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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/15/22 in tutte le aree
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Ciao a tutti! Oggi ce l'ho fatta ad andare ad un mercatino ed ho comprato un metro (!) di banconote per complessivamente ben 20 Euro. Non sapendo bene cosa acquistare, ho fatto che prendere quelle più grosse, che quelle piccole poi le perdo nei cassetti Inizio col presentavi quella col soprannome "il cento lungo" (20,6 x 10,1 cm) del 1908/1910, meraviglioso esempio della mentalità dell'epoca (quella di Guglielmo II) Click per ingrandire Le monete - già dal tempo dei romani - e le banconote sono più che semplici mezzi di pagamento. Mostrano anche come lo Stato che le mette in circolazione vede se stesso e pure come vuole essere visto (vale anche per i nostri Euro attuali con ponti e finestre, che uniscono) Nel primo decennio del XX secolo il Reich tedesco era già una delle principali potenze europee e lo voleva ben dimostrare. Sul retro del "centone", all'epoca lo stipendio mensile di un piccolo dipendente pubblico o di un impiegato, la figura della "Germania" simboleggia l'unificazione delle tribù tedesche e il rinnovamento dell'impero medievale. Vediamo un po' di dettagli: La "Ghermania" (si pronuncia così) non indossa la corona degli antichi imperatori e l'aquila sullo scudo non è più quella bifronte degli imperatori del "Sacro Romano Impero della Nazione Tedesca", ma un clone dell'aquila prussiana. Scudo e spada, questa un poco estratta dal fodero ("nun me fate 'nca**are!"), ci ricordano che l'Imperatore e l'Impero sono usciti dal confronto militare con la Francia, evogliono esortare ad una costante vigilanza contro il nemico esterno. Una variante più contemporanea dello "sbarramento scintillante" ( ,schimmernden Wehr’), spesso invocato all'epoca, appare a sinistra dell'immagine: navi da battaglia della nuova flotta tedesca, con cui la monarchia degli Hohenzollern rivendicava la supremazia navale da "potenza mondiale". Dal crepuscolo della preistoria germanica - la "quercia tedesca" - ad un "posto al sole": questo è il messaggio della banconota! Il fatto che l'Impero tedesco si sia fatto strada fino a diventare una potenza economica di prim'ordine grazie al talento inventivo e alla laboriosità industriale è menzionato solo a lato. I simboli dell'agricoltura (aratro), dell'artigianato (martello e incudine), del commercio (Caduceo di mercurio e balla di merce) e dell'industria sono disposti in un gruppo pittoresco in primo piano a sinistra, in cui l'industria - con una ruota dentata - è chiaramente sottorappresentata. Non c'è da stupirsi, perché la maggioranza della classe operaia era politicamente orientata verso la socialdemocrazia e non rientrava nell'immaginario eroico tedesco. Il fronte della banconota del Reich - a differenza del Reichskassenschein non emesso dallo Stato ma dalla Reichsbank - è meno spettacolare ma altrimenti interessante: Ai lati Mercurio e Cerere, divinità del commercio e dell'agricoltura, erano all'epoca icone dei disegnatori di banconote in tutto il mondo, poi corona "radiata", scettro, spade e Globo crucigero. A posteriori, il fatto che la corona imperiale, che emette raggi similmente ad un sole - manifestando la pretesa del monarca di essere l'unico portatore del potere statale - sia in secondo piano e quasi scompaia dietro la scritta del valore sembra un tributo al potere dei capitalisti, che avrebbero poi sostituito i nobili. Sulla filigrana c'è Guglielmo primo , anche se la banconota è stata emessa sotto Guglielmo secondo ?!? ebbene: suo nipote, il secondo con questo nome e ultimo imperatore tedesco, ammirava a tal punto il nonno da prenderne il nome ed anche apostrofarlo pubblicamente come "il Grande". Adesso qualcuno si chiederà; "Ma cosa c'entra il titolo Impara a soffrire senza lamentarti ???" Niente. Ho visto oggi nella ciotola dei "rottami" (Schrott) questa medaglietta da 20mm ed è stato per me impossibile non prenderla. Impara a soffrire senza lamentarti (Lerne leiden, ohne zu klagen): una frase così non si legge tutti i giorni. e poi, una volta a casa, ho scoperto che era di Federico III - figlio di Guglielmo I e padre di Guglielmo II, quindi in un certo modo un legame con questa discussione c'è pure! Servus, Njk ========= PS: restate collegati, alla prossima puntata credo arrivino i nibelunghi.9 punti
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Una promessa e’ una promessa… Carlino da 10 grana Ag “Maiestate secvrvs” 1685 . Mi scuso per i riflessi delle plastiche, prima o poi troverò il coraggio di liberare il leone 😅6 punti
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Ecco, su questo dissento. Come per le perizie Italiche nelle bustine, anche gli slabbatori non sono esenti da errori. Serve sempre un giudizio attento! Ne ho raccolti molti passati nelle diverse aste, te ne posto di seguito due di monete veramente importanti... per par condicio uno di NGC e uno di PCGS, ma nessuno è esente4 punti
