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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/29/22 in tutte le aree

  1. DE GREGE EPICURI Sembra una imitativa del IV secolo. Queste imitative costantiniane e post-costantiniane (come questa) sono state studiate meno dei radiati imitativi, e a tutt'oggi non mi pare esista una "silloge". Solo di alcune è stato individuato il luogo di emissione. Questa a mio avviso potrebbe imitare la "uccisione del cavaliere caduto" della serie TEMP FEL REPARATIO. E' molto evidente la lancia che trafigge il personaggio centrale, e si vede anche una parte del cavallo.
    3 punti
  2. Rocco, io sono partito solo un paio di anno fa o poco più e di monete ad alta alta conservazione non ne ho, al massimo arriverò a SPL. Però ho tante monete particolari, parecchie R3, R4 o anche R5. Tutte di Napoli, a parte qualche pezzo dei Savoia e della Toscana. Non punto a completare delle serie, se capita mi va bene, ma non è un fattore che mi interessa. Nelle monete cerco la rarità, le curiosità, le particolarità , la storia di cui sono state protagoniste. Mi piace studiarle e capirle, anche se non mi resta sempre facile per l’esperienza molto limitata che ho. Certo, se mi capitasse una FDC a condizioni molto favorevoli non mi tirerei indietro, ma mi basta che la moneta sia catalogabile, ben leggibile, almeno un BB o giù di lì. Ho tempo per selezionare e cercare e le mie giornate le passo in gran parte fra nipoti e monete. L’indirizzo che ho dato alla mia collezione probabilmente sarà condiviso da pochi o forse da nessuno, ma è in questo tipo di collezionismo che mi realizzo e trovo soddisfazione . Un caro saluto e buon pomeriggio.
    3 punti
  3. Ho notato l'assenza di una discussione adeguatamente approfondita su un'iniziativa della numismatica italiana e mondiale che a mio avviso è di importanza eccezionale eppure tenuta in una sorta di limbo opaco, o almeno non fatta oggetto di un approfondimento e una discussione consoni alla rilevanza del progetto in questione, mi riferisco alla pubblicazione della collezione reale nella collana materiali del Bollettino di Numismatica, un'opera epocale e di rilievo assoluto, non solo per la numismatica italiana, ma direi per tutta la numismatica medievale e moderna vista l'importanza della collezione in questione, un'opera oltretutto auspicata da anni da grandi voci e maestri della numismatica italiana, penso a Panvini Rosati che dalle pagine dello stesso Bollettino si era speso molto per suscitare iniziative che ampliassero il Corpus e che valorizzassero adeguatamente la magnifica collezione reale, come a Mario Traina che faceva lo stesso dalle pagine della sua Cronaca Numismatica... finalmente questo lavoro, lungo, lento, complesso, ma in costante evoluzione e positivo sviluppo, è partito ed ha intrapreso il suo viaggio con ottimi risultati, sono stati prodotti al momento 67 volumi, tutti disponibili gratuitamente sul sito del Bollettino di Numismatica così come sempre gratuitamente scaricabili in formato pdf, alcuni di questi volumi sono disponibili anche in formato cartaceo a prezzo modico (ovviamente la speranza è che nel tempo tutti i volumi pubblicati possano avere la loro controparte cartacea), sono state trattate zecche di grande importanza e ricchezza produttiva, come Milano, Bologna, Firenze, così come zecche "minori", che hanno prodotto monete per periodi più limitati, interessantissimi a mio parere i volumi dedicati alle zecche bizantine e alle monete della Sicilia Islamica, che trattano in parte una produzione monetale non presente o trascurata a suo tempo nel Corpus, ogni volume, curato da uno specialista nella monetazione specifica di cui tratta, è provvisto di sintetiche quanto preziosissime introduzioni storiche che presentano le tipologie monetali in oggetto con le loro problematiche, seguite poi dal catalogo con schede accurate e provviste di belle foto anche ingrandite, un aiuto fondamentale per l'analisi e lo studio dei materiali. Credo che tutta questa manna vada adeguatamente apprezzata, tenuto conto di tutto il lavoro, spesso oscuro e dietro le quinte, che si sta facendo in merito al suo sviluppo e della fruizione gratuita dei materiali in rete per tanti appassionati che potranno finalmente approfondire la conoscenza di una delle più belle e ricche collezioni di monete mai messa insieme, patrimonio e orgoglio del nostro Paese, un lavoro che una volta completato fungerà da fondamentale complemento e aggiornamento di quel primo monumento scientifico ed editoriale della numismatica italiana che è ancora oggi il Corpus Nummorum Italicorum. Questo post vorrebbe avere il fine di concentrare in tale sede tutti gli aggiornamenti in merito, ovviamente in primis quelli inerenti la pubblicazione di nuovi volumi, ma anche di permettere ulteriori approfondimenti sul tema, anteprime, recensioni, osservazioni critiche sui vari volumi e ogni sorta di riflessione utile all'argomento. Di seguito posto il link del sito dove trovare tutti i volumi al momento pubblicati: https://www.bdnonline.numismaticadellostato.it/materiali/index.do
    2 punti
  4. ...e complimenti a Lorenzo e ad @Arka per il recentissimo nuovo contributo!
