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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/25/22 in tutte le aree
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Riapro questa discussione per postare il mio piccolo acquisto pomeridiano. Lotto 406 Asta Maison Pruvost Numismatique 25/9/2022 Venise, Palma Nova, Siège de 1814 par les autrichiens, 50 Centimes, Av. MONta. D'ASSEo. PALMA, Couronne, 1814, Rv. NAPOLEONE IMPe. E RE / CENT 50, Cuivre, SUP. 12.35 g. 28 mm, KM 2 MIR1/R2 - Pag.281, Superbe exemplaire à la patine marron uniforme. Rare qualité! Monnaie de siège de la fin de l'Empire Français. Certainement l'un des plus bel exemplaire connu en cuivre. Ex. Burgan Numismatique Maison Florange, vente du 15 janvier 2021, lot 531.6 punti
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Ecco gli originali per informazione. https://coins.nd.edu/colcurrency/currencytext/MA-05-05-80b.html (mi dispiace 🤷♂️)4 punti
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io tra le monete di Carlo II, che trovo tra le più belle coniate a Napoli, ho un a coppia di ducati.4 punti
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Qualche tempo fa ho acquistato dal venditore “Sondermann Numismatics” due monete. Ecco la prima: D/: IMP C VICTORINVS P F AVG: Busto di Vittorino, radiato, drappeggiato e corazzato, a destra. R/: PAX AVG: La Pax stante a sinistra, con un ramoscello nella mano destra e uno scettro trasversale nella sinistra; V/ star nei campi ESERGO: - Questa la seconda: D/ IMP CC VAL DIOCLETIANVS P F AVG: Busto di Diocleziano, radiato, drappeggiato e corazzato, a destra R/ CONCORDIA MILI-TVM: Diocleziano, stante a sinistra in abiti militari, mentre riceve una piccola Vittoria su globo da Giove stante a sinistra appoggiato ad uno scettro; H al centro del rovescio ESERGO/ XXI Si trattava di due esemplari senza particolari pretese di rarità, tutto sommato gradevoli, ma con una particolarità: erano accompagnati dai loro vecchi cartellini di catalogazione. Ed eccoli questi cartellini, piccoli da stare dentro le caselle di un vassoio. Dalla descrizione del venditore, le monete risultavano provenire dalla “Ex Grohs-Fligély collection, 1875-1962”. Quindi le monete facevano parte della collezione di un certo Grosh-Fligèly, nato nel 1875 e morto nel 1962. Per ora fermiamoci qua. Trovo interessanti questi cartellini che fanno trasparire una certa conoscenza della numismatica romana imperiale. Nel cartellino di Diocleziano è indicata la corrispondente classificazione del Cohen (e mi sembra anche correttamente). L'opera del Cohen "The description historique des monnaies frappées sous l'Empire Romain" uscì con il primo volume del 1859 e fu completata nel 1868. Il RIC (The Roman Imperial Coinage) iniziò ad essere pubblicato nel 1923 ed il volume V (che tocca il periodo in cui cadono le due monete) è del 1927. E' probabile che il nostro avesse dimestichezza soprattutto con il Cohen che però, come sappiamo, ha i suoi limiti in quanto ha fonti poco attendibili ed ha una valenza per lo più antiquaria. A maggior ragione per i "gallici" che erano davvero poco conosciuti (su di essi anche il RIC zoppica molto). Alla luce di ciò, interessante che avesse in collezione proprio un Vittorino. Gli perdoniamo, pertanto, sia il lapsus calami (Diocleianus anziché Diocletianus) sia l'errore nella collocazione cronologica di Vittorino. Al di là di tutto ciò, inoltre, anche la qualità delle monete non e' poi male, no? A questo punto la domanda sorge spontanea, come si suol dire: ma chi sarà mai stato questo Grohs-Fligély? Che tipo di collezione era? E’ partita così una mia piccola indagine numismatica senza grosse pretese, ma animata dalla volontà di cercare di capire a chi fossero appartenute le monete prima di finire nelle mie mani. Quindi ho iniziato qualche ricerca ed ecco a cosa sono giunto. La storia comincia dai due fratelli Adolf ed August (nati rispettivamente nel 1808 e 1810) appartenenti alla nobile famiglia austriaca dei Fligély. Dei due il più famoso era August che era un ufficiale, un cartografo ed un feldmaresciallo austriaco. August si era sposato tardi in età ed il suo matrimonio era stato senza figli. Di Adolf sappiamo molto meno, se non che morì di tifo e che, prima di morire, ebbe una figlia di nome Emilie. Tuttavia, allora, ciò che contava nelle famiglie nobili era avere un erede maschio che portasse il nome di famiglia. E questo arrivò quando Emilie sposò un noto farmacista di nome Anton Grohs al quale passò, con solenne dichiarazione, la nobiltà, lo stemma