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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/02/22 in tutte le aree
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Buongiorno a tutti, Condivido con voi l'ultimo conio per il 1857 con le aquile capovolte, a mio modesto parere il più raro, lettere sottili sia al diritto sia al rovescio. Ed ecco i tre conii tutti insieme... Un saluto a tutti. Raffaele.5 punti
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La prossima Asta Artemide (LVIII 5-65 novembre 2022) presenta una moneta che per me è un sogno irrealizzabile: un follis da XL nummi di Teodato (lotto 568). Per me in assoluto la più bella moneta dell'alto medioevo che rivaleggia sicuramente con le più belle monete del basso impero oltre ad essere il pezzo più interessante e più innovativo di tutto il panorama della monetazione gota in Italia. L'ultimo ritratto con caratteri fisiognomici in Occidente (busto con mantello riccamente ornato, con “Spangenkappe” e croce pettorale), come ricorda Arslan, ed il primo che, a seguito del deterioramento dei rapporti con la componente romana del regno gotico (cfr Boezio e Cassiodoro eliminati), con il partito filoimperiale (v. questione Amalasunta) e, ultimo ma non ultimo, con l'impero, rompe con la linea di rappresentare l'imperatore al diritto come fonte prima ed unica del diritto ostrogoto di regnare su territori formalmente imperiali. Per me inarrivabile spero che qualcuno riesca a portarlo a casa e che resti (o torni) in Italia. So che di questa moneta se n'è già parlato quindi non mi dilungo. Scheda dell'asta: Ostrogothic Italy. Theodahad (534-536). AE 40 Nummi-Follis, Rome mint. Obv. DN THEO-DΛHΛTVS REX. Helmeted and mantled bust right. Rev. VICTOR[IA] PRINCIPVM SC. Victory standing right on prow, holding wreath and palm frond. COI 89b; MIB 81; MEC 1, 141. AE. 9.43 g. 24.50 mm. RR. An outstanding example of this very rare and fascinating issue. Superb deep emerald green patina. About EF. Whereas Theoderic was scrupulous in maintaining a show of deference to Constantinople in his coinage, Theodahad brazenly introduced his own portrait to the coinage. As Grierson, p. 11, says ‘these folles are the most impressive coins issued by any Germanic ruler of the fifth or sixth centuries.’ (Triton XXIII, 2020, lot 994 note).2 punti
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Molto bello questo esemplare e molto belle le tue note/considerazioni Vel Saties che condivido in pieno. aggiungo solo due osservazioni: - che esistono esempkari con ritratto in stile diverso, meno fine ma sicuramente molto realistico . tu definisci il ritratto di Teodato come ultimo ritratto fisiognomico dell’antichità a me piace invece indicarlo come primo dell’era moderna 😁 - esiste un follis di Giustiniano battuto all’incirca nel medesimo periodo Per ka zecca di Roma se non ricordo nale che riporta un ritrattk anch’esso molto interessante - anche se quello di Teodato e’ di stile sopraffino2 punti
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Buongiorno, ieri al convegno di Roma, dentro una ciotola da 2 euro a moneta, ho trovato questa monetina, 2 cent 1895 , un pò acciaccata ma comunque interessante....2 punti
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Andata Come da richiesta, mi pare, unanime, ho modificato il titolo e inserito la discussione tra quelle importanti della sezione. petronius2 punti
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Già, beh, e si potrebbe anche ricordare le « sparsiones » di Caligola buttando monete d’argento e d’oro dall’alto della basilica Giulia, o quelle di Elagabalo, oppure quella figurata su un moltiplo d’oro di Costantino: Ma cosa c’entra nel caso presente? Questo filmetto, che probabilmente non doveva commuovere i contemporanei, mostra due donne eleganti all’ingresso di una pagoda, divertendosi a buttare qualche « sapèque » (1/500 di piastra…) infilate su rametti di giunco a bambini poveri annamiti che le raccolgono correndo a quattro zampe, e può legittimamente scioccare oggi. Se no, non si capirebbe perché quest’immagine d’elemosina è stata usata per screditare la regina d’Inghilterra (che inoltre non ho particolarmente voglia di difendere). O diventa un semplice gesto di carità quando si tratta della moglie del governatore generale dell’Indocina? Mi perdoni, ma io ci vedo un’illustrazione della buona coscienza della società coloniale all’inizio del XX secolo e del suo profondo disprezzo nei confronti della popolazione indigena. https://youtu.be/WE9vxl9VQ0U Un’immagine trafugata non vale nulla senza fonti e senza contesto. E ringrazio @littleEvil per questi tre esempi di fake news, vale sempre la pena ricordare che l’uso del proprio senso critico è l’unico baluardo davanti alle innumerevoli tentativi di manipolazioni che fioriscono un pò dappertutto.2 punti