    2 punti
  5. grazie a tutti Voi per l'aiuto che prestate a tutti, complimenti
    2 punti
  6. Ciao @Cali. Dovrebbe essere un quarto di Dinar ma a mio giudizio non è siciliano. Sarà di una delle tante zecche del Nord Africa di quel periodo. Non è facile con l'arabo!!!
    2 punti
  7. Il Banco Giro era stato istituito a Venezia nel 1619 al fine di raccogliere depositi, specialmente da commercianti, e di eseguire trasferimenti in partita secondo il sistema dei giri-conto che evitano il trasferimento materiale di valuta. Sono oggi conosciute tre emissioni cartacee, stampate su carta filigranata, su una sola faccia, denominate "CEDOLE", del valore di 10, 50 e 100 ducati da lire 8 per un valore complessivo di 600.000 ducati. Da fonti legislative si conosce l'esistenza della cedola da 500 ducati, mai apparsa sul mercato. Le cedole sono state emesse nel 1798, un anno dopo la fine della Repubblica di Venezia, caduta sotto il dominio austriaco;. Sui biglietti si notano gli stemmi sia della Repubblica (leone di S. Marco in basso) che dell'Impero (aquila asburgica in alto). Il Banco chiuse i battenti nel 1811. Come riporta una nota curiosa del volume “La cartamoneta Italiana, Vol. II edizione 2010”, questa serie di cedole era ritenuta estremamente rara e conosciuta in un paio di esemplari per ogni taglio fino al 1975, anno nel quale un noto numismatico di Asti acquistò un sostanzioso ritrovamento di archivio composto da circa 1200 cedole. Vennero rinvenute circa 500 cedole da 10 scudi, 200 cedole da 50 scudi e 500 cedole da 100 scudi. Questo corposo ritrovamento fece colare a picco le altissime quotazioni di mercato che queste cedole avevano fino ad allora. Per dare un esempio dell’estrema rarità di queste cedole basti pensare che nel 1969, prima del ritrovamento, il museo nazionale di Washington riuscì ad acquistare una sola cedola per una ingente somma. Nel catalogo Bobba del 1976 la cedola da 10 scudi era valutata 65.000 lire mentre la 1000 lire Barbetti con matrice, tutt’ora una delle banconote più rare e costose in assoluto nel panorama della cartamoneta italiana, era quotata 70.000 lire. FONTI: -Lamoneta (sito web) , discussione: “Cedole Veneziane” del 9 gennaio 2007. -Volume “La cartamoneta Italiana, Corpus Notarum Pecuniariarum Italiae. Vol. II “ edizione 2010 di Crapanzano e Giulianini.
    2 punti
  8. Eccole li! Sono arrivate! ps. Finalmente ho completato una serie…
    2 punti
  9. Per adesso sono ancora due ,il terzo sarà, spero,sui falsi .
    2 punti
  10. Voi esagerate alquanto, messere. Lo stampo di siffatti orpelli est puro et innocente diletto turistico atto a generare caratteristica rimembranza europoide de' lochi visitati da' viandanti.
    2 punti
  11. Di fronte a queste nequizie del demonio non resta che: Exorcizámos te, ómnis immúnde spíritus, ómnis satánica potéstas, ómnis incúrsio infernális adversárii, ómnis légio, ómnis congregátio et secta diabólica, in nómine et virtúte Dómini nostri Iesu + Christi, eradicáre et effugáre a Dei Ecclésia, ab animábus ad imáginem Dei cónditis ac pretióso divini Agni sánguine redémptis +. Non ultra áudeas, sérpens callidíssime, decípere humánum genus, Dei Ecclésiam pérsequi, ac Dei eléctos excútere et cribráre sicut tríticum. + Imperat tibi Deus Altíssimus +, cui in magna tua supérbia te símilem habéri adhuc præsúmis; qui ómnes hómines vult salvos fieri, et ad agnitiónem veritátis venire. Imperat tibi Deus Pater +; Imperat tibi Deus Fílius +; Imperat tibi Deus Spíritus Sanctus +. Imperat tibi majéstas Christi, ætérnum Dei Verbum caro factum +, qui pro salúte géneris nostri tua invídia pérditi, humiliávit semetípsum factus obédiens usque ad mortem; qui Ecclésiam suam ædificávit supra fírmam pétram et portas ínferi advérsus eam numquam esse prævalitúras edíxit, cum ea ipse permansúrus ómnibus diébus úsque ad comsummatiónem saéculi. Imperat tibi sacraméntum Crucis +, omniúmque christiánæ fídei Mysteriórum virtus +. Imperat tibi excélsa Dei Génitrix Virgo Maria +, quæ superbíssimum caput tuum a primo instánti immaculátæ suæ Conceptiónis in sua humilitáte contrivit. Imperat tibi fides sanctórum Apostolórum Petri et Pauli ceterorúmque Apostolórum +. Imperat tibi Mártyrum sanguis, ac pia Sanctórum et Sanctárum ómnium intercéssio +. Ergo, draco maledícte et ómnis légio diabólica, adjurámus te per Deum + vivum, per Deum + verum, per Deum + sanctum, per Deum, qui sic diléxit mundum, ut Fílium suum unigénitum dáret, ut ómnis, qui credit in eum, non péreat, sed hábeat vitam ætérnam; cessa decípere humánas creatúras, eísque ætérnæ perditiónis venénum propináre: désine Ecclésiæ nocére et eius libertáti láqueos injícere. Vade, sátana, invéntor et magíster omnis falláciæ (tum 0 Euro, n.d.r.), hostis humánæ salútis. Da locum Christo, in quo nihil invenísti de opéribus tuis: da locum Ecclésiæ unæ, sanctæ, cathólicæ et Apostólicæ, quam Christus ipse acquisívit sánguine suo. Humiliáre sub poténti manu Dei; contremísce et éffuge, invocáto a nobis sancto et terríbili Nómine Iesu, quem ínferi trémunt, cui Virtútes cœlórum et Potestátes et Dominatiónes subiéctæ sunt; quem Chérubim et Séraphim indeféssis vócibus láudant, dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus, Dóminus Deus Sabaoth. V - Dómine, exáudi oratiónem meam. R - Et clámor meus ad te véniat. (Si fuerit clericus: V. Dóminus vobíscum. R. Et cum spírito tuo.)
