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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/29/22 in tutte le aree
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Buonasera a tutti. Che dite... Troveremo falsi d'epoca di Ferdinando II per ogni anno di regno ? Un bel gruppo di Piastre giovanili abilmente falsificate.5 punti
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Se Arka sostiene che non è un falso ha certamente ragione. È quindi soltanto una moneta "malmessa".4 punti
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Mi sono lasciato andare ad una divagazione, ovvero con un bagno chimico ho realizzato un argentatura ad una delle “monete” prima postate. Come prima esperienza la ritengo soddisfacente, bisogna prenderci la mano ed attenzione ai prodotti utilizzati (…AgNO3). Per recuperare l’oro (750/1000) della coniazione mal-riuscita vorrei provare a purificarlo tramite coppellazione, usando le antiche metodologie trovate su un vecchio manuale Hoepli di fine 800….un saluto a tutti2 punti
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Sì, diciamo che il mio discorso voleva soltanto mostrare un esempio limite in cui lo slab può anche impattare negativamente nella fase di vendita di una moneta. Ad ogni modo, se mi è concesso, vorrei mettere un attimo in secondo piano il discorso commerciale (che mi pare sia l’unico per cui lo slab sia stato creato e si sia diffuso così tanto), per concentrarmi invece sul significato più alto del termine “numismatica”. Quest’ultima è la disciplina scientifica che ha per oggetto lo studio della moneta in tutte le sue caratteristiche tecniche e dal punto di vista storico, culturale, sociale ed economico. Ebbene, lo slab è un fattore fortemente limitante in quanto impedisce uno studio completo e a 360 gradi della moneta per i motivi già esposti (visione del bordo e contorno, riscontro del peso, ecc.). Perciò, dal mio punto di vista, lo slab è uno strumento anti-numismatico.2 punti
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Un esemplare di frazione da Metaponto con spiga in rilievo / chicco incuso tra 2 O : definito in didascalia, obolo . Sarà il 1 Ottobre in vendita Artemide Kunstauktionen 24 al n. 43 . Unisco dalla rete, un esemplare simile .2 punti
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In una prossima asta un Lorenzo Tiepolo è slabbato come Iacopo Tiepolo da un esperto (???) di NGC. E gli ignoranti saremmo noi? Arka Diligite iustitiam2 punti
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Ciao @palanchino, tutto quanto si é detto in questa discussione potrà anche mettere in evidenza il livello di ignoranza di noi italiani in materia di slab e farti sorridere. Meglio per tutti noi, visto che sei un tecnico e quindi un addetto ai lavori, sarebbe stata la spiegazione del tuo punto di vista. Che io non ho capito. Che ne pensi 🙂? ANTONIO2 punti
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Purtroppo non è la prima volta (e nemmeno l'ultima) che divisionali con peso doppio rispetto all'obolo vengono definiti tali: https://www.acsearch.info/search.html?id=8721019 Greek Coins LUCANIA. Metapontion. Obol (Circa 470-440 BC). Obv: Ear of barley with four grains; annulets flanking. Rev: Incuse barley grain; flanked by annulets in relief. Noe 306; HN Italy 1488 (diobol). Condition: Very fine. Weight: 0.83 g. Diameter: 10 mm. https://www.acsearch.info/search.html?id=7709915 LUCANIA, Metapontion. Circa 470-440 BC. AR Obol (8.5mm, 0.78 g, 6h). Ear of barley with four grains; annulets flanking, no ethnic / Incuse barley grain; flanked by annulets in relief. Noe 306; HN Italy 1488 (diobol) . Find patina. VF. From the Judy Day Frink Collection, purchased from Edward J. Waddell, Ltd. https://www.acsearch.info/search.html?id=9242244 Greek Southern Lucania, Metapontion, c. 540-510 BC. AR Obol (10mm, 0.95g, 12h). Barley-ear with six grains. R/ Incuse barley ear with six grains. HNItaly 1469. Near VF2 punti
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Il 'nostro' August Grohs-Fligély, me lo immagino nella sua villa di Raulestraße 1 a Bad Vöslau, a una mezz'ora da Vienna, una cittadina termale frequentata dall'alta borghesia e dalla nobiltà viennese a partire dagli inizi del 1800 e per tutto il primo '900. Si tratta di una costruzione per l'epoca molto moderna e tutt'ora in linea con i canoni estetici e architettonici attuali realizzata nel 1852 e ampliata nel 1878 (qualche anno dopo l'assunzione della gestione di una delle più importanti farmacie viennesi) dal capomastro Anton Kainrath. Abitazione di cui tutt'ora sono conservati i progetti originari: E probabilmente proprio in una stanza di questa abitazione si ritirava a studiare e a ordinare la sua collezione numismatica, dove trovava posto anche questa monetina che ora ospito nella mia collezione: Si tratta di un comune antoniniano di Tacito, zecca di Roma: D\ IMP C M CL TACITVS AVG, busto radiato e drappeggiato a destra. R\ PROVIDENTIA AVG / XXI A (in esergo), la Providentia con in mano bastone e cornucopia. 3,02 gr; 21 mm - RIC 92 Ex Grohs-Fligely 1875 - 1962; Ex Dorotheum 2020; Ex Sebastan Sondermann 2021; Ex Arkeo Numismatique2 punti
