that a desert patina was applied in modern times" senza calcolare che alla seconda vendita questa nota già si perderà....1 punto
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Salve. Dopo i tarì 20 grana con doppio punto pubblicati un paio di giorni fa, oggi condivido questo tarì, ancora del 1798, con doppio punto in verticale dopo FERDINAN. Superfluo dire che sarei grato a chi possiede un esemplare simile se lo postasse. Richiesta, purtroppo, che già in precedenti occasioni è caduta nel vuoto, probabilmente per l'esiguo numero di esemplari in circolazione. Rocco, constato che tu sei sempre molto attento nella contabilità delle monete rare, sei bravissimo. Di questa ( o di quelle pubblicate ieri l'altro ) sai darmi qualche indicazione? Eventualmente, qualche altro collezionista saprebbe fornirmi notizie al riguardo? Io ho verificato che un tarì 20 grana 1798 identico al mio si trova riportato in un intervento di Genny alla pagina 1 delle " Rarità delle aste per Ferdinando IV ", anno 2019. Sono graditi anche giudizi ed opinioni sulla moneta in oggetto. Grazie. Un caro saluto a tutti.1 punto
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Domando scusa per la mia totale ignoranza in problematiche più "collezionistiche": la mia conoscenza diretta di monete deriva prevalentemente dal periodo universitario o postunversitario, quindi trattavasi di monete da scavo ufficiale. Nelle pubblicazioni scientifiche spesso le monete vengono postate in bianco e nero con buona pace dei bellissimi colori che spesso possono avere. Al contrario buona parte dei cataloghi - almeno più recenti - sono a colori. E, proprio spulciando cataloghi di aste, mi sono imbattuto in alcune monete ostrogote enee con patina deserto. Cito solo un paio di esempi (NAC 75, 2013.lot 418) Roma Numismatics E-sale 101 2022 lot 1552 Pertanto le opzioni possono essere: Pur essendo di produzione "italica" sono state ritrovate "altrove" in ambiente atto alla formazione di tale patina (*). quindi provengono dal vicino oriente con buona pace dell'areale di circolazione (magari finite in oriente in tasca a qualche soldato di Belisario)? La patina deserto si può formare anche sul territorio nazionale? La patina è falsa Che ne pensate? (*) PS... sapete se esiste un testo/articolo che parli della formazione delle patine e, eventualmente, della loro distribuzione geografica? Grazie. Vel. SCIO ME NESCIRE1 punto
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Un esemplare di stile e qualità eccezionali è stato battuto più di venti anni fa alla Leu Auction 81. apollonia1 punto
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Chiedo scusa ad @avgvstvs che mi aveva citato, ma ho rimandato a dopo ed il dopo è diventato un giorno... @tigro moneta rara ed interessante! Come ti hanno già scritto si tratta di una moneta di Montanaro, coniata dagli abati dell'abazia di San Benigno di Fruttuaria, in questo caso da Ferdinando Ferrero ultimo abate della famiglia dei Ferrero/Fieschi . La moneta è un soldo, io non l'avevo ancora mai vista, mi è capitato di vedere solo dei quarti di Ferdinando.. Ti allego una foto del mir che scheda la tua moneta al numero 875.1 punto
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Infatti, stesso conio. Ma non significa nulla. A questo punto mi piace precisare il mio pensiero. Magari sarà condiviso da nessuno, però, visto che mi gira per la testa, è meglio che lo tiri fuori. Le foto accostate da Alberto mostrano che i due punti sono delineati ed impressi in modo chiaro e ordinato, dando l’idea di essere stati sistemati lì per conseguire un obbiettivo ben preciso. Potrebbero essere riportate foto di varie altre monete, principalmente del 1798, con i due punti ordinatamente presenti in legenda. Il problema vero, secondo me, è decidere se i due punti ( in orizzontale o in verticale ) vogliamo considerarli una” variante” utilizzata dall’incisore per “segnare” le sue monete oppure no. Non possiamo, anche quando tutto appare alquanto chiaro ed evidente, ritornare ogni volta al discorso del possibile malfunzionamento del conio, al discorso dei possibili o probabili esuberi. Battendo questa strada, i dubbi potrebbero essere estesi a tante altre monete ed una buona parte di esse, oggi considerate rare o molto rare, dovrebbero essere declassate. Faremmo meglio, secondo me, ad allinearci a quanto deciso dagli studiosi, altrimenti rischiamo solo di creare confusione. Estendo a tutti un caro saluto.1 punto