    2 punti
  12. Buongiorno a tutti, nella recente asta Ranieri 17 é stato esitato al lotto N° 373 un esemplare della moneta all'oggetto per la zecca di Bologna. Classificato indiscutibilmente Muntoni 13, il catalogo "bolognese" giudica la moneta estremamente rara. Nella mia ricerca delle monete dei Camerlenghi non solo non avevo mai visto la muraiola da 2 del 1724, ma in assoluto non l'ho mai censita in nessun catalogo di aste o listini consultati. Come sempre sono graditi commenti e scambi di informazione dagli appassionati delle Pontificie e Zecca Bolognese. Permettetemi di condividere la soddisfazione di mettere in collezione dopo tanti anni un pezzetto inedito alle mie conoscenze malgrado sia MB in una moda sfrenata di altissime conservazioni e Top grading incapsulati...... In attesa di Vs. notizie, buon fine settimana Daniele
    1 punto
  13. Crocifisso, in rame /ottone della seconda metà del XIX sec.- D/ Il Cristo in croce col capo raggiato, sopra il cartiglio con la critta INRI, in basso teschio e ossa decussate.- R/ Scritta al centro "JERUSALEM" contornata da strumenti della passione.- Ciao Borgho
    1 punto
  14. Buonasera Skubydu, questa domanda mi venne fatta diverso tempo fà e spiegai come spiego ora a Lei ora, Le monete che posto per chiedere una identificazione, sono di un socio della mia Associazione (85 anni) per il quale mi impegno per classificergli le monete che 2/3 volte l'anno gli riporta il nipote che abita e lavora in Gran Bretagna, lui ha la passione generale per le monete ma non la grande conoscenza, io sono un Filatelico ma essendo il Presidente di una Associazione Fil-Num da oltre 45 anni mi passano tra le mani tantissime monete in visione portate dai soci, ho piacere di fare questo "lavoro" per questa persona perchè è un decano dell'Associazione e personalmente mi fa piacere acquisire notizie storiche molto interessanti. oltretutto delucidate da persone del Forum che sono decisamente altamente competenti, tutto qui, grazie per il Suo interesse, saluti F.P.
    1 punto
  15. Credo sia uno statere di Corinto (chiamato testa del sol)- Tipo questo :Statere di Corinto, Atena (testa del Sol) / Pegaso - Tinia Numismatica
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  16. Come rimpiango le vecchie Aste solo per corrispondenza in cui venivano proposte le monete in bassa conservazione, si trovava di tutto! E a prezzi veramente bassi e alla portata di tutti.
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  17. 26 Luglio insieme alle divisionali
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  18. Buona conservazione con i timbri a secco in rilievo, belle mi piacciono complimenti.
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  19. Argomento di sicuro interesse !!
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  20. Sarò vecchio di concezione, ma per me le monete sono rotonde... 😐
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  21. Indubbiamente rara, credo sia una R4. Condivido la tua legittima soddisfazione: anche a me non risultano passaggi in asta di questa muraiola, opera dello zecchiere Angelo Bazzanelli.
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  22. Purtroppo non li ha. Parliamo di oltre vent'anni fa e non aveva, pare, fatto delle foto. È però persona affidabile. Se dice di averli avuti gli credo. Peraltro, come ho scritto sopra, in un catalogo vecchio, con un nutrito numero di barbariche, ricordo la presenza di un esemplare. Sono andato dopo anni a ricercarlo, ma non l'ho trovato. Cioè, il catalogo l'ho di sicuro, ma ne ho diverse migliaia e non avendo trovato l'immagine del pezzo su quelli che sospettavo, bisognerebbe fare una ricerca certosina. Ci vuole il tempo che attualmente non ho.
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  23. Che giammai vi salti nello capite l'uso per davvero di siffatto istromento dello dimonio, più ancora offensivo che la plastica elettronica blasfema.