ed il nome dei Fligély. Da allora, la famiglia avrebbe avuto il doppio nome di Grohs-Fligély. Anton Grohs, inizialmente, era stato avviato dalla famiglia al sacerdozio, ma dopo due anni di studio in seminario capì che quella non era la vita che faceva per lui; lui voleva studiare farmacia, campo al quale si era avvicinato grazie alla amicizia con alcuni giovani medici. E così, dopo essersi guadagnato da vivere prima lavorando in una birreria e poi in un conceria, finalmente divenne farmacista lavorando in diverse farmacie di Vienna. Di indole curiosa e animato da spirito innovativo, inventò e allestì preparazioni di gelatina utilizzata per la prodizione di capsule, compresse, confetti e supposte divenendo famoso nel suo campo tanto che, nel 1870, ricevette la concessione per gestire una grossa farmacia di Vienna, l’Apoteke zur Austria in Wahringstrasse 18 e che e’ esistente ancora oggi: Anton ebbe cinque figli, quattro femmine ed un maschio; il maschio era August, nato nel 1875: e’ proprio il nostro collezionista. Con la morte di Anton, la farmacia fu inizialmente gestita insieme da tutti i componenti della famiglia, anche se l’unico farmacista era proprio August, come sembrerebbe testimoniato da questi strani annunci trovati in rete in parte in tedesco (grassetto) ed in parte (credo) in ungherese (sarebbe interessante se qualcuno potesse tradurli bene: io ci ho provato, ma mi sono perso subito): Interessante, in particolare, questo secondo annuncio. Ipotizzo possa indicare una sorta di un preparato galenico brevettato (zäpfchen ho visto che vuol dire “supposte”), ma anche qui sarebbe utile una traduzione ad hoc. Ciò porterebbe August sulla linea del padre Anton, al punto da essere riconosciuto nel 1913 “reale fornitore” degli Asburgo. August Grohs-Fligély e’ morto nel 1962: Quindi abbiamo identificato il collezionista, ma purtroppo non sappiamo molto di più della sua collezione. Ho provato quindi a scrivere a Sondermann. Ecco la sua risposta: Hello, Sorry, I don't have much Information about Grohs-Fligely. He was an Apothecary in Vienna, Austria. His collection was auctioned by Dorotheum in June 2020. That's all I know about him. Best regards, Sebastian Sondermann Quindi la sua collezione è stata venduta all’asta da Dorotheum nel giugno 2020. La sensazione è che la collezione dovesse essere piuttosto cospicua, magari non solo di monete romane. Del resto, la disponibilità economica doveva averla. Ieri ho provato a scrivere a Dorotheum; attendo la risposta; vi terrò aggiornati. Qui finisce questa piccola ricerca. Spero di non avervi annoiato. Io mi sono divertito e, per di più, ho ricostruito alcuni passaggi precedenti delle mie due monete, cosa che rappresenta (a mio avviso) un valore aggiunto per i pezzi in collezione. Infine, abbiamo conosciuto un po' questo farmacista austriaco con la passione per le monete (solo romane?). E voi sapete qualcosa in più su questa collezione? Avete qualche esemplare che ne ha fatto parte? Chiudo con un ringraziamento particolare all'amico e collega Curatore @grigioviola. Un saluto a tutti voi da Stilicho3 punti
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Due tornesi 1680, il premio coniato a martello, il secondo a bilanciere.2 punti
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Una riproduzione con lo stesso numero di serie (25480) 1780 - Eight Dollar2 punti
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@Litra68, spero di far cosa gradita nel condividere nella tua discussione anche falsi d'epoca delle monete di Carlo II. 8 Grana 16882 punti
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Una foto del 1899 che rappresenterebbe Elisabetta II del Regno Unito? Bizzarro. In quell’anno regnava Sua Maestà Alexandrina Victoria, sua trisnonna, madre di Edoardo VII, nonna di Giorgio V, e bisnonna di Giorgio VI…🤣2 punti
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Dopo la riforma monetaria che portò i tarì al valore di 22 grana si presentò il bisogno di creare un nuovo taglio per facilitare gli scambi commerciali... È fu così che nacque la moneta da 8 grana,che sommato al tarì riformato raggiungeva la cifra di 30 grana,pari a 3 carlini...2 punti