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Aggiungo per i confronti quattro esemplari dalle impronte corrispondenti al Jongkees 1 passati in asta negli ultimi 5 anni. Ex Stack’s “January 2022 NYINC Auction” del 14-16 gennaio 2022 lotto 4142, tracce di doppia (?) battitura visibili al dritto: https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=5345&lot=4142 Ex Numismatica Ars Classica 124 del 23 giugno 2021 lotto 66, l’esemplare Jongkees 1d, con tracce di doppia battitura al rovescio: https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=4783&lot=66 Ex Gorny & Mosch 269 del 9-10 marzo 2020 lotto 148: https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=3693&lot=148 Ex Künker 288 del 13 marzo 2017 lotto 81: https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=1859&lot=813 punti
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C'era una guerra fino a poco tempo prima, un fattore che aumenta a dismisura la richiesta di contante per la circolazione, le difficoltà dovevano essere notevoli e stampare biglietti monocromatici come le 500 e 1.000 lire Barbetti costava molto meno rispetto le Capranesi in quadricromia. Del resto alla loro produzione ha pensato anche l'Istituto Poligrafico con i suoi vecchi macchinari rispetto a quelli posseduti dalla Banca d'Italia, in quei primi anni riesumare le matrici del 500 e 1.000 lire del vecchio tipo per soddisfare le richieste fu una decisione obbligata.3 punti
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Nella prossima asta 16 di Numismatica Genevensis verrà esitato (con base € 600.000!) un decadramma di Siracusa a firma Kimon. La descrizione è estensiva e così i riferimenti a questo esemplare a partire dagli anni '40 del Novecento. Tuttavia mi piacerebbe un commento da chi ha esperienza al riguardo. Per quanto mi riguarda l'occhio è corso alla triplice ribattitura sotto il mento: lievissima ma c'è, ed è abbastanza inusuale per queste monete. Inoltre la conservazione è spettacolare, un primo conio, ed anche questo è inusuale. Poi i crepetti sul contorno ... ma si tratta di vexata questio poichè, a mio modesto avviso, non è indice di alcunchè. Certo che la moneta è coniata ... ma, visto il pezzo, qualche parere (anche eretico) non guasterebbe ...2 punti
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Qui non e’ questione di pedigree bensi del fatto che e’ un esemplare firmato che viene da conii che Jongkees identifica come forse gli unici ad essere al 100% originali di Cimone. la moneta e’ stata pubblicata nel gotha della monetazione greca che e’ l’opera di Hirmer, ed ha passato il vaglio di numismatici di primissimo rango senza mai destare sospetti o discussioni: da Silvia Hurter e Mildenberg ( Bank Leu), a Morton & Eden ad NG ( piu’ ovviamente Jongkees e Hirmer rizzo, Robinson e von Bothmer hanno identificato altri esemplari della medesima coppia di conii. la moneta e’ ricordata dal 1940 e potrebbe provenire da un ripostiglio attorno a quegli anni o precedente. Non occorre avere un pedigree secolare per dimostrare l’autenticità di un pezzo ma basta che il pezzo sia autentico anche se trovato l’altro ieri. quello che vorrei sottolineare e’ come fior di numismatici, studiosi e collezionisti l’abbiano studiata ed osservata e a nessuno sia mai venuto un dubbio. Ma ci sta anche andare a vedere altri esemplari del medesimo conio nelle opere citate per verificare se riportino le stesse caratteristiche. il parallelo con il Salvator Mundi e’ mal posto perche’ quel quadro lo hanno criticato in molti fin dal momento del suo ( discusso) restauro. Qui non vi e’ alcun restauro ma una moneta che parla da sola mi pare..2 punti
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Ipse dixit. La moneta "compare" comunque nel 1940 e non è legata (che io sappia) ad alcun rinvenimento ufficiale, e non me ne si voglia a dire che esistono piccoli capolavori classici ... dei secoli XIX e XX. Poi non conosco le voci menzionate, quindi non so se si tratti della medesima foto, del medesimo esemplare ecc. E non parlo del "dubbio cartesiano", parlo di alcuni punti specifici che sopra ho espresso. Contesto le considerazioni generiche: so leggere ed ho capito anch'io che la moneta ha un pedigree. Ma se il pedigree della Gioconda risalisse a 30 anni or sono, qualcuno potrebbe comunque dubitare (ed è quanto è stato fatto, mi si passi, per il "Salvator Mundi" attribuito a Leonardo). Nello specifico vi sono foto ad altissima definizione che permettono considerazioni più approfondite di quelle tipo "c'è scritto che l'hanno detto in tanti, dunque è vero" oppure "la moneta grida la sua autenticità".2 punti
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La moneta è autentica ed è stata postata anche su questo forum: La scelta di catawiki è perché vogliono crescere anche sulla numismatica e parlando con loro si è deciso di mettere un lotto di rilevanza per dare un pò di visibilità alla piattaforma in tal senso e per vedere che risultati si possono raggiungere rispetto a case d'asta tradizionali.2 punti
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Belle! Ne approfitto per postare un 10 grana 1856 con una bella curiosità: VTH al posto di VTR, provenienza collezione Mirabella, passata (inosservata) da Numismatica Scaligera, Asta E-Live 4... pensate una variante del genere su un 120 grana! Saluti2 punti