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  24. BATTAGLIA DI PONTE MILVIO (312 d.c.) La battaglia di Ponte Milvio, svoltasi il 28 ottobre 312 tra Costantino I e Massenzio, vinta da Costantino fu propedeutica al cristianesimo come religione di stato e alla fine del legionario romano in favore dei militi germanici e barbari in genere. La Battaglia di ponte Milvio pose fine al regno di Massenzio, che si era fatto nominare princeps il 28 ottobre del 306, assumendo il controllo dell'Italia e dell'Africa. Il 25 luglio 306, Costanzo Cloro era morto presso Eburacum (York), dove l'esercito, guidato dal generale germanico Croco, proclamò Costantino nuovo Augusto d'Occidente, scavalcando il meccanismo della tetrarchia, ideato da Diocleziano proprio per porre termine all'uso ormai consolidato degli eserciti di proclamare di propria iniziativa gli imperatori. Pertanto Galerio, l'unico Augusto legittimo rimasto in carica, fu all'inizio recalcitrante sulll'investitura di Costantino, che alla fine accettò ma con il rango di Cesare, promuovendo invece come nuovo Augusto d'Occidente Flavio Severo. Dopo soli tre giorni, il 28 ottobre del 306 Massenzio, figlio dell'Augusto emerito Massimiano, depredato di qualsiasi potere, si fece acclamare imperatore a Roma con l'appoggio dei pretoriani, dell'aristocrazia senatoria e della plebe urbana, contestato però da Costantino in quanto in contrasto con il sistema tetrarchico, sistema però che lui stesso aveva violato. Pertanto Costantino, personaggio discutibile (uccise suo figlio e sua moglie) ma valentissimo generale, invase l'Italia nella primavera del 312, vincendo Massenzio prima nella battaglia di Torino e poi nella battaglia di Verona. Quindi prese la via Flaminia verso Roma e si accampò a Malborghetto vicino a Prima Porta, sulla riva destra del Tevere a poca distanza dal ponte Milvio, che si trovava alle spalle delle truppe di Massenzio. Sul luogo dell'accampamento fu edificato successivamente un imponente monumento in ricordo degli eventi, un arco quadrifronte, l'Arco di Malborghetto del quale tuttavia nei secoli era stato perduto il ricordo FORZE IN CAMPO Secondo Zosimo, Costantino aveva riunito un grande esercito perchè nutriva sospetti nei confronti di Massenzio, però fu Costantino che si spostò per andare a combattere Massenzio e non viceversa. Il suo esercito era formato anche da barbari catturati in guerra, oltre a Germani, Celti e Britanni, con cui mosse alla volta dell'Italia attraverso le Alpi, nel passo del Moncenisio. Costantino poteva contare su 90.000 fanti e 8.000 cavalieri, Massenzio su ben 170.000 fanti e 18.000 cavalieri tra i quali 80.000 tra Romani, Italici, Tirreni e Siculi, ottimi combattenti, e 40.000 Africani, combattenti meno validi. Secondo i Panegyrici latini Costantino disponeva invece di 40.000 armati e Massenzio di 100.000. Massenzio, che secondo alcuni non brillava come generale, aveva erroneamente posizionato i propri armati con alle spalle il fiume. Costantino, dopo aver condotto un lungo combattimento contro le ali dell'esercito di Massenzio, che furono travolte scoprendo i fianchi della fanteria, la caricò facendola ritirare, mentre i pretoriani, essendo in posizione sul fiume, avevano deciso di resistere fino all'ultimo. Dopo un lungo e sanguinoso combattimento, che si sarebbe svolto a Saxa Rubra (Roccia rossa), le truppe di Massenzio vennero sbaragliate mentre l'imperatore, fuggendo attraverso il Tevere, finì per annegarvi per il crollo del ponte che i suoi ingegneri militari avevano costruito a fianco di Ponte Milvio. Il corpo di Massenzio venne ripescato e la sua testa su una picca fu portata in parata dalle truppe vittoriose di Costantino. Costantino fu accolto trionfalmente a Roma e proclamato imperatore unico d'Occidente. Dedicò la sua vittoria al Dio dei cristiani, di cui fece cessare le persecuzioni come aveva fatto in Gallia e in Bretagna. Così il cristianesimo si sviluppò e il clero ottenne dei privilegi che i sacerdoti pagani non si sognarono mai di avere sia nel numero che nei costi economici. Con l'editto del 313 Costantino mise fine alla persecuzione dei cristiani. I suoi successori inizieranno poi la persecuzione sui pagani. «Noi, dunque Costantino Augusto e Licinio Augusto, essendoci incontrati proficuamente a Milano e avendo discusso tutti gli argomenti relativi alla pubblica utilità e sicurezza, fra le disposizioni che vedevamo utili a molte persone o da mettere in atto fra le prime, abbiamo posto queste relative al culto della divinità affinché sia consentito ai Cristiani e a tutti gli altri la libertà di seguire la religione che ciascuno crede, affinché la divinità che sta in cielo, qualunque essa sia, a noi e a tutti i nostri sudditi dia pace e prosperità.» HOC SIGNO VINCI Costantino sostenne di avere avuto, la sera del 27 ottobre, mentre le truppe si preparavano alla battaglia, una visione, i cui dettagli differiscono però tra le fonti, tutte agiografiche. Lattanzio afferma che la visione ordinò a Costantino di apporre un segno sugli scudi dei propri soldati, un segno "riferito a Cristo", uno