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Buoiorno, partecipo a questa discussione con il mio scudo del 1872, una delle mie monete preferite, poiché ha sviluppato una bella patina....2 punti
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Esattamente. La pratica di inscatolare le monete deriva sicuramente dalla modalita’ utilizzata per le figurine del baseball. La figurina, oltre a dover essere periziata e valutata, ha una particolarita’: aumenta esponenzialmente di valore se non ha segni e soprattutto se ha i bordi e gli angoli perfettamente integri. Visto che si tratta ( a differenza di una moneta) di un foglio di carta soggetto al danneggiamento ad ogni contatto, per primi gli stessi collezionisti privati hanno sempre tenuto le figurine importanti ( azzardo fin dagli anni 20 o 30 del 900 ) dentro scatole trasparenti ma necessariamente spesse ( delle piccole teche) per evitare gli urti ai bordi. Le aziende nate per periziarle e valutarle non hanno inventato il metodo di conservazione ma quello di valutazione della figurina ( diverse scale), la quale al termine della valutazione viene appunto riscatolata ( e ci mancherebbe) e sigillata. Il mercato americano della figurina e’, oltre che popolarissimo ( ogni americano medio si e’ fatto periziare una figurina e se non lo ha fatto sicuramente in casa ha una o piu’ figure da lui inscatolate) anche decisamente ricco, imparagonabile a quello della numismatica. E’ quindi assai probabile che l’ americano associ mentalmente il collezionismo di valore all’ inscatolatura e la perizia alla inscatolatura con il punteggio. In sostanza se l’ ogetto collezionato e’ periziato deve poi essere inscatolato. Normale che, commercialmente, per spingere il mercato numismatico, abbiano usato la stessa tecnica: popolare e d’ impatto visivo per loro. Non a caso, come ha fatto notare qualcuno, le aziende che fanno la perizia delle monete negli USA hanno il loro mercato principale nelle figurine.2 punti
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Un pezzo che fa tipologia a se’ è lo scudo di Firenze, da sempre una moneta ricercata e la cui iconografia, soprattutto del diritto, è veramente particolare e non trova riscontri ne’ nella serie precedente dei colli lunghi ne’ in quella successiva del Regno d’Italia. Numerose sono le falsificazioni e per alcune non è affatto facile riconoscere gli originali, che proprio per la particolarità del conio, sovente inducono dubbi loro stessi. Qui uno dei miei due esemplari, quello meno bello (SPL, graffietti e con tracce di pulizia, patina non uniforme al D, colpettini), l’altro (FDC) è in banca.2 punti
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Ciao @dracma , É proprio vero che, a volte, quando si smette di cercare le cose esse ti si parano davanti senza alcun preavviso. Ho individuato un esemplare di statere appartenente al gruppo A (sottogruppo 2) che qui non è stato censito. L’esemplare rivestirebbe particolare rilevanza in quanto per stile risulta sovrapponibile all’esemplare 1 del catalogo che hai stilato, presentando tuttavia un peso non anomalo. A dire la verità ritengo altamente probabile che il conio del rovescio sia il medesimo della moneta ex Rothschild 2429, almeno a giudicare da vari elementi tra cui il tratto visibile dietro la nuca del toro. Il dritto molto simile non sembrerebbe esattamente sovrapponibile, ma è anche vero che l'esemplare Rothschild pare presenti tracce di uno sdoppiamento di parte del figurato possibilmente dovuto a doppia battitura (?), quindi potrebbe coincidere anche il conio di incudine. La moneta proviene dai doppi del Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, venduti in quattro vendite tenute da Felix Schlessinger a Berlino. In particolare l’asta 13 del 4 febbraio 1935 conteneva, tra gli altri, un rilevante insieme di esemplari magnogreci e sicelioti.1 punto
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In questi casi non vedo motivi seri per sollevare dubbi.1 punto
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La resa di "immanis" con "monstrous" è a mio parere discutibile. Anche nel caso in cui l'aggettivo dovesse riferirsi al fiume troverei più calzante "impetuoso", come si legge nella traduzione dell'Eneide di di G. Vergara (1989, p. 195).1 punto