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La numismatica è una disciplina scientifica e, come tale, deve basare il proprio metodo sul dubbio. Pertanto, è giusto porsi domande e non pensare che vi siano dei dogmi inconfutabili. Altrimenti, saremmo ancora qui a credere che il Sole orbiti intorno alla Terra e non viceversa. Mi auguro che la discussione in essere veda una forte partecipazione di esperti in materia e, magari, anche il confronto di opinioni differenti, che stimolino un sano dibattito costruttivo.2 punti
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Premessa: quanto sto per scrivere è già stato da me anticipato nella discussione riguardante l'ultimo insieme di aste Kunker. Perciò ripeterò necessariamente alcune cose ma trovo che l'argomento abbia una sua rilevanza e, dunque, meriti il giusto spazio con una discussione dedicata. Spesso vedo che nelle discussioni riguardanti le aste ci si entusiasma nei primissimi giorni post-pubblicazione del catalogo ma poi l'interesse affievolisce in fretta e si finisce con l'analizzare poco o in maniera molto superficiale quanto viene proposto. Perciò, ho deciso di creare questa discussione, nella speranza, magari, che anche altri in futuro possano seguire il mio esempio qualora venissero esitate in asta collezioni di particolare interesse. Tra l'altro, essendo già conclusa da diversi giorni l'asta in questione, non credo di fare un torto a nessuno a parlarne. Conclusa la premessa, veniamo ora a noi. A fine settembre si è conclusa la prima tornata di aste Kunker, riguardante le monetazioni medievali e moderne; le monete greche, romane e bizantine verranno invece battute nei prossimi giorni. Tra le migliaia di monete battute, da buon appassionato di napoleoniche, sono rimasto piacevolmente colpito dalla collezione dei fratelli Verschoor esitata nell'asta 373. Tale collezione può essere essenzialmente suddivisa in due parti: la prima incentrata prevalentemente sulla monetazione di Luigi Bonaparte Re d'Olanda (su cui mi concentrerò in questa discussione); la seconda, invece, riguardante un bell'insieme di medaglie olandesi, che ripercorrono la storia dei Paesi Bassi dal XVII al XX secolo.1 punto
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Grazie @Archestrato. tutti e quattro, i rovesci con testa di Aretusa, sono dello stesso conio del Deca della discussione. qualcuno lo conoscevo già e se il grande Kimon, non ha creato due conii di dritto e rovescio, di questo primo conio, i famosi TUTTI che l’anno vista forse ………..1 punto
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Bella banconota detta anche "Flottenhunderter" (il centone della flotta) ed inoltre voglio menzionare anche il creatore del disegno di questa piccola opera d'arte che fu Friedrich Wilhelm Wanderer (1840 - 1910). Complimenti @littleEvil ottimo acquisto👍 Provo ad indovinare cosa presenterai nella prossima puntata: Fünf Mark 1906😉1 punto
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Rinfreschiamoci gli occhi con due Decadrammi di KIMON, ASSOLUTAMENTE GENUINI, coniati con il primo conio di Kimon. dalla vendita del 1974 .1 punto
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Di queste ho le prime due. Molto bella la 500, in qualche modo anticipava le ultime prima dell'euro. Correggetemi "Io ho sempre pensato che era di Padova mentre mi sembra che Padova fu come un soppran()ome dopo un incontro con San Francisco d Assisi." soprannome1 punto
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Ancora squisitamente arcaica, una testa elmata di Atena è al diritto di un notevole tetradrammo di Atene di alta epoca . Sarà il 14 Novembre in vendita NGSA 16 al n. 32 .1 punto
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Io mi aspetterei una % molto molto minore, se nel mio lavoro facessi il 2% di cazzate credo mi licenzierebbero... (e aggiungo, giustamente) Tornando alle monete, io non mi sono mai basato ciecamente sulle "perizie" soprattutto per quanto riguarda la conservazione, ma anche l'autenticità, che siano slab, bustine rivettate, ma anche monete in un catalogo d'asta... però chi compra monete periziate e non ha una grandissima esperienza dovrebbe avere la certezza di comprare una moneta, e non un cetriolone...1 punto
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Certo, a ciascuno il suo (gusto). E' vero che si tratta di un bel ritratto ed anche di un bel documento storico. Si ricasca nell'eterno dibattito tra le prove, le monete non emesse, le monete per deputati e senatori, le monete per numismatici... e le monete effettivamente circolate? Non necessariamente. Ma personalmente sono molto più attratto da prove più "strane", come i denari della "Repubblica italiana", https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-PRI/2 e dalle 5 lire con Bonaparte ritratto "fondatore e presidente" , fantastico!, un ritratto bruttissimo che mi fa pensare a Pinocchio https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-PRI/9 Saluti N1 punto