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Non ne dubito … diciamo che preferisco ancora illudermi che le monete - uno degli step piu’ fondamentali nell’ evoluzione sociale ed economica dell’Uomo - abbia ancora un granello di spessore culturale in piu’ rispetto alle figurine e anche alle gemme ( Claudio non mene voglia anche queste ultime rivestono un’importanza eccezionale nell’evoluzione della Terra - ma qui parliamo soprattutto di valore culturale). e questa culturalita’ appunto e’ il valore che maggiormente dovrebbe venire enfatizzato, venendo prima di quello venale o di investimento che gli ‘slab’ purtroppo contribuiscono invece a standardizzare. in buona sostanza se standardizzo un bene, lo rendo il piu’ possibile fungibile, inquadrandolo e gradandolo automaticamente metto prima il suo valore economico e di scambio sul mercato e di conseguenza ne deprimo l’individualita’ , la sua culturalita’ , la storia che mi puo’ raccontare la singola moneta. ecco perche le monete antiche - dove l’individualita’ ’ anche culturale, e’ massima sono quelle che meno si adattano alla pratica dello ‘slab’2 punti
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Buongiorno amici, anzi buon pomeriggio...finalmente ho aggiunto un nuovo pezzetto alla mia collezione murattiana, moneta anche piuttosto rara, qui la variante consiste nel grosso punto a chiudere la legenda dopo SICI 2 GRANA 1810 Dritto: GIOACCHINO NAPOLEONE RE DELLE DUE SICI . (grosso punto) Rovescio: PRIN .E GRAND'AMMI. DI FRAN. e data non spaziata. Taglio : serpentina in rilievo La moneta come ben si vede ha un difetto di conio dovuto ad una frattura dello stesso, è la prima che trovo con quella "bella e abbondante" frattura in quel punto. La moneta vi dico la verità anche l'avessi già avuta in collezione l'avrei presa comunque, la conservazione infatti è degna di nota, la moneta ha dei fondi praticamente e potrei togliere il praticamente, intonsi!!! Si vedono raramente così "lissi lissi" sembrano il culetto di un bambino. Ha i classici difetti dovuti al conio stanco ma è di conservazione superiore. A voi le foto e graditi i pareri di tutti...cito chi magari non mi commenterebbe, altri li conosco e so che diranno sicuro la loro in qualche modo @dareios it @rhoss @nikita_ (che sento sempre volentieri, anche se mi dice che lui di conservazioni e simili si intende poco) @Releo @gennydbmoney e ripeto e tutti quelli che vorranno esprimersi...se qualche amico ha in collezione sta variante e pregato di condividerla (non è la prima che vedo con il punto grosso, ma è la prima che vedo con quella frattura, magari poi il conio a smesso di lavorare). Eccovi le foto...per me un gioiellino, i fondi sono eloquenti. Grazie a chi si esprimerà2 punti
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Segnalo questo interessante esemplare di Ottavo di scudo della croce a nome del Doge Pesaro che sarà esitato nella prossima asta Hirsch del 23/9: Lotto 2930. ITALIEN-VENEZIA, REPUBBLICA Giovanni Pesaro. 1658-1659, Ottavo di Scudo d. Croce o.J. (Mmz. BV = Benardino Vizzamano). Kreuz mit Weinblättern. Rs: Markuslöwe in verziertem Schild. Montenegro 1791 vgl. Paolucci 9. Hübsche Tönung. Kleine Randausbrüche. 3,78 g. RRR ss Da: https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Pesaro Figlio di Vettor ed Elena Soranzo, uomo ricchissimo, fece una rapida carriera nell'amministrazione pubblica venendo eletto più volte senatore e consigliere, giungendo a ricoprire in un paio di occasioni la carica di Vice-doge. Nonostante tutti questi onori numerose macchie infamanti oscurarono a lungo il suo nome: nel 1642 aveva abbandonato la guarnigione di Pontelagoscuro all'arrivo dei nemici nonostante ne fosse il comandante, durante gli anni successivi s'era macchiato di malversazione ed appropriazione indebita. Durante un rettorato in terraferma aveva rubato dalle proprietà dei suoi amministrati. Vedovo di Lucia Barbarigo, si diceva che avesse sposato una governante dai facili costumi. Il fratello venne bandito a vita per numerosi crimini. Eppure, pur con queste macchie, il Pesaro era riuscito a risalire pian piano la china e poco prima, con un lungo discorso al Maggior Consiglio, aveva convinto i nobili, titubanti, a proseguire la guerra offrendo egli stesso 60.000 ducati. Questo nuovo atteggiamento gli fruttò grandi consensi tra le famiglie aristocratiche e gli permise di candidarsi allo scrutinio del 1658. L'8 aprile 1658 riuscì sin dal primo scrutinio ad imporsi sugli altri, grazie all'appoggio della maggior parte dei nobili. Sofferente da tempo di problemi di salute, nel giugno del 1658 venne colpito da una malattia sconosciuta e perse tutti i denti. Il doge Pesaro morì il 30 settembre 1659 dopo soli diciassette mesi di governo e venne sepolto con grande pompa nella basilica dei Frari, dove gli fu poi eretto un sontuoso monumento. d1 punto
