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  1. El Chupacabra

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/25/22 in tutte le aree

  1. Quando si decide di coniare una moneta ed in quale quantitativo, da un conio "matrice" si preparano tutti i conii che si suppone serviranno per battere quel tipo di moneta. Se non vado errato, si considera che ogni conio duri per circa 200.000 esemplari, perciò, se si devono coniare ad.es. un milione di pezzi, si appronteranno almeno cinque conii col conio matrice più uno o due nel caso un conio si rompa prima del previsto. Nelle attuali coniature, il numero di pezzi (ad es. nei centesimi di euro) si raggiungono tirature fino ad un miliardo di pezzi con la conseguente necessità di approntare un numero congruo di conii. Dato il numero consistente di conii da approntare, può capitare che lo stesso conio matrice si rompa. Se non è disponibile un conio matrice gemello, è necessario produrre un nuovo conio matrice che, seppur preparato con gli stessi accorgimenti del precedente, presenterà alcune differenze essendo inciso a mano. Differenze che aumenteranno nel caso si decida di modificare alcuni particolari per i più svariati motivi. Un altro motivo per cui esistono conii diversi è che i conii matrice necessari debbano essere approntati più velocemente come nel caso di dover produrre in gran quantità una nuova moneta, ricorrendo al lavoro di più incisori. Faccio alcuni esempi ricorrendo alle "Briciole" del "Gazzettino di Quelli del Cordusio":
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  2. Riprendendo alcune interessanti discussioni condotte sul forum in anni più o meno recenti, ho cercato di fare il punto su alcune rare e interessanti monete in bronzo caratterizzate dalla legenda BPEIΓ. L'emissione si presenta esigua e articolata in due serie (Rutter, HN 2678 e 736) di cui fornisco un'esemplificazione: I serie Leu 19, 2022, 72 II serie Leu 19, 2022, 73 Complessivamente ho raccolto 27 esemplari (18 della I serie e 9 della II serie) come da catalogo che segue (ordinato in base al dato ponderale): I serie 1) CNG 51, 1999, 132 ((gr. 6,47; mm 16) 2) Da Pietrapaola, loc. Cerasello-Muraglie (gr. 4,80; mm 16: Taliano Grasso 1995, 198 s., figg. 3-4) 3) CNG 61, 2002, 1 (coll. D. Freedman: gr. 4,73; mm 17) 4) Da Pietrapaola, loc. Cerasello-Muraglie (gr. 4,60; mm 16: Taliano Grasso 1995, 198 s., figg. 1-2) 5) Da Pietrapaola, loc. Cerasello-Muraglie (gr. 4,60; mm 16: Taliano Grasso 1995, 198 s., figg. 5-6) 6) Spezzano Albanese, loc. Torre Mordillo (gr. 4,58; mm 16: Taliano Grasso 1995, 200, figg. 9-10) 7) Artemide LVIII, 2022, 107 (gr. 4,52; mm 16,5). Ex DNW Auction, 5.10.2009, 5346 NAC, Auc. E, 1995, 2559 (gr. 4,48) 9) London, BM G0059 (gr. 4,46) = Imhoof-Blumer 1923, Tf. 1. 19 10) Napoli, MAN, Santangelo 12366 (gr. 4,42) = Imhoof-Blumer 1923, Tf. 1. 20 11) Artemide XXXVI, 2012, 40 (gr. 4,42) 12) NAC, Auc. R, 2007, 1057 (gr. 4,10; mm 19). 13) Semenzato, 29-30.11.1980, 25, prov. da Strongoli (gr. 4,00; mm 16: Taliano Grasso 1995, 200, figg. 7-8). 14) Leu 19, 2022, 72 (gr. 3,79; mm 18). Ex Münzen & Medaillen GmbH 17, 2005, 97 ex NAC 8, 1995, 450. 15) Bertolami Fine Arts 19, 2015, 99 (gr. 3,77; mm. 16) 16) Peus 412, 2014, 8 (gr. 3,54) 17) NAC, Auc. O, 2004, 1183 (coll. A.D.M.: gr. 3,12; mm 15) 18) CNG 130, 2006, 93 (coll. T. Hardy: gr. 2,98; mm 16) II serie 19) London, BM 1923-1121.1 (ex Hill: gr. 2,59, attribuita a “Brundisium”) 20) Da Castiglione di Paludi (gr. 2,39; mm 13: Polosa 2009, n. 310 ill.) 21) Leu, Web A. 19, 26.2.2022, 73 (gr. 2.34; mm 12). Ex Gorny & Mosch 122, 2003, 1083 22) Naville 5, 2014, 19 (gr. 2,18; mm 13) 23) CNG 51, 1999, 130 (gr. 1,90; mm 13). Ex NAC 10, 1997, 65 24) CNG 51, 1999, 131 (gr. 1,86; mm 14) 25) Bertolami Fine Arts 23, 2015, 44 (gr. 1,53; mm 12) 26) Catanzaro, MAN, SNG II, 344 (gr. 1,51; mm 13) 27) NAC 8, 1995, 451 (gr. 1,39) Sarei pertanto grato a chiunque avesse notizia di ulteriori esemplari in modo da implementare la documentazione per la quale, considerata la scarsa consistenza, ogni nuova componente sarebbe preziosa. Come sempre metterò il contributo (che ormai è ultimato) a disposizione di tutti gli utenti in questa sezione e nell'Antologia numismatica.