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Buongiorno @Laurentius. Secondo me dipende dall’interesse del singolo collezionista. Io, ad esempio, colleziono per tipologia (e non zecca) e le monete di Napoleone per Torino (come anche per Genova e Roma) non mi entusiasmano particolarmente, nonostante l’indubbia rarità. Viceversa, queste prove le trovo estremamente più affascinanti in quanto presentano una fisionomia del volto di Napoleone unica nel loro genere.1 punto
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Buongiorno, Argomenti molto interessanti, ma personalmente la patina o il grading di una moneta di prova ha per me veramente poco valore, molto più interessanti i quarti, i mezzi franchi battuti a Torino e circolati moltissimo, veramente difficili da trovare ... in BB ! Saluti Napoleonici, Lorenzo1 punto
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Aggiudicato a 1.200€ + diritti1 punto
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Se nessuno interviene prima, nel primo pomeriggio ho la possibilità di prendere il catalogo e fare la scansione.1 punto
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Buongiorno , praticamente tutte le Chiese di Roma erette dal basso impero al medioevo e restaurate poi nel corso dei secoli fino al Rinascimento , sorgono sui resti degli antichi Templi pagani , oppure nei luoghi di sepoltura , come le catacombe , dei primi Papi e Santi , inizialmente sepolti al di fuori delle mura Aureliane . E' sconcertante che un luogo cosi' importante , storico e bello come la Chiesa di Sant' Urbano sia di proprieta' privata .1 punto
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TEMPIO DI CERERE E FAUSTINA - CHIESA DI S. URBANO Vi si accede da via Appia Pignatelli, e poi dal vicolo di S. Urbano, dove, nel parco di una villa, ora ristorante, si trova la chiesa, e più in là la grotta della Ninfa Egeria, dove Numa Pompilio andava a chiedere consiglio alla ninfa, con l’annesso Bosco Sacro, un tempo più esteso, ma ancora di grande suggestione. LA STORIA La chiesa di S. Urbano alla Caffarella costituisce uno dei monumenti meno conosciuti nonchè controversi sulla destinazione, della Roma fuori le Mura, benché sia di grande valore, perchè è un tempio antico ben conservato in quanto trasformato in tempio cristiano, e per gli affreschi degli inizi dell’XI sec. Il tempio romano, che risale al 160 d.c., era dedicato a Cerere e Faustina, costruito all’interno del Triopio di Erode Attico, La chiesa oggi è all'interno di una proprietà privata ed è purtroppo chiusa al pubblico. Nel II d.c. l'area, che prende nome dalla famiglia Caffarelli a cui appartiene il casale cinquecentesco su vicolo della Caffarella, faceva parte del Triopio, una vasta villa suburbana di proprietà di Erode Attico, che fu poi nel IV sec. inglobata nel monumentale complesso di Massenzio. Uomo politico, filosofo, letterato e amante delle arti, nonchè precettore di Marco Aurelio, Erode Attico, nato ad Atene da nobile famiglia intorno al 100 d.c.., era giunto a Roma sotto Antonino Pio, fece una splendida carriera, ottenne il consolato nel 143 d.c. e sposò una nobile e ricca romana, Annia Regilla, che gli portò in dote, tra l’altro, i possedimenti della via Appia tra il II e il III miglio. Erode Attico fu ritenuto responsabile dell'uccisione della moglie, Annia Regilla, e, forse, eresse questo tempio per stornare da sè i sospetti. La proprietà, che comprendeva campi di grano, boschi, vigne, oliveti, praterie, era un borgo abitata dai lavoratori, soprattutto schiavi, dediti alla coltivazione dei campi. L'area era già abitata da almeno quattro secoli. Sulla collina che sorge tra il Circo di Massenzio e la Via Appia Pignatelli sono infatti stati rinvenuti i resti di una villa d'età repubblicana, di fine I sec. a.c. che aveva, come sostruzione verso l'Appia, un criptoportico a doppia galleria. Erode Attico dunque restaurò una villa più antica, arricchendola di architetture, statue, decorazioni pittoriche e rivestimenti marmorei. In realtà sembra che Aspasaia Annia Regilla morisse di parto, cosa abbastanza frequente nelle donne romane, e che Erode Attico fece anche costruire nel 161 l'Odeon di Atene in suo onore, oltre al monumento costruito accanto alla villa sulla via Appia, che ella aveva portato in dote ed in cui aveva vissuto col marito, la cosiddetta Tomba di Annia Regilla, o cenotafio di Annia Regilla, presso la chiesa del Quo Vadis. Quello che potrebbe essere il sepolcro di Annia, si trova invece a Palazzo Farnese, da alcuni considerato invece come sarcofago di Cecilia Metella Cretica. Ad Annia Regilla è dedicata una via periferica di Roma, nei pressi dell'Appia nuova, e una strada ad Atene, ma una strada romana è dedicata pure ad Erode Attico. INTERNI ANNIA REGILLA Annia Aspasia Regilla era una nobile ragazza romana, appartenente alla ricchissima famiglia degli Annii, proprietaria di beni terrieri nel tratto che va dal secondo al terzo miglio dell'Appia Antica. La famiglia degli Annii discendeva direttamente da quella degli Attili Regoli, e dette una ricchissima dote alla propria figlia Regilla quando fu scelta come sposa da Erode Attico nel 140 d.c. Erode Attico, nobile ateniese, era stato nominato console della Grecia con incarico di governare Atene e