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Nella religione romana , il Genio è uno spirito o , più correttamente , un nume tutelare , considerato come il custode benevolo delle sorti delle famiglie ma anche dei singoli individui . Nel tentativo di chiarirne la natura ne sono state date definizioni approssimative, come "anima" , "principio vitale" , "angelo custode" . Nonostante le critiche di Walter Otto , si è generalmente pensato (es. Kurt Latte e Georg Wissowa) che al Genio associato ad ogni maschio corrispondesse una Iuno associata ad ogni femmina e che tale binomio Genio-Iuno risalisse alle origini del pensiero religioso romano , ma secondo Georges Dumézil questa sarebbe una semplice congettura senza fondamento e il binomio sarebbe apparso molto più tardi . Infatti nelle commedie di Plauto ci sono abbondanti riferimenti al Genio ma nessuno alla Iuno e bisogna attendere fino a Tibullo perché se ne cominci a parlare . Inoltre, in un' iscrizione d' età repubblicana si fa menzione , oltre che del Genius Iovis , anche del Genius Victoriae (anziché un' ipotetica Iuno Victoriae) . In origine dunque , e fino all' età augustea , il genio doveva riguardare tutti , uomini e donne . Il Genio era definito da Censorino «cuius in tutela ut quisque natus est vivit» . E infatti la festa del Genio è il compleanno dell' individuo , il dies natalis . Veniva ritenuto uno spirito buono , una specie di angelo custode che nasce con l' individuo , lo accompagnava e ne dirige le azioni nel corso dell' intera vita . La parte del corpo in rapporto con il Genio è la fronte . Dice infatti Servio che "la fronte è consacrata al Genio , per cui quando lo veneriamo ci tocchiamo la fronte" («frontem Genio consecratam esse, unde venerantes deum tangimus frontem») . Non c' era un giudizio univoco sul destino del genio dopo la morte dell'individuo : secondo Orazio scompare , secondo Ovidio no . Nel corso del tempo e per analogia con gli uomini , anche agli dèi fu attribuito un Genio . La più antica attestazione è la già citata epigrafe risalente al 58 a.C. L' attribuzione del Genio si estese anche alle famiglie (Genio del pater familias) , allo Stato , alle province , ai collegi , alle unità militari e il genio dell' imperatore vivente divenne oggetto di culto pubblico con Augusto . Roma stessa aveva un Genio , di cui Servio ricorda la dedica su uno scudo custodito in Campidoglio : Genio urbis Romae sive mas sive femina . Non è chiaro se il Genius populi romani , raffigurato come un giovinetto , sia lo stesso Genio dell' Urbe o se sia una divinità distinta anche se equivalente . Questo Genio aveva un tempio nel Foro , vicino al tempio della Concordia . L' attribuzione di un genio ad ogni luogo fu dovuta forse all' assimilazione del Genio con i Lari che si trova in Censorino . Dice infatti Servio che "nessun luogo è senza un genio" Tratto da : https://www.bing.com/ck/a?!&&p=921dbfbd8e4b46bfJmltdHM9MTY2Mzg5MTIwMCZpZ3VpZD0wZjBmYzAyNy02YzI0LTY3MmUtMDM2My1jZGZlNmQ0ZjY2ZGImaW5zaWQ9NTE3Ng&ptn=3&hsh=3&fclid=0f0fc027-6c24-672e-0363-cdfe6d4f66db&u=a1aHR0cHM6Ly9pdC53aWtpcGVkaWEub3JnL3dpa2kvR2VuaW9fKGRpdmluaXQlQzMlQTAp&ntb=1 Una variante del Genio semi conosciuta e’ il Genio del Senato , questa legenda del Genio e’ stata tramandata , almeno credo , dal solo Antonino Pio , nelle cui monete , rovescio di Sesterzi , lo presenta in due versioni , una certa poiche' la legenda lo certifica come tale , l’ altra supposta ; la prima , versione lo presenta come un giovinetto paludato e con elmo , tiene nella mano destra un rametto e nella sinistra un bastone o scettro , con la legenda GENIO SENATUS (RIC 605) ; la seconda versione , supposta , in quanto priva della legenda che lo certifica come GENIO SENATUS , come nel primo Sesterzio , ha come legenda al rovescio solo COS IIII . Sesterzio emesso , tramite la TRP XVI del dritto , tra il 152 e il 153 . In questo secondo Sesterzio si vede il Genio del Senato (?) posto su una colonnina all’ interno di un tempietto o edicola (RIC 913) . Dove fosse collocato questo tempietto o edicola non e’ dato sapere . La figura sopra la base , forse una colonnina , e’ paludata ma rimane difficile capire cosa tenga nelle due mani , comunque la figura e’ attribuita ufficialmente al Genio del Senato . Rimane sconosciuta la localizzazione di questo tempio , se invece fosse stata una semplice edicola posta all’ interno della Curia Giulia sede del Senato , sarebbe bello immaginarla come punto di riunione o passaggio , dove i Senatori prima di una assemblea si fermavano d’ innanzi al loro Genio rendendogli omaggio e chiedendo consiglio