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Nooooo, e io non ci sonooo! Sono in gita a Lucca e me le perderò, purtroppo. Va be', ho capito, vi toccherà farmi uno stage di aggiornamento..1 punto
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I tuoi post costituiscono sempre una stimolante occasione di ricerca @VALTERI. Segnalo anche un esemplare prossimamente in asta di gr. 0,36 definito triemiobolo. https://www.sixbid.com/en/artemide-aste/9921/greek-coins/8529440/lot Lot 44. Greek Italy. Southern Lucania, Metapontum. AR Trihemiobol, 470-440 BC. Obv. Ear of barley. Rev. Incuse ear of barley. HN Italy 1489; HGC 1 1086. AR. 0.36 g. 8.00 mm. R. Toned. VF.1 punto
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Colgo l'occasione per segnalare due casi alquanto peculiari. Si tratta degli esemplari nn. 294-5 della classificazione Noe-Johnston (spiga/testa di bue incusa) legati da un incrocio di D/ e lievemente diversificati al R/ per la resa della fronte del bovide – con elementi ondulati (294) o puntinati (295). Entrambi vengono identificati come dioboli dal Noe (1927) e successivamente rettificati in trioboli dalla Johnston nella revisione del 1984 (p. 47). Noe-Johnston 1984, p. 32 Noe-Johnston 1984, pl. 21-22, nn. 294-5 La comparsa di un discreto numero di esemplari sul mercato antiquario ha tuttavia consentito di apportare alcune precisazioni alla descrizione del Noe. Sono infatti emersi almeno tre esemplari che recano al D/ la legenda - (nn. 7-9) che adoperano lo stesso conio di martello del n. 294, consentendo di integrare la sequenza del Noe ed evidenziando nel contempo la buona concatenazione della serie, che per la forma allungata dell’etnico si potrebbe ascrivere al momento conclusivo degli incusi (classe VII). La rilevazione dei pesi, compresi tra gr. 1,38 e 1,06, conferma inoltre la corretta identificazione del nominale con il triobolo, ulteriormente comprovata dal tipo del rovescio, la cui scelta secondo la Johnston (p. 47) concorrerebbe all’identificazione del nominale: R/ testa di bue: triobolo R/chicco: diobolo R/ spiga: obolo1 punto
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Qualche tempo fa ho acquistato dal venditore “Sondermann Numismatics” due monete. Ecco la prima: D/: IMP C VICTORINVS P F AVG: Busto di Vittorino, radiato, drappeggiato e corazzato, a destra. R/: PAX AVG: La Pax stante a sinistra, con un ramoscello nella mano destra e uno scettro trasversale nella sinistra; V/ star nei campi ESERGO: - Questa la seconda: D/ IMP CC VAL DIOCLETIANVS P F AVG: Busto di Diocleziano, radiato, drappeggiato e corazzato, a destra R/ CONCORDIA MILI-TVM: Diocleziano, stante a sinistra in abiti militari, mentre riceve una piccola Vittoria su globo da Giove stante a sinistra appoggiato ad uno scettro; H al centro del rovescio ESERGO/ XXI Si trattava di due esemplari senza particolari pretese di rarità, tutto sommato gradevoli, ma con una particolarità: erano accompagnati dai loro vecchi cartellini di catalogazione. Ed eccoli questi cartellini, piccoli da stare dentro le caselle di un vassoio. Dalla descrizione del venditore, le monete risultavano provenire dalla “Ex Grohs-Fligély collection, 1875-1962”. Quindi le monete facevano parte della collezione di un certo Grosh-Fligèly, nato nel 1875 e morto nel 1962. Per ora fermiamoci qua. Trovo interessanti questi cartellini che fanno trasparire una certa conoscenza della numismatica romana imperiale. Nel cartellino di Diocleziano è indicata la corrispondente classificazione del Cohen (e mi sembra anche correttamente). L'opera del Cohen "The description historique des monnaies frappées sous l'Empire Romain" uscì con il primo volume del 1859 e fu completata nel 1868. Il RIC (The Roman Imperial Coinage) iniziò ad essere pubblicato nel 1923 ed il volume V (che tocca il periodo in cui cadono le due monete) è del 1927. E' probabile che il nostro avesse dimestichezza soprattutto con il Cohen che però, come sappiamo, ha i suoi limiti in quanto ha fonti poco attendibili ed ha una valenza per lo più antiquaria. A maggior ragione per i "gallici" che erano davvero poco conosciuti (su di essi anche il RIC zoppica molto). Alla luce di ciò, interessante che avesse in collezione proprio un Vittorino. Gli perdoniamo, pertanto, sia il lapsus calami (Diocleianus anziché Diocletianus) sia l'errore nella collocazione cronologica di Vittorino. Al di là di tutto ciò, inoltre, anche la qualità delle monete non e' poi male, no? A questo punto la domanda sorge spontanea, come si suol dire: ma chi sarà mai stato questo Grohs-Fligély? Che tipo di collezione era? E’ partita così una mia piccola indagine numismatica senza grosse pretese, ma animata dalla volontà di cercare di capire a chi fossero appartenute le monete prima di finire nelle