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Veramente? Cioè tu hai fatto così? Da bambino hai letto letto letto letto, poi sei diventato adolescente e ti sei fatto un "piano progettuale"? Ma dai! Se fosse così credo che non esisterebbero collezionisti e appassionati! Ti dico come è andata con me: da bambino mettevo via gli spiccioli rimasti dalle vacanze in famiglia, poi ho incominciato a frequentare il Cordusio la domenica mattina, infine, e solo x ultimo, ho cominciato a leggere. Quanto al piano progettuale, mi manca ancora adesso...2 punti
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2) 10 cent. Città del Vaticano, 1932 3) Un centavo Repubblica Argentina, 18901 punto
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Buonasera, Condivido con voi alcune monete trovate in una ciotola a €1 l'una. 1) 2 e 5 centesimi Umberto I, 1898 e 1896.1 punto
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DE GREGE EPICURI Bellissimo. Ma davanti ad Alessandro non sta "Virus" (orrore! il covid anche nel 3° secolo?),bensì "Virtus".1 punto
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non so se in passato ne avete già discusso ma, io mi sono sempre chiesto, perché la doppia variante non é considerata da chi compila i cataloghi... magari ne ignorano l'esistenza? Se la moneta da 2 Lire 1813 con la scritta NAPOLEONE senza l'astina trasversale della A, é considerata una variante... e se i 10 Tornesi 1825 con la scritta FRANCISCVS senza l'astina trasversale sono allo stesso modo considerati una variante... perché mai, questa piastra non viene riportata da nessun catalogo come "doppia variante"?1 punto
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Anche secondo me il termine Medaglione è più immediatamente riconducibile ad altro: magari in doppio metallo o con appiccicagnolo. Fa di certo pensare ad uso particolare ed esclusivo (anche se la funzione esatta dei medaglioni non è mai stata che io sappia accertata) per occasioni e destinato a soggetti particolari. Questo Medaglione/multiplo aureo è infatti un multiplo (8x) di 1 aureo: 42,76 gr. NAC riporta che fosse un oggetto di così alto profilo per unicità, fattura e valore, da essere destinato a ingraziarsi soggetti apicali che potevano supportare, oppure tradire Massenzio. "The gold medallion offered here is among the largest to survive, weighing eight aurei, and was part of cache no doubt intended for distribution to Maxentius’ military officers. High-profile items like this were a perfect medium for reinforcing his ideals among the men who were in the best position to support or to betray him." Dettagli e contesto storico spiegati -da NAC- di seguito: https://www.acsearch.info/search.html?term=Good+extremely+fine+Ex+NAC+sale+27%2C+2004%2C+508.&category=1-2&lot=&thesaurus=1&images=1&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1¤cy=usd&order=0 Medallion of 8 aurei circa 308, AV 42.76 g. IMP C M VAL MAXENTIVS P F AVG Bare head r. Rev. ROMAE AETER – N – AE – A – VCTRICI AVG N Roma, helmeted and draped, seated r. on shield, holding sceptre and giving globe to togate Maxentius standing l. and holding sceptre in l. hand. In exergue, P R. Gnecchi –. RIC 173 (these dies). Depeyrot –. R.A.G. Carson, Atti CIN 1961, Gold Medallions of the Reign of Maxentius, vol. 2, p. 348 and pl. 27, 4 (these dies). Depeyrot p. 153. R.A.G. Carson, Mealanges Lafaurie, A Treasure of Aurei and Multiples from the Mediterranean, p. 70, 110 and pl. 7, 110 (these dies). Donativa p. 71, e. Of the highest rarity, by far the finest of only two specimens known. One of the largest gold medallions to have survived, bearing a magnificent portrait and a finely detailed reverse composition. Good extremely fine Ex NAC sale 27, 2004, 508. The late third century was not a promising time for the city of Rome. Its traditional role as capital of the empire was slowly eroding due to the changing nature of warfare and politics. Greater power was being concentrated in the provinces as the need for protection increased along the borders. Money and resources of every kind were diverted to these front lines of Roman defence. As this transformation took place, the great metropolis of Rome became less