al Genio del Senato prima di prendere decisioni importanti , civili o militari , in nome del Popolo Romano . Questo secondo Sesterzio e’ classificato come una emissione molto rara . L' aspetto attuale della Curia , come appare in prima foto , è dovuto a un rifacimento effettuato da Diocleziano a causa di ingenti danni causati da un incendio nel 283 d.C. . Come costruzione è uno degli edifici tardo antichi meglio conservati di tutta Roma . L' ottima conservazione del monumento è dovuta al fatto che nel VII secolo venne trasformato in chiesa di Sant' Adriano . In foto , oltre alla Curia Giulia sede del Senato , due Sesterzi di Antonino Pio con il Genio Senatus e altri due esemplari , piu' rari , con il tempio e all' interno l' immagine del Genio Senatus ; il quarto Sesterzio piuttosto mal messo , le rarita' sono spesse volte cosi' , e' apparso recentemente in un' asta estera .1 punto
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Un esemplare di statere di Terina con particolare figurazione della testa della ninfa al diritto . Definito dal compilatore forse il 7^ esemplare noto di questo unico conio del diritto . Sarà il 3 Novembre in vendita Harlan&Berk 221 al n. 41 .1 punto
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Siamo sicuri che si tratti dello stesso tipo di conio? il R/ mi sembra molto carente di dettagli, e al D/ il naso è molto piu pronunciato ...1 punto
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DE GREGE EPICURI Anche a me questa ricerca è piaciuta molto (anche per motivi di storia familiare). Quindi Anton Grohs nacque in Transilvania, che a quei tempi faceva parte del Regno di Ungheria (pur contenendo popolazione di lingua romena, ma anche sassoni di lingua tedesca). Ma anche i Fligély provenivano probabilmente di lì, perchè Fligély è un nome ungherese (come anche l'accento acuto dimostra). Sarebbe interessante tradurre la parte ungherese delle inserzioni, ma come detto da Stilicho, coi traduttori automatici è difficile. Osservazione più numismatica: il Vittorino ha un ritratto con lunghissimi raggi della corona radiata, come questo di cui avevo discusso molto tempo fa:1 punto
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DE GREGE EPICURI La serata ormai è imminente. Per motivi tecnici, forse sarà l'ultima che riusciremo a mandare anche in video, almeno per un po' di tempo. Vi consiglio quindi caldamente di non perderla!1 punto
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Grazie a tutti per gli interventi, vedo che in generale le due foto ci hanno lasciati un po’ dubbiosi nell’esprimerci. Mi fa piacere non essere solo in questo caso. Dux-sab è più convinto d’altro canto, e non riesco a dargli torto. Così come è vero quello che nota Tinia. O hanno aggiornato a nuove tecnologie le tecniche di clonazione o certi particolari sarebbe impossibile ripeterli senza variazioni macroscopiche. Per le foto, sinceramente, i metodi usati nelle immagini proposte da questi due commercianti non li ho mai graditi particolarmente, per motivi differenti ho trovato entrambe spesso “innaturali”. Parere personale ovviamente, ma che vedrei confermato dal caso in questione. Ho appena provato a cercare i tre esemplari in ambito museale cui si riferisce la nota del catalogo di Berk. Credo di averli trovati, anche se ho qualche dubbio residuo sul secondo da Londra, perché una pulizia deturpante ha un po’ alterato i rilievi, in ogni caso la tipologia è quella corretta, la coppia di conii sembrerebbe la medesima e Berk menziona un unico conio di incudine per questa particolare emissione. Dal British Museum l’esemplare più completo, con un segno di saggiatura. A Londra dal 1841, acquisito da Thomas Burgon (1787-1858), mercante a Smirne fino al 1841circa e dal 1844 al 1858 assistente dello stesso museo. Peso 7.37 grammi. Sempre dal British Museum un esemplare lì conservato grazie al lascito Lloyd del 1946. Peso 6.81 grammi. Dal monetiere della Biblioteca Nazionale di Francia l’esemplare proveniente dalla collezione del Conte François Chandon de Briailles (1892-1956), membro di una importante famiglia di produttori di champagne. A Parigi dal 1953, peso 7.60 grammi.1 punto
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il lustro c'è più al rovescio che al dritto.. un spl+ ci starebbe pure.. però ci sono parecchie tracce di pulizia che sicuramente la penalizzano.. perciò per me vale anche meno di uno spl+1 punto
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Ci sono almeno due difetti random identici, e uno dei due pare troppo sottile per essere copiato1 punto