    3 punti
  3. Ecco a Voi uno dei pochi esemplari sotto il BB della mia collezione. Ma devo proprio cambiarlo appena riesco. È in collezione da molto tempo, ci sono pure affezionato, ma non mi rappresenta, nonostante la rarità. Certo che i FDC degli scudi di queste due date del Re Eletto (‘59 e ‘60) non sono proprio abbordabilissimi…😁
    2 punti
  4. 2 punti
  5. DE GREGE EPICURI Mah...vedo che nessuno osa esprimere pareri, e ti dico il mio. Anni fa l'avrei giudicata buona, senza grandi dubbi: il D sembra anche abbastanza consunto. Il rovescio però non lo è, anzi in alcuni punti, dalla patina o presunta tale, sembrano spuntare aree di rame vivo; il che non è un buon segno. Al D ci sono piccole aree verdastre, ma possono essere artefatte; e anche i residui nerastri intorno all'occhio e alla nuca possono essere tracce di cera o vernicetta. Insomma, vista la discussione che anche tu citavi, penso che qualche perplessità ci sia; purtroppo queste monete vengono falsificate non solo allo stato splendido, ma anche in conservazioni inferiori.
    2 punti
  6. 2 punti
  7. Riprendo dopo qualche anno questa interessante discussione di @Rocco68 Come evidenziato dai precedenti interventi, il 10 Tornesi 1840 presenta molte variabili e forse in collezione tutti noi abbiamo qualche moneta interessante da condividere. Per adesso mi limito a postare le mie due monete in collezione, con la speranza che altri amici collezionisti scoprano qualche variante della stessa. La prima è questa: Busto con collo " a punta " e sottocorona liscio Buona Serata a Tutti Busto normale e "sottocorona liscio"
    2 punti
  8. Gli Scudi di Torino degli anni '60 del Regno d'Italia:
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  9. @gpittini Gianfranco dubitativamente potrebbe far parte del gruppo (1 tipo Pautasso) dove la testa della ninfa è irriconoscibile, il metallo si presenta come un rilievo tondeggiante, una convessità quasi uniforme non modellata se non per minimi cenni. La concavità del metallo ha invece ricevuto l'impronta e in effetti il leone risulta andante a destra, ma la testa ha già dei segni di degenerazione verso il cosiddetto scorpione. Mi sembra che Pautasso assegni queste monete in territorio ligure-piemontese ed in estremità occidentale della regione lombarda (rif. Pautasso fig. 17-19 rip. Serrà Riccò)
    2 punti
  10. Buona sera a tutti, Convinto da sempre che solo condividendo e confrontando con chi ha la tua stessa passione nella ricerca , si possono fare nuove scoperte..... Vi faccio vedere un mio 10 Tornesi 1840 con il busto normale. Volevo chiedervi se avevate mai riscontrato in altri 10 Tornesi una fascia nella Corona Reale con questa sequenza: <> ° <> °<> rombo /pallino/rombo Grazie a chi vorrà aiutarmi nella ricerca. Saluti, Rocco.