critical to the functioning of the empire. Emperors were routinely crowned in the provinces, and if they had the luxury of time, they would visit the senate in Rome for confirmation, despite the inability of the senate to oppose them in any case. The capital was losing its relevance and its luster, and in the difficult economic times of the Tetrarchy, it was destined to lose some of its traditional privileges, including special tax exemptions, rent and food subsidies, and lavish entertainments, all supported at the expense of citizens empire-wide. This was the environment in which Maxentius, the son of the former emperor Maximianus, staged his rebellion. He styled himself a populist leader who would protect the special interests of the capital, and in doing so would turn back the hand of time to when Rome was a place of privilege. His coinage reflects these platforms, adding to it a sense of old fashioned nobility by promoting his family ties to the Herculian dynasty that had been founded by his father. The gold medallion offered here is among the largest to survive, weighing eight aurei, and was part of cache no doubt intended for distribution to Maxentius’ military officers. High-profile items like this were a perfect medium for reinforcing his ideals among the men who were in the best position to support or to betray him. The patriotic reverse represents Maxentius as the one charged by Roma herself to deliver the capital from the degradations threatened by Galerius. The inscription “to Eternal Rome, guardian of our emperor” speaks volumes of how Maxentius presented his case for sustaining the rebellion. On the obverse, Maxentius portrays himself bareheaded at a time when all of his contemporaries are crowned, and on the reverse he wears the robes of a senator. Every aspect of this must have been carefully considered in the hope that the recipient of this medallion would be assured that Maxentius did not rule as a despot, but humbly, and at the behest of Roma herself. As one of the largest surviving Roman medallions, this piece is one of only two known.1 punto
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La serie dei grossi di Antonio Venier continua ad allungarsi. Il grosso postato oltre ad evidenziare come i punzoni per la testa del doge, di San Marco e del Cristo fossero apposti sucessivamente e non con un punzone unico è ineressante oltre che per il viso barbuto anche per la dimenticanza della I di Venerio. Infatti si legge ANTO' VENERO. Al D/ .SMVENETI (con le 2 ultime lettere consumate) ANTO'.VENERO Lungo l'asta DVX 2 stelle 6 punte ai lati, punto tra asta e testa i S. Marco comune ai grossi con barba Al R/ .+.TIBI.LAVS .7.GLORIA. Molto interessante BB+1 punto
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Grazie Beppe e Rocco, No, due diversi diritti e due diversi rovesci, le accomuna solo la dimensione dei caratteri.1 punto
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Gran bel gruppetto Raffaele, confermo quanto hai scritto: la Piastra con i caratteri sottili sia al dritto che al rovescio e Aquile capovolte è più rara. Le altre due hanno identico rovescio ?1 punto
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Avrà preso un cartellino con già scritto Vitt Em. Quando si chiudono una dietro l’altra può capitare. Non sono un professionista, parlo solo per aver visto qualche perito al lavoro e nella fretta può succedere.1 punto
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Non compro monete in slab. O meglio ho comprato un ducato di Pietro Lando slabbato in un asta. Classificato ms 58, una volta tolto l'ho messo in vendita come bb +. Ma a parta questo era ondulato e la cosa non era nè visibile nè segnalata. Quindi, non compro monete in slab. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Di nulla. Per andare avanti, si legge anche … VSTVS al dritto, …ES…ONTIF al rovescio. Probabilmente c’è una figura seduta (Livia velata) tra le lettere S C. Forse un asse RIC I, 35. http://numismatics.org/ocre/id/ric.1(2).tib.351 punto
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Un 10 tornesi con il taglio lineare l'avevo trovato anch'io ma non ho salvato la foto e ad essere sincero non ricordo se fosse un 31 o un 33, per questione di tempo non ho ancora fatto il confronto con i pezzi d'oro ma penso, anzi sono sicuro che sia proprio un nuovo tipo. Ti ringrazio Lorenzo.1 punto