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Buon pomeriggio. Tutto esatto quello che scrive il buon @nikita_...tanto per aggiungere qualche info, di queste monete esistono i millesimi 1814, 1815, le varianti sono principalmente queste: ●Ritratto con corona a 7 punte ●Sicilar in legenda ●Due punti in legenda al dritto ●Al rovescio il pegaso ha svariate foggie e cambia la disposizione delle sigle V B ( Vincenzo Beninati) e del valore 2 G ●Altre varianti per i punti singoli in legenda Se vuoi c'è una discussione dedicata a tutto il rame siculo di quel periodo Saluti e buona domenica. Cristiano.1 punto
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Mi fa piacere che ci sia un antenato che dà il titolo ad una discussione. Ma la spiegazione del mio nickname è molto più semplice: sono le prime lettere del mio primo e del secondo nome unite. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Ciao, credo che sia un 2 grani del 1815, il 5 finale è piuttosto deturpato facendolo somigliare ad un 9. Riguardo la scritta quel che credi essere IU non è altro che III , l'usura ha unito il secondo e terzo carattere III tale da sembrare una U. La X sembrerebbe solitaria ma non è altro che quello che è rimasto di un REX usurato, e sempre colpa dell'usura la H di HIER la fa sembrare una E. Ma è giusto che aspetti qualche altro intervento più qualificato.1 punto
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Confermo: fino a qualche anno fa mia moglie aveva il diabete alto e non subiva attacchi, ora che fortunatamente il livello di glicemia è sceso.....viene bersagliata anche lei!1 punto
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Ciao Antonio Anzitutto sappi che ti considero una persona di grande equilibrio e competenza e che ho sempre letto i tuoi commenti con interesse e apprezzamento. Aggiungo che questo tuo intervento è sicuramente condivisibile ed è frutto un confronto di opinioni assolutamente civile e costruttivo. Io stesso mio malgrado acquisto monete slabbate. Se mi piacciono non mi fermo davanti ai sarcofagi. Io ho solo un po’ contestato che le scatolette siano figlie naturali di una volontà dei collezionisti. Io le subisco, altri rimangono indifferenti, altri ancora ne sono soddisfatti, qualcuno entusiasta. Come dici tu ognuno è libero. Io penso che questa moda purtroppo proseguirà e tutti se ne faranno una ragione, senza drammi, continuando ad acquistare belle monete col sovrapprezzo se sono inscatolate. Già le aste veleggiano verso il 25% di diritti, aggiungiamoci anche il plus degli slab e poi non stupiamoci se le grandi rarità e le alte conservazioni volano alle stelle. Buona domenica1 punto
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Ciao @Cremuzio, molto interessante la figura del Genio. Contribuisco con un denario (anche questi rari ma ci sono) trovato in rete con il tempio al rovescio 🙂 ANTONIO1 punto
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Buongiorno e Buona Domenica a tutti, oggi vi mostro uno dei miei Cavalli Aragonesi riportato in vita con molta pazienza. Era fermo da anni in collezione tra gli acquisti di piccoli lotti in attesa di identificazione, sembrava un dischetto liscio ma poi qualche settimana fa , osservandolo con luce naturale di giorno con diverse angolazioni ho visto prima delle lettere a me familiari, e poi l'inconfondibile ritratto di Ferdinando d'Aragona. Da lì il desiderio di renderlo più leggibile. Dopo ammollo in acqua demineralizzata e massaggio con olio di Vasellina il risultato è per me soddisfacente. Se Recuperare e migliorare la visibilità del diritto era dato per scontato, il rovescio è stato un vero miracolo. Vi mostro le foto di come si presentava e di come si presenta ora. Voi cosa ne pensate? Saluti Alberto1 punto
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Confronto interessante e credo Pxcaesar e Scudo abbiano entrambi ragione. Ma la distinzione da fare e’ a priori e riguarda ‘cosa’ viene venduto/acquistato in slab prevalentemente. Tirno a ripetere che monete classiche o un bel ducatone di Savoia, una quadrupla papale possono esistere ma e’ molto raro trovarli in slab proprio perche i collezionisti che acquistano tali materiali NON li richiedono in slab. diverso e’ il discorso per materiale moderno - piu’ standard - che anzi va standardizzato e quindi lo slab - da fiera - e’ comodo. Garantisce, protegge, facilita lo scambio e la conservazione. entrambe le opzioni: CON e SENZA continueranno a coesistere - ma da qui a dire che tutte le monete inevitabilmente un domani finiranno in slab - eh no - ce ne passa. Piuttosto il contrario. Se proprio dovessi fare uno scenario previsivo vedo il rischio per i vari ‘slabbatori’ di soccombere progressivamente alla lunga se non si riprendono dagli errori che stanno puntellando il loro sviluppo. Lo slab e’ un fenomeno di mercato ma come tale e’ destinato a restare circoscritto alla cerchia che piu’ lo utilizza e ne beneficia mentre viene respinto da una parte consistente - oggi un’ampia maggioranza- del mondo collezionistico e soprattutto di quello che conta ( parlo del settore classico e pre-1800).1 punto