Asia per conto di Roma. Nel 160 d.c. sua moglie Annia Regilla morì di parto, ma secondo alcuni, e forse per la famiglia, fu uccisa da Erode Attico, secondo l'accusa che gli venne mossa e che lo condusse ad un lungo e pesante processo, dal quale tuttavia uscì assolto ed erede di tutti i beni della moglie. Erode ereditò ovviamente anche i possedimenti lungo la Via Appia, dove fece costruire una serie di monumenti in ricordo di Annia Regilla, tra cui il suo Cenotafio, monumento funebre commemorativo destinato a conservarne la memoria ed a ben disporre gli Dei dell'Oltretomba verso l'amata deceduta. Ma non raccoglieva le spoglie funebri di Annia, in quanto tempio dedicato a una Dea e a una imperatrice divinizzata. Il Cenotafio di Regilla è a tutt'oggi ben conservato, anche se nel corso dei secoli fu a lungo utilizzato prima come fienile, poi nel IX sec. come oratorio cristiano. Nel 1634 la famiglia romana dei Barberini acquistò la costruzione, e ne mantenne la destinazione a chiesa. DESCRIZIONE Affacciata sulla vallata scavata dal fiume Almone si trova l'antico tempio di Cerere e Faustina costruito nel II secolo d.c. da Erode Attico e dedicato a Cerere, la Dea delle messi e a Faustina, la moglie divinizzata di Antonino Pio. Il tempio ha nella facciata 4 colonne che, come i capitelli e l’architrave, sono in marmo bianco pentelico proveniente dalla Grecia, mentre il corpo di fabbrica e la decorazione della parte alta della facciata sono in laterizio molto ben lavorato. L’interno, coperto da volta a botte, era decorato da stucchi ottagonali, di cui è rimasto soltanto quello centrale, con l’apoteosi di Annia Regilla, moglie di Erode Attico. Al disotto c’è un fregio in stucco con armi, corazze e scudi. L’edificio pagano era composto da un pronao e da una cella cui si accedeva tramite una serie di gradini esterni, ed è ancora completamente visibile, ad eccezione dei gradini esterni ora interrati. Il pronao venne chiuso da pareti nel 1634; inglobate in esse vi sono quattro colonne e l’architrave di marmo della Grecia. Il resto delle pareti e la parte alta della facciata sono composte di laterizio del II sec. Si accede all’interno della chiesa tramite una piccola porta d’ingresso; il primo vano che si incontra è l’ex sottoportico, che nei decenni scorsi era stato trasformato in abitazione del custode dell’edificio. Da qui si passa alla cella interna del tempio, oggi aula liturgica della chiesa, a pianta rettangolare. Le pareti sono suddivise in tre fasce orizzontali, separate dalla volta da un fregio in stucco con la rappresentazione di armi, corazze e scudi. Il tetto dell’edificio è a volta a botte, tutta riquadri simili a quelli del Pantheon; di tutti gli stucchi che ne ornavano le superfici, di cui oggi resta solo il riquadro centrale, che raffigura l’apoteosi di Anna Regilla. LA VOLTA Nella cripta, cui si accede per una stretta scala di 23 gradini, c’è un affresco cristiano che copre le decorazioni originali, e così nella chiesa soprastante. Dal Piranesi che la osseervò e copiò fu dichiarata come Tempio di Bacco per i rilievi che vi rinvenì. Da altri si ritiene la tomba di Annia Regilla. Per altri è il tempio del Dio Romano Redicolo. Per altri ancora, ed oggi è di gran lunga la più accreditata, si tratta del Tempio di Cerere e Faustina. Acquisita nel 2002 dal Comune di Roma è stata data in consegna per misteriosi motivi al Vicariato di Roma: dall’ottobre 2005 è stata elevata a Rettoria e pertanto non visitabile. Ci dovrebbero spiegare il perchè di questa ottusa decisione che vieta al pubblico di vedere questo prezioso cimelio romano. BIBLIO - Capitolium - marzo 1941 - Alessandro Tomassi: S. Urbano alla Caffarella nelle sue ultime vicende - la riconsacrazione del 1894 - - Samuel Ball Platner - (as completed and revised by Thomas Ashby) - A Topographical Dictionary of Ancient Rome - London: Oxford University Press - 1929 - - Filippo Coarelli - I templi dell'Italia antica - Milano - 1980 - - Anthony Richard Birley - Marco Aurelio - Milano - Rusconi - 1990 - https://www.romanoimpero.com/2010/09/tempio-di-ceren.html?m=11 punto
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Ciao Davide A mio avviso,come detto in altre discussioni,lo slab non può essere indice sicuro,daltronde abbiamo visto quanti falsi sono stati imprigionati. In tal caso,non ne parliamo proprio😁. Vederla dal vivo e basta,altro che slab. 😁1 punto
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Oppure un Sestino di Ferdinando il Cattolico per Napoli con F Coronata e LETICIA POPVLI intorno. Solo che al rovescio non vedo la Croce potenziata...1 punto
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Buonasera. Le rispondo immediatamente, spiegandole il perché di questo (prevedibile) flop. La prova in questione era stata esitata pochissimi mesi fa, precisamente lo scorso 12 marzo, da Edition Gadoury per l’iperbolica cifra di 20.000 euro più diritti. Si consideri che la base d’asta era di soli 250 euro! (decisamente non il suo prezzo). https://www.biddr.com/auctions/gadoury/browse?a=2303&l=2541719 Da un informatore attendibile, ho saputo che sarebbe stata aggiudicata niente meno che dal proprietario della MDC Monaco. L’esemplare è stato poi chiuso in slab (ahimè) e rimesso immediatamente in asta. Alla luce di ciò, era prevedibile che sarebbe andata invenduta o, al massimo, battuta alla base. Se devo essere sincero, sono lieto che sia rimasta al palo. Non apprezzo per nulla queste “mosse commerciali”.1 punto