mie mani. Quindi ho iniziato qualche ricerca ed ecco a cosa sono giunto. La storia comincia dai due fratelli Adolf ed August (nati rispettivamente nel 1808 e 1810) appartenenti alla nobile famiglia austriaca dei Fligély. Dei due il più famoso era August che era un ufficiale, un cartografo ed un feldmaresciallo austriaco. August si era sposato tardi in età ed il suo matrimonio era stato senza figli. Di Adolf sappiamo molto meno, se non che morì di tifo e che, prima di morire, ebbe una figlia di nome Emilie. Tuttavia, allora, ciò che contava nelle famiglie nobili era avere un erede maschio che portasse il nome di famiglia. E questo arrivò quando Emilie sposò un noto farmacista di nome Anton Grohs al quale passò, con solenne dichiarazione, la nobiltà, lo stemma ed il nome dei Fligély. Da allora, la famiglia avrebbe avuto il doppio nome di Grohs-Fligély. Anton Grohs, inizialmente, era stato avviato dalla famiglia al sacerdozio, ma dopo due anni di studio in seminario capì che quella non era la vita che faceva per lui; lui voleva studiare farmacia, campo al quale si era avvicinato grazie alla amicizia con alcuni giovani medici. E così, dopo essersi guadagnato da vivere prima lavorando in una birreria e poi in un conceria, finalmente divenne farmacista lavorando in diverse farmacie di Vienna. Di indole curiosa e animato da spirito innovativo, inventò e allestì preparazioni di gelatina utilizzata per la prodizione di capsule, compresse, confetti e supposte divenendo famoso nel suo campo tanto che, nel 1870, ricevette la concessione per gestire una grossa farmacia di Vienna, l’Apoteke zur Austria in Wahringstrasse 18 e che e’ esistente ancora oggi: Anton ebbe cinque figli, quattro femmine ed un maschio; il maschio era August, nato nel 1875: e’ proprio il nostro collezionista. Con la morte di Anton, la farmacia fu inizialmente gestita insieme da tutti i componenti della famiglia, anche se l’unico farmacista era proprio August, come sembrerebbe testimoniato da questi strani annunci trovati in rete in parte in tedesco (grassetto) ed in parte (credo) in ungherese (sarebbe interessante se qualcuno potesse tradurli bene: io ci ho provato, ma mi sono perso subito): Interessante, in particolare, questo secondo annuncio. Ipotizzo possa indicare una sorta di un preparato galenico brevettato (zäpfchen ho visto che vuol dire “supposte”), ma anche qui sarebbe utile una traduzione ad hoc. Ciò porterebbe August sulla linea del padre Anton, al punto da essere riconosciuto nel 1913 “reale fornitore” degli Asburgo. August Grohs-Fligély e’ morto nel 1962: Quindi abbiamo identificato il collezionista, ma purtroppo non sappiamo molto di più della sua collezione. Ho provato quindi a scrivere a Sondermann. Ecco la sua risposta: Hello, Sorry, I don't have much Information about Grohs-Fligely. He was an Apothecary in Vienna, Austria. His collection was auctioned by Dorotheum in June 2020. That's all I know about him. Best regards, Sebastian Sondermann Quindi la sua collezione è stata venduta all’asta da Dorotheum nel giugno 2020. La sensazione è che la collezione dovesse essere piuttosto cospicua, magari non solo di monete romane. Del resto, la disponibilità economica doveva averla. Ieri ho provato a scrivere a Dorotheum; attendo la risposta; vi terrò aggiornati. Qui finisce questa piccola ricerca. Spero di non avervi annoiato. Io mi sono divertito e, per di più, ho ricostruito alcuni passaggi precedenti delle mie due monete, cosa che rappresenta (a mio avviso) un valore aggiunto per i pezzi in collezione. Infine, abbiamo conosciuto un po' questo farmacista austriaco con la passione per le monete (solo romane?). E voi sapete qualcosa in più su questa collezione? Avete qualche esemplare che ne ha fatto parte? Chiudo con un ringraziamento particolare all'amico e collega Curatore @grigioviola. Un saluto a tutti voi da Stilicho1 punto
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Provo a tradurre (con traduttore, eh?) il cartellino di Grigioviola: "Tacito (275-276). Senatore, sconfigge Alani e Goti, regna per 6 mesi, ucciso dai soldati" Trovo interessanti queste pillole di storia messe sul cartellino identificativo.1 punto
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Davvero interessante! Anche perché sono poche le località che hanno intestato una via alla propria zecca.1 punto
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Se ne parla poco ma è’ giusto anche ricordarlo … Dall’ 11 al 16 settembre 2022 si è svolto a Varsavia il XVI Congresso Internazionale di Numismatica di Varsavia. Come sapete l’Accademia Italiana di Studi Numismatici con il sostegno economico di diversi soggetti ha contribuito a tale manifestazione di straordinaria portata internazionale con l’istituzione di sei borse per favorire la partecipazione di altrettanti studiosi all’evento.1 punto