    1 punto
  11. Buona sera a tutti i "lamonetiani". Si ripropone l'appuntamento del VII^ convegno filatelico-numismatico di Venezia-Mestre nel giorno 29 ottobre p.v. dalle ore 9.00 alle 18.00 nella consueta collocazione del Novotel di Mestre, immediatamente adiacente all'uscita Castellana della Tangenziale di Mestre. Presenti i Circoli Numismatico di Padova e quello Filatelico-Numismatico di Noale, oltre che Andrea Melchioretto che coordinerà la parallela sessione culturale-divulgativa. Volevo precisare, prima che venga fuori l'argomento, che questa data è stata "forzata" dalla presenza, contemporanea, del convegno di Cerea (inizialmente il convegno di Venezia era previsto per il giorno 15/10), che poi è stato annullato; mi ero confrontato con Eupremio Montenegro, che, però, non ha potuto spostare il suo evento. Con l'organizzazione di Cerea ci siamo abbondantemente chiariti, anche se, purtroppo, questa coincidenza di Torino e Venezia penalizza entrambe le manifestazioni. Tanto per essere chiari, per evitare questo ennesimo disguido anche nel 2023, ho inviato una mail agli organizzatori dei convegni di Bologna, Brescia, Cerea e Torino, chiedendo di fissare le date per il mese di ottobre 2023, a cui hanno risposto quasi tutti e concordando delle date condivise. Sperando che prevalga il buon senso. E mi scuso per la stretta vicinanza all'evento della presente comunicazione, ma si sono accavallati parecchi impegni. Allego a tal proposito locandina dell'evento. Sempre a disposizione. Stefano Palma – alias Sivis locandina convegno venezia -verticale.pdf
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  12. Che ne pensate di questo denarietto? Non sono un esperto di repubblicane ma mi è piaciuta subito appena l'ho vista, e soprattutto ad un buon prezzo! Non è il massimo ma non la trovo così brutta.
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  13. Grazie di cuore, stiamo imparando tante cose e siamo piacevolmente sorpresi dal fascino e dall energia che avvolge questa passione. Cordialmente
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  14. @sdy82 Asta inserita nel database. Puoi inserire i passaggi.
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  15. Effettivamente,per quanto è spuntata,sembra una rosetta quasi. Molto interessante Complimenti ai partecipanti della discussione
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  16. Buona sera a tutti e Grazie @giuseppe ballauri Beppe, le varianti per il 10 Tornesi 1840 sono molte e poco studiate. A prima vista sia i dritti che i rovesci sembrano simili....ma osservando bene ogni soggetto si notano importanti differenze : Il tuo secondo esemplare differenzia dal mio Busto normale/sottocorona liscio per il simbolo del coniatore sotto il busto. nel tuo è una stella a 5 punte, nel mio la stella è senza ...punte.
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  17. Può anche essere, ma alcuni dettagli non riesco a giustificarli con questa considerazione: guarda ad es., lo zigomo; il tuo appare ben in rilievo, ma è tondo, nel mio descrive una mezza luna. I capelli (soprattutto quelli dietro l'orecchio) appaiono diversi così come la narice ed i baffi sulle labbra. A sinistra la mia "ciofeca" del 1863 "stemma", ma anche qui, pur con le dovute considerazioni sull'usura, i baffi hanno la punta "in salire" mentre i tuoi sembrano "declinare". Ci vorrebbe un altra immagine di un 2 Lire 1863 Torino "stemma" in buona conservazione...
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  18. Se la monetina fose meno "conciata" ed con dei rilievi migliori, si potrebbe speculare su differenti dettagli, come ad esempio la postura della Madonna e di Gesù bambino, com'è il leone ..... e da questi dettagli ipotizzare se è un AC del primo incarico o del secondo incarico .... quasi vent'anni di distanza, a livello iconografico, non sono pochi. saluti luciano
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  19. sulla ruota di Torino ho il 2 lire 🤣
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  20. Con quel nickname devi unirti all'angolo dei Serenissimi, dove trovano posto anche quelli della Patria del Friuli e dei Territori. Ma invece di una sedia dovremmo trovarti un faldistorio.
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  21. Mi scuso per gli errori di ortografia nel testo, utilizzo un traduttore, l'ho pesato ancora su bilance più precise, peso 0,97, chiarisco anche il diametro 14 * 12
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  22. Quinto esemplare di Sesterzio non frequente - raro emesso da Commodo e' questo : RIC manca , Cohen manca , emesso nel 186/7 La legenda del dritto : M COMMODUS ANT P FELIX AUG BRIT La legenda del rovescio : PM TRP XII IMP VIII , COS V PP e SC , in esergo Statua di Giano dentro un tempio con volta a cupola
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  23. sembra una moneta dei crociati che imita quelle islamiche.