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L'aspetto forse più interessante è che nella collezione dei fratelli Verschoor trovano spazio sia varie tipologie di monete sia numerose prove eseguite in diversi metalli. Nonostante vi siano in tutto solamente 36 esemplari, posso assicurare che si tratta di uno degli insiemi quantitativamente più importanti apparso sul mercato negli ultimi anni. Tant'è che di solito è raro vederne già solo una decina in una singola asta. Tra i pezzi più importanti spicca, ovviamente, il lotto 1085 (tra l'altro si tratta di una delle monete in copertina d'asta) ma credo che meriti una menzione anche il lotto 1093, che onestamente non mi aspettavo arrivasse a quella cifra. Oltre al fatto che si tratta di una variante estremamente rara, con il punto dopo VAN al dritto, questo esemplare è caratterizzato da un'insolita cura per il dettaglio, considerando la tipologia. Difatti, il 50 stuiver del 1808 presenta quasi sempre una basetta alquanto "pasticciata" nella parte terminale. Questa, invece, è ben definita anche nei minimi particolari. A dimostrazione di ciò, consiglio di confrontare il lotto 1093 con il 1094. È evidente che non si tratti di una differenza derivante da un diverso grado di conservazione ma proprio da un conio differente.1 punto
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500 escudos 1966 (170a) Re Giovanni ll che negó a Cristoforo Colombo di finanziare i sui viaggi per la scoperta dell America re del portogallo 1455/1495 Per me il biglietto piu bello tra i 51 punto
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Prima di cominciare a parlare nel dettaglio di alcuni lotti esitati, trovo doveroso riportare la descrizione della storia dei fratelli Verschoor, presente sul catalogo dell'asta. Ho avuto premura di tradurvela in italiano ma riporto anche la versione originale in inglese per completezza e correttezza. Versione in italiano: Nati il 16 agosto 1952, i fratelli gemelli Dingeman (Dim) e Hendrik (Henk) Verschoor fondarono la Compagnia Munthandel Verschoor il 1° luglio 1984, con sede nella loro casa di Strijen, nei Paesi Bassi meridionali, non lontano da Dordrecht. Ben presto riconobbero il potenziale che giaceva nascosto nell'affascinante campo delle medaglie olandesi. Da una parte, questo settore di nicchia aveva il vantaggio che la maggior parte dei loro colleghi era concentrato sulle monete dei Paesi Bassi e dei paesi europei limitrofi e tendeva a trascurare le medaglie. Per questo era (ed è tuttora) possibile ottenere un vantaggio attraverso una solida esperienza. D'altra parte, i fratelli Verschoor sono riusciti a costruire un proprio mercato delle medaglie storiche, ricercando e stabilendo accuratamente i contesti storici degli esemplari che offrivano. Nell'ultima decade, il mercato delle medaglie olandesi ha raggiunto un nuovo livello ed i fratelli Verschoor sono stati determinanti nel sviluppo di questo nuovo livello di mercato. I fratelli costruirono una significativa e impressionante biblioteca numismatica ed erano ben collegati con i principali specialisti di medaglie olandesi e internazionali. I Verschoor mantennero anche ottimi contatti con i musei, tra i cui curatori erano molto apprezzati come consulenti affidabili. Anche se i gemelli di solito operavano insieme esternamente – come alle nostre aste a Osnabrück – era Dim a occuparsi della vendita degli oggetti, mentre Henk, con l'aiuto dell'eccellente biblioteca numismatica dei Verschoor, ricercava le informazioni storiche e le provenienze. Questo ha dato ad alcuni pezzi un aspetto completamente nuovo, anche in termini di valore. I fratelli erano rispettati a livello internazionale e conosciuti per la loro esperienza. La loro azienda è membro dell'associazione internazionale di commercianti di monete AINP ed erano espositori regolari alle fiere di monete di Londra (Coinex) e New York (NYINC). Nel 2019, i Verschoor sono stati colpiti da una grave disgrazia quando a Dim è stata diagnosticata una malattia terminale. Dim, che fino al 2018 aveva lavorato a tempo pieno come Chief Financial Officer presso la compagnia nautica Struik & Hamerslag BV, sperava di dedicare il suo pensionamento interamente alla ricerca sul contesto delle medaglie e alla pubblicazione delle sue scoperte. Ha fatto il pendolare tra Strijen e la Toscana, casa della sua compagna Alida. Purtroppo Dim Verschoor non è riuscito a vincere la battaglia contro la malattia ed è morto il 5 marzo 2020 nell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Pisa. Il dottor George Sanders, presidente del Koninklijk Nederlands Genootschap voor Munnten Penningkunde e curatore del museo Palais Het Loo di Apeldoorn, ha scritto il suo necrologio (“In Memoriam Dim Verschoor (1952-2020)”), De Beeldenaar 44, 2020, n. 4, pp. 195 ss.). Possa questo catalogo preservare anche la memoria