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buonasera, posso solo dire che si tratta di un birr etiope non riesco a capire se l'imperatore raffigurato è l'ultimo in ordine cronologico, ovverossia Hailè Selassiè (nato nel 1892 morto nel 1975) oppure Menelik secondo (io propendo per quest'ultimo) in questo caso il periodo va dal 1889 al 1913. Mi dispiace non poterti aiutare di più ma sicuramente ci sarà che saprà darti informazione più esatte1 punto
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E' un gersh Etiope di Menelik. La data non si vede benissimo, ma dovrebbe essere EE1895 corrispondente al nostro 19031 punto
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@fapetri2001 a me sembra autentica, è attribuita alle prime emissioni cartaginesi in Sicilia periodo 370-310 BC al dritto Tanit o Core come sembrano più orientati oggi gli studiosi. Ne esistono con globetti in numero e in posizioni diverse sia al dritto che al rovescio, al rovescio ne esiste una emissione anche con la lettera ALEPH e una con il simbolo del caduceo. Per informazione la successiva emissione con al dritto Trittolemo tra spighe e cavallo al galoppo al rovescio è spesso ribattuta sull'emissione Tanit/Core con al rovescio cavallo con dietro palma che hai postato. Attribuita alle prime emissioni siciliane, oggi, considerata la numerosità di tali emissioni anche in relazione ai siti di ritrovamento, le diversità di stile e di peso si ritiene che ci fossero diversi stabilimenti di produzione (Sardegna, Nord Africa escluderei il territorio spagnolo in quanto pur esistendo antiche colonie fenice (Gadir, Malaca ecc ) il periodo di occupazione cartaginese è successivo. Il Pmedio della emissione con i tre globetti al rovescio come nell'esemplar e postato e per i quali non si sa il significato (simbolo di produzione?, asterismo ? personalmente escluderei il simbolo di zecca come qualcuno azzarda) su un campione di circa un centinaio di esemplari catalogati da aste, musei ecc di 2,77 grammi con un range da 1,17 a 4,19 gr, L'emissione con i tre globetti come nell'esemplare postato è abbastanza comune.1 punto
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Buonasera a tutti, @Rocco68 @Releo vi leggo, cerco di imparare qualcosa, io non mi sono ancora fatto idee al riguardo, ma certamente mi incuriosiscono sia i due punti , di qualsiasi natura siano, sia la " casualità " legata al 1798. Credo possa essere utile riportare qui in discussione anche la foto dell'esemplare del post 25 pag.1 della Discussione sule Rarità dalle Aste per Ferdinando IV di @gennydbmoney. Lo ripropongo affiancato a quello della presente discussione. Saluti Alberto1 punto
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Cito testualmente il Cudazzo (Una nuova luce sulla monetazione Sabauda, pag. 587, Ed. Numismatica Varesi): "Esistono degli esemplari datati 1800 e 1801, in rame, ma quelli noti finora risultano tutti dubbi riguardo l'autenticità a causa dello stile molto rozzo delle raffigurazioni e delle lettere delle legende." I Soldi 7,6 del 1800 coniati in mistura (200/1000), furono placcati in argento su un tondello di rame come è possibile vedere nell'esemplare che allego:1 punto
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Preferisco non giudicare da foto. E' perché ha saputo di essere autentico. Non è "sostenibile" e nemmeno "inclusivo" ma quando ha visto la luce queste baggianate non erano importanti.1 punto