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Anton Grohs-Fligely nacque in Transilvania nel 1825 e venne a Vienna nel 1847, dove iniziò a studiare farmacia all'università. Successivamente si dedicò alle professioni tecniche e lavorò in diverse farmacie a Vienna. Stimolato da alcuni medici, produsse preparazioni di gelatina precedentemente non sfruttate che furono presto utilizzate in tutto il mondo (la gelatina viene utilizzata per la produzione di capsule, compresse e confetti). Fu solo nel 1870 che ricevette la concessione per gestire una farmacia, l'Apotheke zur Austria in Währingerstraße 18. apollonia1 punto
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E' un asse di M. Atilius Saranus La legenda che leggi è M.ATILI https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G164/31 punto
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Buonasera a tutti, il mio contributo con la moneta commemorativa da One Pound del 1987 della serie "Royal Diadem": In questo ritratto la Regina Elisabetta II è incoronata con il Diadema di Stato di Giorgio IV1 punto
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Gettone storico del regno di Luigi XIII D/ VVLTV • QVO • COELUM Busto di Luigi XIII, giovane. In esergo due rami d’alloro incrociati in basso. R/ SERVAT • QUAM • CONDIDIT • ORBEN (Servat quem condidit orbem) La Giustizia suduta, elevata sulle nubi, che tiene nella mano destra una bilancia e nell’altra una spada. La legenda del dritto è l’inizio di un verso dell’Eneide: Vultu quo coelum tempestatesque serenat (… col volto, con cui rasserena cielo e tempeste). apollonia1 punto
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si vuole! anche se - e qui il @CdC non me ne voglia male - parlare di certi prezzi è già una questione politica, basta guardare qesta tabella: (ho perso un po' di tempo a segnare il prezzo maggiore) e per non essere eurocentrici: Servus njk ======== PS Ma che mente malata chiama un liquido "gas" ed il "gasolio" non è "gasoline" perché quello è "benzina"?!? https://www.cargopedia.net/europe-fuel-prices1 punto
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L'Organizzazione dei Caraibi Orientali E per finire 6 Stati nel tempo estinti (all'appello manca la moneta dell'Africa Occidentale Britannica)1 punto
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è una moneta tra le più comuni vittima di una bolla speculativa, non escludo che molte siano coniazioni recenti. sarebbe interessante confrontare le varie tipologie di elefanti con quelli conosciuti nell'ottocento, certi sembrano autobotti dello spurgo!1 punto
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@numa numa a me non risulta che la sigillatura dei diamanti sia in declino, anzi proprio il contrario! Gli Istituti di certificazione (perchè tali sono) non hanno alcun interesse a dare gradi di qualità non corrispondenti al vero. Tali Istituti sono GIA, HRD, IGI (Anversa), IGI (Italia) che non commercializzano. Poi ci sono commercianti che sono anche Gemmologi e sigillano in proprio e allora lì tutto può succedere. Ma ci sono anche Gemmologi non commercianti, come il sottoscritto, che operiamo come gli Istituti. Quello che succede in campo numismatico nostrano, secondo il sottoscritto, è tutto da rivedere e normare. I tanto biasimati americani hanno creato una scala di valutazione (Sheldon) con le caratteristiche per ogni grado che tutti i certificatori utilizzano e quindi parlano tutti la stessa lingua e soprattutto esaminano tutti con uno standard strumentale. Io ai Convegni a cui ho partecipato ho notato che i nostri Periti-Commercianti spesso, molto spesso utilizzano una lente 10X! Con tale ingrandimento non esiste più il FDC, perchè ogni tondello comunque presenta dei piccoli segni visibili a quel livello di ingrandimento. Le monete vanno esaminate a occhio nudo, prima e poi al max a 4/5X, come fanno i graders USA. E' per questo che da noi succede che la