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Buona Domenica a tutti! Ciao Raffaele, ottima osservazione! Comunque, non solo la testa della moneta al centro é diversa dalle altre ma, tutte e tre le piastre hanno un'effige differente... sovrapponendo i conii (A-B, A-C, B-C) con 3 immagini GIF il risultato é questo...1 punto
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Rispondo a Nikita : sicuramente il biglietto da 1 Franco del Congo non è stato ritirato per il basso valore , altrimenti avrebbero ritirato a maggior ragione i tagli più piccoli della serie ( 1 - 5 - 10 - 20 - 50 centesimi ) che invece si trovano a prezzi bassissimi Tendo a rigettare anche l'ipotesi che il biglietto sia stato conservato perchè raffigura la cattura di Lumumba , dato che anche il valore successivo della serie ( il 5 Franchi ) ha quotazioni molto alte, e su questo biglietto è raffigurato un "semplice" rinoceronte In pratica i tagli più piccoli di 1 Franco e più alti di 5 Franchi , hanno quotazioni bassissime , mentre 1 e 5 Franchi hanno quotazioni , in rapporto , altissime L'unica ipotesi è che 1 e 5 franchi siano stati ritirati e macerati per qualche motivo a me ignoto , ma non certo per il basso valore1 punto
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In effetti, e' una bel rovescio. Quanto alla rarità, il RIC la dà come R (R1): Tuttavia il RIC IV II e' del 1938 e quindi non tiene conto dei rinvenimenti successivi. Quanto alla collocazione nei musei, il link che ho messo dice qualcosa. Buona notte da Stilicho1 punto
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La pubblicazione è stata presentata da Emanuela Spagnoli1 punto
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la prima potrebbe essere un potin au sanglier identificare il popolo è più arduo anche perchè queste monete vengono identificate e associate alla tribù celtica in base al territorio di ritrovamento. Di norma vengono catalogate come Haute et Moyenne Seine oppure più specificatamente associate a Leuci, Bellovaques o Remi.1 punto
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Grazie alla pubblicazione sul web delle monete custodite a Vienna (KHM) alla stessa serie (MV in esergo al D/) appare riferibile la coppia di conii 1056 del catalogo della Spagnoli documentata da 3 pezzi (1056 a, b, c): Vienna, KHM, 35040 Numismatica Genevensis 3, 2004, 4 Torino, MC 00432N Le coppie di conii 1056-7 sono quindi ascrivibili alla classe epigrafica D (MV in esergo) della fase C come rilevato nel testo (p. 165) mentre nel catalogo (pp. 124-5) vengono erroneamente descritte con VM in esergo. Purtroppo l'assenza delle tavole fotografiche, le incongruenze testo/catalogo e l'impossibilità di reperire sul web tutte le monete censite, rende assai ardua l'esatta identificazione degli esemplari. Vienna, KHM, 35040 ( = Spagnoli 1056.a) https://www.khm.at/en/objectdb/detail/1059374/1 punto
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Grano 1682 coniato al bilanciere con al dritto qualche punto in più nella legenda. CAROLVS II. D. G. R. EX..1 punto
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È davvero molto interessante e chiaro il lavoro che hai fatto per i ciuffi delle '34. Grazie @LOBU!1 punto
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Ciao, oggi condivido un denario di Marco Cocceio Nerva, Imperatore che sostituì Domiziano e governo' solo per circa 2 anni (96/98 d. C). Tuttavia lascio il segno per diverse cose fatte, come l'introduzione del principio dell'adozione del futuro Augusto che lui identifico' in Traiano. Pratica che poi utilizzarono anche altri suoi successori. Quando sali al potere aveva già 70 anni e la salute era molto precaria. Era molto conosciuto nella politica romana ed era stato console per due volte. Un imperatore che, forse anche per l'età e l'esperienza di vita che aveva, si fece ben volere dal popolo cercando di aiutare le persone più indigenti e ponendo anche un freno alla persecuzione dei Cristiani che fino ad allora era stata molto cruenta. Solo il rapporto con l'esercito fu un po' controverso, ma sempre di reciproco rispetto, dovuto questo al fatto che era un uomo delle istituzioni e con l'esercito aveva avuto poco a che fare. Con la designazione di Traiano(forse il più militare di tutti gli Augusti ) come suo futuro sostituto risolse anche questo problema. Scheda storica partita, qualsiasi intervento sarà molto gradito. Ritornando al denario coniato nel 97 d. C (spero) al rovescio vi è la rappresentazione dell'Equita' (Aequitas) nella sua versione classica, in piedi con cornucopia dell'abbondanza retta col braccio sinistro e bilancia con la mano destra. Divinità dell'imparzialita' e della giustizia che molto si identificano nell'operato seppur breve di Nerva . Ha svolto molto bene la sua funzione di moneta, con usura dei rilievi uniforme. Nel suo insieme, tutto sommato, ancora abbastanza gradevole(almeno per me🙂) con legende nitide e metallo integro, forse solo soggetto a pulizia (i denari coniati durante il suo regno avevano ancora una percentuale di argento del 90%, e si nota). Grazie ed alle prossime ANTONIO MM 18 G 3,20 RIC 131 punto