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Per me buona. Il Redentore e le stelle sono molto simili ai coni di Andrea Contarini. Quindi questo ducato potrebbe essere fra i primi emessi durante il dogado di Venier. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Il peso corrisponde, non mi pare rientri nei falsi censiti in questo forum, pare coniato...tuttavia non mi convince lo stile, in particolare del rovescio...mi lascia dei sospetti per quel che si puo' giudicare da una foto...attenda anche i pareri di altri utenti del forum...saluti!1 punto
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Concordo. Una moneta anche molto rara, Peccato per la conservazione. Dovrebbe essere il nr. 70a del volume della Travaini sulla monetazione normanna. Allego il disegno.1 punto
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Sembra che i rilievi siano scomparsi lasciando i buchi sotto alle lettere....1 punto
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Credo che in ogni caso un parametro fondamentale per definire se una moneta sia tosata o coniata su un tondello poco rifinito sia il peso... E qui questa informazione manca...1 punto
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Beh... la rasatura su questo esemplare è notevole, quindi la diminuzione di peso ci sta mancando quasi tutta la corona circolare esterna alla perlinatura1 punto
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DE GREGE EPICURI Moneta molto interessante, e credo non comune o rara. Mentre i viaggi di Adriano nelle Provincie possono essere quasi tutti datati con precisione, credo sia più difficile collocare esattamente questa, e sapere quale viaggio concludeva. E lo stesso vale anche per molti "Adventus" di altri imperatori, come Settimio Severo e Probo (alcuni però sono stati datati).1 punto
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Perché? Avevi perfettamente inquadrato il problema e ventilato ipotesi potenzialmente corrette . Basta un po' di buonsenso un minimo di approfondimento e il tuo pensiero ha la stessa dignità di quello di chiunque altro.1 punto
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Oggi, per la prima volta, ho ricevuto di resto 10 centesimi italiani del 2022. Detto per inciso, sto notando che anche in Italia ultimamente si è verificata un'accelerazione notevole nell'utilizzo del "denaro di plastica" in tutte le attività commerciali; anche per pagamenti di modestissima entità ormai è diventato normale utilizzare le carte di credito. Questa è probabilmente una delle ragioni per cui si fa sempre più fatica a trovare in circolazione le monete emesse negli ultimi 3 anni (che in gran parte restano inutilizzate nei rotolini). Per quanto riguarda invece la questione dell'arrotondamento (solo per i pagamenti in contanti), si sta procedendo con maggior lentezza, e noto che molte attività commerciali non si sono ancora adeguate (e da questo punto di vista siamo ancora lontani dalla situazione riscontrabile -ad esempio- nei Paesi Bassi), il lato positivo è che questo "ritardo" permette alle monetine da 1 centesimo e da 2 centesimi di continuare a circolare copiosamente1 punto
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Il buon vecchio @Franks ama dilapidare le proprie sostanze pescando nel vasto mare della rete: egli è mosso dal demone del collezionista neofita e a nulla è servito ogni mio tentativo di ricondurlo sulla retta via. Preghiamo per lui.1 punto
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Confermo, quest'anno dovrebbe essere il 2564 buddhista, quindi il 2465 è esattamente 99 anni fa...1 punto