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  24. .....infatti. Secondo me,vista la.totale imprudenza,azzarderei una "mappina" di cotone da cucina🤦🏻‍♂️
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  25. anche perché con questa moneta 1/4 di punto in più o in meno di conservazione data la rarità appunto sono soldi .... e non bruscolini....anche io credo Spl+ ma con quella leggerissima pulizia che vedi solo con lente x 10 il perito e venditore onesto hanno ammesso Spl.... cmq bella veramente 😉😉😉
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  26. Ciao, si tratta di un denario repubblicano della gens Norbana coniato nell'83 a.C. Crawford 357/1b.
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  27. Un tesoro ritrovato. Il ripostiglio di Populonia, le monete d’argento del grande porto degli Etruschi Sono le monete etrusche della zecca di Populonia che tornano visibili. “Ecco dove era finito!”. Tuonò il signor O.G. riprendendosi dal sussulto provocato dal botto improvviso che un pacco metallico aveva causato cadendo a terra. Dopo più di mezzo secolo, il tesoro degli Etruschi era finalmente tornato alla luce… Potrebbe essere l’incipit di un racconto fantastico di J.K. Rowling, invece, è quello che è realmente accaduto ad Ottavio Gasparri lo scorso dicembre a Roma. Lavori, pulizie e spostamenti di mobili e oggetti dimenticati da decenni nella soffitta della casa di famiglia ed ecco ricomparire da dietro un cassettone un ricordo luccicante e ricco, molto ricco, di storia: la parte di un tesoretto di monete d’argento recuperato a Populonia nel 1939, che era stato dato al nonno Tommaso Gasparri come “quota parte” del premio di rinvenimento che spetta ai proprietari dei terreni in cui avvengono scoperte archeologiche. Nella soffitta, insieme al tesoretto, era una piccola scatola di cartone che custodiva la statuetta in bronzo raffigurante un’Arpia, la creatura mitologica con testa di donna e corpo di uccello, rinvenuta nella necropoli etrusca di Baratti. Il tesoretto è noto nella letteratura archeologica come “il ripostiglio della Porcareccia” e il riscontro inventariale eseguito in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Pisa e Livorno ha confermato che si tratta delle monete rinvenute nei terreni intorno al golfo di Baratti alla fine degli anni ’40, in occasione delle attività di recupero delle antiche scorie di ferro per il loro riutilizzo nei moderni altiforni. Il tesoro constava di 565 monete d’argento che furono consegnate da Tommaso Gasparri al Soprintendente alle Antichità d’Etruria, Antonio Minto, il 16 gennaio 1940. Dal fascicolo conservato all’Archivio della Soprintendenza, emergono i nomi degli scopritori del tesoro, uomini e donne addetti ai lavori di scavo per conto della ditta Procchi: gli uomini picconavano le scorie, mentre le donne setacciavano la terra e recuperavano il materiale archeologico. Le monete, dopo essere state studiate e catalogate, furono divise tra la Soprintendenza e la proprietà dei terreni che ne ricevette oltre duecento, per la quasi totalità didracme d’argento con la raffigurazione della Gorgone, l’iconografia tipica della produzione monetale di Populonia. Oggi, a distanza di oltre 80 anni, le monete – per volontà della famiglia Gasparri legittima proprietaria dei beni – saranno esposte al Museo etrusco di Populonia. Una nuova teca disegnata dall’architetto Erica Foggi ospiterà le monete, il cui studio è stato affidato a Luciano Giannoni, esperto numismatico, con il coordinamento di chi scrive a cui la famiglia Gasparri ha affidato la cura del museo che già espone al pubblico i reperti di sua proprietà fin dalla loro assegnazione come premio di rinvenimento negli anni ‘40 dello scorso secolo. Un’iniziativa culturale privata che da ottanta anni si aggiorna e si perpetua. https://www.archaeoreporter.com/2022/06/14/un-tesoro-ritrovato-il-ripostiglio-di-populonia-le-monete-dargento-del-grande-porto-degli-etruschi/
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  28. @dabbene Parti tu con la raccolta delle adesioni Mario?
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  29. Buonasera, in rete ho trovato questi due quattrini a mio modesto parere simili, è possibile avere una precisa catalogazione.