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Buona mattinata amici...condivido quest'ultima arrivata, come già scritto ho iniziato da poco a raccogliere questi aquilotti e oggi vi presento questo, anno raro e direi buona conservazione per il tipo di moneta, più che buona...variante con sigla con "d" con stanghetta dritta N.d' O.V. Dritto: FERD. D.G. SIC. REX aquila al centro cinta dalle sigle N.d' 🦅O.V. Rovescio: in cartella ornata VT/COMMO/DIVS/1793 Che ve ne pare? Grazie amici dei pareri. Poi posterò la moneta anche nella discussione "ombrello" dedicata a queste monete...ma sta moneta per me meritava un post suo! Ecco le foto. p.s. sono un pessimo fotografo @Rocco68 hai ragione sai!!1 punto
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Buongiorno a tutti. A mio modesto avviso diamo troppa importanza alla questione. La moneta deve anzitutto rispondere alle nostre attese in termini di conservazione e prezzo. Cosa faccio se trovo un pezzo che m'interessa a un prezzo onesto ma non riesco a valutarne bene la conservazione? Non lo compro. Un esempio: trovo una moneta del Regno che mi attrae ma è inscatolata nello slab e ciò non mi permette di valutare i "FERT" sul contorno? Cosa faccio? Non la compro e tengo in tasca i soldi in vista di altre opportunità... Se mai dovessi un giorno trovarmi a trattare monete da decine di migliaia di euro (non credo...😌) o le c.d. "monete chiave" di ciascuna monetazione pretenderò dalla mia controparte di poter "prendere in mano" la moneta e, in caso di rifiuto, considererei conclusa la trattativa. Troppo semplice? Forse si, ma a volte occorre andar giù piatti... Personalmente di quello che scrivono i sedicenti "esperti" e delle scatolette poco m'importa ... Preferisco trovare una moneta con la perizia di un Tevere, di un Rossi, di un Varesi e di altri che conoscete meglio di me .... Un saluto e a presto.1 punto
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Una dispositiva del collezionista lamonetiano che contrasta la pratica del grading:1 punto
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@miza se l'annata della moneta è comune e ti fidi di me senza rabbrividire ( 😆 ) prova a fare questo: mettila in un bicchiere di plastica e sommergila con lo Smac Gel Bagno per 10 minuti. Risciacqua e asciuga con la carta da cucina. Lo smac non lucida, riporta le monete allo "stato iniziale" quando si forma la patina o nei casi di monete Fdc che si sono scurite (es Bronzo) Questa è una mia moneta "Smacchizzata" ed è risultata perfettamente identica a quelle non trattate1 punto
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Credo che in queste opere la componente prezzi sia sempre quella di più rapida obsolescenza e quindi di minore importanza nel corso del tempo, decisamente più rilevanti sono gli aspetti inerenti la classificazione e il comparto immagini, in questi due aspetti i mir dedicati alle monete papali sono notevoli, una classificazione aggiornata con belle foto a colori, sicuramente l'opera di catalogazione più importante per questo settore dai tempi del Muntoni, di assoluta centralità in ogni biblioteca numismatica che ambisca a una certa completezza...1 punto
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Esattamente. La pratica di inscatolare le monete deriva sicuramente dalla modalita’ utilizzata per le figurine del baseball. La figurina, oltre a dover essere periziata e valutata, ha una particolarita’: aumenta esponenzialmente di valore se non ha segni e soprattutto se ha i bordi e gli angoli perfettamente integri. Visto che si tratta ( a differenza di una moneta) di un foglio di carta soggetto al danneggiamento ad ogni contatto, per primi gli stessi collezionisti privati hanno sempre tenuto le figurine importanti ( azzardo fin dagli anni 20 o 30 del 900 ) dentro scatole trasparenti ma necessariamente spesse ( delle piccole teche) per evitare gli urti ai bordi. Le aziende nate per periziarle e valutarle non hanno inventato il metodo di conservazione ma quello di valutazione della