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Stranamente su questo ripostiglio non era mai stata aperta una discussione ad hoc sebbene fosse stato inserito in una lista di famosi ripostigli britannici fatta a suo tempo da @Illyricum65 e consultabile tutt'ora al seguente link: Si tratta di uno dei ripostigli inglesi più famosi per dimensione e spettacolarità d'insieme. Il deposito venne scoperto casualmente l'11 maggio del 1936 a Dorchester, nel Dorset, durante i lavori di ristrutturazione dell'edificio destinato a ospitare per molti anni il supermercato della nota catena britannica Marks and Spencer. L'edificio ha mantenuto la sua destinazione d'uso di supermercato fino al 2020: Poi, causa la crisi e la pandemia, a febbraio 2020 ha chiuso i battenti ed è rimasto in stato di abbandono fino a giugno di quest'anno quando è stato riaperto con una nuova destinazione d'uso: una sala di assistenza per i cittadini bisognosi locali. Ma torniamo al nostro ripostiglio che agli occhi dei lavoratori impiegati nell'area nel '36 si presentò in questa spettacolare forma: un insieme di ben 22.121 monete suddivise in tre differenti contenitori: - una brocca in bronzo a un solo manico - un ampio catino di bronzo - forziere di legno, conservato solo in parte, con delle borchie e lastre bronzee di chiusura Purtroppo nel breve periodo intercorso tra il rinvenimento e la comunicazione alle autorità della scoperta, un cospicuo gruzzolo di monete scomparvero molto probabilmente per mano degli operai presenti nel cantiere che le dispersero immediatamente nel mercato. Al British Museum per lo studio, la pulizia e l'identificazione arrivarono infatti 20.748 esemplari suddivisi in 16 denari e 20.732 antoniniani. Le monete contenute nel deposito sono state emesse in un periodo relativamente limitato di tempo compreso tra il 215 e il 257 d.C. (data di coniazione della più antica e più recente moneta) a nome di questi imperatori: Il termine ultimo del 257 non corrisponde ovviamente alla data esatta di chiusura del deposito che va spostata in avanti ragionevolmente di un paio d'anni. Una particolarità che emerge a una prima occhiata è la presenza di ben 25 denari "overstrikes" ovvero riutilizzati per battere antoniniani, il tutto con conii ufficiali (conferma derivata dalla presenza di die links) e quindi in ambito di operazioni ufficiali all'interno della zecca. L'insieme presenta relativamente poche rarità, da sottolineare due esemplari di Tranquillina e due di Cornelia Supera di cui il presente pezzo è oggi conservato al British: Dallo studio del ripostiglio fatto da Mattingly e pubblicato su Numismatic Chronicle qualche tempo dopo la scoperta, emerge una notevole presenza di die links (legami di conio) tra gli esemplari rinvenuti che, accompagnata a una generale alta conservazione di tutto l'insieme e in particolar modo anche degli esemplari più "antichi", fa pensare non tanto a un deposito costituito sottraendo negli anni esemplari dal flusso circolante, quanto piuttosto a un deposito formato dall'accantonamento di grossi blocchi di monete tenuti da parte subito dopo (o comunque relativamente poco tempo dopo) esser state coniate. E' singolare inoltre come gli esemplari di Gordiano III, Filippo I e Traiano Decio siano stati accantonati in quantitativi ingenti in tempi relativamente brevi: - 8.892 esemplari per Gordiano III in poco meno di 6 anni - 6990 esemplari per Filippo I in circa 5 anni e mezzo - 2300 esemplari per Traiano Decio in poco meno di 2 anni Mentre gli esemplari attribuiti a Valeriano e Gallieno (che sostanzialmente rappresentano il periodo di chiusura del ripostiglio) siano stati messi da parte in misura nettamente inferiore: solamente 858 esemplari che coprono un arco temporale di quasi 4 anni. Dall'analisi di tutti questi dati Mattingly afferma che questo ripostiglio non ha le caratteristiche di un deposito privato di accantonamento di risparmi perché troppo ingente né ha una destinazione d'uso di natura militare (ad es. pagamento delle truppe) perché nella zona della città romana di Dorchester non sono noti fortilizi o stanziamenti militari di una certa importanza negli anni di formazione del deposito. L'elevata qualità dei pezzi, la presenza massiva di legami di conio e una marcata preferenza per una moneta con un maggior contenuto di fino rispetto agli ultimi antoniniani di Valeriano e Gallieno, fanno propendere Mattingly a ritenere l'accantonamento opera di qualche banchiere locale o conduttore di istituzione analoga, a cui a un certo punto è successo qualcosa che gli ha impedito il recupero dell'ingente gruzzolo di monete. Chissà se è questa la vera origine del