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  30. Ciao, grazie per la gentile ed esaustiva risposta, " curiosità " osservando il bollettino della numismatica 52 la legenda del secondo quattrino è considerata rara variante. . Quattrino, 1568-1623 Mistura g 0,73 mm 16,28 inv. 19.M329-1.338 D/ ALB • CYBO […] • S • R • I • […] Stemma Cybo a testa di cavallo, coronato e ornato R/ Entro corona di ornati, albero di spino fiorito a rami incrociati Annotazioni d’epoca: [Eugenia] Majorana, 1932 Bibliografia: cfr. CNI XI, pp. 242-244 nn. 280-299 (per il R/) Bibliografia di confronto: cfr. Bellesia 2008, pp. 183-186 n. 117 Note: Rara variante del quattrino recante il titolo di Principe del Sacro Romano Impero
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  31. Quattrino di Massa di Lunigiana per Alberigo I Cybo Malaspina principe di Massa. La più recente pubblicazione sull'argomento penso siano i numeri 46 e 52 del Bollettino della Numismatica (scaricabili gratuitamente in pdf) in cui vengono presentati gli esemplari della collezione reale (analisi rivista e corretta del CNI, integrata degli esemplari entrati nella collezione di VEIII dopo la pubblicazione del CNI). Il primo esemplare, in base alla legenda leggibile (ALB..... M.P.I.) e in base allo stile dello scudo e dell'albero di spino, mi sembra che corrisponda con buona approssimazione all'esemplare prentato al n°227, p. 70. Più complicato il secondo esemplare che presenta una legenda del dritto presumibilmente descrivibile come di seguito: (ALB.CY)...R.I.M.P. Che forse può essere paragonato alla legenda descritta per l'esemplare descritto al n°234, p.77 che recita: ALB.CYBO....S.R.I.... Comunque entrambi da assegnare al periodo compreso fra il 1568 e il 1623... Ciao Mario
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  32. Bastava il 'tonno' marchio immediatamente riconoscibile per tutte le cizicene in circolazione
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  33. Bronzo di Settimio Severo (Isaura, Cilicia) che raffigura al rovescio la porta della città con tre torri e all’interno la dea tutelare della città seduta, con spighe di grano nella mano destra e cornucopie nella sinistra; ai suoi piedi la parte anteriore di un lupo rivolto a sinistra, testa a destra, che tiene in bocca una mano umana (Leu Numismatik, Auction 11). Roman Provincial CILICIA. Isaura. Septimius Severus, 193-211. Tetrassarion (Bronze, 29 mm, 14.15 g, 6 h), 205-209. AY•K•Λ•CЄΠ•CЄOYHPOC ΠЄPT Laureate head of Septimius Severus to right. Rev. MHTPOΠOΛЄΩC / ICAYPΩN City-gate with three towers; within, the city-goddess seated to left, holding grain ears in her right hand and cornucopiae in her left; at her feet, forepart of a wolf to left, head to right, holding human hand in his mouth. SNG Levante 259 corr. (same dies, but reverse misdescribed). SNG Paris 490 corr. (same dies, but reverse misdescribed). SNG von Aulock 5408 corr. (same dies, but reverse misdescribed). Rare. In exceptional condition for the issue, perfectly struck on a full flan and with a wonderful architectural reverse. Extremely fine. From a European collection, formed before 2005. Base d’asta: 2.000 CHF. Valutazione: 2.500 CHF. Risultato: 3.600 CHF. apollonia
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  34. Io le metto nel borsellino con gli euro; mai detto niente.
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  35. Giustissimo aver citato anche questa interpretazione, che tuttavia non mi ha mai convinto. Proviamo a guardare tutte le emissioni di questo magistrato, anche solo i dritti: Apollo, Venere, Minerva e Cupido... a naso direi che siamo di fronte ad iconografie non certo pompeiane e non troppo azzeccate per colui che "come il padre, era un avversario di Cesare". Se si va a leggere il passo di Cicerone, non vi è citato nessun Considio. Si parla infatti di Antisio, parente di Ateio Capitone (persona profondamente legata a Cesare) ed il testo verte su un dubbio di Cesare che si domanda se Antisio fosse stato presente "quando fu battuta moneta in Apollonia" e giustifica il parente del suo amico in quanto già si trovava lì come questore e non avrebbe potuto fare diversamente in quanto si era venuto a trovare in una posizione "forzata" e non libera. Si specifica inoltre che si trattò di "due o tre mesi, non di più". In sostanza sappiamo che ad Apollonia fu battuta moneta, per due o tre mesi, quando Pompeo entrò in Macedonia con il suo esercito. A livello iconografico il Babelon interpreta Minerva e la Vittoria come un auspicio per i pompeiani, mentre Venere viene vista come Ericina, con rimando al denario di Considius Nonianus. Per la testa laureata invece viene ipotizzato Apollo o la Libertà o comunque la stessa divinità presente sui denari di Pomponius Musa e di Clodius Turrinus. Su Cupido non viene detto nulla. Andando oltre il Babelon, per quanto concerne Minerva, siamo di fronte ad una divinità che, nel caso specifico, non risulta particolarmente utile (anche se, non dimentichiamo, non è totalmente estranea all'iconografia cesariana... vadasi il bronzo di Clovio). Su Venere direi che c'è poco da aggiungere in quanto rappresenta il fulcro iconografico della monetazione di Cesare (e ne fa parte anche il rimando a Cupido sul sesterzio). Per quanto riguarda la figura laureata, penso ci siano pochi dubbi sul fatto che si tratti di Apollo ed anche in questo caso c'è un forte richiamo alla gens Iulia. "Macte nova virtute, puer, sic itur ad astra" è la lode che secondo Virgilio fece Apollo alla gens attraverso Iulo, figlio di Enea. L'Eneide è si di poco successiva, ma affonda le proprie radici in un processoo di mitizzazione delle origini già in atto da tempo.