figurina ( diverse scale), la quale al termine della valutazione viene appunto riscatolata ( e ci mancherebbe) e sigillata. Il mercato americano della figurina e’, oltre che popolarissimo ( ogni americano medio si e’ fatto periziare una figurina e se non lo ha fatto sicuramente in casa ha una o piu’ figure da lui inscatolate) anche decisamente ricco, imparagonabile a quello della numismatica. E’ quindi assai probabile che l’ americano associ mentalmente il collezionismo di valore all’ inscatolatura e la perizia alla inscatolatura con il punteggio. In sostanza se l’ ogetto collezionato e’ periziato deve poi essere inscatolato. Normale che, commercialmente, per spingere il mercato numismatico, abbiano usato la stessa tecnica: popolare e d’ impatto visivo per loro. Non a caso, come ha fatto notare qualcuno, le aziende che fanno la perizia delle monete negli USA hanno il loro mercato principale nelle figurine.1 punto
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Piccolo bottino al mercatino, 11 monete per solo 2€ . Va bene che non è niente di particolare ma la soddisfazione di passare il tempo a spulciare tra le monete, cercando quelle meglio conservate, magari qualcuna che ti manca per completare una collezione...tanto voi mi capite bene. Diciamo che la mattinata di Domenica è stata passata bene.1 punto
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tornando al tema iniziale, ho notato anche io un forte aumento dei prezzi nei mercatini e nei convegni rispetto al pre-pandemia. Ultimamente mi è capitato in più di un'occasione di tornare a mani vuote dai mercatini e dai convegni, cosa che nell'era pre-covid non accadeva sostanzialmente mai. A dirla tutta sto cominciando ad acquistare sempre più spesso dai "mercatini virtuali e nelle aste virtuali" dei commercianti professionisti che conosco. Questa modifica nel mio comportamento, che credo sia comune anche a molti altri collezionisti (nelle aste e nei mercatini online io sono quello che compra meno), temo stia desertificando i mercatini e i convegni minori con la conseguenza che alcuni venditori, per sbarcare il lunario, finiscono per aumentare un pò i prezzi.1 punto
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Nella religione romana , il Genio è uno spirito o , più correttamente , un nume tutelare , considerato come il custode benevolo delle sorti delle famiglie ma anche dei singoli individui . Nel tentativo di chiarirne la natura ne sono state date definizioni approssimative, come "anima" , "principio vitale" , "angelo custode" . Nonostante le critiche di Walter Otto , si è generalmente pensato (es. Kurt Latte e Georg Wissowa) che al Genio associato ad ogni maschio corrispondesse una Iuno associata ad ogni femmina e che tale binomio Genio-Iuno risalisse alle origini del pensiero religioso romano , ma secondo Georges Dumézil questa sarebbe una semplice congettura senza fondamento e il binomio sarebbe apparso molto più tardi . Infatti nelle commedie di Plauto ci sono abbondanti riferimenti al Genio ma nessuno alla Iuno e bisogna attendere fino a Tibullo perché se ne cominci a parlare . Inoltre, in un' iscrizione d' età repubblicana si fa menzione , oltre che del Genius Iovis , anche del Genius Victoriae (anziché un' ipotetica Iuno Victoriae) . In origine dunque , e fino all' età augustea , il genio doveva riguardare tutti , uomini e donne . Il Genio era definito da Censorino «cuius in tutela ut quisque natus est vivit» . E infatti la festa del Genio è il compleanno dell' individuo , il dies natalis . Veniva ritenuto uno spirito buono , una specie di angelo custode che nasce con l' individuo , lo accompagnava e ne dirige le azioni nel corso dell' intera vita . La parte del corpo in rapporto con il Genio è la fronte . Dice infatti Servio che "la fronte è consacrata al Genio , per cui quando lo veneriamo ci tocchiamo la fronte" («frontem Genio consecratam esse, unde venerantes deum tangimus frontem») . Non c' era un giudizio univoco sul destino del genio dopo la morte dell'individuo : secondo Orazio scompare , secondo Ovidio no . Nel corso del tempo e per analogia con gli uomini , anche agli dèi fu attribuito un Genio . La più antica attestazione è la già citata epigrafe risalente al 58 a.C. L' attribuzione del Genio si estese anche alle famiglie (Genio del pater familias) , allo Stato , alle province , ai collegi , alle unità militari e il genio dell' imperatore vivente divenne oggetto di culto pubblico con Augusto . Roma stessa aveva un Genio , di cui Servio ricorda la dedica su uno scudo custodito in Campidoglio : Genio urbis Romae sive mas sive femina . Non è chiaro se il Genius populi romani , raffigurato come un giovinetto , sia lo stesso Genio dell' Urbe o se sia una divinità distinta anche se equivalente . Questo Genio aveva un tempio nel Foro , vicino al tempio della Concordia . L' attribuzione di un genio ad ogni luogo fu dovuta forse all' assimilazione del Genio con i Lari che si trova in Censorino . Dice infatti Servio che "nessun luogo è senza un genio" Tratto da : https://www.bing.com/ck/a?!