stessa moneta esaminata da tre periti, riceve tre gradi diversi, perchè ognuno di loro si è creato un proprio modus operandi per la gradazione, spesso pro domo sua (purtroppo!) Lo slab è nato come risultato finale di un processo di certificazione di qualità, per proteggere monete in alta/altissima conservazione e di valore elevato, sicure per maneggiamento, trasporto ecc. (pensate ad un 50 Lire 1854, lo fareste maneggiare senza protezione?). Quindi piaccia o no questa sarà la strada che oramai si è aperta anche in Europa, e d'altronde una moneta slabbata sarà accettata in qualunque paese del mondo, cosa che non accade per le "bullette nostrane", che mi sono sempre rifiutato di usare. Comunque per me rimane il principio che chi vende non deve periziare e chi perizia non deve vendere!1 punto
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Buona giornata Decisamente si! Se la scatola non è conservata "sotto vuoto", ma in ambiente "normale", è solo questione di tempo e di condizioni atmosferiche e qualche danno si crea. Se sei vicino al mare/laguna, la salsedine presente nell'aria umida farà da acceleratore, molto meno se sei in ambiente asciutto, magari a 2.000 m sul l/m; se sei in prossimità di un industria chimica .... aiuto! Non è comunque un danno che si crea in un paio di giorni ... dipende da dove è conservata la scatola. Ciò che si crea tra metalli differenti, tra loro accostati, sono le così dette "correnti vaganti o galvaniche", cioè piccole correnti elettriche che vanno da un metallo all'altro corrodendo quello più "morbido". Se fossero monete rare e/o comunque di valore, consiglio di separarle; se fossero monete comunissime (quelle che si comprano a peso) e magari già compromesse, non mi straccerei le vesti. saluti luciano1 punto
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In vista ad Ottobre, del 48^ raduno, la locandina del XII, di 50 anni or sono . Un convegno di prima del WEB e di quando le aste, già allora numerosissime, erano quasi solo un recente ricordo della didattica della scuola elementare .1 punto
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Bella domanda! il secondo dopoguerra fu il periodo in cui si hanno le ultime monete coniate per la circolazione in Europa e nel mondo. Lo spartiacque per la coniazione di monete destinate alla circolazione è il 1980. Durante quell'anno una terribile speculazione fece salire di 10 volte il valore dell'argento mettendo fuori circolazione qualsiasi moneta in argento. Il valore intrinseco della moneta era improvvisamente diventato molto superiore a quello nominale e risultava più conveniente fonderle o cederle al valore intrinseco piuttosto che al valore nominale. A partire da quella data le emissioni di argenti per la circolazione nel mondo furono sostanzialmente trascurabili e le poche monete emesse circolarono poco o non circolarono affatto. Per la circolazione ricordo le seguenti monete (mi limito per ora a discutere francia - Spagna - Greciaa e Italia): Francia: 5 Franchi dal 1960 al 1966 12 grammi argento Argento 835/1000 (dal 67 al 69 ne vennero coniate poche e non so se in queste date fossero ancora intese per la circolazione) 10 Franchi 1965 - 1973 25 Grammi Argento 835/1000 (71 - 73 coniazione scarsa) 50 Franchi 1974 - 1980 30 Grammi Argento 900/1000 (quest'ultima data molto rara e sicuramente non realmente circolante per i motivi sovra-esposti) dal 1982 in poi (dopo il ricrollo dell'argento) vennero coniate monete da 100 Franchi del peso di 15 grammi in un numero di esemplari non trascurabile (alcuni milioni per anno). Non ho mai capito la destinazione di tali monete. Spagna: 100 pesetas 1966 - 1969 19 Grammi argento 800/1000 Grecia: 20 Drachme 1960 7.5 grammi Argento 835/1000 30 Drachme 1963 18 Grammi Argento 835/1000 Italia: 500 lire Caravelle 1958-1967 11 Grammi Argento 835/100 500 lire Unità d'Italia 1961 11 Grammi Argento 835/100 500 lire Dante 1965 11 Grammi Argento 835/1000 1000 lire Roma capitale 1970 grammi 14.6 Argento 835/10001 punto
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Le mie condoglianze, credo di far cosa grata allegare un link "Lezione di numismatica" Antonio1 punto
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Per me bb-Spl la rosetta è quasi integra, per la vendita non partirei da 1 € ma da 150 € a scendere ogni volta potresti calare di 5 o 10 € fino a fermarti a 90 €, se parti da 1 euro meglio aspettare ottobre le ferie riduranno le risorse disponibili e le possibilità d'acquisto.1 punto
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