del nostro indimenticato amico, numismatico ed esperto di medaglie Dim Verschoor. Desideriamo ringraziare il nostro amico Henk per la fiducia accordataci nell'affidarci la liquidazione di questa collezione. Siamo lieti che questo catalogo simboleggi anche il buon rapporto della Casa Künker con la numismatica olandese e, in generale, il rapporto di buon vicinato tra i Paesi Bassi e la Germania. Infine, auguriamo a Henk molto successo nella continuazione di Munthandel Verschoor e non vediamo l'ora di un'ulteriore cooperazione fiduciosa e di successo. Versione in inglese: Born on 16 August 1952, the twin brothers Dingeman (Dim) and Hendrik (Henk) Verschoor founded the Company Munthandel Verschoor on 1 July 1984, located in their home in Strijen, in the southern Netherlands, not far from Dordrecht. Very soon they recognised the potential that lay hidden in the fascinating field of Dutch medals. On the one hand, this niche had the advantage that most of their collegues concentrated on the coins of the Netherlands and neighbouring European countries and tended to neglect medals. For this reason, it was (and still is) possible to gain an advantage through solid expertise. On the other hand, the Verschoor brothers succeeded in building their own market for historical medals by accurately researching and establishing the historical contexts of the objects they offered. In the last decade, the market for Dutch medals has reached a new level, and the Verschoor brothers have been instrumental in the development of this new market level. The brothers built up a significant and impressive numismatic library, and were well connected with the leading Dutch and international medal specialists. The Verschoors also maintained excellent contacts with museums, among whose curators they were highly regarded as reliable advisors. Even though the twins usually acted together externally – as at our auctions in Osnabrück – it was Dim who was responsible for dealing in the objects, while Henk, with the help of the Verschoors’ excellent numismatic library, researched the historical background information and provenances. This gave some pieces a completely new aspect, even in terms of value. The brothers were internationally respected and known for their expertise. Their company is a member of the international coin dealer association AINP, and they were regular exhibitors at the coin shows in London (Coinex) and New York (NYINC). In 2019, the Verschoors were hit by severe misfortune when Dim was diagnosed with a terminal illness. Dim, who until 2018 had worked fulltime as Chief Financial Officer at the boat company Struik & Hamerslag BV, had hoped to devote his retirement entirely to researching the context of medals and publishing his findings. He commuted between Strijen and Tuscany, the home of his partner Alida. Unfortunately, Dim Verschoor was unable to win the battle against the disease and died on 5 March 2020 in the University Hospital of Pisa. Dr George Sanders, the president of the Koninklijk Nederlands Genootschap voor Munt- en Penningkunde and curator of the museum Palais Het Loo in Apeldoorn, wrote his obituary (“In Memoriam Dim Verschoor (1952-2020)”), De Beeldenaar 44, 2020, No. 4, pp. 195 ff.). May this catalogue also preserve the memory of our unforgotten friend, numismatist and medal expert Dim Verschoor. We wish to thank our friend Henk for his confidence in entrusting us with the liquidation of this collection. We are pleased that this catalogue also symbolises the good relationship of the House of Künker with Dutch numismatics, and the good-neighbourly relationship between the Netherlands and Germany in general. Finally, we wish Henk much success in the continuation of Munthandel Verschoor and look forward to further trustful and successful cooperation.1 punto
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50 escudos 1964 (168) Regina San Isabel Regina in Portogallo 1282/1325. Sul retro disegno della citta di Coimbra.1 punto
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Salve @Poemenius, Saluto ancora una volta questo tuo compito arduo ed utilissimo. Immagino che hai già molto cercato, e sono senza speranza per trovarti queste monete rarissime, tra le quali alcune, come lo dici tu, non esistono e sono il risultato di un’identificazione errata del RIC. Se posso aiutarti in questo work in progress, sarà con monete incontrate a caso e che forse vorrai inserire nel tuo database. Due monetine di zecche orientali per Valentiniano III: Cizico con la sua legenda al dativo, DN VALENTINIAO (sic) PF AVG, officina incerta RIC 452. 0,86g, 13 mm. Più interessante, non so se l’avevi già visto: Antiochia 1,35 gr. 13 mm. ANTB in esergo. Un rovescio coniato ad Antiochia fino alla fine del regno di Teodosio II (esiste per Marciano) ma che non è noto al RIC per questa zecca e per Valentiniano III (oltre a Cizico, esiste anche a Costantinopoli)1 punto