staurogramma, cioè una croce latina con la parte superiore cerchiata come una P. Non risulta che Costantino abbia mai usato questo segno al posto del più conosciuto 'Chi-Rho' descritto da Eusebio che a sua volta porta un'altra versione, anzi due. La prima, contenuta nella Storia ecclesiastica, afferma che il Dio cristiano aiutò Costantino, ma senza alcuna visione. Nella Vita di Costantino, Eusebio descrive una visione, narratagli dallo stesso imperatore. Dunque Costantino mentre marciava col suo esercito scorse verso il sole, una croce di luce e sotto di essa la frase greca "Εν Τουτω Νικα" (Con questo vinci), reso in latino come In hoc signo vinces, "Con questo segno vincerai". Costantino, incerto sul significato della visione sognò quella notte che Cristo gli avesse detto di usare il segno della croce contro i suoi nemici. Dunque la comparsa in cielo di questa scritta accanto a una croce sarebbe uno dei segni prodigiosi che avrebbero preceduto la battaglia di Ponte Milvio. Infatti, sull'iscrizione sull'Arco di Costantino, si narra la vittoria fu ottenuta "instinctu divinitatis mentis magnitudine", cioè "per ispirazione divina (e) grandezza intellettuale (di Costantino)". Sull'arco, però, non compare il nome della divinità in causa e non c'è alcuna rappresentazione del chi-rho. L'episodio è raccontato soltanto nella Vita di Costantino, un'opera del vescovo Eusebio di Cesarea, stretto collaboratore di Costantino dal 325, asserendo che l'imperatore stesso glielo aveva riferito sotto giuramento. Ora che Costantino il Grande, uomo di scrupolo quasi nullo, che per farsi credere da un suo sottoposto, effettui un sacro giuramento lascia un po' perplessi. Secondo il racconto di Eusebio, scritto subito dopo la morte dell'imperatore (quindi poteva inventarsi ciò che voleva), Costantino si orientò verso il monoteismo quando ancora si accingeva a venire a Roma per combattere contro Massenzio, però con una certa propensione verso il Dio Sol Invictus. In realtà Costantino alla religione ci pensò seriamente dopo aver acquisito i pieni poteri. Per ora era fervente seguace del Dio Mitra, ovvero il Sol Invictus che festeggiò fino alla fine dei suoi giorni. Sempre secondo Eusebio, nei giorni successivi Costantino avrebbe chiamato dei sacerdoti cristiani per essere istruito sul cristianesimo, religione il cui contenuto non gli era ancora noto. IL CHI-RHO Il monogramma di Cristo o Chi Rho (o CHRISMON) è una combinazione di lettere dell'alfabeto greco, che formano una abbreviazione del nome di Cristo. Esso è un simbolo del sole, a cui Costantino fu sempre devoto, spesso iscritto in un cerchio con più raggi che rammenta la ruota cosmica derivante degli emblemi solari d'Egitto, ma tradizionalmente usato come simbolo cristiano. Poiché Eusebio non specifica il luogo in cui sarebbe avvenuto il fenomeno miracoloso, sono sorte varie leggende che lo hanno collocato in diverse parti d'Italia. Una di queste sarebbe al disopra del Monte Musinè, e nel 1901, sulla cima del monte venne eretta una gigantesca croce con la scritta: «IN HOC SIGNO VINCES - A PERPETUO RICORDO DELLA VITTORIA DEL CRISTIANESIMO CONTRO IL PAGANESIMO RIPORTATA IN VIRTÙ DELLA CROCE NELLA VALLE SOTTOSTANTE IN PRINCIPIO DEL SECOLO IV SUA MAESTÀ IL RE VITTORIO EMANUELE III MARCH. MEDICI SEN. DEL REGNO CONT. CARLO E CONT. GIULIA CAYS DI CASELETTE PONTE MILVIO L'INTERPRETAZIONE PAGANA Costantino avrebbe avuto una visione mentre visitava il tempio di Apollo-Grannus a Grand, sulla via da Treviri a Lione, dove avrebbe visto tre "X" o tre corone d'alloro, promessa di un trentennio di vittorie: "Vidisti enim, credo, Constantine, Apollinem tuum comitante Victoria coronas tibi laureas afferentem quae tricenum singulae ferunt omen annorum". Qui è Apollo che promette la vittoria e nel 309 Costantino aveva fatto coniare effettivamente delle monete costantiniane dedicate al sole invitto. La precisione dell'enunciato (il regno di Costantino, mai sconfitto in battaglia, durò poco più di trent'anni) induce a sospettare che si tratti di una profezia postuma o almeno dell'ultimo periodo. Alcuni hanno cercato di conciliare Eusebio e Lattanzio, dando origine alla versione tradizionale, più rappresentata nell'iconografia, che colloca la visione celeste nel giorno precedente la battaglia. Altri hanno ipotizzato che la Vita di Costantino non sia opera di Eusebio o comunque sia stata interpolata dalla tradizione ecclesiastica. Secondo gli studiosi la leggenda del sogno di Costantino derivava dal fatto che in quel periodo nell'esercito romano era particolarmente devoto al dio orientale del sole Mitra. che compare spesso nei castra militari e pure nelle terme di Caracalla, identificato con il Sol Invictus che i militari dipingevano sullo scudo con una croce sovrapposta ad una X, con al centro un cerchio), simile al chi-rho. Pertanto la leggenda della visione di Costantino sarebbe la trasformazione di una leggenda pagana, che attribuiva non a Gesù bensì al Sole Invitto, l'apparizione nel luogo più logico, il cielo, assicurando la vittoria a Costantino e chiedendogli che fosse