deposito, resta il fatto che si tratta di uno dei più noti e importanti ripostigli inglesi e gode anche oggi, nonostante la scoperta negli anni successivi dei depositi di Cunetio e Normanby, di grande fama e fascino. Nel corso degli anni sono riuscito a inserire in collezione tre pezzi da questo ripostiglio che ora vi presento: 1) GORDIANO III - Fortuna Redvx Antoniniano, zecca di Roma D\ IMP GORDIANVS PIVS FEL AVG R\ FORTVNA REDVX RIC IV 144 Ex M. Wallser (cartellino originale); Ex Dorchester Hoard 1936 D 2) GORDIANO III - Virtvti Avgvsti Antoniniano, zecca di Roma D\ IMP GORDIANVS PIVS FEL AVG R\ VIRTVTI AVGVSTI RIC IV 95 Ex Gert Boersema; Ex CNG Keystone Auction n. 6/2022; Ex KEn Bressett Collection; Ex Joe Powers 1950; Ex Dorchester Hoard 1936 3) TRAIANO DECIO - Abundantia Antoniniano, zecca di Roma D\ IMP C M Q TRAIANVS DECIVS AVG R\ ABVNDANTIA AVG RIC IV 10b Ex Andie Paul, Ex Old English collection '60-'80 (cartellino originale), Ex Dorchester Hoard 1936 Termina qui questo mia breve discussione su questo importante ripostiglio, per chi volesse approfondire: Mattingly, Harold. “THE GREAT DORCHESTER HOARD OF 1936.” The Numismatic Chronicle and Journal of the Royal Numismatic Society, vol. 19, no. 73, 1939, pp. 21–61. JSTOR, http://www.jstor.org/stable/42663394.1 punto
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Questa è stata l'unica moneta in vita mia che comprai nello Slab in un convegno nel 2014. Lo Slab fu distrutto 20 minuti dopo che ero ritornato a casa1 punto
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Ciao Riccardo, adesso hanno perso molto della loro "perfezione" , devi immaginarle appena rifinite e con l'argentatura . Solo il peso le avrebbe tradite.1 punto
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I giornalisti israeliani sono stati i più avanzati su questo tema. Una nave stellare imperiale russa di Star Wars è stata abbattuta in Ucraina.1 punto
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non è un fdc la mia.. conserva ottimi rilievi.. ma ha perso un po di lustro a seguito della circolazione. Il 5 lire firenze rientra nei miei prossimi obiettivi.. è una moneta importante e richiede un notevole impegno economico.. anche questa che hai postato non è niente male.. figuriamoci il fdc che hai in banca com'è bello.🙂, non appena hai la possibilità di averlo in mano mi farebbe piacere vederlo qui sul forum.. non è frequente vederlo in giro in alta conservazione.. anche perché le foto dei cataloghi sono fredde.. non trasmettono niente della reale bellezza di una moneta.👋1 punto
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Follaro di Ruggero II D/ Nel campo croce decussata in ottagono con al centro stella in campo per ordine di Ruggero II il Magnifico R/ cerchio stellato con 6 braccia in campo coniato a messina nell'anno quaranta cinquecento Spahr 79 Tarascio 86 Mec 14 D'andrea 248 Travaini1995 n.245 Ciao1 punto
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Un bel quadretto,complimenti! Direi che la '32, è di fattura superiore a tutte. Tutte molto affascinanti,ma quella a mio avviso , ha fatto piú danni in passato😁👌1 punto
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Li ho presi tutti 4. Buon punto di riferimento Il mercato reale poi è spesso diverso1 punto
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Riguardo al Pisone con il trofeo dietro la testa di Apollo, l’unico esemplare passato per le aste che ho trovato in rete è questo dell’Heritage che ha raggiunto un hammer di 204 USD. Heritage Auctions, Inc., Auction 232042, lot 63146, 14.10.2020 Ancients Roman Republic L. Calpurnius Piso Frugi (90 BC). AR denarius (19mm, 7h). NGC Choice VF. Rome. Laureate head of Apollo right; trophy behind / L•PISO•FRVGI, horseman riding to right carrying palm; CIII below. Crawford 340/1. Sydenham 665. Calpurnia 11. HID05401242017© 2020 Heritage Auctions | All Rights Reserved. apollonia1 punto
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Buongiorno...questo insetto ha delle bande nere, delle volte più distanziate, altre più vicine, che ne caratterizzano il dorso, che non sono altro che il cibo che sta digerendo, quel 38 è una pura casualità, casualita avvenuta nel tratto digerente di quel moscerino, perche non è una zanzara se si tratta di un cricotopus. La digestione ha fatto 38 tutto lì. Saluti. Cristiano. P.s. non sono entomologo ma solo appassionato di insetti e simili...la vedo così.1 punto
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visto che la chiamata è dura solo un 'ora sto registrando la seconda parte e proverò a caricarla su youtube domani1 punto