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  36. Buonasera a tutti chi mi può aiutare a capire di che moneta si tratta ? Pensavo fosse coniata sotto lo stato pontificio per la zecca di Gubbio vedendo nel retro l'immagine e la scritta Sanctvs Petrvs ma non ho trovato niente a riguardo. Al dritto distinguo le lettere AL BL CV.....MASS Diametro 18mm e peso 1,21 grammi. Materiale rame Grazie fin da ora a tutti ......
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  37. Duetto di Massa di Lunigiana emesso a nome di Alberico I Cybo Malaspina, principe di massa (1568 -1623). Esemplare simile al n° 209 del volume materiali 52 dei bollettini di Numismatica (p.52); già CNI XI, n°260, p.240. Ciao Mario
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  38. ah! Allora potrebbe essere la rarissima versione coniata in Australia
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  39. Ciao, buongiorno, grazie, prego, falso
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  40. Ancora il mare: RRC 11/1 - Tridente/Caduceo https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-AESS/9 Per Haeberlin il tridente e il caduceo sono simboli del commercio marittimo. Crawford data il lingotto alla battaglia di Mylae (260) per cui fu celebrato il primo trionfo navale. Pedroni osserva tuttavia che i nastri assomigliano più alle teniae votive che ai lemnisci trionfali e che il caduceo è simbolo di commercio o ambasceria, non militare; ipotizza quindi che il lingotto si riferisca a un trattato commerciale con città marinara e propone quello con Taranto (che appiano riferisce essere stato infranto nel 282), suggerendo di datarlo, come il lingotto, al 304 Sempre il mare: RRC 12/1 - Galletti/Tridenti https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-AESS/10 Secondo Haeberlin, Thomsen e Zehnacker gli animali sono polli e simboleggiano il pullarium augurium, rito sacro teso a prevedere l'esito di una battaglia, e in questa interpretazione i due astri rappresenterebbero la sfera divina. Secondo Comparette, mattingly e Pedroni sono invece galli, collegati iconograficamente con i bronzi Minerva/gallo sovrastato da stella della monetazione latino-campana. Al retro Pedroni vede due rostri, anziché tridenti, osservando che rostrum era anche il nome del becco del gallo. Thomsen, Crawford e Zehnacker lo datano alla battaglia di Mylae (260) per cui fu celebrato il primo trionfo navale. Alteri e Belloni propendono per una datazione alta; il primo in particolare ritiene che commemori la presa di Anzio (338). Per Coarelli, che data l’aes signatum al 375-325 circa, potrebbe commemorare la vittoria sui Volsci e sulla Lega Latina del 338, quando i rostra furono portati al Comizio, a ornare la tribuna; le stelle, simbolo dei Dioscuri, evocherebbero l’altra, famosa vittoria di Roma contro la Lega Latina, al Lago Regillo. Per Kondratieff e Rowan anche questo lingotto potrebbe essere stato coniato col bronzo sottratto da Gaio Duilio ai Cartaginesi. Pedroni data il lingotto al 310 ipotizzando che celebri due avvenimenti di quell’anno: l'istituzione dei duoviri navali, incaricati dell'allestimento e delle riparazioni della flotta, e un nuovo “patto del gallo” stipulato con Neapolis (postulato per spiegare l’emissione dei bronzi latino-campani con Atena e il gallo, collegati ponderalmente e funzionalmente al foedus del 326 ma databili dai ripostigli al 310 circa, talché si può pensare che siano stati emessi quando, terminata la dura offensiva sannita del 321-314, Roma e Napoli abbiano rinnovato l’alleanza politico-commerciale del 326). L'ultimo: lingotto Anfora/Punta di Lancia https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-AESS/11 Crawford non ha catalogato questo aes signatum in quanto lo considerava un falso. Successivamente però in “Coinage & Money under the Roman Republic”, pag. 41 nota 20, ha cambiato giudizio. Thomsen lo ha giudicato autentico. Il secondo esemplare raffigurato appartiene alla collezione del British Museum Pedroni ritiene che l’anfora alluda a una città famosa per la produzione di olio o vino e propone Cales (il cui vino fu in effetti molto rinomato dall’età tardo repubblicana), conquistata nel 335 e dedotta a colonia nel 334, datando per conseguenza il lingotto