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“Motum Animat Spes “ nel 1915, o in versione dannunziana “Memento Audere Semper” nel 1918. Esortazione che anche il più umile ricercatore o studioso (ancorché privatamente) dovrebbe senza faziosità fare propria. Parto di qua, poiché la fortuna mi ha donato un ulteriore piccola possibilità di vedere oltre il velo nebbioso del passato recente, senza attendere altri due anni, concedendomi di aggiungere un post ed una moneta a questa discussione sulla scorta di quanto sopra. Era proprio nel 1918, anno della Beffa di Buccari cui parteciparono i MAS, che veniva barbaramente ucciso Samuel-Jean Pozzi, ginecologo di fama internazionale e collezionista di monete greche con pochi eguali. Tre anni dopo la collezione Pozzi venne venduta nella prima asta Naville come descritto nella discussione allegata qui di seguito. Una moneta proveniente dalla fu collezione Pozzi ha un pregio nettamente superiore a quello delle raccolte di origine dei due precedenti esemplari di questo topic, ma non è il punto di origine o la meta a dare senso al viaggio di ricerca, esso risiede nel viaggio stesso infatti, nei preparativi. Mancando ancora un corpus sulle emissioni di Selinos (ancora in preparazione quello di Carmen Arnold-Biucchi?) mi trovavo a setacciare il web in cerca delle emissioni tardo arcaiche di questa zecca per analizzarne l’evoluzione stilistica nella rappresentazione della foglia di selinon, emblema parlante della più occidentale delle grandi poleis siceliote. https://castelvetranonews.it/notizie/ambiente/parliamo-di/la-storia-del-selinon-la-pianta-che-diede-probabilmente-il-nome-all-antica-citta-di-selinunte/ Mi riferisco a quegli esemplari di didrammi selinuntini dove al rovescio il quadrato incuso a sezioni geometriche venne progressivamente sostituito da un incuso sempre quadrato ma contenente un’altra foglia di selinon come al dritto, successivamente accompagnata anche dalle prime quattro lettere dell’etnico ΣEΛI . Il numero assai elevato di conii utilizzato a Selinos e la maggior durata (rispetto a Gela e Akragas) per le emissioni di didrammi arcaici fino alla fine del primo quarto del V secolo a.C. permette infatti di osservare un’eccezionale e dettagliata evoluzione, da raffigurazioni marcatamente stilizzate a foglie di aspetto decisamente più naturalistico. Selinos cominciò a battere moneta forse per prima in tutta la Sicilia, nel corso del terzo quarto del VI secolo a.C. . Le emissioni con foglia di selinon anche al rovescio sono pertanto databili approssimativamente ad un periodo compreso tra il primo gruppo del periodo I di Akragas (510 a.C. circa) ed il periodo della battaglia di Himera del 480 a.C. Purtroppo, ripeto, la mancanza di un corpus sulla monetazione di Selinos pone molti limiti e non permette di essere più precisi, anche se la Professoressa Arnold-Biucchi nello scritto sul Selinus Hoard pubblicato nel 1988 e nel suo apporto al Florilegium Numismaticum (scritti in onore della professoressa Westermark) qualche indicazione di massima la aveva concessa. Ma veniamo alla moneta che mi porta ad arricchire questo topic. Nel catalogo Naville 1 del 1921 al lotto 537 viene descritto un didrammo pesante 8,79 grammi della tipologia di cui scrivevo sopra dove veniva indicata la presenza delle lettere ΛI in basso a sinistra del dritto, non del rovescio (!). Cosa assai strana mi dicevo, mai visto nulla del genere. Osservando l’immagine del lotto nelle tavole della vendita della collezione Pozzi in effetti si vedono dei tratti, ma nel valutarli nel complesso della moneta mi parevano potenziali segni di usura (fratture di conio?) compatibili con l’apparente stato di consunzione avanzata del conio di incudine. Che fare mi chiedevo, riposare e riflettere oppure osare, e andarmi ad infilare in un ginepraio di immagini sparse sul web senza la guida di un corpus come quelli di Gilbert Kenneth Jenkins e Ulla Westermark, alla ricerca di altri esemplari con immagini digitali chiare? Non era il momento “mistico” dei sogni ahimè, senza un “testo sacro” a illuminare la via non restava altro che consumarsi gli occhi raccomandandomi alla buona sorte. Ero pronto a percorrere una strada