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Io ho vissuto un po' tutte le fasi e modalità collezionistiche, ho cominciato presto, da bimbo di nove anni, con la cartamoneta, fu un colpo di fulmine, ricordo ancora il giorno, ero in gita vacanziera a Venezia con mio padre, mentre si passeggiava vidi una curiosa vetrina piena di banconote di ogni paese, mi apparve come uno spettacolo magico, tutti quei colori, figure, scritture strane, rimasi in uno stato di trance col naso azzeccato alla vetrina per alcuni minuti finchè mio padre ebbe pietà di me e mi chiese: vuoi entrare e vederle meglio? Ecco, da quel momento entrai in quel mondo e non ne sono più uscito, ma ho cambiato tante volte oggetti e modalità del collezionare, non sono mai riuscito a rispettare piani e programmi, è tutto troppo bello e interessante per indugiarci troppo a lungo, così dalla cartamoneta passai alle monete borboniche al secondo anno di liceo, ricordo ancora la mia prima piastra del 1857, bella patina bruna e uniforme, pagata 150.000 L. e presa da un listino di un commerciante pubblicato su Cronaca Numismatica, la mia unica "bibbia" monetaria del tempo, poi mi dissi perchè solo le borboniche? Pure le vicereali e le medievali sono interessanti e mi arraffai un bel mezzo ducato di Filippo II seguito da un saluto di Carlo II d'Angiò, poi scendendo lungo la scala del tempo arrivai alla Neapolis greca, potevo mai rimanere indifferente davanti a quei bei didrammi con la bella Partenope e il misterioso toro androprosopo o alle frazioni di bronzo con splendida patina verde smeraldo? Non si poteva e quindi vai con le greche, ma se andavo con le greche perchè non con le romane, mi accorsi che erano gnocche pure quelle, soprattutto quelle imperiali, con quei bei ritratti, veniva voglia di mettere assieme una bella galleria di ritratti degli imperatori, e quindi vai pure con la ritrattistica imperiale, nel frattempo ero diventato un po' più grandicello, andavo all'università e facevo diversi esami storici, uno di questi era storia bizantina, mi ingrippai pesantemente, volevo sapere, capire, conoscere tutto, vita, morte e miracoli del bizantume e ovviamente potevo mai esimermi dall'ambito monetoso? Niente affatto, e vai pure con le monete bizantine, a cui seguirono nel giro di qualche anno quelle islamiche, ma è normale, se si studia Bisanzio, ci si imbatte negli arabi e nei turchi e nelle loro bislacche quanto affascinanti monete, e io non resistevo, quindi si va per lidi esotici tra dinar e dirham... non avevo una collezione ma uno zoo numismatico, di tutto di più 😅😁... tuttavia devo dire che anche in quella fase di collezionismo onnivoro compulsivo e selvaggio, non trascuravo affatto i libri, anzi nel corso degli anni proprio i libri di numismatica e storia monetaria finirono per assorbire sempre più il mio interesse finchè non decisi di dedicare loro la maggior parte delle energie mentali e tascali, ma è stato un punto di arrivo, dopo due decadi di collezionismo totale mi ero un po' saturato, sentivo il bisogno di procedere diversamente, non più seguendo il puro piacere o interesse del momento, ma ragionando su cosa volevo davvero creare, avevo ormai abbastanza esperienza da capire meglio almeno questo, cosa mi appagava di più, e a me appaga tanto saperne e conoscerne di più, il dietro le quinte di ogni moneta, dalla sua creazione alla sua funzione, perchè, quando, quanto e come era coniata, circolava, era spesa, tesaurizzata, rifusa e via di seguito, e questo sapere lo trovavo solo in certi libri, potevo creare una biblioteca specializzata, importante, che soddisfacesse tutte queste mie curiosità su tante monete e così iniziai questo nuovo percorso, un po' più ordinato e regolare, ma sempre divertente, forse ancora di più perchè fondato su una consapevolezza maggiore... questo per dire che il modo di collezionare è un percorso davvero esclusivamente personale, ha un po' dell'autoanalisi, del conoscere sè stessi anche attraverso questo ambito, apparentemente trascurabile e di poca importanza nelle cose del mondo, ma comunque efficace e indicativo per chi sceglie di seguirlo, non ci sono modalità valide per tutti, ognuno ha la propria, che può essere modificata nel corso del viaggio, l'importante alla fine è divertirsi...1 punto
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Veramente? Cioè tu hai fatto così? Da bambino hai letto letto letto letto, poi sei diventato adolescente e ti sei fatto un "piano progettuale"? Ma dai! Se fosse così credo che non esisterebbero collezionisti e appassionati! Ti dico come è andata con me: da bambino mettevo via gli spiccioli rimasti dalle vacanze in famiglia, poi ho incominciato a frequentare il Cordusio la domenica mattina, infine, e solo x ultimo, ho cominciato a leggere. Quanto al piano progettuale, mi manca ancora adesso...1 punto