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  41. Ma cos'erano veramente? In verità sussistono divergenze riguardo a funzione, significato dei tipi (non escludendosi criteri puramente estetici) e datazione. - Comparette [1] li ritiene lingotti forniti da industrie private ai bronzisti. - Per Sydenham ed Herbig erano lingotti in attesa di monetazione (Varrone infatti parla di lingotti conflati all’interno dell’Aerarium). - Deliperi e Haeberlin li interpretano come pani depositati nei templi, a titolo di offerte oppure di quote di bottini di guerra dedicati agli dei. - Per Crawford e Sisani potrebbero essere nati dalla necessità di distribuire con i socii le ricchezze conquistate nei bottini di guerra. - Pedroni [2] li chiama lateres signati e ritiene che costituiscano la prosecuzione del “ramo secco”, quali “misura valore” realizzata colla garanzia dello Stato (Rossetti [3] sostanzialmente concorda). La loro introduzione potrebbe essere connessa con la riforma costituzionale operata nel 339 dal console e dittatore Q. Publilio Filone nel 339 per dare maggior sicurezza sociale alla plebe, prevedendo - fra l’altro - che uno dei censori dovesser essere plebeo (forse ci fu anche una lex Silia, di incerta datazione e tradizione, che riformò il sistema ponderale serviano, peraltro immediatamente dopo i primi accordi con Capua e Napoli, ove da tempo vigeva un’economia monetaria). Sarebbero stati fatti fondere dai censori (lo studioso data un’emissione per ogni elezione censoria, attestata dalle fonti o supposta sulla base di esse) e, per mantenere un’omogeneità di peso con i lingotti serviani, rapportati a multipli interi dell’asse man mano che esso svalutandosi veniva ridotto di peso (con un conseguente aumento dello standard ponderale da 1.344 scrupoli, ovvero 4 unità da 336, a 1.512, ovvero 6 da 252). Alla funzione di misura standard si aggiunse quella di “peso campione”, per la quale i lingotti giungevano nelle mani dei privati; fu così che in seguito, defunzionalizzati, furono adibiti a uso monetale, come testimoniano i rinvenimenti insieme a monete fuse (nei ripostigli di Santa Marinella, La Bruna, Ariccia). - Per Gnecchi costituivano una forma di moneta privata. - Alteri non esclude, per il periodo più antico, un carattere commemorativo dei tipi e, quindi, un valore storico e religioso, ma ritiene che rappresentassero un metallo con funzione monetale, riconoscibile dalle impronte statali e scambiato a peso nei commerci. - Bar [4] ipotizza che servissero come pagamento del soldo militare. - Thomsen, ripreso da Zehnacker, ipotizza che costituisssero una moneta di transizione dal “ramo secco” alle monete circolari, anteriore o parallela a esse. Babelon e Grueber vi vedono pezzi da 5 assi. Per la datazione, alcuni propongono il periodo compreso tra 350 e il 250; Thurlow-Vecchi il 289, con l’istituzione dei tresviri monetales; Crawford il 280. Pedroni ritiene che ne siano esistiti anche nel V e IV secolo, ormai dispersi o comunque non più riconoscibili (forse anch’essi recavano il “ramo secco”), e data quelli censiti dal 339 al 269 (anno in cui sarebbe stata attivata la zecca a Roma). [1] Louis Comparette, Aes Signatum, in "the american Journal of Numismatics" 1919 [2] Luigi Pedroni, Ricerche sulla prima monetazione di Roma, 1993 e Nuove ricerche sulla prima monetazione di Roma, 1996 [3] A.G. Fusi Rossetti, Moneta e non moneta: l’aes signatum i multipli, RIN, 1994-1995. [4] M. Bar, A propos du poids des plaques d’aes signatum, de leur nature et de leur fonction, RIN, 1993.