fatto quanto i soldati spontaneamente già facevano, ovvero dipingere il proprio simbolo sugli scudi. Non a caso Eusebio di Cesarea specifica che il simbolo apparve a Costantino sovrimpresso al sole. Dopo la morte di Costantino, la cui conversione al Cristianesimo non è assolutamente provata, ma la leggenda sarebbe stata definitivamente cristianizzata. BIBLIO - Lattanzio - De mortibus persecutorum - XLIV - Eusebio di Cesarea - Storia ecclesiastica IX e Vita di Costantino - Eberhard Horst - Costantino il Grande - Milano - 1987 - Carlo Carena, Arnaldo Marcone - Costantino il Grande - La Terza - 2013 - Timothy Barnes - Constantine and Eusebius - Cambridge - MA Harvard University Press - 1981 - Eberhard Horst - Costantino il Grande - Milano - 1987 - Andrè Piganol - L'Empereur Constantin - 1932 https://www.romanoimpero.com/2020/07/battaglia-di-ponte-milvio.html?m=1
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  25. Ciao, c'è chi le colleziona e di contro c'è chi se ne approfitta, sono solo dei gadget e spenderci max uno o due euro sarebbe il giusto, tutto sommato c'e' un lavoro dietro questi fogli di carta. Questo è uno dei miei ricordini (costo due euro) del mio viaggio ad Amburgo, comprato quando sono andato in visita al Miniatur Wunderland, è pure commemorativa del 20° anniversario della sua apertura al pubblico, ma non è di certo inserita nella mia raccolta di banconote e non ne ho altre. Meglio questi, per soli tre euro si ci diverte molto di più!
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  26. Falso ottenuto da fusione.
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  27. @marcored98 Da: "IL GETTONE TELEFONICO ITALIANO" di Franco Rapposelli e Vincenzo Rapposelli... Pagina 73: "Si è preferito elencare a parte i gettoni nei quali è assente la sigla delle concessionarie. Questi pezzi rispondono all'esigenza, già emersa negli anni trenta,di standardizzare alcuni tipi di gettoni validi per essere utilizzati ovunque. Sono collocabili temporalmente all'interno del primo periodo e molto probabilmente traggono vita da tentativi progettuali delle tre concessionarie sotto l'egida dell'unica finanziaria STET-SIP. Il più noto è quello individuato con il tipo A con due scalanature su una faccia e una sull'altra, simile strutturalmente ai gettoni utilizzati inizialmente dalla STIPEL per le telefonate urbane." il tuo gettone è classificato al numero 1616,pagina 76,comune se con assi alla francese, oppure al numero 1617,raro se con assi alla tedesca... Ambedue probabilmente coniati dal 1956 in poi...
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  28. Un trittico, ancora gradevole, in un crescendo di rarità:
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  29. Tutto questo per condividere con voi uno degli ultimi ingressi in collezione. Not in RIC con questa leggenda del dritto. OBVERSE CONSTAN-TINVSAG [CONSTANTINVS AG] [1d]; bust l., rad., wearing trabea, eagle-tipped sceptre in r. hand [K5 l.]. REVERSE BEATATRA-NQVILLITAS [BEATA TRANQVILLITAS]; globe on altar inscribed VOT/IS/XX in three lines; above, three stars. P in left field, A in right field. PLON in exergue. NOT IN RIC UNLISTED OBVERSE LEGEND AND BUST TYPE - K5 l. Obv. legend 1d and bust type K5 l. are attested only for LONDON 217 which probably does not exist (or was badly described and misattributed). See also CORRIGENDA, VOL. VII, p. 111. Listed in Cloke-Toone (9.04.012; not illustrated). Should be listed in RIC after LONDON 207.
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  30. Con quel nickname devi unirti all'angolo dei Serenissimi, dove trovano posto anche quelli della Patria del Friuli e dei Territori. Ma invece di una sedia dovremmo trovarti un faldistorio.
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  31. Probabilmente i datteri erano maturi e se li sono mangiati!! grazie di nuovo
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  32. 1 punto
  33. Buon pomeriggio. Il Libro verrà presentato ma non sarà messo ancora in vendita. Vi dico in anteprima che è destinato a sostituire definitivamente il Pagani Prove (anche perchè tutte le sue 828 prove catalogate sono inglobate nel mio nuovo volume che ne cataloga qualcuna in più di 2.102....con aggiornamento ad ottobre 2022. Quindi direi in tempo reale. Per chi comunque non ama discostarsi dal Pagani, anticipo che ho rispettato nei limiti del possibile anche la sua suddivisione per aree geografiche. Sono catalogate TUTTE le prove e progetti elencati nei volumi del Corpus...nessuna esclusa. Si differenzia dai volumi della mia collana che tratta ed esamina anche le rarità numismatiche (gli unicum o giù di li) e che è suddivisa per aree geografiche e/o per autorità emittente. Sono circa 750 pagine a colori, con moltissime foto di inediti e ricca bibliografia evidenziata moneta per moneta come è per mia abitudine. La presentazione percorrerà le linea guida di questo volume, che consiglio a tutti gli studiosi e collezionisti del settore. Generalmente non amo farmi pubblicità ma questo mi sento davvero di consigliarlo. Vi aspetto a Torino....