che si perdeva all’orizzonte ed invece.. dopo neanche mezz’ora ero già arrivato ad un finale inaspettato, di nuovo. E di nuovo fortunosamente. Una risata, un’esclamazione di incredulità, davanti alla schermata di acsearch da cui ero partito per la ricerca. Già, non ci credo quasi neanche adesso, dopo ore. No, non era una moneta simile, neanche un altro esemplare dagli stessi conii. Stavo ammirando una foto digitale dell’esemplare della collezione Pozzi il cui calco fotografato sulle tavole del catalogo d’asta mi faceva porre tanti interrogativi. Ma non era finita. Non molto tempo dopo la gioia del momento si riverberava ancora su un secondo passaggio in vendita proprio dello stesso esemplare, ancora una volta del tutto negletta l’origine dalla vendita del 1921. Che cosa triste sarebbe non sapere e non cercare la conoscenza, mi dicevo. E pensando questo, un sospiro mi accompagna ancora mentre scrivo qui. Ma è l’ora delle immagini, stavolta non c’è nulla da chiedere, la nebbia svanita, la moneta ed il suo passato recente possono continuare il loro viaggio senza più guardarsi indietro. Ex Lanz 153/97 del 12-12-2011: https://www.sixbid-coin-archive.com/#/en/single/l26978086?text=Selinus didrachme 8%2C79 &companyId=c1100 Ex Nomisma spa 52/4 del 12-05-2015: https://auctions.nomismaweb.com/it/lot/49359/sicilia-selinunte-didramma-foglia-r-/1 punto
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la Massoneria è una associazione che si occupa dell'elevare il proprio IO . Io non vado fiero degli abomini, ma di ciò che rappresenta la Massoneria al livello spirituale per me. Son molti anni che ne faccio parte - posso dirlo di me stesso ma non di altri se siano o meno massoni; precisiamo - e la mia vita interiore è completamente mutata. Purtroppo la Chiesa Cattolica ha messe solo menzogne sui Liberi Muratori. Ho viaggiato molto ed in nessun luogo i massoni sono visto come una minaccia, anzi: come una risorsa. Siamo ben visti in ogni dove ma in Italia no. Chissà perché?1 punto
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Accadde tanto tempo fa, quando quel bimbo rimase folgorato dalla visione del suoi primi tondelli trovati in una misteriosa scatoletta abbandonata in un cassetto… Erano gli anni 80, tutto a colori, come la televisione che per la prima volta gli mostrava Mazinga Z pomeridiano dopo essere stato confinato a fare i compiti per la scuola. La metropoli lo cullava attraverso il logorio della vita moderna di tutti i giorni e di quegli anni. L'abuso del debito pubblico attuato dal governo donava apparente agiatezza un po’ a tutti, nonostante l'inflazione galoppante che fruttava gustose caramelle di resto nei negozi, e anche lui beneficiava inconsapevolmente di tutto ciò. La scatoletta misteriosa gli offriva giornalmente opportunità di conoscenza, e lui cresceva in fretta molto in fretta, forse troppo in fretta. Finchè adolescente e sicuro di aver appreso tutto, cercò nuove emozioni con altro saper, ma senza staccarsi dalla scatoletta. Poi arrivò la consapevolezza, poi arrivarono le delusioni, poi arrivarono i problemi che la vita purtroppo riserva, ma la scatoletta era sempre lì. Da allora la vita gli si mostrò sotto altre sembianze ma nonostante l'amore per la numismatica purtroppo di trovare il suo vero scopo di vita nemmeno se ne parla... Fatti e personaggi sono puramente casuali… ART1 punto
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Sulla base dello stile di scrittura molto simile che probabilmente a quei tempi era di moda, come il gettone della casa di tolleranza della ‘Sora Gina’ di Cagliari porta la firma della tenutaria, così il gettone del campo prigionieri di Genova può portare benissimo le iniziali del gestore dello spaccio interno. Quindi, pur restando in attesa di riscontri, l’ipotesi riportata da piergi00 per la sigla rimane al momento la più accreditata. apollonia1 punto
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