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Ma vale altrettanto per tutte le monete coniate a mano. E nel caso della zecca di Venezia si arriva fino al 1797. # Liberiamo le monete Arka Diligite iustitiam1 punto
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Riapro questa discussione per postare il mio piccolo acquisto pomeridiano. Lotto 406 Asta Maison Pruvost Numismatique 25/9/2022 Venise, Palma Nova, Siège de 1814 par les autrichiens, 50 Centimes, Av. MONta. D'ASSEo. PALMA, Couronne, 1814, Rv. NAPOLEONE IMPe. E RE / CENT 50, Cuivre, SUP. 12.35 g. 28 mm, KM 2 MIR1/R2 - Pag.281, Superbe exemplaire à la patine marron uniforme. Rare qualité! Monnaie de siège de la fin de l'Empire Français. Certainement l'un des plus bel exemplaire connu en cuivre. Ex. Burgan Numismatique Maison Florange, vente du 15 janvier 2021, lot 531.1 punto
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Come molti sanno combatto da anni la pratica di inscatolare le monete. Capisco la strategia commerciale, ma non condivido quella numismatica. @lorluke ha già toccato molte delle criticità dello slab. Il peso nella monetazione medievale è fondamentale, anche per motivi di studio. Sempre nelle medievali sono importanti i punzoni e attraverso la plastica è impossibile individuarli bene. Infine, ma è pure un argomento importante, a volte vengono sigillate monete false. Questo è dovuto al fatto che è impossibile conoscere tutte le monete e le loro criticità. E, a tal proposito, le società che slabbano garantiscono lo stato di conservazione, ma non l'autenticità. Così si rischia di avere un falso, ma MS65... #Liberiamo le monete Arka Diligite iustitiam1 punto
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La realizzazione del decoro nel taglio fu il punto debole sia dei falsari che dei tosatori. Per i primi , dopo aver terminato la moneta (Piastra) , sia per fusione che per coniazione, bisognava ritoccare le imperfezioni dovute alla fusione e ricopiare al meglio il decoro nel taglio. Molti PROVIDENTIA OPTIMI PRINCIPIS nelle mie Piastre falsi d'epoca presentano vistosi errori , quali N speculari o lettere mancanti e stelline a 5 punte in sostituzione del giglio. Il taglio a serpentina poi fu quanto di più difficile da riprodurre, chi lo abbozzo' con due mezze lune coricate e contrapposte, chi ricreando un punzone "modulo" o chi lo bulino' direttamente sul taglio. Alcuni tosatori lasciavano metà taglio con la treccia originale e ne abbozzavano solo il lato su cui avevano tolto il prezioso metallo. Tempo fa mi proposero un gruppo di piastre di Ferdinando IV tutte con metà tondello tosato, e il rimanente con una treccia appena accennata. Nei prossimi post , vi farò vedere tutti i tagli dei miei falsi. Al momento ho in archivio solo i due delle Piastre 1786.1 punto
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Nella necropoli di Ostia antica , sulla Via Ostiense , piu' esattamente imboccando la Via di Ermogene dove inizia la strada dei sepolcri , si trova come prima , insieme a tante altre , una Tomba antica denominata modernamente in modo succinto : “del Pretoriano” . Il testo della tomba , purtroppo in parte mutilo ma ben decifrabile e mancante purtroppo anche del nome dell' intestatario , ci racconta , con un testo leggibile solo da vicino : “........vi........militi cohor....VI pr........Ostienses locum sepult.......dederunt publicoq.....funere efferun.....decrerunt quod in incendio restinguendo interit in fr.....p......XII in ag......p......XXV Lapide che integrando le mancanze cosi' recita : “A (nome del personaggio , mancante).....soldato della sesta coorte pretoria la cittadinanza ostiense offri' il luogo della sepoltura e decreto' che il trasporto funebre fosse a spese pubbliche in quanto egli mori' nel tentativo di spegnere un incendio” la lapide termina con le misure della tomba : 12 piedi sulla fronte e 25 piedi in profondita"' Nessun erede e' nominato . L' iscrizione dimostra la grande importanza storica di questi documenti , infatti conferma che una delle Coorti Pretorie , in tutto sei , era stanziata ad Ostia al tempo di Augusto che creo' il reparto dei Pretoriani , i quali svolgevano anche le funzioni di pompieri prima che venissero istituite le specifiche Coorti dei Vigili . Aggiungerei anche l' annotazione del bel messaggio che ci giunge dalla lapide , che dimostra il grande rispetto civico che avevano gli antichi , i quali vollero onorare la memoria del nostro pompiere comprandogli lo spazio pubblico per la tomba e pagandogli il funerale . Questo e' il bello dell' epigrafia , piccoli spaccati di vite passate che ci raccontano fatti antichi . Tratto da : Le Necropoli pagane di Ostia e Porto . Foto del sepolcro "del Pretoriano"1 punto
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