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  34. La moneta fa parte di una serie di emissioni commemorative dedicate a personaggi famosi e ad avvenimenti importanti della storia della Romania. https://en.numista.com/catalogue/pieces168925.html See also Religious building - Coat of Arms - Monarch - Religious figure 50 Bani (Aurel Vlaicu) 50 Bani (Mircea the Elder) 50 Bani (Neagoe Basarab) 50 Bani (Vladislav I Vlaicu) 50 Bani (Redenomination of the Leu) 50 Bani (Iancu de Hunedoara) 50 Bani (Carol I) 50 Bani (Ecaterina Teodoroiu) 50 Bani (European Union) 50 Bani (Romanian Army’s victories) 50 Bani (100 years since the union of Bessarabia with Romania) 50 Bani (Bukovina) 50 Bani (Dobruja) 50 Bani (Great Union) 50 Bani (30 years since the Romanian Revolution of December 1989) 50 Bani (550 years since the consecration of the Putna Monastery’s church) 50 Bani (Completion of the Great Union - King Ferdinand I) 50 Bani (Completion of the Great Union – Queen Maria) 50 Bani (Presidency of the Council of the European Union) 50 Bani (50 years since the establishment of the Organisation internationale de la Francophonie) 50 Bani (200 years since the Revolution of 1821 led by Tudor Vladimirescu) 50 Bani (2020 European Football Championship) 500 Lei (The Apostolic journey of His Holiness Pope Francis to Romania) apollonia
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  35. Non sono follis bizantini, ma follari di Tancredi coniati ad Antiochia
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  36. Anche a me non piace la faccia comune delle monete in euro...ma forse se c'è è per mantenere una linea comune e soprattutto rendere identificabile le monete a tutti (europei e non). Altrimenti sai che casino tra tutti gli Stati europei se ognuno facesse come volesse? Riguardo i temi che citi, direi che mi piacciono molto. Ma il Medioevo non per forza deve avere la priorità su tutto. Capisco che ti piaccia (così come piace anche a me) ma anche gli eventi degli ultimi vent'anni vanno comunque ricordati e tenuti presente. Ne va comunque della nostra memoria comune. Non esiste solo l''Aristarcopensiero", dire che non contano nulla è alquanto grave. Per citarti: "Questo almeno è il mio pensiero"
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  37. Buonasera Vorrei presentarvi un 6 tornesi Ferd. IV . Esso è proprio un bello scarrafuncello,meritevole di questa bella discussione di Alberto @Litra68 Salutoni Riccardo Ps: accetto pareri per la data??
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  38. Oltre quella postata ne ho 4 del 1622 ed una del 1623 Pubblica 1622 Peso 14,38 grammi Diametro 33,55 mm
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  39. Buonasera a tutti e buona domenica, stasera posto uno scarrafone particolare, un rompicapo per me che mi sto approcciando a questa monetazione. Ho il cartellino ancora bianco. ? Saluti Alberto
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  40. Buonasera a tutti, restando in ambito dei Tornesi con Tosone. Posto un altro dei miei scarrafoni. Tornese con Tosone Filippo IV busto maturo millesimo 1647. ? Saluti Alberto
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  41. Le grandi pubblicazioni numismatiche italiane. — L'Editore Hoepli lancia contemporaneamente i programmi di tre pubblicazioni di capitale importanza segnando così, per dirla con frase moderna, il rècord editoriale delle pro- duzioni numismatiche. Mettiamo in primo luogo il Corpus nummorum italicorum, il lavoro numismatico più grandioso che mai sia stato ten- tato; segue il Catalogo delle Monete e delle Bolle Ponti- ficie del Serafini, di cui abbiamo tenuto parola nell'ultimo fascicolo della Rivista e infine i Medaglioni Romani di Fran- cesco Gnecchi di cui non possiamo ancora dire, trovandosi in corso di stampa. Le tre pubblicazioni che vedono la luce quasi contem- poraneamente fra lo scorcio del 1910 e il 191 1 sembrano destinate a portare il contributo numismatico alle feste cin- quantennarie che Roma si appresta a celebrare, e al signifi- cato di tale solenne manifestazione sembra che per felice destino contribuisca la combinazione sulle personalità che le hanno prodotte o ispirate. S. M. il Re ispirò la descrizione storico-numismatica di quella meravigliosa evoluzione per cui dai numerosi piccoli stati in cui l'Italia era divisa, si formò l'unità d'Italia, evo- luzione simboleggiata dalle monete delle moltissime zecche sparse nella penisola e nelle adiacenze ed ora finalmente riunite nell'unica zecca di Roma. L'opera grandiosa si inizia colle monete di Casa Savoia, di questa casa che vanta una serie continua di ben otto se- coli, quale nessun'altra essa principesca al n-.cnco piò vsn tare, e che, dopo tanto len".po, perdtia