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Grazie Beppe... chissà se questa non sia l'ennesima coincidenza... vedremo In realtà, c'è un motivo per cui ho condiviso le mie due piastre gemelle... sempre a proposito di dettagli che spesso passano inosservati - ma che poi in realtà si scopre siano dei veri e propri "segni" - apposti volontariamente dall'incisore. C'é un "segno" - una variante inedita - che é presente sulle nostre piastre "gemelle": La terza perla posta tra i montanti della corona é contrassegnata da una perlina. Ad oggi, ho potuto constatare che questa variante rara é presente sulle corone di questi quattro diversi conii del 1834. La prima corona é di una delle nostre gemelle.1 punto
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Io per ora ho trovato: 2€/50 cent/5 cent Italia 2 cent/1 cent (x3) Austria 2€ comm. Germania J "Castello di Wartburg"1 punto
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Buonasera a tutti, mi unisco alla discussione perchè vedo che state parlando delle monete del 2022, io ho trovato un 50 cent italia 2022 nuovo da una macchinetta del caffè un paio di settimane fa, non so se faccia notizia , ma ve lo dico. saluti.1 punto
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@lorluke Credo che la motivazione ad organizzare i Convegni sia prettamente commerciale: chi mai lo farebbe altrimenti? Il lato culturale è collaterale e minoritario, se pure presente, e certamente non auto-organizzabile (commercianti = sponsor). Velleitaria e poco pragmatica qualsiasi altra considerazione. Qual è il ruolo di un convegno commerciale nel 2022? Credo sia molto diversificato: 1) ovviamente di vendita/acquisto: non sono solo i commercianti che vendono, anche i collezionisti (ed i commercianti acquistano); inoltre non vi sono solo commercianti che riciclano le loro monete, ma fortunatamente anche molte nuove acquisizioni ... 2) proposta e accordi per possibili conferimenti in asta (da parte dei privati agli operatori di Case d'Asta presenti) 3) accordi/ritiro di materiale acquistato da commerciante intermediatore o titolare in asta (es. all'estero) 4) seconda occasione: materiale acquistato da commercianti in asta può essere rivalutato dai collezionisti ed eventualmente acquistato (e non sempre era possibile un acquisto in "prima battuta", a motivo di budget o di dubbi fugati dalla visione diretta); acquisto di invenduti 5) acquisto di materiale d'uso collezionistico (bustine, lenti, album, libri, cataloghi, monetieri, ...) 6) scambi di opinioni su prezzi, mercato, aste (con distribuzione di cataloghi, listini, volantini, ...) 7) perizia di monete '8) incontro con rappresentanti delle zecche (es. Italia, Vaticano, San Marino, ecc.) ed acquisto diretto di materiale 9) incontro con le organizzazioni numismatiche e con i loro rappresentanti (NIA, Circoli, ...) 10) e chissà quanti altri aspetti ancora ... ognuno ha i suoi motivi, commercianti e collezionisti-clienti; spesso non ogni convegno offre le medesime opportunità, ma la maggioranza dei principali sì. Ritengo sarebbe disastrosa la scomparsa dei convegni tradizionali: si perderebbe anche di vista il lato umano, informativo e dialettico della nostra passione per rinchiudere il collezionista in un isolamento nevrotico. Ovviamente le Conferenze sono le benvenute ... P.S. attenzione a non idealizzare le aste: ci sono tanti, troppi trabocchetti da cui guardarsi e sono lo strumento ideale per massimizzare i ricavi.1 punto
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Io finora, del 2022, ho trovato 3-4 pezzi dei 2 euro, solo 1 pezzo da 1 euro. Degli altri tagli 0. Di commemorative solo Polizia di Stato.1 punto
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Una curiosità... Nei tornesi coniati al martello la corona d'alloro al rovescio va in senso antiorario,nei tornesi coniati con gli "ingegni va in senso orario...1 punto
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Taglio: 1 Euro Nazione: Monaco Anno: 2002 Tiratura: 472.500 Condizioni: BB Città: Baselga di Piné (TN)1 punto
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Grazie! Se intende che macchina fotografica, uso una Canon con un obiettivo macro da 100mm sempre Canon Se intente invece il sistema per l'illuminazione, in realtà ne uso due. La macchina è posta su uno stativo verticale, quindi con il piano focale parallelo alla moneta Per monete senza fondi speculari uso due tubi al neon ad alta frequenza, su un sistema per diffondere la luce che mi sono costruito Per monete con fondi speculari uso due faretti alogeni... qui bisogna stare attenti a cosa si fa, dopo pochi minuti scottano e fondono tutto, e soprattutto nelle monete fanno risaltare tutti i segnetti più minuscoli che in realtà a occhio nudo sono impercettibili. Le foto di questo thread sono fatte col second sistema1 punto
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Grazie @Sirlad! Credo che sia per il semplice gusto di contraddire e di essere puntigliosi anche quando non ce n'è bisogno. Non mi sembra di aver detto un'eresia nel definire il 5 lire 1901 una delle monete più rare del '900. Eppure dev'esserci sempre qualcuno pronto a contraddire... A questo punto vorrei vedere quanti tra i presenti possono vantare un 5 lire 1901 nella propria collezione. Io ammetto candidamente di non avercelo. Voi?1 punto
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