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  42. Avendo avuto un po' di tempo in questi giorni, mi sono dedicato allo studio di queste monete e mi sono accorto che purtroppo tutti gli studiosi non hanno (almeno dal materiale che ho finora raccimolato) mai fatto uno schema o una tavola generale e riassuntiva di tutta la produzione. La maggior parte dei contributi analizzano una sola collezione. Allora mi sono detto perché non provarlo a fare. Naturalmente devo dire che il mio è un tentativo in divenire, quindi abbiate pietà del sottoscritto, e naturalmente sono bene accetti tutti i contributi, i suggerimenti ed anche le critiche più velenose. Questa prima bozza di schema, che sottopongo alla vostra attenzione, è suddivisa in due parti, cioè vi è la parte di sinistra che contiene le monete degli Eravisci che imitano il denaro di Lentulus, e la parte di destra che cerca di riassumere le varianti e le varie ibridazioni con i denari di Papius e di Crepusius. Fatemi sapere cosa ne pensate.
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  43. La vignetta è d'epoca, mi è familiare perchè spiccava sul mio libro di storia del liceo. E' di fattura inglese (e questo dice tutto) al di là di tutto Napoli e Inghilterra si schifavano parecchio: emblematica la vicenda dell'isola Ferdinandea (isola Graham o ile Julia), isola emersa durante un'eruzione al largo di Sciacca (Ag) nel 1831, il governo borbonico prese posizione ufficiale ed inviò ai governi di Gran Bretagna e Francia una memoria con la quale dette loro notizia dell'evento, ricordando che a norma del diritto internazionale la nuova terra apparteneva alla Sicilia. Tuttavia, a quanto sembra i due governi non risposero e fra le due nazioni, entrambe interessate a favorire le proprie posizioni strategiche nel Mediterraneo, così iniziarono le rivalità. Inoltre nacque una corsa alla conquista dell'isola tra le tre potenze. Tali rivalità si inasprirono con il successivo blocco dei commerci di zolfo tra Napoli e Inghilterra. Da fonti dell'epoca pare che l'Inghilterra favorì la spedizione garibaldina... in pratica l'Italia è nata grazie ad un'isola che non c'è...
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  44. http://www.realcasadiborbone.it/dinastia/monarchia/sua-maesta-ferdinando-ii-re-delle-due-sicilie/ http://www.storialibera.it/epoca_contemporanea/risorgimento/regno_delle_due_sicilie_e_borbone/ferdinando_II_di_borbone/articolo.php?id=3831 Caro Sanni, volevo ricordarti a proposito della tua simpatica vignetta queste poche righe su re Ferdinando II, nei link precedenti potrai poi leggere qualcosa inerente la vita e il governo di questo grande monarca, ovviamente ti sto linkando solo due delle migliaia di pagine web revisioniste disponibili sulla rete: ;) " .................. Le finanze erano amministrate in modo mirabile: il contribuente napoletano pagava meno degli altri italiani…». Per quanto riguarda l’amministrazione della giustizia, occorre ricordare che dopo la rivoluzione del ’48 non sono state eseguite nel Regno di Napoli esecuzioni capitali (eccetto quella futura di Agesilao Milano). Delle 42 comminate dai tribunali, Ferdinando II ne commuta 19 in ergastolo, 11 in 30 anni ai ferri, 12 in pene minori [Nota PETRUSEWICZ (op. cit., p. 114) come "Molti prigionieri, tra cui il De Sanctis e il Dragonetti, dopo aver scontato qualche anno di carcere, vennero deportati in apparenza in America, mentre le autorità sapevano benissimo che sarebbero sbarcati en route a Malta o in Inghilterra e si sarebbero rifugiati in qualche paese europeo"] .. Negli stessi anni il Re grazia 2713 condannati per reati politici, e 7181 per reati comuni, mentre dal ’48 la statistica criminale nel Napoletano è in costante diminuzione (quando si celebrò il processo a Settembrini e Spaventa per aver fondato la società segreta “Unità italiana”, gli osservatori stranieri, seppur nemici dei Borbone, dovettero ammettere che il processo fu condotto con magistrale correttezza) [Nota M. PETRUSEWICZ (op. cit., p. 107) che negli eventi del '48 a Napoli "Il sentimento prevalente, tanto nel governo quanto nell'opinione pubblica, non fu né repubblicano né anti-borbonico. A parte qualche repubblicano convinto, come Ricciardi, Saliceti e La Farina (il futuro ferreo sostenitore di Cavour), la maggioranza dei leaders (...) ritenevano che Ferdinando II fosse in grado di svolgere questo compito".] .............".
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