a capo della Naziore. S. S. il Papa ordina la descrizione della singolarissima serie pontificia dal suo principio alla sua fine, cerne di s'eiie chiusa che ha terminato il suo periodo vitale e che si fonde nel resto della vita italiana. Era infine necessario che il popolo fosse rappresentato, e il privato cittadino offre il suo contributo alla felice ricor- renza evocando la numismatica romana, compendiata nella parte più bella, più classica, più aristocratica, nella serie dei Medaglioni. Ed ora ecco i tre programmi. CORPUS NUMMORUM ITALICORUM fatto compilare da S. M. Vittorio Emanuele III Re d' Italia. Primo tentativo di un Catalogo Generale delle Monete medioevali e moderne coniate in Italia o da Italiani in altri Paesi; Volume I, Casa Savoia (Grosso voi. in-40 di pag. viii-532, stampato su carta a mano intonsa, cui seguono 42 ta- vole in fotocollografia, nelle quali ogni singola moneta nitidamente risalta su fondo color paglierino. Prezzo netto L. 60). Al Lettore benevolo : Nell'universale evoluzione e caduta delle umane cose, in cui ven- nero e vengono travolte istituzioni, riti, formidabili imperi, armate, leggi e storie scritte delle genti che popolarono la terra, alcuni monumenti sembra che abbiano il privilegio di potersi salvare dalla comune ro- vina, e con maggiore facilità essere a noi tramandati per motivi spe- ciali, quali la forma, l'uso a cui son destinati, e la materia di cui son composti. Primi fra questi monumenti privilegiati sono da porsi le Monete e le Medaglie. Ho detto monumenti, e tali, infatti, esse sono, in quantochè per ordine di epoche ci narrano le vicende dei popoli, ci parlano di glorie di grandi re e nazioni, di gesta eroiche, in linguaggio semplice e solenne. Una effigie ed una data ci ricordano una conquista od un dominio di re, od una riscossa ed una vittoria di popolo: una allegoria ci rammenta una grande impresa di guerra o di pace benefica, od una aspirazione: l'arte profusavi, un nome, una sigla, evocano alla nostra mente e compendiano il sentimento, il gusto di un'epoca, di una razza. Qui sta l'origine del fascino che la scienza così delta Numismatica esercita sull'uomo : nella narrazione tacita ma altiloquente della di lui storia, della cui conoscenza egli fu avido in ogni tempo, ed è avidissimo ai tempi nostri. Di qui nacque il desiderio di raccogliere Monete ed il pensiero di ordinarle, onde avere una serie non interrotta di ricordi, e la susse- guente ricerca di documenti per suffragare quelli. Molto a tutt'oggi si è fatto in questa scienza, a dire il vero, tutta recente, poiché non ri- monta oltre all'epoca del grande storico Ludovico Antonio Muratori. Ma tutto questo complesso di studi raramente assunse forme organiche, compendiandosi, al più, in Italia, nella storia di una o poche zecche. Non è da nascondere che il riunire in un sol corpo tutta la storia nu- mismatica di uno stato fu sogno di molti egregi studiosi ; ma molte cause, e non ultima quella dei mezzi materiali mancanti, intervenivano ad opporsi. Toccava, invece, a S. M. Vittorioio Emanuele III, Presidente Ono- rario della Società Numismatica Italiana, la grata ventura di dare forma concreta a questo sogno, valendosi della propria collezione che conta non meno di 65,000 pezzi, delle profonde sue cognizioni in questa scienza, e dell'opera illuminata di S. E. il Generale Ruggero. Benché l'opera sia poderosa, S. M. volle che il titolo fosse modesto nella espressione di Primo tentativo. Invece, senza tema di errare, quest'opera si può chiamare completa. Il 1° volume che è tutto dedicato alle Monete di Casa Savoia, ci è di caparra sicura della bontà di quelli che seguiranno. Attorno alla Casa di Savoia si aggira la storia del nostro Risorgi- mento: storia di lotte comuni, di martini, di speranze, di voti compiuti; e l'opera si inizia appunto in quest'anno in cui l' Italia celebra le sue conquiste di libertà e di pace operate sotto il vessillo dei discendenti di Biancamano. Assume, quindi, carattere e significato tale, che non poteva non richiamare il mio più vivo interesse. Pertanto, esclusa ogni idea di lucro da parte mia, ma solamente mosso dall'amore dei buoni studii e dal pensiero di assimilarmi ai con- cetto dei patri festeggiamenti ed a quello di beneficienza a prò' di due Istituti — caritatevole l'uno, scientifico l'altro — che spuntò quale fiore gentile dal cuore generoso del nostro Sovrano, ho voluto assumerne la vendita, pronto anche a fare ogni necessario sacrifìcio per compiere la nobile impresa. L'opera non mancherà di aver esito pei meriti intrinsechi dell'Augu- sto Autore : e spero che il pubblico vorrà pure tener conto dei miei intendimenti nel divulgarla. Milano, Febbraio 1911 Ulrico Hoepli.
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