&&p=921dbfbd8e4b46bfJmltdHM9MTY2Mzg5MTIwMCZpZ3VpZD0wZjBmYzAyNy02YzI0LTY3MmUtMDM2My1jZGZlNmQ0ZjY2ZGImaW5zaWQ9NTE3Ng&ptn=3&hsh=3&fclid=0f0fc027-6c24-672e-0363-cdfe6d4f66db&u=a1aHR0cHM6Ly9pdC53aWtpcGVkaWEub3JnL3dpa2kvR2VuaW9fKGRpdmluaXQlQzMlQTAp&ntb=1 Una variante del Genio semi conosciuta e’ il Genio del Senato , questa legenda del Genio e’ stata tramandata , almeno credo , dal solo Antonino Pio , nelle cui monete , rovescio di Sesterzi , lo presenta in due versioni , una certa poiche' la legenda lo certifica come tale , l’ altra supposta ; la prima , versione lo presenta come un giovinetto paludato e con elmo , tiene nella mano destra un rametto e nella sinistra un bastone o scettro , con la legenda GENIO SENATUS (RIC 605) ; la seconda versione , supposta , in quanto priva della legenda che lo certifica come GENIO SENATUS , come nel primo Sesterzio , ha come legenda al rovescio solo COS IIII . Sesterzio emesso , tramite la TRP XVI del dritto , tra il 152 e il 153 . In questo secondo Sesterzio si vede il Genio del Senato (?) posto su una colonnina all’ interno di un tempietto o edicola (RIC 913) . Dove fosse collocato questo tempietto o edicola non e’ dato sapere . La figura sopra la base , forse una colonnina , e’ paludata ma rimane difficile capire cosa tenga nelle due mani , comunque la figura e’ attribuita ufficialmente al Genio del Senato . Rimane sconosciuta la localizzazione di questo tempio , se invece fosse stata una semplice edicola posta all’ interno della Curia Giulia sede del Senato , sarebbe bello immaginarla come punto di riunione o passaggio , dove i Senatori prima di una assemblea si fermavano d’ innanzi al loro Genio rendendogli omaggio e chiedendo consiglio al Genio del Senato prima di prendere decisioni importanti , civili o militari , in nome del Popolo Romano . Questo secondo Sesterzio e’ classificato come una emissione molto rara . L' aspetto attuale della Curia , come appare in prima foto , è dovuto a un rifacimento effettuato da Diocleziano a causa di ingenti danni causati da un incendio nel 283 d.C. . Come costruzione è uno degli edifici tardo antichi meglio conservati di tutta Roma . L' ottima conservazione del monumento è dovuta al fatto che nel VII secolo venne trasformato in chiesa di Sant' Adriano . In foto , oltre alla Curia Giulia sede del Senato , due Sesterzi di Antonino Pio con il Genio Senatus e altri due esemplari , piu' rari , con il tempio e all' interno l' immagine del Genio Senatus ; il quarto Sesterzio piuttosto mal messo , le rarita' sono spesse volte cosi' , e' apparso recentemente in un' asta estera .1 punto
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Pescata striminzita, ma ho aggiunto 2 monete mancanti e di conseguenza posso essere soddisfatto... però c'è un però: ad un Euro questa monetina in argento ed è la prima volta che mi capita! ... Francia - 50 Centimes 19131 punto
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Pare che non garantiscano le antiche. Spesso leggo : Genuine. Addirittura ci sono quelli che garantiscono la garanzia. Appiccicano un stellina alla scatoletta. Vi racconto due casi : CGB mette in asta un falso Venier, slabbato. Avverto CGB e PCGS. I francesi mi rispondono che prima di ritirare chiederanno lumi a PCGS, che non risponde. Ritirano la moneta e mi dicono che non sono riusciti ad avere giustificazioni. PCGS non risponde nemmeno a me. 2) Asta polacca,prossimi giorni, slab NGC. Il polacco non mi ha ancora risposto, forse anche lui aspetta NGC ? NGC non risponde nemmeno a me. Riprovo : faccio il cattivo. Se i lori pseudo esperti non hanno ancora realizzato che i ducati con il nimbo spezzato sono falsi , ne trovino altri più esperti. Ricordo che in tutto il mondo spacciare per genuina una moneta falsa è una truffa. Risposta : zero. Due, qualche anno fa, NGC li ha , dislabbati ( chebbbrutta parola...ma non ho di meglio) Sul sito resta la scatoletta vuota con l'aggiunta : Not Genuine.1 punto
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Ben ritrovati, appassionati del Regno d'Olanda! Come promesso, quest'oggi inizieremo la trattazione dei ducati, dedicandoci alla descrizione del ducato di 1° tipo. Pressoché identico al doppio ducato, il ducato di 1° tipo venne coniato tra il 1806 ed il 1808. Come vedremo, durante il regno di Luigi Bonaparte, fu operativa unicamente la zecca di Utrecht. Soltanto il ducato di 1° tipo fa eccezione a questa regola. Difatti, venne coniato, oltre che ad Utrecht, anche a Dordrecht, nel solo anno 1806 e in un numero veramente esiguo di pezzi. Si stima, infatti, che ne siano stati battuti a malapena 526, di cui solamente una decina di esemplari è giunta fino ai giorni nostri. Si tratta, pertanto, di una moneta estremamente rara. Come potete osservare, la moneta presenta numerosissime analogie con il doppio ducato. Le uniche (piccole) differenze le possiamo riscontrare al dritto, dove mancano sia il cerchio cordonato sottostante la legenda che il lembo di terra ai piedi del cavaliere corrazzato. Nella legenda al dritto, inoltre, anziché avere il TRA di Trajectum troviamo la dicitura HOL, ad indicare la zecca di Dordrecht. Per il resto, rimane tutto com'era. Il ducato coniato a Utrecht presenta esattamente le stesse caratteristiche già elencate. La discussione potrebbe anche chiudersi qui se non fosse che, in realtà, oltre che Utrecht e Dordrecht, vi fu una terza zecca a coniare questa moneta. Una zecca ben lontana dai confini olandesi e che, probabilmente, vi lascerà stupiti: San Pietroburgo. Ebbene sì, il ducato olandese era talmente diffuso e apprezzato all'epoca, che i russi pensarono bene di copiarlo di sana pianta e utilizzarlo nella propria economia per i commerci e le paghe dei soldati. E non pensiate che ciò avvenisse unicamente come metodo per danneggiare l'economia olandese ora che il Paese era divenuto vassallo della nemica Francia. I russi realizzarono milioni di repliche di ducati olandesi per oltre un secolo, dal 1735 al 1849, anno in cui il governo olandese aprì un vero e proprio caso diplomatico con la Russia affinché smettesse di effettuare queste coniazioni non autorizzate. In realtà, in barba alle proteste olandesi, è ormai appurato che i russi continuarono a coniare ducati olandesi per almeno altri due decenni, sempre utilizzando la data 1849. Le “riproduzioni” in questione non erano intese per frodare nei commerci e, infatti, l'oro intrinseco è lo stesso degli esemplari genuinamente olandesi. Come vedremo, esistono anche delle piccole differenze che ci permettono di distinguerli. Allora, vi chiederete, perché fare tutto ciò? Perché coniare ducati olandesi, utilizzando le legende e i simboli di una nazione straniera, anziché inventarsi dei ducati propri? Probabilmente perché il ducato olandese aveva ormai raggiunto una fama internazionale tale da venir accettato pressoché ovunque senza troppi problemi. Una versione dichiaratamente russa, forse, non avrebbe riscosso lo stesso successo e avrebbe fatto più fatica (almeno per i primi tempi) ad essere accettata negli scambi. Comunque, a onor del vero, bisogna ammettere che i russi non furono gli unici a “sfruttare” indebitamente la fama del ducato olandese. Anche in diverse zecche tedesche troviamo imitazioni più o meno fedeli di questa moneta. Tuttavia, durante il regno di Luigi Bonaparte, solo a San Pietroburgo vennero create simili imitazioni. Perciò, non mi dilungherei ulteriormente. Le repliche russe furono eseguite tra il 1806 ed il 1807. Come detto, esistono delle lievi differenze, soprattutto a livello della data, che ci permettono di distinguerli. Il 1806 russo presenta una data più grande rispetto a quello olandese. Il ducato russo del 1807, oltre ad avere sempre le cifre della data più grandi, presenta un 7 di forma diversa. Difatti, possiamo notare come la cifra finale presenti una specie di coda, una virgola nella sua estremità. Come vedete, non c'è nient'altro che indichi che la coniazione è stata eseguita a San Pietroburgo, anzi! Viene addirittura riportata la dicitura TRA della zecca di Utrecht... Non risultano, invece, imitazioni russe per quel che riguarda il ducato di 1° tipo del 1808. Forse, ciò deriva in parte anche dai ristabiliti rapporti diplomatici tra le due nazioni all'indomani della pace di Tilsit. Bene. Direi che anche per oggi abbiamo concluso. Come sempre, se avete domande, curiosità, commenti o richieste di chiarimenti, non esitate a scrivere. Buona serata a tutti e alla prossima!1 punto
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